Giro d’Italia, Roglic vince la cronoscalata. Il Giro è suoRoma, 27 mag. (askanews) – Primoz Roglic domina, nella 20a tappa del Giro d’Italia 2023, la cronoscalata da Tarvisio a Monte Lussari ed è a un passo dalla vittoria della corsa rosa. Solo una formalità la passerella finale di domani a Roma. Lo sloveno della Jumbo-Visma trionfa con il tempo di 44’23” strappando il successo sia nella tappa che in classifica generale a Geraint Thomas della Ineos Grenadiers, dopo una grande corsa. Sono dunque 14 i secondi di distacco finali tra Roglic e Thomas nella classifica generale.
Roglic riesce a sopperire anche a un piccolo problema meccanico, che poteva compromettere il suo successo finale, con un capolavoro nelle fasi finali della tappa. Terzo Joao Almeida. Il portoghese della Uae Emirates è transitato sul traguardo con il tempo di 45’05”. Almeida è sul terzo gradino del podio anche in classifica generale, dopo un Giro vissuto comunque da protagonista (maglia Bianca), insieme a Roglic e Thomas. Grandissima prova anche per Damiano Caruso, quarto al traguardo e primo italiano in classifica. Pochi secondi dopo aver attraversato il traguardo, il vincitore e nuova Maglia Rosa Primo Roglic ha detto: “È una sensazione incredibile. Mi è caduta la catena, l’ho rimessa subito a posto. Avrei potuto perdere tutto, ma fa parte delle corse. Il pubblico mi ha dato qualche watt in più e mi sono goduto l’atmosfera e l’energia dell’evento. Manca un giorno alla fine. Il percorso è di domani è tecnico. Non è finita finché non è finita, ma siamo vicini ad un finale meraviglioso”.
Mattarella martedì in visita nelle zone alluvionate dell’Emilia-RomagnaMilano, 27 mag. (askanews) – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, visiterà martedì prossimo 30 maggio le zone della Emilia-Romagna colpite dall’alluvione.
Nel corso della visita, che riguarderà diverse località, incontrerà in mattinata a Forlì i soccorritori e la cittadinanza. Nel pomeriggio avrà luogo l’incontro a Faenza con i sindaci. I giornalisti interessati a seguire i due eventi possono rivolgersi alle Prefetture di Forlì e Ravenna. Sarà cura dell’ufficio stampa del Quirinale rendere noto nei prossimi giorni il programma completo e gli orari della visita.
Mattarella difende la “scuola di tutti”: non è un luogo di selezione socialeBarbiana (Vicchio), 27 mag. (askanews) – Sale a Barbiana, borgo tra i boschi di Vicchio, dove don Lorenzo Milani, prete ed educatore scomodo, fu ‘esiliato’ nel 1954, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lo fa per rendere omaggio a “un maestro”, a “un grande italiano”, ma anche a un’idea di scuola che “è di tutti e deve essere per tutti”, a un’idea di impegno che è “responsabilità attiva”. Alla fine un’idea di società, di cui la scuola è lo specchio.
Una scuola la cui prima finalità deve essere, ieri come oggi, “eliminare ogni discrimine” riconoscendo – il Capo dello Stato lo puntualizza in tempi in cui il ministero è diventato il ministero dell’Istruzione e del merito – che “il merito non è l’amplificazione del vantaggio di chi già parte favorito”. Insomma non si possono fare, citando proprio don Milani, “parti uguali tra disuguali” perché è “la più grande ingiustizia”. “Merito – riprende Mattarella – è dare nuove opportunità a chi non ne ha, perché è giusto e per non far perdere all’Italia talenti; preziosi se trovano la possibilità di esprimersi, come a tutti deve essere garantito”. Mattarella guarda ancora alla scuola di Barbiana, una scuola che non chiudeva mai e dove non c’erano vacanze, per esaltarne l’essenza nella “voglia di imparare, la disponibilità a lavorare insieme agli altri”, la capacità “di osservare le cose del mondo con spirito critico. Senza sottrarsi mai al confronto, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione”. Parole che cadono a una settimana dalla chiusura del Salone del libro di Torino e dalle polemiche per la contestazione da parte di attivisti di Non una di meno e di Extinction Rebellion alla ministra della Famiglia Eugenia Roccella, che non ha quindi presentato il suo libro.
Insomma, osserva Mattarella, don Milani “invitava a saper discernere”, a coltivare “il primato della coscienza responsabile” e la Costituzione era il suo “Vangelo laico”. Un Vangelo tradotto in un solo motto, essenziale e potentissimo, quel famoso “I care” che, come rileva Rosy Bindi, presidente del comitato per le celebrazioni dei cento anni di don Milani (che morì giovanissimo, a 44 anni, obbedendo sempre a una Chiesa che criticava ma alla quale apparteneva e che lo ha capito solo dopo molto tempo, come ha ammesso a Barbiana il presidente della Cei Matteo Zuppi), è in aperta contrapposizione con un altro motto: il “me ne frego fascista”.
L’Ad della Rai Sergio: il dibattito politico sia rappresentato correttamenteMilano, 27 mag. (askanews) – In merito alle polemiche sulla diretta del comizio del centrodestra a Catania, “la Rai comunica che l’Amministratore Delegato della Rai, Roberto Sergio, è stato prontamente informato e ha preso contatto con il direttore di Rai News 24 per ribadire l’importanza di una corretta rappresentazione del dibattito politico”. LO riferisce una nota dell’azienda, in cui si aggiunge: “Il direttore di Rai News 24 ha precisato che la testata nell’arco della giornata ha dato ampio spazio a tutte le forze politiche”.
Meloni: dopo la strage di via dei Georgofili il popolo seppe reagire alla scia di terroreMilano, 27 mag. (askanews) – Alla “lunga scia di terrore” della stagione delle stragi mafiose, “il popolo seppe reagire dimostrando la forza della legalità e la solidità delle Istituzioni”. È quanto dichiara la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in occasione dei trent’anni dalla strage di via dei Georgofili a Firenze.
“Un feroce attacco allo Stato, una guerra dichiarata alla Repubblica per vendicarsi del carcere duro, una ferita gravissima inferta all’Italia e al suo patrimonio artistico e culturale. Nella notte tra il 26 e il 27 maggio di trent’anni fa – ricorda Meloni – la mafia decise di colpire con tutta la sua forza Firenze, facendo saltare in aria un’autobomba carica di 250 chilogrammi di esplosivo sotto l’Accademia dei Georgofili. Il crollo della Torre delle Pulci uccise Fabrizio e Angela Nencioni, le figlie Nadia di 9 anni e Caterina di appena 50 giorni. A perdere la vita anche Dario Capolicchio, 22 anni, morto nell’incendio dell’edificio di fronte alla Torre. Decine di feriti e incalcolabili i danni al patrimonio: l’onda d’urto della bomba investì il centro storico della città, Palazzo Vecchio, la Chiesa di Santo Stefano e Cecilia e la Galleria degli Uffizi, distruggendo per sempre alcuni capolavori e causando danni ingenti a molte opere”. “Nessun fiorentino, nessun italiano – sottolinea la presidente del Consiglio – potrà mai dimenticare la strage dei Georgofili. Così come nessuno potrà mai cancellare dalla memoria quegli anni così difficili per la nostra Nazione, segnati da altri sanguinosi attentati e stragi. Una lunga scia di terrore di fronte alla quale il nostro popolo seppe reagire, dimostrando la forza della legalità e la solidità delle Istituzioni”.
Il Governo, conclude Meloni, “rivolge il suo pensiero commosso a tutti i famigliari delle vittime e rinnova il suo ringraziamento ai servitori dello Stato che, spesso nell’ombra e tra mille difficoltà, hanno lottato e lottano contro la mafia. E che con il loro instancabile lavoro avvicinano sempre di più il definitivo tramonto della criminalità organizzata”.
Calderone: nelle zone colpite dalle inondazioni proteggeremo le imprese e il lavoroRoma, 27 mag. (askanews) – In Emilia Romagna e nelle zone colpite dalle inondazioni il governo intende “mettere in protezione il lavoro, perché non ci possiamo permettere come Paese di perdere neanche un’azienda. Le domande di cassa integrazione realisticamente potranno essere presentate entro la fine del mese successivo a quello della sospensione, però non metteremo vincoli di tempistica”. Lo ha spiegato il ministro del Lavoro, Elvira Calderone durante una conferenza stampa a Bologna.
“Confido di riuscire a chiudere il processo di definizione della circolare dell’Inps pochissimi giorni dopo della pubblicazione del decreto, che interverrà la prossima settimana”, ha aggiunto. “I lavoratori e le aziende non verranno abbandonate perché siamo consapevoli che sono comparti strategici, non solo per l’Emilia-Romagna ma per l’economia italiana. Stiamo lavorando in quest’ottica per vedere in che modo dal primo intervento emergenziale innestare poi interventi su un più ampio concetto che è quello della ripartenza”.
Per l’immediato si interviene usando “un ammortizzatore unico emergenziale, che consentirà alle imprese di poter fare una domanda di ammortizzatore sociale secondo un’unica modalità. Avrà come destinatario le imprese di tutti settori. Per ogni settore che noi mettiamo in protezione – ha detto Calderone – ci sarà una sola modalità di fare richiesta, tanto più veloce e snella possibile perché conterremo al massimo tutte quelle che sono le produzioni documentali”.
Floridia: la Vigilanza Rai si occuperà del comizio del centrodestra su RainewsMilano, 27 mag. (askanews) – “Apprendo dalle segnalazioni di diversi gruppi parlamentari che su RaiNews24 sarebbe andato in onda in diretta il comizio organizzato dal centrodestra a sostegno del candidato sindaco di Catania. La commissione di vigilanza valuterà con estrema attenzione questo caso per tutti i profili di competenza. Si potrebbe profilare una violazione importante della par condicio e del pluralismo che il servizio pubblico non si può assolutamente permettere”. Così la presidente della commissione di vigilanza Rai Barbara Floridia.
Mattarella: confronto, non mettere a tacere libro o presentazioneBarbiana (Vicchio), 27 mag. (askanews) – “La scuola di Barbiana durava tutto il giorno” e con essa don Lorenzo Milani “cercava di infondere la voglia di imparare, la disponibilità a lavorare insieme agli altri. Cercava di instaurare l’abitudine a osservare le cose del mondo con spirito critico. Senza sottrarsi mai al confronto, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione. Insomma, invitava a saper discernere”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando a Barbiana.
Santanchè: l’Emilia-Romagna ha dato una grande lezione di dignità e resilienzaRimini, 27 mag. (askanews) – “Ho grande rispetto per la tragedia” che è avvenuta circa due settimane fa in Romagna, “ma grazie a Dio le coste sono salve”. Questo popolo ha dato in questi giorni “una grande lezione di dignità e resilienza”. Quindi ora “dobbiamo assolutamente dare un’immagine positiva perché come si è visto l’Emilia-Romagna è pronta per ospitare come ha sempre fatto nel migliore dei modi. Non dobbiamo far passare l’immagine, come invece purtroppo sta passando sui giornali stranieri che è sommersa dall’acqua”. Lo ha detto il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, a Rimini alla presentazione della campagna di promozione dell’Emilia-Romagna affinché la grave alluvione che ha colpito la regione non provochi ulteriori danni economici e sociali alla comunità.
Se passasse il messaggio che la Romagna è ancora invasa da acqua e fango, ha precisato Santanchè “dopo la tragedia che c’è stata si andrebbe incontro anche a una tragedia economica. Questo è un popolo che vive di turismo e quindi dobbiamo sostenerlo e aiutarlo”. Da qui l’idea di una campagna di promozione da diffondere sui mercati di riferimento in particolare Germania, Austria, Svizzera e Francia e diverse regioni italiane.Gli emiliano-romagnoli “hanno dato una lezione di dignità e resilienza – ha aggiunto il ministro -. Si sono prima messi a lavorare come nelle loro abitudini, ma si sono rimboccate le maniche col sorriso sulle labbra, il modo migliore di essere italiani”.
“Come ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni il governo c’è. In questo momento siamo tutti emiliano-romagnoli, solo insieme a tutti i livelli le istituzioni possono risolvere i problemi”.“Il Consiglio dei ministri – ha ricordato Santanchè – ha stanziato due miliardi, soldi che servono per la fase di emergenza. Poi ci sarà una quantificazione dei danni, che sono molti”.
Mattarella: la Costituzione era il Vangelo laico di don MilaniBarbiana (Vicchio), 27 mag. (askanews) – “Don Lorenzo Milani è stato anzitutto un maestro. Un educatore. Guida per i giovani che sono cresciuti con lui nella scuola popolare di Calenzano prima, e di Barbiana poi. Testimone coerente e scomodo per la comunità civile e per quella religiosa del suo tempo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando a Barbiana in occasione delle celebrazioni per i cento anni dalla nascita di don Lorenzo Milani.
“Battistrada di una cultura che ha combattuto il privilegio e l’emarginazione, che ha inteso la conoscenza non soltanto come diritto di tutti ma anche come strumento per il pieno sviluppo della personalità umana. Essere stato un segno di contraddizione, anche urticante – ha sottolineato Mattarella – significa che non è passato invano fra noi ma, al contrario, ha adempiuto alla funzione che più gli stava a cuore: fare crescere le persone, fare crescere il loro senso critico, dare davvero sbocco alle ansie che hanno accompagnato, dalla scelta repubblicana, la nuova Italia”. “La scuola, in un Paese democratico, non può non avere come sua prima finalità e orizzonte l’eliminazione di ogni discriminazione” ha detto Mattarella. “‘Lettera a una professoressa’, scritta con i suoi ragazzi mentre avanzava la malattia – che lo avrebbe portato via a soli 44 anni – è un atto d’accusa, impietoso, di tutto questo. ‘Lettera a una professoressa’ – ha sottolineato Mattarella – ha rappresentato una lezione impartita a fronte delle pigrizie del sistema educativo e ha spinto a cambiare, ha contribuito a migliorare la scuola nel mezzo di una profonda trasformazione sociale del Paese. Ha aiutato a comprendere meglio i doveri delle istituzioni e sollecitato a considerare i doveri verso la comunità”. “La scuola è di tutti. La scuola deve essere per tutti. Spiegava don Milani, avendo davanti a sé figli di contadini che sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita scolastica: ‘Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose’. Impossibile non cogliere la saggezza di questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà”.
“Il merito non è l’amplificazione del vantaggio di chi già parte favorito. Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha, perché è giusto e per non far perdere all’Italia talenti; preziosi se trovano la possibilità di esprimersi, come a tutti deve essere garantito” ha aggiunto. “I suoi ragazzi non possedevano le parole. Per questo venivano esclusi. E se non le avessero conquistate, sarebbero rimasti esclusi per sempre. Guadagnare le parole voleva dire incamminarsi su una strada di liberazione. Ma chiamava anche a far crescere la propria coscienza di cittadino; sentirsi, allo stesso tempo, titolare di diritti e responsabile della comunità in cui si vive”, ha osservato il Capo dello Stato. “Aveva un senso fortissimo della politica don Lorenzo Milani.Se il Vangelo era il fuoco che lo spingeva ad amare, la Costituzione era il suo vangelo laico. ‘Ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia. Difficile trovare parole più efficaci”. “Difficile non riscontrare lo stretto legame del suo insegnamento con la fede che professava: prima di ogni altra cosa, il rispetto e la dignità di ogni persona. Qui si intrecciano il don Milani prete, l’educatore, l’esortatore all’impegno. L’impegno – educativo, e di crescita – richiede sempre, per essere autentico, coerenza. Spesso sacrificio. Al pari di tanti curati di montagna che hanno badato alle comunità loro affidate, Don Milani non si è sottratto. Era giovane. Chiedeva ai suoi ragazzi di non farsi vincere dalla tentazione della rinuncia, dell’indifferenza” ha osservato Mattarella. “La scuola di Barbiana durava tutto il giorno” e con essa don Lorenzo Milani “cercava di infondere la voglia di imparare, la disponibilità a lavorare insieme agli altri. Cercava di instaurare l’abitudine a osservare le cose del mondo con spirito critico. Senza sottrarsi mai al confronto, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione. Insomma, invitava a saper discernere”. “Era stato mandato qui, a Barbiana, in questo borgo tra i boschi del Mugello – con la chiesa, la canonica e poche case intorno – perché i suoi canoni, nella loro radicalità, spiazzavano l’inerzia” detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“La sua fede esigente e rocciosa, il suo parlare poco curiale, i suoi modi, a volte impetuosi, lontani da quelli consueti, destavano apprensione in qualche autorità ecclesiastica”, ha aggiunto.