Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Cinema, al via a Roma la prima edizione dell’Indian Film Festival

Cinema, al via a Roma la prima edizione dell’Indian Film FestivalRoma, 5 feb. (askanews) – Al via dal 7 all’11 febbraio a Roma presso la sala Anica la prima edizione dell’Indian Film Festival con il meglio del cinema indiano oltre Bollywood. Il festival, organizzato e promosso dall’Ambasciata Indiana a Roma, propone una rassegna di 5 titoli, in anteprima italiana che sono espressione della ricchezza linguistica e culturale dell’India.


Ad aprire venerdì 7 febbraio alle 18 sarà presente l’ambasciatrice Vani Sarraju Rao per i saluti istituzionali e per introdurre la selezione in programma al festival che aprirà con RRR (Rise Roar Revolt) di S.S Rajamouli (2022), uno dei maggiori successi contemporanei di Tollywood. Il cinema in lingua telugu che si produce a Hyderabad, in contrapposizione alla lingua hindi in uso a Bollywood, e che rappresenta la seconda grande industria cinematografica indiana. Il film ha conquistato la fama e l’interesse della critica internazionale vincendo il Golden Globe e poi l’Oscar per la migliore canzone originale con “Naatu Naatu”. Questa prima edizione del festival restituisce infatti la ricchezza della cinematografia indiana e la sua grande varietà di generi e tematiche, che va di pari passo alla grande varietà linguistica dei film della rassegna. Non solo film in lingua Hindi ma anche in Telugu, Tamil e Kannada.


RRR (Rise Roar Revolt), record d’incassi in patria e di consensi oltreoceano, è una saga epica ambientato in India all’epoca della colonizzazione britannica. Interpretato da due delle maggiori star del cinema indiano: Alluri Sitarama Raju (Ram Charan) e Komaram Bheem (N.T. Rama Rao Jr), racconta le gesta di due rivoluzionari realmente esistiti, che all’inizio degli anni Venti del ‘900 si opposero alla dominazione britannica. Si prosegue sabato 8 febbraio alle 18 con Gangubai Kathiawadi (La regina di Mumbai) (2022) di Sanjay Leela Bhansali. Il film è stato presentato in anteprima al 72esimo Festival di Berlino ed è incentrato sulla vita di Gangubai Kothewali, una donna molto potente vissuta negli anni ’60, nota anche come “La maîtresse di Kamathipura’ per i suoi legami con la malavita.


Domenica 9 febbraio sempre alle 18 sarà la volta di Soorai Pottru (2020) con la star Suriya e Paresh Rawal, diretto da Sudha Kongara, regista e sceneggiatrice che gira prevalentemente in lingua Tamil. Il film, basato su una storia vera, racconta la vita di Nedumaaran Rajangam, conosciuto come Maara e pioniere dell’industria aerea indiana. Un ragazzo di umili origini che sogna di fondare la prima compagnia aerea low cost in India, così da rendere accessibile la possibilità di viaggiare anche alle persone meno abbienti. Lunedì 10 febbraio alle 18.30 sarà la volta di Vikram (2022), un thriller d’azione in lingua tamil diretto da Lokesh Kanagaraj, è interpretato da Kamal Haasan nel ruolo del protagonista. È il secondo capitolo del Lokesh Cinematic Universe ed è il seguito dell’omonima pellicola del 1986. Il film segue Vikram, l’ex comandante di una squadra pilota di black-ops, e i suoi sforzi per catturare Sandhanam.


Martedì 11 febbraio alle 18.30 chiude il festival Kantara (2022) diretto e interpretato da Rishab Shetty. Il film è ambientato in un piccolo villaggio rurale immerso nella foresta e minacciato dagli interessi del governo. Shiva deve confrontarsi con i suoi dubbi e adempiere al suo destino per proteggere la sua gente e le tradizioni locali. Il film, in lingua Kannada, predominante nella parte sudoccidentale del paese, è un racconto mistico che apre lo spettatore a una prospettiva unica sulla complessità delle sfaccettature sociali dell’India. Tutti i film in rassegna saranno introdotti al pubblico presente in sala da un referente dell’organizzazione del festival. La prima edizione dell’Indian Film Festival, promosso dall’Ambasciata Indiana a Roma ha come partner Government of India Ministry of Information and Broadcasting, NFDC- National Film Development Corporation of India e in Italia ANICA – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche e Audiovisive. Tutte le proiezioni saranno in lingua originale sottotitolate in italiano e inglese. L’accesso è gratuito fino ad esaurimento posti.

Teatro, al Vascello Danco debutta con “Bocconi Amari-Semifreddo”

Teatro, al Vascello Danco debutta con “Bocconi Amari-Semifreddo”Roma, 5 feb. (askanews) – Debutta in prima nazionale il 7 febbraio al Teatro Vascello di Roma “Bocconi Amari – Semifreddo”, lo spettacolo diretto e interpretato da Eleonora Danco, in scena fino al 16 febbraio. Sul palcoscenico insieme all’attrice-regista ci sono Orietta Notari, Federico Majorana, Beatrice Bartoni e Lorenzo Ciambrelli. I costumi dello spettacolo sono realizzati da Massimo Cantini Parrini, due volte candidato agli Oscar e già vincitore di numerosi David di Donatello e Nastri d’argento.


Nel primo atto dello spettacolo una riunione di famiglia con padre, madre e figli adulti si trasforma in un conflitto con battute serrate e ritmi travolgenti. Nel secondo atto, 20 anni dopo, la famiglia si ritrova nella stessa casa per festeggiare il compleanno del padre. Luca, 60 anni e Pietro, 58 anni, invecchiati e travolti dalla crisi economica, patiscono l’egoismo del padre, un Re Lear del terzo piano che si schiera ora con un figlio, ora con l’altro. La scena diventa un’arena dove le ombre e i ricordi si agitano come lembi. I flash, come in un film, rendono i personaggi giovani e vecchi, a tratti tornano bambini e adolescenti. I protagonisti cadono in uno stato di trance allucinatoria e non si accorgono di esprimere le immagini più profonde del loro subconscio. Eleonora Danco, regista, drammaturga, performer, attrice, dirige lo spettacolo con una regia fisica, come una danza, con un movimento continuo, visionario.

Costanza Laliscia in Arabia Saudita per la Al Fursan Endurance AlUla

Costanza Laliscia in Arabia Saudita per la Al Fursan Endurance AlUlaRoma, 5 feb. (askanews) – Inizia con una doppia prova di resistenza sul deserto saudita di AlUla la stagione internazionale di Costanza Laliscia, la giovane pluricampionessa di endurance equestre che l’8 e il 9 febbraio affronterà le due categorie di gara più impegnative della prestigiosa competizione internazionale Al Fursan Endurance AlUla.


Per Costanza è la quarta partecipazione consecutiva alla Al Fursan Endurance AlUla, che l’ha sempre vista nella top ten della classifica e, con l’emozionante quinto posto del 2024, sempre più vicina al podio. Quest’anno la performance inizierà ai primi chiarori del sabato nella CEI2*, con ben 200 binomi, il numero massimo ammesso dalla FEI, ai nastri di partenza: l’amazzone umbra gareggerà su un tracciato di 120 km in sella a Besalis Agylla, purosangue arabo di 8 anni, il primo nato nell’allevamento della scuderia di famiglia Italia Endurance Stables & Academy, che ha già dato prova delle sue capacità atletiche e ha già vinto una gara internazionale. Ma il programma dell’atleta perugina si spinge anche oltre: a distanza di poche ore, all’alba della domenica, Costanza tornerà in gara per misurarsi con 100 binomi che si presenteranno al via della categoria regina FEI, la CEI3*. Ad affrontare insieme a lei la sfida sui 160 km sarà Emirat du Barthas, il purosangue arabo del 2014 con cui ha già condiviso tanti successi. Sarà questa la competizione che richiederà maggiore impegno per Costanza Laliscia, perché oltre all’obiettivo di tagliare il traguardo con successo, consentirà ai partecipanti di studiare il percorso lungo il quale si svolgerà il FEI Endurance World Championship 2026.


Anche quest’anno la Al Fursan Endurance AlUla centra due veri record mondiali: si conferma come la gara più ricca del calendario internazionale di endurance, con lo straordinario montepremi di 20 milioni di SAR (circa 5 milioni di dollari), e registra l’eccezionale partecipazione di cavalieri e amazzoni da ben 66 nazioni di tutti i continenti. Con questa prestigiosa competizione internazionale, che vanta un’organizzazione tecnica tutta italiana, l’endurance torna protagonista ad AIUla, un territorio di monumentale bellezza e dalle grandi potenzialità dell’Arabia Saudita, dove nei giorni scorsi, durante la visita della presidente del consiglio, Giorgia Meloni, sono stati firmati importanti accordi di collaborazione, tra cui quelli per la valorizzazione del patrimonio culturale con la Royal Commission for AlUla (RCU).

Tv, su Sky Arte “Uomini e Dei. Le meraviglie del Museo Egizio”

Tv, su Sky Arte “Uomini e Dei. Le meraviglie del Museo Egizio”Roma, 5 feb. (askanews) – “Uomini e Dei. Le meraviglie del Museo Egizio” è il documentario Sky Original sulla storia del più antico Museo al mondo dedicato all’antica civiltà, in esclusiva dall’8 febbraio su Sky Arte alle 21.15, in streaming solo su NOW e disponibile on demand.


Un affascinante viaggio alla scoperta del Museo Egizio di Torino, a 200 anni dalla sua fondazione, che si svelerà attraverso gli oltre 40.000 reperti, tra cui sfingi, statue monumentali, amuleti e sarcofagi, testimoni di una civiltà millenaria. Insieme all’inconfondibile voce del Premio Oscar Jeremy Irons si ripercorrerà il corso del Nilo, da Giza fino a Luxor, sulle tracce dei grandi esploratori e archeologi del passato: Donati, Drovetti, Schiapparelli. Andando a ritroso nel tempo, alla metà del 1500, quando i Savoia, per dare prestigio alla loro capitale riscrissero il mito delle origini egizie di Torino. Grazie alle testimonianze di esperti come Christian Greco, direttore del Museo, e Evelina Christillin, presidente, il documentario esplora i criteri di raccolta che hanno portato alla creazione delle pregiatissime collezioni e il lungo percorso che ha trasformato il Museo in un punto di riferimento internazionale. Arricchito dalla colonna sonora originale di Remo Anzovino, eseguita dall’Orchestra Sinfonica Accademia Naonis, Uomini e Dei, “Le meraviglie del Museo Egizio” svela la grandezza e il mistero di una civiltà straordinaria, offrendo una nuova prospettiva sul leggendario Museo Egizio di Torino.


Il documentario, prodotto da 3D Produzioni, Nexo Digital e Sky in collaborazione con il Museo Egizio, è diretto da Michele Mally, che firma il soggetto con Matteo Moneta, autore della sceneggiatura.

Perché ogni anno svengono 2 milioni di italiani

Perché ogni anno svengono 2 milioni di italianiMilano, 5 feb. (askanews) – Lo svenimento è un problema che riguarda un numero enorme di persone: il 50% della popolazione è svenuto almeno una volta nella vita, uomini e donne in eguale misura. Si stimano in Italia 2 milioni di sincopi l’anno e circa il 2% degli accessi al pronto soccorso, quasi 200.000, riguarda persone che arrivano nei dipartimenti di emergenza ospedalieri proprio per aver perso i sensi. Si tratta per lo più di anziani che, a causa della perdita temporanea di coscienza, spesso cadono con esiti che incidono pesantemente sulla qualità e l’aspettativa di vita. Ma gli svenimenti sono frequenti anche nei giovani, e non vanno sottovalutati, perché le “vittime” finiscono spesso in un vortice di esami medici inutili, con grande spreco di risorse. Un’attenta valutazione “di come si sviene” è essenziale per indirizzare la diagnosi, ma in Italia un ospedale su tre non ha un centro dedicato. A renderlo noto i massimi esperti di sincope che, in occasione del 12esimo Congresso Nazionale del Gruppo italiano multidisciplinare sincope, in corso all’Università Cattolica di Milano, hanno presentato i risultati del censimento italiano dei centri sincope.


“Lo svenimento, tecnicamente chiamato sincope, è un fenomeno molto comune nella popolazione sana: è una perdita di coscienza temporanea, in genere di qualche secondo o pochi minuti, dovuta a una riduzione dell’afflusso di sangue al cervello, da cui di solito ci si riprende in maniera completa e spontanea” spiega Andrea Ungar, presidente Gruppo Italiano Multidisciplinare Sincope e Ordinario di Geriatria all’Università di Firenze, aggiungendo che “nella maggior parte dei casi, non si tratta di nulla di preoccupante e lo svenimento è provocato da forti emozioni (svenimento ‘classico’ o sincope vaso-vagale) o dall’essere rimasti troppo a lungo in piedi, soprattutto d’estate o in un ambiente caldo. Inoltre, prima di perdere coscienza ci sono quasi sempre sintomi come capogiri, nausea, pallore, sudorazione intensa, annebbiamento della vista. In altre parole, ci si accorge sempre di stare per svenire – tranquillizza l’esperto – e solo in rari casi, invece, la perdita di conoscenza può essere dovuta a un’aritmia che rallenta o accelera troppo il battito del cuore e per questo le sincopi di origine cardiaca sono le più pericolose e non sono precedute da segnali”. “I pronto soccorso sono pieni di persone che arrivano proprio per aver perso i sensi: si tratta di circa il 2% dei pazienti accolti in dipartimenti di emergenza, pari a più di 187mila l’anno – prosegue Ungar -. Nella maggior parte dei casi sono anziani che si sono fatti male cadendo, ma lo svenimento si verifica di frequente anche nei giovani, che rappresentano il 30% degli accessi al pronto soccorso per sincope, presi dal timore che lo svenimento possa nascondere un problema cardiaco o neurologico. Fare una diagnosi precisa è, dunque, essenziale per prevenire le cadute che, soprattutto negli anziani, si traducono in traumi, fratture o ferite, con aumento della mortalità e dei ricoveri, ma anche per evitare che i pazienti finiscano in un vortice di esami medici inutili, che richiedono valutazioni su valutazioni e compromettono la qualità della vita, con grande spreco di risorse”.


“Per indirizzare la diagnosi e capire da cosa sia provocato lo svenimento sono necessarie unità dedicate, le cosiddette Syncope Unit, che valutano il paziente con esami, per lo più semplici, ma specifici e mirati. Ad esempio, se si sospetta un problema cardiaco si eseguono gli accertamenti cardiologici necessari per confermare tale sospetto. Se si propende per uno svenimento “classico”, invece, si farà il “tilt test” nel quale il paziente viene posto su un lettino speciale inclinato, in grado di attivare il riflesso vaso-vagale, passando dalla posizione sdraiata a quella eretta”, dichiara Michele Brignole, coordinatore del censimento GIMSI, tra i massimi esperti internazionali di sincope e senior scientist presso l’Ospedale San Luca – Istituto Auxologico di Milano. Ad oggi, in Italia, 1 ospedale su 3 non ha un centro sincope, il 37% ha un ambulatorio dedicato, ma che non risponde ai requisiti raccomandati dalle linee guida europee, e solamente il 30% ha strutture idonee certificate con, ad esempio, ambulatorio con personale specializzato, possibilità di eseguire tilt test, elettrocardiogramma e holter. A rilevarlo è il censimento italiano dei centri sincope condotto dalla GIMSI, tra luglio e dicembre 2024, su un campione di 158 ospedali, che ha fotografato la situazione attuale nel nostro Paese. “Nonostante l’Italia resti leader tra i Paesi europei nella gestione e trattamento della sincope, la situazione negli ultimi anni è peggiorata, con una riduzione del numero di Syncope Unit certificate, dalle 72 censite nel 2019 alle 48 attuali, e la mancanza di centri sincope in molte province – evidenzia Brignole -. Il motivo è da ricercarsi nella diminuzione del personale e delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale degli ultimi anni, che ha costretto a ridurre il numero delle Syncope Unit”, sottolinea.


“Non è necessario prevedere una struttura dedicata per ogni ospedale, bensì sarebbe sufficiente almeno un centro sincope per almeno ognuna delle 110 province italiane o almeno una in ogni delle 225 ASL (una ogni 266.000 abitanti) – afferma Brignole -. Tale distribuzione omogenea potrebbe contribuire a ridurre i costi sanitari, migliorare la gestione dei pazienti, limitando le conseguenze a lungo termine e offrire così un importante beneficio sia per il sistema sanitario che per la qualità di vita delle persone colpite. È infatti stato dimostrato da numerosi studi che la presenza di unità di gestione della sincope negli ospedali riduca il rischio di diagnosi errate, di ricoveri non necessari e delle spese totali”, conclude l’esperto. I consigli degli esperti Gimsi per evitare di svenire: Se si avvertono i primi sintomi della sincope, è consigliabile sdraiarsi immediatamente a pancia in su; sollevare le gambe a 45 gradi per facilitare l’afflusso di sangue al cervello e al cuore; stringere i pugni e contrarre le braccia fino alla scomparsa dei sintomi; se tutto diventa scuro e si perde la vista, in quel momento si hanno solo pochi secondi per prevenire la sincope; idratarsi correttamente bevendo circa 2 litri di liquidi al giorno e non limitare troppo l’assunzione di sale, salvo per ragioni mediche.

Presentato il ddl per l’immunità parlamentare, ci sono anche Fi-Lega

Presentato il ddl per l’immunità parlamentare, ci sono anche Fi-LegaMilano, 5 feb. (askanews) – Ripristinare il principio per cui “nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale” senza l’autorizzazione della Camera di appartenenza. È l’obiettivo del ddl di modifica costituzionale presentato oggi alla Camera dalla Fondazione Einaudi, con la presenza significativa di numerosi autorevoli esponenti di Forza Italia e Lega: i capigruppo in Senato, Maurizio Gasparri e Massimiliano Romeo su tutti.


“Questa è una iniziativa di taglio squisitamente culturale ed è una battaglia antica della Fondazione Einaudi”, spiega il presidente della Fondazione Giuseppe Benedetto che si rivolge a tutti i parlamentari, deputati e senatori” per apporre la propria firma alla riforma dell’articolo 68 della Costituzione: “Oggi noi lasciamo ai parlamentari presenti il nostro ddl già pronto per la firma. Valuteremo da qui a qualche giorno se c’è un numero di firme significativo, anche trasversale, e ci riserviamo di procedere con un’altra linea: non escludiamo la proposta di legge di iniziativa popolare”. Una prima “manifestazione di interesse” arriva dalla Lega, che col capogruppo in Senato Massimiliamo Romeo dice: “Il fatto che si apra un dibattito è un passo in avanti, faremo le nostre valutazioni sulla proposta. È importante per noi che, in un’ottica di reciproco rispetto istituzionale e quindi cercando di evitare scontri tra politica e magistratura, sia garantita l’indipendenza della politica come è garantita l’indipendenza della magistratura”.

Strumenti, suono e mutamento: l’arte di improvvisare di Tarek Atoui

Strumenti, suono e mutamento: l’arte di improvvisare di Tarek AtouiMilano, 5 feb. (askanews) – Uno spazio che ritrova la luce, elementi naturali e strani strumenti che generano un paesaggio sonoro in continuo mutamento, un paesaggio discontinuo fatto di piccole isole che coesistono e si integrano, ma mantengono anche la loro singolarità. Pirelli HangarBicocca a Milano ospita la mostra “Improvisation in 10 Days” dell’artista franco-libanese Tarek Atoui. “Io lavoro con il suono – ha detto ad askanews – sono un artista che si muove tra la musica e il suono, che è stato il medium che ho utilizzato fin dall’inizio e su cui continuo a concentrarmi. In particolare lavoro su degli strumenti, cerco di crearne di originali, strani e innovativi. Lavoro anche su sculture e oggetti sonori che in fondo sono un invito ad utilizzarli, a creare musica con essi, a collaborare con altri musicisti, ma anche con altre persone che vengono da mondi diversi”.


Il lavoro di Atoui, artista e compositore elettroacustico, vuole innescare nel pubblico reazioni fisiche e intellettuali, oltre che sollecitare le percezioni che poi possono generare esperienze e conoscenza. Con l’idea, attraverso la collaborazione, di ampliare il concetto di ascolto per portare avanti una ricerca che unisce diversi contesti geografici, storici e sociali. “La mostra in HangarBicocca – ha aggiunto Atoui – presenta una grande raccolta di lavori, che vengono da tre importanti progetti che qui sono stati riorganizzati in modo nuovo, ed è la prima volta che sono allestiti così”. Curata da Lucia Aspesi, la mostra vuole essere un omaggio all’improvvisazione che utilizza lo spazio dello Shed, il primo ambiente di HangarBicocca, come una tela bianca che viene abbracciata dal suono più che dalle installazioni. Con un’idea di continua evoluzione e di continuo cambiamento che genera il senso profondo dell’esposizione: evidente e affascinante, ma continuamente inafferrabile e in mutazione. Perché, come ha detto lo stesso Atoui, i suoi lavori sono strumenti musicali, non opere d’arte nel senso classico, e l’idea di autorialità appartiene a tutti coloro che con quegli stessi strumenti si confrontano.

Governo,Ruotolo (Pd): palazzo Chigi chiarisca se ha fatto spiare giornalisti

Governo,Ruotolo (Pd): palazzo Chigi chiarisca se ha fatto spiare giornalistiRoma, 5 feb. (askanews) – “Chiediamo a palazzo Chigi di rispondere ad una serie di domande: chi ha spiato il Direttore di Fanpage? Il governo è cliente della Paragon Solutions? Il governo smentisce di aver spiato giornalisti e attivisti? E se non c’entra nulla, come intende tutelare i giornalisti italiani da questi attacchi?”. Lo afferma il responsabile Informazione del Pd Sandro Ruotolo, europarlamentare.


“Potrebbe essere stato il governo italiano -domanda Ruotolo- a mettere sotto controllo i dispositivi di giornalisti e attivisti italiani? Se lo chiede Fanpage dopo aver scoperto che era controllato anche il suo direttore, Francesco Cancellato. Fanpage si è occupata della gioventù meloniana e ha realizzato un’inchiesta sulla lobby nera.Venerdì scorso WhatsApp aveva comunicato che oltre 100 giornalisti e membri della società civile erano stati spiati da questo software sviluppato dalla società Paragon Solutions. La successiva comunicazione del Presidente Esecutivo John Fleming ha confermato che la Paragon Solutions ha venduto il software esclusivamente a ‘poche democrazie alleate degli USA’. Anche al governo italiano?”

Venezia e poi New York, il gallerista Tommaso Calabro si racconta

Venezia e poi New York, il gallerista Tommaso Calabro si raccontaVenezia, 5 feb. (askanews) – La storia dell’apertura della sua galleria a Venezia è andata anche sul Wall Street Journal come simbolo di un ritorno di possessori di case nella città e di possibile rinascita del centro storico. Tommaso Calabro, gallerista d’arte tra i più noti della scena odierna, da Milano ha portato il suo lavoro anche a Venezia, con un progetto che è di sviluppo della sua attività, ma non solo.


“Ho puntato molto su Venezia nell’ultimo anno – ha detto ad askanews – e l’idea di comprare questo palazzo, che è Palazzo Donà Brusa, è indicativa rispetto alle mie intenzioni di continuare un’attività culturale in questa città incredibile e per molti versi unica al mondo. Ci sono tante realtà che si stanno venendo a creare a Venezia, sia a livello galleristico sia istituzionale, che porteranno secondo me sempre più appassionati all’arte a Venezia, per quanto sia già tuttora una delle città più frequentate dagli appassionati dell’arte, però in futuro penso che questo numero possa ancora aumentare a favore di un appunto turismo molto più culturale di quello che secondo me è in questo momento quello veneziano”. Trentacinquenne, legato al moderno e ad alcune figure di galleristi colti del passato, Calabro guarda all’Italia, ma anche alla scena internazionale: nei prossimi mesi infatti sbarcherà anche a New York con un progetto temporaneo. “L’idea che ho condiviso con il mio team e che abbiamo deciso di fare per quest’anno – ha aggiunto il gallerista – è di non fare attività fieristiche, smettere completamente con le fiere e andare invece a trovare delle attività che possono essere funzionali ai nostri progetti. In quest’ottica abbiamo deciso di aprire questo pop-up a New York a Chelsea che sarà dal 1 maggio al 30 maggio dove apriremo due mostre contemporanee. Una sarà dedicata a Aldo Sergio, che è un artista contemporaneo con cui lavoriamo, e l’altra invece a Harold Stevenson, che avevamo presentato in questo palazzo durante la Biennale di Venezia del 2020”.


Unire artisti di oggi a maestri del Novecento è una delle cose che Tommaso Calabro fa spesso, e spesso le sue scommesse su nomi che poi vengono rivalutati, come per esempio quello di Leonor Fini, si sono rivelate decisamente azzeccate. E quindi la domanda con cui lo abbiamo salutato è stata sull’effettiva possibilità di fare impresa con la cultura. “Bisogna stare molto attenti – ci ha risposto – perché i costi rischiano sempre di andare alle stelle. Detto questo, facendo un lavoro pianificato e con la giusta attenzione, è un lavoro che può dare grandi soddisfazioni da un certo punto di vista e dall’altro essere assolutamente sostenibile. Per cui sì, si può fare. Si può essere imprenditori culturali”. E farlo anche a Venezia è perfino più affascinante.

Auto, Nissan ritira la proposta di fusione con Honda

Auto, Nissan ritira la proposta di fusione con HondaRoma, 5 feb. (askanews) – Nissan Motor sospenderà i colloqui per la fusione con Honda Motor, poiché i due produttori automobilistici giapponesi non sono riusciti a raggiungere un consenso sui termini dell’accordo. Lo riferisce oggi il Nikkei.


Nissan ritirerà il memorandum d’intesa relativo alle negoziazioni sull’integrazione aziendale, firmato a dicembre. La decisione è stata presa poiché le aziende non sono riuscite a concordare la valutazione di ciascuna parte nell’ambito di una holding. Nissan ha inoltre respinto una proposta di Honda di trasformarla in una sua controllata. Honda e Nissan avevano pianificato di annunciare l’esito dei colloqui iniziali entro la metà di febbraio. Non è ancora deciso se ci sia la possibilità di riprendere i negoziati o se continuerà solamente la collaborazione sui veicoli elettrici.


Nel mese di dicembre, Honda e Nissan avevano annunciato l’avvio dei colloqui per l’integrazione aziendale, con l’obiettivo di costituire una holding comune entro agosto 2026, che avrebbe creato il terzo gruppo automobilistico più grande al mondo. Honda aveva fissato la fine di gennaio come termine ultimo affinché Nissan presentasse un piano per azioni di rilancio volte a migliorare le proprie performance aziendali, che l’accordo definiva come “premessa” dell’integrazione aziendale. Nonostante l’annuncio di novembre di tagliare 9.000 posti di lavoro a livello globale, Nissan ha faticato a finalizzare il suo piano a causa della forte resistenza ai tagli del personale nelle fabbriche in varie località.