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Il Napoli batte la Juventus con un gol al 93esimo ed esplode la festa azzurra

Il Napoli batte la Juventus con un gol al 93esimo ed esplode la festa azzurraMilano, 24 apr. (askanews) – Un gol di Raspadori al 93esimo minuto avvicina decisamente il Napoli di Luciano Spalletti allo Scudetto. La squadra azzurra ha vinto 1-0 all’Allianz Stadium di Torino battendo una Juventus tenace, che pochi minuti prima della rete del ko era anche andata in gol con Di Maria, ma la segnatura è stata annullata su segnalazione del Var per un fallo a inizio azione.

Ora il Napoli, approfittando anche della sconfitta della Lazio, seconda in classifica, ha 17 punti di vantaggio e un’autostrada spianata verso il titolo. In città la serata ha visto festeggiamenti e caroselli. Anche se mancano pochi punti alla aritmetica certezza dello scudetto, la vittoria del Napoli a Torino contro la Juventus ha fatto esplodere la festa azzurra. A dare il là il gol di Raspadori in pieno recupero. Poi la festa è proseguita negli spogliatoi dello Juventus Stadium e Napoli è impazzita di gioia. Caroselli, auto, clacson, fuochi d’artificio in piazze e vicoli della città per celebrare il prossimo tricollore. Il pullman del Napoli è uscito dall’aeroporto di Capodichino di ritorno da Torino intorno alle 2.40 di notte trovando migliaia di tifosi azzurri in delirio. Una ventina di minuti per fare pochi metri, attraversando una vera e propria marea azzurra, e ad un certo punto da sopra al pullman sono sbucati Osimhen, Kvaratskhelia e Di Lorenzo. Il nigeriano, scatenato ed in diretta su Instagram, ha infiammato i tifosi. In precedenza lo stesso nigeriano aveva lanciato cori all’interno dell’aereo che riportava la squadra a Napoli da Torino.

Dal nigeriano anche una videostoria su Instagram: “Saremo presto campioni, nessuno lo merita più dei napoletani! Ormai è troppo tardi per fallire”.

Serie A, il Napoli batte la Juve con un gol al 93esimo

Serie A, il Napoli batte la Juve con un gol al 93esimoMilano, 24 apr. (askanews) – Un gol di Raspadori al 93esimo minuto avvicina decisamente il Napoli di Luciano Spalletti allo Scudetto. La squadra azzurra ha vinto 1-0 all’Allianz Stadium di Torino battendo una Juventus tenace, che pochi minuti prima della rete del ko era anche andata in gol con Di Maria, ma la segnatura è stata annullata su segnalazione del Var per un fallo a inizio azione.

Ora il Napoli, approfittando anche della sconfitta della Lazio, seconda in classifica, ha 17 punti di vantaggio e un’autostrada spianata verso il titolo. In città la serata ha visto festeggiamenti e caroselli.

Fini: Meloni dica che libertà e uguaglianza sono valori antifascisti

Fini: Meloni dica che libertà e uguaglianza sono valori antifascistiRoma, 23 apr. (askanews) – “Io credo che tutti debbono fare quello che è in loro potere per evitare che anche l’anno venturo e gli anni successivi il 25 aprile sia ancora occasione di polemiche. E se lo deve chiedere soprattutto la destra, perché la destra oggi governa in prima persona, forte anche di un suffragio elettorale indiscutibile e soprattutto perché buona parte della polemica deriva dal fatto che, secondo molti, la destra attuale non avrebbe fatto i conti a sufficienza con il fascismo. Allora io spero che Giorgia Meloni voglia cogliere questa occasione del 25 aprile per dire senza ambiguità e senza reticenze che la destra i conti col fascismo li ha fatti fino in fondo, e senza infingimenti, quando è nata Alleanza nazionale, che condannò il fascismo”. Lo ha detto l’ex leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini, intervistato da Lucia Annunziata a “Mezz’ora in più” su Raitre.

“Giorgia Meloni – ha sottolineato Fini – dica, perché so che ne è convinta, che libertà, giustizia sociale, uguaglianza sono valori democratici, sono i valori della Costituzione, sono valori antifascisti. Non capisco la ritrosia nel pronunciare questo aggettivo”.

25 aprile, Fini: Meloni chiuda i conti e dica che libertà e uguaglianza sono valori antifascisti

25 aprile, Fini: Meloni chiuda i conti e dica che libertà e uguaglianza sono valori antifascistiRoma, 23 apr. (askanews) – “Io credo che tutti debbano fare quello che è in loro potere per evitare che anche l’anno venturo e gli anni successivi il 25 aprile sia ancora occasione di polemiche. E se lo deve chiedere soprattutto la destra, perché la destra oggi governa in prima persona, forte anche di un suffragio elettorale indiscutibile e soprattutto perché buona parte della polemica deriva dal fatto che, secondo molti, la destra attuale non avrebbe fatto i conti a sufficienza con il fascismo. Allora io spero che Giorgia Meloni voglia cogliere questa occasione del 25 aprile per dire senza ambiguità e senza reticenze che la destra i conti col fascismo li ha fatti fino in fondo, e senza infingimenti, quando è nata Alleanza nazionale, che condannò il fascismo”. Lo ha detto l’ex leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini, intervistato da Lucia Annunziata a “Mezz’ora in più” su Raitre.

“Giorgia Meloni – ha sottolineato Fini – dica, perché so che ne è convinta, che libertà, giustizia sociale, uguaglianza sono valori democratici, sono i valori della Costituzione, sono valori antifascisti. Non capisco la ritrosia nel pronunciare questo aggettivo”.

Santanchè difende la campagna del ministero del Turismo e la Venere influencer: è un’icona globale

Santanchè difende la campagna del ministero del Turismo e la Venere influencer: è un’icona globaleMilano, 23 apr. (askanews) – “Riguardo ai meme che circolano in rete mi sono fatta una risata. Ho scelto consapevolmente la Venere di Botticelli, un’icona conosciuta in tutto il mondo e simbolo della nostra italianità. È evidente che non la potevamo proporre nella campagna così com’è dipinta, perché uno degli obiettivi di questa campagna internazionale è quello di avvicinare i giovani, abbiamo quindi utilizzato strumenti e linguaggi a loro vicini”. Lo ha detto il ministro del Turismo Daniela Santanchè, intervenuta su Rtl 102.5 difendendo la campagna pubblicitaria del ministero del turismo, “Italia – Open to meraviglia”. Nella campagna voluta e realizzata dal ministero del Turismo e Enit, la celebre Venere del Botticelli è diventata un’influencer in abiti moderni, ritratta tra i luoghi più belli d’Italia, ad esempio a Venezia che indugia con lo smartphone in outfit elegante; a Roma, in bici, con dietro il Colosseo. Una campagna che però non è piaciuta a molti, scatenando critiche di “macchiettismo” e i meme sui social (complice Sgarbi con la sua definizione di “roba da Ferragni”).

“Nove milioni è il costo della campagna che faremo in tutto il mondo – ha aggiunto il ministro – ossia gli acquisti degli spazi negli aeroporti, nelle stazioni, nelle città, dagli Stati Uniti d’America all’India, fino a toccare tutti i Paesi e i continenti”. Prima tappa negli Emirati Arabi in occasione di Atm Dubai dall’1 al 4 maggio dove in oltre 500 metri quadrati verrà esportata l’eccellenza dell’italianità. “Come sempre, quando c’è malafede – aggiunge il ministro – vengono veicolate delle informazioni errate, lo fanno solo per avere qualcosa da dire. Non è che la campagna sia costata nove milioni, solo un cretino potrebbe pensare una cosa del genere. Non capisco la critica, la pizza è famosa in tutto il mondo, fa parte della dieta mediterranea e della nostra cucina, che è apprezzata, imitata e copiata in tutto il mondo. Forse viene criticata dalle persone un po’ snob e radical chic che mangiano caviale e salmone, ma la maggioranza degli italiani e dei tanti turisti che arrivano da ogni parte del mondo la apprezzano. Poi, per chi è abituato a bere champagne e a mangiare caviale capisco che la pizza sia un po’ pop”.

“Noi abbiamo il terzo brand al mondo: l’Italia. Lo dico sempre a tutti gli assessori al turismo e ai presidenti delle regioni. Quando andiamo all’estero – ha concluso Santanchè – dobbiamo promuovere l’Italia, poi le sue specificità. Chi viene dall’estero non conosce le nostre città, conosce l’Italia. Non credo sia un giusto metodo di comunicazione promuoverla diversamente, è come se la Coca-Cola promuovesse la caffeina, che è solo un ingrediente della ricetta. C’è voglia di Italia nel mondo. Finalmente il turismo, che è il settore che ha sofferto di più durante la pandemia, sta tornando ai numeri del 2019, un anno storico. Sono certa che il 2023 sarà l’anno del sorpasso di quell’anno pre-pandemico. I dati di Pasqua sono confortanti, in alcune regioni e città i dati del 2019 sono già stati superati. Questa tendenza mi dà la certezza che quest’anno sarà l’anno del sorpasso, magari anche grazie alla Venere di questa campagna, così criticata. Faremo i conti alla fine dell’anno”.

Il presidente della Camera Lorenzo Fontana: il 25 aprile è patrimonio nazionale

Il presidente della Camera Lorenzo Fontana: il 25 aprile è patrimonio nazionaleMilano, 23 apr. (askanews) – “Il 25 aprile è patrimonio nazionale. Patrimonio di tutti”. Lo ha detto il presidente della Camera Lorenzo Fontana, intervistato dal Corriere della Sera. “Io credo molto nel fatto che il 25 aprile debba essere la festa di tutti – ha aggiunto -. E dunque, proprio per questo, ritengo che sia un errore non riconoscersi in questa ricorrenza: l’antifascismo è un valore. Allo stesso modo, tante volte mi è capitato di pensare che sia un errore festeggiare la Liberazione come se fosse la festa solo di una parte, perché il suo valore è proprio questo: alla Resistenza hanno partecipato non soltanto comunisti e socialisti, ma anche liberali, monarchici e da cattolico voglio ricordarlo tanti cattolici”.

“Io credo – ha detto ancora il presidente – sia un errore gravissimo il non sentirsi rappresentati da una battaglia di questo tipo. Perché fu la lotta di tutto un popolo e di tutte le sue rappresentazioni e ispirazioni politiche. Mi pare quasi banale dire che si può essere antifascisti senza essere comunisti o comunque di sinistra”. Il 25 aprile “è il nostro patrimonio. La Liberazione – ha concluso Fontana – è stata il fondamento di questo Paese come lo abbiamo oggi. E il fatto che ci siano queste divisioni indebolisce il Paese in sé. Nel suo complesso. Se una festa fondante come questa non riporta a una visione comune, ci rende più deboli all’estero e al nostro interno. Quando manca una memoria condivisa, è lo Stato ad essere più debole. Io spero che questo sia un fatto che finalmente possa essere superato”.

Bambina investita e uccisa nel Napoletano: la madre era senza patente, si stava esercitando alla guida

Bambina investita e uccisa nel Napoletano: la madre era senza patente, si stava esercitando alla guidaRoma, 23 apr. (askanews) – Non aveva la patente e si stava esercitando alla guida, la donna che ieri ha investito la figlia con l’auto a Casalnuovo (Napoli). La donna era al volante di un’Audi A3, in un parcheggio, per fare pratica di guida e invece della prima, ha inserito per errore la retromarcia, travolgendo la figlia che era rimasta dietro l’auto. Per la bambina, 7 anni, non c’è stato nulla da fare: troppo gravi le ferite riportate, inutili i soccorsi arrivati sul posto, la piccola è morta sul colpo. Oltre alla piccola, è stato investito anche un conoscente, il proprietario dell’auto, che era con loro, ma per l’uomo niente di grave. Sul posto, in via Emilio Buccafusca, sono intervenuti i carabinieri di Casalnuovo, che insieme ai militari di Castello di Cisterna stanno conducendo le indagini, 118 e vigili del fuoco. Il veicolo è stato sequestrato su disposizione dell’autorità giudiziaria di Nola.

Sudan, Meloni riunisce Tajani, Mantovano e Cavo Dragone

Sudan, Meloni riunisce Tajani, Mantovano e Cavo DragoneRoma, 22 apr. (askanews) – Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta seguendo l’evoluzione del conflitto in Sudan e ha tenuto una riunione con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, il generale Francesco Paolo Figliuolo, responsabile del Comando operativo di vertice interforze, i responsabili dell’Unità di crisi della Farnesina e dei Servizi di Sicurezza. E’ quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Durante la riunione, secondo le stesse fonti, è stata esaminata la situazione sul terreno, in contatto diretto con le unità presenti in Sudan, e predisposto un piano di emergenza per la tutela dei nostri connazionali.

Cade da un sentiero a 25 metri di altezza mentre visita le rovine di Petra, morto 30enne italiano

Cade da un sentiero a 25 metri di altezza mentre visita le rovine di Petra, morto 30enne italianoRoma, 22 apr. (askanews) – Un turista italiano è morto dopo essere caduto da un’altezza di 25 metri a Petra, in Giorgdania. Il connazionale – riferisce il sito Roya News – è deceduto dopo essere stato ricoverato venerdì al Queen Rania Al-Abdullah Hospital. Una fonte medica ha riferito che dopo il ritrovamento, il turista presentava diverse fratture e ferite in varie parti del corpo che ne hanno causato la morte. La Farnesina ha confermato il decesso del turista italiano, in seguito alle gravi ferite riportate dopo una caduta nel corso di una visita alle rovine di Petra. L’Ambasciata italiana in Giordania è in contatto con la famiglia del connazionale per fornire l’assistenza necessaria.

Il giovane turista si chiamava Andrea Sferrazza, torinese d’origine, viveva a Londra da due anni. “In attesa che le autorità locali facciamo chiarezza sulle dinamiche dell’incidente voglio esprimere le mie sentite condoglianze e tutta la mia vicinanza alla famiglia del turista italiano scomparso in Giordania”, ha scritto su Twitter il ministro del Turismo Daniela Santanchè.

Il segno attraverso il tempo: Accardi, Capogrossi, Reimondo

Il segno attraverso il tempo: Accardi, Capogrossi, ReimondoTorino, 22 apr. (askanews) – Tre artisti diversi, tre stili diversi, ma anche una comune volontà di muoversi tra forma e linguaggio, alla ricerca di nuove vie per un’arte che si costruisce intorno al segno. La galleria Mazzoleni nella sua storica sede di Torino ha inaugurato la mostra “Bianco Nero Colore Chiuso Aperto”, che ospita opere di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e David Reimondo. E nei loro lavori il segno assume senso e valore non solo per le comunità e il momento storico per le quali sono stati prodotti, ma – travalicando i limiti temporali – arriva fino a essere un valore universale sia sul piano materiale sia su quello simbolico. E se Capogrossi è morto nel 1972, e la Accardi nel 2014, David Reimondo vive invece una importante stagione “midcareer”.

“Mi ha affascinato molto – ha spiegato l’artista ad askanews – questa cosa che ci accomuna nella forma, cioè nel segno. Anche se il mio in certi casi può sembrare più fisico, però il segno ci accomuna. Mi è piaciuto partire proprio da questo lato formale ed estetico, perché dopo ognuno ha la propria poetica e la propria ricerca”. Per la Accardi le letture del suo lavoro hanno sottolineato le dinamiche tra positivo e negativo e la creazione di una sorta di scacchiera narrativa. Di Capogrossi è invece molto noto il segno, che pervade gran parte della sua opera e diventa la base per un vero e proprio nuovo linguaggio. Intorno a queste due figure storiche la mostra trova poi spazio per la continua volontà di battere nuove strade che caratterizza il percorso di Reimondo.

“Diciamo che con Accardi – ha aggiunto David – sicuramente ci lega di più il concetto di pieno e vuoto, negativo e positivo. E io in certi casi aggiungo anche la terza dimensione: i segni vengono in fuori o rimpiccioliscono… Quindi diciamo che con Accardi c’è questa relazione. Con Capogrossi c’è un legame anche più forte, sulla simbologia. E lui aveva creato proprio un alfabeto con dei simboli di linguaggio, che mi è certamente più legato”. Il risultato finale è, oltre che una mostra elegante e in grado di rappresentare l’evoluzione delle ricerche artistiche, anche una sorta di armonia tra il tempo e gli stili: uno spazio di riflessione su uno degli elementi chiave delle arti visive, ossia il segno e la sua gestione.