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Almasri, Pd: verità imbarazzanti per Governo? Meloni venga in Aula

Almasri, Pd: verità imbarazzanti per Governo? Meloni venga in AulaMilano, 23 gen. (askanews) – “Poiché in Senato il ministro Piantedosi non ha risposto sul caso Almasri, limitandosi a dire che si trattava solo di un cittadino straniero pericoloso e per questo andava rispedito a casa, diventa ora inevitabile che la premier Meloni venga in Parlamento”.Così in una nota i capigruppo del Pd alla Camera dei Deputati e al Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia. “È infatti necessario che sia lei a chiarire le irritualità di tutte le procedure, il mancato intervento del ministro della giustizia e soprattutto se dietro il mancato rispetto di una sentenza della Corte internazionale, si nascondano verità imbarazzanti per il governo. Se insomma la guerra dichiarata agli immigrati non si faccia anche garantendo agibilità e movimento a personaggi che come il libico Almasri si sono macchiati di condanne per crimini contro l’umanità”.

Al via Cdm, presente ministra Santanchè

Al via Cdm, presente ministra SantanchèRoma, 23 gen. (askanews) – È iniziata da qualche minuto la riunione del Consiglio dei ministri che ha all’ordine del giorno, tra le altre cose, un ddl di ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell’Uzbekistan sulla cooperazione di polizia, siglato a Roma l’8 giugno 2023, e un decreto legislativo – si legge nella convocazione – con disposizioni per disciplinare le particolari limitazioni all’esercizio dell’attività di carattere sindacale da parte del personale impiegato in attività operativa, addestrativa, formativa ed esercitativa, anche fuori del territorio nazionale, inquadrato in contingenti o a bordo di unità navali.


A presiedere la riunione, come di consueto, la premier Giorgia Meloni. Presente, secondo quanto si apprende, anche la ministra del turismo Daniela Santanchè.

Piantedosi: Almasri rimpatriato “per ragioni di sicurezza, vista la sua pericolosità”

Piantedosi: Almasri rimpatriato “per ragioni di sicurezza, vista la sua pericolosità”Roma, 23 gen. (askanews) – Almasri, il comandante della polizia libica è stato rilasciato il 21 gennaio per poi essere rimpatriato a Tripoli, “per ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time al Senato a una interrogazione sulla scarcerazione e il rientro in patria con un aereo di Stato del comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, conosciuto come ‘Almasri’.


“Lo scorso 19 gennaio, – ha detto il ministro dell’Interno – il cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish, da poco arrivato a Torino dopo essere stato nei giorni precedenti in altri Paesi europei, è stato sottoposto all’esecuzione del mandato d’arresto internazionale a fini di estradizione, emesso il giorno precedente dalla Corte Penale Internazionale. Ad avvenuta esecuzione del provvedimento, sono stati informati gli Uffici della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma e il competente Dipartimento del Ministero di Giustizia, oltre al difensore nominato d’ufficio e le Autorità Consolari. Il cittadino libico – ha aggiunto Piantedosi – è stato temporaneamente associato alla locale casa circondariale ‘Lorusso e Cotugno’ e, quindi, messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, ossia la Corte d’Appello di Roma e la citata Procura Generale presso la stessa Corte d’Appello. Il successivo 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa. L’uomo è stato dunque rilasciato nella serata dello stesso giorno per poi essere rimpatriato a Tripoli, per ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”. “Il Governo – ha proseguito il titolare del Viminale – ha dato la disponibilità a rendere un’informativa di maggiore dettaglio sul caso in questione. Sarà quella l’occasione utile per approfondire e riferire su tutti i passaggi della vicenda, ivi compresa la tempistica riguardante la richiesta, l’emissione e l’esecuzione del mandato di cattura internazionale, che è poi maturata al momento della presenza in Italia del cittadino libico”.


“A seguito della mancata convalida dell’arresto da parte della Corte d’appello di Roma, considerato che il cittadino libico era ‘a piede libero’ in Italia e presentava un profilo di pericolosità sociale, come emerge dal mandato di arresto emesso in data 18 gennaio dalla Corte Penale Internazionale, ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del Testo unico in materia di immigrazione”, ha detto il ministro dell’Interno, rispondendo al question time al Senato. Il provvedimento – ha ricordato il responsabile del Viminale – è stato notificato all’interessato al momento della scarcerazione e, nella serata del 21 gennaio, ha lasciato il territorio nazionale. “Evidenzio che l’espulsione che la legge attribuisce al Ministro dell’Interno è stata individuata quale misura in quel momento più appropriata, anche per la durata del divieto di reingresso, a salvaguardare la sicurezza dello Stato e la tutela dell’ordine pubblico che il Governo pone sempre al centro della sua azione. Per ogni ulteriore approfondimento, come ho già detto, il Governo riferirà quanto prima al Parlamento in modo più circostanziato”, ha concluso Piantedosi.

Delusione per Vermiglio: nessuna nomination agli Oscar. Per Emilia Perez 13 candidature

Delusione per Vermiglio: nessuna nomination agli Oscar. Per Emilia Perez 13 candidatureRoma, 23 gen. (askanews) – Delusione per Vermiglio nella corsa agli Oscar in programma al Dolpy Theatre di Los Angeles il 2 marzo. Il film di Maura Delpero non è purtroppo riuscito a entrare nella cinquina dei nominati resa pubblica oggi. I giurati della Academy hanno optato per “Emilia Pérez” di Jacques Audiard per la Francia (grande favorito), “Io sono ancora qui” di Walter Salles per il Brasile, “Il seme del fico sacro” dell’iraniano Mohammad Rasoulof (ma il film compete per la Germania), “Flow” di Gints Zilbalodis per la Lettonia e “The Girl With the Needle” di Magnus Van Horn per la Danimarca.


“Emilia Pérez”, che ha avuto ben 13 nomination, sarà anche tra i grandi favoriti nella categoria generale per il miglior film, insieme a “The Brutalist” di Brady Corbet: i due titoli si sono divisi i principali Golden Globe (rispettivamente miglior film nel gruppo delle commedie e musical e miglior film drammatico) e si dovrebbero contendere l’Oscar più atteso in assoluto. Gli altri nominati nella categoria miglior film sono “Conclave” di Edward Berger, “A Complete Unknown” di James Mangold, “Wicked” di Jon M. Chu, “Anora” di Sean Baker, “Dune – Parte 2” di Denis Villeneuve, “The Substance” di Coralie Fargeat, “Nickel Boys” di RaMell Ross e “Io sono ancora qui” di Walter Salles. Jacques Audiard e Brady Corbet se la vedranno per l’Oscar al miglior regista (insieme a loro ci sono Coralie Fargeat, Sean Baker e James Mangold), ma “Emilia Pérez” e “The Brutalist” sono in prima fila anche per diverse categorie tecniche come la miglior canzone originale, per il film di Jacques Audiard, o la miglior fotografia e il miglior montaggio, per il film di Brady Corbet.


Miglior attrice protagonista: Demi Moore per “The Substance” sembra la favorita, ma le grandi prove di Fernanda Torres (“Io sono ancora qui”) e Karla Sofía Gascón (“Emilia Pérez”) meritano un riconoscimento. Le altre nominate sono Cynthia Erivo (“Wicked”) e Mikey Madison (“Anora”). Tra gli attori protagonisti Adrien Brody (“The Brutalist”), Ralph Fiennes (“Conclave”) e Timothée Chalamet (“A Complete Unknown”), mentre scarsissime possibilità hanno Colman Domingo (“Sing Sing”) e Sebastian Stan (“The Apprentice”). Come miglior attrice non protagonista, in prima fila c’è la grandiosa Zoe Saldaña di “Emilia Pérez”, ma avrà filo da torcere da Ariana Grande (“Wicked”) e Isabella Rossellini (“Conclave”). Chiudono la cinquina Felicity Jones (“The Brutalist”) e Monica Barbaro (“A Complete Unknown”). Per il miglior attore non protagonista, corsa a due tra Kieran Culkin (“A Real Pain”) e Edward Norton (“A Complete Unknown”), mentre più distanti gli altri nominati Guy Pearce (“The Brutalist”), Yura Borisov (“Anora”) e Jeremy Strong (“The Apprentice”).


Per la miglior colonna sonora non è entrato in nomination “Challengers” di Luca Guadagnino, che avrebbe invece meritato grazie alla potentissima partitura musicale di Trent Reznor e Atticus Ross: probabilmente il vincitore sarà “The Brutalist” anche in questa categoria.

Shoah, ancora insulti contro Segre. Il 28 la senatrice sarà al Quirinale per il Giorno della memoria

Shoah, ancora insulti contro Segre. Il 28 la senatrice sarà al Quirinale per il Giorno della memoriaRoma, 23 gen. (askanews) – Il 28 gennaio sarà al Quirinale per celebrare insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella il Giorno della memoria contro vecchi e nuovi antisemitismi ma Liliana Segre, 95 anni, senatrice a vita e testimone dell’orrore della Shoah, continua ad essere tutti i giorni vittima di insulti e attacchi social proprio per quello che rappresenta.


La senatrice non sarà oggi al Memoriale della Shoah a Milano per l’inaugurazione della mostra di Marcello Maloberti dopo che le campagne degli hater sui social hanno rinfocolato il clima d’odio contro di lei, anche in occasione dell’uscita del docufilm “Liliana”. Il figlio di Liliana Segre, Luciano Belli Paci, ha dato mandato al legale di famiglia di verificare chi sono gli autori dei post minacciosi apparsi sulle pagine social dei cinema che proiettano il film di Ruggero Gabbai. Intanto arrivano gli attestati di solidarietà, per primi quelli di Pd e Italia Viva. “Massima solidarietà a Liliana Segre, costretta a non partecipare a un evento al Memoriale della Shoah a causa dei continui attacchi d’odio. Il Pd è al suo fianco nel combattere l’intolleranza e per difendere i valori della democrazia”, scrive su X Silvia Roggiani, deputata e segretaria regionale del Partito Democratico della Lombardia. “Provo sdegno e vergogna per l’antisemitismo dilagante e la violenza con cui si tratta una donna che ha vissuto la terribile esperienza della deportazione e dei campi dì concentramento e che ha fatto della Memoria una ragione di vita. Tutta la politica faccia di più contro questo insopportabile clima di odio”, sottolinea Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd.


Anche la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva e componente della commissione anti discriminazioni, esprime “massima vicinanza e solidarietà a Liliana Segre, vittima di un assurdo e indegno odio social”. “Hater e leoni da tastiera non possono avere cittadinanza in un dibattito democratico. Resto al fianco di Liliana Segre nel suo impegno contro l’antisemitismo e l’odio razziale, sia nel paese e che nella commissione che presiede, e di cui faccio parte. Liliana Segre è un esempio per tutti noi”, conclude Paita.

Piantedosi: Almasri rimpatriato perchè pericoloso

Piantedosi: Almasri rimpatriato perchè pericolosoRoma, 23 gen. (askanews) – Almasri, il comandante della polizia libica è stato rilasciato il 21 gennaio per poi essere rimpatriato a Tripoli, “per ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time al Senato a una interrogazione sulla scarcerazione e il rientro in patria con un aereo di Stato del comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, conosciuto come ‘Almasri’.


“Lo scorso 19 gennaio, – ha detto il ministro dell’Interno – il cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish, da poco arrivato a Torino dopo essere stato nei giorni precedenti in altri Paesi europei, è stato sottoposto all’esecuzione del mandato d’arresto internazionale a fini di estradizione, emesso il giorno precedente dalla Corte Penale Internazionale. Ad avvenuta esecuzione del provvedimento, sono stati informati gli Uffici della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma e il competente Dipartimento del Ministero di Giustizia, oltre al difensore nominato d’ufficio e le Autorità Consolari. Il cittadino libico – ha aggiunto Piantedosi – è stato temporaneamente associato alla locale casa circondariale ‘Lorusso e Cotugno’ e, quindi, messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, ossia la Corte d’Appello di Roma e la citata Procura Generale presso la stessa Corte d’Appello. Il successivo 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa. L’uomo è stato dunque rilasciato nella serata dello stesso giorno per poi essere rimpatriato a Tripoli, per ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”. “Il Governo – ha proseguito il titolare del Viminale – ha dato la disponibilità a rendere un’informativa di maggiore dettaglio sul caso in questione. Sarà quella l’occasione utile per approfondire e riferire su tutti i passaggi della vicenda, ivi compresa la tempistica riguardante la richiesta, l’emissione e l’esecuzione del mandato di cattura internazionale, che è poi maturata al momento della presenza in Italia del cittadino libico”.

Al via l’anno giudiziario, è scontro tra politica e magistratura

Al via l’anno giudiziario, è scontro tra politica e magistraturaMilano, 23 gen. (askanews) – Da un lato, il governo che preme sul pedale dell’acceleratore sulla separazione delle carriere e, come assicurato dal ministro Carlo Nordio, punta a portare a casa l’approvazione definitiva della riforma costituzionale in prima e seconda lettura da parte di Camera e Senato “entro l’estate”. Dall’altro lato, i magistrati che alzano le barricate contro una riforma che “non risponde ad alcuna esigenza di miglioramento del servizio giustizia, ma determina l’isolamento del pubblico ministero” con “il concreto rischio del suo assoggettamento al potere esecutivo”. L’anno giudiziario 2025 si apre in uno dei momenti più duri dello scontro tra politica e magistratura.


Dopo il via libera, in prima lettura, dell’aula di Montecitorio alla riforma che introduce la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante, le toghe sono sul piede di guerra. Il comitato direttivo centrale dell’Anm, dopo l’assemblea straordinaria del 15 dicembre scorso, ha proclamato una serie di iniziative di protesta che avranno il loro culmine proprio durante le celebrazioni per l’inaugurazione dell’anno giudiaziario. La cerimonia più importante è quella prevista domani, venerdì 24 gennaio, in Corte di Cassazione alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e delle più alte carico dello Stato e delle istituzioni. Ma il giorno più “caldo” sarà sabato, giorno delle cerimonie nelle 26 Corti d’Appello. Il clima si preannuncia “bollente” soprattutto a Napoli, dove sarà presente il ministro Nordio. Non appena il Guardasigilli prenderà la parola sul palco, i magistrati napoletani “con toga indosso e copia della Costituzione alla mano” abbandoneranno l’aula “in forma composta”. La stessa forma protesta sarà replicata in tutti i distretti italiani: toghe fuori dall’aula durante l’intervento del rappresentante del governo.


Non è tutto. I magistrati si presenteranno all’inaugurazione dell’anno giudiziario indossando la toga e una coccarda tricolore. Prima dell’inizio della cerimonia le toghe si riunitanno all’esterno “mostrando cartelli” con “frasi tratte da un testo significativo sul valore della Costituzione”. Sul palco saliranno anche i rappresentanti territoriali dell’Anm che prenderanno la parola “illustrando le ragioni della protesta e della presenza in toga”. Infine, lunedì 27, tutti i magistrati italiani incroceranno le braccia per una giornata di sciopero contro la separazione delle carriere. Una forma di protesta che “non può far rimanere silenti”, attacca il Consiglio Nazionale Forense. Che se da un lato “prende atto della decisione dell’Associazione Nazionale Magistrati di voler abbandonare l’aula prima dell’intervento del Ministro della Giustizia e dei suoi rappresentanti in occasione delle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario”, dall’altro “intende richiamare al rispetto di quegli stessi valori costituzionali che formano condivisione – e non contrapposizione – con la magistratura, e specificamente il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, che è caposaldo anche dei principi di autonomia e indipendenza della magistratura”.

Almasri, Schlein: Meloni venga a rispondere in Parlamento

Almasri, Schlein: Meloni venga a rispondere in ParlamentoRoma, 23 gen. (askanews) – “Giorgia Meloni deve venire a rispondere in Aula”. Elly Schlein, parlando con i giornalisti alla Camera, torna a chiedere che la presidente del Consiglio riferisca in Parlamento sulla vicenda Almasri. “In questa pessima vicenda – ha aggiunto la segretaria del Pd – non è possibile che non ci fosse un coinvolgimento diretto di palazzo Chigi”.


Dunque, Meloni “smetta di nascondersi dietro i suoi ministri, si prenda la responsabilità di venire a chiarire quello che è accaduto e perché lei che aveva dichiarato guerra ai trafficanti di esseri umani ha lasciato che ne fosse rilasciato uno e fosse rimandato direttamente in Libia su aereo italiano”.

Carburanti, Commissione Senato: riallineare accise benzina-gasolio

Carburanti, Commissione Senato: riallineare accise benzina-gasolioRoma, 23 gen. (askanews) – Riallineare le accise tra benzina e gasolio nella misura di 1-2 centesimi ed utilizzare il ricavato per il trasporto pubblico locale. E’ quanto si legge nel parere dalla Commissione Finanze del Senato al dlgs accise.


Il parere della Commissione è favorevole con la condizione di “definire un tendenziale riavvicinamento, in un congruo arco di tempo e nella misura compresa tra l e 2 centesimi di euro, delle aliquote dell’accisa applicate al gasolio e alla benzina in modo da tener conto dell’impatto ambientale ed economico di ciascun prodotto, destinando le risorse al trasporto pubblico locale”. La condizione prosegue stabilendo che “alle anzidette misure dovrà essere data attuazione, valutato il contesto di riferimento, con apposito decreto interministeriale”.

Calcio, Deloitte: Real supera 1 mld ricavi, Milan 13esimo primo italiano

Calcio, Deloitte: Real supera 1 mld ricavi, Milan 13esimo primo italianoMilano, 23 gen. (askanews) – I primi 20 club di calcio per fatturato a livello mondiale hanno realizzato complessivamente la cifra record di 11,2 miliardi di euro nella stagione 2023/24, in crescita del 6% rispetto alla precedente stagione. Lo sottolinea la 28esima edizione della Football Money League, pubblicata da Deloitte Sports Business Group. Il Real Madrid è diventata la prima società a superare il miliardo di euro di entrate in una sola stagione, assicurandosi la vetta della classifica. Seguono Manchester City (838 mln), Paris Saint-Germain (806 mln), Manchester United (771 mln) e Bayern Monaco (765 mln).


Il Milan, prima squadra italiana per fatturato (397,6 mln), occupa la 13esima posizione, in linea con lo scorso anno. Anche l’Inter, che ha registrato 391 milioni di fatturato, rimane stabile al 14esimo posto della top 20, mentre la Juventus (355,7 mln) è scesa dall’11esimo al 16esimo posto, soprattutto a causa della mancata partecipazione alle coppe europee nel 2023/24. I ricavi commerciali dei top 20 club al mondo hanno raggiunto un nuovo record a 4,9 miliardi e rappresentano la quota maggiore di fatturato per il secondo anno di fila. L’aumento del 10% rispetto all’anno precedente è stato in gran parte determinato da un aumento degli eventi dal vivo di natura non calcistica, da un miglioramento delle vendite al dettaglio e da un aumento degli introiti da sponsorizzazione.


I ricavi da matchday sono cresciuti dell’11%, confermandosi ancora una volta il flusso di entrate a maggiore crescita per i club grazie a un aumento della capacità degli stadi, ai prezzi dei biglietti e alle offerte premium per le partite. I ricavi da matchday hanno superato i 2 miliardi per la prima volta in assoluto, assorbendo il 18% dei ricavi totali, ossia la quota più alta dal 2014/15 (19%). Non si registra invece un incremento degli introiti televisivi (4,3 mld) in quanto tutti i principali campionati hanno mantenuto gli stessi cicli di broadcast della stagione precedente. I cinque grandi campionati (Italia, Spagna, Inghilterra, Francia, Germania) vivono un periodo caratterizzato da ricavi radiotelevisivi relativamente stabili grazie a contratti nazionali di diritti TV a lungo termine, che dureranno almeno fino al 2027.