Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Dazi, crollano le borse asiatiche: Hong Kong chiude -13,22. Borse europee in profondo rosso, Milano giù

Dazi, crollano le borse asiatiche: Hong Kong chiude -13,22. Borse europee in profondo rosso, Milano giùRoma, 7 apr. (askanews) – Crollano le borse asiatiche per effetto dei dazi imposti dagli Usa, in particolare quelle cinesi alla ripresa degli scambi dopo la chiusura per festività. L’Hang Seng di Hong Kong che in chiusura segna il minimo mai registrato dalla crisi finanziaria del 1997 con -13,22%. Male anche Shanghai in ribasso del 6,84% e Tokyo che lascia sul terreno il 6,46%. Non si salva neanche Seoul, con il Kospi che perde il 5,06%. E con il tonfo delle piazze asiatiche – e dopo il crollo di Wall Street venerdì – per i mercati europei si è aperta un’altra giornata di passione. La guerra commerciale innescata dai dazi dell’amministrazione americana – Donald Trump ha detto che sono “una cura” per i mali dell’economia Usa – e il timore di una recessione globale soffiano venti di panico sui mercati finanziari. Nel Vecchio Continente a metà mattina il Dax di Francoforte cede il 6,41%, complice anche la produzione industriale tedesca che a febbraio è scesa dell’1,3% rispetto al mese precedente, oltre le attese. Il Ftse100 a Londra perde il 5,09% e il Cac40 il 5,74%. Le vendite colpiscono anche Amsterdam (-5,95%) e Madrid (-6%). A Milano il Ftse Mib cede il 5,96% a 32.585,66 mentre l’All Share il 5,84%.


A Piazza Affari le vendite non risparmiano nessuno dei titoli del listino principale. Tonfo degli industriali con Leonardo (-9,41% a 36,58 euro) che scivola in fondo al Ftse Mib tallonato da Iveco (-7,8%) e Interpump (-7,53%). I timori di una recessione zavorrano anche le banche con Mps che arretra del 7,33%, seguita da Popolare di Sondrio (-7,24%), Intesa Sanpaolo (-7,12%), Bpm (-6,99%) e Unicredit (-6,44%). Male anche il lusso con Brunello Cucinelli (-7,07%) e Moncler (-7,03%). Questa mattina anche lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi è balzato a 129 punti base, con un rendimento per i primi che si attesta al 3,74%.

Borse europee in profondo rosso: Milano -6% con Leonardo e le banche

Borse europee in profondo rosso: Milano -6% con Leonardo e le bancheMilano, 7 apr. (askanews) – Si è aperta un’altra giornata di passione sui mercati europei, dopo il crollo di Wall Street venerdì e il tonfo delle piazze asiatiche con l’Hang Seng di Hong Kong che in chiusura ha lasciato sul terreno il 13,22%. La guerra commerciale innescata dai dazi dell’amministrazione americana – Donald Trump ha detto che sono “una cura” per i mali dell’economia Usa – e il timore di una recessione globale soffiano venti di panico sui mercati finanziari. Nel Vecchio Continente a metà mattina il Dax di Francoforte cede il 6,41%, complice anche la produzione industriale tedesca che a febbraio è scesa dell’1,3% rispetto al mese precedente, oltre le attese. Il Ftse100 a Londra perde il 5,09% e il Cac40 il 5,74%. Le vendite colpiscono anche Amsterdam (-5,95%) e Madrid (-6%). A Milano il Ftse Mib cede il 5,96% a 32.585,66 mentre l’All Share il 5,84%.


A Piazza Affari le vendite non risparmiano nessuno dei titoli del listino principale. Tonfo degli industriali con Leonardo (-9,41% a 36,58 euro) che scivola in fondo al Ftse Mib tallonato da Iveco (-7,8%) e Interpump (-7,53%). I timori di una recessione zavorrano anche le banche con Mps che arretra del 7,33%, seguita da Popolare di Sondrio (-7,24%), Intesa Sanpaolo (-7,12%), Bpm (-6,99%) e Unicredit (-6,44%). Male anche il lusso con Brunello Cucinelli (-7,07%) e Moncler (-7,03%). Questa mattina anche lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi è balzato a 129 punti base, con un rendimento per i primi che si attesta al 3,74%.

Centrosinistra, Conte: alleanze su programmi senza ambiguità

Centrosinistra, Conte: alleanze su programmi senza ambiguitàRoma, 7 apr. (askanews) – “Tutte le precedenti manifestazioni del M5S erano solo con gente nostra, del Movimento. Questa volta no, si sono attivate rete e associazioni, e sono venuti tanti cittadini autonomi che non rispondono a nessuno, attirati da una piattaforma incentrata sul no al riarmo”. Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, è tornato con queste parole a commentare, intervistato dal Fatto quotidiano, la manifestazione contro il riarmo che si è svolta sabato scorso a Roma. “Per noi del Movimento – ha spiegato – questa manifestazione è una tap- pa fondamentale, perché abbiamo portato in piazza tanta società civile, aprendo ad altre forze sociali e politiche. E questo è stato possibile grazie alla Costituente dell’anno scorso, in cui ci siamo dati una collocazione politica stabile e chiara nel campo progressista, da indipendenti, con una piattaforma di valori ben precisi”.


Alla domanda sulle distanze che separano il M5S da alcuni potenziali alleati di centrosinistra in materia di politica estera, l’ex premier ha affermato che una coalizione si costruisce “con chi ci sta su un programma di governo con obiettivi chiari e precisi, senza nessuna ambiguità. Partendo dal no a questo piano Von der Leyen e continuando con un salario minimo legale e un piano per la sanità pubblica”. La prossima tappa dell’iniziativa politica del M5S è la mozione parlamentare contro il riarmo europeo. E a Matteo Salvini, che ha fatto notare che al congresso della Lega è intervenuto Elon Musk, mentre al corteo dei 5 stelle c’era la tik-toker Rita De Crescenzo, Conte ha replicato: “Lui è solo un paggetto dei poteri forti: ha sempre votato con Meloni i provvedimenti bellicisti e ha firmato con lei la condanna del Paese con il patto di stabilità europeo”. Conte non crede al no della Lega al piano di riarmo: “Lo aspettiamo – ha commentato – al varco della nostra mozione contro il riarmo alla Camera”. Se è per questo, dovrete aspettare anche il Pd… “Con il corteo – ha concluso il leader del M5S – abbiamo dimostrato la forza delle nostre idee. Non lavoriamo per mettere in difficoltà strumentalmente altri partiti”.

Dazi, Ciriani: risposta da Ue ma Meloni si attiverà come Italia

Dazi, Ciriani: risposta da Ue ma Meloni si attiverà come ItaliaRoma, 7 apr. (askanews) – “La prima cosa da dire è che i dazi sono una scelta sbagliata, che danneggia l’economia non solo italiana, ma anche quella statunitense e dell’intero siste- ma occidentale. Detto ciò, pur sapendo che i dazi colpiscono in modo particolare un grande Paese esportatore come l’Italia – benché gli Usa rappresentino solo il 10% delle nostre esportazioni – direi che lo slogan giusto è: ‘keep calm’ (in inglese ‘state calmi’, ndr) e continuiamo a ragionare di politica. Evitiamo reazioni istintive. Una guerra commerciale rischia di innescare effetti inflattivi o conseguenze peggiori dei dazi stessi”. Lo ha detto il ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani (FdI), intervistato dalla Stampa.


Alla domanda se sia possibile un negoziato diretto dell’Italia con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Ciriani ha risposto spiegando che “una risposta formale in termini di dazi può arrivare solo dalla Commissione Ue, e noi ci confronteremo lì. Ma nulla impedisce all’Italia di muoversi politicamente per evitare una guerra commerciale. Perché non dovremmo fare politica nell’interesse del nostro Paese? Non vedo perché la presidente Meloni non debba attivarsi anche su un piano bilaterale. Il piano Ue e quello politi co nazionale non si escludono: vogliamo evitare i dazi, e per questo la politica è lo strumento privilegiato”. In ogni caso, a giudizio dell’esponente governativo, “non basta parlare di dazi e di Trump, c’è la necessità di svegliare l’Ue dal suo sonno”. Quanto all’ipotesi di una risposta, caldeggiata da Francia e Germania, che colpisca le “Big Tech Usa”, per Ciriani è “prematuro definire la nostra posizione. L’obiettivo resta tutelare l’interesse nazionale, politico ed economico. Decideremo assieme alle categorie. L’approccio sarà quello di evitare reazioni impulsive. Prima proveremo tutte le strade politiche e diplomatiche. Solo se queste non funzioneranno, valuteremo altro. Al momento, al tavolo europeo, stiamo lavorando per difendere gli interessi italiani. Quelli vengono prima”, ha concluso il ministro.

La classifica di serie A, la Juve aggancia il Bologna

La classifica di serie A, la Juve aggancia il BolognaRoma, 7 apr. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Roma-Juventus 1-1


Genoa-Udinese 1-0, Monza-Como 1-3, Parma-Inter 2-2, Milan-Fiorentina 2-2, Lecce-Venezia 1-1, Empoli-Cagliari 0-0, Torino-Verona 1-1, Atalanta-Lazio 0-1, Roma-Juventus 1-1, lunedì 7 aprile ore 20.45 Bologna-Napoli. Classifica: Inter 68, Napoli 64, Atalanta 58, Bologna 56, Juventus, Lazio 55, Roma, Fiorentina 52, Milan 48, Udinese, Torino 40, Genoa 38, Como 33, Verona 31, Cagliari 30, Parma 27, Lecce 26, Empoli 24, Venezia 21, Monza 15.


32ª Giornata Venerdì 11 aprile ore 20.45 Udinese-Milan; sabato 12 aprile ore 15 Venezia-Monza, ore 18 Inter-Cagliari, ore 20.45 Juventus-Lecce, Domenica 13 aprile ore 12.30 Atalanta-Bologna, ore 15 Fiorentina-Parma, Hellas Verona-Genoa, ore 18 Como-Torino, ore 20,45 Lazio-Roma, lunedì 14 aprile ore 20.45 Napoli-Empoli.

La classifica di serie A, Lazio rilancia ambizioni Champions

La classifica di serie A, Lazio rilancia ambizioni ChampionsRoma, 6 apr. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Atalanta-Lazio 0-1


Genoa-Udinese 1-0, Monza-Como 1-3, Parma-Inter 2-2, Milan-Fiorentina 2-2, Lecce-Venezia 1-1, Empoli-Cagliari 0-0, Torino-Verona 1-1, Atalanta-Lazio 0-1, ore 20.45 Roma-Juventus, lunedì 7 aprile ore 20.45 Bologna-Napoli. Classifica: Inter 68, Napoli 64, Atalanta 58, Bologna 56, Juventus, Lazio 55, Roma, Fiorentina 52, Milan 48, Udinese, Torino 40, Genoa 38, Como 33, Verona 31, Cagliari 30, Parma 27, Lecce 26, Empoli 24, Venezia 21, Monza 15.


32ª Giornata Venerdì 11 aprile ore 20.45 Udinese-Milan; sabato 12 aprile ore 15 Venezia-Monza, ore 18 Inter-Cagliari, ore 20.45 Juventus-Lecce, Domenica 13 aprile ore 12.30 Atalanta-Bologna, ore 15 Fiorentina-Parma, Hellas Verona-Genoa, ore 18 Como-Torino, ore 20,45 Lazio-Roma, lunedì 14 aprile ore 20.45 Napoli-Empoli.

A Bologna “una piazza per l’Europa” (con video messaggio di Prodi)

A Bologna “una piazza per l’Europa” (con video messaggio di Prodi)Roma, 6 apr. (askanews) – Con l’Inno alla gioia, eseguito dagli allievi del conservatorio, è iniziata a Bologna la manifestazione “Una piazza per l’Europa” voluta dal sindaco Matteo Lepore e dalla sindaca di Firenze Sara Funaro. Una manifestazione ispirata a quella del 15 marzo a Piazza del popolo a Roma, promossa dal giornalista di Repubblica Michele Serra.


“Abbiamo bisogno dell’Europa – ha detto l’ex premier Romano Prodi in un videomessaggio – per questo sono con voi. Il mondo sta cambiando e anche quella che veniva definita la più grande democrazia del pianeta, non è più democrazia. Solo noi europei abbiamo il senso, difficile ma forte, della democrazia. Adesso però dobbiamo aver fretta perché il mondo cambia così velocemente e noi andiamo adagio. Noi abbiamo quasi il senso della stanchezza”. “Lo spirito di Ventotene – ha aggiunto – non è quello della stanchezza, ma quello di capire il futuro, andare avanti anche nei momenti difficilissimi. Pensate nel ’41 cos’era l’Italia e quali novità c’erano nella testa di chi ha scritto il manifesto. Ecco, oggi cerchiamo anche noi di capire il futuro e correre verso il futuro, perché c’è fretta e non c’è più tempo”.


“La nostra Europa – ha detto Funaro – non è quella dei muri o che lascia morire le persone in mare, che fa dell’identità un’arma per dividere e non per unire, l’Europa siamo noi, tutti insieme, se dobbiamo rispondere con forza, la forza deve nascere dai governi ed essere condivisa. La nostra Europa non è quella che abbandona i giovani, è quella della pace, dell’identità comune e del lavoro dignitoso, è in nome di questa Europa che a Firenze abbiamo deciso di dare lo Ius Scholae simbolico, che speriamo sia solo un primo passo, a chi ci ha contestando rispondo con orgoglio: sono felice di avere la mia faccia accanto a quella di tutti i ragazzi e le ragazze, il nostro Paese è più avanti”.

Salvini segretario Lega fino al 29: ora il Viminale per tornare primi

Salvini segretario Lega fino al 29: ora il Viminale per tornare primiFirenze, 6 apr. (askanews) – Tornare al Viminale, “parlandone con l’amica Giorgia ma senza litigare e senza smanie”. Tornare primo partito della coalizione, “ma non a scapito dei nostri alleati” bensì rivolgendosi a chi si astiene. Acclamato segretario dal congresso della Lega, Matteo Salvini lancia la sua sfida. Anche se in versione soft, stemperando in toni unitari le richieste fatte avanzare il giorno prima dalle assise leghiste. Nessun accenno alla questione Regionali, nè per i candidati nè per il terzo mandato, nessuna risposta o critica a Forza Italia, con cui si punzecchia da settimane. Anzi: “Questo governo ha l’obiettivo di arrivare al 2027 e se gli elettori saranno d’accordo e se non ci arresteranno prima, magari arrivare anche al 2032. Non ci faranno mai litigare nel centrodestra, anche se ci stanno provando da due anni e mezzo”.


Toni che avevano contraddistinto anche il video messaggio inviato da Giorgia Meloni: poca enfasi, nessun accenno al tema Viminale, ma l’assicurazione che le tre riforme bandiera del centrodestra verranno tutte approvate: il premierato, quella della giustizia, l’Autonomia, perchè “sono nel programma e noi rispettiamo gli impegni”. Frase ripetuta più volte, nei due anni e mezzo di governo, e che non suscita particolari entusiasmi nella platea. Salvini conferma: “Premierato e autonomia vanno avanti insieme”. Più che per Meloni, la sala si scalda per Marine Le Pen, che a sorpresa si collega da Parigi per paragonare le battaglie dei Patrioti a quelle di Martin Luther King. Salvini segue e rilancia, citando Nelson Mandela. Certo però la questione Viminale c’è: da tempo Salvini è convinto che solo da ministro dell’Interno potrà rilanciare le percentuali della Lega e sperare così nell’altro obiettivo, inscritto nel nome del partito: Lega primo partito della coalizione e Salvini premier. Con un solo altro tentativo a disposizione, quello delle prossime elezioni. Perchè questo mandato, ha fatto intendere, sarà l’ultimo: “Al prossimo congresso sarò qui da delegato, e qui in sala c’è chi sarà il prossimo segretario”. Anche se “non so chi”.


Alle assise previste nel 2029 dunque Salvini non correrà da segretario. E al momento non potrà farlo neanche Roberto Vannacci, che pure oggi ha ricevuto sul palco – direttamente dalle mani del segretario – la sua prima tessera della Lega. Passaggio che dovrebbe portare alla cooptazione come vice segretario, ma che non potrà preludere alla possibilità che sia Vannacci a raccogliere il testimone di Salvini: lo statuto – modificato ieri per portare a 4 i vice segretari azzerando anche il requisito di anzianità di militanza – prevede infatti che il segretario sia iscritto da almeno 7 anni. Per Vannacci, dunque, non se ne parla fino al 2032. “Da oggi andiamo avanti insieme”, ha comunque assicurato il generale, che anche in queste occasione ha avuto l’omaggio di molti militanti, secondo solo a Salvini nelle richieste di un selfie. Per il resto, nessun guizzo particolare. I contenuti sono quelli classici della Lega e dei Patrioti: difesa dei confini, lotta all’immigrazione clandestina e alla “invasione islamica”: “Finchè la confessione islamica non firma una intesa con lo Stato, credo sia nostro dovere non riconoscere alcuno spazio a chi non riconosce la supremazia del diritto”. E soprattutto l’attacco all’Unione Europea: “Ci vorrebbe la motosega di Milei”, dice dal palco in un tripudio di applausi, dopo aver insistito sulla coerenza e la continuità dell’anti-europeismo leghista, a partire da Umberto Bossi e passando per Roberto Maroni. “È a Bruxelles il problema delle imprese, il mega-dazio”. E allora piuttosto che immaginare contro-dazi (“Chi pensa a guerre comerciali è contro l’industria”), la Commissione Ue dovrebbe “azzerare green deal e regolamenti” e sospendere il patto di stabilità “per investire in scuola, sanità e lavoro, non per comprare i missili”. Argomentazioni coerenti con la cooptazione di Vannacci e che confermano – se ce ne fosse bisogno – che la strada scelta da Salvini è quella sovranista e di destra, con buona pace di chi ancora insiste sulla “questione settentrionale” come ha fatto ieri Luca Zaia. “Solo essendo sovranisti in Europa si può essere autonomisti in Italia”, è stata la sintesi del generale.

Salvini segretario della Lega fino al 29: ora il Viminale per tornare primi

Salvini segretario della Lega fino al 29: ora il Viminale per tornare primiFirenze, 6 apr. (askanews) – Tornare al Viminale, “parlandone con l’amica Giorgia ma senza litigare e senza smanie”. Tornare primo partito della coalizione, “ma non a scapito dei nostri alleati” bensì rivolgendosi a chi si astiene. Acclamato segretario dal congresso della Lega, Matteo Salvini lancia la sua sfida. Anche se in versione soft, stemperando in toni unitari le richieste fatte avanzare il giorno prima dalle assise leghiste. Nessun accenno alla questione Regionali, nè per i candidati nè per il terzo mandato, nessuna risposta o critica a Forza Italia, con cui si punzecchia da settimane. Anzi: “Questo governo ha l’obiettivo di arrivare al 2027 e se gli elettori saranno d’accordo e se non ci arresteranno prima, magari arrivare anche al 2032. Non ci faranno mai litigare nel centrodestra, anche se ci stanno provando da due anni e mezzo”.


Toni che avevano contraddistinto anche il video messaggio inviato da Giorgia Meloni: poca enfasi, nessun accenno al tema Viminale, ma l’assicurazione che le tre riforme bandiera del centrodestra verranno tutte approvate: il premierato, quella della giustizia, l’Autonomia, perchè “sono nel programma e noi rispettiamo gli impegni”. Frase ripetuta più volte, nei due anni e mezzo di governo, e che non suscita particolari entusiasmi nella platea. Salvini conferma: “Premierato e autonomia vanno avanti insieme”. Più che per Meloni, la sala si scalda per Marine Le Pen, che a sorpresa si collega da Parigi per paragonare le battaglie dei Patrioti a quelle di Martin Luther King. Salvini segue e rilancia, citando Nelson Mandela. Certo però la questione Viminale c’è: da tempo Salvini è convinto che solo da ministro dell’Interno potrà rilanciare le percentuali della Lega e sperare così nell’altro obiettivo, inscritto nel nome del partito: Lega primo partito della coalizione e Salvini premier. Con un solo altro tentativo a disposizione, quello delle prossime elezioni. Perchè questo mandato, ha fatto intendere, sarà l’ultimo: “Al prossimo congresso sarò qui da delegato, e qui in sala c’è chi sarà il prossimo segretario”. Anche se “non so chi”.


Alle assise previste nel 2029 dunque Salvini non correrà da segretario. E al momento non potrà farlo neanche Roberto Vannacci, che pure oggi ha ricevuto sul palco – direttamente dalle mani del segretario – la sua prima tessera della Lega. Passaggio che dovrebbe portare alla cooptazione come vice segretario, ma che non potrà preludere alla possibilità che sia Vannacci a raccogliere il testimone di Salvini: lo statuto – modificato ieri per portare a 4 i vice segretari azzerando anche il requisito di anzianità di militanza – prevede infatti che il segretario sia iscritto da almeno 7 anni. Per Vannacci, dunque, non se ne parla fino al 2032. “Da oggi andiamo avanti insieme”, ha comunque assicurato il generale, che anche in queste occasione ha avuto l’omaggio di molti militanti, secondo solo a Salvini nelle richieste di un selfie. Per il resto, nessun guizzo particolare. I contenuti sono quelli classici della Lega e dei Patrioti: difesa dei confini, lotta all’immigrazione clandestina e alla “invasione islamica”: “Finchè la confessione islamica non firma una intesa con lo Stato, credo sia nostro dovere non riconoscere alcuno spazio a chi non riconosce la supremazia del diritto”. E soprattutto l’attacco all’Unione Europea: “Ci vorrebbe la motosega di Milei”, dice dal palco in un tripudio di applausi, dopo aver insistito sulla coerenza e la continuità dell’anti-europeismo leghista, a partire da Umberto Bossi e passando per Roberto Maroni. “È a Bruxelles il problema delle imprese, il mega-dazio”. E allora piuttosto che immaginare contro-dazi (“Chi pensa a guerre comerciali è contro l’industria”), la Commissione Ue dovrebbe “azzerare green deal e regolamenti” e sospendere il patto di stabilità “per investire in scuola, sanità e lavoro, non per comprare i missili”. Argomentazioni coerenti con la cooptazione di Vannacci e che confermano – se ce ne fosse bisogno – che la strada scelta da Salvini è quella sovranista e di destra, con buona pace di chi ancora insiste sulla “questione settentrionale” come ha fatto ieri Luca Zaia. “Solo essendo sovranisti in Europa si può essere autonomisti in Italia”, è stata la sintesi del generale.

Maltempo, la Protezione Civile: venti forti in arrivo al Sud

Maltempo, la Protezione Civile: venti forti in arrivo al SudRoma, 6 apr. (askanews) – La discesa di un nucleo freddo attraverso l’area balcanica, associato a correnti settentrionali, ha determinato una significativa intensificazione della ventilazione sulle regioni nord-orientali e sul centro peninsulare in estensione, nel corso della giornata di oggi, sulle regioni meridionali.


Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un nuovo avviso di condizioni meteorologiche avverse che integra ed estende il precedente. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it). L’avviso prevede dal pomeriggio di oggi, domenica 6 aprile, venti forti dai quadranti settentrionali, con raffiche di burrasca, su Campania, Basilicata, Calabria e Puglia. Possibili mareggiate lungo le coste esposte.