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Lega, Vannacci: grazie Matteo, da oggi andiamo avanti insieme

Lega, Vannacci: grazie Matteo, da oggi andiamo avanti insiemeFirenze, 6 apr. (askanews) – “Ringrazio Matteo, da oggi andiamo avanti insieme”. L’eurodeputato Roberto Vannacci saluta così i lsegretario della Lega dal palco del congresso di Firenze, dove ha appena ricevuto dallo stesso Salvini la tessera della Lega. “Ringrazio gli entusiasti che ci danno coraggio, ringrazio i critici perchè la critica è il concime del progresso, e ringrazio anche i perplessi perchè tutto ciò che non ci uccide ci rende più forti”, aggiunge Vannacci.


Che elogia il partito in cui è entrato oggi ufficialmente: “La Lega è l’unico partito sovranista in grado di incidere. Lotta, cade, si sporca, tira in porta e ogni tanto fa gol, come ha fatto con l’approvazione deldecreto sicurezza. La Lega non si limita a stare sugli spalti, ma incide nelle istituzioni”.

Governo, Meloni alla Lega: avanti su premierato, giustizia, Autonomia

Governo, Meloni alla Lega: avanti su premierato, giustizia, AutonomiaFirenze, 6 apr. (askanews) – “Andremo avanti pancia a terra fino a fine legislatura per dare col premierato un sistema politico stabile, per liberare con la riforma della giustozia la magistratura dalle correnti politiczzate, per garantire con Autonomia differenziata gli stessi liveli di prestazione e a tutti i cittadini indipendentemente da dove vivono”. Lo ha detto Giorgia Meloni, in un video messaggio al congresso della Lega in corso a Firenze. “Continueremo a difendere i confini, non arretreremo di un millimetro sulla sicurezza”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.


“La nostra coesione e compattezza ci hanno permesso di avere una visione di sviluppo per il Paese, di mettere in cantiere le grandi riforme che servono da anni e che sono nel nostro programma che intendiamo rispettare punto per punto. Perchè è questo che ci differenzia dalla sinistra: condividiamo la stessa visiione e rispettiamo gli impegni con i cittadini”, ha rivendicato Meloni.

Formula1, Verstappen vince a Suzuka

Formula1, Verstappen vince a SuzukaRoma, 6 apr. (askanews) – Max Verstappen fa festa a Suzuka per il quarto anno consecutivo. L’olandese mette mette in fila le McLaren di questo momento e comandare dal primo all’ultimo dei 53 giri del GP del Giappone è tanta roba. Una gestione di gara da primo della classe, per Verstappen, su una macchina potenzialmente inferiore alle altre due. Norris viene domato sin dalla partenza e termina secondo non senza prima aver sentito il fiato sul collo del compagno di squadra Piastri nel finale di gara, ma difende comunque la leadership del campionato piloti con un solo punto di vantaggio. In mezzo qualche scintilla con il quattro volte iridato, entrambi protagonisti di un corpo a corpo in uscita dalla pit lane dopo il cambio gomme. Quarto posto per la Ferrari con Charles Leclerc, seppur tanto staccato dal podio. Bravo comunque il monegasco a difendersi dalle Mercedes. Russell precede uno scatenato Kimi Antonelli (6°), che alla sua prima volta sul circuito di Suzuka a 18 anni e 7 mesi si regala anche dieci giri in testa e il giro veloce, battendo il record di giovinezza di Verstappen. Non rende invece la strategia alternativa dell’altra Rossa di Lewis Hamilton: partito con mescola di gomme più dura, nella seconda parte di gara con le medie non si accende e non va oltre il settimo posto finale. Niente punti per il padrone di casa Tsunoda, 12° al suo esordio in Red Bull.

La classifica di serie A, Fiorentina aggancia la Lazio

La classifica di serie A, Fiorentina aggancia la LazioRoma, 6 apr. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Milan-Fiorentina 2-2


Genoa-Udinese 1-0, Monza-Como 1-3, Parma-Inter 2-2, Milan-Fiorentina 2-2, domenica 6 aprile ore 12.30 Lecce-Venezia, ore 15 Empoli-Cagliari, Torino-Verona, ore 18 Atalanta-Lazio, ore 20.45 Roma-Juventus, lunedì 7 aprile ore 20.45 Bologna-Napoli. Classifica: Inter 68, Napoli 64, Atalanta 58, Bologna 56, Juventus 55, Roma, Lazio, Fiorentina 52, Milan 48, Udinese 40, Torino, Genoa 38, Como 33, Verona 30, Cagliari 29, Parma 27, Lecce 25, Empoli 23, Venezia 20, Monza 15.


32ª Giornata Venerdì 11 aprile ore 20.45 Udinese-Milan; sabato 12 aprile ore 15 Venezia-Monza, ore 18 Inter-Cagliari, ore 20.45 Juventus-Lecce, Domenica 13 aprile ore 12.30 Atalanta-Bologna, ore 15 Fiorentina-Parma, Hellas Verona-Genoa, ore 18 Como-Torino, ore 20,45 Lazio-Roma, lunedì 14 aprile ore 20.45 Napoli-Empoli.

”Il partigiano che divenne imperatore”, in libreria la vera storia di Ilio Barontini

”Il partigiano che divenne imperatore”, in libreria la vera storia di Ilio BarontiniRoma, 5 apr. (askanews) – E’ in libreria per Laterza “Il partigiano che divenne imperatore” nuovo lavoro del giornalista e scrittore spezzino Marco Ferrari, già autore, fra l’altro, di “Mare verticale, dalle Cinque Terre a Bocca di Magra”; “L’incredibile storia di António Salazar, il dittatore che morì due volte”; “Ahi, Sudamerica! Oriundi, tango e fútbol”; “Alla rivoluzione sulla Due Cavalli, con ritorno a Lisbona 50 anni dopo”.


Il nuovo libro di Ferrari racconta una storia vera e dimenticata in cui si respira l’odore acre del Novecento ma che potrebbe uscire dalle pagine di Graham Greene. Siamo nel 1938, Ilio Barontini, comunista livornese, ha combattuto nella guerra di Spagna tanto da diventare l’eroe della battaglia di Guadalajara, dove le brigate internazionali sconfissero i fascisti. A Parigi viene scelto dai servizi segreti francesi e britannici per una missione rischiosissima: organizzare le forze partigiane abissine che devono resistere alla conquista fascista. Dopo molti colloqui con il segretario del Negus, le autorità francesi e i dirigenti del Partito Comunista, raggiunge le zone sotto il controllo della resistenza attraversando Egitto e Sudan con le credenziali di Hailé Selassié trascritte su fazzoletti di seta per sfuggire al controllo nemico. Nell’estate del ’39 venne raggiunto da Anton Ukmar, ex ferroviere sloveno di Gorizia conosciuto in Spagna, da Bruno Rolla, comunista spezzino, dal colonnello Paul Robert Monnier del Deuxième Bureau, il servizio di informazioni militari, e dal segretario del Negus Lorenzo Talzar. Mussolini aveva conquistato con l’uso dell’iprite i villaggi e le città più importanti, la ferrovia Addis Abeba-Gibuti e le principali vie di comunicazione, ma una parte considerevole del territorio era ancora in mano agli Arbegnuoc, i patrioti etiopi.


Barontini formò un esercito di oltre 250 mila uomini composto da piccole formazioni mobili e venne nominato dal Negus vice-imperatore di Abissinia. Dotato dello scettro imperiale, il comunista di Livorno tenne a bada i vari Ras, portò a termine missioni importanti e pubblicò un giornale bilingue, “La voce degli Abissini”, tanto da diventare una leggenda. La missione terminò nel giugno 1940, quando i tre amici intrapresero la via del ritorno tra malattie e assalti di predoni. Si ritrovarono miracolosamente vivi a Khartum dove scattarono l’unica fotografia che li ritrae tutti e tre insieme. Marco Ferrari, giornalista e scrittore spezzino, per AU del territorio era ancora in mano agli Arbegnuoc, i patrioti etiopi. Barontini formò un esercito di oltre 250 mila uomini composto da piccole formazioni mobili e venne nominato dal Negus vice-imperatore di Abissinia. Dotato dello scettro imperiale, il comunista di Livorno tenne a bada i vari Ras, portò a termine missioni importanti e pubblicò un giornale bilingue, “La voce degli Abissini”, tanto da diventare una leggenda. La missione terminò nel giugno 1940, quando i tre amici intrapresero la via del ritorno tra malattie e assalti di predoni. Si ritrovarono miracolosamente vivi a Khartum dove scattarono l’unica fotografia che li ritrae tutti e tre insieme.


ornalista e scrittore spezzino, per AU del territorio era ancora in mano agli Arbegnuoc, i patrioti etiopi. Barontini formò un esercito di oltre 250 mila uomini composto da piccole formazioni mobili e venne nominato dal Negus vice-imperatore di Abissinia. Dotato dello scettro imperiale, il comunista di Livorno tenne a bada i vari Ras, portò a termine missioni importanti e pubblicò un giornale bilingue, “La voce degli Abissini”, tanto da diventare una leggenda. La missione terminò nel giugno 1940, quando i tre amici intrapresero la via del ritorno tra malattie e assalti di predoni. Si ritrovarono miracolosamente vivi a Khartum dove scattarono l’unica fotografia che li ritrae tutti e tre insieme. Bocca di Magra; L’incredibile storia di António Salazar, il dittatore che morì due volte; Ahi, Sudamerica! Oriundi, tango e fútbol; Alla rivoluzione sulla Due Cavalli. con Ritorno a Lisbona 50 anni dopo. Un fantasma si aggira per l’Europa e per l’Africa. È il fantasma di un uomo che guida le Brigate internazionali in Spagna, e poi attraversa i deserti del Sudan. Un fantasma che diventa imperatore d’Etiopia per conto di Hailé Selassié e guida i partigiani abissini contro i fascisti italiani. Un fantasma che ha un nome, Ilio Barontini, e questa è la sua storia.


Questo libro racconta una storia vera e dimenticata. Una storia in cui si respira l’odore acre del Novecento ma che potrebbe uscire dalle pagine di Graham Greene. Siamo nel 1938, Ilio Barontini, comunista livornese, ha combattuto nella guerra di Spagna tanto da diventare l’eroe della battaglia di Guadalajara, dove le brigate internazionali sconfissero i fascisti. A Parigi viene scelto dai servizi segreti francesi e britannici per una missione rischiosissima: organizzare le forze partigiane abissine che devono resistere alla conquista fascista. Dopo molti colloqui con il segretario del Negus, le autorità francesi e i dirigenti del Partito Comunista, raggiunge le zone sotto il controllo della resistenza attraversando Egitto e Sudan con le credenziali di Hailé Selassié trascritte su fazzoletti di seta per sfuggire al controllo nemico. Nell’estate del ’39 venne raggiunto da Anton Ukmar, ex ferroviere sloveno di Gorizia conosciuto in Spagna, da Bruno Rolla, comunista spezzino, dal colonnello Paul Robert Monnier del Deuxième Bureau, il servizio di informazioni militari, e dal segretario del Negus Lorenzo Talzar. Mussolini aveva conquistato con l’uso dell’iprite i villaggi e le città più importanti, la ferrovia Addis Abeba-Gibuti e le principali vie di comunicazione, ma una parte considerevole del territorio era ancora in mano agli Arbegnuoc, i patrioti etiopi. Barontini formò un esercito di oltre 250 mila uomini composto da piccole formazioni mobili e venne nominato dal Negus vice-imperatore di Abissinia. Dotato dello scettro imperiale, il comunista di Livorno tenne a bada i vari Ras, portò a termine missioni importanti e pubblicò un giornale bilingue, “La voce degli Abissini”, tanto da diventare una leggenda. La missione terminò nel giugno 1940, quando i tre amici intrapresero la via del ritorno tra malattie e assalti di predoni. Si ritrovarono miracolosamente vivi a Khartum dove scattarono l’unica fotografia che li ritrae tutti e tre insieme

M5S, Conte vince la scommessa: tanti in piazza, non solo i suoi

M5S, Conte vince la scommessa: tanti in piazza, non solo i suoiRoma, 5 apr. (askanews) – “Oggi nasce una grande alternativa all’Italia del riarmo, dei tagli alla sanità, alla scuola, alle imprese. Li fermeremo. Tutti insieme. È solo l’inizio”. Sta in quel “tutti insieme” che Giuseppe Conte orgogliosamente proclama sui suoi canali social il senso della scommessa vinta dal Movimento 5 stelle, capace di chiamare in piazza a Roma decine di migliaia di persone e soprattutto di mettersi alla testa della protesta contro il riarmo europeo e per la fine del “genocidio” contro i palestinesi, secondo tema più citato dagli oratori sul palco dei Fori imperiali e più visibile nel corteo, per bandiere, striscioni e kefie dedicati alla tragedia in corso.


“Tutti insieme” perché stavolta in piazza non si è vista solo la capacità organizzativa del suo Movimento, ma una parte non marginale del “popolo” pacifista e della diaspora di quella sinistra che un tempo si autodefiniva “radicale”. Ma “tutti insieme” anche perché in piazza, con la presenza di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di AVS e con la delegazione del Partito democratico guidata da Francesco Boccia, si è manifestato un fronte di opposizione che per ora sembra non potere e non volere isolare i 5 stelle. “Calenda, cancella questa piazza”, cantavano i giovani M5S in testa al corteo, sbeffeggiando il leader di Azione che ha auspicato la “cancellazione” (politica) del Movimento. “Siamo centomila!” l’annuncio di Conte dal palco, certamente esagerato ma tutt’altro che sorprendente a fronte di un corteo di massa superiore alle aspettative degli stessi organizzatori, certamente nell’ordine delle decine di migliaia, con la coda del corteo partita da piazza Vittorio Emanuele II quando ai Fori imperiali si affacciavano già le avanguardie della manifestazione. Piazza molto composta, tutto sommato silente come è tradizione per i 5 stelle che hanno una base lontana dalla militanza partitica tradizionale: “Viva l’Italia antifascista”, “fuori la mafia dallo Stato” e “Palestina libera” tra gli slogan più popolari nel corteo. E quando dal palco Barbara Spinelli, giornalista, ex europarlamentare e figlia di quell’Altiero coautore del Manifesto di Ventotene, critica il Pd per i suoi voti in Europa sul tema della guerra e del riarmo, solo qualche fischio non troppo partecipato sottolinea la distanza che ancora intercorre fra le due formazioni politiche che dovrebbero costituire l’ossatura del futuro centrosinistra. E se Sandro Ruotolo del Pd sottolinea con i cronisti che punti in comune ce ne sono, “siamo insieme – dice – per una Europa di pace non il riarmo dei 27 Stati, sono le destre europea e americana che non la vogliono l’Europa”, il verde Angelo Bonelli che invece fa parte della lista degli oratori ufficiali fa appello direttamente a Conte: “Abbiamo il dovere, lo dico a Giuseppe, di costruire una alternativa a una destra che sta sfasciando lo Stato e vuole fermare le politiche sul clima. Una maggioranza che non dice una parola sulla vergogna del genocidio del popolo palestinese”. Il suo alleato in AVS Nicola Fratoianni è sulla stessa lunghezza d’onda: “Questa destra è una destra che dobbiamo cacciare. A noi, insieme, uniti, la responsabilità di costruire una alternativa”, dice alla folla dei Fori.


Non a caso Conte, consapevole di non potersi limitare a motivare i suoi, apre il suo discorso con un sentito “grazie a chi è in piazza con idee diverse. Vi rispettiamo”. E conclude con una promessa: “Oggi si rompe la farlocca luna di miele che Meloni ha costruito con una parte degli italiani. Di qui parte l’alternativa a un governo vigliacco. Da qui partirà una grande onda che si farà sentire in tutta Italia e in tutta Europa”.

Il congresso della Lega accoglie Musk e rivuole Salvini al Viminale

Il congresso della Lega accoglie Musk e rivuole Salvini al ViminaleFirenze, 5 apr. (askanews) – Giorgia Meloni aveva già detto di no, nei giorni immediatamente successivi all’assoluzione di Matteo Salvini. Ma ora la Lega insiste: il segretario deve tornare al Viminale, a guidare il ministero dell’Interno. E il congresso di Firenze accoglie con una standing ovation la proposta, lanciata per primo dal capogruppo alla Camera Riccardo Molinari. Il diretto interessato resta seduto, impassibile. “Riflessivo”, dicono i suoi. Ma tutti coloro che interverranno a seguire, rilanceranno la richiesta: l’altro capogruppo Massimiliano Romeo, i vice segretari Andrea Crippa, Claudio Durigon. Insomma, tutti i vertici del partito a sostegno di un’ipotesi che riaprirà tensioni nel governo e nella maggioranza.


Del resto che la questione non fosse stata definitivamente accantonata lo si era capito quando su X il referente in Italia di Elon Musk, Andrea Stroppa, aveva battuto per giorni sul tema, sponsorizzando anche con un sondaggio il ritorno di Salvini al ministero dell’Interno. Sponsor pesante, Musk, che è entrato in campo al congresso sottolineando l’identità di vedute con la Lega su molte questioni. Quindici minuti di video collegmento da Washington, per insistere sulla “follia dell’immigrazione di massa”, per mettere in guardia dal rischio di “massacri in Europa” ad opera di terroristi, per insistere sulla necessità di mettere fine alla guerra in Ucraina, e per superare la questione dazi arrivando addirittura a ipotizzare una zona di libero scambio Ue-Usa con “zero dazi”. Salvini gongola, incassa l’investitura di Musk e resta di lato sulla scena del congresso. Un breve saluto all’apertura delle assise, per sottolineare che è “il primo congresso nazionale” con delegati da tutta Italia, e tutto centrato sulle critiche all’Unione Europea, individuate come l’elemento di continuità con la vecchia Lega: da Umberto Bossi a Roberto Maroni, si vanno a ripescare gli attacchi di quasi 30 anni fa alla Ue. Per il resto, il segretario uscente e che sarà riconfermato domani, assicura l’unità della maggioranza: “La Lega e il governo sono una cosa sola, si mettano l’anima in pace Conte e Schlein. La Lega è garanzia che il governo avrà vita lunga, è il collante del governo”, dice Salvini, lasciando intendere che domani arriveranno i messaggi degli alleati di governo. Cioè probabilmente di Giorgia Meloni, ma non di Antonio Tajani.


Ma in realtà i messaggi dal congresso non sono rassicuranti per la maggioranza. La questione Viminale riaperta, e il confronto sulle Regionali che viene declinato così da Massimiliano Romeo: “A un certo punto con Meloni un discorso lo dovremo fare molto chiaramente: le regioni in cui governa la Lega devono restare alla Lega. Tutte. Lombardia compresa”. Altro tema caldo, l’Autonomia e oltre, il federalismo fiscale e addirittura le macroregioni: “Qualcuno dice che siamo fedeli alla maggioranza? La fedeltà è dei cani, noi siamo leali che è un’altra roba. E alla maggioranza ricordiamo con molta lealtà che ci siamo presi l’impegno dell’Autonomia e delle riforme”, dice Luca Zaia. E Calderoli gli fa da sponda: “A volte bisogna alzare la voce”. Molinari rilancia le macroregioni care a Gianfranco Miglio e alla Lega della prima ora, e ancora Calderoli raccoglie l’invito: “Che bello sarebbe… Anche con i propri organi…”. Ovvero il vecchio Parlamento del Nord.


Quanto di queste spine resteranno davvero conficcate nel fianco della premier, lo si capirà domenica, con l’intervento conclusivo di Matteo Salvini. Che intanto ha portato a casa le modifiche statutarie che auspica disinneschino il dualismo con Vannacci: se prenderà la tessera potrà essere nominato vice segretario, ma prima di 7 anni di militanza non potrà fare il segretario. E i ogni caso, Salvini resterà in carica per i prossimi 4 anni, con l’allungamento di un anno della durata degli organi.

La classifica di serie A, Inter a +4 sul Napoli

La classifica di serie A, Inter a +4 sul NapoliRoma, 5 apr. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Parma-Inter 2-2


Genoa-Udinese 1-0, Monza-Como 1-3, Parma-Inter 2-2, ore 20.45 Milan-Fiorentina, domenica 6 aprile ore 12.30 Lecce-Venezia, ore 15 Empoli-Cagliari, Torino-Verona, ore 18 Atalanta-Lazio, ore 20.45 Roma-Juventus, lunedì 7 aprile ore 20.45 Bologna-Napoli. Classifica: Inter 68, Napoli 64, Atalanta 58, Bologna 56, Juventus 55, Roma, Lazio 52, Fiorentina 51, Milan 47, Udinese 40, Torino, Genoa 38, Como 33, Verona 30, Cagliari 29, Parma 27, Lecce 25, Empoli 23, Venezia 20, Monza 15.


32ª Giornata Venerdì 11 aprile ore 20.45 Udinese-Milan; sabato 12 aprile ore 15 Venezia-Monza, ore 18 Inter-Cagliari, ore 20.45 Juventus-Lecce, Domenica 13 aprile ore 12.30 Atalanta-Bologna, ore 15 Fiorentina-Parma, Hellas Verona-Genoa, ore 18 Como-Torino, ore 20,45 Lazio-Roma, lunedì 14 aprile ore 20.45 Napoli-Empoli.

M5S, Pecoraro Scanio: in piazza per pace il doppio di piazza del Popolo

M5S, Pecoraro Scanio: in piazza per pace il doppio di piazza del PopoloRoma, 5 apr. (askanews) – “Ai Fori imperiali circa 100.000 persone, almeno il doppio di quelle di piazza del Popolo superando ogni previsione. Governo e opposizioni ascoltino la richiesta di no alle armi ampiamente maggioritaria in Italia e in Europa”. Lo ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio rilanciando dal Colosseo, al corteo organizzato da M5s, l’appello per evitare la corsa al riarmo.


“Una straordinaria manifestazione per la pace, contro le armi e contro la guerra. Decine di migliaia di persone hanno partecipato con entusiasmo e determinazione: un successo davvero eccezionale”, ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, presente all’evento. “Ancora adesso – ha aggiunto – migliaia di persone continuano ad affluire, con il sorriso e con la voglia di impegnarsi per la pace. È fondamentale che Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle abbiano avuto la determinazione di promuovere questa manifestazione, dando voce a un sentimento diffuso in tutto il Paese”.


“Colpisce positivamente – ha concluso Pecoraro Scanio – la presenza di tante realtà, anche con opinioni diverse, unite oggi da un messaggio chiaro e condiviso: no al riarmo, no alla guerra. Sì alla pace”. “É importante la partecipazione di Francesco Boccia e Annalisa Corradi del PD e di tante personalità della sinistra e di ecologisti come Michele Santoro, Loredana De Petris, Fassina e Cento ma soprattutto di tante associazioni e giovani. Serve un’alternativa di popolo alle destra basata su ideali comuni e proposte chiare e innovative che guardino ad un futuro ecodigital e di giustizia sociale e climatica e non su nostalgia delle pur rispettabili coalizioni del passato”.

M5S, Conte: siamo in centomila!

M5S, Conte: siamo in centomila!Roma, 5 apr. (askanews) – “Un messaggio mi ha colpito in particolare, il signor Bruno sui social: ‘ho 93 anni, la guerra l’ho vista, non so quanto mi resta da vivere ma voglio venire in piazza a spiegare che la guerra fa male’. Dove sei Bruno? Eccolo! Non sei solo! Siamo in centomila mi dicono”. Così, con un omaggio a quello che potrebbe essere il manifestante più anziano in piazza, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha iniziato il suo intervento dal palco dei Fori imperiali.