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La classifica di serie A, Inter a +4 sul Napoli

La classifica di serie A, Inter a +4 sul NapoliRoma, 5 apr. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Parma-Inter 2-2


Genoa-Udinese 1-0, Monza-Como 1-3, Parma-Inter 2-2, ore 20.45 Milan-Fiorentina, domenica 6 aprile ore 12.30 Lecce-Venezia, ore 15 Empoli-Cagliari, Torino-Verona, ore 18 Atalanta-Lazio, ore 20.45 Roma-Juventus, lunedì 7 aprile ore 20.45 Bologna-Napoli. Classifica: Inter 68, Napoli 64, Atalanta 58, Bologna 56, Juventus 55, Roma, Lazio 52, Fiorentina 51, Milan 47, Udinese 40, Torino, Genoa 38, Como 33, Verona 30, Cagliari 29, Parma 27, Lecce 25, Empoli 23, Venezia 20, Monza 15.


32ª Giornata Venerdì 11 aprile ore 20.45 Udinese-Milan; sabato 12 aprile ore 15 Venezia-Monza, ore 18 Inter-Cagliari, ore 20.45 Juventus-Lecce, Domenica 13 aprile ore 12.30 Atalanta-Bologna, ore 15 Fiorentina-Parma, Hellas Verona-Genoa, ore 18 Como-Torino, ore 20,45 Lazio-Roma, lunedì 14 aprile ore 20.45 Napoli-Empoli.

M5S, Pecoraro Scanio: in piazza per pace il doppio di piazza del Popolo

M5S, Pecoraro Scanio: in piazza per pace il doppio di piazza del PopoloRoma, 5 apr. (askanews) – “Ai Fori imperiali circa 100.000 persone, almeno il doppio di quelle di piazza del Popolo superando ogni previsione. Governo e opposizioni ascoltino la richiesta di no alle armi ampiamente maggioritaria in Italia e in Europa”. Lo ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio rilanciando dal Colosseo, al corteo organizzato da M5s, l’appello per evitare la corsa al riarmo.


“Una straordinaria manifestazione per la pace, contro le armi e contro la guerra. Decine di migliaia di persone hanno partecipato con entusiasmo e determinazione: un successo davvero eccezionale”, ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, presente all’evento. “Ancora adesso – ha aggiunto – migliaia di persone continuano ad affluire, con il sorriso e con la voglia di impegnarsi per la pace. È fondamentale che Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle abbiano avuto la determinazione di promuovere questa manifestazione, dando voce a un sentimento diffuso in tutto il Paese”.


“Colpisce positivamente – ha concluso Pecoraro Scanio – la presenza di tante realtà, anche con opinioni diverse, unite oggi da un messaggio chiaro e condiviso: no al riarmo, no alla guerra. Sì alla pace”. “É importante la partecipazione di Francesco Boccia e Annalisa Corradi del PD e di tante personalità della sinistra e di ecologisti come Michele Santoro, Loredana De Petris, Fassina e Cento ma soprattutto di tante associazioni e giovani. Serve un’alternativa di popolo alle destra basata su ideali comuni e proposte chiare e innovative che guardino ad un futuro ecodigital e di giustizia sociale e climatica e non su nostalgia delle pur rispettabili coalizioni del passato”.

M5S, Conte: siamo in centomila!

M5S, Conte: siamo in centomila!Roma, 5 apr. (askanews) – “Un messaggio mi ha colpito in particolare, il signor Bruno sui social: ‘ho 93 anni, la guerra l’ho vista, non so quanto mi resta da vivere ma voglio venire in piazza a spiegare che la guerra fa male’. Dove sei Bruno? Eccolo! Non sei solo! Siamo in centomila mi dicono”. Così, con un omaggio a quello che potrebbe essere il manifestante più anziano in piazza, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha iniziato il suo intervento dal palco dei Fori imperiali.

M5S, Conte: siamo in centomila!

M5S, Conte: siamo in centomila!Roma, 5 apr. (askanews) – “Un messaggio mi ha colpito in particolare, il signor Bruno sui social: ‘ho 93 anni, la guerra l’ho vista, non so quanto mi resta da vivere ma voglio venire in piazza a spiegare che la guerra fa male’. Dove sei Bruno? Eccolo! Non sei solo! Siamo in centomila mi dicono”. Così, con un omaggio a quello che potrebbe essere il manifestante più anziano in piazza, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha iniziato il suo intervento dal palco dei Fori imperiali.

Lega, Musk collegato per 15 minuti: in Europa si rischiano massacri

Lega, Musk collegato per 15 minuti: in Europa si rischiano massacriFirenze, 5 apr. (askanews) – Un quarto d’ora di collegamento da Washington, per dialogare con Matteo Salvini su free speech, dazi, e immigrazione. Elon Musk irrompe nel congresso della Lega, realizzando gli auspici sussurrati negli ultimi giorni ma fino all’ultimo non ufficializzati dagli organizzatori. Ma il miliardario sudafricano e consigliere di Trump alla fine mantiene la promessa, e Giancarlo Giorgetti – che presiede il congresso – interrompe l’intervento del vice segretario Andrea Crippa per chiamare sul palco il segretario a “intervistare” Musk.


La prima domanda è sul lavoro di Musk al D.O.G.E., il Dipartimento per l’efficienza del governo affidatogli da Trump: “Tagliamo spese che non hanno senso di esistere ma ci attaccano violentemente”. Poi la discussione vira sul free speech: “La sinistra vuole censure, bavaglio, multe e impedire la libertà di parola”, alza la palla Salvini. E Musk raccoglie: “Si capisce chi è dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliato, guardando chi vuole limitare la libertà di espressione. Hitler, Mussolini, Stalin, avevano censure molto forti, ed è un segnale su chi sono i cattivi. Le limitazioni alla libertà di espressione sono di impostazione fascista, si dovrebbe vincere per le proprie idee, non perchè le altre sono state soppresse”. Salvini sposta poi la discussione sulla “immigrazione di massa alimentata dalle sinistre”. Anche qui Musk raccoglie l’assist: “L’immigrazione di massa è una cosa folle – risponde Musk – che porterà alla fine di un Paese. Se pensiamo che ci sono 8 miliardi di persone al mondo, una piccola parte di queste persone che si sposta può trasformare un Paese di 60 milioni di abitanti in qualcosa di diverso perchè un Paese non è la sua geografia ma le persone che lo abitano”.


Altro spunto di Salvini, gli assalti ai concessionari alle tue auto: “C’è da preoccuparsi di questo clima di violenza?”. Ma Musk in questo caso sembra rispondere da un altro punto di vista, con riferimento agli episodi di terrorismo da parte di migranti: “Vediamo un aumento enormi degli attacchi in Italia e in Europa. Attacchi terroristici, alla fine vedremo uccisioni di massa in Europa, dei massacri veri e propri, perchè questa è la tendenza. Quale è il tasso di attacchi terroristici in Europa? Abbiamo gli attacchi con vittime che si susseguono, questo porterà a un vero massacro in Europa, le vostre famiglie, i vostri figli e i vostri amici sono tutti a rischio, i numeri parlano chiaro”. E Salvini chiosa: “Purtroppo sì”. Poi il tema della pace in Ucraina: “Non ho rispetto per chi incoraggia la guerra, è qualcosa di veramente malvagio. A sinistra dicono che si può cedere alla Russia, ma non hanno un piano per il futuro e quindi stiamo mandando a morire queste persone per sempre, senza un piano: è inumano, crudele e non ha alcun senso. Ha ragione Trump, il massacro va interrotto, è arrivato il momento di fermarsi, questa macchina della guerra e della morte deve essere fermata. È ora di dire basta”. E Salvini: “La pensiamo esattamente alla stessa maniera”.


Poi Salvini si rivolge al Musk imprenditore, e chiede “un tuo messaggio per gli italiani in un momento in cui un sentimento antiamericano viene alimentato”. Con Musk che addirittura auspica un’area di libero scambio tra Europa e Usa. Con Salvini che chiude così: “Lo spazio di dazi zero è l’obiettivo di tutti. Grazie Elon per il tuo tempo, ti aspettiamo da amico quale sei anche in Italia”.

Musk alla Lega: auspico zero dazi, spero area libero scambio Ue-Usa

Musk alla Lega: auspico zero dazi, spero area libero scambio Ue-UsaFirenze, 5 apr. (askanews) – “Spero che gli Usa e l’Europa riescano a realizzare una partnership molto stretta: c’è già un’alleanza ma spero che possa essere più stretta e più forte. Spero che per quanto riguarda i dazi ci sposteremo in futuro a ‘zero dazi’ con una zona di libero scambio tra Europa e Nord America, questa è la mia speranza per il futuro. E anche una maggiore libertà di spstarsi per le persone tra Europa e Nord America, chi vuole lavorare negli Usa deve essere libero di farlo: questo è stato il consiglio che ho dato al Presidente Trump”. Lo ha detto Elon Musk, in collegamento da Washington con il congresso della Lega.

Tajani riunisce Fi e avvisa Salvini: non accetteremo derive anti-Ue

Tajani riunisce Fi e avvisa Salvini: non accetteremo derive anti-UeRoma, 5 apr. (askanews) – Un europeismo certo di antica data, ma rivendicato con orgoglio forse nuovo e più determinato. Sui rapporti dell’Italia con l’Unione europea, messi continuamente alla prova dall’alleato leghista al governo, Antonio Tajani, vicepremier e segretario nazionale di Forza Italia, non ha mai abbandonato i toni pacati che da sempre caratterizzano il suo discorso politico ma oggi, al Consiglio nazionale del partito, è apparso tutt’altro che conciliante.


“Sia chiaro – ha scandito appena arrivato al Palazzo dei Congressi – che noi difendiamo l’Europa e continueremo a difenderla, l’Europa è la nostra casa e io non farei mai parte di un governo antieuropeo, questo dev’essere chiaro. Per fortuna mi pare che il presidente del Consiglio Meloni abbia fatto sempre scelte a difesa dell’Ue” perché “noi non accetteremmo mai derive antieuropeiste. L’Italia è un Paese fondatore dell’Europa, non intendiamo rinnegare la nostra storia”. Sullo sfondo, c’è il nuovo capitolo dell’eterna contrapposizione con il Carroccio e il suo leader Matteo Salvini in tema di Unione europea: vari esponenti leghisti da giorni invocano la necessità di una trattativa bilaterale Italia-Stati Uniti, escludendo la Ue, per ridurre al minimo i dazi messi in campo dal presidente Donald Trump. Lo ripete Salvini in apertura del congresso della Lega a Firenze, qualche ora dopo l’intervento del leader di Fi. “Io non faccio polemiche con nessuno – premette Tajani -, dico che è competente soltanto la Commissione Ue a trattare con gli Stati Uniti in materia commerciale perché la competenza della Commissione europea è esclusiva, quindi non tocca a noi trattare, noi possiamo fare nessun altro tipo di trattative. Un conto è una trattativa per un piano di export, ma la trattativa normativa sui dazi la fa soltanto la Commissione europea, questi sono i trattati. Sono le regole, non le ho scritte io, ma quando si parla bisogna ben conoscere le regole e sapere qual è il diritto”. Come singoli Paesi europei, ha proseguito Tajani, “siamo deboli, per questo insisto sull’unità. Farci dividere, fare trattative individuali” con gli Usa “non significa fare il bene delle nostre imprese, significa indebolire il potere contrattuale delle nostre imprese e indebolirle”.


Un concetto condiviso e ribadito dal presidente del Partito popolare europeo, Manfred Weber, ospite d’onore dell’evento. “Per quanto riguarda i rapporti con gli Stati Uniti – ha detto Weber -, soltanto un’Europa unita può opporsi ai dazi di Trump, bisogna discuterci e concludere un accordo basato su un commercio equo, e non sulla paura del commercio”. Una posizione nettissima quella di Tajani, che nelle pieghe della sua lunga relazione ha lanciato stilettate meno esplicite all’alleato di governo, la Lega. Per esempio sul Mes: “Oggi c’è chi dice che bisogna fare di più per la spesa sanitaria” anziché spendere dei soldi per la sicurezza dell’Unione “ma era contrario al Mes. Noi dicevamo che il Mes bisognava prenderlo quando serviva perché poteva essere utile per tutelare la nostra salute”. Oppure, quando a proposito dell’export, ha ricordato che “grazie al mercato europeo noi esportiamo beni per oltre 200 miliardi ogni anno. Non dobbiamo mai dimenticarlo perché tutti quelli che parlano contro l’Europa non portano mai una prova per dire l’Europa fa danni all’Italia”. E ancora: “con l’iniziativa di oggi vogliamo dare un segnale politico forte agli ‘sfascisti’ e ai ‘pacifinti’ che manifestano non lontano da noi?”. Certo, il riferimento esplicito era al M5s, che si preparava a sfilare contro il riarmo per le strade di Roma. Ma l’aggettivo “sfascista” ha ricordato molto la bordata di Tajani di qualche giorno fa e che tutti avevano interpretato come rivolta contro Salvini: “Noi in Europa – aveva detto il leader di Forza Italia – dobbiamo costruire, non abbiamo bisogno di sfasciacarrozze”.

Tajani riunisce Fi e avvisa Salvini: non accetteremo derive anti-Ue

Tajani riunisce Fi e avvisa Salvini: non accetteremo derive anti-UeRoma, 5 apr. (askanews) – Un europeismo certo di antica data, ma rivendicato con orgoglio forse nuovo e più determinato. Sui rapporti dell’Italia con l’Unione europea, messi continuamente alla prova dall’alleato leghista al governo, Antonio Tajani, vicepremier e segretario nazionale di Forza Italia, non ha mai abbandonato i toni pacati che da sempre caratterizzano il suo discorso politico ma oggi, al Consiglio nazionale del partito, è apparso tutt’altro che conciliante.


“Sia chiaro – ha scandito appena arrivato al Palazzo dei Congressi – che noi difendiamo l’Europa e continueremo a difenderla, l’Europa è la nostra casa e io non farei mai parte di un governo antieuropeo, questo dev’essere chiaro. Per fortuna mi pare che il presidente del Consiglio Meloni abbia fatto sempre scelte a difesa dell’Ue” perché “noi non accetteremmo mai derive antieuropeiste. L’Italia è un Paese fondatore dell’Europa, non intendiamo rinnegare la nostra storia”. Sullo sfondo, c’è il nuovo capitolo dell’eterna contrapposizione con il Carroccio e il suo leader Matteo Salvini in tema di Unione europea: vari esponenti leghisti da giorni invocano la necessità di una trattativa bilaterale Italia-Stati Uniti, escludendo la Ue, per ridurre al minimo i dazi messi in campo dal presidente Donald Trump. Lo ripete Salvini in apertura del congresso della Lega a Firenze, qualche ora dopo l’intervento del leader di Fi. “Io non faccio polemiche con nessuno – premette Tajani -, dico che è competente soltanto la Commissione Ue a trattare con gli Stati Uniti in materia commerciale perché la competenza della Commissione europea è esclusiva, quindi non tocca a noi trattare, noi possiamo fare nessun altro tipo di trattative. Un conto è una trattativa per un piano di export, ma la trattativa normativa sui dazi la fa soltanto la Commissione europea, questi sono i trattati. Sono le regole, non le ho scritte io, ma quando si parla bisogna ben conoscere le regole e sapere qual è il diritto”. Come singoli Paesi europei, ha proseguito Tajani, “siamo deboli, per questo insisto sull’unità. Farci dividere, fare trattative individuali” con gli Usa “non significa fare il bene delle nostre imprese, significa indebolire il potere contrattuale delle nostre imprese e indebolirle”.


Un concetto condiviso e ribadito dal presidente del Partito popolare europeo, Manfred Weber, ospite d’onore dell’evento. “Per quanto riguarda i rapporti con gli Stati Uniti – ha detto Weber -, soltanto un’Europa unita può opporsi ai dazi di Trump, bisogna discuterci e concludere un accordo basato su un commercio equo, e non sulla paura del commercio”. Una posizione nettissima quella di Tajani, che nelle pieghe della sua lunga relazione ha lanciato stilettate meno esplicite all’alleato di governo, la Lega. Per esempio sul Mes: “Oggi c’è chi dice che bisogna fare di più per la spesa sanitaria” anziché spendere dei soldi per la sicurezza dell’Unione “ma era contrario al Mes. Noi dicevamo che il Mes bisognava prenderlo quando serviva perché poteva essere utile per tutelare la nostra salute”. Oppure, quando a proposito dell’export, ha ricordato che “grazie al mercato europeo noi esportiamo beni per oltre 200 miliardi ogni anno. Non dobbiamo mai dimenticarlo perché tutti quelli che parlano contro l’Europa non portano mai una prova per dire l’Europa fa danni all’Italia”. E ancora: “con l’iniziativa di oggi vogliamo dare un segnale politico forte agli ‘sfascisti’ e ai ‘pacifinti’ che manifestano non lontano da noi?”. Certo, il riferimento esplicito era al M5s, che si preparava a sfilare contro il riarmo per le strade di Roma. Ma l’aggettivo “sfascista” ha ricordato molto la bordata di Tajani di qualche giorno fa e che tutti avevano interpretato come rivolta contro Salvini: “Noi in Europa – aveva detto il leader di Forza Italia – dobbiamo costruire, non abbiamo bisogno di sfasciacarrozze”.

Il mistero dell’interpretazione, Thomas Schütte e la figura umana

Il mistero dell’interpretazione, Thomas Schütte e la figura umanaVenezia, 5 apr. (askanews) – Inclassificabile, mutevole, ironico e inquieto. Sono quattro aggettivi che spesso capita di trovare associati al lavoro di Thomas Schütte, artista tedesco cui Punta della Dogana a Venezia dedica la prima grande retrospettiva in Italia, intitolata “Genealogies”. Un viaggio che in fondo ha a che fare con le domande fondamentali sull’umano, ma che prende spesso forme inattese e stranianti. E la mostra si muove lungo due filoni intrecciati.


“Il primo percorso – ha detto ad askanews Camille Morineau, co-curatrice della mostra – riguarda la scultura. Abbiamo 50 pezzi dalla collezione di Francois Pinault che sono davvero il centro della mostra. La maggior parte di loro sono veri capolavori ed erano stati esposti prima. E poi il secondo percorso, che è un dialogo con la scultura, e riguarda il disegno. E la maggior parte di queste opere non sono mai state viste, come quella alle mie spalle che è una serie di dipinti su grandi striscioni. È un secondo filone narrativo che va dagli anni ’70 a oggi ed è universo che si muove in parallelo rispetto a quello della scultura”. La mostra veneziana vuole mettere in evidenza come la produzione su carta di Schütte sia centrale anche nel lavoro, più noto al grande pubblico, delle sculture, che pur nella loro imponenza, restano degli esempi chiari di non-monumentalità e di non-retorica: i corpi sono indefinibili, proteiformi, forse ibridi, le gambe affondano nel fango e l’identità è un’illusione. “Non si capisce come interpretare queste figure umane – ha aggiunto Jean-Marie Gallais, curatore della Pinault Collection e co-curatore della mostra – e c’è un collegamento con la storia dell’arte. Fin dall’inizio dell’umanità, rappresentiamo corpi umani, rappresentiamo gli altri. E la mostra è piena di domande affascinanti su come possiamo rappresentare qualcun altro”.


Domande che, come è giusto che sia, non diventano mai risposte, ma prendono tante possibili diverse strade, fino a convincerci che il punto di tutta la mostra è la nostra partecipazione a un mistero, probabilmente quello del nostro stesso essere umani. “Non è un mistero la realizzazione – ha aggiunto Gallais – questa è molto visibile. Si vedono tutte le tracce degli utensili, si vede a volte una certa struttura: si vedono i materiali che usa: acciaio, bronzo, vetro, ma anche argilla. E si vedono molte tracce della fabbricazione. Ma il mistero è nell’interpretazione e questa rimane aperta”. Tra tante suggestioni possibili, tra le quali anche una sorta di tassonomia delle forme dell’immaginario di Thomas Schütte, ce ne è una che invece riguarda la storia espositiva recente di Punta della Dogana, come se un sottilissimo filo legasse in modo invisibile, ma presente, le grandi mostre che sono state ospitate qui e che in questo caso può prendere la forma di echi dell’esposizione di Damien Hirst del 2017 così come di quella del 2024 di Pierre Huyghe. Entrambe, a nostro avviso, indimenticabili.

Calcio, Monza-Como 1-3, comaschi a segno dopo un mese

Calcio, Monza-Como 1-3, comaschi a segno dopo un meseRoma, 5 apr. (askanews) – Il Como torna a vincere dopo un mese e batte il Monza 3-1. Le speranze dei brianzoli sono durate 11 minuti. Al 5′ Mota torna al gol e porta in vantaggio i padroni di casa, subito raggiunti al 16′ da un diagonale di Ikoné, lanciato titolare al posto di Strefezza. Un errore di Pereira spiana poi a Diao la strada del vantaggio. Il match si chiude all’inizio della ripresa: Butez salva su Keita Balde e poco dopo Vojvoda si inventa il destro del 3-1. Il Como torna alla vittoria dopo oltre un mese, il Monza sempre più ultimo