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Meloni difende manovra: su sanità fondi record dopo gestioni allegre

Meloni difende manovra: su sanità fondi record dopo gestioni allegreBruxelles, 16 ott. (askanews) – Giorgia Meloni ‘sfrutta’ una pausa dei lavori del summit Ue-Paesi del Golfo a Bruxelles per parlare con i giornalisti e difendere la manovra – di cui si dice “orgogliosa” – in particolare dopo le critiche avanzate dai medici, insoddisfatti per i fondi destinati alla sanità.


Secondo la Federazione Cimo-Fesmed, “soltanto 900 milioni circa sarebbero disponibili per la sanità nel 2025, oltre al miliardo previsto dalla legge di bilancio dello scorso anno, rimandando dunque al 2026 la disponibilità di quasi 3 miliardi”. Critiche immotivate, secondo la premier, di fronte a risorse “record” per il Fondo sanitario nazionale. E se di più non è stato possibile fare, accusa, è a causa del fatto che si è “speso allegramente in altri anni”. Comunque per la premier la sanità è “da tre anni” una “delle nostre priorità”, tanto che “il fondo sanitario arriverà nel 2025 alla cifra record di 136,5 miliardi di euro e 140 miliardi di euro nel 2026”. Poi per lei l’obiettivo non è “limitarsi ad aumentare risorse” ma “capire come le risorse possano essere spese meglio”. E in questo il governo si confronterà con le Regioni ed è pronto – assicura – anche a raccogliere “il contributo dell’Ordine dei medici”. Per il resto la presidente del Consiglio si dice “molto soddisfatta” della manovra e “della compattezza della maggioranza”. La legge di bilancio “è seria e di buonsenso” e si concentra “sui redditi, sui salari, sul lavoro, sul sostegno alle imprese, sulla salute dei cittadini, sulla famiglia. Lo facciamo senza aumentare le tasse per i cittadini, pure in una situazione molto complessa, lo facciamo tenendo i conti in ordine”. Tra i provvedimenti che cita ci sono la conferma del cuneo fiscale che “diventa strutturale” così come “la super deduzione sul costo del lavoro al 120%” e “l’accorpamento delle prime due aliquote dell’Irpef”. Elenca poi i provvedimenti per la famiglia, a partire da “un terzo mese di congedo parentale retribuito all’80%” e “un contributo di 1.000 euro per i nuovi nati, per le famiglie che hanno redditi fino a 40.000 euro”. Rivendica anche “nel triennio 4 miliardi e mezzo per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego” e l’assunzione di “circa 3.000 persone per velocizzare i processi civili”. Per quanto riguarda le coperture, 3,5 miliardi arrivano dai tagli ai Ministeri, altre risorse dalla riforma fiscale, che “ha lavorato molto bene”, e dalla lotta all’evasione e 3,6 miliardi da banche e assicurazioni. A questo proposito, la premier si dice convinta che il contributo chiesto alle banche non sarà scaricato sui clienti. Con le associazioni di settore c’è stato un “dialogo molto costruttivo” perchè “noi volevamo riuscire ad avere delle risorse che potevano essere redistribuite particolarmente su famiglie e redditi bassi ma non vogliamo neanche dare il segnale che le banche siano degli avversari”.


Domani a Bruxelles inizierà il Consiglio europeo, che avrà quello dei migranti come uno dei temi più “scottanti”, con molte divergenze tra i leader. Prima dell’inizio dei lavori, domani mattina, Meloni ha organizzato un incontro – insieme ai primi ministri danese Mette Friedriksen, e olandese Dick Schoof – tra i Paesi che hanno una visione simile sul dossier. “Ci sono molti Paesi europei – assicura – che guardano al protocollo con l’Albania e alle politiche che l’Italia ha portato avanti in questi anni. C’è voglia di lavorare in modo pragmatico” e allargando “il perimetro”, perchè “non si può pensare che il problema lo risolva un Paese scaricandolo su un altro”. Venerdì Meloni sarà prima ad Aqaba in Giordania e poi a Beirut in Libano, mentre a Berlino Joe Biden ha riorganizzato il vertice che era previsto dieci giorni fa a Ramstein. Rispondendo ai giornalisti la premier minimizza su una sua possibile ‘esclusione’: “In ogni caso io non potrei partecipare perché sono in Libano e in Giordania, nello stesso giorno. Penso che sia molto utile in questa fase parlarsi. Penso che più che parlarci fra di noi sia utile parlare con gli attori della regione”.

Meloni difende la manovra: sulla sanità fondi record dopo gestioni allegre

Meloni difende la manovra: sulla sanità fondi record dopo gestioni allegreBruxelles, 16 ott. (askanews) – Giorgia Meloni ‘sfrutta’ una pausa dei lavori del summit Ue-Paesi del Golfo a Bruxelles per parlare con i giornalisti e difendere la manovra – di cui si dice “orgogliosa” – in particolare dopo le critiche avanzate dai medici, insoddisfatti per i fondi destinati alla sanità.


Secondo la Federazione Cimo-Fesmed, “soltanto 900 milioni circa sarebbero disponibili per la sanità nel 2025, oltre al miliardo previsto dalla legge di bilancio dello scorso anno, rimandando dunque al 2026 la disponibilità di quasi 3 miliardi”. Critiche immotivate, secondo la premier, di fronte a risorse “record” per il Fondo sanitario nazionale. E se di più non è stato possibile fare, accusa, è a causa del fatto che si è “speso allegramente in altri anni”. Comunque per la premier la sanità è “da tre anni” una “delle nostre priorità”, tanto che “il fondo sanitario arriverà nel 2025 alla cifra record di 136,5 miliardi di euro e 140 miliardi di euro nel 2026”. Poi per lei l’obiettivo non è “limitarsi ad aumentare risorse” ma “capire come le risorse possano essere spese meglio”. E in questo il governo si confronterà con le Regioni ed è pronto – assicura – anche a raccogliere “il contributo dell’Ordine dei medici”. Per il resto la presidente del Consiglio si dice “molto soddisfatta” della manovra e “della compattezza della maggioranza”. La legge di bilancio “è seria e di buonsenso” e si concentra “sui redditi, sui salari, sul lavoro, sul sostegno alle imprese, sulla salute dei cittadini, sulla famiglia. Lo facciamo senza aumentare le tasse per i cittadini, pure in una situazione molto complessa, lo facciamo tenendo i conti in ordine”. Tra i provvedimenti che cita ci sono la conferma del cuneo fiscale che “diventa strutturale” così come “la super deduzione sul costo del lavoro al 120%” e “l’accorpamento delle prime due aliquote dell’Irpef”. Elenca poi i provvedimenti per la famiglia, a partire da “un terzo mese di congedo parentale retribuito all’80%” e “un contributo di 1.000 euro per i nuovi nati, per le famiglie che hanno redditi fino a 40.000 euro”. Rivendica anche “nel triennio 4 miliardi e mezzo per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego” e l’assunzione di “circa 3.000 persone per velocizzare i processi civili”. Per quanto riguarda le coperture, 3,5 miliardi arrivano dai tagli ai Ministeri, altre risorse dalla riforma fiscale, che “ha lavorato molto bene”, e dalla lotta all’evasione e 3,6 miliardi da banche e assicurazioni. A questo proposito, la premier si dice convinta che il contributo chiesto alle banche non sarà scaricato sui clienti. Con le associazioni di settore c’è stato un “dialogo molto costruttivo” perchè “noi volevamo riuscire ad avere delle risorse che potevano essere redistribuite particolarmente su famiglie e redditi bassi ma non vogliamo neanche dare il segnale che le banche siano degli avversari”.


Domani a Bruxelles inizierà il Consiglio europeo, che avrà quello dei migranti come uno dei temi più “scottanti”, con molte divergenze tra i leader. Prima dell’inizio dei lavori, domani mattina, Meloni ha organizzato un incontro – insieme ai primi ministri danese Mette Friedriksen, e olandese Dick Schoof – tra i Paesi che hanno una visione simile sul dossier. “Ci sono molti Paesi europei – assicura – che guardano al protocollo con l’Albania e alle politiche che l’Italia ha portato avanti in questi anni. C’è voglia di lavorare in modo pragmatico” e allargando “il perimetro”, perchè “non si può pensare che il problema lo risolva un Paese scaricandolo su un altro”. Venerdì Meloni sarà prima ad Aqaba in Giordania e poi a Beirut in Libano, mentre a Berlino Joe Biden ha riorganizzato il vertice che era previsto dieci giorni fa a Ramstein. Rispondendo ai giornalisti la premier minimizza su una sua possibile ‘esclusione’: “In ogni caso io non potrei partecipare perché sono in Libano e in Giordania, nello stesso giorno. Penso che sia molto utile in questa fase parlarsi. Penso che più che parlarci fra di noi sia utile parlare con gli attori della regione”.

Consiglio direttivo della Bce a Lubiana, atteso un nuovo taglio dei tassi

Consiglio direttivo della Bce a Lubiana, atteso un nuovo taglio dei tassiRoma, 16 ott. (askanews) – Tra stasera e domani mattina torna riunirsi il Consiglio direttivo della Bce per le decisioni di politica monetaria. L’attesa prevalente è che a seguito dei nuovi cali dell’inflazione e del contestuale indebolimento dell’economia, l’istituzione decida un ulteriore taglio ai tassi di interesse, da 25 punti base (0,25 punti percentuali), che sarebbe il terzo da quando, lo scorso giugno, ha iniziato a ridurre la restrizione monetaria.


L’incontro avviene a Lubiana, in Slovenia, per una delle riunioni che periodicamente portano i banchieri centrali dell’eurozona a rotazione nei paesi che utilizzano la valuta condivisa. Stasera la presidente Christine Lagarde terrà un intervento ad una cena di gala. Le decisioni di politica monetaria verranno comunicate alle 14 e 15 di domani, mezz’ora dopo la presidente terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. Nelle ultime settimane era stata la stessa presidente, assieme ad altri esponenti dell’istituzione, a lanciare segnali nei quali operatori e analisti avevano letto una chiara indicazione sull’intento di effettuare un nuovo taglio dei tassi questo mese di ottobre, laddove in precedenza era prevista una pausa e un nuovo taglio solo a dicembre.


Il rapido calo dell’inflazione, che a settembre nell’eurozona è scesa all’1,8%, contestualmente all’indebolimento dell’attività delle imprese sembra spingere la Bce ad accelerare il passo nella sua manovra di riduzione del freno monetario. L’obiettivo di “stabilità dei prezzi” perseguito da Francoforte viene quantificato in una inflazione media per la zona euro al 2%, riferito però a un periodo ragionevolmente lungo, anche in prospettiva futura, e non a un singolo mese. Alcuni osservatori si sono spinti a ipotizzare che la Bce possa ritrovarsi spiazzata a fronteggiare nuovamente inflazione troppo bassa.


Le impennate dei prezzi del petrolio della scorsa settimana avevano creato però un elemento di ulteriore incertezza in questi scenari. Ma questa settimana il barile di oro nero ha subito drastici cali. Le rassicurazioni giunte da Israele sul fatto che la rappresaglia per l’attacco missilistico dell’Iran non colpirà impianti petroliferi si è combinata agli sviluppi sul versante economico, che non fanno presagire livelli di domanda vigorosi. Del resto l’Opec, il cartello degli esportatori di greggio, ha appena ritoccato al ribasso le sue previsioni sui consumi globali. Il probabile nuovo taglio dei tassi dovrebbe accentuare l’inversione di tendenza appena registrata dalla stessa Bce sulla dinamica del credito: nel terzo trimestre, dopo oltre due anni in cui proseguiva ininterrotta, si è arrestata la fase di inasprimento complessiva sui criteri di concessione di prestiti da parte delle banche per l’insieme dell’area euro.


L’allentamento riguarda i mutui alle famiglie per l’acquisto di casa, non il credito al consumo in cui la stretta prosegue. E anche sui prestiti alle imprese la dinamica è ancora restrittiva, ma più lieve rispetto ai mesi scorsi. Andamenti analoghi si sono registrati anche in Italia, mentre i tagli dei tassi già operati e quelli attesi in prospettiva hanno rianimato la domanda di mutui. (fonte immagine: ECB 2024).

Mattarella a Parma per festeggiare 90 anni di Parmigiano Reggiano

Mattarella a Parma per festeggiare 90 anni di Parmigiano ReggianoParma, 16 ott. (askanews) – Il presidente della Repubblica è arrivato nel tardo pomeriggio a Parma per partecipare alla cerimonia per il novantesimo della fondazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Sergio Mattarella ha raggiunto il Teatro Regio dove ad accoglierlo, oltre alle autorità locali, c’era il presidente del consorzio Nicola Bertinelli. Mattarella è stato accolto, al suo arrivo, da un lungo applauso. In platea anche il ministro all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida.


L’evento, dal titolo “7 battiti, 90 anni di futuro” è il momento per celebrare la ricorrenza dei 90 anni della Dop – una risorsa economica che alimenta consumi per oltre 3 miliardi di euro all’anno, con 292 caseifici produttori, oltre 2.100 allevatori e conferenti latte, e una filiera produttiva che coinvolge oltre 50.000 persone – con tutti i caseifici soci, gli operatori della filiera, le autorità locali, i media nazionali e le rappresentanze degli enti economici della zona di origine. Ma è anche un’occasione per presentare due progetti che saranno punti di riferimento per il futuro del Consorzio: “l’Archivio storico digitale” e la nuova “Identità sonora” del Parmigiano Reggiano. Nell’arco della serata la Gerardo Di Lella Grand Orchestra suonerà le note di alcune delle musiche più emblematiche che hanno fatto la storia degli ultimi 90 anni, dalle colonne sonore dei capolavori di Federico Fellini e Franco Zeffirelli a canzoni rappresentative della musica pop quali Figli delle stelle di Alan Sorrenti e Con te partirò di Andrea Bocelli.


Al Presidente Mattarella sarà donato il “Coltello d’oro”, una rappresentazione di alta oreficeria italiana realizzata in oro dell’iconico coltello a mandorla utilizzato per l’apertura della forma e per scagliare il formaggio.

Bce, Consiglio direttivo a Lubiana, domani atteso nuovo taglio tassi

Bce, Consiglio direttivo a Lubiana, domani atteso nuovo taglio tassiRoma, 16 ott. (askanews) – Tra stasera e domani mattina torna riunirsi il Consiglio direttivo della Bce per le decisioni di politica monetaria. L’attesa prevalente è che a seguito dei nuovi cali dell’inflazione e del contestuale indebolimento dell’economia, l’istituzione decida un ulteriore taglio ai tassi di interesse, da 25 punti base (0,25 punti percentuali), che sarebbe il terzo da quando, lo scorso giugno, ha iniziato a ridurre la restrizione monetaria.


L’incontro avviene a Lubiana, in Slovenia, per una delle riunioni che periodicamente portano i banchieri centrali dell’eurozona a rotazione nei paesi che utilizzano la valuta condivisa. Stasera la presidente Christine Lagarde terrà un intervento ad una cena di gala. Le decisioni di politica monetaria verranno comunicate alle 14 e 15 di domani, mezz’ora dopo la presidente terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. Nelle ultime settimane era stata la stessa presidente, assieme ad altri esponenti dell’istituzione, a lanciare segnali nei quali operatori e analisti avevano letto una chiara indicazione sull’intento di effettuare un nuovo taglio dei tassi questo mese di ottobre, laddove in precedenza era prevista una pausa e un nuovo taglio solo a dicembre.


Il rapido calo dell’inflazione, che a settembre nell’eurozona è scesa all’1,8%, contestualmente all’indebolimento dell’attività delle imprese sembra spingere la Bce ad accelerare il passo nella sua manovra di riduzione del freno monetario. L’obiettivo di “stabilità dei prezzi” perseguito da Francoforte viene quantificato in una inflazione media per la zona euro al 2%, riferito però a un periodo ragionevolmente lungo, anche in prospettiva futura, e non a un singolo mese. Alcuni osservatori si sono spinti a ipotizzare che la Bce possa ritrovarsi spiazzata a fronteggiare nuovamente inflazione troppo bassa.


Le impennate dei prezzi del petrolio della scorsa settimana avevano creato però un elemento di ulteriore incertezza in questi scenari. Ma questa settimana il barile di oro nero ha subito drastici cali. Le rassicurazioni giunte da Israele sul fatto che la rappresaglia per l’attacco missilistico dell’Iran non colpirà impianti petroliferi si è combinata agli sviluppi sul versante economico, che non fanno presagire livelli di domanda vigorosi. Del resto l’Opec, il cartello degli esportatori di greggio, ha appena ritoccato al ribasso le sue previsioni sui consumi globali. Il probabile nuovo taglio dei tassi dovrebbe accentuare l’inversione di tendenza appena registrata dalla stessa Bce sulla dinamica del credito: nel terzo trimestre, dopo oltre due anni in cui proseguiva ininterrotta, si è arrestata la fase di inasprimento complessiva sui criteri di concessione di prestiti da parte delle banche per l’insieme dell’area euro.


L’allentamento riguarda i mutui alle famiglie per l’acquisto di casa, non il credito al consumo in cui la stretta prosegue. E anche sui prestiti alle imprese la dinamica è ancora restrittiva, ma più lieve rispetto ai mesi scorsi. Andamenti analoghi si sono registrati anche in Italia, mentre i tagli dei tassi già operati e quelli attesi in prospettiva hanno rianimato la domanda di mutui. (fonte immagine: ECB 2024).

Gpa, ok definitivo dal Senato: reato perseguibile anche all’estero

Gpa, ok definitivo dal Senato: reato perseguibile anche all’esteroRoma, 16 ott. (askanews) – Il ddl Varchi, già approvato dalla Camera, ha ottenuto il via libera definitivo del Senato con 84 voti a favore e 58 contrari (zero gli astenuti). Il testo presentato dalla maggioranza prevede una modifica alla legge 40 sulla procreazione assistita, introducendo la perseguibilità del reato di surrogazione di maternità compiuta all’estero da cittadino italiano. Con la nuova legge, dunque, se la surrogazione di maternità viene compiuta all’estero da un cittadino italiano viene punita secondo la legge italiana che, appunto, vieta la Gpa.

Manovra, Conte: Schillaci batti pugni per tagli, serve cura da cavallo

Manovra, Conte: Schillaci batti pugni per tagli, serve cura da cavalloRoma, 16 ott. (askanews) – “Per la sanità il governo non si rende conto che abbiamo bisogno di una cura da cavallo, di un piano straordinario, non possiamo restare inchidoati allo 6,2, 6,3 milioni. I ministri e la premier sono mai entrati in un pronto soccorso? Tutti i medici e gli infermieri sono sul piede di guerra e noi con loro. Ci sono 4,5 milioni di cittadini italiani che riunciano alle cure, 2,5 rinunciano per motivi economici”. Lo ha detto il leader M5s, Giuseppe Conte commentando i contenuti della manovra e poi rivolgendosi al titolare della Sanità aggiunge: “Ministro Schillaci sei un tecnico, se non ti danno i finanziamenti, devi battere i pugni, devi farti valere, e se del caso metti sul tavolo le dimissioni”.

Meloni: sanità priorità, dopo anni “allegri” fatto il massimo

Meloni: sanità priorità, dopo anni “allegri” fatto il massimoBruxelles, 16 ott. (askanews) – “La sanità da tre anni rimane una delle nostre priorità, abbiamo lavorato ogni anno per aumentare il fondo sanitario. Poi io penso che non si debba limitarsi ad aumentare risorse senza lavorare – che è quello che mi piacerebbe fare, che in parte può fare il governo ma lavorando con le Regioni – a capire come le risorse possano essere spese meglio. Però obiettivamente queste sono le risorse che abbiamo, se non avessimo speso allegramente in altri anni ne avremmo avute di più”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a margine del vertice Ue-Paesi del Golfo a Bruxelles.


“Io – ha assicurato – ne avrei messe ancora di più ma più che stabilire che è una priorità non posso fare ma mi pare sia una cifra record: negli anni del Covid sul fondo sanitario c’erano 122 miliardi di euro e oggi ce ne sono 136,5 mi sembra che gli sforzi che potevamo fare siano stati fatti ampiamenti. Poi magari anche con il contributo dell’Ordine dei medici possiamo cercare di capire dove insieme lavorare perchè quelle risorse possano essere spese meglio. C’è un grande lavoro da fare, gli sforzi che potevamo fare li abbiamo fatti e lo dimostrano i numeri, che non sono un’opinione”.

Migranti, Meloni: molti Paesi europei guardano a modello Albania

Migranti, Meloni: molti Paesi europei guardano a modello AlbaniaBruxelles, 16 ott. (askanews) – “Ci sono molti Paesi europei che guardano al protocollo con l’Albania e alle politiche che l’Italia ha portato avanti in questi anni. Domani mattina siamo i promotori di un incontro tra Paesi ‘like-mindend’ in tema di immigrazione che pare sarà molto partecipato: c’è voglia di lavorare in modo pragmatico e vedere risultati come l’Italia ha dimostrato, grazie anche alla Commissione e di questo ringrazio Ursula von der Leyen. Quando i risultati arrivano altri capiscono, ci vogliono aiutare e allargare il perimetro di questo lavoro perchè è un problema europeo non italiano”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a margine del vertice Ue-Paesi del Golfo a Bruxelles.

Manovra, scontro sulle risorse per la sanità, ‘sacrificio’ da banche

Manovra, scontro sulle risorse per la sanità, ‘sacrificio’ da bancheRoma, 16 ott. (askanews) – E’ scontro sulle risorse per la sanità. Dopo gli annunci di investimenti importanti per il settore, la tabella del Documento programmatico di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri indica come risorse aggiuntive per il 2025 solo 860 milioni. Una cifra più consistente, pari a circa 3,2 miliardi è prevista soltanto nel 2026. La reazione dei medici non si è fatta attendere, con l’annuncio da parte di Anaao Assomed di essere pronta a “proteste estreme”.


Il Ministero dell’economia cerca di aggiustare il tiro spiegando che in realtà “alla sanità il prossimo anno andranno 2.366 milioni di euro in più rispetto al 2024”. Ma la tabella parla chiaro e i medici chiedono spiegazioni. Per il resto la manovra, illustrata oggi dal Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, e dal vice ministro Maurizio Leo, conferma la linea anticipata in diverse occasioni. Per lunedì prossimo, quando l’articolato completo sarà definito e trasmesso in Parlamento, è prevista una conferenza stampa del Presidente del consiglio, Giorgia Meloni.


Intanto oggi Giorgetti ha fatto sapere che il Documento programmatico di bilancio (con le cifra dei grandi aggregati della manovra) è stato trasmesso a Bruxelles, rispettando i tempi previsti e che con la Commissione europea è stato definito l’accordo per l’estensione da 4 a 7 anni del periodo di rientro dei conti nel percorso di sostenibilità. Confermati gli interventi a favore dei redditi medio bassi, in primo luogo il taglio del cuneo fiscale e l’irpef a tre aliquote, misure che sono rese strutturali. Il taglio del cuneo fiscale viene rimodulato prevedendo un decalage fino a 40.000 euro, per evitare l’esclusione dal beneficio per chi guadagna anche un solo euro in più rispetto ai 35.000 euro. Niente da fare per l’abbassamento dell’aliquota del 35% al 33%, ipotesi circolata se ci fossero state le risorse. Ma al momento non se ne parla. Eventualmente ci potrà pensare il Parlamento che dovrà gestire anche il riallineamento delle accise del gas e della benzina “attraverso un decreto legislativo. Nessuna stangata – ha detto Giorgetti – è un impegno europeo”.


Dopo un lungo confronto è stata definito anche “il sacrificio”, così lo ha definito Giorgetti, che le banche mettono sul tavolo e che vale circa 3,5 miliardi per il prossimo anno. Nessuna nuova tassa ma un contributo sulla liquidità accettando la sospensione per due anni della deduzione delle imposte differite attive che gli istituti hanno nei loro bilanci. Non è stato chiarito cosa succederà nel 2026, quando la sospensione non sarà più in vigore. Il sacrificio delle banche riguarda anche le stock option. “Oggi – ha spiegato Leo – quando si avvia il piano di stock option si usufruisce già della deduzione. Con la nuova norma la deduzione scatta quando c’è l’effettiva assegnazione della partecipazione, se c’è un differenziale positivo”. Sacrifici sono richiesti anche ai ministeri con “il taglio medio del 5% sulla spesa corrente”, ma sul tema non è stato specificato altro.


Esordisce nella manovra la revisione delle cosiddette tax expenditure con il principio del ‘quoziente familiare’. Nel complesso l’operazione di sfoltimento consentirà un aumento di gettito di circa un miliardo di euro. In pratica gli sconti fiscale vengono rimodulati in base al numero dei figli e calati su tre fasce di reddito. “Fino a 50.000 euro il tetto di spesa detraibile sarà più elevato – ha spiegato Leo – tra 50.000 e 100.000 euro sarà più basso e oltre i 100.000 euro sarà ancora meno”. Quindi sulla spesa detraibile si applicherà “la detrazione di riferimento. Se parliamo di interessi sui mutui e spese mediche sarà il 19%”. Novità per il bonus ristrutturazione, confermato al 50% per la prima casa ma in calo al 36% per gli altri immobili. Torna anche nel 2025 il bonus mobili al 50% che a legislazione vigente scadrebbe a fine 2024. Tra le novità per la famiglia il bonus bebè da 1.000 euro per i nati nel 2025 (per i nuclei con Isee fino a 40.000 euro) e l’aumento da due a tre mesi del periodo di congedo parentale retribuito all’80%. Per il pacchetto pensioni si profila il mantenimento delle misure in vigore nel 2024, quindi l’Ape sociale, opzione donna e quota 103. Confermati anche gli aumenti per le pensioni minime che nel 2025 dovrebbero arrivare a circa 630 euro dagli attuale 614,77 euro. Tra le altre misure, per le imprese la tracciabilità delle spese (ad esempio quelle per taxi o rappresentanza) per poterle portare in deduzione, l’ampliamento della platea dei soggetti sottoposti alla web tax, l’aumento della tassazione dal 26% al 42% sulle plusvalenze da bitcoin. Conferma anche per i fringe benefit nella misura di 1.000 euro, che sale a 2.000 per il lavoratore con figli e la tassazione agevolata per tre anni al 5% sui premi di produttività.