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Meloni a carte coperte su von der Leyen. “Voto Fdi non scontato”

Meloni a carte coperte su von der Leyen. “Voto Fdi non scontato”Roma, 17 lug. (askanews) – Il mistero non è stato svelato nemmeno nella riunione dei 24 eurodeputati di Fratelli d’Italia che si è tenuta a Strasburgo mentre lei era in transito da Tripoli, dove ha partecipato al Trans-Mediterranean migration forum, e la Gran Bretagna, dove domani prenderà parte alla riunione della Comunità politica europea. La liturgia del voto che domani sulla carta dovrebbe portare alla rielezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue, d’altra parte, agevola la strategia che Giorgia Meloni ha scelto rispetto a questo passaggio fondamentale. Ovvero: continuare fino all’ultimo a giocare a carte coperte.


Alle 8 infatti, la presidente uscente invierà il suo discorso ai gruppi e un’ora dopo lo pronuncerà in aula. A quel punto, è prevista una pausa di un paio d’ore nella quale i parlamentari appartenenti alle diverse famiglie decideranno come comportarsi. Da una parte, a pesare saranno ovviamente le trattative in corso sul commissario da affidare all’Italia che resta il primo obiettivo di Meloni: delega pesante e vicepresidenza esecutiva. D’altra, sarà valutato l’intervento di von der Leyen perchè – viene fatto notare – una cosa è ciò che viene assicurato nei singoli incontri – inevitabilmente tarato sulle orecchie degli interlocutori – altro è ciò che viene messo nero su bianco nel discorso con il quale si chiedono i voti. In questo senso, Fratelli d’Italia valuterà sicuramente con molta attenzione ciò che sarà detto sulla transizione ecologica e verificherà, come ha già avuto modo di dire il capodelegazione Carlo Fidanza, se ci sarà il “superamento dell’approccio ideologico che ha caratterizzato la legislatura appena conclusa”. Insomma, ci si attende un segnale e a questo punto non si esclude nemmeno che alla fine si possa optare per il no, soprattutto se l’intervento dovesse essere troppo sbilanciato verso quei Verdi con i quali la presidente uscente ha stretto un accordo. Ma se sarà ufficializzato o meno dipenderà da quello che accadrà domani mattina. Nel caso di Ecr, il gruppo a cui appartiene Fratelli d’Italia, d’altra parte, si è già deciso di lasciare alle delegazioni dei vari Paesi libertà di coscienza. I belgi e i cechi guidati dal premier Petr Fiala hanno già dichiarato il loro voto a favore, così come per esempio i polacchi del Pis hanno già fatto sapere che si schiereranno per il no. E’ probabile, dunque, che se alla fine dovesse prevalere il voto contrario si decida di dichiararlo apertamente prima che si aprano le urne, mentre al contrario si potrebbe attendere di ufficializzare la decisione a cose fatte. Magari aspettando di vedere con quanti voti di scarto avverrà, o meno, l’elezione.


In questi giorni i contatti tra Meloni e von der Leyen non si sarebbero mai interrotti e dunque la trattativa viene considerata ancora aperta. Ad ogni modo, fanno notare nel partito della premier, qualsiasi decisione prenderà Giorgia Meloni sarà fatto “in nome dell’interesse nazionale”. Anche perché, ad attenderla al guado, c’è sempre l’alleato di governo, Matteo Salvini che, dopo la sentenza della Corte di giustizia europea contro la Commissione Ue per non aver concesso al pubblico un accesso sufficientemente ampio ai contratti sui vaccini per il Covid, alla vigilia del voto rilancia: “Un altro motivo per dire di no a Ursula von der Leyen”.

Vigili Fuoco, il cordoglio di Mattarella: profonda tristezza

Vigili Fuoco, il cordoglio di Mattarella: profonda tristezzaSan Paolo, 17 lug. (askanews) – “Ho appreso con profonda tristezza la notizia del decesso, durante un intervento di spegnimento di un incendio di vegetazione a Nova Siri, in provincia di Matera, del Vigile del Fuoco Coordinatore Nicola Lasalata e del Vigile del Fuoco Esperto Giuseppe Martino. In questa dolorosa circostanza desidero esprimere a lei e al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco la mia solidale vicinanza. La prego di far pervenire ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al Capo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, Renato Franceschelli.

Mattarella a San Paolo, omaggio al Sermig e riflessione sui migranti

Mattarella a San Paolo, omaggio al Sermig e riflessione sui migrantiSan Paolo, 17 lug. (askanews) – “Siamo tutti un po’ migranti”. La riflessione che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronuncia al Museo dell’Immigrazione di San Paolo è quasi inevitabile di fronte a un pezzo di storia di un paese, il Brasile, che mentre tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX l’Europa versava in condizioni di povertà e fame, sviluppò politiche di immigrazione per superare la mancanza di manodopera nelle piantagioni di caffè. Una storia che coinvolge milioni di immigrati provenienti dall’Europa, dal Medio Oriente e dall’Asia ma soprattutto una storia che parla italiano. Iniziata nel 1874 con lo sbarco, di cui ricorre il 150mo anniversario quest’anno, dei primi lavoratori provenienti da Genova a bordo del vapore Sofia. I loro discendenti oggi a San Paolo rappresentano la comunità italiana più numerosa del Brasile.


È forte l’influenza italiana nel quartiere Mooca, dove sorge il museo visitato da Mattarella insieme alla figlia Laura, nella terza tappa della sua visita di stato in Brasile. Ospitato nell’edificio della Hospedaria de Imigrantes – attivo fino al 1978 – dove gli immigrati trascorrevano un periodo massimo di otto giorni prima di dirigersi alla loro destinazione finale in Brasile, il museo è una Ellis Island brasiliana a tutti gli effetti. La maggior parte dei migranti, che giungevano qui in treno dal porto più vicino, era italiana: sulle mura del corridoio di ingresso del museo sono ancora ben visibili le istruzioni per quanti arrivavano in cerca di lavoro e fortuna. Ma nel museo sono custodite le tracce di un processo migratorio che ha caratterizzato la storia dell’umanità da sempre. Come la teca dove sono conservati i passaporti di migranti di sedici diverse nazionalità. La guida del museo spiega a Mattarella che a fronte di quanti sono arrivati in Brasile, anche tanti brasiliani sono emigrati. “Siamo tutti un po’ migranti”, è il commento del presidente. Adiacente al museo, sorge l’Arsenale della Speranza del Sermig, il Servizio missionario giovani, che da 28 anni ogni giorno accoglie 1.200 uomini di strada, i cosiddetti “moradores de rua”, giovani e adulti in difficoltà per la mancanza di una casa, di una famiglia o per problemi di alcol e droga: qui possono trovare non solo un pasto, un posto dove dormire e assistenza medica ma anche una biblioteca con centinaia di libri. L’accoglienza che gli ospiti, i volontari e i sostenitori del centro riservano al presidente Mattarella è calorosa: applausi, cori di “Bem vindo presidente” e uno sventolare incessante di bandierine con la bandiera italiana e quella brasiliana realizzate in occasione della visita del capo dello Stato italiano. Qui Mattarella telefona al fondatore del Sermig, Ernesto Olivero, che qualche giorno prima di partire il capo dello Stato aveva visitato privatamente a Torino.


“Avrei voluto essere lì con voi ma non mi è stato possibile, sono presente con la preghiera e il cuore”, dice Olivero in un video proiettato durante la visita. L’Arsenale della speranza “vuole dare a tutti l’opportunità di vivere con dignità, con il grande desiderio che accada la stessa cosa nel resto del mondo. Non è un sogno, e possibile. Grazie di essere venuto a vedere con i suoi occhi quello che le avevo raccontato in Italia”. Mattarella omaggia “la lezione di umanità” dell’Arsenale di Torino, di San Paolo e di quello in Giordania. Una lezione “che serve a chiunque mantenere con sé e portare e custodire. Grazie per quello che fate e per quello che avviene qui”. Una lezione che dimostra come “ciascuna persona – ciascun uomo, ciascuna donna – rappresenta un patrimonio irripetibile, unico al mondo. E non c’è nessuno, nessuna persona che sia mai perduta davvero”.

Ciclismo, Carapaz vince al Tour de France, Pogacar in giallo

Ciclismo, Carapaz vince al Tour de France, Pogacar in gialloRoma, 17 lug. (askanews) – L’ecuadoriano Richard Carapaz trionfa in solitaria nell’arrivo in salita a Superdevoluy, diciassettesima tappa del Tour de France e, dopo la maglia gialla indossata a inizio Tour, si toglie anche un’altra soddisfazione, vincendo la prima frazione della carriera alla Grande Boucle. Per Carapaz, infatti, è la prima vittoria di tappa al Tour de France. Carapaz, campione olimpico in carica e vincitore del Giro d’Italia nel 2019, aveva indossato la maglia gialla nella quarta tappa di questa edizione. Così è diventato anche il primo corridore dell’Ecuador a vincere una frazione nella corsa gialla. Decisivo il suo strappo sul Col du Noyer. Alle sue spalle Simon Yates a 37″, Enric Mas terzo. Pogacar attacca anche oggi, ma viene ripreso e mantiene la maglia gialla. Nel finale guizzo di Evenepoel. Il belga giunge con 7’13” di ritardo da Carapaz, ma con qualche secondo in meno rispetto a Pogacar e Vingegaard. Nel finalo lo sloveno è voluto ripartire in faccia al capitano della Visma

G7 Commercio, Tajani: successo per Italia, temi Omc e resilienza

G7 Commercio, Tajani: successo per Italia, temi Omc e resilienzaVilla San Giovanni, 17 lug. (askanews) – “Il vertice G7 del Commercio si chiude con grande soddisfazione da parte di tutti. Abbiamo approvato la dichiarazione finale all’unanimità, un documento che rappresenta una forte presa di posizione sulle politiche commerciali e su come favorire un commercio equo”, è “un successo per l’Italia”. Con queste parole il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aperto la conferenza stampa finale del G7 del Commercio che si è svolto a Reggio Calabria e Villa San Giovanni il 16 e 17 luglio, il terzo in questo formato. Al centro della riunione, le crisi internazionali e le loro ripercussioni sul commercio mondiale, la resilienza delle economie globali, la riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), l’uso delle nuove tecnologie, la crescita economica e la sostenibilità ambientale e il dialogo con il mondo delle imprese e con i Paesi terzi, sempre nell’ottica di creare un ambiente favorevole all’internazionalizzazione delle aziende italiane.


La riforma dell’Omc è stata al centro dei colloqui del G7 del commercio, perché l’Organizzazione “deve avere regole adatte” all’attuale situazione che è cambiata, le attuali norme sono “obsolete”, ha spiegato Tajani sottolineando che “noi lavoriamo per ridurre la presenza di dazi, a meno che non siano indispensabili per garantire la reciprocità”. Temi che sono stati ripresi nella Dichiarazione finale pubblicata al termine della riunione dei ministri presenti che si sono confrontati in diverse sessioni nel resort Altafiumara, a Santa Trada. I ministri hanno discusso “le modalità di riforma e rafforzamento del sistema commerciale multilaterale, con al centro l’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc)” e del rafforzamento della “cooperazione rispetto alle sfide comuni, sulla base dei risultati del Vertice del G7 tenutosi in Puglia”, si legge nel testo. “Per rispondere” alle sfide globali “ci impegniamo a dedicare i nostri sforzi al mantenimento di un sistema commerciale multilaterale libero ed equo, basato su regole e orientato al mercato, nonché a rafforzare la resilienza e la sicurezza economica”.


“Ribadiamo l’importanza di promuovere il commercio internazionale in quanto motore di crescita, benessere e sviluppo – prosegue la Dichiarazione – – Intendiamo rafforzare l’impegno volto a mantenere le economie nazionali aperte e competitive e a promuovere il commercio e gli investimenti liberi ed equi, coinvolgendo i nostri partner a livello globale, incluso in regioni quali l’Indo-Pacifico, l’America Latina e l’Africa”. Nel testo vengono più volte ricordate le conseguenze delle “persistenti minacce globali, in particolare la guerra illegittima di aggressione intrapresa dalla Russia nei confronti dell’Ucraina, ivi compresi i suoi continui tentativi di interrompere il commercio marittimo nel Mar Nero, e i ripetuti attacchi Houthi alle navi commerciali in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden”, che “hanno posto in evidenza quanto sia cruciale intervenire per ovviare alle vulnerabilità delle catene di approvvigionamento mondiali, delle rotte marittime, dei porti e dei flussi commerciali”.


“Stiamo rafforzando la resilienza economica anche tramite la costruzione di catene di approvvigionamento resilienti e affidabili, perfezionando i nostri strumenti per dissuadere e contrastare le pratiche illecite, compresa la coercizione economica, e per salvaguardare le tecnologie critiche ed emergenti che potrebbero essere utilizzate per ledere la pace e la sicurezza internazionale”, prosegue la Dichiarazione. Altro tema centrale, sottolineato anche dal ministro, quello della riforma dell’Omc: “Rimaniamo uniti nell’impegno a favore di un sistema commerciale multilaterale basato su regole, orientato al mercato, libero e giusto, aperto, equo, sostenibile, inclusivo e trasparente, che abbia come proprio centro l’Organizzazione mondiale del commercio” e si sottolinea che “sulla scia dei leader del G7, accogliamo con favore, in particolare, la decisione di mantenere la moratoria sui dazi doganali applicati alle trasmissioni elettroniche fino alla 14esima riunione ministeriale e ribadiamo il nostro sostegno a un divieto permanente”.


Al G7 del Commercio, ha poi aggiunto il vicepremier, sono stati “tutti soddisfatti per l’organizzazione e le presenze” anche “per i ministri di paesi esterni, perché siamo convinti che il G7 non deve essere una torre d’avorio ma un organismo che si apre agli altri”. Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti di Kenya, Brasile, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Turchia, India, Cile, oltre all’Omc, l’Osce e l’Ue, con il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis che ha sottolineto come il forum di confronto in Calabria sia stato “fondamentale per i partner che la pensano allo stesso modo per discutere le modalità per garantire un sistema commerciale globale forte ed equo e affrontare i problemi”. Dopo il summit di Borgo Egnazia, ha dichiarato ancora Tajani, l’Italia “è tornata al centro del dibattito della politica economica”, inoltre, questo è “il primo evento internazionale a partecipazione americana dopo l’attentato a Trump”. “Durante i dibattiti era rappresentato il 54% del Pil mondiale e il 34% della popolazione mondiale – ha aggiunto – ed è stato coinvolto anche il B7, non accadeva in altre occasioni, prima della presidenza italiana, che ci si confrontasse direttamente con il mondo delle imprese dei Paesi industrializzati”. Il ministro degli Esteri ha spiegato anche che la Calabria è stata scelta per ospitare il vertice “per accendere i riflettori su una regione dove non si era mai svolto un vertice internazionale e per prestare attenzione a una regione che merita di crescere. Avendo il più grande porto italiano, quello di Gioia Tauro, può essere un punto di riferimento per il commercio internazionale”, ha aggiunto. Nelle due giornate di vertice i ministri e gli altri partecipanti hanno anche “discusso di Indo-pacifico, una regione dove c’è sempre maggiore presenza italiana” anche grazie “all’Amerigo Vespucci, a Tokyo, e alla portaerei Cavour, un segnale politico a favore della libertà di circolazione”, ha spiegato Tajani ribadendo la soddisfazione anche per la Dichiarazione della presidenza G7, ribattezzata “Dichiarazione Calabria”, che ha un “peso politico molto importante”. Prima di passare alle domande, che hanno spaziato anche sui temi di politica interna ed europea, Tajani ha voluto ricordare che l’Italia ha “guadagnato una posizione rispetto alla Corea del Sud nella classifica degli esportatori mondiali. Anche se rappresentiamo soltanto il 2% del Pil mondiale, abbiamo penetrazioni di mercato in cinque macrocategorie dove superiamo il 5% con punte del 10%”. L’export italiano ha toccato quota 626 miliardi e “continueremo a lavorare in questa direzione” e il “prossimo obiettivo sarà attaccare l’italian sounding” per conquistare le quote di mercato che hanno voglia di Italia nel mondo. (di Daniela Mogavero).

Mattarella al museo Mocca a San Paolo in Brasile: siamo tutti un po’ migranti

Mattarella al museo Mocca a San Paolo in Brasile: siamo tutti un po’ migrantiSan Paolo, 17 lug. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, ha visitato il Museo dell’immigrazione nel quartiere Mocca di San Paolo. L’edificio che ospita il museo è l’albergo – attivo fino al 1978 – dove gli immigrati trascorrevano un periodo massimo di otto giorni prima di dirigersi alla loro destinazione finale in Brasile, una sorta di Ellis Island brasiliana. La maggior parte dei migranti, che giungevano qui in treno dal porto più vicino, era italiana: sulle mura del corridoio di ingresso del museo infatti sono ancora ben visibili le istruzioni per quanti arrivavano. “Siamo tutti un po’ migranti”, ha commentato Mattarella di fronte alla teca che conserva i passaporti di migranti di sedici diverse nazionalità.

Mattarella a museo Mocca a San Paolo: siamo tutti un po’ migranti

Mattarella a museo Mocca a San Paolo: siamo tutti un po’ migrantiSan Paolo, 17 lug. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, ha visitato il Museo dell’immigrazione nel quartiere Mocca di San Paolo. L’edificio che ospita il museo è l’albergo – attivo fino al 1978 – dove gli immigrati trascorrevano un periodo massimo di otto giorni prima di dirigersi alla loro destinazione finale in Brasile, una sorta di Ellis Island brasiliana. La maggior parte dei migranti, che giungevano qui in treno dal porto più vicino, era italiana: sulle mura del corridoio di ingresso del museo infatti sono ancora ben visibili le istruzioni per quanti arrivavano.


“Siamo tutti un po’ migranti”, ha commentato Mattarella di fronte alla teca che conserva i passaporti di migranti di sedici diverse nazionalità.

Come la transizione digitale sta cambiando il mondo del lavoro

Come la transizione digitale sta cambiando il mondo del lavoroRoma, 17 lug. (askanews) – Questa mattina presso la Sala del Cenacolo – Complesso di Vicolo Valdina della Camera dei Deputati, si è svolto l’incontro “Italia comunità digitale. I lavori del futuro”. L’appuntamento è stato organizzato dalla Consulta delle Fondazioni del Lazio, in collaborazione con Acri e Fondo per la Repubblica Digitale Impresa Sociale, per riflettere sull’impatto che la transizione digitale sta avendo sul mondo del lavoro, di oggi e di domani.


Sono intervenuti l’on. Paolo Trancassini, Questore della Camera dei Deputati, Gabriella Sarracco, Presidente Consulta delle Fondazioni del Lazio, Giovanni Azzone, Presidente Acri, Maria Ida Germontani, già Senatrice della Repubblica; Daria Perrotta, Presidente del Comitato di Indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale; Diego Ciulli, Head of Government Affairs and Public Policy Google Italy; Cristina Pozzi, co-Fondatrice e CEO Edulia; Luigi Capello, Ceo Zest; Giovanni Fosti, Presidente Fondo per la Repubblica Digitale Impresa Sociale; Shalini Kurapati, Ad Clearbox AI. La moderazione è stata curata da Giorgio Zanchini, giornalista Rai Radio 1. Per Giovanni Azzone, presidente di Acri “Oggi si chiude un viaggio che ha toccato diversi territori del nostro Paese. L’abbiamo chiamato ‘Italia comunità digitale’, perché siamo convinti che di fronte alla transizione digitale, la vera sfida sia riuscire a non aggravare le disuguaglianze esistenti, ma, al contrario, a creare nuove opportunità per tutti. Per i ragazzi che rischiano di abbandonare la scuola e per i Neet che non studiano e non lavorano per le organizzazioni del Terzo settore, per favorire la competitività territoriale e diffondere l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. In questa partita, le Fondazioni di origine bancaria possono contribuire a fare in modo che le nuove competenze necessarie per entrare e rimanere competitivi nel mondo del lavoro siano veramente alla portata di tutti. Il Fondo per la Repubblica Digitale è un positivo caso di partenariato Pubblico-Privato sociale che va proprio in questa direzione”.


“Anche le Fondazioni di origine bancaria del Lazio partecipano all’iniziativa nazionale Fondo per la Repubblica Digitale, promossa da Acri, perché la trasformazione digitale in atto già oggi sta impattando profondamente sul mondo del lavoro e in maniera estremamente rapida lo farà ancora nei prossimi anni. C’è quindi un bisogno impellente di nuove competenze: tanto per chi deve ancora entrare nel mondo del lavoro, quanto per chi è già attivo e necessita di aggiornarsi. A questa nuova domanda di formazione non tutti saranno in grado di rispondere autonomamente. Come Fondazioni di origine bancaria abbiamo avvertito la responsabilità di dover aiutare chi rischia di rimanere escluso da questa trasformazione. Per questo aderiamo, insieme alle Fondazioni di tutta Italia, al Fondo per la Repubblica Digitale: che sta mettendo in campo un vasto programma di corsi gratuiti volti a offrire le competenze digitali indispensabili per il mondo del lavoro di oggi e di domani” dichiara Gabriella Sarracco, presidente della Consulta tra le Fondazioni del Lazio e della Fondazione Cariciv. Per Giovanni Fosti, Presidente del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale: ½Con l’appuntamento di questa mattina a Roma dedicato ai lavori del futuro, si conclude il primo ciclo di eventi organizzati in collaborazione con il Fondo, nato da un partenariato tra Governo e Fondazioni di origine bancaria. Il Fondo vuole accrescere le competenze digitali di base e avanzate per non lasciare indietro nessuno e realizzare una società più giusta ed equa. Nei prossimi mesi e anni proseguiremo a pubblicare bandi, selezionare e sostenere progetti e creare contenuti di valore per tutti».


Il Fondo per la Repubblica Digitale è una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dall’FNC (Fondo Nazionale Complementare). Il Fondo – in via sperimentale per gli anni 2022-2026 – stanzia un totale di 350 milioni di euro ed è alimentato da versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria. Operativo dalla fine del 2022, il Fondo – tramite l’impresa sociale costituita da Acri, che ne è il soggetto attuatore – ha lanciato i primi quattro bandi, attraverso i quali sono stati selezionati e sostenuti 76 percorsi di formazione gratuiti che forniscono le competenze digitali indispensabili, per favorire l’accesso a nuove opportunità lavorative a NEET, donne, disoccupati e inoccupati, lavoratori a rischio disoccupazione causa automazione. Si tratta di un campione significativo per valutare puntualmente l’impatto dei percorsi formativi finanziati – in termini di competenze acquisite e di posti di lavoro creati – affinché le Fondazioni possano “consegnarli” al Governo, quali pratiche efficaci per immaginare future politiche nazionali. Per maggiori informazioni fondorepubblicadigitale.it. La Consulta delle Fondazioni del Lazio riunisce:Fondazione Nazionale delle Comunicazioni, Fondazione Carivit, Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia e Fondazione Varrone Cassa di Risparmio di Rieti.

Trasporti, domani sciopero nazionale di 4 ore per bus e metro

Trasporti, domani sciopero nazionale di 4 ore per bus e metroRoma, 17 lug. (askanews) – “Domani sciopero nazionale di 4 ore di lavoratrici e lavoratori del trasporto pubblico locale per il rinnovo del contratto nazionale Autoferrotranvieri ed Internavigatori”. A riferirlo la Filt Cgil sulla protesta indetta unitariamente a Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna, sottolineando che “lo sciopero interesserà bus urbani e extraurbani, tram, metro e ferrovie metropolitane ed è organizzato nel rispetto delle fasce di garanzia e con modalità stabilite a livello territoriale”.


Nelle principali città mezzi pubblici del servizio urbano fermi a Milano dalle 8:45 alle 12:45, a Torino dalle 18 alle 22, a Genova dalle 11:45 alle 15:45, a Venezia dalle 19:30 alle 23:30, a Bologna dalle 11 alle 15, a Firenze dalle 18 alle 22, a Roma dalle 8:30 alle 12:30, a Napoli dalle 11:30 alle 15:30. “Il rinnovo del Ccnl – spiega la Federazione dei Trasporti della Cgil – la cui trattativa è stata interrotta per l’atteggiamento non costruttivo delle associazioni datoriali, è un diritto irrinunciabile per restituire dignità a tutti gli autoferrotranvieri ed è il primo elemento indispensabile allo sviluppo del trasporto pubblico nell’interesse di lavoratrici, lavoratori, cittadini e per una crescita sostenibile del Paese. Un settore quello del trasporto pubblico locale, caratterizzato da un crescente deterioramento delle condizioni lavorative e retributive, dalla conseguente e strutturale carenza negli organici aziendali, da episodi di aggressioni fisiche e verbali, sempre più diffusi ai danni degli operatori front line, dalla cronica difficoltà nel reperire nuovi conducenti e altre figure specializzate, dal rischio sempre più tangibile della riduzione dei servizi”.


“Inoltre è importante – sottolinea infine la Filt Cgil – rinnovare il contratto in tempi rapidi anche in vista di eventi importanti come il Giubileo e le Olimpiadi invernali che impatteranno notevolmente sulla mobilità e contestualmente serve un impegno concreto da parte del Governo e delle forze politiche per finanziare il Fondo nazionale dei trasporti”.

Usa, Elon Musk annuncia trasferimento di X e SpaceX in Texas

Usa, Elon Musk annuncia trasferimento di X e SpaceX in TexasNew York, 17 lug. (askanews) – Il fondatore e Ceo di Tesla ha detto martedì che trasferirà le sedi della piattaforma social X e della compagnia aerospaziale SpaceX, dalla California in Texas. Le mosse arrivano pochi giorni dopo aver appoggiato Donald Trump come presidente.


Le decisioni di Musk fanno seguito alla mossa del governatore democratico della California Gavin Newsom, di firmare una nuova legge che mira a impedire alle scuole di divulgare informazioni alle famiglie se i loro figli si identificano come gay o transgender, senza chiedere prima il consenso degli studenti. “Ho chiarito al governatore Newsom circa un anno fa che leggi di questo tipo avrebbero costretto le famiglie e le aziende a lasciare la California per proteggere i propri figli”, ha detto Musk. L’imprenditore ha annunciato che SpaceX si trasferirà dal suo quartier generale da Hawthorne, in California, in un’area del Texas vicino Brownsville dove SpaceX ha ampliato il suo sito di produzione e lancio di satelliti e razzi.


X, invece trasferirà la sua sede da San Francisco ad Austin, in Texas. “Ne ho abbastanza di schivare bande di tossicodipendenti violenti solo per entrare e uscire dall’edificio”, ha detto Musk a proposito della situazione della città.