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Fs, lancia il collegamento notturno in treno Roma-Vienna

Fs, lancia il collegamento notturno in treno Roma-ViennaRoma, 10 set. (askanews) – Ferrovie dello stato insieme alla austriaca Obb lancia il collegamento notturno in treno da Roma a Vienna. Il viaggio inizierà alle 17.30. Si arriverà alle 9.00 a Vienna oppure a Monaco di Baviera alle 9.30. Sono previste fermate a Firenze Santa Maria Novella, Bologna Centrale, Villaco, Klagenfurt, Leoben, Bruck an der Mur. Il treno, che avrà cadenza quotidiana, è stato inaugurato oggi alla stazione Tiburtina. Si tratta del primo treno con cuccette nuove dopo diverso tempo, ha spiegato l’ad di Trenitalia, Luigi Corradi che ha sottolineato come la richiesta di treni notturni sia in aumento. Il primo treno partirà questa sera da Roma con una corsa inaugurale. Le carrozze arrivate a Villaco si divideranno, una parte verso Vienna e una verso Monaco, mentre da Vienna partirà sempre questa sera la prima corsa commerciale. Il treno da Vienna incontrerà a Villaco quello da Monaco e i due treni si uniranno fino a Roma. All’inaugurazione il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini e l’ad di Fs, Stefano Donnarumma.

Strage nel Perugino: padre, madre e figlia uccisi in un casolare

Strage nel Perugino: padre, madre e figlia uccisi in un casolareMilano, 10 set. (askanews) – Tre persone sono state trovate morte in un un casolare di Fratticiola Selvatica, località in provincia di Perugia. Secondo quanto riferito dalla polizia, intervenuti sul posto in tarda mattinata, le vittime appartengono allo stesso nucleo familiare: si tratta di un uomo, classe 1955, della coniuge, classe 1958, e della figlia della coppia, classe 1985.


Ad allertare i poliziotti è stato il fidanzato della ragazza che, non riuscendo a mettersi in contatto con lei, si è recato nell’abitazione dove, all’interno del giardino, ha trovato i corpi senza vita dei tre familiari. Sul posto sono intervenuti il pm di Perugia, personale della Squadra Volanti, della Squadra Mobile e del Gabinetto provinciale della Polizia Scientifica, personale sanitario del 118 ed il medico legale. Dai primi approfondimenti è emerso che le tre vittime sono state uccise da colpi d’arma da fuoco: un fucile è stato rintracciato vicino al cadavere del 69enne. Sono in corso le indagini per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Rai, opposizioni: no a nuovi vertici prima di riforma governance

Rai, opposizioni: no a nuovi vertici prima di riforma governanceRoma, 10 set. (askanews) – “Le opposizioni sono indisponibili a rinnovare il Cda Rai in assenza della riforma della governance”. È quanto emerge al termine dell’incontro di tutti i capigruppo di opposizione in commissione di vigilanza Rai.


“Come abbiamo già dichiarato il 6 agosto – sottolineano Stefano Graziano (Pd), Dario Carotenuto (M5s), Maria Elena Boschi (Iv), Angelo Bonelli (Avs), Giuseppe De Cristofaro (Avs), Maria Stella Gelmini (Azione) – invitiamo la maggioranza a lavorare subito alla riforma della governance Rai recependo le nuove disposizioni europee per la libertà dei media. Il recepimento del media Freedom act nel nostro Paese è fondamentale proprio in relazione al futuro della Rai considerato che, quand’anche la maggioranza nominasse i nuovi vertici con gli attuali criteri, entro agosto 2025, comunque bisognerebbe procedere ad una revisione della normativa per evitare di andare in infrazione: altro che riduzione del canone il mancato intervento avrebbe effetti diretti sull’aumento delle tasse”. “Per queste ragioni – proseguono i capogruppo delle opposizioni che si sono incontrati oggi alla Camera – rivolgiamo un invito a tutte le forze politiche a procedere ad un confronto in commissione per una riforma organica della governance della Rai nella direzione del Media freedom act prima di procedere alla nomina dei nuovi vertici. Si tratta di una sfida dalla quale nessuno può sottrarsi”.

Bce, dopo il calo dell’inflazione per giovedì è atteso nuovo taglio ai tassi

Bce, dopo il calo dell’inflazione per giovedì è atteso nuovo taglio ai tassiRoma, 10 set. (askanews) – Con l’inflazione che continua a moderarsi e la crescita economica in rallentamento, nell’eurozona sembrano esserci le condizioni per sbloccare un nuovo taglio dei tassi di interesse di riferimento da parte della Bce. Domani e giovedì mattina torna a riunirsi il Consiglio direttivo dell’istituzione monetaria. Le decisioni operative verranno comunicate alle 14 e 15 di giovedì e, mezz’ora dopo, la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa.


L’attesa prevalente tra analisti e osservatori è che dopo la pausa di luglio la Bce proceda a un nuovo ritocco al ribasso dei tassi, come quello operato a giugno, il primo da molti anni a questa parte. Per l’imminente decisione e soprattutto per le prospettive future un elemento rilevante sarà rappresentato dall’aggiornamento delle previsioni su crescita economica e inflazione, che l’istituzione pubblicherà contestualmente al comunicato sui tassi. Gli analisti di Ing si attendono limature alle stime di crescita – tre mesi fa indicate al più 0,9% per quest’anno, 1,4% sul prossimo e 1,6% sul 2026 – e una sostanziale conferma di quelle di inflazione: 2,5% quest’anno, 2,2% nel 2025 e 1,9% nel 2026 (sotto l’obiettivo formale della Bce del 2%).


Va poi ricordato che in base alla revisione del quadro operativo (operational framework) decisa lo scorso marzo, dal 18 settembre si ridurrà il “corridoio dei tassi”. Un elemento tecnico rappresentato dal differenziale tra i vari indicatori ufficiali stabiliti dalla Bce. Da quando l’istituzione ha cominciato, dopo la crisi finanziaria del 2008-2009, a effettuare massicce immissioni di liquidità supplementari nel sistema, di fatto il tasso di riferimento è via via diventato sempre più quello sui depositi (Drf, attualmente al 3,75%) che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa Bce, laddove in precedenza il tasso chiave era quello sulle principali operazioni di rifinanziamento (Mro, 4,25%). Un terzo tasso riguarda le operazioni marginali (Mlf, 4,50%).


In passato, prima della crisi dello scorso decennio, il corridoio dei tassi era stato piuttosto ampio (circa 200 punti base), attualmente è limitato a 75 punti base e dal 18 settembre verrà ulteriormente ridotto limitando il differenziale tra tasso sui depositi e tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento a 15 punti base (rispetto agli attuali 50) e mantenendo quello tra operazioni marginali e operazioni principali a 25 punti base. L’auspicio della Bce è che il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento riguadagni rilevanza, lentamente e nel corso degli anni però, data la persistenza delle liquidità in eccesso. Nella decisione presa a marzo, la Bce ha ribadito che intende continuare “a indirizzare l’orientamento della politica monetaria adeguando il tasso sui depositi”. Se quest’ultimo verrà tagliato di 25 punti base, per aggiustarsi al nuovo quadro operativo il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento dovrà essere ridotto di 60 punti base rispetto ai livelli attuali.


Non si può quindi escludere che per far combaciare questo nuovo quadro operativo con le decisioni che verranno assunte giovedì, le riduzioni risultino differenziate tra i vari indicatori, con il termine di decorrenza fissato proprio per il 18 settembre. Un altro elemento che pragmaticamente verrà tenuto presente dai banchieri centrali Ue, è anche il fatto che la prossima settimana successiva – proprio del giorno in cui entrerà in vigore il nuovo quadro operativo Bce – si terrà il direttorio della dalla Federal Reserve (il Fomc), la Banca centrale degli Stati Uniti. Anche qui è atteso un primo taglio dei tassi di riferimento sul dollaro, la cui entità resta poco chiara. Nell’esaltato clima da campagna elettorale per le presidenziali, si sono viste non poche pressioni mediatiche sulla banca centrale Usa affinché operi un taglio aggressivo. Tuttavia diversi osservatori ritengono che l’istituzione eviterà di farsi tirare dalla giacca e si limiterà, sempre che riduca i tassi, a un classico taglio da 25 punti base. Dalla Bce “ci aspettiamo un taglio di 25 punti percentuali del tasso di deposito questa settimana, seguito da un altro a dicembre. I rischi sono orientati verso un ulteriore allentamento nei prossimi mesi”, sostiene Nadia Gharbi, economista di Pictet Wealth Management. “L’indebolimento delle prospettive di crescita degli Stati Uniti e del mondo e un taglio della Fed superiore alle attese potrebbero aumentare la pressione sulla Bce – avverte – affinché faccia di più di quanto attualmente previsto”. Su questa base sono attese ulteriori riduzioni dei costi sui nuovi mutui, così come sulle rate dei mutui a tasso variabile. Una dinamica che in Italia sta proseguendo lentamente, ma assieme a una continua contrazione dei prestiti bancari: meno 1,6% su base annua a luglio, secondo l’ultima statistica della Banca d’Italia, un calo analogo al mese precedente. La debolezza del credito bancario riflette la forte stretta su tassi e nuove liquidità precedentemente operata dalla Bce in risposta alla impennata inflazionistica. Sempre in Italia, a luglio la contrazione dei prestiti alle famiglie si è smorzata al meno 0,6 per cento sui dodici mesi, mentre il calo del credito alle società non finanziarie si è accentuato al meno 3,9 per cento. I tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 3,94 per cento, dal 4,02 di giugno. Il tasso sulle nuove erogazioni di credito al consumo è invece salito al 10,51 per cento, dal 10,29 nel mese precedente. Infine, i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,27 per cento, praticamente analoghi al 5,26 nel mese precedente. (di Roberto Vozzi).

Bce, dopo calo inflazione atteso nuovo taglio ai tassi giovedì

Bce, dopo calo inflazione atteso nuovo taglio ai tassi giovedìRoma, 10 set. (askanews) – Con l’inflazione che continua a moderarsi e la crescita economica in rallentamento, nell’eurozona sembrano esserci le condizioni per sbloccare un nuovo taglio dei tassi di interesse di riferimento da parte della Bce. Domani e giovedì mattina torna a riunirsi il Consiglio direttivo dell’istituzione monetaria. Le decisioni operative verranno comunicate alle 14 e 15 di giovedì e, mezz’ora dopo, la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa.


L’attesa prevalente tra analisti e osservatori è che dopo la pausa di luglio la Bce proceda a un nuovo ritocco al ribasso dei tassi, come quello operato a giugno, il primo da molti anni a questa parte. Per l’imminente decisione e soprattutto per le prospettive future un elemento rilevante sarà rappresentato dall’aggiornamento delle previsioni su crescita economica e inflazione, che l’istituzione pubblicherà contestualmente al comunicato sui tassi. Gli analisti di Ing si attendono limature alle stime di crescita – tre mesi fa indicate al più 0,9% per quest’anno, 1,4% sul prossimo e 1,6% sul 2026 – e una sostanziale conferma di quelle di inflazione: 2,5% quest’anno, 2,2% nel 2025 e 1,9% nel 2026 (sotto l’obiettivo formale della Bce del 2%).


Va poi ricordato che in base alla revisione del quadro operativo (operational framework) decisa lo scorso marzo, dal 18 settembre si ridurrà il “corridoio dei tassi”. Un elemento tecnico rappresentato dal differenziale tra i vari indicatori ufficiali stabiliti dalla Bce. Da quando l’istituzione ha cominciato, dopo la crisi finanziaria del 2008-2009, a effettuare massicce immissioni di liquidità supplementari nel sistema, di fatto il tasso di riferimento è via via diventato sempre più quello sui depositi (Drf, attualmente al 3,75%) che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa Bce, laddove in precedenza il tasso chiave era quello sulle principali operazioni di rifinanziamento (Mro, 4,25%). Un terzo tasso riguarda le operazioni marginali (Mlf, 4,50%).


In passato, prima della crisi dello scorso decennio, il corridoio dei tassi era stato piuttosto ampio (circa 200 punti base), attualmente è limitato a 75 punti base e dal 18 settembre verrà ulteriormente ridotto limitando il differenziale tra tasso sui depositi e tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento a 15 punti base (rispetto agli attuali 50) e mantenendo quello tra operazioni marginali e operazioni principali a 25 punti base. L’auspicio della Bce è che il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento riguadagni rilevanza, lentamente e nel corso degli anni però, data la persistenza delle liquidità in eccesso. Nella decisione presa a marzo, la Bce ha ribadito che intende continuare “a indirizzare l’orientamento della politica monetaria adeguando il tasso sui depositi”. Se quest’ultimo verrà tagliato di 25 punti base, per aggiustarsi al nuovo quadro operativo il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento dovrà essere ridotto di 60 punti base rispetto ai livelli attuali.


Non si può quindi escludere che per far combaciare questo nuovo quadro operativo con le decisioni che verranno assunte giovedì, le riduzioni risultino differenziate tra i vari indicatori, con il termine di decorrenza fissato proprio per il 18 settembre. Un altro elemento che pragmaticamente verrà tenuto presente dai banchieri centrali Ue, è anche il fatto che la prossima settimana successiva – proprio del giorno in cui entrerà in vigore il nuovo quadro operativo Bce – si terrà il direttorio della dalla Federal Reserve (il Fomc), la Banca centrale degli Stati Uniti. Anche qui è atteso un primo taglio dei tassi di riferimento sul dollaro, la cui entità resta poco chiara. Nell’esaltato clima da campagna elettorale per le presidenziali, si sono viste non poche pressioni mediatiche sulla banca centrale Usa affinché operi un taglio aggressivo. Tuttavia diversi osservatori ritengono che l’istituzione eviterà di farsi tirare dalla giacca e si limiterà, sempre che riduca i tassi, a un classico taglio da 25 punti base. Dalla Bce “ci aspettiamo un taglio di 25 punti percentuali del tasso di deposito questa settimana, seguito da un altro a dicembre. I rischi sono orientati verso un ulteriore allentamento nei prossimi mesi”, sostiene Nadia Gharbi, economista di Pictet Wealth Management. “L’indebolimento delle prospettive di crescita degli Stati Uniti e del mondo e un taglio della Fed superiore alle attese potrebbero aumentare la pressione sulla Bce – avverte – affinché faccia di più di quanto attualmente previsto”. Su questa base sono attese ulteriori riduzioni dei costi sui nuovi mutui, così come sulle rate dei mutui a tasso variabile. Una dinamica che in Italia sta proseguendo lentamente, ma assieme a una continua contrazione dei prestiti bancari: meno 1,6% su base annua a luglio, secondo l’ultima statistica della Banca d’Italia, un calo analogo al mese precedente. La debolezza del credito bancario riflette la forte stretta su tassi e nuove liquidità precedentemente operata dalla Bce in risposta alla impennata inflazionistica. Sempre in Italia, a luglio la contrazione dei prestiti alle famiglie si è smorzata al meno 0,6 per cento sui dodici mesi, mentre il calo del credito alle società non finanziarie si è accentuato al meno 3,9 per cento. I tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 3,94 per cento, dal 4,02 di giugno. Il tasso sulle nuove erogazioni di credito al consumo è invece salito al 10,51 per cento, dal 10,29 nel mese precedente. Infine, i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,27 per cento, praticamente analoghi al 5,26 nel mese precedente. (di Roberto Vozzi).

Polizia “allontanata” da piano Meloni ma palazzo Chigi smentisce

Polizia “allontanata” da piano Meloni ma palazzo Chigi smentisceRoma, 10 set. (askanews) – La sicurezza del primo piano di Palazzo Chigi – quello dell’ufficio di Giorgia Meloni e del suo staff – è un caso. Questa mattina il quotidiano ‘La Stampa’ affermava che la premier avrebbe disposto l’allontanamento degli agenti di Polizia a cui è affidata la sicurezza del Palazzo dallo spazio adiacente alla sua stanza, limitando la presenza agli agenti della sua scorta.


Fonti interne a diretta conoscenza della questione questa mattina confermavano l’indiscrezione, spiegando che l’indicazione del nuovo ‘assetto’ era stata comunicata ieri pomeriggio con un ordine di servizio. Anche Pietro Colapietro, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil, afferma di aver “verificato che le poliziotte e i poliziotti in servizio all’Ispettorato di Ps Palazzo Chigi sono stati allontanati dal piano dove si trovano gli uffici della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, probabilmente per mancanza di fiducia nei loro confronti. Meloni sul suo piano vorrebbe soltanto la scorta, ma non può essere lei a decidere chi e come deve garantire la propria sicurezza. Si tratta di una cosa gravissima, mai accaduta in questi termini nella storia della nostra Repubblica”. Da Palazzo Chigi, però, è arrivata la smentita: “Non è cambiato nulla. La polizia rimane quindi al primo piano. Non cambia il dispositivo di sicurezza”, ha spiegato il capo ufficio stampa della Presidenza del Consiglio, Fabrizio Alfano. “L’unica variazione che potrebbe aver innescato questa assurda ricostruzione – ha spiegato – è il fatto che la presidente del Consiglio ha fatto presente al direttore dell’Ispettorato di Palazzo Chigi di rivalutare la presenza di un agente di polizia destinato esclusivamente agli accompagnamenti in ascensore”. Inoltre è “priva di fondamento” la parte dell’articolo secondo cui “la sicurezza al primo piano di Palazzo Chigi sia stata affidata agli agenti di scorta del Presidente del Consiglio. La sicurezza al primo piano rimane quindi affidata agli agenti di polizia di Palazzo Chigi”. Infine, è stato precisato, il personale addetto all’anticamera non ha nulla a che vedere con la gestione della sicurezza e la sua ordinaria organizzazione è di competenza dell’amministrazione”, ha sottolineato il capo ufficio stampa di Palazzo Chigi, aggiungendo che sulla questione non è stato diffuso alcun ordine di servizio.


L’opposizione però chiede di fare chiarezza sulla vicenda. Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato e componente del Copasir, annuncia un’interrogazione e accusa: “La nostra premier vive ormai dentro una sorta di ‘sindrome del bunker’”. Per Debora Serracchiani (Pd) la premier considera “spioni” gli agenti e li “allontana” dal primo piano “perché non si fida”, ma “forse le andrebbe spiegato meglio il ruolo che con orgoglio e responsabilità svolge la Polizia”. L’esponente di Avs Filiberto Zaratti con un’interrogazione chiede che “il ministro Piantedosi spieghi al Parlamento e al Paese la notizia”. “Togliere gli agenti di polizia dall’ ascensore dedicato del Premier è un atto gravissimo – attacca Matteo Renzi -. Dimostra che Giorgia Meloni non si fida della Polizia di Stato. Offro la mia solidarietà alle donne e gli uomini della PS che hanno sempre lavorato con professionalità e il cui rigore viene messo in discussione da una Presidente del consiglio che tra un complotto e l’altro continua a vedere i fantasmi e a non occuparsi degli italiani”.

Tennis, Sinner, sul caso doping la Wada chiede un approfondimento

Tennis, Sinner, sul caso doping la Wada chiede un approfondimentoRoma, 10 set. (askanews) – Il caso doping per Jannik Sinner non è ancora chiuso. Come riferisce sempre il Corriere della Sera, l’indagine della WADA sarebbe ancora in corso. La WADA ha infatti richiesto, scrive Marco Bonarrigo, “documentazione aggiuntiva sul caso a Itia, l’agenzia indipendente che giudica i casi di doping nel tennis. Wada conferma quindi di non essersi accontentata delle quasi 50 pagine dettagliate della sentenza e di aver chiesto approfondimenti specifici, ma non vuole comunicare in che data ha ricevuto (o se ha ricevuto) la documentazione richiesta”. E in base a un comma dell’articolo 13.2 del Codice Antidoping, riservato alla WADA e non all’agenzia antidoping italiana, il termine dei 21 giorni per fare appello si calcola dal momento della ricezione del materiale aggiuntivo.


Wada, scrive il Corsera, conferma quindi di non essersi accontentata delle quasi 50 pagine dettagliate della sentenza e di aver chiesto approfondimenti specifici, ma non vuole comunicare in che data ha ricevuto (o se ha ricevuto) la documentazione richiesta. È quindi al momento impossibile sapere quando scadrà il nuovo termine per fare ricorso.

Sulle pensioni Sbarra chiede subito un tavolo di confronto complessivo

Sulle pensioni Sbarra chiede subito un tavolo di confronto complessivoCagliari, 10 set. (askanews) – Sui temi della previdenza “il governo farebbe bene ad allestire una tavolo di confronto complessivo” perché “non possiamo inseguire le uscite ferragostane o maturate sotto l’ombrellone”. Così il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a margine del Labour7 sottolineando che “agosto è stato ricco di anticipazioni e fughe in avanti. Questi temi vanno affrontati in maniera seria”. Secondo Sbarra va convocato “subito” un tavolo al ministero del Lavoro o a Palazzo Chigi per parlare della piattaforma unitaria del sindacato. Le priorità sono pensione di garanzia per i giovani, sostegno alla previdenza complementare, flessibilità in uscita. I 41 anni per noi è sono una misura importante, ma bisogna declinarla a prescindere dall’età e senza ulteriori vincoli. E poi bisogna separare assistenza e previdenza. Bisogna fare chiarezza sui costi della previdenza”. In merito all’ipotesi di allungare a 70 anni l’età pensionate nel pubblico impiego, il numero uno della Cisl ha aggiunto: “Siamo pronti a discutere nel merito, ma non obbligando e rendendo volontaria la scelta se rimanere oppure no e senza penalizzazione e vincoli ulteriori”.

Calcio, Koopmeiners alla Juve: “Coronato sogno di bambino”

Calcio, Koopmeiners alla Juve: “Coronato sogno di bambino”Roma, 10 set. (askanews) – Teun Koopmeiners è il fiore all’occhiello della campagna trasferimenti della Juventus. “Quando ero bambino seguivo sempre la Juventus – le sue parole nel giorno della presentazione – E quando finalmente è arrivata la possibilità non ho avuto nessun dubbio che c’era solo una squadra dove volevo venire e questa era proprio la Juventus. La squadra di Zinedine Zidane, Andrea Pirlo, Marchisio”.


La trattativa è stata lunga e complessa, ma alla fin Koopmeiners ha coronato il suo sogno. “C’è voluto un po’ di tempo in effetti, ma sono molto felice di essere qui. Il mondo del calcio qualche volta è difficile ed è anche un mondo dove non tutto è garantito anche per i calciatori, bisogna spesso aspettare. Ci sono cose che non si conoscono e non si sa cosa può accadere – ha aggiunto -. Però ero convinto e fiducioso che sarebbe successo, ci sono stati degli ottimi contatti tra il mio agente e il club e quindi abbiamo avuto la possibilità di parlarne con calma. Ci sono stati alti e bassi però sono sempre stato molto fiducioso e infatti alla fine sono stato molto contento che abbiamo centrato l’obiettivo. Sono molto concentrato, eccitato per quello che avverrà nelle prossime settimane e nelle prossime partite”. L’addio all’Atalanta è avvenuto tra le polemiche. Per Koopmeiners acqua passata: “Penso che la cosa più importante sia che ho trascorso dei bellissimi anni all’Atalanta e soprattutto, nell’ultima stagione, abbiamo vinto un trofeo insieme ed è stata sicuramente un’emozione speciale per me e per il club. La città è sempre stata meravigliosa nei miei confronti e anche nei confronti della mia famiglia che si è sentita sempre bene. Posso solo dire che i tre anni che ho trascorso là sono stati davvero eccezionali”. Sugli obiettivi personali: “raggiungere il maggior numero di gol o di assist ma la cosa più importante per me è la squadra. Dal primo momento che sono arrivato qua mi sono sentito parte di una famiglia ma anche sul campo mi voglio prendere la responsabilità. Ho notato che c’è un bel clima con tutti i calciatori. Ho visto che c’è fame e la giusta energia nel gruppo ed è esattamente quello che cercavo”. Sullo Scudetto. “La Juventus nella sua storia ha vinto tanti titoli ed è un nostro obiettivo. Noi dobbiamo pensare partita dopo partita, perché sono arrivati nuovi calciatori e abbiamo bisogno di conoscerci. Dobbiamo pensare all’Empoli, poi al Psv e al Napoli”.

Pensioni, Sbarra: fughe in avanti ferragostane, subito confronto

Pensioni, Sbarra: fughe in avanti ferragostane, subito confrontoCagliari, 10 set. (askanews) – Sui temi della previdenza “il governo farebbe bene ad allestire una tavolo di confronto complessivo” perché “non possiamo inseguire le uscite ferragostane o maturate sotto l’ombrellone”. Così il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a margine del Labour7 sottolineando che “agosto è stato ricco di anticipazioni e fughe in avanti. Questi temi vanno affrontati in maniera seria”. Secondo Sbarra va convocato “subito” un tavolo al ministero del Lavoro o a Palazzo Chigi per parlare della piattaforma unitaria del sindacato. Le priorità sono pensione di garanzia per i giovani, sostegno alla previdenza complementare, flessibilità in uscita. I 41 anni per noi è sono una misura importante, ma bisogna declinarla a prescindere dall’età e senza ulteriori vincoli. E poi bisogna separare assistenza e previdenza. Bisogna fare chiarezza sui costi della previdenza”. In merito all’ipotesi di allungare a 70 anni l’età pensionate nel pubblico impiego, il numero uno della Cisl ha aggiunto: “Siamo pronti a discutere nel merito, ma non obbligando e rendendo volontaria la scelta se rimanere oppure no e senza penalizzazione e vincoli ulteriori”.