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Tennis, Musetti si arrende a Djokovic, il serbo ai quarti a Miami

Tennis, Musetti si arrende a Djokovic, il serbo ai quarti a MiamiRoma, 26 mar. (askanews) – Davanti a questa versione di Novak Djokovic c’era ben poco da fare. Per il secondo anno consecutivo, Lorenzo Musetti (n. 16 ATP) saluta il Miami Open presented by Itau agli ottavi di finale. Tra gli ultimi 8, in Florida, ci va il serbo (oggi n. 5), che si impone per 62 62 giocando una delle sue migliori partite in tutto il 2025. Dopo lo 0-2 iniziale nel primo set, infatti, il trentasettenne di Belgrado ha portato a casa 12 dei 14 game successivi. Musetti ha raccolto purtroppo soltato 14 punti nei turni di risposta, punito spesso negli scambi dalle ottime geometrie del sei volte campione a Miami. Per “Nole” si avvicina un po’ di più il sogno del 100° titolo ATP in carriera. Ai quarti affronterà Sebastian Korda (n. 25).

Tennis, Matteo Berrettini ai quarti a Miami

Tennis, Matteo Berrettini ai quarti a MiamiRoma, 26 mar. (askanews) – Uno strepitoso Matteo Berrettini conquista i quarti di finale del Masters 1000 di Miami al termine di una partita emozionante finita 6-3, 7-6 contro l’australiano. L’azzurro vince agilmente il primo set ed esce vincitore dalla maratona del secondo. Va avanti di un break, si fa rimontare, annulla tre set-point col servizio e a sua volta manca tre match point in battuta. Il tie-break conclusivo lo vede scivolare 6-3, risorgere di nuovo e chiudere al quinto match-point. Ora attende l’americano Fritz.


“Questa vittoria significa tanto per me. Vuol dire aver lavorato bene in campo e fuori, ed essere felici di quello che stai facendo. Se non sono felice, non posso ottenere i risultati che voglio. Sono molto di fiero di me, del mio team, della mia famiglia. Bene così, ma punto ad arrivare ancora più in fondo” le parole a caldo dell’azzurro.

Calcio, l’Argentina umilia il Brasile 4-1 e va ai mondiali

Calcio, l’Argentina umilia il Brasile 4-1 e va ai mondialiRoma, 26 mar. (askanews) – Al Monumental di Buenos Aires, l’Argentina, senza Messi e Lautaro, festeggia l’aritmetica qualificazione ai prossimi Mondiali di calcio disintegrando il Brasile 4-1, alla quarta sconfitta nelle ultime cinque contro i rivali di sempre. La profezia alla vigilia di Raphinha (“Li batteremo, senza dubbio”) non ha fatto altro che galvanizzare i campioni del mondo in carica, dominanti dall’inizio alla fine e capaci di segnarne tre nei primi 37 minuti grazie a Julian, Enzo Fernandez e Mac Allister. Inutile il gol di Cunha, nato da un regalo di Romero. Il poker è di Giuliano Simeone, al primo centro con l’Albiceleste. Nico Paz in campo per il quarto d’ora finale. Al Brasile piovono processi sul ct Dorival Junior: la Seleçao ora è quarta e con una qualificazione ancora tutta da conquistare.

Tennis, Jasmine Paolini in semifinale a Miami

Tennis, Jasmine Paolini in semifinale a MiamiRoma, 26 mar. (askanews) – Jasmine Paolini continua a riscrivere la storia del tennis italiano: la toscana diventa infatti la prima tennista italiana a centrare la semifinale al Miami Open. La 29enne di Bagni di Lucca, n.7 del ranking e 6 del seeding, ha sconfitto la polacca Magda Linette, n.34 WTA, che negli ottavi aveva eliminato a sorpresa la statunitense Coco Gauff, n.3 del ranking e del seeding. 6-3, 6-2 i parziali per Jasmine, che in semifinale attende la numero uno al mondo Sabalenka.


“E’ stato difficile, abbiamo dovuto aspettare tante ore negli spogliatoi prima di poter scendere in campo – le parole a caldo dell’azzurra -. L’attesa è stata lunga. Comunque sono molto contenta per questa vittoria: l’ultima volta che l’avevo affrontata, a Pechino, ci avevo perso male. Lei gioca molto bene e spinge tanto: sono molto soddisfatta per come ho gestito la partita. Durante l’attesa mi sono confrontata con il mio team, ho mangiato qualcosa, ho scherzato un po’ con loro: insomma ho cercato di stemperare la tensione. Cosa dovrebbero dire i tifosi americani in semifinale per incitarmi? Forza Jasmine!”.

Scuola, Valditara: vogliamo l’arresto in flagranza di chi aggredisce i prof

Scuola, Valditara: vogliamo l’arresto in flagranza di chi aggredisce i profRoma, 26 mar. (askanews) – Nelle scuole italiane “abbiamo avuto circa 40 episodi di aggressione nei confronti del personale scolastico. Per contrastare questo fenomeno abbiamo deciso di intervenire rafforzando il valore del voto in condotta, sostituendo le vecchie sospensioni con l’attività di cittadinanza solidale, le sanzioni economiche nei confronti dei genitori che aggrediscano un docente o personale della scuola, da 500 a 10mila euro e, infine, poi l’ultima proposta che intendiamo portare in un prossimo consiglio dei ministri, l’arresto il flagranza nei confronti di chi aggredisce”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a ‘Mattino Cinque News’.

Oggi confronto Meloni-Tajani-Salvini prima del vertice di Parigi

Oggi confronto Meloni-Tajani-Salvini prima del vertice di ParigiRoma, 26 mar. (askanews) – Un “vertice”, anche in modalità ibrida, per fare il punto nel governo sulla politica estera, alla vigilia del summit dei “volenterosi” domani a Parigi. È quello voluto per questa mattina, secondo quanto riferito da fonti di governo, dalla premier Giorgia Meloni con i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini.


Non sarà un faccia a faccia per problemi di agenda (il ministro degli Esteri è a Trieste) ma Meloni vuole un chiarimento sulla linea di politica estera, dopo le tensioni causate nei giorni scorsi dalle prese di posizione e dalle mosse di Matteo Salvini, come la telefonata con il vice presidente Usa J.D. Vance. La riunione di Parigi è stata convocata da Emmanuel Macron, presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per “identificare opzioni operative, a sostegno degli sforzi americani, per raggiungere una pace solida e duratura in Ucraina, nel rispetto degli interessi di sicurezza di ucraini ed europei”. Questo “includerà la discussione del rafforzamento immediato dell’assistenza all’Ucraina, di come attuare ed estendere un cessate il fuoco, delle modalità di sostegno a lungo termine per Kiev e il suo esercito e delle garanzie di sicurezza necessarie per l’Ucraina”.


Le garanzie, in particolare, riguardano una missione di peace-keeping da schierare sul terreno in caso di un cessate il fuoco. Secondo una prima ipotesi, potrebbero esserci quattro linee di interposizione: la prima vedrebbe impegnati i caschi blu di Paesi non europei membri dell’Onu; la seconda sarebbe occupata dalle forze ucraine; la terza dai volenterosi. Agli Usa sarebbe assegnata una funzione di “backstop” oltre il confine. La premier si è sempre detta contraria a una missione europea, assicurando che l’invio di soldati italiani “non è all’ordine del giorno”, ma il coinvolgimento dell’Onu potrebbe essere decisivo per dare il via libera all’impegno italiano. Alle 18,30 Meloni è attesa alla manifestazione “Agricoltura È” prima di volare nella capitale francese.

SCci, il tris straordinario di Federica Brignone: sua anche la coppa di gigante

SCci, il tris straordinario di Federica Brignone: sua anche la coppa di giganteRoma, 25 mar. (askanews) – Federica Brignone cala il tris. Dopo la classifica generale di Coppa del Mondo e la coppa di discesa libera, la valdostana conquista anche la coppa di gigante. La quinta coppa di specialità della carriera, conquistata grazie al secondo posto nell’ultimo appuntamento stagionale a Sun Valley. A Federica bastava chiudere nelle 13 dopo la scivolata di Alice Robinson nella prima manche, ma come sempre non si è risparmiata: seconda a metà gara (con una sbavatura in fondo), Brignone ha fatto registrare il miglior crono nella seconda manche. Non è bastato, però, per la vittoria della gara che va a Lara Gut-Behrami, al centesimo podio in carriera. Completa il podio la svedese Sara Hector. Una gara oltremodo selettiva – soprattutto per le condizioni difficili neve – con sole 17 atlete che hanno concluso la gara. Oltre a Robinson, non ha concluso la gara anche Sofia Goggia. Quarta dopo la prima manche, la bergamasca è uscita nella seconda manche. Miglior risultato in carriera in Coppa del Mondo, invece, per Giorgia Collomb, quattordicesima.


 

Mossa di Meloni, sabato sarà da Calenda al congresso di Azione

Mossa di Meloni, sabato sarà da Calenda al congresso di AzioneRoma, 25 mar. (askanews) – Per fare il suo ‘debutto’ da premier a una manifestazione di un partito non di governo Giorgia Meloni ha scelto Carlo Calenda: la premier sarà sabato mattina a Roma per il congresso nazionale di Azione. L’ipotesi, dopo l’invito, circolava da qualche giorno ma oggi da Palazzo Chigi è arrivata la conferma ufficiale con un’aggiornamento dell’agenda settimanale. Se Meloni da Calenda è una prima volta, non vale lo stesso per il contrario: il segretario di Azione è stato ospite da Atreju sia nel 2024 che nel 2023. “Non ho paura, non vedo né il lupo né la tana” disse rispondendo, nel dicembre scorso, a chi gli chiedeva come si sentisse nella tana del lupo, la festa di Fdi.


“E’ stata invitata, ha accettato e interverrà”, la spiegazione ufficiale che viene data per questo appuntamento. Ma dietro la scelta della presidente del Consiglio è difficile non vedere una motivazione “politica”. In primo luogo nei confronti dell’opposizione. Calenda ha sempre rivendicato di voler fare un’opposizione “dura” e “senza sconti” ma “costruttiva”. Come avvenne già nel 2022, quando una delegazione del partito arrivò a Palazzo Chigi con una serie di contro-proposte per la messa a punto della prima manovra dell’esecutivo di centrodestra. Per venire all’attualità, un segnale in questo senso è la decisione di non firmare la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio e domani al momento del voto alla Camera i parlamentari calendiani usciranno dall’Aula. “Abbiamo criticato duramente l’operato di Nordio – ha spiegato il capogruppo Matteo Richetti – con le altre opposizioni, denunciando la totale mancanza di trasparenza sul caso Almasri. Ma al contempo abbiamo sempre detto che presentare mozioni di sfiducia è il più grande regalo alla maggioranza che si possa fare, come dimostra il caso Santanchè”. Dunque il messaggio di Meloni sarà che è possibile un dialogo tra maggioranza e opposizione, ma se si discute “nel merito” e non partendo da posizioni “ideologiche”. La scelta di Meloni, però, può avere anche una lettura interna alla maggioranza, in un momento di persistente tensione con Matteo Salvini. Al di là delle smentite di facciata, la premier – e anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani – hanno vissuto con sempre maggiore insofferenza il continuo ‘controcanto’ del vice premier leghista su Ucraina, dazi, difesa europea. Messaggi che, è l’opinione della premier, minano l’immagine di compattezza dell’esecutivo e anche la sua credibilità ai tavoli internazionali. “Aprire un canale di confronto con l’opposizione più responsabile e costruttiva – riflette un parlamentare di maggioranza – è anche un avvertimento recapitato alla Lega”.


Intanto la premier, che oggi non è stata a Palazzo Chigi, ha avuto un colloquio con il Commissario per i partenariati internazionali dell’Unione Europea Josef Sikela in visita in Italia. Tra i temi sul tavolo, lo sviluppo di collaborazioni ad ampio spettro tra l’Unione Europea e le nazioni del Vicinato meridionale e dell’Africa nonché le sinergie tra il Piano Mattei e la Strategia del Global Gateway dell’Unione Europea. Ma soprattutto Meloni prepara la missione di giovedì a Parigi, quando parteciperà al vertice dei “volenterosi” convocato da Emmanuel Macron, presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Come spiega l’Eliseo, in linea con l’iniziativa lanciata nella capitale francese il 17 febbraio e “come continuazione delle discussioni avviate con i nostri partner britannici” l’incontro “mirerà a identificare opzioni operative, a sostegno degli sforzi americani, per raggiungere una pace solida e duratura in Ucraina, nel rispetto degli interessi di sicurezza di ucraini ed europei”. Questo “includerà la discussione del rafforzamento immediato dell’assistenza all’Ucraina, di come attuare ed estendere un cessate il fuoco, delle modalità di sostegno a lungo termine per l’Ucraina e il suo esercito e delle garanzie di sicurezza necessarie per l’Ucraina”.


Le garanzie, in particolare, riguardano una missione di peace-keeping da schierare sul terreno in caso di un cessate il fuoco. Secondo una prima ipotesi, potrebbero esserci quattro linee di interposizione: la prima vedrebbe impegnati i caschi blu di Paesi non europei membri dell’Onu; la seconda sarebbe occupata dalle forze ucraine; la terza dai volenterosi. Agli Usa sarebbe assegnata una funzione di “backstop” oltre il confine. La premier si è sempre detta contraria a una missione europea, assicurando che l’invio di soldati italiani “non è all’ordine del giorno”, ma il coinvolgimento dell’Onu potrebbe essere decisivo per dare il via libera all’impegno italiano. Cosa che, comunque, non sarebbe facile far digerire a Salvini.

Franceschini propone cognome madri ai figli, dubbi alleati e ironie social

Franceschini propone cognome madri ai figli, dubbi alleati e ironie socialRoma, 25 mar. (askanews) – Dare ai figli solo il cognome della madre. E’ la proposta che Dario Franceschini, senatore del Pd, ex segretario ed ex ministro della Cultura lancia all’assemblea dei senatori Dem su un tema, quello del doppio cognome, che ha sempre fatto discutere senza mai giungere ad essere disciplinato da una legge. Di scritto c’è solo la sentenza della Corte Costituzionale del 2021 secondo la quale ogni figlio ha diritto ad un’identità che rispecchi paritariamente entrambi i genitori.


Per Franceschini “anziché creare infiniti problemi con la gestione dei doppi cognomi, dopo secoli in cui i figli hanno preso il cognome del padre, stabiliamo che dalla nuova legge prenderanno il solo il cognome della madre. E’ una cosa semplice – spiega – ed anche un risarcimento per una ingiustizia secolare che ha avuto non solo un valore simbolico ma è stata una delle fonti culturali delle disuguaglianze di genere”. Vari esponenti Pd, da Valeria Valente a Laura Boldrini fanno quadrato intorno alla proposta del collega e anche Anna Rossomando, relatrice per il Pd della legge sul doppio cognome, lo ringrazia auspicando comunque “un’ampia convergenza, anche della maggioranza, superando resistenze” sul testo in discussione. In Senato le proposte di legge all’esame della commissione Giustizia per disciplinare l’attribuzione del cognome ai figli sono quattro e portano la firma di Julia Unterberger del gruppo delle Autonomie, di Simona Malpezzi del Pd, di Alessandra Maiorino dei Cinquestelle e di Ilaria Cucchi di Alleanza Verdi e Sinistra La proposta Franceschini lascia freddi, se non apertamente ostili i possibili alleati – ad eccezione di Avs che però, con Luana Zanella, ammette che sarebbe un iter faticoso – e anche i centristi. La vice presidente dei senatori 5Stelle Alessandra Maiorino bolla l’idea del collega Dem come “una provocazione, una boutade” perchè, dice, “non si risponde a una discriminazione, sia pur millenaria, con un’altra discriminazione”. Carlo Calenda, segretario di Azione, è ironico: “Altre priorità non ne abbiamo?Boh”. E una ex parlamentare Pd ma anche attivista su questi temi come Anna Laura Concia si chiede, pur essendo in via di principio favorevole al cognome materno, “perchè fare una proposta che non verrà mai approvata, invece di proporre la scelta o il doppio cognome che invece potrebbero esserlo?”.


Dal fronte centrodestra piovono critiche. A cominciare da Matteo Salvini: “Ecco le grandi priorità della sinistra italiana: invece del doppio cognome, togliere ai bimbi il cognome del padre! Ma certo, cancelliamoli dalla faccia della terra questi papà, così risolviamo tutti i problemi… Ma dove le pensano ste idee geniali?”, attacca il segretario. Di “genialata” parla l’ex senatore leghista Simone Pillon, mentre l’attuate capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami commenta sotto il post di Franceschini: “Quindi invece del cognome del padre gli diamo il cognome del nonno…”. E poi c’è il mondo dei social. Le reazioni non sono affatto benevole e quelle più pungenti non sembrano provenire da elettori di centrodestra. “Il mondo va in fiamme e noi non ce la faremo mai. La migliore assicurazione per Meloni” scrive un utente mentre un altro osserva: “Grazie onorevole perché la destra era a corto di argomenti per buttarla in caciara e non parlare delle cose serie ed era quindi importante intervenire tempestivamente”.Delusa un’elettrice dichiarata: “Voto sinistra ma questa proposta woke è penosa”.


A metà pomeriggio i giornali di area centrodestra hanno già pronti i titoli: “Franceschini vuole cancellare i papà” scrive Il Giornale nell’edizione on line, mentre Il secolo d’Italia parla di “matriarcato Pd”.

Centrosinistra, Renzi: il candidato premier lo vedremo a tempo debito

Centrosinistra, Renzi: il candidato premier lo vedremo a tempo debitoRoma, 25 mar. (askanews) – “Il mio riferimento è chiaramente Tony Blair ma in questo momento sono tra gli italiani molto preoccupati della crisi mondiale, delle bollette che aumentano, delle pensioni che non aumentano e degli stipendi che crollano. Dunque tutta questa discussione del centrosinistra la lascio a voi addetti ai lavori e io mi preoccupo di fare proposte sul gas, sulle bollette, sugli stipendi: il resto lo vedremo a tempo debito”. Lo ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi, ospite di Bruno Vespa a Cinque minuti su Raiuno commentando l’ipotesi di Elly Schlein come futura candidata premier e rispondendo sulle affinità tra Schlein e Blair.


Quanto alle divisioni del centrosinistra sulla politica estera, Renzi ha osservato: “In questo momento al governo c’è il centrodestra, quelli che decidono sul futuro dei nostri figli non sono quelli del centrosinistra ma Meloni che due mesi fa tutti voi consideravate la grande leader ponte tra Usa e Europa e che invece è l’unica leader che ancora non si è fatta ricevere da Trump”.