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Michele Bravi racconta l’amore dei suoi nonni con tre linguaggi

Michele Bravi racconta l’amore dei suoi nonni con tre linguaggiMilano, 25 mar. (askanews) – La storia d’amore dei nonni di Michele si traduce in tre vocabolari artistici: musicale, cinematografico e letterario. L’urgenza di condividere una testimonianza potente d’amore e di speranza. “Lo ricordo io per te” è disponibile da oggi in pre order al seguente link https://michelebravi.bfan.link/loricordoioperte e da venerdì 4 aprile lo sarà su tutte le piattaforme digitali, come canzone e come cortometraggio. Quest’ultimo, che vede l’esordio alla regia per Michele Bravi, ha come protagonista Lino Banfi e Lucia Zotti. Il cortometraggio, che vede l’esordio alla regia di Michele Bravi, è scritto da Michele e vede protagonisti Lino Banfi (nel ruolo di Nonno Luigi) e Lucia Zotti (nel ruolo di Nonna Graziella). Le riprese sono ambientate nei luoghi reali della vita di Luigi e Graziella, a Città di Castello.


“Questa canzone è un luogo dove i miei nonni possono rivivere la promessa d’amore che il nonno Luigi ha fatto a nonna Graziella, quando l’Alzheimer ha cominciato a coprirle gli occhi di nebbia ed è dove i miei nonni possono ancora avere addosso il profumo di campagna e sussurrarsi un ultimo bacio, passeggiando sulla traccia dei loro anni insieme”, racconta Michele Bravi.

Quirinale, giunta Anm domani dal presidente Mattarella

Quirinale, giunta Anm domani dal presidente MattarellaRoma, 25 mar. (askanews) – Domani la giunta dell’Associazione nazionale magistrati, guidata dal presidente, Cesare Parodi, secondo quanto si apprende, sarà ricevuta alle 12 dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Si tratta del primo incontro della giunta – eletta lo scorso 8 febbraio – con il capo dello Stato che è anche presidente del Consiglio superiore della magistratura.


La giunta è composta, tra gli altri, dal presidente Parodi, dal vice presidente Marcello De Chiara, dal segretario generale, Rocco Maruotti, dal vice segretario generale, Stefano Celli. L’incontro prevede un’agenda abbastanza ampia, con il nuovo direttivo che si presenta al capo dello Stato. All’ordine del giorno, sempre secondo quanto si apprende, non ci sono ovviamente le lamentele sulla riforma della giustizia e sullo scontro magistrati politica anche se non si può escludere che di questi temi si possa parlare.

L’arte dell’ospitalità: la via italiana all’accoglienza

L’arte dell’ospitalità: la via italiana all’accoglienzaRoma, 25 mar. (askanews) – Un aperitivo al tramonto in compagnia degli amici sulla terrazza di casa, una cena speciale per vedere e commentare insieme la finale del programma del momento con i colleghi, il primo compleanno di un figlio circondati dagli affetti più cari. Queste sono solo alcune delle occasioni che ci ricordano come la casa sia, da una parte, un luogo intimo e accogliente in cui rifugiarsi dopo lunghe giornate di lavoro e, dall’altra, uno spazio in cui creare e custodire i ricordi più preziosi con le persone care. Ma qual è il valore dell’ospitalità oggi? Per alcuni è un’arte, un’occasione per accogliere e sorprendere gli ospiti; per altri, invece, una fatica a cui si rinuncia volentieri.


Per capire meglio questo fenomeno, HomeExchange, in collaborazione con Metrica Ricerche, ha condotto una survey per esplorare l’importanza dell’ospitalità per gli italiani, intervistando oltre 1000 persone. Qui di seguito, un breve riassunto dei principali risultati emersi dalla ricerca, che offre uno spaccato interessante sul rapporto degli italiani con l’ospitalità. Ospiti a cena? Dipende tutto dall’età! Quanto spesso gli italiani organizzano incontri o attività sociali a casa? Il 36% degli intervistati lo fa occasionalmente, mentre un buon 26% dichiara di farlo spesso. Guardando alle differenze geografiche, il Sud e le Isole si confermano le zone più conviviali, con il 31% che ospita di frequente. Al contrario, Nord e Centro registrano la percentuale più alta di chi non invita mai nessuno, rispettivamente con il 19% e il 18%. Ma l’aspetto più curioso riguarda lo stato d’animo di chi ospita. Il 42% degli italiani accoglie gli ospiti con entusiasmo, ma questa percentuale schizza al 53% tra i giovanissimi dai 18 ai 24 anni. Con l’aumentare dell’età, però, l’entusiasmo tende a calare: nella fascia 55-64 anni, il 16% considera l’idea di avere ospiti più un fastidio che un piacere, mentre tra i più giovani questo valore si ferma appena al 5%.


Pianificatori vs. last-minute Non tutti vivono l’ospitalità allo stesso modo. C’è chi pianifica ogni dettaglio con largo anticipo per assicurarsi che tutto sia impeccabile e chi, invece, si affida all’improvvisazione dell’ultimo minuto. Ma quanti sono i veri perfezionisti dell’accoglienza? Solo il 26% degli intervistati dichiara di organizzarsi con cura per avere la casa in ordine e preparare un banchetto perfetto. Questa percentuale sale leggermente tra i 25-35enni (31%), mentre nelle altre fasce d’età si mantiene sempre tra il 22% e il 27%. La maggior parte degli italiani, quindi, preferisce un approccio più pratico: il 62% degli intervistati tende infatti a ottimizzare il tempo, organizzando le cose in modo semplice ed efficiente. E poi ci sono i veri last-minute: nella fascia 55-64, ben il 10% ammette di fare tutto all’ultimo momento, una percentuale decisamente più alta rispetto alle altre fasce (che oscillano tra il 2% e l’8%). Un atteggiamento che potrebbe derivare dall’esperienza e da un approccio più rilassato all’ospitalità. Dall’igiene al cibo: le preoccupazioni degli italiani quando ospitano a casa Ma cosa preoccupa di più gli italiani quando devono accogliere ospiti? Su questo punto, le opinioni sono più variegate. Al primo posto c’è l’attenzione per l’igiene e la pulizia della casa, prioritaria per il 41% degli intervistati. Segue il desiderio di offrire un’ottima esperienza culinaria (26%), mentre il 16% ritiene fondamentale creare un’atmosfera accogliente e confortevole. Anche in questo caso, l’età fa la differenza: i più giovani (18-24 anni) sono i più attenti alla pulizia, con un 51% che la considera l’aspetto più importante. Gli over 65, invece, sembrano meno preoccupati da questo dettaglio (solo il 21% lo ritiene prioritario) e puntano tutto sul buon cibo, mettendo al primo posto la soddisfazione del palato dei propri ospiti.


A cena dagli altri: l’ospitalità tra galateo e contributo degli ospiti Eccoci arrivati a uno dei temi più delicati quando si parla di ospitalità: cosa e quanto portare quando siamo invitati a cena, con particolare attenzione alla divisione delle spese. Secondo il galateo, molto dipende dal livello di familiarità con l’ospite, e in generale è preferibile portare qualcosa di “accessorio”, come un dolce o un aperitivo, piuttosto che un piatto principale. In effetti, anche dal sondaggio di HomeExchange emerge che il 72% degli intervistati condivide questa visione: questa percentuale afferma di offrire sempre tutto quando invita qualcuno a casa, mentre solo il 9% preferirebbe che anche gli ospiti contribuissero con cibo o bevande. L’ospitalità è alla base della filosofia di HomeExchange, piattaforma leader nello scambio casa con oltre 200.000 membri a livello mondiale e più di 8.000 solo in Italia. Fondata sul principio di accogliere qualcuno nella propria abitazione, HomeExchange promuove una forma di ospitalità basata sulla fiducia reciproca. Aprire le porte di casa propria a qualcuno conosciuto online, fidarsi completamente e fare tutto il possibile per rendere il soggiorno piacevole è un passo significativo. Gli HomeExchangers, da parte loro, sono noti per il loro impegno nel ringraziare l’ospite, lasciando la casa pulita (o anche più pulita), rispettando le regole della casa e prendendosi cura di animali e piante. In molti casi, gli ospiti lasciano piccoli regali o bigliettini di apprezzamento, sorprendendo i padroni di casa al loro ritorno. È proprio questa reciprocità che rende speciale l’esperienza di scambio casa, e da qui nasce l’idea di esplorare come gli italiani vivono l’ospitalità, anche nelle occasioni più semplici come una cena o un aperitivo.


Unirsi alla community è semplice: l’applicazione mobile è disponibile gratuitamente su iOS e Android e, sottoscrivendo l’abbonamento annuale, si ha accesso a tutte le offerte disponibili, permettendo agli utenti di aggiornare il proprio profilo e di chattare direttamente con altri utenti sul proprio telefono. L’iscrizione può essere effettuata anche su www.homeexchange.it About HomeExchange

Annuario TV, italiani la guardano in media 3 ore e 24 minuti al giorno

Annuario TV, italiani la guardano in media 3 ore e 24 minuti al giornoRoma, 25 mar. (askanews) – Si è tenuto presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, l’evento “Multipolarità. Televisione e streaming verso il mercato maturo”, dedicato al progetto Annuario della televisione, su iniziativa di Assocomunicatori e con il patrocinio di AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni).


Giunto nel 2024 alla sua quarta edizione, Annuario della televisione è curato da Massimo Scaglioni, Professore ordinario di Storia ed economia dei media e Direttore del Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi) presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I volumi, che ogni anno documentano i risultati dello studio, sono realizzati dal Ce.R.T.A. in collaborazione con Auditel, APA, Sensemakers, Comscore, Nielsen, UPA, Confindustria Radio Televisioni, eMedia. L’incontro ha rappresentato un’importante occasione per fare il punto sullo stato di salute del settore audiovisivo nazionale e sulle sue principali tendenze, con uno sguardo particolare alle evoluzioni che stanno caratterizzando il 2025 e che saranno analizzate nella prossima edizione del volume, prevista per la fine dell’anno in corso. Il quadro emerso nel corso dell’evento è quello di una televisione italiana stabile, resiliente, diversificata sul piano dell’offerta e delle formule distributive. Nel quadro della multipolarità e dello “streamcasting” (ovvero dell’ibridazione del tradizionale broadcasting televisivo con lo streaming proprio di servizi digitali e piattaforme) tracciato dall’Annuario 2024, l’offerta televisiva tradizionale si declina anche sulle piattaforme digitali, il cui apporto in termini di consumi è adesso pienamente conteggiato nello standard di misurazione Total Audience.


Barbara Floridia, Presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, ha affermato: ‘I dati che emergono dalla ricerca fotografano una trasformazione del servizio pubblico rispetto al mondo digitale. Dobbiamo imparare ad abitare questo cambiamento stanziando nuove risorse. È necessario, altresì, avviare un dibattito per interrogarci sul ruolo del servizio pubblico in questa trasformazione digitale. L’acquisto degli smartphone ha ormai superato quello delle Tv. Questo significa che osserviamo la realtà in modo verticale, non più orizzontale, e non esiste più la contestualizzazione. È importante riflettere su come sta evolvendo il modo di informarsi. È in atto una rivoluzione antropologica che bisogna affrontare e comprendere per intervenire con normative adeguate a disciplinare un mondo come quello digitale, che va regolato. Occorre, inoltre, parlare di sovranità del singolo rispetto ai propri dati, educando gli individui alla consapevolezza’. Per Giacomo Lasorella, Presidente AGCOM: “Viviamo in un’epoca in cui il linguaggio e la comunicazione stanno evolvendo verso un contesto sempre più multipolare. È essenziale che prendiamo coscienza di questo cambiamento. Il settore dell’informazione si trova ad affrontare un vero e proprio sovraccarico e la sfida primaria consiste nel garantire elevati standard di qualità e l’affidabilità delle fonti. I player televisivi si sono ritagliati il proprio spazio con la possibilità di rivolgersi a un pubblico differente. La funzione del regolatore resta quella di garantire un equilibrio del mercato, senza indebiti vantaggi o rendite di posizione. Infine, occorre una alfabetizzazione digitale, quale elemento chiave per una maggiore consapevolezza dei cittadini rispetto al mondo digitale’.


Come sottolineato da Massimo Scaglioni, Direttore del Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi): “La resilienza della TV grazie alla crescita del consumo in streaming e alla misurazione della Total Audience, si conferma, anche quest’anno, come un elemento costante del nostro sistema nazionale. Lo dimostrano i dati dell’ultimo semestre (da settembre 2024 a febbraio 2025): il lieve e fisiologico calo del lineare (-1,2% rispetto a un anno fa) è mitigato dall’apporto dei consumi digitali, che crescono di un ulteriore 6% dallo scorso anno. Nel complesso, nelle ultime tre annualità, il dato di consumo medio di Tv in Italia si attesta stabilmente sugli 8,8 milioni di spettatori nell’intero giorno, ovvero nelle 24 ore”. Nel 2024 il contributo dei consumi digitali è stato infatti del 3,8% sul Totale TV Riconosciuto. Complessivamente l’Italia si conferma un unicum a livello internazionale, con un tempo di visione media giornaliero che si attesta a 3 ore e 24 minuti: si tratta non solo del valore più elevato tra i principali mercati internazionali, ma anche dell’unico dato in crescita (+2 minuti) rispetto al 2023.


Anche analizzando l’output produttivo dei diversi editori e i rispettivi dati d’ascolto emerge un mercato sempre più articolato, con una crescente rilevanza dei “terzi poli” alle spalle del tradizionale “duopolio” Rai-Mediaset. Al fianco dei broadcaster tradizionali, gruppi come Warner Bros. Discovery, Sky e La7 hanno rafforzato la loro presenza e anche le piattaforme di streaming globali hanno consolidato il loro ruolo. Fondamentale, in tal senso, è il ruolo dei contenuti originali: sono 20.000 le ore di prodotto first-run prodotte ogni anno tra scripted (fiction) e unscripted (intrattenimento), che vanno ad alimentare tanto i canali lineari, quanto le piattaforme digitali dei broadcaster e degli attori OTT. Tra gli editori è Sky a beneficiare maggiormente dell’AMR incrementale digital – che vale l’8,8% degli ascolti complessivi nel 2024 – mentre tra i canali l’apporto maggiore è invece registrato da Canale 5 (5,7%) e Rai 2 (5,6%). La sostanziale stabilità dei consumi televisivi, sempre più omogenei nelle diverse coorti generazionali, è stata rimarcata anche da Fabrizio Angelini, Amministratore Delegato di Sensemakers, nel corso del suo intervento: “Negli ultimi mesi i consumi televisivi e quelli digitali sono entrati in una fase di maturità con i tempi di fruizione che rimangono pressoché costanti mentre si rilevano i primi segnali di riequilibrio generazionale delle diete mediatiche e di riduzione del digital divide”. La variabile generazionale rimane, comunque, un fattore chiave per leggere le abitudini di fruizione degli italiani, soprattutto in rapporto ai device utilizzati. La quota di tempo dedicato allo schermo televisivo (incluse le tv connesse) si attesta al 68% per la popolazione con almeno 18 anni di età: il dato cala però al 41% nella fascia 18-24 – con una quota maggioritaria dedicata, quindi, agli small screen – mentre sale fino al 75% nel segmento 45+. Considerando l’intera popolazione 18+, gli small screen hanno totalizzato, nel 2024, un tempo di visione medio pari a 2 ore e 3 minuti, in crescita del 4% sul 2023. In leggero aumento anche il consumo sullo schermo televisivo, che raggiunge una media di 4 ore e 19 minuti (comprendendo anche il consumo “non riconosciuto”). In termini di reach giornaliera, sono pressoché equivalenti le quote di spettatori maggiorenni che guardano contenuti televisivi esclusivamente su small screen (30%) o, in alternativa, solo su Tv Screen (29%), mentre il 41% degli italiani utilizza entrambe le tipologie di device. A proposito della graduale intersezione tra consumi tradizionali e digitali, Angelini ha inoltre aggiunto: “La crescente penetrazione delle TV connesse promuove ulteriormente l’integrazione dei mezzi e gli utilizzi cross-piattaforma e in tale ambito i sistemi di misurazione svolgono un ruolo sempre più rilevante nella comprensione dei fenomeni di consumo e delle dinamiche competitive”. A inizio 2025, infatti, si contano 20,7 milioni di tv connesse – un incremento di 2,4 milioni di apparecchi sull’anno precedente, secondo i dati della Ricerca di Base Auditel – per una reach mensile di 34 milioni di individui. Proprio le tv connesse risultano centrali nel trainare i consumi digitali, con un incremento del +41% tra 2023 e 2024 nel tempo di visione dedicato ai contenuti on demand. Per quel che riguarda invece la quota di traffico Non Riconosciuto su smart tv, questa oscilla tra il 29% e il 32% del Totale Tv Screen nel periodo gennaio 2024-febbraio 2025, con una reach giornaliera arrivata al 39% sulle sole CTV. Inoltre, è giunta al 48% la quota di accessi su tv connessa che si collocano direttamente nel perimetro del Non Riconosciuto anziché sui canali televisivi riconosciuti. Secondo Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente Auditel: ‘L’Annuario è una preziosa bussola che permette di orientarsi in un labirinto consentendo di interpretare il nostro panorama audiovisivo. Le sfide che affrontiamo sono molteplici. La prima consiste nella comprensione del contesto attuale, assicurando un ambiente competitivo caratterizzato da concorrenza e trasparenza. In tal senso, le ricerche rivestono un’importanza fondamentale. La salute del mercato dipende proprio dalla terzietà e dall’imparzialità delle indagini condotte. L’ulteriore sfida è quella di misurare l’impatto della pubblicità su tutti i device per non creare una distorsione del sistema. Dobbiamo tutti lavorare in questa direzione per restituire al mercato e alla responsabilità di ciascun emittente un sistema sano e trasparente’. Marco Travaglia, Presidente UPA, ha rilevato: ‘È in atto una video convergenza. In questo senso è utile discutere sulle prospettive della comunicazione pubblicitaria. Poter disporre di una Total Audience è certamente fondamentale. In parallelo, è opportuno disporre di una Total Campaign, che sia omogenea su qualsiasi piattaforma: misurare, cioè, quante persone abbiano visto lo stesso spot con standard condivisi. Il tema della misurazione è cruciale per garantire un utilizzo efficiente ed efficace delle risorse degli investitori. I prossimi passi saranno focalizzati sull’analisi dei contenuti pubblicitari. Oggi ancora non abbiamo risposte alle seguenti domande: quante persone hanno visto il medesimo spot, per quante volte e chi sono sul piano sociodemografico”.

Malattia di Huntington, indagine LIRH: ancora scarsa conoscenza operatori

Malattia di Huntington, indagine LIRH: ancora scarsa conoscenza operatoriRoma, 25 mar. (askanews) – “Per il 65% delle persone che hanno scelto di fare il test genetico per la malattia di Huntington vi è stata la volontà di non vivere più con il dubbio. Il 25% è stato spinto dal desiderio di mettere al mondo un figlio, escludendo la trasmissione del gene. Una minoranza, il 10%, invece è stata indotta da pressioni esterne, soprattutto familiari, e dalla possibilità di accedere a sperimentazioni terapeutiche”. È quanto emerge da un’indagine della LIRH, Lega italiana ricerca di Huntington, su un campione di 195 persone, di cui il 61.8% di sesso femminile, di età compresa tra i 18 e 65 anni. Il 64,3% si sono identificati come caregiver, per la maggior parte partner e figli di pazienti, il 23,9% come persone a rischio genetico e il 11,7% come pazienti.


“Il percorso di accompagnamento al test genetico – racconta il report – emerge come un aspetto critico: il 25% non ha ricevuto un counseling genetico/psicologico e il 15% di chi lo ha ricevuto non è più stato contattato dopo la consegna del risultato. Anche la comunicazione dell’esito del test è un momento cruciale: il 19,05% dei pazienti riferisce di non aver avuto una spiegazione chiara di cosa è e come evolve la malattia e il 40% di loro non ha ricevuto informazioni riguardo opzioni terapeutiche e programmi di ricerca disponibili. Il 23,8% dei pazienti dichiara di non essere seguito regolarmente da uno specialista e di non essere stato indirizzato a visite o colloqui successivi, dopo la consegna del risultato. Le visite di controllo annuali – si sottolinea nel report – sono fondamentali per comprendere meglio come la malattia evolve nel tempo e adattare gli interventi terapeutici ai cambiamenti osservabili. Sebbene ad oggi non sia possibile impedire l’insorgenza della malattia di Huntington, esistono tuttavia strategie di intervento personalizzato farmacologico e non farmacologico come fisioterapia, logopedia e sostegno psicologico. Di queste però usufruisce solo il 28,6% dei rispondenti. Dalla survey emerge che il 66,7% delle terapie non farmacologiche è erogato privatamente”. “Le persone a rischio di sviluppare la malattia di Huntington – si legge nel report realizzato dalla LIRH – affrontano un percorso caratterizzato da incertezze, paure e scelte cruciali per la propria vita. Il 70,5% delle persone a rischio che ha risposto alla survey sente il bisogno di rivolgersi a uno psicologo. Tuttavia, solo il 61,4% ha effettivamente intrapreso un percorso di supporto psicologico. Oltre la metà dei rispondenti dichiara di essere venuti a conoscenza del rischio genetico dai propri genitori (58%) o da altri membri della famiglia (11%). Il 25% dichiara, tuttavia, di non avere uno scambio libero in famiglia, sebbene sia una malattia ereditaria”.


L’indagine pone l’accento anche sulla mancanza di comunicazione all’interno delle famiglie, nonostante il nucleo famigliare rappresenti un canale comunicativo del rischio genetico fondamentale: il 52,3% ne discute con il medico di famiglia e il 31,1% con il medico specialista. Da ultimo, il 79% delle persone parla del proprio rischio con il partner e il 59% con amici e colleghi. Altro dato che emerge con chiarezza è la scarsa conoscenza della malattia da parte degli specialisti tanto è vero che in una scala Likert a 10 punti il grado di conoscenza risulta essere insufficiente ottenendo un punteggio medio pari a 1,9 su 10. L’82% dei caregiver non si sente adeguatamente supportato dal Servizio Sanitario Nazionale nel ruolo di cura e avverte un forte senso di solitudine. Le difficoltà in questo ruolo di cura sono nel 54,6% rappresentate dalla gestione dello stress e la mancanza di un adeguato supporto dei servizi territoriali; il 50,5% dei rispondenti riferisce di non avere più tempo per sè, il 44,4% trova difficile conciliare il proprio lavoro con l’assistenza da fornire al proprio caro, il 24% ha difficoltà nell’affrontare i costi necessari all’assistenza della persona (o delle persone, perché in una stessa famiglia possono essere malati più individui) affetta da malattia di Huntington. “È necessario – spiega in conclusione la presidente della LIRH, Barbara D’Alessio – che le famiglie coinvolte si affidino a Centri che conoscono – e rispettano – le linee guide internazionali per il trattamento della malattia di Huntington, incluso il counselling genetico e psicologico, ancora carente. Dall’altra parte, sonoancora troppe le segnalazioni che mettono in evidenza la scarsa conoscenza della malattia, delle sue implicazioni, della sua corretta gestione e delle opzioni terapeutiche disponibili da parte degli specialisti e degli operatori sanitari. La Fondazione LIRH, insieme alla sua rete associativa territoriale, continuerà a fare la sua parte perché questa situazione cambi radicalmente”.

Tajani: partiti quaquaraqua? Solo riferimento teorico, non rivolto a Lega

Tajani: partiti quaquaraqua? Solo riferimento teorico, non rivolto a LegaRoma, 25 mar. (askanews) – Domenica “io ho fatto una distinzione tra partiti seri e partiti populisti, non ho fatto nessun riferimento” alla Lega, “era un riferimento al lavoro che hanno fatto i giovani di Forza Italia in una giornata intera di lavoro, dicendo che i partiti seri approfondiscono tutti i temi e gli argomenti”, mentre “i populisti, che sono tanti nel mondo, sono quelli che non affrontano seriamente i problemi e li affrontano soltanto con slogan. Ma non c’è alcun riferimento specifico, era un riferimento teorico a come un partito deve muoversi per essere serio nei confronti degli elettori”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani rispondendo alle domande dei cronisti nel corso della conferenza stampa di Forza Italia convocata stamane nella sede del partito per presentare le prossime iniziative di Fi.


Di sicuro, ha aggiunto Tajani incalzato dai giornalisti, “Afd è un partito populista, M5S è un partito populista”.

Bresh tornerà a esibirsi dal vivo sui palchi estivi

Bresh tornerà a esibirsi dal vivo sui palchi estiviMilano, 25 mar. (askanews) – Dopo aver annunciato il tour nei palasport (data zero il 25 ottobre a Jesolo) che lo vedrà per la prima volta protagonista, Bresh tornerà a esibirsi dal vivo sui palchi estivi in giro per l’Italia con il “Marea tour”, portando da Nord a Sud la sua musica e la sua energia. Queste le date live estive del “Marea tour”: giovedì 3 luglio – Bari, Fiera del Levante (nuova data) venerdì 4 luglio – Benevento, BCT Music Festival (nuova data) luglio 7 luglio – Senigallia (AN), Piazza Garibaldi (nuova data) venerdì 11 luglio – Alba (CN), Collisioni Festival (nuova data) giovedì 7 agosto – Cinquale (MS), Vibes Music Festival (nuova data) giovedì 21 agosto – Montesilvano (PE), Marea Festival (nuova data) domenica 31 agosto – Empoli (FI), Beat Festival (NUOVA DATAnuova data) Questi gli appuntamenti nei palasport:


Sabato 25 ottobre – Jesolo, Palazzo del Turismo (data zero) Sabato 1° novembre – Roma, Palazzo dello Sport Giovedì 6 novembre – Milano, Unipol Forum (SOLD OUT) Venerdì 7 novembre – Milano, Unipol Forum Domenica 9 novembre – Bologna, Unipol Arena I biglietti per le nuove date sono disponibili in prevendita oggi, martedì 25 marzo, alle ore 12:00. Per info: www.livenation.it È in radio “La tana del granchio”, il singolo con cui Bresh è stato per la prima volta in gara alla 75esima edizione del Festival di Sanremo.


Il brano (testo di Bresh, musica di Luca Di Blasi, Giorgio De Lauri, Luca Ghiazzi e prodotto da Dibla, JIZ, SHUNE), disponibile anche uno speciale vinile 45 giri (https://epic.lnk.to/latanadelgranchio, è stabile da sei settimane nella TOP 10 delle classifiche Top 50 Italia di Spotify e italiana di Shazam e si è posizionato per cinque settimane consecutive nella Top 10 della classifica FIMI/GfK dei singoli più venduti. Dopo l’emozionante performance che Bresh e Cristiano De André hanno regalato sul palco del Teatro Ariston nel corso dell’ultimo Festival di Sanremo, è disponibile in digitale “CRÊUZA DE MÄ – live version”, cover del brano di Fabrizio De André (scritto da Fabrizio De André e Mauro Pagani). Pensata inizialmente per la sola esibizione durante la serata dedicata alle cover del Festival di Sanremo 2025, a grande richiesta la versione live di “CRÊUZA DE MÄ” di Bresh e Cristiano De André è arrivata sulle piattaforme digitali grazie all’affetto e al sostegno che il pubblico ha dimostrato nei confronti di questa speciale reinterpretazione del capolavoro di Faber.

Papa, Sala Stampa: la convalescenza continua con le stesse modalità del Gemelli

Papa, Sala Stampa: la convalescenza continua con le stesse modalità del GemelliCittà del Vaticano, 25 mar. (askanews) – “La convalescenza di Papa Francesco a Casa Santa Marta continua negli stessi termini e nelle stesse modalità di prima”, cioè quando il pontefice era ricoverato al Gemelli, così come prescitto dai medici curanti che lo hanno dimesso dal nosocomio romano. Lo afferma la Sala stampa del Vaticano in un breeging con i giornalisti.


Si precisa, quindi, che “il Papa prosegue con la terapia medica e farmacologica e con la fisioterapia sia motoria che respiratoria, per la ripresa graduale della respirazione e del pieno uso della parola”. Il Papa non fa più uso della ventilazione meccanica durante la notte ma di quella ad alti flussi che alterna di giornoconquella normale. Il Pontefice, si puntualizza, nel suo appartamento in Vaticano concelebra la messa mattutina nella cappella del secondo piano di Santa Marta e svolge una attività lavorativa “ridotta e nelle forme descritte nei giorni scorsi”.

Tv, in Lies Anatomy le bugie della sceneggiatrice di Grey’s Anatomy

Tv, in Lies Anatomy le bugie della sceneggiatrice di Grey’s AnatomyRoma, 25 mar. (askanews) – Debutta in esclusiva su Sky Crime “Lies Anatomy”, la docu-serie in tre episodi che svela l’incredibile storia di Elisabeth Finch, ex sceneggiatrice di Grey’s Anatomy, che ha ingannato Hollywood con una vita interamente inventata.


Dal 31 marzo, ogni lunedì alle 22, Sky Crime racconta la vicenda di una donna che ha trasformato presunte esperienze personali – dalla lotta contro il cancro agli abusi subìti – in toccanti sceneggiature per una delle serie tv più amate al mondo. Una narrazione che ha conquistato la fiducia di colleghi e pubblico, prima di rivelarsi una colossale menzogna. Prodotta da NBC Universal, “Lies Anatomy” (titolo originale Anatomy of Lies, 3×60′) esplora i meccanismi della manipolazione e dell’inganno nell’industria dell’intrattenimento, sollevando interrogativi sul confine tra narrazione creativa e falsificazione della realtà.


La serie, attraverso testimonianze esclusive e documenti inediti, rivela come Finch sia riuscita a mantenere la sua elaborata finzione, ingannando anche i più stretti collaboratori di una delle produzioni televisive più importanti al mondo. La serie sarà disponibile anche in streaming su NOW.

Casa, Fimaa-Nomisma: mercato immobiliare turistico crescerà anche in 2025

Casa, Fimaa-Nomisma: mercato immobiliare turistico crescerà anche in 2025Roma, 25 mar. (askanews) – Il mercato immobiliare turistico in Italia crescerà anche nel 2025 proseguendo il trend dello scorso anno e condizionato anche dalla spinta attrattiva del Giubileo e del sempre più crescente interesse verso le città d’arte. Queste le previsioni dell’Ufficio Studi di Fimaa Italia che ha condotto l’analisi del mercato immobiliare turistico in collaborazione con Nomisma. Le previsioni per il 2025 – secondo l’Osservatorio – si fondano sul momento favorevole che sta vivendo il mercato italiano come confermano le transazioni rilevate nel 2024 analizzando le dinamiche del mercato immobiliare di 130 località turistiche (88 di mare e 42 di montagna e laghi).


In media, prezzi delle abitazioni turistiche variano dai 1.486 per metro quadro di un immobile usato in una località lacustre, ai 3.814 euro per una nuova costruzione in una località di mare. Le quotazioni sono tutte in crescita, con percentuali che vanno dallo +0,3% al +3,6%. I prezzi a metro quadro più elevati si registrano a Forte dei Marmi (16mila euro per una nuova costruzione), Capri (15.500), Madonna di Campiglio (12mila euro), Anacapri (9.200 euro), Alassio (9mila euro). In positivo anche i dati sui canoni di locazione che nei mesi di alta stagione possono superare – in media – i 1.200 euro. Anche in questo caso i livelli sono in crescita ovunque, con un picco del +7,8% delle località di mare in agosto. “Il mercato degli immobili turistici continua a palesare una fase positiva – commenta il presidente di Fimaa Nazionale, Santino Taverna – attirando l’attenzione anche di investitori stranieri. Fondi di investimento sono orientati non solo alle strutture ricettive delle città d’arte o delle maggiori località turistiche, come la Riviera Romagnola, la Costiera Amalfitana, la Liguria, la Puglia o altre, ma anche a location che fino ad oggi non hanno ricoperto ruoli di primissimo piano, vantando comunque fortissime potenzialità per attrarre turisti del Nord Europa o ospitare il Senior Living in strutture dedicate”.


“Negli ultimi anni – aggiunge Taverna – il dibattito sugli affitti brevi si è intensificato sconfinando, in diverse occasioni, nell’opinione diffusa che possano rappresentare una minaccia per il mercato delle locazioni residenziali. In altre parole, le microstrutture ricettive (come B&B, affittacamere e case vacanza) avrebbero ridotto l’offerta di immobili per residenti, limitando i contratti a medio lungo-termine incrementando, nel contempo, anche i canoni locatizi. Una visione fuorviante palesata anche da dati concreti che identificano nel 2% la percentuale degli immobili destinati ad affitti brevi nel rapporto con il numero di quelli destinati alle locazioni residenziali. Le unità utilizzate come microstrutture ricettive sono spesso appartamenti che non si prestano ad ospitare famiglie o i nuclei dei giorni nostri. Spesso sono unità di taglio troppo grande o troppo piccolo che necessitano sovente di interventi di ristrutturazione. Il problema non sono gli affitti brevi ma la disattenzione politica quando, nei casi di contratti a medio lungo termine, i proprietari immobiliari si ritrovano con inquilini morosi dovendo affrontare percorsi onerosi per ritornare nella disponibilità della propria unità”. Secondo Andrea Oliva, delegato all’Ufficio Studi di Fimaa, “l’interesse per il Senior Living sta spingendo anche gli investitori internazionali a cercare opportunità in città d’arte meno battute come Siena, Ravenna, Mantova e Perugia, che offrono un mix ideale tra qualità della vita, patrimonio storico e costi ancora competitivi rispetto alle grandi città. Parallelamente, il mercato immobiliare turistico è influenzato da nuovi trend: la domanda di affitti brevi continua a crescere, favorita dalla digitalizzazione e dal fenomeno dei nomadi digitali, che scelgono città storiche per lunghi soggiorni. Allo stesso tempo, il turismo esperienziale sta spingendo investimenti nelle aree vinicole, rurali e termali, mentre la sostenibilità sta diventando un criterio fondamentale nelle scelte immobiliari, con incentivi per la riqualificazione energetica e il recupero di borghi storici. Nel complesso – conclude Oliva, – il 2025 si prospetta un anno di grande dinamismo per il mercato turistico immobiliare, con opportunità sia per investitori italiani che stranieri, e con un’attenzione crescente verso nuove formule abitative, tra Senior Living, affitti brevi e soluzioni eco-sostenibili”. “Nel 2025 – commenta Fabrizio Savorani, referente settore turistico Ufficio studi Fimaa – il settore immobiliare turistico continua a mostrare segnali di crescita, sia nel numero di compravendite che nei prezzi, confermando l’attrattività delle località di mare, lago e montagna come opportunità di investimento. Tuttavia, si registra un crescente interesse per le città d’arte, grazie alla loro offerta culturale e ai servizi più strutturati rispetto alle località stagionali. Questo fenomeno è legato all’invecchiamento della popolazione: molti italiani vicini alla pensione preferiscono acquistare immobili in città ricche di storia e servizi, piuttosto che in località turistiche con stagionalità marcata”.