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Stellantis, Elkann: spero che il bilancio Paese-azienda non sia più divisivo

Stellantis, Elkann: spero che il bilancio Paese-azienda non sia più divisivoRoma, 19 mar. (askanews) – “Spero che da oggi il bilancio dare/avere tra il Paese e l’azienda non sia più un tema divisivo, ma un’opportunità per continuare questo percorso virtuoso insieme che dura da 125 anni, orgogliosamente con l’Italia”. Così il presidente di Stellantis, John Elkann, nel corso di un’audizione informale nelle commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato. Poco prima aveva detto “abbiamo voluto quantificare l’apporto dato dall’azienda al Paese, chiedendo all’università Luiss Guido Carli di realizzare uno studio indipendente sulla storia del gruppo dal 2004 al 2023, anni che ho vissuto in prima persona. Ciò che emerge è che il contributo positivo alla crescita dell’economia italiana non è mai venuto meno. Lo studio evidenzia che dal 2004 al 2023 Stellantis ha prodotto in Italia 16,7 milioni di autovetture e veicoli commerciali, per un valore complessivo della produzione nazionale di quasi 700 miliardi di euro. Calcolando gli effetti sulla filiera e le ricadute sui consumi delle famiglie, il valore complessivo della produzione in Italia negli ultimi venti anni sale a 1.700 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 417 miliardi: per ogni euro di valore creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell’economia. Un fatto ancora più importante se si considera il contributo che i nostri poli industriali hanno dato e tuttora danno al Mezzogiorno, portando lavoro, investimenti, sviluppo imprenditoriale, crescita infrastrutturale. L’auto italiana ha unito il Paese riducendo i divari e creando opportunità”. E quindi Elkann aveva aggiunto che “negli ultimi 20 anni il mercato domestico è calato del 30%, mentre l’occupazione si è ridotta di circa il 20%. Questo significa che l’azienda ha difeso la produzione e l’occupazione degli stabilimenti del Paese grazie all’export dei marchi italiani, oltre alle Jeep prodotte in Basilicata, alle Dodge in Campania, ai van Citroen, Opel e Peugeot in Abruzzo e più recentemente alle DS a Melfi”. E quindi ha aggiunto: “Al tavolo Stellantis abbiamo preso una serie di impegni nei confronti di tutti gli attori del settore dell’auto. Questi impegni li stiamo realizzando puntualmente”

Immobiliare, Mapic Italy 2025: creare valore per generare crescita

Immobiliare, Mapic Italy 2025: creare valore per generare crescitaRoma, 19 mar. (askanews) – MAPIC Italy, la più importante piattaforma di business dedicata ai player del mercato immobiliare commerciale e retail, torna al Super Studio Maxi di Milano il 14 e 15 maggio. Attesi oltre 2.100 delegati, tra cui più di 700 retailer, catene di ristorazione e operatori leisure, confermandosi come l’appuntamento di riferimento per il settore in Italia.


In un periodo ricco di sfide per l’industria retail e per il mercato immobiliare commerciale, il percorso verso la crescita passa attraverso la creazione del valore. Il valore è oggi l’elemento centrale dell’equazione che i player del mercato immobiliare, del retail e dell’hospitality devono risolvere per generare una crescita solida e sostenibile. “Il valore non è unicamente una questione di prezzo di un prodotto o di quotazione di un asset” – commenta Francesco Pupillo, Show Director MAPIC e MAPIC Italy -. “Il valore nasce dall’esperienza proposta, dalle scelte di investimento, dall’impatto ambientale e sociale dei progetti, dalla connessione con i brand e dall’integrazione delle innovazioni tecnologiche che migliorano la user experience. Il valore percepito dal consumatore e dall’investitore diviene oggi il driver principale della crescita e il fattore determinante delle scelte di tutti i player del mercato”.


Mapic italy 2025: creare valore per generare crescita. MAPIC Italy 2025 affronterà il tema della creazione del valore attraverso quattro dimensioni fondamentali mettendo in luce i fattori che stanno ridefinendo il futuro del retail e dell’immobiliare commerciale.


L’esperienza del cliente sarà al centro dei dibattiti, con una serie di approfondimenti su come le destinazioni retail e i siti a destinazione mista possano creare valore attraverso, una proposta di servizi che rispondano alle esigenze di socializzazione dei consumatori, un’offerta retail e leisure completa, e il giusto equilibrio tra convenienza ed esperienza. L’investimento rappresenta un’altra dimensione cruciale nell’equazione di creazione del valore. In un momento in cui i capitali tornano a dirigersi verso il mercato immobiliare commerciale, MAPIC Italy analizzerà, in occasione di una sessione del programma di conferenze, la maniera in cui oggi le proprietà investono per mantenere attrattive le destinazioni commerciali per i clienti e per gli investitori.


La sostenibilità avrà un una posizione centrale nel programma di conferenze. Con oltre 80 dei 100 principali REIT a livello globale (Real Estate Investment Trust) che possiedono esclusivamente asset certificati green, il tema ESG verrà analizzato per capire in che maniera le scelte di investimento siano oggi influenzate da tali fattori e di come esse incidano sulle scelte di acquisto dei consumatori. Infine, l’innovazione tecnologica sarà analizzata come strumento per migliorare la produttività e ottimizzare l’esperienza del cliente attraverso la personalizzazione dell’esperienza di acquisto. Si discuterà di come i negozi fisici siano oggi hub strategici per la costruzione dell’identità di marca e di come tecnologie come il retail media stiano aprendo nuove opportunità di crescita per proprietà e gestori di siti retail. Protagonisti e novità dell’edizione 2025. Gli spazi espositivi ospiteranno oltre 75 espositori tra i più importanti player del mercato, come Klépierre, IGD SIIQ, Nhood, Carmila, Eurocommercial, Multi, Sonae Sierra, Svicom, Cushman&Wakefield, Colliers, CBRE, Pradera, Promos, Odos, Generali Real Estate. E ancora Pepco, UCI Cinemas, Action, Lidl, New Lino’s Coffee, Teddy Group. Tra le novità più significative dell’edizione 2025, il 13 maggio MAPIC Italy introdurrà un esclusivo Retail Tour riservato ad una selezione di brand retail internazionali e di investitori globali interessati ad entrare nel mercato italiano, ed un momento di incontro dedicato tra questi operatori internazionali e i principali player del mercato italiano. Maggiori dettagli sui brand internazionali partecipanti e sulle location milanesi che saranno visitate durante il Tour verranno svelati nel mese di aprile.

”ReArm Europe”, le proposte della Commissione Ue per la difesa

”ReArm Europe”, le proposte della Commissione Ue per la difesaBruxelles, 19 mar. (askanews) – Le emissioni di debito che la Commissione europea farà sui mercati dei capitali per finanziare i prestiti agli Stati membri del nuovo Fondo “Safe”, fino a 150 miliardi di euro, per rafforzare le capacità dell’industria della difesa, avranno scadenza massima di 45 anni e un periodo di tolleranza di 10 anni per il rimborso del capitale. E’ quanto prevede la proposta di regolamento per il Safe (“Security Action for Europe”) che la Commissione ha presentato oggi a Bruxelles, nel quadro del piano “ReArm Europe” e del “Libro bianco sulla Difesa europea – preparazione per il 2030”.


I prestiti avranno i tassi d’interesse che saranno decisi sui mercato dei capitali per le emissioni di debito della Commissione, e che sono inferiori a quelli che possono scontare per i loro titoli di Stato una ventina di Stati membri (tra cui l’Italia). Sono stati esattamente 20 paesi membri che hanno usato i prestiti, di un altro fondo basato su emissioni di debito Ue durante la pandemia di Covid, il programma “Sure” da 100 miliardi di euro per il sostegno ai sistemi nazionali di cassa integrazione. I due strumenti sono basati su un modello molto simile, come ha ricordato il commissario europeo alla Difesa e allo Spazio Andrius Kubilius, durante la conferenza stampa di presentazione della proposta legislativa, oggi a Bruxelles. I prestiti saranno decisi dalla domanda degli Stati membri, senza alcuna chiave di ripartizione prefissata. Gli Stati membri che desiderano ricevere i prestiti dovranno presentare alla Commissione, entro sei mesi, un piano di investimenti per l’industria europea della difesa. Il piano dovrà includere una descrizione delle attività, delle spese e delle misure per cui lo Stato membro richiede il prestito, i prodotti per la difesa che intende acquistare e, ove pertinente, il previsto coinvolgimento dell’Ucraina nelle attività pianificate.


La Commissione valuterà i piani, che includeranno l’entità del prestito e il prefinanziamento. Il prefinanziamento garantirà che il sostegno venga erogato già nel 2025, coprendo le esigenze più urgenti e costituirà fino al 15% del prestito totale. Di norma, gli Stati membri dovranno attuare i loro piani tramite appalti comuni che includano un altro paese dell’Ue o dell’Efta (l’Associazione europea di libero scambio), che include Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera, oppure l’Ucraina. Gli appalti dovrebbero riguardare fornitori di prodotti e servizi con sede nel territorio dell’Unione, dell’Ucraina e dei paesi dell’Efta. Si sta lavorando alla possibilità di allargare anche al Regno Unito la partecipazione a questi appalti comuni, stabilendo un accordo di partenariato per la sicurezza e la difesa con Londra entro il summit Ue-Uk previsto a maggio. Altri possibili partenariati bilaterali, in particolare con i Paesi candidati all’adesione, non sono esclusi.


I prestiti potranno sostenere l’approvvigionamento comune di attrezzature e prodotti per la difesa, comprese le capacità di produzione e la preparazione delle infrastrutture. La Commissione ha individuato sette aree prioritarie di investimento, in linea con i gap di capacità che è più urgente colmare a livello Ue (e coerenti con il processo di pianificazione della difesa della Nato): 1) difesa aerea e missilistica; 2) sistemi di artiglieria; 3) missili e munizioni; 4) droni e sistemi anti-droni; 5) abilitatori strategici e protezione delle infrastrutture critiche, anche in relazione allo spazio (compresi i sistemi di osservazione satellitare); 6) mobilità militare; 3) sicurezza cibernetica, intelligenza artificiale e guerra elettronica. Un altro elemento importante del piano “ReArm Europe” sta nell’invito che la Commissione ha rivolto agli Stati membri ad attivare la clausola di sospensione nazionale del Patto di stabilità, che potrà fornire loro un ulteriore spazio di bilancio per aumentare la spesa per la difesa, fino all’1,5% del Pil all’anno, per quattro anni, senza che l’aumento del debito pubblico faccia scattare le procedure Ue per deficit eccessivo per i paesi interessati.


Per salvaguardare la sostenibilità di bilancio, la deviazione dovrà essere limitata a un aumento della sola spesa per la difesa, prendendo come punto di partenza la categoria statistica “difesa” nella “Classificazione delle funzioni di governo” (“Cofog”). Al termine dei quattro anni, quando scadrà la clausola di salvaguardia, le regole normali del Patto di stabilità torneranno ad applicarsi e il debito supplementare contratto dagli Stati membri per aumentare la spesa per la difesa dovrà rientrare entro il percorso di aggiustamento che sarà previsto per ciascun paese. Ma, hanno chiarito oggi fonti della Commissione, gli Stati membri interessati potranno, se lo considereranno necessario, chiedere una proroga della sospensione. La richiesta dovrà essere rivolta alla Commissione, che ne valuterà le motivazioni e potrà quindi proporne l’approvazione al Consiglio Ue.

Ue adotta la strategia sulla “Unione di risparmi e investimenti”

Ue adotta la strategia sulla “Unione di risparmi e investimenti”Roma, 19 mar. (askanews) – La Commissione europea ha adottato la sua strategia battezzata “Unione di risparmi e investimenti”, iniziativa con cui afferma di voler migliorare l’afflusso di capitali verso gli investimenti produttivi. Con un comunicato, l’esecutivo comunitario sostiene che offrirà, su base volontaria, la possibilità ai cittadini di disporre di un maggiore accesso ai mercati dei capitali e al tempo stesso garantire così i migliori finanziamenti per le imprese.


Il piano si inserisce nell’ambito delle iniziative della Ue per rafforzare crescita e competitività. Bruxelles rileva che nell’Unione si contano circa 10.000 miliardi di euro di risparmi nei depositi bancari, che sono “sicuri e di facile accesso, ma solitamente rendono meno degli investimenti sui mercati dei capitali. L’Unione di risparmi investimenti – si legge – può sostenere la ricchezza dei cittadini offrendo loro la scelta e l’opportunità di perseguire migliori rendimenti indirizzando i loro risparmi sui mercati dei capitali”..


Al tempo stesso questo consentirebbe di sostenere l’economia reale, la crescita e gli investimenti delle imprese, producendo così posti di lavoro e alimentando le retribuzioni dei lavoratori in tutti i settori. L’iniziativa tuttavia avviene mentre la Ue è alla ricerca di capitali anche per le sue per i suoi piani di riarmo e la Commissione europea non nasconde, anzi dichiara esplicitamente in comunicazioni separate che punta anche a far convergere finanziamenti sulla difesa partendo dal risparmio. Ad ogni modo la strategia annunciata presenta quattro “pilastri” di impegni abbastanza generici, mentre non si ravvisano misure specifiche al momento. Il primo riguarda cittadini e risparmi in cui Bruxelles inserisce questo elemento di volontarietà (“se lo desiderano”, è il termine utilizzato) nell’impegnare fondi su poste che offrano maggiori rendimenti. Il secondo riguarda investimenti e finanziamenti in cui la Ue si impegna lanciare iniziative a favore di delle imprese.


Il terzo pilastro è sull’integrazione e le economie di scala, in cui Bruxelles afferma di voler ridurre la frammentazione anche a livello regolamentare e di vigilanza tra i Paesi. Il quarto pilastro è ancora più mirato sulla vigilanza nel mercato unico, non prevede la creazione di una autorità unica ma l’impegno a formulare “proposte e misure per assicurare che tutti i partecipanti di mercato ricevano trattamento paritetico indipendentemente da dove sono situati nella Ue”. Durante una conferenza stampa di presentazione, la commissaria europea per i servizi finanziari, Maria Luís Albuquerque, ha però puntualizzato che su alcuni settori una vigilanza unica sarebbe migliore. La Commissione afferma che svilupperà ulteriormente queste proposte nel corso di un dialogo costante con tutte le parti interessate, con l’obiettivo di sostenere la competitività delle dell’economia Ue. Nel 2027 pubblicherà un rapporto di medio termine per analizzare i progressi fatti.

E’ morta Nadia Cassini, icona sexy della commedia all’italiana

E’ morta Nadia Cassini, icona sexy della commedia all’italianaRoma, 19 mar. (askanews) – Nadia Cassini, icona della commedia sexy all’italiana, è morta a 76 anni a Reggio Calabria dopo una lunga malattia. Nata Gianna Lou Muller negli Stati Uniti da genitori attori di vaudeville, aveva origini italo-tedesche. Il suo destino nel mondo dello spettacolo sembrava segnato fin dalla nascita, avvenuta durante una tournée dei genitori.


Nel 1968 si trasferì in Italia con il marito, il conte Igor Cassini, fratello dello stilista Oleg. La notorietà arrivò nel 1970 con “Il dio serpente” di Piero Vivarelli, un film scandalo in cui mostrava un nudo integrale. Tuttavia, fu nel filone della commedia erotica che divenne una vera star, recitando accanto a Lino Banfi e in pellicole di successo come “L’insegnante balla… con tutta la classe” (1979), “L’infermiera nella corsia dei militari” (1979) e “La dottoressa ci sta col colonnello” (1980). Provocatoria e audace, Cassini fece parlare di sé anche in televisione: una sua apparizione accanto a Lando Buzzanca, in cui indossava solo un sottilissimo perizoma, scatenò polemiche e persino una denuncia per “simulazione di atto sessuale contro natura”. Con il declino della commedia sexy negli anni ’80, si dedicò alla TV commerciale, partecipando a programmi come “Ridiamoci sopra”, “Premiatissima”, “Drive In” e “Risatissima”, senza però ottenere lo stesso successo cinematografico.


La sua carriera subì un brusco stop a causa di un intervento di chirurgia plastica mal riuscito, che le causò deturpazioni al viso, inclusa la perdita parziale del padiglione auricolare destro. A ciò seguirono anni difficili segnati da abuso di droga e alcol, da cui riuscì a disintossicarsi, e da una vicenda di stalking con violenze subite. Nel 2009 fu anche coinvolta in un grave incidente stradale. Nonostante le difficoltà, Nadia Cassini resta una figura emblematica del cinema italiano, ricordata per la sua bellezza, la sua sensualità e il suo spirito ribelle.

Meloni legge il manifesto di Ventotene alla Camera: non è la mia Europa

Meloni legge il manifesto di Ventotene alla Camera: non è la mia EuropaRoma, 19 mar. (askanews) – “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo aver letto alcuni passaggi del manifesto di Ventotene in aula alla Camera chiudendo la replica al dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo che ha reso ieri.


“Non mi è chiarissima – ha proseguito – neanche l’idea di Europa alla quale si fa riferimento. Sono sempre contenta e ho grande rispetto per la partecipazione della manifestazione di piazza del Popolo sabato. È stato richiamato da moltissimi partecipanti il manifesto di Ventotene: spero tutte queste persone in realtà non l’abbiano mai letto perchè l’alternativa sarebbe spaventosa”. Meloni ha citato “alcuni passi salienti”. Tra le citazioni: “La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”, “Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo stato, e intorno ad esso la nuova vera democrazia”.


Le chiusa di Meloni ha suscitato veementi proteste dell’opposizione anche durante il successivo intervento del ministro Tommaso Foti che aveva il compito di esprimere i pareri sulle risoluzioni tanto che il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha sospeso la seduta.

Ue, Meloni legge manifesto Ventotene in aula: non è la mia Europa

Ue, Meloni legge manifesto Ventotene in aula: non è la mia EuropaRoma, 19 mar. (askanews) – “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo aver letto alcuni passaggi del manifesto di Ventotene in aula alla Camera chiudendo la replica al dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo che ha reso ieri.


“Non mi è chiarissima – ha proseguito – neanche l’idea di Europa alla quale si fa riferimento. Sono sempre contenta e ho grande rispetto per la partecipazione della manifestazione di piazza del Popolo sabato. È stato richiamato da moltissimi partecipanti il manifesto di Ventotene: spero tutte queste persone in realtà non l’abbiano mai letto perchè l’alternativa sarebbe spaventosa”. Meloni ha citato “alcuni passi salienti”. Tra le citazioni: “La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”, “Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo stato, e intorno ad esso la nuova vera democrazia”.


Le chiusa di Meloni ha suscitato veementi proteste dell’opposizione anche durante il successivo intervento del ministro Tommaso Foti che aveva il compito di esprimere i pareri sulle risoluzioni tanto che il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha sospeso la seduta.

Migranti, Meloni: difficile rispettino regole se vanno risarciti

Migranti, Meloni: difficile rispettino regole se vanno risarcitiRoma, 19 mar. (askanews) – “Diceva la collega Carfagna che è importante che se” un migrante “rimane in Europa rispetti le nostre leggi una volta che entrato in Europa, ma questo è un problema che io cerco di porre da tempo nel senso il problema è che quando entri illegalmente già non le hai rispettate le nostre regole, e difficilmente possiamo spiegare a queste persone che entrano illegalmente in che vogliamo che vengano rispettate le nostre regole, quando addirittura siamo chiamati a risarcire chi entra illegalmente in Italia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in sede di replica al dibattito nell’aula della Camera sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 20 e 21 marzo.

Meloni: Trump è un leader forte, può imporre una pace giusta in Ucraina

Meloni: Trump è un leader forte, può imporre una pace giusta in UcrainaRoma, 19 mar. (askanews) – “Sosteniamo gli sforzi di Trump, è un leader forte e autorevole che può imporre le condizioni per una pace giusta e duratura. Credo non vedremo le scene di debolezza occidentale che abbiamo visto in Afghanistan, la questione si gioca sulle garanzie di sicurezza”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante le repliche alla Camera sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 20-21 marzo. “Ieri c’è stata una lunga conversazione” tra Trump e Putin, “da quello che apprendiamo finora c’è una ipotesi di cessate il fuoco parziale limitato a infrastrutture strategiche, è un primissimo spiraglio nel senso di quanto concordato a monte tra Trump e Zelensky”, ha anche affermato, tra le altre cose, Meloni.

Ue, Meloni: ha voluto regolamentare tutto, oggi si corre a ripari

Ue, Meloni: ha voluto regolamentare tutto, oggi si corre a ripariRoma, 19 mar. (askanews) – “Io continuo a ripetere ormai come un mantra in quest’aula da molto tempo, che ritengo che l’Europa debba occuparsi meglio di meno cose, che penso che si debba applicare il principio della sussidiarietà, penso che la pretesa di cedere all’Europa qualsiasi materia di riferimento, comprese le materie sulle quali gli stati nazionali, che sono più prossimi ai cittadini e che possono difendere le specificità che sono un valore aggiunto all’interno dell’Unione Europea, sia un errore”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in sede di replica al dibattito nell’aula della Camera sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 20 e 21 marzo.


“Penso – ha proseguito Meloni – che questa volontà di regolamentare tutto, di occuparsi di tutto, alla fine ci abbia impedito di occuparci delle questioni fondamentali sulle quali oggi, come si vede, si sta correndo ai ripari, ma se si fosse fatto prima probabilmente noi oggi avremmo degli Stati nazionali più forti che riescono a difendere meglio il loro valore aggiunto e un’Europa molto più efficace nelle risposte che deve dare rispetto ai tanti grandi competitor che ha oggi nel mondo, quindi il tema non è un tema che si taglia con l’accetta, è un tema sul quale si deve partire da quali sono le grandi materie sulle quali gli stati nazionali da soli non possono fare la differenza e invece la può fare la costruzione europea”.