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Nel week-end ci sarà un crollo termico al Nord

Nel week-end ci sarà un crollo termico al NordRoma, 22 giu. (askanews) – Dopo i recenti temporali, anche forti al Nord, un altro impulso instabile giungerà dalle Isole Britanniche: è dunque previsto un sensibile peggioramento entro domenica mattina su tutto il settentrione con violenti nubifragi, colpi di vento e possibili grandinate. Al Centro un peggioramento più marcato è atteso tra domenica e lunedì, mentre al Sud il weekend sarà ancora ‘nordafricano’, dal punto di vista delle temperature e della sabbia del deserto presente in cielo.


Nel dettaglio le prossime ore vedranno un aumento dell’instabilità solo sulle Alpi, con qualche breve focolaio temporalesco: sarà dal pomeriggio-sera che il ciclone irlandese, superando le Alpi, porterà temporali sparsi anche in Pianura Padana, sempre più frequenti nelle ore notturne. Il caldo resisterà al Sud e su parte del Centro: Taranto toccherà ancora i 39°C, Agrigento, Lecce, Matera e Siracusa i 38°C; tra Sicilia, Basilicata e Puglia i numeri saranno ancora da ‘febbre umana’, oltre i 37 diffusi. Roma invece dopo i 38-40°C degli ultimi giorni, scenderà a 31-32°C di massima: si respirerà. Domenica 23 giugno sarà da bollino nero per il maltempo con forti temporali al Nord, localmente anche tra Toscana, Umbria e Marche; altrove avremo gli ultimi deboli sussulti dell’anticiclone africano Minosse con massime comunque molto ridimensionate: Taranto e Siracusa 34°C, 33°C a Foggia e Matera e ‘solo’ 31°C a Benevento, Reggio Calabria e Caltanissetta. Il crollo termico più forte lo registreremo però al Nord sotto i colpi dei temporali: la colonnina di mercurio salirà a fatica fino a 19°C in pianura! In pratica passeremo da giorni di canicola nordafricana, da un clima tunisino, all’autunno anglosassone in poche ore: si prevedono valori di una decina di gradi sotto la media italiana. Da Tunisi a Dublino in un weekend.


Il Ciclone irlandese continuerà poi la sua corsa verso sud nell’ultima settimana di giugno: da lunedì l’occhio del ciclone si porterà sul Mar di Corsica con acquazzoni tra Sardegna, Toscana e Nord Italia, favorendo comunque un ulteriore calo delle temperature anche al Sud. Sulle regioni meridionali assetate ed accaldate gli ombrelli si apriranno martedì con un ritorno a condizioni meteorologiche meno estreme e meno africane. Prepariamoci dunque al maltempo al Nord con forti temporali, poi da lunedì fuori felpe e scarpe da pioggia su quasi tutta l’Italia. Arriva un break estivo importante fino a venerdì 28 con sole e scrosci veloci da Nord a Sud.

Un danno alla rete idrica lascia Capri senz’acqua e il sindaco blocca gli arrivi sull’isola

Un danno alla rete idrica lascia Capri senz’acqua e il sindaco blocca gli arrivi sull’isolaNapoli, 22 giu. (askanews) – Il sindaco di Capri Paolo Falco ha emanato un’ordinanza che vieta gli arrivi a Capri, possono arrivare sull’isola solo chi è residente. Il provvedimento emanato “fino al cessare dell’emergenza idrica”, causata da un danno alla conduttura a Castellammare di Stabia. Comunque potranno raggiungere l’isola i veicoli dedicati all’approvigionamento delle merci e del personale sanitario, forze dell’ordine e trasporti. In caso di ‘trasgressori’ il sindaco prevede che vi sia un immediato ‘reimbarco’ verso la terraferma


 

”I Tre Moschettieri – Opera Pop” arriva nei principali teatri

”I Tre Moschettieri – Opera Pop” arriva nei principali teatriMilano, 22 giu. (askanews) – “Tutti per uno, uno per tutti!”. Il motto più famoso del romanzo di Dumas, simbolo di un’amicizia incorruttibile, prende nuova vita in questa nuova versione musicale italiana de “I Tre Moschettieri – Opera Pop” prodotta da Stefano Francioni e dal Teatro Stabile d’ Abruzzo (di cui è Direttore Artistico Giorgio Pasotti) che arriverà nei più importanti teatri italiani. I biglietti per le date di anteprima del tour al Teatro Nazionale di Milano (dal 16 febbraio 2025) e al Teatro Brancaccio di Roma (dal 5 marzo 2025) sono disponibili in prevendita da oggi su TicketOne


https://www.ticketone.it/artist/tre-moschettieri-musical/ Uno spettacolo dove musica, prosa e danza si intrecciano in un racconto coinvolgente ed emozionante con Giò Di Tonno, Vittorio Matteucci, Graziano Galatone nei panni di Athos, Porthos e Aramis e il tocco innovativo di Giuliano Peparini a cui è affidata la direzione artistica e la regia. Le coreografie sono firmate da Veronica Peparini e Andreas Muller, musiche di Giò Di Tonno e testi di Alessandro Di Zio.


Il trionfo dell’amicizia dunque, ma anche il trionfo del potere e dell’ambizione in questa storia senza tempo dove “buoni” e “cattivi” combattono una lotta quasi archetipica mettendo al centro valori quali onore, fedeltà, onestà troppo spesso messi in crisi dal mito dell’uomo contemporaneo e che i tre moschettieri portano fieri sulla punta delle loro spade. Spade che naturalmente non disdegnano di usare: perchè per l’onestà e per l’amicizia si può e si deve combattere. E per l’amore, motore di ogni azione che qui si sublima nell’incontro tra D’Artagnan e Costanza: Un amore che verrà spezzato dalla sete di vendetta dell’altra protagonista femminile: la perfida Milady. Il finale, come tutti i finali, riporterà l’equilibrio e Milady sarà giustiziata. Ma lo spettatore andrà via con l’amaro in bocca. Chissà, forse perchè i “buoni” sono a un tratto diventati “cattivi”? Oppure perchè è proprio la morte l’unico mistero che neanche l’uomo contemporaneo è riuscito a svelare. L’unico mistero che ci rende microscopici e vulnerabili. RDS 100% Grandi Successi è la radio partner del Tour.

Bracciante morto, Calderone: è una barbarie, guerra al caporalato

Bracciante morto, Calderone: è una barbarie, guerra al caporalatoRoma, 22 giu. (askanews) – Quella di Satnam Singh “è un fatto che va oltre una morte sul lavoro, che già di per sè è assolutamente inaccettabile. Qui ci sono situazioni che parlano di mancato rispetto della vita umana, di una sottovalutazione delle conseguenze di un infortunio così grave. E’ un atto di barbarie, lo ripeto. C’è stato un disprezzo per le conseguenze delle condizioni estreme in cui si trovava quel ragazzo”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Marina Calderone, al TgCom 24.


“Ho parlato di dichiarazione di guerra al caporalato – ha aggiunto riferendosi al tavolo di ieri con le parti sociali – ho raccolto le sollecitazioni e i sentimenti congiuntamente espressi da Governo, sindacati e parti datoriali al tavolo che abbiamo tenuti ieri con il collega Lollobrigida (ministro dell’Agricoltura, ndr). Tutti abbiamo detto che c’è da fare di più, consapevoli che è stato fatto tanto, ma che ancora dobbiamo intensificare il contrasto”. Secondo Calderone non bisogna comunque dimenticare “ciò che abbiamo fatto, con patente a crediti e aumento degli ispettori del lavoro”. Dopo l’incontro di ieri con le parti sociali “procederemo con un tavolo che rimane aperto, ci saranno delle convocazioni a breve” ha detto il ministro del Lavoro. “Continueremo a lavorare insieme per mettere in sicurezza il comparto dell’agricoltura”, ha ribadito.


I temi trattati al tavolo “sono tantissimi”, l’obiettivo è “far crescere un comparto fondamentale per l’economia – ha aggiunto Calderone – ma farlo crescere regolarmente, sostenendo le tantissime aziende agricole che lavorano onestamente e che producono qualità; mettendo in collegamento gli enti bilaterali del settore agricolo con la rete agricola di qualità; velocizzando l’istituzione del sistema informativo per la lotta al caporalato. Avremo un’attenzione sulle imprese senza terra in agricoltura”. Il ministro del Lavoro ha inoltre affermato che si interverrà anche sul tema dell’emergenza caldo, valutando la possibilità di strumenti di sostegno e tutela anche per i lavoratori a tempo determinato. Nell’arco dell’anno “saremo in grado di raddoppiare il numero delle ispezioni” rispetto agli ultimi anni per contrastare il fenomeno degli incidenti sul lavoro, ha aggiunto. “Dovremo potenziare gli strumenti a disposizione – ha detto – mettendo in relazione tutte le banche dati della pubblica amministrazione e dei vari enti coinvolti nel controllo”.


In questo modo, ha aggiunto, “saremo in grado di mappare ciò che avviene nei campi e soprattutto di intervenire. Saranno fatte iniziative di controllo a tappeto su tutto il territorio, ma l’intensificarsi delle azioni si vedrà giorno per giorno come si sta gà vedendo per le attività in corso”.

Morte bracciante, Calderone: entro il 2024 raddoppieremo ispezioni

Morte bracciante, Calderone: entro il 2024 raddoppieremo ispezioniRoma, 22 giu. (askanews) – Nell’arco dell’anno “saremo in grado di raddoppiare il numero delle ispezioni” rispetto agli ultimi anni per contrastare il fenomeno degli incidenti sul lavoro. Così il ministro del Lavoro, Marina Calderone, a TgCom 24. “Dovremo potenziare gli strumenti a disposizione – ha detto – mettendo in relazione tutte le banche dati della pubblica amministrazione e dei vari enti coinvolti nel controllo”.


In questo modo, ha aggiunto, “saremo in grado di mappare ciò che avviene nei campi e soprattutto di intervenire. Saranno fatte iniziative di controllo a tappeto su tutto il territorio, ma l’intensificarsi delle azioni si vedrà giorno per giorno come si sta gà vedendo per le attività in corso”.

A Bari ballottaggio con favorito: è Leccese, spinto da Decaro

A Bari ballottaggio con favorito: è Leccese, spinto da DecaroRoma, 22 giu. (askanews) – Si vota per tutta la giornata di domenica e mezza giornata di lunedì anche a Bari per un ballottaggio che sulla carta potrebbe apparire scontato: al primo turno il candidato sindaco del Pd, Vito Leccese, ex capo di gabinetto del primo cittadino uscente Antonio Decaro, ha raccolto il 48 per cento dei consensi contro il 29 del suo rivale, Fabio Romito, avvocato e consigliere regionale della Lega. Scontato perché il terzo classificato del primo turno, il “civico” di sinistra Michele Laforgia, che godeva anche del sostegno di Sinistra italiana e Movimento 5 stelle, dopo aver raccolto quasi il 22 per cento dei voti ha confermato l’intenzione sua e della sua coalizione di appoggiare Leccese al secondo turno. Leccese e Laforgia si erano scontrati anche duramente in campagna elettorale, dopo che quest’ultimo aveva fatto saltare le primarie di coalizione a seguito delle notizie sulle inchieste giudiziarie per corruzione e voto di scambio politico-mafioso che hanno investito soprattutto l’area delle liste civiche di centrosinistra legate a Decaro e al presidente della Regione, Michele Emiliano. Bari in effetti rimane sotto la spada di Damocle della commissione d’accesso del Viminale, che potrebbe al Governo lo scioglimento del Comune per mafia.


Nonostante i toni di qualche esponente nazionale della coalizione di governo, Romito ha cercato di non scommettere troppo sull’effetto delle inchieste giudiziarie in corso e in una intervista di fine campagna pubblicata dal quotidiano locale La Gazzetta del Mezzogiorno si è limitato a parlare della necessità di “irrobustire quelle contromisure che già a Bari sono molto forti, grazie all’eccellente lavoro che svolgono le forze dell’ordine e la magistratura”. Del resto, il clamoroso successo di Decaro alle elezioni europee, che, con mezzo milione di preferenze raccolte nella sola circoscrizione Sud, è primatista nelle liste del Pd, dimostra che il danno d’immagine portato al centrosinistra dal terremoto giudiziario non ha scalfito le personalità più in vista della passata amministrazione. E proprio l’appoggio di Decaro (“un sortilegio” il suo rapporto con la città, secondo qualche commento a caldo dell’entourage di Romito dopo il primo turno delle comunali) ha certamente pesato nel successo di Leccese, da vent’anni impegnato con ruoli più tecnici che politici, pur avendo un lontano passato da attivista, consigliere comunale e deputato dei Verdi. Non a caso, Romito ha provato a puntare il dito sull’altro (e meno popolare) sponsor del candidato sindaco del centrosinistra: “Contrariamente alla retorica adottata da Leccese verso i cittadini, con un marketing elettorale profondamente scorretto, votando per lui non si vota per Decaro, ma per Michele Emiliano, che era e resta – ha sostenuto sulla Gazzetta l’esponente leghista – l’azionista principale di questo progetto in continuità con vent’anni di amministrazione rossa”. Quanto al favorito del ballottaggio, sul tema delle inchieste ha rivendicato i galloni a suo giudizio conquistati sul campo dall’amministrazone Decaro: “A Bari – ha detto nell’intervista sul quotidiano locale, parallela a quella di Romito – esistono clan della criminalità organizzata ma, come hanno detto i magistrati e non io, l’amministrazione ha sempre collaborato con la giustizia e le forze dell’ordine per combattere il fenomeno”. Di recente Laforgia si è recato in Procura per segnalare notizie di reato sempre legate al voto di scambio, “bene ha fatto”, ha commentato Leccese, “a denunciare un episodio di cui è venuto a conoscenza. Attendiamo che la magistratura faccia il suo lavoro”. Criticato per la sua eccessiva “internità” alla storia ventennale della città governata dal centrosinistra, Leccese non ha mai cercato di negarla, ma qualche correzione di rotta l’ha promessa: “Ho detto e ripetuto – ha spiegato sulle pagine della Gazzetta – che per me essere in continuità con un’amministrazione virtuosa come quella di Antonio non è un’accusa ma una medaglia e me la appunto sul petto con orgoglio. Sono cosciente che non tutto è andato come avremmo voluto. Un esempio per tutti: l’esplosione del turismo va regolamentata e orientata secondo una strategia più matura, perché oltre a portare enormi benefici economici, può generare criticità che nuocciono ai cittadini”.


L’ultima parola spetta agli elettori: al primo turno si è presentato ai seggi poco più del 60 per cento degli aventi diritto. Se c’è motivo per ritenere il risultato del ballottaggio un dato non scontato, è proprio questo: i cittadini in prima battuta andranno convinti a recarsi alle urne, cosa non facilissima in Puglia in questa stagione, con previsioni meteo e temperature che suggeriscono altri modi per passare il tempo, soprattutto nella giornata di domenica. Ancor più difficile proprio a causa dello scrutinio del primo turno e del grande distacco di partenza fra i due candidati: quello di centrosinistra che potenzialmente può contare su un bacino del 48+22 per cento e quello di centrodestra che l’8 e 9 giugno si è fermato al 29 per cento. Paradossalmente, però, si tratta di un problema comune ai due sfidanti. Leccese, infatti, deve convincere i simpatizzanti delle due aree cittadine di centrosinistra che non ha già vinto e serve un ultimo sforzo, mentre Romito deve motivare i sostenitori del centrodestra, spiegando loro che nonostante il distacco la partita non è persa.

Bari, ballottaggio con favorito: è Leccese, spinto da Decaro

Bari, ballottaggio con favorito: è Leccese, spinto da DecaroRoma, 22 giu. (askanews) – Si vota per tutta la giornata di domenica e mezza giornata di lunedì anche a Bari per un ballottaggio che sulla carta potrebbe apparire scontato: al primo turno il candidato sindaco del Pd, Vito Leccese, ex capo di gabinetto del primo cittadino uscente Antonio Decaro, ha raccolto il 48 per cento dei consensi contro il 29 del suo rivale, Fabio Romito, avvocato e consigliere regionale della Lega. Scontato perché il terzo classificato del primo turno, il “civico” di sinistra Michele Laforgia, che godeva anche del sostegno di Sinistra italiana e Movimento 5 stelle, dopo aver raccolto quasi il 22 per cento dei voti ha confermato l’intenzione sua e della sua coalizione di appoggiare Leccese al secondo turno. Leccese e Laforgia si erano scontrati anche duramente in campagna elettorale, dopo che quest’ultimo aveva fatto saltare le primarie di coalizione a seguito delle notizie sulle inchieste giudiziarie per corruzione e voto di scambio politico-mafioso che hanno investito soprattutto l’area delle liste civiche di centrosinistra legate a Decaro e al presidente della Regione, Michele Emiliano. Bari in effetti rimane sotto la spada di Damocle della commissione d’accesso del Viminale, che potrebbe al Governo lo scioglimento del Comune per mafia.


Nonostante i toni di qualche esponente nazionale della coalizione di governo, Romito ha cercato di non scommettere troppo sull’effetto delle inchieste giudiziarie in corso e in una intervista di fine campagna pubblicata dal quotidiano locale La Gazzetta del Mezzogiorno si è limitato a parlare della necessità di “irrobustire quelle contromisure che già a Bari sono molto forti, grazie all’eccellente lavoro che svolgono le forze dell’ordine e la magistratura”. Del resto, il clamoroso successo di Decaro alle elezioni europee, che, con mezzo milione di preferenze raccolte nella sola circoscrizione Sud, è primatista nelle liste del Pd, dimostra che il danno d’immagine portato al centrosinistra dal terremoto giudiziario non ha scalfito le personalità più in vista della passata amministrazione. E proprio l’appoggio di Decaro (“un sortilegio” il suo rapporto con la città, secondo qualche commento a caldo dell’entourage di Romito dopo il primo turno delle comunali) ha certamente pesato nel successo di Leccese, da vent’anni impegnato con ruoli più tecnici che politici, pur avendo un lontano passato da attivista, consigliere comunale e deputato dei Verdi. Non a caso, Romito ha provato a puntare il dito sull’altro (e meno popolare) sponsor del candidato sindaco del centrosinistra: “Contrariamente alla retorica adottata da Leccese verso i cittadini, con un marketing elettorale profondamente scorretto, votando per lui non si vota per Decaro, ma per Michele Emiliano, che era e resta – ha sostenuto sulla Gazzetta l’esponente leghista – l’azionista principale di questo progetto in continuità con vent’anni di amministrazione rossa”. Quanto al favorito del ballottaggio, sul tema delle inchieste ha rivendicato i galloni a suo giudizio conquistati sul campo dall’amministrazone Decaro: “A Bari – ha detto nell’intervista sul quotidiano locale, parallela a quella di Romito – esistono clan della criminalità organizzata ma, come hanno detto i magistrati e non io, l’amministrazione ha sempre collaborato con la giustizia e le forze dell’ordine per combattere il fenomeno”. Di recente Laforgia si è recato in Procura per segnalare notizie di reato sempre legate al voto di scambio, “bene ha fatto”, ha commentato Leccese, “a denunciare un episodio di cui è venuto a conoscenza. Attendiamo che la magistratura faccia il suo lavoro”.


Criticato per la sua eccessiva “internità” alla storia ventennale della città governata dal centrosinistra, Leccese non ha mai cercato di negarla, ma qualche correzione di rotta l’ha promessa: “Ho detto e ripetuto – ha spiegato sulle pagine della Gazzetta – che per me essere in continuità con un’amministrazione virtuosa come quella di Antonio non è un’accusa ma una medaglia e me la appunto sul petto con orgoglio. Sono cosciente che non tutto è andato come avremmo voluto. Un esempio per tutti: l’esplosione del turismo va regolamentata e orientata secondo una strategia più matura, perché oltre a portare enormi benefici economici, può generare criticità che nuocciono ai cittadini”. L’ultima parola spetta agli elettori: al primo turno si è presentato ai seggi poco più del 60 per cento degli aventi diritto. Se c’è motivo per ritenere il risultato del ballottaggio un dato non scontato, è proprio questo: i cittadini in prima battuta andranno convinti a recarsi alle urne, cosa non facilissima in Puglia in questa stagione, con previsioni meteo e temperature che suggeriscono altri modi per passare il tempo, soprattutto nella giornata di domenica. Ancor più difficile proprio a causa dello scrutinio del primo turno e del grande distacco di partenza fra i due candidati: quello di centrosinistra che potenzialmente può contare su un bacino del 48+22 per cento e quello di centrodestra che l’8 e 9 giugno si è fermato al 29 per cento. Paradossalmente, però, si tratta di un problema comune ai due sfidanti. Leccese, infatti, deve convincere i simpatizzanti delle due aree cittadine di centrosinistra che non ha già vinto e serve un ultimo sforzo, mentre Romito deve motivare i sostenitori del centrodestra, spiegando loro che nonostante il distacco la partita non è persa.

Ballottaggi domani in 105 Comuni, occhi su Bari Firenze Perugia

Ballottaggi domani in 105 Comuni, occhi su Bari Firenze PerugiaRoma, 22 giu. (askanews) – Sono oltre 3,4 milioni gli elettori chiamati alle urne per eleggere il sindaco con il turno di ballottaggio in 105 comuni (14 capoluoghi) di 16 regioni, in programma domani e lunedì. Occhi puntati su Bari, Campobasso, Firenze, Lecce, Perugia e Potenza. La regione con più ballottaggi è la Toscana con 16 comuni.


Questa tornata elettorale è dedicata ai Comuni con più di 15mila abitanti in cui nessun candidato ha ottenuto più del 50% dei voti al primo turno. Ma ce ne sono anche alcuni con meno di 15mila abitanti perché le elezioni dell’8 e 9 giugno sono finite in parità come a Zerba, in provincia di Piacenza, la città più piccola al voto con 70 residenti. I due candidati sindaco, Claudia Borrè (lista Il Castello) e Giovanni Razzari (lista Zerba Futura), hanno ottenuto 28 voti ciascuno. Parità di preferenze anche per i candidati sindaci dei piccoli comuni di Tresignana (Fe), Colle d’Anchise (Cb), Valle San Nicolao (Bi), Stroppo (Cn) e Pragelato (To). Partecipano al ballottaggio i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti. La scheda elettorale presenta il nome e il cognome dei candidati alla carica di sindaco, con i simboli delle liste collegate. Il voto si esprime tracciando un segno accanto al nome del candidato prescelto. Non è ammesso il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare per un candidato alla carica di sindaco e, contemporaneamente, per una lista di candidati alla carica di consigliere comunale non collegata a quel candidato a sindaco.


Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 di domenica 23 giugno e dalle 7 alle 15 di lunedì 24 giugno. Alla chiusura dei seggi inizierà lo spoglio. Vediamo nel dettaglio i principali comuni al ballottaggio.


Bari: sembra scontata l’affermazione di Vito Leccese, candidato del centrosinistra diviso, che ha ottenuto il 48,02% delle preferenze, sfruttando il traino del sindaco uscente, Antonio Decaro, il più votato del Pd alle europee. Distaccato di quasi 19 punti percentuali Fabio Romito del centrodestra. Michele Laforgia, sostenuto da M5s, da Sud Chiama Nord e da altre quattro liste, si è fermato al 21,75%. Caltanissetta: sono al ballottaggio Walter Calogero Tesauro candidato sindaco del centrodestra, al 34,42% e Annalisa Maria Petitto, appoggiata da sette liste civiche, al 30,82%. Tesauro e Petitto puntano al 28% di elettori che, due settimane fa, ha votato il sindaco uscente del M5s, Roberto Gambino, anche se i due sfidanti non sono riusciti a trovare un accordo con l’ex primo cittadino.


Campobasso: la corsa a due è tra il candidato sindaco del centrodestra, Aldo De Benedittis, ex assessore al Bilancio, sostenuto da sei liste, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Popolari per l’Italia, Noi moderati e Udc, al 47,90% e Marialuisa Forte, appoggiata dai Pentastellati, Pd e Alleanza Verdi-Sinistra, al 32,16%. Determinanti saranno i voti del Cantiere Civico di Pino Ruta che al primo turno ha portato a casa quasi il 20% dei voti. Ma tutto dipenderà dalla possibilità di mettere da parte le divergenze, anche profonde, tra Ruta e Forte. Firenze potrebbe avere la prima sindaca donna. Sara Funaro, candidata di una coalizione del centrosinistra composta da Pd, Avs, Azione, +Europa e tre liste civiche, al primo turno, ha ottenuto il 43,17% delle preferenze. L’ex direttore degli Uffizi, il tedesco, Eike Schmidt, oggi alla guida del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, scelto dal centrodestra, si è fermato al 32,87%. Fuori dai giochi Stefania Saccardi, candidata Iv, al 7,33%; Cecilia Del Re, con Firenze Democratica, al 6,16%. Sul voto per Palazzo Vecchio, aleggia l’ombra dell’astensionismo che potrebbe incidere sul risultato finale: lunedì 24 giugno è San Giovanni, santo patrono della città, giorno festivo. Lecce: ballottaggio infuocato tra Adriana Poli Bortone, candidata del centrodestra, al 49,95% che tenta il bis dopo la sindacatura tra il 1998 e il 2022, e il primo cittadino uscente Carlo Salvemini, del centrosinistra, che ha ottenuto il 46,73%. Dai due schieramenti, negli ultimi giorni di campagna elettorale, sono partite accuse reciproche di presunti favoritismi verso amici e parenti, messaggi via social violenti e scorretti per delegittimare l’avversario. Testa a testa a Perugia che per la prima volta sarà guidata da un sindaco donna. Vittoria Ferdinandi, appoggiata da sette liste tra cui Pd, M5s, Avs e Azione, si è fermata al 49,01%, Margherita Scoccia, attuale assessora all’Urbanistica, sostenuta dal centrodestra, è al 48,06%. Al primo turno la distanza tra le due è stata appena di 598 voti. Potenza: Francesco Fanelli, candidato sindaco del centrodestra, è al 40,60%; Vincenzo Telesca, sostenuto da diverse liste civiche e parte del Pd al 32,44%. Per il ballottaggio il candidato del centrosinistra ha sottoscritto un accordo programmatico con il M5s che al primo turno ha appoggiato Pierluigi Smaldone (17,63%) e con l’altro candidato sindaco, Francesco Giuzio, di Potenza Possibile (8,05%). Al ballottaggio anche i capoluoghi Avellino con Antonio Gengaro Cs (37%) e Laura Nagi Cdx (32,5%); Cremona con Alessandro Portesani Cdx (43,2%) e Andrea Virgilio Cs (41,9%); Rovigo con Valerio Cittadin (49,1%) Edoardo Gaffeo M5s (28m1%); Urbino con Maurizio Gambini Cdx (48%) e Federico Scaramucci Cs (44,7%); Vercelli con Roberto Scheda Cdx (37,9%) e Gabriele Bagnasco Cs (25,6%); Verbania con Riccardo Brezza Cs (37%) e Giandomenico Albertella Civico (30%); Vibo Valentia con Roberto Cosentino Cdx (38%) e Enzo Romeo Cs (34%).

Ballottaggi domani in 105 Comuni,occhi su Bari Firenze Perugia

Ballottaggi domani in 105 Comuni,occhi su Bari Firenze PerugiaRoma, 22 giu. (askanews) – Sono oltre 3,6 milioni (3.627.492, ndr) gli elettori chiamati alle urne per eleggere il sindaco con il turno di ballottaggio in 105 comuni di 16 regioni, in programma domani e lunedì. Occhi puntati su Bari, Campobasso, Firenze, Lecce, Perugia e Potenza. La regione con più ballottaggi è la Toscana con 16 comuni.


Questa tornata elettorale è dedicata ai Comuni con più di 15mila abitanti in cui nessun candidato ha ottenuto più del 50% dei voti al primo turno. Ma ce ne sono anche alcuni con meno di 15mila abitanti perché le elezioni dell’8 e 9 giugno sono finite in parità come a Zerba, in provincia di Piacenza, la città più piccola al voto con 70 residenti. I due candidati sindaco, Claudia Borrè (lista Il Castello) e Giovanni Razzari (lista Zerba Futura), hanno ottenuto 28 voti ciascuno. Parità di preferenze anche per i candidati sindaci dei piccoli comuni di Tresignana (Fe), Colle d’Anchise (Cb), Valle San Nicolao (Bi), Stroppo (Cn) e Pragelato (To). Partecipano al ballottaggio i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. La scheda elettorale prevede il nome e il cognome dei candidati alla carica di sindaco, con i simboli delle liste collegate. Il voto si esprime tracciando un segno sul rettangolo entro il quale è scritto il nome del candidato prescelto. Non è ammesso il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare per un candidato alla carica di sindaco e, contemporaneamente, per una lista di candidati alla carica di consigliere comunale non collegata a quel candidato a sindaco.


Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 di domenica 23 giugno e dalle 7 alle 15 di lunedì 24 giugno. Alla chiusura dei seggi inizierà lo spoglio. Vediamo nel dettaglio i principali comuni al ballottaggio.


Bari: sembra scontata l’affermazione di Vito Leccese, candidato del centrosinistra diviso, che ha ottenuto il 48,02% delle preferenze, sfruttando il traino del sindaco uscente, Antonio Decaro, il più votato del Pd alle europee. Distaccato di quasi 19 punti percentuali Fabio Romito del centrodestra. Michele Laforgia, sostenuto da M5s, da Sud Chiama Nord e da altre quattro liste, si è fermato al 21,75%. Caltanissetta: sono al ballottaggio Walter Calogero Tesauro candidato sindaco del centrodestra, al 34,42% e Annalisa Maria Petitto, appoggiata da sette liste civiche, al 30,82%. Tesauro e Petitto puntano al 28% di elettori che, due settimane fa, ha votato il sindaco uscente del M5s, Roberto Gambino, anche se i due sfidanti non sono riusciti a trovare un accordo con l’ex primo cittadino.


Campobasso: la corsa a due è tra il candidato sindaco del centrodestra, Aldo De Benedittis, ex assessore al Bilancio, sostenuto da sei liste, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Popolari per l’Italia, Noi moderati e Udc, al 47,90% e Marialuisa Forte, appoggiata dai Pentastellati, Pd e Alleanza Verdi-Sinistra, al 32,16%. Determinanti saranno i voti del Cantiere Civico di Pino Ruta che al primo turno ha portato a casa quasi il 20% dei voti. Ma tutto dipenderà dalla possibilità di mettere da parte le divergenze, anche profonde, tra Ruta e Forte. Firenze potrebbe avere la prima sindaca donna. Sara Funaro, candidata di una coalizione del centrosinistra composta da Pd, Avs, Azione, +Europa e tre liste civiche, al primo turno, ha ottenuto il 43,17% delle preferenze. L’ex direttore degli Uffizi, il tedesco, Eike Schmidt, oggi alla guida del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, scelto dal centrodestra, si è fermato al 32,87%. Fuori dai giochi Stefania Saccardi, candidata Iv, al 7,33%; Cecilia Del Re, con Firenze Democratica, al 6,16%. Sul voto per Palazzo Vecchio, aleggia l’ombra dell’astensionismo che potrebbe incidere sul risultato finale: lunedì 24 giugno è San Giovanni, santo patrono della città, giorno festivo. Lecce: ballottaggio infuocato tra Adriana Poli Bortone, candidata del centrodestra, al 49,95% che tenta il bis dopo la sindacatura tra il 1998 e il 2022, e il primo cittadino uscente Carlo Salvemini, del centrosinistra, che ha ottenuto il 46,73%. Dai due schieramenti, negli ultimi giorni di campagna elettorale, sono partite accuse reciproche di presunti favoritismi verso amici e parenti, messaggi via social violenti e scorretti per delegittimare l’avversario. Testa a testa a Perugia che per la prima volta sarà guidata da un sindaco donna. Vittoria Ferdinandi, appoggiata da sette liste tra cui Pd, M5s, Avs e Azione, si è fermata al 49,01%, Margherita Scoccia, attuale assessora all’Urbanistica, sostenuta dal centrodestra, è al 48,06%. Al primo turno la distanza tra le due è stata appena di 598 voti. Potenza: Francesco Fanelli, candidato sindaco del centrodestra, è al 40,60%; Vincenzo Telesca, sostenuto da diverse liste civiche e parte del Pd al 32,44%. Per il ballottaggio il candidato del centrosinistra ha sottoscritto un accordo programmatico con il M5s che al primo turno ha appoggiato Pierluigi Smaldone (17,63%) e con l’altro candidato sindaco, Francesco Giuzio, di Potenza Possibile (8,05%).

Firenze, Schlein: tanto fango, ma ce lo lasciamo scivolare via

Firenze, Schlein: tanto fango, ma ce lo lasciamo scivolare viaFirenze, 21 giu. (askanews) – “E’ la terza volta che vengo a sostenerti, e’ stata lunga, sei stata brava: ti vogliamo sindaca di Firenze da lunedì”, “quando ci tirano il fango noi rispondiamo con il sorriso e ce lo facciamo scivolare addosso con la forza della nostra comunità”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein parlando dal palco di piazza Santissima Annunziata per la chiusura della campagna elettorale a sindaco di Firenze di Sara Funaro.


“Dobbiamo ascoltare sempre e non avere l’arroganza che vediamo dall’altra parte” ha sottolineato ribadendo che “la povertà non è una colpa individuale” ma un problema sociale.