Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Vasco Live 2025 a Torino, Firenze, Bologna, Napoli, Messina e Roma

Vasco Live 2025 a Torino, Firenze, Bologna, Napoli, Messina e RomaMilano, 20 giu. (askanews) – Bibione, Milano e Bari sono le città che si sono aggiudicate quest’anno “lo spettacolo rock più potente e emozionante dell’universo” … che non avrà mai fine!


Chi non ce l’ha fatta ad accaparrarsi un posto al sole quest’anno, da oggi può stare tranquillo, “verremo a casa vostra”, nel 2025, a Torino, Firenze, Bologna, Napoli, Messina e Roma. Hasta siempre KOMandante Qui di seguito le – già attese – date Vasco Live 2025 che Live Nation annuncia oggi.


12 appuntamenti, tra nord e sud… “ci troveremo come le star” a giugno dell’anno prossimo: 31 Maggio e 01 Giugno – Torino – Stadio Olimpico 05 e 06 Giugno – Firenze -Visarno Arena 11 e 12 Giugno – Bologna – Stadio Dall’Ara 16 e 17 Giugno – Napoli – Stadio Diego Armando Maradona 21 e 22 Giugno – Messina – Stadio San Filippo 27 e 28 Giugno – Roma – Stadio Olimpico


I biglietti per Vasco Live 2025 saranno disponibili in anteprima per il Blasco Fan Club dalle ore 12:00 di lunedì 8 luglio fino alle ore 11:00 di venerdì 12 luglio su vascolive.vivaticket.it/ I titolari di carta Mastercard avranno accesso prioritario ai biglietti a partire dalle ore 12:00 di


mercoledì 10 luglio fino alle ore 12:00 di venerdì 12 luglio. Scopri di più su www.priceless.com/music Vendita generale dalle ore 12:00 di venerdì 12 luglio su www.vivaticket.com – www.ticketone.it – www.ticketmaster.it Si chiude la “Vasco RockMusic week”, 7 Magnifici concerti a San Siro per oltre 400.000 fan che sera dopo sera… hanno incendiato lo stadio e… Milano! Emozionante, presente, mai ripetitivo… quasi necessario. 7 volte tutto esaurito (come la prima volta nel ’90, anche il terzo anello), stasera si festeggia alla grande l’ultimo dei Magnifici 7 nonché la 36esima volta a San Siro (dal 1990 a oggi). Nessuno prima di lui. Mentre sta per andare “in onda” il Settimo dei Magnifici 7 e altri 60.000 si preparano per andare a vedere “il più bel concerto della mia vita”, l’onda travolgente di Vasco e della sua band, un’orgia di emozioni, sold out sotto il sole come sotto il diluvio del’11 giugno. Da domani Bari arriviamo! Ci si vede tutti allo stadio San Nicola per 4 “Super E20” il 25, 26, 29 e 30 giugno, circa 200.000 fan che si aggiungeranno a quelli di Milano. Per un totale di 600.000… che potranno dire: “io c’ero”.

Bce: debito-Pil eurozona al 60%? “45 anni di avanzo primario al 2%”

Bce: debito-Pil eurozona al 60%? “45 anni di avanzo primario al 2%”Roma, 20 giu. (askanews) – Ridurre il rapporto tra debito pubblico complessivo dell’area euro e Pil, dai livelli attuali al 60 per cento – stabilito dal Patto di stabilità e di crescita, anche nella versione recentemente rivista – entro un orizzonte pure non vicino, il 2070, “richiederebbe in media un aumento immediato e permanente dei saldi primari dei paesi dell’area dell’euro del 2 per cento del Pil”. Mentre “in 16 paesi dell’area dell’euro sarebbero necessari degli aggiustamenti di bilancio anche solo per mantenere i livelli di debito attuali, con risparmi medi pari all’1,4 per cento del Pil”. Lo sostiene uno studio pubblicato dalla Bce nel suo ultimo bollettino economico.


L’analisi guarda ai principali fattori che incideranno sulle finanze pubbliche nei prossimi anni e decenni: demografia, aumento delle spese per la difesa, la digitalizzazione e per le politiche sui cambiamenti climatici. Secondo l’analisi “i paesi con un livello di debito elevato dovrebbero attuare gli aggiustamenti più ingenti”. Queste sfide appaiono “già impegnative se considerate singolarmente”, ma “dovranno essere affrontate dai paesi tutte allo stesso momento. Di conseguenza, è necessario agire subito, soprattutto nei paesi fortemente indebitati, che devono far fronte ad alti tassi di interesse e ai rischi connessi. Le politiche economiche – dice lo studio – dovrebbero perseguire la graduale riduzione di livelli elevati di debito pubblico e creare le condizioni per il futuro, contribuendo così anche a garantire un contesto favorevole per la conduzione della politica monetaria”.

Piano Mattei,Meloni:diverso per concretezza da ogni iniziativa passata

Piano Mattei,Meloni:diverso per concretezza da ogni iniziativa passataRoma, 20 giu. (askanews) – “Ciò che distingue il Piano Mattei da tutte le altre iniziative del passato è proprio la sua concretezza. Noi non abbiamo scritto un elenco di buone intenzioni, di dichiarazioni di principio. Abbiamo scritto un piano di obiettivi fattibili e realizzabili, accompagnato da un cronoprogramma ben delineato”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video messaggio in occasione di un’iniziativa di Confcommercio dedicata al contributo del settore privato italiano al Piano Mattei per l’Africa.


“Non avremmo potuto affrontare da soli questa sfida, chiaramente. Per questo, quando abbiamo costruito la governance del Piano, abbiamo deciso di coinvolgere nella Cabina di Regia una rappresentanza del Sistema Italia molto ampia e articolata – ha aggiunto Meloni ringraziando il presidente Carlo Sangalli -. Confcommercio è ovviamente una delle realtà alle quali abbiamo chiesto di darci una mano, e ringrazio ancora tutti voi per il contributo e le proposte che avete condiviso con noi – a partire dall’attenzione nei confronti della formazione professionale – e per ciò che continuerete a fare nei prossimi mesi”. (Segue)

Cds: stop a trasferimento motovedette italiane a Tunisia

Cds: stop a trasferimento motovedette italiane a TunisiaRoma, 20 giu. (askanews) – Sospesa fino a nuova decisione il trasferimento delle motovedette italiane alla Tunisia. Il Consiglio di stato ha accolto l’istanza cautelare presentata da ong e associazioni. L’udienza in Camera di consiglio è stata fissata per l’11 luglio. Asgi, Arci, ActionAid, Mediterranea Saving Humans, Spazi Circolari e Le Carbet avevano presentato ricorso al Tar del Lazio contestando il finanziamento di 4,8 milioni di euro per la rimessa in efficienza e il trasferimento alla Tunisia di sei motovedette. A fine maggio, il Tar aveva rigettato il ricorso della organizzazioni, contro il trasferimento di sei motovedette alla Garde nationale tunisina. In forza di questa decisione, per giugno era in previsione il trasferimento delle prime tre motovedette. Le associazioni hanno quindi impugnato la sentenza del Tribunale amministrativo presso il Consiglio di Stato, chiedendo d’urgenza la sospensione cautelare del provvedimento.


“Come sostenuto anche dalle Nazioni Unite, fornire motovedette alle autorità tunisine vuol dire aumentare il rischio che le persone migranti siano sottoposte a deportazioni illegali”, chiariscono Maria Teresa Brocchetto, Luce Bonzano e Cristina Laura Cecchini del pool di avvocate che segue il caso. Le violazioni dei diritti umani commesse dalle autorità tunisine sono gravissime. “Alla nuova ondata di arresti e deportazioni nei confronti delle persone migranti ora si affiancano persecuzioni contro gli attori della società civile che le sostengono”, ha setto Filippo Miraglia di ARCI, “tuttavia le politiche italiane ed europee sembrano sostenersi e giustificarsi a vicenda, impermeabili agli allarmi lanciati dalle Nazioni Unite e dalle ONG internazionali che condannano unanimemente l’operato delle autorità tunisine”. (segue)

Bce: restano pressioni sui prezzi, no tagli predeterminati tassi

Bce: restano pressioni sui prezzi, no tagli predeterminati tassiRoma, 20 giu. (askanews) – La Banca centrale europea ribadisce che alla riunione di inizio giugno il Consiglio direttivo ha ritenuto “opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo aver mantenuto invariati i tassi di interesse per nove mesi”. La decisione riflette i miglioramenti delle prospettive di inflazione, che rispetto al settembre dello scorso anno, quando i tassi etano stati aumentati per l’ultima volta “è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali”.


“Anche l’inflazione di fondo è scesa, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi”, aggiunge la Bce nel suo ultimo bollettino economico. Ma quasi a riproporre i segnali apparentemente contraddittori dell’ultimo direttorio, nello stesso documento si aggiunge che “malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi per l’elevata crescita delle retribuzioni, e l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo (2% simmetrico) fino a gran parte del prossimo anno”.


La Bce ripete di essere “determinata ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo obiettivo”. Sulla tempistica di questa fase, e così indirettamente sulla possibilità di ulteriori riduzioni, l’istituzione non si sbilancia. “Il Consiglio continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”. Le decisioni sui tassi dipenderano da inflazione, dati economici e finanziari, e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. “Il Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”, conclude il bollettino.

Bce vede rosa sul lavoro: occupazione sale, disoccupati ai minimi

Bce vede rosa sul lavoro: occupazione sale, disoccupati ai minimiRoma, 20 giu. (askanews) – La Bce continua a vedere decisamente positiva la situazione del mercato del lavoro dell’area euro, nonostante la stretta monetaria che essa stessa ha operato. Nel primo trimestre, mentre la crescita risultava superiore a quando la l’istituzione si attendeva appena lo scorso marzo, “l’occupazione è aumentata dello 0,3 per cento, con la creazione di circa 500.000 nuovi posti di lavoro”.


E le indagini “segnalano un proseguimento della crescita delle posizioni lavorative nel breve periodo”, afferma la Bce nel suo ultimo Bollettino economico. Nel frattempo la disoccupazione si è limata al 6,4 per cento ad aprile, “al livello più basso dall’introduzione dell’euro”, rileva la Bce. E le imprese “continuano a pubblicare molte offerte di posti vacanti – si legge – benché in numero lievemente inferiore rispetto al passato”.

Maturità: Platone per Greco, funzioni e geometria allo Scientifico

Maturità: Platone per Greco, funzioni e geometria allo ScientificoRoma, 20 giu. (askanews) – Secondo giorno di esame, oggi, per i 526.317 studenti che stanno affrontando la Maturità: la seconda prova scritta riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio, ovvero una versione di Greco al Classico; allo Scientifico un problema (a scelta tra 2 proposti) e 4 quesiti (a scelta tra 8) con argomenti di Matematica, Algebra e Geometria; una traccia in lingua straniera al Liceo Linguistico. I plichi con le tracce sono stati aperti alle ore 8:30: la durata della prova è di 6 ore.


Secondo le prime indiscrezioni su siti on line e social, è Platone l’autore scelto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per la versione di Greco al Liceo Classico (confermando così il “toto tracce” dei giorni scorsi), con un testo tratto dall’opera “Minosse o della legge”, dialogo tra Socrate e un anonimo sull’importanza delle leggi e dei buoni legislatori. Platone, rileva skuola.net, non usciva dal 2010 e diventa così l’autore più proposto nelle maturità classiche moderne con tre apparizioni (2024-2010-2004). Per il secondo scritto della Maturità al Liceo Scientifico, secondo le prime indiscrezioni su siti on line e social, sono proposti due problemi di matematica con studi di funzione e quesiti di geometria piana, equazioni e funzioni. Dei probliemi, riferisce skuola.net, il primo ha un’impostazione classica e non presenta alcun riferimento alla realtà; il secondo, invece, pur conservando un’impostazione classica riporta due frasi che vogliono aiutare a contestualizzare il problema, pur non entrando poi nello svolgimento pratico. I problemi tratti dalla realtà tornano nella prova di Matematica della Maturità: nel 2024 è il turno delle mattonelle esagonali (con una citazione di Carlo Emilio Gadda che nei racconti di “L’Adalgisa – Disegni milanesi” descrive minuziosamente le mattonelle di forma esagonale indicandone le dimensioni e la disposizione). Tra gli 8 quesiti proposti, aggiuntivi ai due problemi, non mancano infatti riferimenti a casi concreti: dal triangolo isoscele alla moneta truccata, passando per la descrizione matematica dell’orbita della Terra intorno al Sole.


Per il Liceo di Scienze Umane, invece, il secondo scritto invita gli studenti a svolgere una riflessione sul concetto di “interazione attiva con l’ambiente educativo” e “sull’importanza di un ambiente educativo che incoraggi l’attività, la manipolazione e l’esplorazione come fondamenta per l’apprendimento significativo nella scuola del ventunesimo secolo”: proposte due tracce con testi del filosofo e pedagogista statunitense John Dewey (da “Esperienza e educazione”) e Maria Montessori (da “La mente del bambino”. Il punteggio massimo previsto per il secondo scritto è 20 punti.


IL COLLOQUIO ORALE – Successivamente alla seconda prova, l’esame proseguirà con gli orali, a partire dal lunedì 24 (ma negli istituti che ospiteranno i seggi elettorali per i ballottaggi delle elezioni comunali l’avvio dei colloqui potrebbe slittare a martedì 25 o mercoledì 26 giugno). Il colloquio si svolge a partire dall’analisi, da parte dello studente, del materiale scelto dalla commissione, che può essere un testo, un documento, un’esperienza, un progetto, un problema. Lo studente deve poi presentare – con una breve relazione o un elaborato multimediale – le esperienze svolte nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali (PCTO, ex alternanza scuola lavoro) e infine si passerà a domande di Educazione civica.

Grillo contro Conte su linea e regole, ma forse non ha truppe

Grillo contro Conte su linea e regole, ma forse non ha truppeRoma, 19 giu. (askanews) – “Ma vedrai che Grillo si farà risentire magari fra un anno, dopo queste battute fatte in teatro su Conte…”: mai profezia fu meno azzeccata di questa. A pronunciarla un “grillino” di antica fede, intercettato ieri in piazza santi Apostoli a Roma (luogo storico per l’Ulivo di Romano Prodi) nella manifestazione che più di ogni altra ha simbolicamente suggellato il legame fra il Movimento 5 stelle e un centrosinistra che con il risultato delle europee è tornato, per la forza dei numeri, a guida Pd.


Invece Beppe Grillo, pur confinato da anni, peraltro per sua stessa volontà, nel ruolo poco più che cerimoniale di “garante” del M5S, mette i piedi nel piatto e fa sapere di avere tutta l’intenzione di svolgere un ruolo nella gestione della crisi apertasi dopo il deludente risultato delle elezioni europee: 9,99 per cento e meno di due milioni e mezzo di voti per una forza politica che era arrivata a sfiorare gli 11 milioni di consensi. Era il 2018, sembra un secolo fa. Il fondatore del Movimento sceglie l’antico sistema: un post sul suo blog, per dire la sua sulla discussione aperta dal presidente M5S Giuseppe Conte riunendo sia il Consiglio nazionale che (per due volte in tre giorni) l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari. La forma scelta da Grillo è una surreale auto-intervista che da un lato supera la canzonatura personale di Conte, accusato qualche giorno fa di aver preso meno voti lui da vivo che Berlusconi da morto, dall’altro però avanza una brusca e radicale richiesta di correzione della linea politica e fa segnare un secco altolà alle ipotesi di cambiamenti delle regole interne sulle candidature. “Dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi”, è la scomunica che il fondatore del Movimento indirizza al “campo largo” perseguito, sia pure un po’ a singhiozzo negli ultimi mesi, da Conte e dalla leader del Pd Elly Schlein. L’affondo più pesante è quello a difesa della regola che impedisce a qualunque esponente dei 5 stelle di andare oltre i due mandati elettivi. La richiesta di modificarla è stata fra le proposte più gettonate nelle assemblee dei parlamentari stellati, ma Grillo la liquida in modo sprezzante: “L’istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell’interesse comune. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del Movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene”.


“Beppe ha ribadito il codice genetico del M5S. E il codice genetico non può mutare, perché morirebbe il ‘corpo politico’ che lo contiene”, è il commento molto positivo di Danilo Toninelli, ex ministro, oggi componente dei probiviri M5S, evidentemente convinto che la presenza di Grillo e il richiamo all’identità originaria possano aiutare l’organizzazione a ritrovare la bussola. Conte invece rimane silente, Campo Marzio non reagisce neppure con il classico “a quanto si apprende” e non enfatizza l’episodio. Resta quindi valida, per ora, la contro-battuta dell’ex premier che a Grillo aveva replicato in questi giorni ricordandogli le sue responsabilità per l’entusiastico endorsement a favore di Mario Draghi. Gli umori maggioritari nei gruppi parlamentari e negli esponenti più in vista del Movimento non sono entusiasti della sortita del comico genovese. Una presa di posizione che un parlamentare di lungo corso definisce “molto interventista, pare che voglia dire ‘questa è casa mia e qui comando io’, solo che non è più come una volta che bastava un post…”. E a Montecitorio c’è chi fa notare che Grillo fa sponda alla recente intervista al Corsera dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che non era stata molto ben accolta sui social dalla comunità stellata. Malumori vistosi, che del resto si registrano anche sui canali social di Grillo dopo la pubblicazione dell’auto-intervista. Anche scavando fra qualche sostenitore del Movimento della prima ora, in ogni caso, lo scetticismo la fa da padrone: “Beppe non potrà cambiare nulla, passata la buriana – prevede un ex fedelissimo – si andrà avanti senza scossoni, ormai il Movimento è in mano a gente che non sa nemmeno cos’è, per convenienza o per ignoranza resteranno incollati a Conte”. Lettura che fa eco, in qualche modo a quella di Luigi Di Maio, l’ex di maggior peso, tornato in tv a occuparsi di 5 stelle dopo un lungo silenzio: “Non credo allo storytelling che cambino le leadership. Quello è un partito a immagine e somiglianza del leader e Grillo ha tantissime ragioni per continuare a sostenerlo, le ragioni sono così tante che non riesco a elencarle”, commenta ospite di La7.


In chiaro, da leggere la dura la reazione di Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, recente protagonista di uno dei rari successi elettorali a 5 stelle: “Il Movimento 5 stelle non è padronale”, avverte, ma “una comunità di persone, una classe dirigente che deciderà liberamente cosa fare del proprio futuro. Adesso qualcuno, in maniera estemporanea, propone ricette, ma sono gli stessi personaggi che non ho visto in campagna elettorale e forse non sono neanche andate a votare. Francamente per me il confronto politico è una cosa diversa”, ha aggiunto, con un riferimento che potrebbe valere non solo per grillo ma anche per l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, tornata anche lei a far sentire la sua voce critica. Più diplomatico ma altrettanto netto il presidente dei senatori del M5S, Stefano Patuanelli: “L’ancoraggio nel campo progressista – commenta al telefono – è nel nostro statuto, non è pensabile disarcionarlo da quello, altrimenti si cambiano lo statuto e la carta dei principi e dei valori che questo dicono. Punto. Quindi la discussione va fatta nei luoghi giusti, nel rispetto di Beppe, che non è certamente uno qualsiasi di noi, ma anche di tutta la comunità del Movimento 5 stelle”. “Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni”, avverte Grillo, che promette quindi di farsi sentire – e vedere – come ai vecchi tempi. Un tempo c’era chi si interrogava su quante divisioni avesse il Papa, oggi nel M5S ci si interroga su quante truppe possa schierare il fondatore in vista di quella assemblea costituente annunciata da Conte come percorso per uscire dalle secche della crisi di consensi. E c’è chi giura che sono poche, troppo poche per cambiare il corso degli eventi.

Crescono le quotazioni di Fitto Commissario Ue, per Meloni nodo governo

Crescono le quotazioni di Fitto Commissario Ue, per Meloni nodo governoRoma, 19 giu. (askanews) – Se la metafora della partita di poker è quanto mai azzeccata, si può ben dire che la trattativa per i futuri vertici delle istitituzioni europee non è ancora arrivata alla mano decisiva. Il tempo, però, è una variabile non secondaria: il prossimo Consiglio europeo del 27 e 28 giugno è l’unica occasione per formalizzare un accordo sulla presidenza della Commissione prima dell’estate e, dunque, per scongiurare il rischio che tutto slitti a settembre. Ed è per questo che all’indomani della cena informale di lunedì scorso a Bruxelles che si è conclusa con un nulla di fatto, la trattativa è immediatamente ricominciata. I nomi sul campo attualmente restano gli stessi: un bis di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione, Roberta Metsola al Parlamento europeo, la liberale estone Kaja Kallas al ministero degli Esteri Ue mentre più traballante sembra la nomina, che spetta ai Socialisti, del portoghese Antonio Costa per il Consiglio.


La richiesta di Giorgia Meloni è sempre che all’Italia, in virtù dell’esito elettorale, venga conferito un commissario con una delega di peso oltre che con una vice presidenza operativa. In queste ore, spiegano fonti governative, sembra prendere sempre più piedi l’ipotesi che si possa trattare di un portafoglio economico, a cui potrebbero essere accorpate le competenze su fondi di Coesione e Pnrr. Ed è anche per questo che l’identikit del commissario assume sempre di più le sembianze del ministro Raffaele Fitto. In realtà il suo è un nome da sempre in campo, visto anche il ruolo di cerniera di Meloni con il mondo europeo che svolge da anni. E, tuttavia, un trasloco del suo ministro a Bruxelles apre almeno due problemi non da poco: il primo è appunto la gestione dei fondi del Pnrr per gli anni futuri, la seconda è sostituirlo senza correre il rischio che si apra la casella ‘rimpasto’. Su questi due punti la riflessione è aperta e, in una serie di riunioni che si sono susseguite nella sede del governo, si sarebbe profilata una possibile via d’uscita: ovvero non nominare nessun sostituto, almeno in una fase iniziale, ma portare le deleghe del Pnrr e dei fondi di Coesione direttamente a palazzo Chigi, affidandole a uno dei due sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano o (più probabilmente) Giovanbattista Fazzolari. La premier, dopo aver definito anche oggi “surreale” che si sia tentata una definizione dei top jobs “a tavolino”, giocherà questa mano di poker sapendo di avere contro i veti del socialista Olaf Scholz ma provando anche a fare sponda con quella parte del Ppe che, a differenza del polacco Donald Tusk, chiede di guardare verso i Conservatori, soprattutto se l’obiettivo è quello di blindare Ursula von der Leyen senza rischiare che venga impallinata dal voto segreto nel momento in cui toccherà al Parlamento esprimersi. La convinzione di chi sta seguendo da vicino la trattativa per conto dell’Italia è infatti che la presidente uscente voglia evitare un bis sul filo dei voti.E da oggi, Giorgia Meloni è pronta a mettere sul tavolo un altra carta: il gruppo Ecr, infatti, è diventato ufficialmente il terzo per numero di deputati all’interno del Parlamento europeo, scavalcando dunque i liberali di Renew. Sono stati infatti annunciati 11 nuovi ingressi che portano il gruppo dei Conservatori a 83 eletti.

Autonomia, Castelli (ScN): riforma è disastro, spacca l’Italia

Autonomia, Castelli (ScN): riforma è disastro, spacca l’ItaliaRoma, 19 giu. (askanews) – “Meloni, Salvini e Tajani hanno fatto a gara per far votare in 24 ore le due pseudo riforme su premierato e autonomia differenziata. Al netto dei disastri che produrranno le due riforme, perché questo governo non ha fatto a gara per fronteggiare i problemi che affliggono questo Paese? Oggi gli italiani non chiedono premierato e autonomia, oggi da nord a sud c’è forte bisogno di sanità e acqua. Chiedete ad agricoltori e allevatori, chiedete a tutte quelle famiglie che hanno bisogno di farsi curare. Questo è il problema di un governo che si è rinchiuso dentro il palazzo e non ha la minima idea di ciò che succede nei territori. E nel frattempo i governatori Occhiuto e Schifani sostengono un governo (targato Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia) che prima ha scippato i fondi Fsc destinati alla Calabria e alla Sicilia per dirottarli sul Ponte e oggi con questa pseudo Autonomia spacca l’Italia. Con Cateno De Luca e tutta la comunità di Sud chiama Nord andremo avanti mettendoci tutte le forze per cambiare questo sistema folle”. Lo afferma Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord.