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Elezioni Europee: FdI sfiora il 29%, il Pd oltre il 24%. Cala il M5s, FI sorpassa la Lega

Elezioni Europee: FdI sfiora il 29%, il Pd oltre il 24%. Cala il M5s, FI sorpassa la LegaRoma, 10 giu. (askanews) – In una tornata di elezioni Europee in cui l’affluenza cala sotto il 50% Fratelli d’Italia cresce e guadagna punti preziosi rispetto al risultato delle Politiche del 2022 sfiorando il 29%. Il ‘referendum’ lanciato dalla premier su “Giorgia” porta frutti: le preferenze per la leader di Fdi superano i due milioni di voti. Non sono ancora definitivi i dati dello spoglio dei seggi (60.928 su 63.905) ma le elezioni Europee consegnano già alcune certezze: la vittoria di Meloni con Fdi, che si conferma il primo partito in Italia, l’avanzata del Pd che supera il 24% – cosa che non accadeva da anni – con il consolidamento della leadership di Elly Schlein.


C’è poi la lotta per il secondo posto nella coalizione di centrodestra dove Forza Italia (9,7%) supera tra Lega (9,1%), mentre il Movimento Cinquestelle pare scendere sotto una percentuale a due cifre (9,9%). Forza Italia, dunque, alla prima prova elettorale dalla scomparsa del fondatore Silvio Berlusconi, si avvicina sempre di più al partito dell’ex premier Giuseppe Conte che ammette il risultato deludente e promette di aprire una “riflessione”. Oltre a questo ci sono, da un lato, il successo dell’Alleanza Verdi e sinistra che vola sopra il 6,6% e porta Ilaria Salis a Strasburgo, e dall’altro il crollo dei riformisti al centro, sia nella versione Renzi e Bonino degli Stati Uniti d’Europa (3,7%), che in quella della lista Siamo europei (3,3%) di Calenda: entrambi non riescono a superare la soglia di sbarramento del 4% prevista dalle elezioni europee e non manderanno alcun europarlamentare a Bruxelles.


Nella notte, “più bella di quella delle politiche”, Giorgia Meloni esulta all’hotel Parco dei Principi dove è riunito lo stato maggiore di Fratelli d’Italia: “Ci hanno visto arrivare ma non ci hanno fermato”, dice, citando a suo modo una frase della segretaria Dem che da parte sua parla al Nazareno di un “risultato straordinario”, grazie al quale “si restringe la distanza con Fratelli d’Italia”. Matteo Salvini lamenta “stranezze” come “l’ex segretario del partito (Bossi, ndr) che il giorno prima del voto dice che vota un altro partito” ma “ci avevano dato per morti, invece siamo vivi e vegeti”.

Europee, FdI cresce ancora, secondo il Pd (male il M5s)

Europee, FdI cresce ancora, secondo il Pd (male il M5s)Roma, 10 giu. (askanews) – Fratelli d’Italia al 28,94 per cento, poi il Pd al 24,94% dopo lo scrutinio in 43.056 sezioni su 61.650. Terzo gradino del podio al MoVimento cinque stelle con il 9,54%. Forza Italia subito sotto con il 9,09%, la Lega all’9,04%, Alleanza Verdi sinistra al 6,77%, Stati Uniti d’Europa al 3,61%, Azione al 3,30%, Pace Terra e Dignità al 2,25%, Südtiroler Volkspartei 0,68%, Libertà 1,15%, Alternativa Popolare allo 0,39%, Democrazia Sovrana Popolare allo 0,16%, Partito Animalista – Italexit per l’Italia allo 0,09%, Rassemblement Valdôtain 0,06%.

Europee, Salvini: ci davano per morti, siamo vivi e vegeti nonostante Bossi

Europee, Salvini: ci davano per morti, siamo vivi e vegeti nonostante BossiMilano, 10 giu. (askanews) – “Da un anno ci danno per morti, siamo vivi e vegeti. Certo con alcune stranezze, con l’ex segretario del partito che il giorno prima del voto dice che vota un altro partito… Le condizioni interne non sempre sono state comode ma i leghisti ci hanno messo l’anima”. Lo ha detto Matteo Salvini, commentato la scelta di Umberto Bossi di votare per Fi.


“Ringrazio chi non ha mai tradito, non mi piacciono quelli che scappano e cambiano bandiera a seconda delle convenienze”, ha aggiunto il segretario, ricordando che “la Lega è nata 40 anni fa e ci sarà fra 40 anni”. E sull’andamento delle proiezioni ha osservato: “Ci davano al 7, andiamo a letto sfiorando il 9…”.

Europee, Salvini: ci davano per morti, vivi e vegeti nonostante Bossi

Europee, Salvini: ci davano per morti, vivi e vegeti nonostante BossiMilano, 10 giu. (askanews) – “Da un anno ci danno per morti, siamo vivi e vegeti. Certo con alcune stranezze, con l’ex segretario del partito che il giorno prima del voto dice che vota un altro partito… Le condizioni interne non sempre sono state comode ma i leghisti ci hanno messo l’anima”. Lo ha detto Matteo Salvini, commentato la scelta di Umberto Bossi di votare per Fi.


“Ringrazio chi non ha mai tradito, non mi piacciono quelli che scappano e cambiano bandiera a seconda delle convenienze”, ha aggiunto il segretario, ricordando che “la Lega è nata 40 anni fa e ci sarà fra 40 anni”. E sull’andamento delle proiezioni ha osservato: “Ci davano al 7, andiamo a letto sfiorando il 9…”.

Schlein rilancia il Pd: “Per noi un risultato straordinario”

Schlein rilancia il Pd: “Per noi un risultato straordinario”Roma, 10 giu. (askanews) – Il Pd festeggia, il risultato del partito va oltre le aspettative, i democratici tornano intorno al 25% e accorciano le distanze da Fdi, che pure cresce. I primi exit poll sono accolti con scaramanzia, per un’ora abbondante nessun dirigente si fa vedere nella sala ‘David Sassoli al Nazareno, dove è allestito lo spazio per i giornalisti. La cautela, però, dura poco, perché le proiezioni calcolate sui dati reali confermano le prime indicazioni e a un certo punto praticamente l’intera segreteria si presenta in sala stampa, annunciando l’arrivo della segretaria. Elly Schlein entra accompagnata da Stefano Bonaccini, indossa una giacca rossa e viene accolta da un fragoroso applauso: “Per noi è un risultato straordinario”, esordisce.


“Siamo il partito che cresce di più dalle politiche – rivendica – la distanza con Fdi e Giorgia Meloni si restringe, era uno dei nostri obiettivi. La campagna palmo a palmo sul territorio e una squadra forte e plurale hanno premiato”. Certo, il dato che emerge dalle urne è complesso, non c’è solo il successo del Pd: l’estrema destra avanza in Francia, Germania, Austria, in Italia tra gli alleati – reali o potenziali – solo quelli di Verdi-Sinistra sorridono con 7% circa che rappresenta un vero exploit. Ma va male Giuseppe Conte con M5s, sfuma il sogno di affiancare o addirittura superare il Pd. Annaspano i centristi che sfiorano la soglia del 4% e vedono bocciata l’idea di un posizionamento “né di qua, né di là”, l’ambizione di scompaginare gli attuali schieramenti. Un risultato che, da un lato, può chiudere la fase ‘tutti contro tutti nel centrosinistra, ma che obbliga comunque ad un attento lavoro di tessitura per tenere insieme tutti i pezzi. Schlein lo dice chiaramente, una constatazione che suona come un avvertimento ai potenziali alleati: “Il voto delle forze di opposizione supera quello delle forze di maggioranza al governo. Noi continueremo ad essere testardamente unitari e a sentire la responsabilità, da questa sera, di costruire l’alternativa”. Parole chiare: i numeri dicono che il centrodestra si può battere, a condizione che tutti mettano da parte le rivalità e si convincano che l’unità delle opposizioni è un elemento fondamentale.


Anche perché se è vero che il Pd dimezza lo scarto da Fdi, bisogna anche fare i conti con una ulteriore crescita del partito di Giorgia Meloni, che supera il 28%. E se l’operazione-Vannacci non sembra aver portato il guizzo sperato da Matteo Salvini, Fi si conferma in buona salute. Il centrodestra nel suo complesso, insomma, tiene e Fdi cresce, non si vedono segnali di debolezza della maggioranza. Il voto europeo conferma, se ce ne fosse stato bisogno, che solo un fronte compatto delle opposizioni può competere alle prossime politiche.

Schlein rilancia il Pd: “Per noi risultato straordinario”

Schlein rilancia il Pd: “Per noi risultato straordinario”Roma, 10 giu. (askanews) – Il Pd festeggia, il risultato del partito va oltre le aspettative, i democratici tornano intorno al 25% e accorciano le distanze da Fdi, che pure cresce. I primi exit poll sono accolti con scaramanzia, per un’ora abbondante nessun dirigente si fa vedere nella sala ‘David Sassoli al Nazareno, dove è allestito lo spazio per i giornalisti. La cautela, però, dura poco, perché le proiezioni calcolate sui dati reali confermano le prime indicazioni e a un certo punto praticamente l’intera segreteria si presenta in sala stampa, annunciando l’arrivo della segretaria. Elly Schlein entra accompagnata da Stefano Bonaccini, indossa una giacca rossa e viene accolta da un fragoroso applauso: “Per noi è un risultato straordinario”, esordisce.


“Siamo il partito che cresce di più dalle politiche – rivendica – la distanza con Fdi e Giorgia Meloni si restringe, era uno dei nostri obiettivi. La campagna palmo a palmo sul territorio e una squadra forte e plurale hanno premiato”. Certo, il dato che emerge dalle urne è complesso, non c’è solo il successo del Pd: l’estrema destra avanza in Francia, Germania, Austria, in Italia tra gli alleati – reali o potenziali – solo quelli di Verdi-Sinistra sorridono con 7% circa che rappresenta un vero exploit. Ma va male Giuseppe Conte con M5s, sfuma il sogno di affiancare o addirittura superare il Pd. Annaspano i centristi che sfiorano la soglia del 4% e vedono bocciata l’idea di un posizionamento “né di qua, né di là”, l’ambizione di scompaginare gli attuali schieramenti. Un risultato che, da un lato, può chiudere la fase ‘tutti contro tutti nel centrosinistra, ma che obbliga comunque ad un attento lavoro di tessitura per tenere insieme tutti i pezzi. Schlein lo dice chiaramente, una constatazione che suona come un avvertimento ai potenziali alleati: “Il voto delle forze di opposizione supera quello delle forze di maggioranza al governo. Noi continueremo ad essere testardamente unitari e a sentire la responsabilità, da questa sera, di costruire l’alternativa”. Parole chiare: i numeri dicono che il centrodestra si può battere, a condizione che tutti mettano da parte le rivalità e si convincano che l’unità delle opposizioni è un elemento fondamentale.


Anche perché se è vero che il Pd dimezza lo scarto da Fdi, bisogna anche fare i conti con una ulteriore crescita del partito di Giorgia Meloni, che supera il 28%. E se l’operazione-Vannacci non sembra aver portato il guizzo sperato da Matteo Salvini, Fi si conferma in buona salute. Il centrodestra nel suo complesso, insomma, tiene e Fdi cresce, non si vedono segnali di debolezza della maggioranza. Il voto europeo conferma, se ce ne fosse stato bisogno, che solo un fronte compatto delle opposizioni può competere alle prossime politiche.

Europee, Conte: risultato deludente, faremo una riflessione

Europee, Conte: risultato deludente, faremo una riflessioneRoma, 10 giu. (askanews) – “Prendiamo atto di un risultato deludente, potevamo sicuramente fare meglio, la valutazione dei cittadini è insindacabile, faremo una riflessione interna”: Così Giuseppe Conte, leader M5s, commentando nella sede del Movimento il risultato delle elezioni europee. “Dovremo approfondire le ragioni per cui il risultato non è quello che speravamo – ha spiegato Conte -. Garantisco agli elettori che i nostri europarlamentari, 9 o 10, saranno coerenti rispetto agli impegni annunciati in campagna elettorale, saranno costruttori di pace, si batteranno a ogni livello per dire no all’austerity, contrasteranno e cercheranno di rafforzare la legalità, per un’Europa più verde e per rafforzare diritti per giovani e donne. Insomma un’Europa sociale, democratica e sicuramente più inclusiva. Il nostro impegno politico non marca nessuna battuta d’arresto, lavoreremo sicuramente sul piano interno per l’alternativa a questo governo”.

Europee, Meloni: notte più bella di due anni fa, italiani con noi

Europee, Meloni: notte più bella di due anni fa, italiani con noiRoma, 10 giu. (askanews) – “Ci siamo visti qui due anni fa ed era una bella notte. Questa è più bella di due anni fa”. Lo ha detto la premier e leader di Fdi, Giorgia Meloni, al Parco dei principi commentando i risultati del voto per le Europee.


“Il messaggio” che viene dal voto è “andate avanti e fatelo se possibile con maggiore determinazione. Un segnale che capisco e sono pronta a cogliere”, ha assicurato. “Oggi i cittadini ci hanno detto da che parte stanno, stanno dalla nostra parte”. “Sono straordinariamente orgogliosa del risultato di Fdi e sono orgogliosa anche per i risultati di Forza Italia e Lega”, ha commentato ancora Meloni, aggiungendo: “E comunque, nel nostro caso ci hanno visto arrivare ma non sono riusciti a fermarci”. “Abbiamo fatto scelte difficili, c’era bisogno di dire la verità e fare quello che era giusto fare per l’Italia. Il fatto che gli italiani abbiano capito, questo è un valore straordinario. Grazie alla maggioranza degli italiani che ha continuato a scegliere Fdi e il centrodestra”, ha concluso.

Europee, Schlein: somma opposizioni supera forze di maggioranza

Europee, Schlein: somma opposizioni supera forze di maggioranzaRoma, 10 giu. (askanews) – “Sentiamo ancora più forte la responsabilità di costruire l’alternativa a questo governo. Il voto delle forze di opposizione supera quello delle forze di maggioranza al governo. Noi continueremo ad essere testardamente unitari e a sentire la responsabilità, da questa sera, di costruire l’alternativa”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando al Nazareno per commentare i dati del voto per le Europee.


“E’ un risultato per noi straordinario”, ha sottolineato, spiegando che il Pd è “il partito che cresce di più dalle politiche, la distanza con Fdi e Giorgia Meloni si restringe – era uno dei nostri obiettivi – la campagna palmo a palmo sul territorio e una squadra forte e plurale hanno premiato”. “A livello europeo il Pse tiene, come era nostro obiettivo non è possibile alcuna maggioranza senza il gruppo socialista e democratico al Parlamento europeo. Vedremo in queste ore se saremo la prima o la seconda delegazione al Parlamento europeo”, ha detto Schlein.

Europee, l’astensione cresce ancora: mancato l’obiettivo del 50%

Europee, l’astensione cresce ancora: mancato l’obiettivo del 50%Roma, 10 giu. (askanews) – Era un dato atteso ma la sua misura era in discussione: l’astensionismo degli elettori italiani è cresciuto ancora, in occasione di queste elezioni europee e delle altre consultazioni, regionali ed amministrative, dell’8 e 9 giugno: meno 6,5 per cento di elettori alle urne per le europee, meno 5 per cento alle comunali, meno 8 per cento alle regionali in Piemonte. In definitiva, meno di metà degli elettori italiani si è recata effettivamente alle urne per eleggere i suoi rappresentanti nell’europarlamento.


I dati non sono ancora definitivi, mentre scriviamo mancano le percentuali dei votanti di meno di mille sezioni in tutta Italia ma di fatto il dato non potrà discostarsi se non per qualche decimale. Sul sito del Viminale l’affluenza misurata a livello nazionale, 61.047 sezioni su 61.650 totali, è ferma al 49,65 per cento. Il dato precedente, quello delle elezioni europee del 2019, era il 56,02 per cento. Il 63,9 invece quello dell’affluenza nelle elezioni politiche del mese di settembre del 2022. Molto significativi anche i dati divisi per circoscrizione, che fanno registrare, pur nel comune calo dell’interesse dei cittadini italiani per l’esercizio del diritto di voto, significative differenze geografiche. L’affluenza minore alle urne si conferma quella dell’Italia insulare, ferma al 37,31 per cento ma paradossalmente in leggerissima crescita rispetto al 2019 (37,04). Maggiore partecipazione al voto si registra tra gli elettori del Nord: è il 55,14 per cento l’affluenza nel Nord-Ovest, del 53,95 del Nord-Est. Ma proprio in queste due circoscrizioni si registra il calo maggiore rispetto al 2019, quando nel Nord-Ovest si recò alle urne il 63,57 per cento degli aventi diritto, nel Nord-Est il 63,93, qui si sfiora il 10 per cento in meno. Nella circoscrizione Centro, invece, ha votato ieri e ieri l’altro il 52,55% (il 59,34 cinque anni fa), nell’Italia meridionale il 43,73 (era il 48,32% alle precedenti euroee).


La tendenza delle europee è confermata dall’esito delle altre consultazioni: l’affluenza in Piemonte per le regionali è passata dal 63,27 del 2019 al 55,31% dell’8 e 9 giugno 2024. Anche qui dati praticamente definitivi: 4.697 sezioni su 4.795. Nelle elezioni comunali (3.700 Comuni al voto, 6 capoluoghi di regione, 23 capoluoghi di provincia) la percentuale è più alta, ma è comunque in calo, e si ferma al 62,67 per cento: negli stessi comuni l’ultima affluenza registrata era del 67, 73 per cento. Questo sulla base delle cifre raccolte in 19.157 sezioni su 19.578.