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Dieci anni di Bosco Verticale, Boeri: una energia della città

Dieci anni di Bosco Verticale, Boeri: una energia della cittàMilano, 5 dic. (askanews) – Il Bosco Verticale ha compiuto dieci anni e per l’occasione Rizzoli pubblica un libro dedicato ai due grattacieli verdi progettati da Stefano Boeri e inaugurati a Milano nel 2014. Un’occasione per raccontare l’edificio, ma anche il clima nel quale è nato. “Credo che Milano abbia vissuto negli anni subito precedenti ad Expo, negli anni in cui si è inaugurato il Bosco Verticale – ha detto Boeri ad askanews – una accelerazione portentosa. Operatori pubblici, operatori privati, hanno tirato fuori dal cassetto progetti che erano interrotti, hanno scelto di accelerare i progetti che erano in corso, hanno scelto di riprendere progetti abbandonati e devo dire la città ha fatto in sei anni quello che normalmente una città vede realizzarsi in vent’anni. Il Bosco è stato uno di queste energie che hanno in qualche modo modificato il carattere sia fisico che anche simbolico di Milano”.


In questi dieci anni la sagoma del Bosco è diventata parte della stessa identità di Milano, ne ha modificato il paesaggio, architettonico certo, ma anche sentimentale. Il paesaggio come forma del nostro stare dentro un ambiente. “Io credo che forse la cosa più inaspettata e più interessante del Bosco – ci ha detto ancora l’architetto – sia che il suo paesaggio è cangiante, cioè continua a cambiare e continua a modificarsi nel tempo: cambia colore, cambia forma, perché le piante crescono, le piante cambiano colore, perdono le foglie, riprendono le foglie. E questo ecosistema vivente fa diventare un’architettura che solitamente è una presenza fissa, certo che riflette i colori, le luci, ma che è sostanzialmente statica, la fa diventare un organismo cangiante”. Accanto all’aspetto architettonico, poi, c’è un discorso sociale, c’è il tema di una transizione ecologica che per Boeri deve necessariamente lavorare sulle disuguaglianze, deve essere per tutti, altrimenti non potrà essere reale. “Questo è un punto molto importante, molto delicato – a concluso Stefano Boeri – e nel piccolo della nostra professione di architetti questo è un tema importantissimo. Per questo noi abbiamo lavorato tanto per dimostrare che è possibile realizzare un edificio come il Bosco Verticale anche in condizioni diverse, che un Bosco Verticale può essere accessibile a tutti in affitto, in social housing, come abbiamo dimostrato possibile in Olanda a Eindhoven qualche anno fa. È un tema su cui oggi stiamo ancora lavorando, usando la prefabbricazione, usando il legno, una serie di elementi che migliorano non solo la qualità, non solo la sostenibilità, ma l’accessibilità di questi edifici”.


Si può discutere a lungo su questi aspetti e sulla relazione tra l’architettura e la società, ma è fondamentale che certi temi restino sul tavolo, restino nel dibattito, anche grazie a un progetto come quello del Bosco Verticale. (Leonardo Merlini)

Urban vision compie 20 anni e si trasforma in media company

Urban vision compie 20 anni e si trasforma in media companyRoma, 4 dic. (askanews) – Con un percorso già iniziato attraverso l’acquisizione di testate iconiche come Rolling Stone, ArtNews e l’accordo con Viva El Futbol, Urban Vision dà vita a un network editoriale innovativo che includerà attraverso nuove acquisizioni anche contenuti su lifestyle, economia, e molto altro, con l’obiettivo di raggiungere un pubblico ampio e diversificato. Il vero elemento distintivo del network Urban Vision, sarà un nuovo inedito canale di comunicazione urbano: le strade e le piazze delle città. I contenuti editoriali non solo raggiungeranno i lettori tramite i tradizionali mezzi di comunicazione, ma anche attraverso impianti digitali urbani che porteranno l’informazione direttamente nelle principali città italiane, creando un dialogo costante tra i cittadini e i contenuti.


Urban Vision, pioniera nei progetti di comunicazione urbana, maxi digital outdoor e nel fundraising per il recupero del patrimonio artistico, celebra oggi 20 anni di successi, segnati da un costante processo di innovazione. Dal 2004, Urban Vision ha investito nel restauro di 396 opere d’arte e monumenti storici, finanziati con il contributo di fondi privati per un valore complessivo di 298 milioni di euro, contribuendo in modo significativo alla preservazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Grazie a un approccio innovativo, l’azienda ha saputo coniugare l’arte, la cultura e il business, trasformando il restauro in un’opportunità per promuovere il patrimonio nazionale. Tra i restauri più significativi realizzati da Urban Vision, spiccano quelli del Duomo di Milano, del Colonnato di San Pietro e della Fontana della Barcaccia, simboli di un impegno costante nella cura e valorizzazione del nostro patrimonio storico.


Urban Vision si è inoltre distinta per il suo approccio innovativo all’arredo urbano. Il concetto di “spazio pubblico” è diventato un veicolo di comunicazione per i brand, ma anche uno strumento per arricchire l’esperienza della città. Progetti di arredo urbano come le cabine digitali in collaborazione con TIM e gli impianti LED interattivi sono solo alcune delle iniziative che hanno reso Urban Vision un punto di riferimento per l’integrazione di estetica e funzionalità nelle città italiane.in media comp Oggi, dopo due decenni di successi nel restauro e nella valorizzazione del patrimonio, Urban Vision intraprende una nuova evoluzione, trasformandosi in una media company. Il network di Urban Vision si distinguerà per un linguaggio innovativo, fatto di reel, di contenuti visivi che coniugano informazione ed immediatezza. Un approccio che intende rendere l’informazione più accessibile e coinvolgente, portando la comunicazione direttamente al pubblico, ovunque si trovi. “Il nostro network è un punto di svolta per l’editoria,” afferma Gianluca De Marchi CEO di Urban Vision: “Non vogliamo solo informare, ma connettere, coinvolgere e rendere l’informazione parte integrante della vita urbana. Con l’unione di contenuti di qualità assoluta, impianti digitali e un linguaggio innovativo, stiamo creando una nuova forma di comunicazione editoriale”


Con questa trasformazione, Urban Vision consolida il suo ruolo di leader nella comunicazione urbana e si prepara a ridefinire le frontiere tra sponsorizzazione del patrimonio, comunicazione digitale e contenuti editoriali. L’azienda punta a sviluppare un modello integrato che valorizzi l’arte e la cultura, creando nuove esperienze per i cittadini e offrendo nuove opportunità per i brand. Un futuro in cui l’innovazione e la conservazione del patrimonio culturale camminano fianco a fianco, generando valore per la comunità e per il mondo delle imprese.

M5S, Conte-Grillo alla conta, da domani si rivota sullo Statuto

M5S, Conte-Grillo alla conta, da domani si rivota sullo StatutoRoma, 4 dic. (askanews) – La conta finale, nella sfida fra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, si apre domani mattina, giovedì 5 dicembre, alle 10, e si chiude alle 22 di domenica prossima, 8 dicembre. È la nuova votazione on line degli iscritti al Movimento 5 stelle, imposta da Grillo a norma di statuto, sui nodi più delicati dello scontro politico interno, e in particolare sull’arma “fine di mondo”, l’abolizione della figura del garante, rivestita finora con poteri piuttosto ampi proprio dal fondatore del M5S. Il quesito era stato approvato con un largo 63,24 per cento dai votanti e da un boato dell’assemblea nazionale Nova che aveva messo in imbarazzo qualche esponente storico che con Grillo aveva condiviso i primi passi del Movimento. La sfida di Grillo, che ha invitato i suoi vecchi seguaci ad “andare per funghi” piuttosto che votare, è legata alla speranza che i contrari e gli astenuti (rispettivamente 29,09 e 7,67 per cento) non partecipino proprio al voto, facendo mancare il quorum richiesto appunto per approvare le modifiche statutarie, superato alquanto largamente al primo spoglio conclusosi il 24 novembre scorso: in quel caso infatti votarono in 54.452, il 61,23% degli aventi diritto che sono circa 89mila. Per sconfiggere nuovamente Grillo e rimanere saldamente in sella al Movimento per gestire la “nuova fase” che ha più volte rivendicato di voler aprire, stavolta Conte avrà bisogno di 44.467 votanti. Quindi, a meno che non si mobiliti una parte della base rimasta indifferente in occasione della prima consultazione, una quota dei contrari e degli astenuti dovrà comunque accettare di partecipare rilegittimando tutto il procedimento.


Il peso gettato dal fondatore nella contesa, con il video alla guida di un carro funebre, simbolo della “morte” del M5S nelle mani di Conte, ufficialmente non preoccupa i vertici stellati, che ostentano fiducia nella partecipazione degli iscritti, riattivata anche attraverso la campagna social con l’hashtag #eiorivoto. L’ex premier tuttavia non trascura le necessità della comunicazione, e fin dalla mattina bombarda polemicamente il fondatore ricordandogli qualche passo falso del passato: “Si è rotto qualcosa, altrimenti la comunità degli iscritti non avrebbe mai votato per l’abolizione del garante”, ed è successo “quando ha detto ‘Draghi grillino, Cingolani l’elevato che realizzerà la transizione ecologica’”. Nel campo di chi ha condiviso la battaglia di Grillo, c’è chi garantisce che nulla si muoverà fino a votazione conclusa, quindi almeno fino a lunedì mattina. Nei retroscena di giornali e siti di informazione è tornata di attualità l’ipotesi di un futuro partito di Grillo, la cui nascita potrebbe essere accompagnata dal contenzioso legale sul simbolo a 5 stelle, finora solo minacciato dal garante e sul quale Conte risponde ostentando le sue competenze giuridiche: “Per i partiti politici – garantisce – vale l’utilizzo consolidato”. Quanto ai “grillini” pronti a seguire il fondatore nel toto-nomi vengono rilanciati sempre gli stessi: l’ex ministro Danilo Toninelli, l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi e l’ex parlamentare Alessandro Di Battista, oggi convertito a una carriera da giornalista-opinionista e alla guida di una sua associazione politica che si chiama Schierarsi. Profili politicamente non del tutto compatibili, specie dopo l’evoluzione marcatamente pacifista e terzomondista di Di Battista, il quale peraltro non è dato sapere se abbia del tutto perdonato Grillo per la spinta data a favore dell’adesione al governo Draghi, che portò invece lo stesso “Dibba” a dissociarsi dal Movimento. Nei gruppi parlamentari qualcuno in sonno c’è, ma chi avrebbe voluto condurre una battaglia a viso aperto contro Conte, a mezza voce fa notare che “al momento di girarmi non ho trovato più nessuno”: non esattamente il miglior viatico per il lancio di una nuova formazione politica. Perfino il più esposto dei filo-Grillo, Toninelli, in questo scenario per ora dichiara a Radiouno: “Un possibile nuovo movimento insieme a Virginia Raggi e Alessandro Di Battista? Io sicuramente non ci sarò”. Le risposte vere, però, arriveranno più in là: non prima del risultato del nuovo voto degli iscritti, e probabilmente solo dopo che Grillo avrà “rivelato” i suoi piani per il futuro, quelli che dal carro funebre ha garantito di avere in mente.

M5S, Conte-Grillo alla conta, da giovedì si rivota sullo Statuto

M5S, Conte-Grillo alla conta, da giovedì si rivota sullo StatutoRoma, 4 dic. (askanews) – La conta finale, nella sfida fra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, si apre giovedì alle 10, e si chiude alle 22 di domenica prossima, 8 dicembre. È la nuova votazione on line degli iscritti al Movimento 5 stelle, imposta da Grillo a norma di statuto, sui nodi più delicati dello scontro politico interno, e in particolare sull’arma “fine di mondo”, l’abolizione della figura del garante, rivestita finora con poteri piuttosto ampi proprio dal fondatore del M5S. Il quesito era stato approvato con un largo 63,24 per cento dai votanti e da un boato dell’assemblea nazionale Nova che aveva messo in imbarazzo qualche esponente storico che con Grillo aveva condiviso i primi passi del Movimento. La sfida di Grillo, che ha invitato i suoi vecchi seguaci ad “andare per funghi” piuttosto che votare, è legata alla speranza che i contrari e gli astenuti (rispettivamente 29,09 e 7,67 per cento) non partecipino proprio al voto, facendo mancare il quorum richiesto appunto per approvare le modifiche statutarie, superato alquanto largamente al primo spoglio conclusosi il 24 novembre scorso: in quel caso infatti votarono in 54.452, il 61,23% degli aventi diritto che sono circa 89mila.


Per sconfiggere nuovamente Grillo e rimanere saldamente in sella al Movimento per gestire la “nuova fase” che ha più volte rivendicato di voler aprire, stavolta Conte avrà bisogno di 44.467 votanti. Quindi, a meno che non si mobiliti una parte della base rimasta indifferente in occasione della prima consultazione, una quota dei contrari e degli astenuti dovrà comunque accettare di partecipare rilegittimando tutto il procedimento. Il peso gettato dal fondatore nella contesa, con il video alla guida di un carro funebre, simbolo della “morte” del M5S nelle mani di Conte, ufficialmente non preoccupa i vertici stellati, che ostentano fiducia nella partecipazione degli iscritti, riattivata anche attraverso la campagna social con l’hashtag #eiorivoto. L’ex premier tuttavia non trascura le necessità della comunicazione, e fin dalla mattina bombarda polemicamente il fondatore ricordandogli qualche passo falso del passato: “Si è rotto qualcosa, altrimenti la comunità degli iscritti non avrebbe mai votato per l’abolizione del garante”, ed è successo “quando ha detto ‘Draghi grillino, Cingolani l’elevato che realizzerà la transizione ecologica’”. Nel campo di chi ha condiviso la battaglia di Grillo, c’è chi garantisce che nulla si muoverà fino a votazione conclusa, quindi almeno fino a lunedì mattina. Nei retroscena di giornali e siti di informazione è tornata di attualità l’ipotesi di un futuro partito di Grillo, la cui nascita potrebbe essere accompagnata dal contenzioso legale sul simbolo a 5 stelle, finora solo minacciato dal garante e sul quale Conte risponde ostentando le sue competenze giuridiche: “Per i partiti politici – garantisce – vale l’utilizzo consolidato”.


Quanto ai “grillini” pronti a seguire il fondatore nel toto-nomi vengono rilanciati sempre gli stessi: l’ex ministro Danilo Toninelli, l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi e l’ex parlamentare Alessandro Di Battista, oggi convertito a una carriera da giornalista-opinionista e alla guida di una sua associazione politica che si chiama Schierarsi. Profili politicamente non del tutto compatibili, specie dopo l’evoluzione marcatamente pacifista e terzomondista di Di Battista, il quale peraltro non è dato sapere se abbia del tutto perdonato Grillo per la spinta data a favore dell’adesione al governo Draghi, che portò invece lo stesso “Dibba” a dissociarsi dal Movimento. Nei gruppi parlamentari qualcuno in sonno c’è, ma chi avrebbe voluto condurre una battaglia a viso aperto contro Conte, a mezza voce fa notare che “al momento di girarmi non ho trovato più nessuno”: non esattamente il miglior viatico per il lancio di una nuova formazione politica. Perfino il più esposto dei filo-Grillo, Toninelli, in questo scenario per ora dichiara a Radiouno: “Un possibile nuovo movimento insieme a Virginia Raggi e Alessandro Di Battista? Io sicuramente non ci sarò”. Le risposte vere, però, arriveranno più in là: non prima del risultato del nuovo voto degli iscritti, e probabilmente solo dopo che Grillo avrà “rivelato” i suoi piani per il futuro, quelli che dal carro funebre ha garantito di avere in mente.

Ue, Meloni: no tentennamenti e ritardi, trovare soluzioni

Ue, Meloni: no tentennamenti e ritardi, trovare soluzioniRoma, 4 dic. (askanews) – “Oggi, in un mondo che corre veloce, l’Europa non può più permettersi tentennamenti e ritardi”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video messaggio inviato all’evento organizzato a Bruxelles per presentare la squadra e le priorità di legislatura della nuova delegazione di Fratelli d’Italia-ECR al Parlamento europeo.


“Ecco perché – aggiunge – potrei sintetizzare l’enorme lavoro che il governo italiano sta conducendo a Bruxelles in due parole: trovare soluzioni. Soluzioni europee naturalmente, nelle quali però l’interesse dell’Italia sia sempre tutelato e rappresentato al massimo. Ed è in fondo la stessa cosa che ci aspettiamo dalla nostra delegazione al Parlamento europeo, a cui rinnovo gli auguri di buon lavoro”.

Warner Music Italy lancia la compilation del Regno di Babbo Natale

Warner Music Italy lancia la compilation del Regno di Babbo NataleRoma, 4 dic. (askanews) – Una compilation del Regno di Babbo Natale. E’ stato presentato a Vetralla la collaborazione tra Warner Music Italy con il Regno di Babbo Natale, il magico universo che da anni affascina milioni di visitatori, affermandosi come un vero e proprio fenomeno culturale e simbolo del Natale contemporaneo. Una partnership che rappresenta molto più di un semplice progetto musicale, ma dà il via ad un viaggio globale che unisce tradizione, innovazione e magia.


Il Regno di Babbo Natale, nato a Vetralla (VT), non è solo una meta amatissima durante le festività ma un mondo vibrante che vive tutto l’anno, arricchito da un’identità musicale capace di catturare grandi e piccini. Ora, grazie a Warner Music Italy, queste emozioni prendono vita attraverso una distribuzione musicale che punta a far risuonare lo spirito natalizio in ogni angolo del mondo. “Questo progetto va oltre le canzoni – sottolinea Giorgio Onorato Aquilani, fondatore del Regno di Babbo Natale – è un mondo intero che prende vita attraverso la musica. La nostra identità musicale è il cuore pulsante di un’esperienza immersiva che emoziona milioni di persone ogni anno. Grazie a Warner Music Italy, siamo pronti a portare questa magia ovunque, condividendo i nostri valori universali con un pubblico globale”.


La collaborazione prende il via con un catalogo di brani che spaziano da allegre canzoni natalizie a composizioni strumentali, raccontando storie che uniscono musica, emozioni e magia. Il Regno, oltre alla musica, è anche protagonista di un libro per famiglie, Lucy e il Segreto di Natalloween (edizioni Gribaudo), che è già diventato uno spettacolo musicale nel parco Magicland – Valmontone, per cui sono state scritte nuove canzoni in stile musical. “Siamo orgogliosi di poter supportare un progetto così unico nel suo genere. Il Regno di Babbo Natale non è solo un simbolo del Natale italiano, ma un vero fenomeno culturale capace di parlare a un pubblico internazionale. La sua musica porta con sé tutta la magia e l’energia di un mondo straordinario e siamo entusiasti di accompagnarlo in questo viaggio verso nuovi orizzonti globali” – ha dichiarato Renato Tanchis, responsabile del progetto per Warner Music Italy.


Questa partnership rappresenta un passo fondamentale verso l’espansione internazionale del Regno di Babbo Natale. Non si tratta solo di un progetto natalizio: Warner Music Italy e il Regno di Babbo Natale hanno una visione a lungo termine, destinata a trasformare questa realtà magica in un punto di riferimento globale per il Natale contemporaneo. Attraverso piattaforme come Spotify, Amazon Music, Apple Music e iTunes, la magia del Regno di Babbo Natale è già accessibile a tutti, accompagnando famiglie di tutto il mondo in un viaggio musicale che incarna l’essenza del Natale: gioia, condivisione e speranza.

Meloni-Orban: asse in Ue su Paesi sicuri e “modello” Albania per migranti

Meloni-Orban: asse in Ue su Paesi sicuri e “modello” Albania per migrantiRoma, 4 dic. (askanews) – Nel giorno in cui il Parlamento approva definitivamente il decreto flussi (che contiene anche le norme sui Paesi sicuri), ma arrivano due nuovi stop al governo sui centri in Albania, Giorgia Meloni incassa l’”appoggio” di Viktor Orban in tema di migranti. Il primo ministro ungherese, ricevuto questa mattina dal Papa, è stato a colloquio per oltre un’ora nel pomeriggio con la presidente del Consiglio a Palazzo Chigi.


Orban sta per chiudere il semestre di presidenza ungherese, un mandato che è stato contestato (anche con il ‘boicottaggio’ di riunioni) per alcune decisioni del premier, in particolare sul rispetto dello stato di diritto, e di cui alcuni avevano ipotizzato lo ‘slittamento’. Una richiesta che non era stata poi raccolta dalle istituzioni comunitarie, anche perchè in realtà il semestre è caduto in un periodo – con le elezioni e le nomine dei nuovi top jobs – in cui il ruolo della Presidenza è stato assai limitato. Meloni, da parte sua, ha invece espresso le “congratulazioni” all’amico Orban “per la riuscita della Presidenza semestrale di turno del Consiglio dell’Unione europea, in particolare per l’adozione della dichiarazione di Budapest sulla competitività, oltre all’apertura del primo capitolo dei negoziati di adesione con l’Albania e i progressi fatti con Bulgaria e Romania per quanto riguarda l’ampliamento dell’area Schengen”. I due hanno quindi ribadito la volontà di “continuare a rafforzare il dialogo politico” e di “coordinarsi reciprocamente sui principali temi internazionali”, oltre all’intenzione di rafforzare ulteriormente i rapporti commerciali ed economici tra i due Paesi.


Ma il ‘piatto forte’ è stato il tema dei migranti, su cui Orban e Meloni si trovano allineati per “contrastare la migrazione irregolare”. In particolare, hanno condiviso “l’urgenza di un quadro giuridico aggiornato per facilitare, aumentare ed accelerare i rimpatri dall’Unione europea, con particolare attenzione al consolidamento del concetto di Paesi di origine sicuri”. Un tema particolarmente sensibile per Meloni, che deve fronteggiare lo stop all’operatività dei centri in Albania. Proprio oggi il Parlamento ha dato via libera definitivo al decreto flussi (con l’indicazione della lista dei Paesi sicuri), ma il Csm ha detto “no” all’assegnazione alle Corti d’Appello della competenza sui procedimenti di trattenimento dei migranti richiedenti asilo e la Cassazione ha rinviato la decisione sul ricorso del governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso. Il pg ha chiesto di sospendere il giudizio in attesa che si pronunci la Corte di Giustizia dell’Unione europea e la decisione arriverà nelle prossime settimane. I centri di Gjader e Shengjin resteranno dunque ancora vuoti, anche se come detto da Meloni nei giorni scorsi e ribadito oggi dal ministro Matteo Piantedosi, il governo è “al lavoro per mettere a punto soluzioni in grado di superare gli ostacoli incontrati”. Per la premier e per Orban, però, quello albanese resta un ‘modello’ da “esplorare” nell’ambito di “nuove modalità per prevenire e contrastare la migrazione irregolare, nel rispetto del diritto Ue e internazionale”. Magari – è questo il progetto – riuscendo ad anticipare l’entrata in funzione del Patto sulla migrazione e l’asilo, attualmente prevista a giugno 2026.


A margine della visita di Orban va registrata la contestazione di +Europa. In piazza Colonna si sono presentati il segretario Riccardo Magi, Benedetto Della Vedova e alcuni militanti, esponendo cartelli con scritte come “No ai servi di Putin in Europa” e “No al modello Ungheria”. “Diciamo no al modello ungherese, un modello liberticida, contro la libertà di stampa, contro le libertà individuali, contro i diritti civili. E’ il modello della democrazia illiberale e di coloro che vogliono disgregare e distruggere l’Ue nel momento in cui invece ne abbiamo più bisogno”, ha detto Della Vedova.

Migranti, Meloni-Orban: asse in Ue su Paesi sicuri e “modello” Albania

Migranti, Meloni-Orban: asse in Ue su Paesi sicuri e “modello” AlbaniaRoma, 4 dic. (askanews) – Nel giorno in cui il Parlamento approva definitivamente il decreto flussi (che contiene anche le norme sui Paesi sicuri), ma arrivano due nuovi stop al governo sui centri in Albania, Giorgia Meloni incassa l’”appoggio” di Viktor Orban in tema di migranti. Il primo ministro ungherese, ricevuto questa mattina dal Papa, è stato a colloquio per oltre un’ora nel pomeriggio con la presidente del Consiglio a Palazzo Chigi.


Orban sta per chiudere il semestre di presidenza ungherese, un mandato che è stato contestato (anche con il ‘boicottaggio’ di riunioni) per alcune decisioni del premier, in particolare sul rispetto dello stato di diritto, e di cui alcuni avevano ipotizzato lo ‘slittamento’. Una richiesta che non era stata poi raccolta dalle istituzioni comunitarie, anche perchè in realtà il semestre è caduto in un periodo – con le elezioni e le nomine dei nuovi top jobs – in cui il ruolo della Presidenza è stato assai limitato. Meloni, da parte sua, ha invece espresso le “congratulazioni” all’amico Orban “per la riuscita della Presidenza semestrale di turno del Consiglio dell’Unione europea, in particolare per l’adozione della dichiarazione di Budapest sulla competitività, oltre all’apertura del primo capitolo dei negoziati di adesione con l’Albania e i progressi fatti con Bulgaria e Romania per quanto riguarda l’ampliamento dell’area Schengen”. I due hanno quindi ribadito la volontà di “continuare a rafforzare il dialogo politico” e di “coordinarsi reciprocamente sui principali temi internazionali”, oltre all’intenzione di rafforzare ulteriormente i rapporti commerciali ed economici tra i due Paesi.


Ma il ‘piatto forte’ è stato il tema dei migranti, su cui Orban e Meloni si trovano allineati per “contrastare la migrazione irregolare”. In particolare, hanno condiviso “l’urgenza di un quadro giuridico aggiornato per facilitare, aumentare ed accelerare i rimpatri dall’Unione europea, con particolare attenzione al consolidamento del concetto di Paesi di origine sicuri”. Un tema particolarmente sensibile per Meloni, che deve fronteggiare lo stop all’operatività dei centri in Albania. Proprio oggi il Parlamento ha dato via libera definitivo al decreto flussi (con l’indicazione della lista dei Paesi sicuri), ma il Csm ha detto “no” all’assegnazione alle Corti d’Appello della competenza sui procedimenti di trattenimento dei migranti richiedenti asilo e la Cassazione ha rinviato la decisione sul ricorso del governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso. Il pg ha chiesto di sospendere il giudizio in attesa che si pronunci la Corte di Giustizia dell’Unione europea e la decisione arriverà nelle prossime settimane. I centri di Gjader e Shengjin resteranno dunque ancora vuoti, anche se come detto da Meloni nei giorni scorsi e ribadito oggi dal ministro Matteo Piantedosi, il governo è “al lavoro per mettere a punto soluzioni in grado di superare gli ostacoli incontrati”. Per la premier e per Orban, però, quello albanese resta un ‘modello’ da “esplorare” nell’ambito di “nuove modalità per prevenire e contrastare la migrazione irregolare, nel rispetto del diritto Ue e internazionale”. Magari – è questo il progetto – riuscendo ad anticipare l’entrata in funzione del Patto sulla migrazione e l’asilo, attualmente prevista a giugno 2026.


A margine della visita di Orban va registrata la contestazione di +Europa. In piazza Colonna si sono presentati il segretario Riccardo Magi, Benedetto Della Vedova e alcuni militanti, esponendo cartelli con scritte come “No ai servi di Putin in Europa” e “No al modello Ungheria”. “Diciamo no al modello ungherese, un modello liberticida, contro la libertà di stampa, contro le libertà individuali, contro i diritti civili. E’ il modello della democrazia illiberale e di coloro che vogliono disgregare e distruggere l’Ue nel momento in cui invece ne abbiamo più bisogno”, ha detto Della Vedova.

Migranti, Meloni-Orban: nuovo quadro giudiridico Ue Paesi sicuri

Migranti, Meloni-Orban: nuovo quadro giudiridico Ue Paesi sicuriRoma, 4 dic. (askanews) – “L’urgenza di un quadro giuridico aggiornato per facilitare, aumentare ed accelerare i rimpatri dall’Unione europea, con particolare attenzione al consolidamento del concetto di Paesi di origine sicuri”. E’ quanto hanno condiviso la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban, nell’incontro di oggi a Palazzo Chigi.


L’incontro ha “permesso di riaffermare l’importanza di contrastare la migrazione irregolare. I due Capi di Governo hanno auspicato un rafforzamento della cooperazione con i Paesi di origine e di transito, per affrontare le cause profonde e per combattere il traffico e la tratta di essere umani al fine di prevenire perdite di vite e le partenze irregolari. In particolare, hanno condiviso l’urgenza di un quadro giuridico aggiornato per facilitare, aumentare ed accelerare i rimpatri dall’Unione europea, con particolare attenzione al consolidamento del concetto di Paesi di origine sicuri. Infine, hanno sottolineato l’importanza di esplorare nuove modalità per prevenire e contrastare la migrazione irregolare, nel rispetto del diritto UE e internazionale, sulla base del percorso avviato dall’accordo Italia-Albania”.

Aperto tavolo Rai-Cinecittà per sviluppo sinergie strategiche

Aperto tavolo Rai-Cinecittà per sviluppo sinergie strategicheRoma, 4 dic. (askanews) – Trovare forme di vicinanza al ruolo produttivo e distributivo del polo cinematografico più importante del Paese ed esso stesso, come la Rai, parte integrante della storia italiana. È la mission che Rai e Cinecittà si sono date nel prevedere un tavolo di lavoro volto a cercare insieme le possibili sinergie per valorizzare le attività delle due aziende nell’ottica del rilancio dell’industria audiovisiva italiana.


“La giornata di oggi – dice l’Amministratore Delegato Rai, Giampaolo Rossi – vuole ribadire il profondo legame Rai-Cinecittà: entrambe fabbriche dell’immaginario della nostra Nazione ed entrambe pilastri del nostro settore audiovisivo. Rai – prima industria culturale italiana, nonché palcoscenico di molti nomi provenienti da Cinecittà – si impegna a diffondere e promuovere sempre, attraverso la sua potenza comunicativa e creativa, le storie, i talenti e le iniziative di un ecosistema come questo, unico in Italia.” “Per Cinecittà la collaborazione con Rai è strategica -afferma l’AD di Cinecittà, Manuela Cacciamani- È molto importante che due delle più grandi aziende culturali del paese, centrali per il mondo dell’audiovisivo, decidano per la prima volta di unire i loro talenti, le loro straordinarie maestranze e la creatività per fare sistema e dare un impulso importante all’intero settore. Da decenni le donne e gli uomini che lavorano a Cinecittà e alla Rai hanno provato, e sono spesso riuscite, a realizzare sogni e a scrivere parti importanti della nostra storia. Sono convinta che, mettendo assieme le nostre forze, riusciremo ad avere risultati significativi, sinergie di comunicazione e distribuzione e a realizzare il sogno comune di crescere insieme”.