Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tv, Su RaiPlay è Winx Club Time per i 20 anni delle fatine

Tv, Su RaiPlay è Winx Club Time per i 20 anni delle fatineRoma, 22 apr. (askanews) – Su RaiPlay è Winx Club TIME: per festeggiare i 20 anni di magia delle Winx la piattaforma streaming Rai, in collaborazione con Rai Kids, e in occasione della grande festa organizzata da Rainbow per la prossima edizione Comicon Napoli (dal 25 al 28 aprile, Mostra d’Oltremare), renderà disponibili dal 24 aprile tutte le 8 stagioni della serie Winx Club (per un totale di 208 episodi) e i film Winx Club – Il Mistero degli Abissi, Winx Club – Il segreto del regno perduto, Winx Club – La fenice d’Ombra, Winx Club – Il destino di Bloom, Winx Club – Battaglia per Magix, Winx Club – La vendetta delle Trix.


Le fatine ideate da Iginio Straffi in 20 anni di storia hanno avuto un successo globale, raggiungendo un pubblico sempre più ampio grazie alle loro avvincenti ed entusiasmanti avventure. Le Winx sono diventate un vero e proprio fenomeno evergreen tra i più seguiti a livello internazionale. Bloom, Stella, Flora, Aisha, Tecna e Musa hanno anticipato le tendenze e sono protagoniste di storie uniche, eroine ambasciatrici di valori universali come l’amicizia, la diversità, l’inclusività e di contenuti altamente educativi e di qualità. In 20 anni sono cresciute insieme ai loro fan e sono diventate un orgoglio italiano in tutto il mondo: Winx Club è infatti distribuito in oltre 150 paesi.


Su RaiPlay sarà possibile rivivere la magia delle loro avventure sin dalle prime stagioni fino all’ottava, disponibile interamente sulla piattaforma. Nella stagione 8, le fate di Alfea viaggeranno verso un nuovo pianeta di nome Lumenia, dove la regina affiderà loro il potere di Cosmix, per proteggere le stelle dell’universo magico. Con loro ci sarà anche una Lumen, creatura magica a forma di stella. Inoltre, l’offerta speciale dedicata ai festeggiamenti del 20esimo anniversario propone tutti i film con le incredibili vicende che hanno conquistato intere generazioni.

Rai, esposto Bonelli a Ue: intellettuali censurati da servizio pubblico Italia

Rai, esposto Bonelli a Ue: intellettuali censurati da servizio pubblico ItaliaRoma, 22 apr. (askanews) – Il leader verde Angelo Bonelli che guida insieme a Nicola Fratoianni Alleanza Verdi Sinistra ha annnuunciato un esposto sulla Rai “alla Commissione UE sull’ingerenza del governo finalizzata alla censura e al controllo dei media per violazione del Media Freedom Act approvato dal Parlamento europeo il 13 marzo scorso”.


“In Italia – denuncia Bonelli- è in corso un’occupazione totale degli spazi dell’informazione da parte del governo Meloni. La censura che ha subito l’intellettuale e scrittore Antonio Scurati ne è solo l’ultimo esempio drammatico per la democrazia italiana. Alcune settimane prima, sempre in RAI, è stato censurato il monologo della scrittrice Nadia Terranova. Ancora prima era stato il turno di Roberto Saviano, la cui trasmissione, ‘Insider’, è finita fuori palinsesto qualche settimana dopo essere stata annunciata. Questa situazione, unita alla modifica del regolamento Agcom da parte della maggioranza di destra che sostiene il governo Meloni per consentire agli esponenti di governo e dei partiti di maggioranza di realizzare l’occupazione totale degli spazi televisivi pubblici, è intollerabile£. Così, in una nota, il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, che spiega: “Il quotidiano ‘La Stampa’ di oggi ha raccontato, in un articolo a firma Ilario Lombardo, che la decisione di annullare il monologo di Scurati, censurandolo di fatto, e la scusa economica siano state orchestrate con la regia politica del governo. Del resto, il direttore approfondimenti Corsini, alla festa del partito di Giorgia Meloni, si è dichiarato fedele sostenitore di Fratelli d’Italia. In realtà, è la stessa RAI che, con un’email, spiega che l’annullamento del monologo dello scrittore era stato deciso per motivi editoriali e non economici. L’ingerenza politica del governo sulla RAI, e quindi sull’informazione attraverso le nomine, è ormai una quotidiana realtà che ha indotto i sindacati dei giornalisti RAI a proclamare uno sciopero, annunciato con la lettura di due duri comunicati sindacali che denunciano le ingerenze politiche del governo sull’informazione. Chiederò pertanto alla Commissione UE di intervenire per verificare se vi sia stata una violazione del Media Freedom Act da parte del governo italiano,” conclude Bonelli.

Famiglia,Consulta: unione civile non decade se un partner cambia sesso

Famiglia,Consulta: unione civile non decade se un partner cambia sessoMilano, 22 apr. (askanews) – Nell’ipotesi in cui uno dei componenti di una unione civile proponga domanda di rettificazione anagrafica di attribuzione di sesso, e entrambi intendano proseguire la loro relazione trasformandola in matrimonio, i diritti della coppia non si estinguono nel periodo compreso tra la cessazione del vincolo pregresso e la celebrazione del matrimonio stesso. È quanto ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza 66 del 2024, che ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell’art. 1, comma 26, della legge 20 maggio 2016, n. 76 (c.d. legge sulle unioni civili).


Si tratta della parte in cui stabilisce che la sentenza di rettificazione anagrafica di attribuzione di sesso determina lo scioglimento automatico dell’unione civile senza prevedere, laddove il richiedente la rettificazione e l’altra parte dell’unione rappresentino personalmente e congiuntamente al giudice, fino all’udienza di precisazione delle conclusioni, l’intenzione di contrarre matrimonio, che il giudice disponga la sospensione degli effetti derivanti dallo scioglimento del vincolo fino alla celebrazione del matrimonio e comunque non oltre il termine di centottanta giorni dal passaggio in giudicato della sentenza di rettificazione. La questione era stata sollevata dal Tribunale di Torino, nel corso di un giudizio introdotto, per la rettifica di sesso da uno dei componenti di una unione civile. Il giudice a quo aveva ravvisato il contrasto della normativa censurata, oltre che con l’art. 2, anche con l’art. 3 Cost., lamentando la disparità di trattamento rispetto alla ipotesi, speculare, in cui il percorso di transizione di genere sia attraversato da una coppia in origine eterosessuale, e unita in matrimonio: in tale ipotesi l’art. 1, comma 27, della stessa legge n. 76 del 2016 dispone che, ove i coniugi abbiano manifestato personalmente e congiuntamente al giudice, nel corso del giudizio per rettificazione di sesso, la volontà di proseguire la loro relazione dando vita ad una unione civile, alla rettificazione di sesso consegue l’automatica instaurazione dell’unione civile.


La Corte ha escluso la violazione dell’art. 3 Cost., sottolineando che, se pure il vincolo derivante dalla unione civile produce effetti molto simili a quelli del matrimonio, si tratta pur sempre di effetti non del tutto coincidenti, e, in parte, di estensione ridotta rispetto al vincolo coniugale, e ricompresa nel più ampio spettro dei diritti ed obblighi da questo originati. La obiettiva eterogeneità delle situazioni a confronto esclude pertanto, la fondatezza del dubbio di contrasto con l’art. 3 Cost. Quanto al sospetto di contrasto della disciplina censurata con l’art. 2 Cost., la Corte ha anzitutto rilevato che l’unione civile costituisce una formazione sociale in cui i singoli individui svolgono la propria personalità, ed è connotata da una natura solidaristica non dissimile da quella propria del matrimonio, in quanto comunione spirituale e materiale di vita, ed esplicazione del diritto fondamentale della persona di vivere liberamente una condizione di coppia, con i connessi diritti e doveri. Ciò posto, i giudici della Consulta hanno rilevato che i componenti della unione civile, ove manifestino la volontà di conservare il rapporto nella diversa forma del matrimonio a seguito dello scioglimento automatico del vincolo pregresso quale effetto della sentenza di rettificazione anagrafica del sesso di uno di essi, vanno comunque incontro, nel tempo necessario alla celebrazione del matrimonio stesso, ad un vuoto di tutela, a causa del venir meno del complessivo regime di diritti e doveri di cui erano titolari in costanza dell’unione civile. Tale mancanza di tutela entra in frizione con il diritto inviolabile della persona alla propria identità, di cui pure il percorso di sessualità costituisce espressione. Non senza considerare, aggiunge la Corte, che, nel tempo necessario alla ricostituzione della coppia secondo la nuova forma legale, i componenti potrebbero essere colpiti da eventi destinati a precludere in modo irrimediabile la costituzione del nuovo vincolo.


Tuttavia, avuto riguardo alle differenze già evidenziate tra unione civile e matrimonio, osserva la Corte, il rimedio a tale situazione non può essere quello di omologare le due situazioni, estendendo al caso di scioglimento della prima l’effetto di automatica trasformazione in matrimonio che l’art. 1, comma 27, della legge n. 76 del 2016 prevede nel caso di passaggio dal secondo alla prima. Il rimedio deve, invece, consistere nella sospensione degli effetti derivanti dallo scioglimento del vincolo per il tempo necessario affinché le parti celebrino il matrimonio, sempre che esse abbiano manifestato tale volontà davanti al giudice durante il giudizio di rettificazione del sesso, fino alla udienza di precisazione delle conclusioni, analogamente a quanto prevede per i coniugi nell’ipotesi inversa, l’art. 31, comma 4-bis, del d.lgs. n. 150 del 2011. La durata di tale sospensione è stata individuata dalla Corte nel termine di 180 giorni dal passaggio in giudicato della sentenza di rettificazione, termine mutuato dall’art. 99 cod.civ., che prevede lo stesso termine per la celebrazione del matrimonio, con decorrenza dalle pubblicazioni. Da tale pronuncia consegue che l’ufficiale dello stato civile, ricevuta la comunicazione del passaggio in giudicato della sentenza di rettificazione del sesso con la dichiarazione del giudice relativa alla sospensione degli effetti dello scioglimento del vincolo, deve procedere alla relativa annotazione. Pertanto la Corte ha altresì dichiarato la illegittimità costituzionale dell’art. 70-octies, comma 5, del D.P.R. n. 396 del 2000 sull’ordinamento dello stato civile, per la mancata previsione di tale incombenza.

Nel Salernitano un bambino di 15 mesi è morto azzannato da due pitbull

Nel Salernitano un bambino di 15 mesi è morto azzannato da due pitbullNapoli, 22 apr. (askanews) – Un bimbo di 15 mesi è stato azzannato a morte da due pitbull a Eboli, in provincia di Salerno. L’incidente nel giardino di un’abitazione questa mattina in località Campolongo.


Sul posto sono giunti i carabinieri della locale compagnia e i sanitari del 118 che, purtroppo, non hanno potuto fare altro che constatare la morte del piccolo. Secondo quanto si è appreso, i due molossi sarebbero di proprietà di un’amica della madre del piccolo.

Milano, torture e lesioni nel carcere minorile: arrestati 13 agenti

Milano, torture e lesioni nel carcere minorile: arrestati 13 agentiRoma, 22 apr. (askanews) – La polizia e il nucleo investigativo regionale per la Lombardia della polizia penitenziaria hanno arrestato 13 agenti della polizia penitenziaria, 12 dei quali tuttora in servizio presso l’istituto penale minorile “Cesare Beccaria” di Milano.


L’ordinanza di misure cautelari in carcere è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari di Milano, su richiesta della locale procura, che ha anche disposto la misura della sospensione dall’esercizio di pubblici uffici nei confronti di altri 8 dipendenti della penitenziaria, anch’essi tutti in servizio, all’epoca dei fatti, nella stessa struttura detentiva per minori. I reati contestati agli indagati sono: maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall’abuso di potere del pubblico ufficiale nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori; di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; falso ideologico; infine, in un caso, di tentata violenza sessuale da parte di un agente nei confronti di un detenuto.


Tutte condotte, precisa la Procura, riscontrate a partire almeno dal 2022 ad oggi e reiterate nel tempo nei confronti di diversi detenuti di età minore. L’indagine – partita da alcune segnalazioni pervenute all’Autorità giudiziaria anche attraverso il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale – si è sviluppata inizialmente attraverso le dichiarazioni rese da numerosi minori in passato ristretti presso il Beccaria; quindi per mezzo di numerosi servizi tecnici di intercettazione e dell’acquisizione di telecamere interne all’Istituto, che hanno permesso di raccogliere indizi di reato per diversi episodi di violenze ai danni dei minori ristretti.

Eurostat: nel 2023 deficit-Pil Italia 7,4%, debito-Pil 137,3%

Eurostat: nel 2023 deficit-Pil Italia 7,4%, debito-Pil 137,3%Roma, 22 apr. (askanews) – Nel 2023 l’Italia ha registrato un disavanzo di bilancio pari al 7,4% del Pil e un debito pubblico pari al 137,3% del Pil. Lo riferisce Eurostat con la notifica che certifica i conti pubblici dei paesi dell’Unione europea per lo scorso anno. Sulla base di questi dati nelle prossime settimane la Commissione europea deciderà se avviare procedure per deficit e eccessivo.


Nel 2022 l’Italia aveva registrato un deficit Pil dell’8,6% e un debito al 140,5% del Pil. Per l’intera eurozona il disavanzo sia è attestato al 4,1% del Pil e per l’Ue al 4%. L’indebitamento è risultato, rispettivamente, dell’88,6% per l’eurozona e dell’81,7% per l’intera Unione europea, aggiunge Eurostat.


La Commissione europea dovrebbe decidere se procedere con le procedure per deficit eccessivo con il “Pacchetto di primavera”, atteso attorno a metà maggio. Va ricordato che diverse regole del Patto di stabilità e di crescita sono state appena modificate con una revisione che dovrebbe essere ratificata in queste settimane.

Europee, 29 simboli depositati, mancano ancora Fi e Pd

Europee, 29 simboli depositati, mancano ancora Fi e PdRoma, 21 apr. (askanews) – Sono 29 i simboli depositati al ministero dell’Interno nella prima delle due giornate previste per la consegna dei contrassegni con cui saranno contraddistinte le liste dei candidati alle prossime elezioni europee, in programma sabato 8 e domenica 9 giugno 2024.


A battere tutti sul tempo, alle 8 del mattino, è stata Laura Castelli, presidente di Sud Chiama Nord, il movimento di Cateno De Luca, che ha federato nella lista Libertà una ventina di forze politiche. L’ultimo della giornata è stato Roberto Calderoli che ha depositato il simbolo della Lega Salvini premier. In mezzo, la lista Stati Uniti d’Europa nata dall’accordo tra Più Europa di Emma Bonino e Riccardo Magi e Italia Viva di Matteo Renzi. Sul simbolo oltre alla bandiera europea trovano posto i sei contrassegni dei partiti federati: oltre a Più Europa e Iv, il Partito socialista italiano, Radicali italiani, Libdem europei e L’Italia c’è. Sulla bacheca del Viminale compare anche una seconda lista Stati Uniti d’Europa ma con il logo della rosa nel pugno, identico a quello della formazione politica cui diede vita la stessa Bonino con i socialisti in occasione delle elezioni politiche del 2006. Numero quattro sulla bacheca del Viminale la lista di Azione – Siamo europei con il nome di Carlo Calenda. Depositano il simbolo anche Fdi, con la fiamma tricolore e il nome della premier Giorgia Meloni, Alleanza Verdi sinistra con il logo di Europa Verde e Sinistra Italiana e una colomba con i colori della pace. Sceglie proprio la parola ‘pace’ preceduta da un hashtag sul simbolo invece il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte: sul contrassegno anche l’anno 2050, anno della neutralità climatica.


Non mancano il Pci, l’Udc con lo scudo crociato, i simboli di Südtiroler Volkspartei, di Rassemblement Valdôtain. Depositato anche il contrassegno della lista Referendum e democrazia con Cappato. Una lista “di testimonianza” visto che per correre avrebbe bisogno di raccogliere le firme. Tra i 29 simboli non manca quello del Sacro Romano Impero Cattolico, presente nella bacheca del Viminale a ogni tornata elettorale, c’è l’intramontabile partito dei pirati italiano e c’è quello dei pirati europei. Presente anche Alternativa Popolare del sindaco di Terni Stefano Bandecchi.


Tra i partiti presenti in Parlamento manca ancora Forza Italia di Antonio Tajani e il Pd che oggi ha ancora sciolto il nodo della presenza del nome della segretaria Elly Schlein sul contrassegno. Le porte del Viminale si riapriranno dalle 8 alle 16 di lunedì 22.

Settimana decisiva per Autonomia, ipotesi votazioni anche sabato

Settimana decisiva per Autonomia, ipotesi votazioni anche sabatoRoma, 21 apr. (askanews) – Si prospetta una settimana di polemiche tra maggioranza e opposizione sul ddl autonomia differenziata. Sul provvedimento caro alla Lega pendono 2400 emendamenti – nessuno dal centrodestra – e la commissione Affari Costituzionali, sulla carta, ha soltanto una settimana per esaminarli. Una settimana neanche piena visto che giovedì è il 25 aprile, la Festa della Liberazione, e il Parlamento è chiuso. Lunedì 29 aprile, infatti, il provvedimento, già approvato al Senato, è atteso in aula per la discussione generale. Un appuntamento al quale il Carroccio non intende rinunciare dopo aver ceduto sull’approvazione definitiva che non arriverà prima delle elezioni europee.


La missione appare impossibile ma la maggioranza sembra intenzionata a un esame sprint in commissione, con i deputati costretti a sacrificare anche il primo ponte di primavera. L’ipotesi, riferiscono fonti di centrodestra, infatti, è quella di lavorare anche venerdì 26 e sabato 27 aprile per arrivare al mandato al relatore in tempo. Domani la Commissione è convocata alle 11. Il presidente Nazario Pagano (Fi) si esprimerà sulle ammissibilità delle centinaia di proposte di modifica presentate dalle opposizioni, poi ci sarà l’ufficio di presidenza dove con ogni probabilità verrà deciso un calendario. Quindi la commissione dovrà dedicarsi alla discussione generale sul Def. Le votazioni dovrebbero iniziare già martedì, compatibilmente con la seduta comune del Parlamento per l’elezione di un giudice costituzionale prevista dalle 12,30. In ogni caso, anche se il calendario dell’aula non dovesse subire variazioni dopo il 29 aprile si aprirà un altro capitolo nel centrodestra che non si chiuderà prima dell’esito delle elezioni europee. Non è più un mistero che sulla riforma voluta dalla Lega di Salvini Forza Italia nutra più di una perplessità: Antonio Tajani ha promesso che i deputati azzurri vigileranno affinché la riforma non sia a vantaggio dell’uno a danno l’altro.

Rai, Saviano: governo ha bloccato anche le mie ospitate in tv

Rai, Saviano: governo ha bloccato anche le mie ospitate in tvRoma, 21 apr. (askanews) – “Il governo decide di fermarmi, di bloccarmi, anche le ospitate televisive per il libro sono state fermate totalmente”: è la denuncia di Roberto Saviano, a Che tempo che fa, sul Nove, commentando l’episodio di Scurati sul monologo mai andato in onda sul 25 aprile. “Il messaggio è chiaro: se vi comportate come lui, farete la sua fine”, aggiunge Saviano.


“Sono stato bersaglio, anzi siamo stati bersaglio, da tempo – prosegue Saviano -. Meloni chiude Atreju dicendo che io guadagnavo parlando di camorra, 18 anni di protezione fatta dallo Stato che lei rappresenta. Il loro obiettivo è impedirti che, col tuo lavoro, possa continuare la ricerca e possa continuare a difenderti nei tribunali in cui loro ti mandano e cercare di toglierti spazio”.

Scurati: ho paura, quando disegnano bersaglio poi qualcuno mira

Scurati: ho paura, quando disegnano bersaglio poi qualcuno miraRoma, 21 apr. (askanews) – “Ho vissuto male questa vicenda, è duro, è faticoso, è doloroso. Io parlo come privato cittadino, non sono un’istituzione, non sono un giornale, non sono un partito, non sono un’azienda, non faccio parte di nulla di tutto ciò, sono un privato cittadino che fa il professore, fa il padre di famiglia”. Lo scrittore Antonio Scurati interviene per la prima volta dopo le polemiche sollevate per la cancellazione della sua partecipazione al programma di Serena Bortone sul 25 aprile, a La Repubblica delle Idee a Napoli.


Nel testo, Scurati assicura: “Non polemizzo con nessuno. Non aggredisco mentalmente e verbalmente nessuno. Mentre dall’oggi al domani – dice – mi ritrovo al centro di una polemica politico ideologica accanita, con attacchi personali denigratori che mi dipingono come un profittatore, come uno che estorce. Il problema che questo qualcun altro non è uno qualunque. È il capo del governo. Si è perso il senso della democrazia in questo paese”. Scurati si dice vittima di “illazioni che sono denigratorie”, di “aggressione” che anche se “non fisica, è una forma di violenza”. Ha paura? “Non voglio fare la vittima, però poi sì, arriva anche un po la paura. Arriva la mattina dopo che accadono certe cose, quando esci di casa, perché qualcuno è entrato in casa tua? La tua vita è già cambiata. Quando i giornali, fiancheggiatori del governo, ti mettono sulle prime pagine, con il titolo sotto ‘l’uomo di M.’, ti disegnano un bersaglio intorno alla faccia. Poi magari qualcuno che mira a quel bersaglio c’è. Succede, è già successo”.


L’intervento alla Repubblica delle Idee è iniziato con la lettura da parte dello scrittore del monologo sul 25 aprile che sarebbe dovuto andare in onda su Rai3. Interrotto più volte dagli applausi del pubblico, l’autore di ‘M. Il figlio del Secolo’ ha anche aggiunto dei passaggi al testo reso noto fin da ieri pomeriggio su diverse testate: “Il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica non soltanto alla fine occasionalmente un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Non solo prima e durante la guerra, anche nel dopoguerra, fino a tutti gli anni ’80. Stragista”, ha aggiunto. Giorgia Meloni “ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, repubblichini alcuni dei quali fondarono il partito nel quale lei ha militato in gioventù”, ha aggiunto Scurati rivelando che “questa mi avevano consigliato di toglierla”. “Viva l’Italia antifascista”, ha urlato una persona dal pubblico. E Scurati ha ribadito: “Viva l’Italia antifascista”.


“La democrazia – ha sottolineato Scurati nel colloquio con il direttore di Repubblica Maurizio Molinari e con la giornalista Raffaella De Santis – corre dei rischi da parte di leader che hanno largo seguito popolare e che ritengono superata, inetta, vecchia e corrotta la democrazia liberale così come noi l’abbiamo conosciuta e come si esprime nel nostro Parlamento. Non aspettate il ritorno delle squadracce fasciste, non vi aspettate abbattano la democrazia a manganellate. Sono già qui, con un’azione di erosione dall’interno, attraverso gli stessi strumenti democratici. Non marciano su Roma, arrivano a Roma vincendo le libere democratiche elezioni: questa è la novità importante. Come le erodono? Attraverso le riforme costituzionali”. Lo ha detto lo scrittore Antonio Scurati, parlando alla Repubblica delle Idee, a Napoli, all’indomani della cancellazione del suo monologo sul 25 aprile che sarebbe dovuto andare in onda su Raitre nel corso del programma Che sarà di Serena Bortone. “Chi ci governa disinfesti la casa comune, prenda le distanze dal passato fascista o le ombre continueranno ad allungarsi su di noi”, ha aggiunto l’autore sottolineando l’importanza di dirsi antifascisti: “Non dobbiamo pensare a qualche estremista che va a spaccare le vetrine, con la kefiah fuori tempo massimo: antifascista è la Repubblica Italiana, è quel vecchietto che risponde al nome di Mattarella. Il 25 aprile va celebrata la Resistenza antifascista, ma va ricordato anche da cosa ci liberarono”.