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Confcommercio vede al rialzo Pil: +0,3 in I trim, ma resta incertezza

Confcommercio vede al rialzo Pil: +0,3 in I trim, ma resta incertezzaRoma, 20 apr. (askanews) – L’economia italiana pur vivendo un periodo non particolarmente dinamico, continua a trovare importanti “spunti di vivacità, provenienti soprattutto dal settore dei servizi e, con particolare forza, dal turismo degli stranieri”. Resta comunque l’incertezza sul futuro. In linea con i nuovi indicatori mensili l’Ufficio Studi di Confcommercio rivede al rialzo la stima del Pil del primo trimestre: +0,3% in luogo dello 0,1% stimato nella precedente congiuntura, con un tendenziale che passerebbe da +0,3% a +0,5%. Il raggiungimento di obiettivi medi annui “attorno all’1% resta difficile, ma per nulla impossibile, anche se ad aprile il Pil mensile avrebbe rallentato allo 0,1% congiunturale, conseguendo comunque un incremento tendenziale dell’1,2% grazie a un favorevole effetto base”.


Segnali positivi continuano a provenire dal versante dell’inflazione che dopo la risalita di marzo (+1,2% tendenziale) rallenta ad aprile a +1% nel confronto annuo. In particolare, si confermano in ulteriore “raffreddamento” i prezzi degli alimentari la cui dinamica si sta progressivamente avvicinando al dato generale. Il permanere dell’inflazione sui valori che la nostra economia aveva sperimentato negli anni precedenti alla fiammata registrata tra la fine del 2021 e gli ultimi mesi del 2022, soprattutto per i beni acquistati con maggior frequenza, è una delle premesse per spingere le famiglie a moderati miglioramenti dal lato della domanda. Andamento che potrebbe essere favorito anche dal permanere di “dinamiche occupazionali debolmente positive e dai recuperi di reddito generati dai rinnovi contrattuali”.


Molto buono, anzi “eccezionale”, il riscontro sulle presenze turistiche: a febbraio +12,3% nel complesso sul 2023 e, quindi, record di sempre. Non solo: nel mese anche le presenze di italiani in Italia fa segnare +7,2%. A gonfie vele arrivi e presenza di stranieri.

Padiglione Italia in Biennale: ascolto e tensione verso l’altro

Padiglione Italia in Biennale: ascolto e tensione verso l’altroVenezia, 20 apr. (askanews) – Un’esperienza sonora che riempie i vuoti, colma gli spazi e apre prospettive più ampie sull’idea di arte. Il Padiglione Italia alla 60esima Biennale d’arte di Venezia è un progetto profondo, che ci porta ad accorgerci di come l’ascoltare sia anche una forma di tensione verso l’altro. Il progetto “Due qui / To Hear” è stato curato da Luca Cerizza e realizzato dall’artista Massimo Bartolini.


“Le persone – ha detto Bartolini ad askanews – capiscono che sono loro che compongono la mostra con la propria posizione, con il loro modo di starci dentro: se qualcuno parla il suono scompare, quindi uno tace, spostandosi all’interno dello spazio privilegia ed esalta certe note invece di altre, è quasi un compositore estemporaneo”. L’installazione occupa tutti gli spazi dell’enorme padiglione italiano, compreso il giardino e lascia al visitatore la libertà di agire all’interno del panorama multisensoriale che si crea e modifica di continuo grazie alla relazione, all’interazione tra pubblico e opera. Le suggestioni della storia italiana, dalla musica all’architettura barocca dei giardini, si intrecciano con le filosofie orientali, creando uno spazio altro, accogliente, che suggerisce una parola come “spiritualità”.


“Secondo me non c’è familiarità con lo spirituale – ha aggiunto Bartolini – ovvero quando se ne parla, lo spirituale viene assorbito da dei santoni, o dalla New Age o dalla religione. Non c’è educazione allo spirituale. In realtà lo spirituale è la condizione che tutti condividiamo e non sappiamo di condividere”. Si capisce, anche dalle parole dell’artista, che siamo davanti a un progetto sottile e rarefatto, a volte straniante, ma anche denso di potenzialità. Che se rinuncia alla presenza di “immagini”, cosa che ha infastidito molti benpensanti, accetta invece di pensare all’arte da prospettive diverse, inserendosi in questo modo nel più ampio discorso sugli “Stranieri ovunque” del titolo della Biennale. E, come ci ha detto il curatore Cerizza, la vita del Padiglione va anche oltre l’installazione.


“È importante pensare che il progetto – ha spiegato – non si esaurisce in queste stanze già molto molto ampie, ma andrà avanti attraverso un ricchissimo Public Program, cosa abbastanza inedita per il padiglione italiano, strutturato in quattro appuntamenti di due giorni a metà maggio, metà giugno, metà luglio e metà settembre, che vuole approfondire quattro grandi temi legati all’ascolto, ma ovviamente anche al lavoro di Massimo Bartolini”. Il Padiglione Italia è promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del ministero della Cultura e rappresenta, nel momento in cui ci invita anche ad ascoltare noi stessi, un modo per comprendere la posizione dell’individuo nel mondo e nella serie di relazioni che si stabiliscono all’interno della società.

Arianna Meloni apre la “sua” campagna. “Ma non mi candido”

Arianna Meloni apre la “sua” campagna. “Ma non mi candido”Viterbo, 19 apr. (askanews) – L’espressione del viso, quando fa il suo ingresso nella saletta delle Terme dei Papi allestita per l’incontro ‘L’Italia cambia l’Europa, mostra stupore. Non tanto per le circa trecento persone in attesa di sentire il suo intervento, ma per la selva di fotografi e telecamere che si ritrova davanti. Arianna Meloni arriva a Viterbo per quella che a tutti gli effetti è la “sua” apertura della campagna elettorale delle Europee. Una partita che non giocherà in prima persona: “non mi candido”, conferma. “Io non amo stare molto sotto i riflettori, l’ho detto varie volte, lo sanno tutti, credo – spiega – che si possa fare politica anche senza avere un ruolo pubblico, anche stando dietro le quinte e lo abbiamo dimostrato”.


Ma è già evidente il modo in cui intende dare il suo contributo a quella che definisce “la battaglia delle battaglie”, alla sfida che – ormai manca solo l’ufficialità – vedrà come capolista sua sorella Giorgia. Il suo è un discorso dal sapore diverso da quello pronunciato nei vari congressi di Fratelli d’Italia ai quali ha presenziato in giro per l’Italia, da ultimo quello per la scelta del nuovo coordinatore romano. Ma la responsabile della segreteria e del tesseramento del partito ci tiene anche a dire che non c’è nessun cambio di passo, nessuna intenzione di conquistare le luci della ribalta. “Oggi – mette le mani avanti – si è parlato tanto di questa mia presenza qui a Viterbo, ‘ha cambiato profilo vuole fare il grande leader improvvisamente’. Non sono qui per sostituire il presidente del Consiglio per fare chissà cosa, il capo del partito, sono qui da dirigente di Fdi e da militante, questo siamo, abbiamo scelto di fare politica senza avere nessuna ambizione personale, è con questo spirito che abbiamo iniziato a fare politica”. Buona parte del discorso è un elenco dei risultati raggiunti dal governo: dal Piano Mattei allo stop alla carne coltivata, dai fondi per la sanità alla revoca del reddito di cittadinanza. Parole molto simili a quelle che spesso pronuncia la presidente del Consiglio. Quello nella Tuscia per Arianna Meloni è un doppio appuntamento che cade proprio mentre, contestualmente, la presidente del Consiglio chiude la campagna elettorale per Vito Bardi in Basilicata. Da una parte l’evento a Viterbo, promosso dal deputato locale Mauro Rotelli, serve a fare l’annuncio che il territorio attendeva: “Avrete un candidato in lista alle Europee”. Ma in realtà l’incontro centrale è quello che ha in serata a Taquinia, a sostegno del candidato di Fdi a presidente della Università agraria, un ente pubblico che gestisce terreni e finanziamenti nella zona.


C’è molta Europa nell’intervento di Arianna Meloni. “Dobbiamo uscire – afferma – dalla trappola di considerare le elezioni europee come delle elezioni distanti o di contorno. È vero: non è il sindaco, non è il governo, ma le scelte che vengono fatte a Bruxelles impattano sulla nostra vita quotidiana più di quanto noi non possiamo immaginare. Il nostro futuro si gioca lì”. Di certo, le sorelle Meloni sognano in grande. “Non siamo arrivati ma siamo appena partiti, questa – spiega Arianna – è la sfida più dura. Se saremo bravi la nostra sarà la storia del governo che cambiò l’Italia. Resteremo sempre gli stessi perchè non siamo un’utopia”.

Ultime trattative su liste per Europee, domenica annuncio Schlein

Ultime trattative su liste per Europee, domenica annuncio SchleinRoma, 19 apr. (askanews) – Sulle liste Pd ancora si lavora, ma a 48 ore dalla direzione che approverà le candidature per le europee il partito continua a mantenere il più rigoroso silenzio sulla decisione più importante, la corsa della segretaria Elly Schlein. Le voci di corridoio danno ormai per certa la leader capolista nel centro e, forse, anche nelle isole, mentre i più sostengono che sarebbe ormai tramontata l’idea di una presenza in lista in tutte le circoscrizioni. Ma questo – in realtà – è il suggerimento che arriva da una buona parte del Pd, cioè la minoranza e larga parte della stessa sinistra Pd, mentre qualcuno ancora non esclude che la segretaria possa scegliere alla fine di essere in campo in tutta Italia.


Questa, del resto, era la sua intenzione fin dall’inizio: sfidare Giorgia Meloni su tutto il territorio nazionale, in modo da polarizzare il voto per le europee consacrare il Pd come primo partito dell’opposizione e indiscutibile perno della “alternativa alle destre”. Uno schema che avrebbe il conforto dei sondaggi – la presenza della leader in lista garantirebbe oltre un punto percentuale in più al Pd – ma che mal si concilia con l’esigenza di fare spazio alla “società civile” rivendicata dalla Schlein, soprattutto per le candidature femminili come quelle di Cecilia Strada e Lucia Annunziata. Senza contare che – appunto – anche le varie anime del partito temono l’effetto sulle altre candidature dell’eventuale tandem Schlein-società civile. Certo, i parlamentari più vicini alla segretaria ripetono che la discussione non ha senso “perché ci sono le preferenze, chi prende più voti viene eletto”. E da questo punto di vista una sana competizione non potrebbe che essere positiva, è il ragionamento, visto che ognuno farebbe il massimo per cercare di ottenere il seggio. Ma le cose sono un po più complicate, perché schierando contemporaneamente la segretaria e candidati “civici” molti finirebbero per sentirsi demotivati, dal momento che la macchina del partito sarebbe inevitabilmente concentrata sul “tandem” e – considerando che in lista ci saranno anche tanti sindaci uscenti e un presidente di regione come Stefano Bonaccini – molti candidati potrebbero considerarsi sconfitti in partenza.


Lo schema più accreditato al momento è lo stesso che circola da giorni: nel nord-ovest capolista Cecilia Strada seguita da Brando Benifei, a meno che Andrea Orlando alla fine non ceda al pressing della segretaria e accetti la candidatura in Europa. Poi, dietro, tanti nomi: da Giorgio Gori a Emanuele Fiano, passando per Irene Tinagli. Nel nord-est in prima fila ci sarà appunto Bonaccini, seguito da Annalisa Corrado e poi Alessandro Zan o Iva Pedretti (Cgil). Al centro grande affollamento: dietro alla Schlein capolista ci sarebbero Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Marco Tarquinio e poi tanti altri come Dario Nardella, Matteo Ricci, Antonio Mazzeo. Al sud capolista Lucia Annunziata, seguita da Antonio Decaro e poi da Pina Picierno, ma va ancora chiarito se dietro saranno candidati sia Sandro Ruotolo che Raffaele Topo (gradito alla minoranza). Quindi, nelle isole il posto di capolista potrebbe andare di nuovo alla Schlein, seguita dal senatore Antonio Nicita. Un posto dovrebbero averlo anche Raffaele Lupo, Pietro Bartolo e la giornalista di Rai3 Lidia Tilotta. Ma, appunto, sono ancora voci. Domani la segretaria Pd avrà gli ultimi colloqui, ci saranno le ultime limature e non è neanche da escludere che possano esserci sorprese rispetto alle bozze circolate in questi giorni. La leader Pd potrebbe non aver scoperto ancora tutte le sue carte, soprattutto sulla sua candidatura, e le ultime ore prima di domenica saranno decisive.

Autonomia,Meloni: credo nell’unità,non lascio mezza Italia indietro

Autonomia,Meloni: credo nell’unità,non lascio mezza Italia indietroRoma, 19 apr. (askanews) – “Figuratevi se io che credo nell’Italia unita più di goni altra cosa lascio mezza Italia indietro. Certo ci sono slogan sono facili da veicolare…”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando del ddl autonomia al comizio finale a Potenza, in Basilicata, a sostegno del governatore uscente Vito Bardi.


“Il presupposto dell’autonomia – ha aggiunto Meloni – è l’invididuazione dei Lep. In questo mondo che ci raccontano nel quale tutti i cittadini hanno avuto gli stessi diritti, i Lep non sono mai stati individuati. C’è stato un divario e siamo noi che lo stiamo combattendo. L’autonomia differenziata non vuol dire che levo a una regione e do a un’altra. Se ho una regione virtuosa, io Stato posso valutare di darle nuove competenze da gestire”. “E’ un ddl che dà qualcosa: dà la responsabilizzazione della sua classe dirigente. E infatti non mi stupisce che chi si scaglia contro sono quelli che hanno i peggiori parametri in Italia perché non vogliono che il loro lavoro venga valutato in maniera così cristallina”, ha concluso.

Fisco,Meloni: tasse non sono una cosa bellissima, sono necessarie

Fisco,Meloni: tasse non sono una cosa bellissima, sono necessarieRoma, 19 apr. (askanews) – “Il contribuente non è un suddito, è un cittadino, io sono per un fisco amico che non ti vessa con un livello di servizi che non corrisponde alle tasse che paghi, che ti chiede di pagare il giusto in tempi ragionevoli e che spende bene i tuoi soldi. La sinistra si è arrabbiata perché ho detto che le tasse non sono una cosa bellissima. Non sono una cosa bellissima, sono una cosa necessaria a erogare dei servizi. Ma devi usare bene i soldi o la gente non capirà perché è necessario pagare le tasse”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando al comizio finale a Potenza, in Basilicata, a sostegno del governatore uscente Vito Bardi.


“Nel 2023 in Italia c’è stato il record di recupero dell’evasione fiscale perché tantissima gente ha versato spontaneamente non solo per le nostre norme. Penso alle aziende apri e chiudi degli extracomunitari. Il fisco con noi al governo è percepito in modo diverso”, ha aggiunto.

Governo, Meloni: litigi centrodestra è fake news, non ci credete

Governo, Meloni: litigi centrodestra è fake news, non ci credeteRoma, 19 apr. (askanews) – “Voglio ringraziare il centrodestra per come condividiamo questa esperienza e come l’abbiamo condivisa da 30 anni a questa parte. Non siamo gente che sta insieme per interesse, non credete alle fake news che dicono che noi litighiamo, servono solo a mettere zizzania per rallentare l’attività del Governo. Ma questo governo ha prodotto molto di più in questo anni e mezzo di quanto i governi messi insieme con lo scotch della sinistra in intere legislature”. Lo ha detto la presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, nel comizio conclusivo della campagna elettorale di Vito Bardi per le regionali in Basilicata.

Europee,Arianna Meloni: è battaglia battaglie,esportiamo modello Italia

Europee,Arianna Meloni: è battaglia battaglie,esportiamo modello ItaliaRoma, 19 apr. (askanews) – “C’è ancora tanto da fare, la vittoria delle politiche è stata sì del centrodestra ma anche del popolo italiano, che ci ha indicato che voleva essere governato da una maggioranza coesa e ha dato vita a un governo di visione e soprattutto stabile. Oggi abbiamo davanti un’altra sfida, la battaglia delle battaglie, le prossime Europee, il modello italiano deve essere quello che portiamo in Europa”. Lo ha detto Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica e del tesseramento di Fdi, intervenendo a un appuntamento elettorale a Viterbo dal titolo ‘L’Italia cambia l’Europa’.

Fdi, Arianna Meloni: non voglio fare leader, io qui da militante

Fdi, Arianna Meloni: non voglio fare leader, io qui da militanteViterbo, 19 apr. (askanews) – “Oggi si è parlato tanto di questa mia presenza qui a Viterbo, ‘ha cambiato profilo vuole fare il grande leader improvvisamente’. Non sono qui per sostituire il presidente del Consiglio per fare chissà cosa, il capo del partito, sono qui da dirigente di Fdi e da militante, questo siamo, abbiamo scelto di fare politica senza avere nessuna ambizione personale, è con questo spirtio che abbiamo iniziato a fare politica”. Lo ha detto Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica e del tesseramento di Fdi, intervenendo a un appuntamento elettorale a Viterbo dal titolo ‘L’Italia cambia l’Europa’.

Conte: falsità e omissioni Meloni su par condicio Agi Santanchè

Conte: falsità e omissioni Meloni su par condicio Agi SantanchèRoma, 19 apr. (askanews) – “Meloni non ama il confronto con i giornalisti. Preferisce raccontare, senza contraddittorio, il suo mondo magico: dove la nostra economia corre più che negli altri Paesi europei e la meritocrazia trionfa a tutto spiano, dove il nostro Paese grazie alla sua personale credibilità detta la linea su tutti i fronti internazionali. Quando però si ferma a rispondere a qualche domanda rischia l’inciampo. A volte rischia anche di più. Come ieri, a Bruxelles, a margine del Consiglio europeo, quando, incalzata da qualche domanda di troppo, ha sciorinato una serie di menzogne”. Lo denuncia via social il presidente M5s Giuseppe Conte.


“Ha affermato – accusa Conte all’indirizzo della premier- di non sapere nulla del rischio che la seconda agenzia di stampa del Paese possa finire in mano a un parlamentare della sua maggioranza che già possiede tre giornali. Pensate un po’: il dibattito infuria da settimane ma lei finge di ignorare che l’Eni, la più grande partecipata di Stato, stia cedendo l’Agi al deputato Angelucci, il tutto con la benedizione di Mario Sechi, già direttore di Agi, poi assunto da Meloni come suo responsabile dell’ufficio stampa da Meloni, infine transitato alla direzione del quotidiano Libero, di proprietà di Angelucci. Meloni ha detto il falso anche sul regolamento della par condicio, che proprio i parlamentari di maggioranza in Commissione di vigilanza hanno provato a forzare per consentire al Governo di raccontare un Paese irreale anche durante la campagna elettorale.Infine Meloni ha finto di ignorare gli emendamenti al ddl sulla diffamazione di Berrino, un parlamentare del suo partito, che prevedevano il carcere per i giornalisti”. “Menzogne – attacca ancora il leader pentastellato- e omissioni. Meloni non deve fingere di meravigliarsi se poi i giornali stranieri si interessano di queste vicende e per la brutta figura che fa l’Italia. Spetta a lei porre rimedio. Intanto potrebbe smettere di dire menzogne. Perché se un Premier perde credibilità, il danno di immagine si riflette anche sul Paese che rappresenta.Nel caso poi avvertisse un sussulto di dignità, potrebbe alzare il telefono e dire alla sua ministra Santanché di compiere un atto di patriottismo e lasciare l’incarico di governo”.