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Bce, gli analisti monetari attendono all’unanimità un taglio dei tassi da 25 punti base a giugno

Bce, gli analisti monetari attendono all’unanimità un taglio dei tassi da 25 punti base a giugnoRoma, 15 apr. (askanews) – Gli analisti monetari monitorati dalla Bce prevedono praticamente all’unanimità un taglio dei tassi di interesse da 25 punti base alla riunione del Consiglio direttivo del 6 giugno, al 4,25% dall’attuale 4,50%. Secondo l’ultima indagine condotta dalla stessa istituzione, sulle mosse successive le attese si fanno più differenziate.


L’attesa mediana è che a luglio l’istituzione non modifichi i tassi, ma che poi a settembre operi un nuovo e più consistente taglio e che continui ad agire in tal senso fino a portare il riferimento sulle principali operazioni di rifinanziamento al 3,20% per la fine dell’anno. Per i tassi sui depositi che le banche commerciali effettuano presso la Bce l’attesa mediana è di un taglio al 3,75% a luglio, al 3,50% a settembre e poi al 3% per la fine dell’anno.


L’indagine ha coinvolto 48 analisti monetari che sono stati interpellati tra il 25 marzo e il 27 marzo, prima, quindi, del consiglio direttivo di aprile.

Calcio, per Ndicka tanta paura ma ora sta bene

Calcio, per Ndicka tanta paura ma ora sta beneRoma, 15 apr. (askanews) – La paura è stata tanta e si è sciolta davvero soltanto a fine serata quando la Roma ha pubblicato la foto di un sorridente Evan Ndicka dal suo letto in ospedale con il seguente post: “La squadra ha fatto visita a Ndicka in ospedale. Evan si sente meglio ed è di buon umore. Resterà in osservazione per accertamenti in ospedale”.


Tutto è avvenuto ieri durante la partita Udinese-Roma. Al 72′, a palla lontana e senza avversari intorno, Ndicka si tocca il petto e si accascia a terra. Il primo a comprendere la situazione è Daniele De Rossi che inizia ad agitarsi richiamando i soccorsi. Il centrale della Roma viene portato via in barella, è cosciente e riesce anche a tranquillizzare un minimo tutti con il gesto del pollice in su. Ndicka svolge subito un elettrocardiogramma con esito “preoccupante” e viene trasportato subito all’Ospedale Santa Maria della Misericordia dove viene ricoverato in codice giallo. Qui effettua subito nuovi esami che hanno praticamente escluso problemi cardiaci. De Rossi chiede all’arbitro Pairetto due minuti di sospensione che gli vengono accordati. Il tecnico, con Pellegrini e Mancini, lascia il campo e va a verificare di persona le condizioni del suo giocatore. L’Udinese accorda immediatamente la sospensione che diventa definitiva. A causare il malore potrebbero essere stati alcuni scontri di gioco, uno piuttosto forte al 38′ e altri due al 66′ e al 70′, subito prima dello stop dell’ivoriano. Di certo Ndicka, dopo la notte passata in osservazione, verrà di nuovo valutato.

Il Cagliari frena l’Inter, Inzaghi: “Scudetto nel derby? Meglio”

Il Cagliari frena l’Inter, Inzaghi: “Scudetto nel derby? Meglio”Roma, 15 apr. (askanews) – Il Cagliari frena l’Inter a San Siro recuperando per due volte: apre Thuram su assist di Sanchez, nella ripresa pareggia Shomurodov. Calhanoglu su rigore riporta avanti l’Inter, ma a 7′ dalla fine la beffa firmata da Viola. I nerazzurri possono vincere lo scudetto aritmeticamente alla prossima giornata, nel derby, ma per farlo dovranno necessariamente battere il Milan.


“Squadra delusa? Anche stasera, come faccio di solito, non ho parlato ai ragazzi”, dice Simone Inzaghi dopo il match. “Sapevamo di dover affrontare una squadra in salute e abbiamo sofferto le loro ripartenze. Siamo vicinissimi a un grande obiettivo ma mancano ancora i punti per la matematica”. Poi commenta i due gol incassati: “Abbiamo concesso qualcosina sul primo gol: dovevamo lavorare meglio di reparto e stringere di più. Il secondo invece è un gol casuale e alla fine abbiamo preso una ripartenza anche su nostro angolo. Di solito lavoriamo meglio sulle ripartenze degli avversari, vanno fatti i complimenti al Cagliari”. “Cosa mi è dispiaciuto di più oggi? Non aver vinto: con questo pubblico vogliamo solo vincere e ottenere il massimo. I ragazzi questa settimana avevano lavorato benissimo. Vincere il titolo della seconda stella nel derby ci farebbe chiaramente piacere, ci prepareremo per provare a tagliare questo traguardo lunedì altrimenti ci saranno altre occasioni. Come si prepara il derby? Come sempre, cercando di avere a disposizione tutti i 22 per fare le scelte migliori. Sappiamo cosa rappresenta il derby ma rispetteremo come sempre il Milan, come abbiamo sempre fatto”. Infine una battuta, pensando già all’ormai vicinissimo traguardo: “Tatuarmi lo scudetto? Non mi piacciono i tatuaggi. Se ho pensato a qualcos’altro? Vedremo…”.

MotoGp, un SuperVinales vince ad Austin in rimonta

MotoGp, un SuperVinales vince ad Austin in rimontaRoma, 15 apr. (askanews) – Un super Vinales si aggiudica anche la domenica ad Austin. “Batman Maverick”, partito dalla pole, era scivolato in mezzo al gruppo dopo un contatto al via. Gran rimonta dello spagnolo, alla prima vittoria in gara lunga con Aprilia, che ha chiuso davanti ad Acosta e Bastianini. 4° Martin, 5° Bagnaia. Potevano vincerla in tanti; al comando di un Gp rocambolesco e adrenalico si sono alternati prima Acosta, il fenomeno diciannovenne arrivato al secondo podio in due gare (“ero felice come un bimbo”), poi Martin, il leader del mondiale, persino Marquez che all’undicesimo passaggio s’è messo davanti con una staccata formidabile, per poi cadere poche curve dopo. Nel frattempo Vinales sigillava una rimonta spettacolare, dopo una partenza incerta. Scattato dalla pole, nell’imbuto della prima curva s’è ritrovato preso in mezzo, ne è uscito decimo. Ma guidando la sua Aprila come un jet, il top gun catalano ha liquidato gli avversari con un ritmo indiavolato. Al nono giro era alle spalle di Bagnaia, al tredicesimo era al comando fino al trionfo finale.


“La migliore gara della mia vita – le sue parole – me la porto nel cuore insieme alla prima vittoria in 125”, ha raccontato. La fine di un incubo, forse l’inizio di qualcosa di nuovo e più consistente. “E’ arrivata alla fine di un momento difficilissimo. Sto vivendo un sogno”.

Calcio, Ndicka colto da malore: sospesa Udinese-Roma

Calcio, Ndicka colto da malore: sospesa Udinese-RomaRoma, 14 apr. (askanews) – Il match tra Udinese e Roma è stato sospeso a circa un quarto d’ora dal termine per un malore accusato da Ndicka, uscito cosciente. Al 23′ Pereyra aveva firmato il vantaggio per i friulani, poi il pari di Lukaku a metà ripresa (1-1). Al 73′ l’episodio: grande spavento per il difensore ivoriano che accusa un malore, poi esce dal campo in barella e rasserena De Rossi con l’ok del pollice alto, ma i giocatori non se la sentono di continuare. I giocatori sono rimasti in campo spiegando la loro decisione anche ai tifosi. Ndicka è uscito cosciente, facendo il segno del pollice alto a De Rossi, ma i suoi compagni non se la sentono di proseguire. Grande comprensione ovviamente anche da parte dell’Udinese e del pubblico che ha riservato un applauso scrosciante al difensore ivoriano.

Conte: noi generosi e leali con il Pd, ma non scendiamo a compromessi

Conte: noi generosi e leali con il Pd, ma non scendiamo a compromessiRoma, 14 apr. (askanews) – “Noi non siamo quelli che vanno da soli per orgoglio, noi siamo quelli che si sono assunti grandi responsabilità, anche nel momento più duro della pandemia. In questa tornata di elezioni amministrative, quanti nostri candidati saranno appoggiati dal Pd e dalle altre forze? Nessuno. Stiamo lottando perché un fior di sindaco che abbiamo a Caltanissetta possa avere l’appoggio del Pd che ancora non ci viene confermato. E invece noi appoggiamo quasi dappertutto sindaci uscenti del Pd: noi siamo generosi e leali ma abbiamo un’asticella sotto la quale non scendiamo a compromessi”. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte, a Corigliano-Rossano in Calabria per un incontro fra il M5S e il territorio alla presenza dei gruppi territoriali del Movimento, degli amministratori regionali e dei parlamentari, dei giovani del Network degli under 36.

JR in Stazione Centrale, una montagna per raccontarne la storia

JR in Stazione Centrale, una montagna per raccontarne la storiaMilano, 14 apr. (askanews) – Il Traforo del Sempione e la Stazione Centrale di Milano, un’illusione ottica tipica della pratica di JR, l’artista francese che sta cambiando con il suo passo scanzonato molti dei luoghi comuni sull’arte contemporanea, coinvolgendo spazi e persone in una narrazione che è certamente spettacolare e spendibile su Instagram, ma all’interno di una pratica che si connota sempre per forti elementi sociali.


L’opera è intitolata “La nascita” e vuole, attraverso le sue tipiche “coperture” e “ferite” dei monumenti, rivelare gli strati storici della stazione, costruita in seguito all’apertura del Traforo del Sempione nel 1906, monumentale impresa ingegneristica che diede avvio all’era dei grandi spostamenti in treno da Milano. L’opera milanese è anche la prima anamorfosi scultorea di JR, che si discosta dal mezzo tipico dello street artist, ossia carta e colla, per stampare l’immagine direttamente su pannelli di alluminio, che ampliano la stessa idea degli interventi pubblici dell’artista. L’installazione nasce per la Design Week di Milano e resterà visibile al pubblico fino al 1 maggio.

Okafor regala il 3-3 al Milan sul Sassuolo

Okafor regala il 3-3 al Milan sul SassuoloRoma, 14 apr. (askanews) – Il Milan rimonta al Mapei, ma non vanno oltre il pareggio col Sassuolo (3-3). Inizio tragico del Milan, sotto 2-0 dopo 10 minuti con i gol di Pinamonti e Laurienté. Una prodezza di Leao rimette in carreggiata la squadra di Pioli, vicina al pareggio due volte con Theo. Nella ripresa altro brutto approccio del Milan e doppietta di Laurientè, che poco dopo spreca la palla del poker. Jovic riapre la partita e nel finale Okafor regala almeno un punto. Annnullati due gol a Chukwueze per questione di millimetri.

A Montecarlo terza vittoria per Tsitsipas

A Montecarlo terza vittoria per TsitsipasRoma, 14 apr. (askanews) – Terza vittoria a Montecarlo per il greco Stefanos Tsitsipas Che ha battuto 6-1, 6-4, il norvegese Casper Ruud conquistando il Master 1000 del Principato monegasco. Sulle tribune del campo Ranieri III anche Boris Becker e Francesco Totti come il principe Alberto e Charles Leclerc che hanno seguito un match piuttosto rapido e davvero poco emozionante. “È stato difficile tornare a vincere grandi tornei. Non posso che ringraziare la mia famiglia, tutti quelli che mi sono stati vicino e, se c’è, anche un dio. Il terzo forse è il più bello di tutti perché c’è stato tanto lavoro dietro. Non ho mai mollato” e infatti sulla telecamera ha scritto “Il destino aiuta gli audaci”. Tsitsi ha conquistato il primo set col punteggio di 6-1 in 35 minuti col norvegese assente dal campo per buona parte di essi. Nel secondo set si decide al 9° game con Ruud al servizio che stecca prima un dritto poi un rovescio, finisce sotto 0-30 e infine concede match point al greco che chiude e si butta a terra. Tsitsipas da domani torna nella top ten.

Salvini risponde ai dissidenti: nel 2012 rischiavamo la fine

Salvini risponde ai dissidenti: nel 2012 rischiavamo la fineVarese, 14 apr. (askanews) – Ringrazia Umberto Bossi, che “ha iniziato tutto” e quindi “lui può dire tutto”. Ma ringrazia anche Roberto Maroni, che ha preso la Lega “nel momento più difficile, quando rischiavamo davvero la fine”. Ed è in questa frase la risposta di Matteo Salvini alla fronda che ieri a Gemonio si è radunata intorno al fondatore, e alle critiche severe rivoltegli dal Senatur. Sul palco di Varese, sotto le finestre della sezione storica del Carroccio, inaugurata nel 1987, al fianco del segretario c’è tutto lo stato maggiore della Lega: i capigruppo Romeo e Molinari, i 5 ministri. Con Giancarlo Giorgetti che assicura: “La storia della Lega ha regole anche non scritte e io le continuo a rispettare: gerarchia e disciplina, senza che diventi servilismo perché quello sarebbe un errore”.


Al raduno di Gemonio, Salvini risponde dunque tornando in un altro luogo del cuore della Lega Lombarda. E sul balcone della sezione, uno striscione che vuole segnare la continuità del percorso leghista: “Capo, Bobo e Matteo, una storia ci Lega”. Tre segretari in grado di “interpretare al meglio i tempi”, dice ancora Giorgetti, in un percorso fatto di “grandi intuizioni ma anche di errori, poi corretti e dai quali abbiamo imparato”. E anche adesso chiede “testa e coraggio sempre”, Giorgetti, evitando – spiegano i suoi – di “dire per comodità sempre sì”. Un racconto, quello del percoso leghista, che anche Salvini declina: “Umberto Bossi ha costruito tutto”, ma poi – dopo la malattia e con il ‘Cerchio magico’ che circondava il leader – è servita la ‘Notte dello scope’ guidata da Bobo Maroni, per evitare “la fine” del movimento, che rischiava di essere travolto dagli scandali dei diamanti e della gestione delle casse del partito. Un messaggio chiaro, spiegano da via Bellerio, a coloro che “esclusi dalle ricandidature oggi raccontano a Bossi una situazione diversa da quella reale”. E un messaggio anche a chi prova a prendere voti ‘leghisti’ in altre liste, come l’ex capogruppo Marco Reguzzoni candidato alle Europee con Fi, che del ‘cerchio magico’ faceva parte. Sono loro il bersaglio, non Bossi che “può dire quello che vuole, per me sono sempre consigli utili”, anche quando indica in Giorgetti un leader potenzialmente migliore, risponde un diplomatico Salvini.


L’altra risposta è nei fatti, in quell’Autonomia che “dopo 40 anni arriva al passaggio finale”, rivendica Salvini. E in una dimensione più ampia: “Era l’anelito solo di alcuni territori ma ora può essere occasione di riscatto per tante regioni”, sottolinea il segretario, confermando così la necessità e l’utilità del passaggio alla Lega nazionale. Che ha portato il Carroccio addirittura al 34% delle Europee 2019, ricorda il lombardo Cecchetti, e che “ha fatto crescere una classe dirigente – rivendica Salvini – fatta di 500 sindaci, anche al Sud”, dice citando il sindaco di Potenza e il candidato leghista per Bari. E allora rinserra le fila il Carroccio, consapevole che la percentuale delle Europee sarà sotto la doppia cifra, e col timore di veder sfumare all’ultimo l’Autonomia: “Già altre volte ci eravamo andati vicini, per poi restare disillusi”, avverte Giorgetti, che invita – bossianamente – a “non mollare mai”.