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I balneari: no all’applicazione distorta della Bolkestein

I balneari: no all’applicazione distorta della BolkesteinRoma, 11 apr. (askanews) – Ribadire la validità della mappatura svolta dal Governo italiano e condivisa con la Commissione Europea, che pone le basi per una maggiore competizione, valorizzando vaste aree a potenziale vocazione turistica del Paese ancora libere: in occasione della giornata nazionale del mare, questo è l’appello lanciato da Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria e Base Balneare con Donnedamare nel corso delle conferenze stampa tenutesi questa mattina, presso la Camera dei Deputati di Roma e il Parlamento Europeo di Bruxelles. Un messaggio che mira a tutelare un comparto che conta oltre 10.000 stabilimenti che danno lavoro a oltre 44.000 persone e che, anche con l’indotto generato, fornisce un significativo contributo economico e d’immagine a uno dei settori, quello del turismo, traino dell’economia italiana.


Due appuntamenti che sono stati organizzati anche alla luce della preoccupazione per l’orientamento della Commissione Europea, che attraverso la propria ipotesi di mappatura, ha l’intento di favorire l’insediamento di multinazionali e operatori finanziari. La mappatura quantitativa proposta dal Governo e illustrata da una delegazione governativa nel corso di un recente incontro a Bruxelles, creerà nuove opportunità di sviluppo nel comparto dell’accoglienza e dei servizi turistici, attraverso la creazione di nuovi insediamenti balneari che possano essere motore di nuova occupazione, nuovo sviluppo economico, maggiore tutela ambientale e sicurezza.


“Riteniamo che, come dimostrato in sede di mappatura, la maggior parte delle spiagge italiane sono disponibili per l’insediamento di nuove imprese: pertanto la direttiva Bolkestein che regola la concorrenza non dev’essere applicata, perché la scarsità di risorse non sussiste. L’Unione Europea insiste sulla necessità di adottare procedure competitive, ma noi riteniamo che ci sia spazio sufficiente per nuove imprese, le quali devono potersi collocare dove non vi siano già imprese storiche che possano avere garanzia di continuità del proprio operato. Continueremo a impegnarci affinché il dialogo si riapra e la categoria sia tutelata”, ha dichiarato Maurizio Gasparri, Presidente del Gruppo Forza Italia al Senato. “Riteniamo che la mappatura delle spiagge italiane presenti tutti gli elementi per una corretta applicazione della Bolkestein, che prevede che dove non vi sia scarsità di risorse non ci sia necessità di andare all’asta, proprio perché c’è ampia disponibilità di spazi ancora liberi. Diversamente, è oggettivo il rischio che grandi gruppi imprenditoriali estranei al settore possano decidere di investire sulle nostre concessioni balneari già in essere, beneficiando di un avviamento e di investimenti già fatti da altri. Ciò produrrebbe, tra le altre cose, una perdita di specificità tipica del nostro settore balneare che realmente crea valore per il nostro territorio e la nostra economia. È necessario fare attenzione perché, per la specifica conformazione del nostro Paese, le nostre coste rappresentano anche i nostri confini nazionali. È necessaria prudenza e senso della misura.” ha dichiarato Deborah Bergamini, Deputata di Forza Italia.


“Il governo ha svolto un lavoro importante con l’istituzione del tavolo tecnico e con la mappatura che ha coinvolto tutti i Ministeri interessati. Un’attività che nessuno aveva mai svolto prima e che deve essere completata, ma che già oggi dimostra la non scarsità della risorsa naturale e la disponibilità di nuove aree da assegnare in concessione per portare sviluppo e crescita alla nostra industria turistica. Su questa base si è aperta l’interlocuzione con la Commissione europea, imprescindibile per la definizione di una norma di riordino che superi le iniziative dei Comuni, le sentenze dei tribunali e i rilievi del Quirinale, in modo da essere recepita da tutte le amministrazioni e riconosciuta dalle magistrature interessate. Gli operatori, le cui preoccupazioni comprendiamo e condividiamo, sanno perfettamente che senza questa azione del governo Meloni la strada sarebbe già stata segnata. Andiamo avanti per garantire la massima tutela a chi, con i propri investimenti e il proprio impegno, ha fatto della balneazione attrezzata un’eccellenza del turismo italiano”, ha commentato Carlo Fidanza, Capodelegazione di Fratelli D’Italia al Parlamento Europeo. “La contestazione che ci arriva dall’Europa ci lascia perplessi, perché il lavoro svolto non può essere né disconosciuto, né contestato. La nostra proposta è che si proceda con una norma che cristallizzi il dato emerso della mappatura. L’Ue lo critica appigliandosi al pregio di alcune zone rispetto ad altre e alla conformazione morfologica delle coste, ma in realtà abbiamo verificato – anche con l’ausilio di Ispra – che in molti tratti rocciosi ci sono concessioni di vario tipo: non c’è dunque scarsità di risorse”, ha aggiunto Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli D’Italia.


“Il grande lavoro svolto con la mappatura delle spiagge italiane e l’impegno dimostrato sulle concessioni hanno dato concretezza a un principio che la Lega ha sempre difeso: garantire diritti e futuro a migliaia di famiglie nel settore balneare. Non possiamo accettare che il duro lavoro, l’impegno e gli investimenti di tanti piccoli imprenditori italiani vengano mortificati. La battaglia per proteggere il nostro patrimonio imprenditoriale continuerà, e crediamo che sia indispensabile una norma dove vengano inserite le risultanze della mappatura per sancire la non scarsità della risorsa e consolidare il lavoro fatto dal MIT e dal ministro Salvini. Gli imprenditori e le aziende avranno ancora il nostro sostegno. Oggi dobbiamo continuare a difendere il principio della disponibilità della risorsa. Mettere in difficoltà il settore balneare significa mettere in difficoltà gran parte dell’industria turistica”, ha dichiarato Elisa Montemagni, deputata della Lega. “Lanciamo un appello forte a nome di tutti i balneari italiani ribadendo la nostra contrarietà alla posizione della Commissione Europea. L’applicazione distorta della Bolkestein lede gli interessi del nostro Paese, non solo perché impedisce la valorizzazione di nuovi territori con una vocazione turistica oggi ancora inespressa, ma anche perché rischia di gettare nell’incertezza lavorativa decine di migliaia di persone. Ringraziamo il Governo italiano per aver capito questa necessità e per essere al nostro fianco per elaborare una norma che difenda un settore vitale per l’economia del Paese e favorisca lo sviluppo economico di nuove aree turistiche ancora libere”, hanno concluso il presidente di Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria, Fabrizio Licordari, e la presidedente di Base Balneare con Donnemare, Bettina Bolla.

G7 Trasporti al via, vicepremier Salvini accoglie i Ministri

G7 Trasporti al via, vicepremier Salvini accoglie i MinistriMilano, 11 apr. (askanews) – Al via il G7 dei ministri dei Trasporti e delle Infrastrutture a Palazzo Reale a Milano. Ad accoglierli nel cortile il vice premier e Ministro, Matteo Salvini.


Presenti i ministri Pablo Rodriguez (Canada), Patrice Vergriete (Francia), Volker Wissing (Germania), Tetsuo Saito (Giappone), Mark Harper (Regno Unito), e il Vice Segretario ai Trasporti Polly Trottenberg (Stati Uniti). Scambio di battute fra il vicepremier e il Ministro canadese, Pablo Rodriguez che ha dichiarato di aver acquistato una Alfa Romeo Tonale Veloce ibrida plug-in. A margine, Salvini ha spiegato che il proprio obiettivo è valorizzare la produzione italiana ed europea anziché l’elettrico cinese.


Presente anche la Commissaria europea per i Trasporti Adina Valean e il Segretario Generale dell’International Transport Forum Young Tae Kim. Dopo i saluti e i ringraziamenti è iniziata la Sessione di lavoro “speciale” sulla cooperazione con l’Ucraina, alla presenza del ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov.

Morto OJ Simpson, stella controversa del Football NFL

Morto OJ Simpson, stella controversa del Football NFLRoma, 11 apr. (askanews) – L’ex stella Nfl, OJ Simpson, uno dei giocatori più discussi del footbal statunitense, è morto oggi all’età di 76 dopo una lunga battaglia contro il cancro. Ne ha dato notizia la famiglia su X. “Il 10 aprile, nostro padre, Orenthal James Simpson, ha ceduto alla sua battaglia contro il cancro” è scritto sul social. O.J. Simpson, all’anagrafe Orenthal James Simpson è considerato uno dei più grandi giocatori nella storia del football, tanto da essere stato inserito nella Pro Football Hall of Fame, da professionista ha militato per undici stagioni nella National Football League (NFL) con i Buffalo Bills dal 1969 al 1977 e con i San Francisco 49ers dal 1978 al 1979. Nel 1973 è diventato il primo giocatore a correre per più di duemila iarde in quattordici partite della stagione. Conclusa la carriera sportiva, si è dedicato al cinema, raggiungendo un ulteriore livello di fama grazie al ruolo dell’agente Nordberg nella serie de Una pallottola spuntata. Nel 1994 fu accusato di aver ucciso l’ex moglie Nicole Brown e l’amico Ronald Goldman, venendo poi assolto dopo un processo molto controverso. Nel 2008 è stato condannato a trentatré anni di carcere (dei quali nove senza libertà vigilata) per rapina a mano armata e sequestro di persona; è stato liberato l’ottobre 2017 ed era in regime di libertà vigilata.

Diffamazione, carcere per giornalisti. Un caso gli emendamenti FdI

Diffamazione, carcere per giornalisti. Un caso gli emendamenti FdIRoma, 11 apr. (askanews) – Gli emendamenti presentati in commissione Giustizia al Senato dal relatore del disegno di legge sulla diffamazione, Gianni Berrino di Fratelli d’Italia, che non escludono la pena del carcere per i giornalisti, che a suo tempo la Corte costituzionale chiese di eliminare, suscitano allarme nel mondo dell’informazione ma saranno oggetto di approfondimenti anche nella maggioranza parlamentare.


“A noi – precisa Pierantonio Zanettin di Forza Italia, conversando con i cronisti a palazzo Madama – non interessano le pene detentive, ma la rettifica e che venga ripristinato il buon nome del diffamato. Mezzi per fare questo ce ne sono tanti e devono essere diversi dal carcere”, aggiunge, precisando che si tratta di proposte non condivise preventivamente all’interno della maggioranza. Sulla stessa linea Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, che oppone “un deciso no” agli emendamenti di FdI. “Non è così – spiega – con pene detentive che possono arrivare a oltre 4 anni, che si frena il malcostume della diffamazione a mezzo stampa”.


“Nessuna nuova pena detentiva per i giornalisti”, dichiara dal canto suo Berrino, che rivendica come “il provvedimento in esame semmai elimina la pena detentiva per alcune ipotesi di diffamazione”, ma, aggiunge, occorre comunque “difendere l’onorabilità sociale del cittadino dalla ben più grave e lesiva ipotesi dell’addebito di un fatto falso e determinato, nella convinzione che non si tratti di libera informazione, ma di distorsione della informazione”. Il Pd in una nota parla di “retaggio barbaro, condannato a più riprese da organismi europei e dalla Corte costituzionale”. Ilaria Cucchi di AVS parla di “vera e propria forma di intimidazione inaccettabile contro i giornalisti e un modo per silenziare gli organi di informazione. Un’aberrazione totale. Senza libertà di stampa, non c’è democrazia, i cittadini – aggiunge – hanno il diritto di essere informati in modo completo e obiettivo”.


Fra le reazioni di giornata anche quelle delle rappresentanze sindacali e istituzionali dei giornalisti: per Alessandra Costante, segretaria della Federazione nazionale della stampa, “il carcere per i giornalisti è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l’orbanizzazione del Paese”. Il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, fa notare che “l’Italia è stata più volta richiamata dalle istituzioni europee e dalla Cedu (Corte europea per i diritti dell’uomo, ndr) per avere ancora, nel codice penale, la pena del carcere per la diffamazione a mezzo stampa. La Corte costituzionale ha esplicitamente invitato il Parlamento, nel 2021, a rimuovere la pena detentiva per tale reato. Sarebbe un grave passo indietro, si tratta di posizioni inaccettabili frutto di pulsioni autoritarie”, conclude.

Diffamazione, un caso gli emendamenti FdI su carcere per giornalisti

Diffamazione, un caso gli emendamenti FdI su carcere per giornalistiRoma, 11 apr. (askanews) – Gli emendamenti presentati in commissione Giustizia al Senato dal relatore del disegno di legge sulla diffamazione, Gianni Berrino di Fratelli d’Italia, che non escludono la pena del carcere per i giornalisti, che a suo tempo la Corte costituzionale chiese di eliminare, suscitano allarme nel mondo dell’informazione ma saranno oggetto di approfondimenti anche nella maggioranza parlamentare.


“A noi – precisa Pierantonio Zanettin di Forza Italia, conversando con i cronisti a palazzo Madama – non interessano le pene detentive, ma la rettifica e che venga ripristinato il buon nome del diffamato. Mezzi per fare questo ce ne sono tanti e devono essere diversi dal carcere”, aggiunge, precisando che si tratta di proposte non condivise preventivamente all’interno della maggioranza. Sulla stessa linea Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, che oppone “un deciso no” agli emendamenti di FdI. “Non è così – spiega – con pene detentive che possono arrivare a oltre 4 anni, che si frena il malcostume della diffamazione a mezzo stampa”.


“Nessuna nuova pena detentiva per i giornalisti”, dichiara dal canto suo Berrino, che rivendica come “il provvedimento in esame semmai elimina la pena detentiva per alcune ipotesi di diffamazione”, ma, aggiunge, occorre comunque “difendere l’onorabilità sociale del cittadino dalla ben più grave e lesiva ipotesi dell’addebito di un fatto falso e determinato, nella convinzione che non si tratti di libera informazione, ma di distorsione della informazione”. Il Pd in una nota parla di “retaggio barbaro, condannato a più riprese da organismi europei e dalla Corte costituzionale”. Ilaria Cucchi di AVS parla di “vera e propria forma di intimidazione inaccettabile contro i giornalisti e un modo per silenziare gli organi di informazione. Un’aberrazione totale. Senza libertà di stampa, non c’è democrazia, i cittadini – aggiunge – hanno il diritto di essere informati in modo completo e obiettivo”.


Fra le reazioni di giornata anche quelle delle rappresentanze sindacali e istituzionali dei giornalisti: per Alessandra Costante, segretaria della Federazione nazionale della stampa, “il carcere per i giornalisti è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l’orbanizzazione del Paese”. Il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, fa notare che “l’Italia è stata più volta richiamata dalle istituzioni europee e dalla Cedu (Corte europea per i diritti dell’uomo, ndr) per avere ancora, nel codice penale, la pena del carcere per la diffamazione a mezzo stampa. La Corte costituzionale ha esplicitamente invitato il Parlamento, nel 2021, a rimuovere la pena detentiva per tale reato. Sarebbe un grave passo indietro, si tratta di posizioni inaccettabili frutto di pulsioni autoritarie”, conclude.

Superbonus, Assistal: a rischio obiettivi di efficientamento

Superbonus, Assistal: a rischio obiettivi di efficientamentoRoma, 11 apr. (askanews) – In materia di Superbonus il Governo ha emanato un DL che modifica la disciplina dei crediti d’imposta e degli interventi di efficienza energetica dell’edilizia. In particolare, le nuove disposizioni mirano a: limitare ulteriormente l’accesso al cosiddetto “sconto in fattura”, restringere la platea dei soggetti beneficiari rispetto a quanto già disposto l’anno scorso ed eliminare – in via definitiva – la possibilità per gli operatori del mercato di usufruire dell’istituto della remissione in bonis. Queste in sintesi le osservazioni fatte pervenire oggi da Assistal, l’Associazione di Confindustria che riunisce le aziende operanti nei servizi di efficientamento energetico e nella manutenzione e gestione di impianti tecnologici, in audizione presso la Commissione Finanza e Tesoro del Senato. L’audizione è stato il momento per approfondire gli aspetti critici delle nuove misure: l’Associazione, in riferimento all’art.1 comma 5, ha espresso l’auspicio che l’articolo possa essere abrogato o, in alternativa, che sia introdotto un periodo transitorio entro il quale permettere l’avvio degli interventi pianificati, ma non ancora iniziati e fatturati. Il rischio, infatti, è che questa disposizione porti cantieri e progetti avviati sulla base proprio dello sconto in fattura o sulla cessione del credito a chiudere, innescando controversie tra imprese e clienti nonché avere un impatto negativo sulla collettività dovuto ai mancati interventi di efficientamento. Per quanto invece riguarda l’art. 2, Assistal segnala che, escludendo la disciplina della remissione in bonis per tutti gli interventi di recupero edilizio e di efficientamento energetico, si negano di fatto le opzioni di sconto in fattura o cessione del credito. Con effetto deflagrante per tutti coloro che, in buona fede, facevano conto sulla possibilità di procedere con le attività grazie a tali misure. Ed è per questo che, alla luce di quanto evidenziato, l’Associazione ha richiesto di valutare il mantenimento dell’istituto citato per un tempo maggiore o, in subordine, di formulare una congrua e ragionevole gradualità nell’ambito delle sanzioni previste per l’invio tardivo delle comunicazioni all’Agenzia delle Entrate. “Come già avvenuto per il decreto emanato nel febbraio 2023 – ha dichiarato Roberto Rossi Presidente di Assistal – purtroppo il Governo ha adottato un provvedimento senza alcun confronto con i comparti produttivi, aumentando l’incertezza di un quadro normativo mutato innumerevoli volte negli ultimi anni. L’Italia e, in particolar modo, le imprese hanno bisogno di norme chiare e stabili, in grado di favorire investimenti a lungo termine in efficienza energetica e sostenibilità, soprattutto in considerazione degli obiettivi sfidanti posti dalla transizione energetica così come riportati nel Pniec.”

Sciopero Cgil-Uil: basta stragi sul lavoro, è emergenza nazionale

Sciopero Cgil-Uil: basta stragi sul lavoro, è emergenza nazionaleRoma, 11 apr. (askanews) – In tutta Italia i lavoratori del settore privato hanno incrociato le braccia per 4 ore, otto ore nell’edilizia e in Emilia Romagna segnata dalla tragedia nella centrale elettrica di Suviana (Bologna), per lo sciopero generale di Cgil e Uil proclamato per sollecitare il governo ad adottare misure più incisive sulla sicurezza sul lavoro. Richieste che potrebbero in parte essere accolte dall’esecutivo, ma che non soddisfano del tutto le due confederazioni.


La protesta, che non ha riguardato i dipendenti pubblici e il trasporto aereo, si è articolata con manifestazioni nei territori. Flash mob, presidi e comizi si sono svolti nelle principali città. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha concluso la manifestazione di Brescia. Il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha invece incontrato i lavoratori della rimessa Atac di Roma. Molto partecipato è stato il corteo di Bologna, dove, secondo gli organizzatori, hanno sfilato 15mila persone. La piattaforma rivendicativa aveva tre obiettivi: zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa. “Con la logica dei subappalti il lavoro delle persone torna a essere una merce che può essere comprata e venduta – ha detto Landini – è il momento di fare cose precise e cambiare il modello di fare impresa. Non si investe sulla qualità e sulla formazione. E’ inutile essere ipocriti e dire, come ogni volta che c’è una strage, che non succederà mai più”. Il numero uno della Cgil ha inoltre sottolineato che “non c’è giorno in cui non ci sia una persona che muore sul lavoro. C’è la necessità che tutto il Paese prenda atto di quello che sta succedendo”. E sulla scelta della Cisl di non scioperare con Cgil e Uil si è limitato a dire: “Chiedete a loro, noi vogliamo unire”.


Le tragedie sul lavoro “purtroppo continuano ad accadere tutti i giorni – ha affermato Bombardieri – c’è la necessità di intervenire per bloccare questa guerra civile. C’è una strage di cui questo Paese deve prendere atto. Servono misure immediate che siano in grado di bloccare questa mattanza. Sono le cose che abbiamo chiesto al governo e che il governo non ha fatto”. Sulle possibili modifiche allo studio dell’esecutivo, il numero uno della Uil ha ricordato che “ieri abbiamo fatto un incontro. Il governo ha accettato alcune delle cose che abbiamo chiesto. Ma i nodi più importanti non sono ancora affrontati. La patente a punti è approcciata solo nei cantieri edili”. Sulla tragedia di Suviana ha infine riferito che “due anni fa, tra luglio e settembre, abbiamo segnalato problemi sulla sicurezza. Siamo pronti a consegnare alla magistratura la documentazione”. Nella giornata dello sciopero si è consumato anche uno scontro con la sentatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, che ha bollato la protesta come “la solita attività di sciacallaggio”. La replica di Landini e Bombardieri non si è fatta attendere. “Chi è Ronzulli? In vita sua ha mai lavorato una volta? Ci sono dei momenti in cui sarebbe utile stare zitti per rispetto di quello che è successo”, ha affermato il primo. “Vada a parlare con le famiglie delle vittime sul lavoro, non stia chiusa nei palazzi del potere”, ha dichiarato il secondo.


Nel trasporto ferroviario lo sciopero per gli addetti alla circolazione dei treni si è svolto dalle 9.01 alle 13 (assicurata la fascia di garanzia tra le 6 e le 9). I lavoratori degli appalti ferroviari di terra e viaggiante si sono fermati per il secondo mezzo turno di lavoro. Frecce e Intercity, hanno riferito Trenitalia e Italo, circolano regolarmente. Nel trasporto pubblico locale lo stop di 4 ore varia da città a città. A Roma metro, tram e bus si fermano dalle 20 a mezzanotte; Torino 18-22; Bologna 13-16.30; Genova 13-17; Firenze 18-22; Napoli 9-13; Bari 19.30-23.30. Nel trasporto marittimo il personale di bordo si è astenuto nella prima metà della giornata.

”La scorta di Enrico”, tre eventi su Berlinguer di e con Luca Telese

”La scorta di Enrico”, tre eventi su Berlinguer di e con Luca TeleseRoma, 11 apr. (askanews) – Debutta il 20 maggio dal Teatro Sala Umberto di Roma e sarà poi il 24 maggio a Milano al Piccolo Teatro Sala Paolo Grassi nella rassegna “Milano per Gaber”, e l’11 giugno a Bologna al Teatro Arena del Sole, La scorta di Enrico. Quando i supereroi lavoravano per il Pci, lo spettacolo di e con Luca Telese, liberamente tratto dal suo bestseller “La scorta di Enrico” (Solferino Editore).


Lo spettacolo – prodotto da ITC 2000 – racconta, attraverso la vita e la drammatica morte di Enrico Berlinguer – leader tra i più amati e rimpianti d’Italia – la storia di un popolo, quello “della sinistra”. Luca Telese fa parlare gli uomini che hanno accompagnato Berlinguer nella sua vita e nella sua missione: Francesco Freyrie, Michela Gallio e Andrea Zalone.


Accanto a loro i fatti, i testimoni, i documenti senza rinunciare alla densità dei sentimenti legato alle grandi narrazioni, a scorci preziosi sul Berlinguer privato e ricostruzioni di eventi che hanno scosso il mondo, dalla primavera di Praga al golpe cileno, al delitto Moro, il terremoto in Irpinia, i funerali di Andropov. Nei 75 minuti di questa narrazione, si sorride, si ricorda, si inghiottono lacrime e si trova ispirazione per il futuro: “Non c’è apologia, e nemmeno agiografia in questo racconto: solo un’asciutta e preziosa esattezza, in cui la normalità di quella classe dirigente, rispetto alla irresponsabile follia di quella presente, sembra davvero un bene rifugio”, ha commentato Telese, che unisce la sua voce a quelle degli uomini della scorta, dei figli di Enrico, dei preziosi archivi dell’epoca, costruisce il racconto corale di una stagione insieme perduta e attualissima.

Sciopero Cgil-Uil: basta stragi sul lavoro, intervenire subito

Sciopero Cgil-Uil: basta stragi sul lavoro, intervenire subitoRoma, 11 apr. (askanews) – In tutta Italia i lavoratori del settore privato hanno incrociato le braccia per 4 ore, otto ore nell’edilizia e in Emilia Romagna segnata dalla tragedia nella centrale elettrica di Suviana (Bologna), per lo sciopero generale di Cgil e Uil proclamato per sollecitare il governo ad adottare misure più incisive sulla sicurezza sul lavoro. Richieste che potrebbero in parte essere accolte dall’esecutivo, ma che non soddisfano del tutto le due confederazioni.


La protesta, che non ha riguardato i dipendenti pubblici e il trasporto aereo, si è articolata con manifestazioni nei territori. Flash mob, presidi e comizi si sono svolti nelle principali città. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha concluso la manifestazione di Brescia. Il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha invece incontrato i lavoratori della rimessa Atac di Roma. Molto partecipato è stato il corteo di Bologna, dove, secondo gli organizzatori, hanno sfilato 15mila persone. La piattaforma rivendicativa aveva tre obiettivi: zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa. “Con la logica dei subappalti il lavoro delle persone torna a essere una merce che può essere comprata e venduta – ha detto Landini – è il momento di fare cose precise e cambiare il modello di fare impresa. Non si investe sulla qualità e sulla formazione. E’ inutile essere ipocriti e dire, come ogni volta che c’è una strage, che non succederà mai più”. Il numero uno della Cgil ha inoltre sottolineato che “non c’è giorno in cui non ci sia una persona che muore sul lavoro. C’è la necessità che tutto il Paese prenda atto di quello che sta succedendo”. E sulla scelta della Cisl di non scioperare con Cgil e Uil si è limitato a dire: “Chiedete a loro, noi vogliamo unire”.


Le tragedie sul lavoro “purtroppo continuano ad accadere tutti i giorni – ha affermato Bombardieri – c’è la necessità di intervenire per bloccare questa guerra civile. C’è una strage di cui questo Paese deve prendere atto. Servono misure immediate che siano in grado di bloccare questa mattanza. Sono le cose che abbiamo chiesto al governo e che il governo non ha fatto”. Sulle possibili modifiche allo studio dell’esecutivo, il numero uno della Uil ha ricordato che “ieri abbiamo fatto un incontro. Il governo ha accettato alcune delle cose che abbiamo chiesto. Ma i nodi più importanti non sono ancora affrontati. La patente a punti è approcciata solo nei cantieri edili”. Sulla tragedia di Suviana ha infine riferito che “due anni fa, tra luglio e settembre, abbiamo segnalato problemi sulla sicurezza. Siamo pronti a consegnare alla magistratura la documentazione”. Nella giornata dello sciopero si è consumato anche uno scontro con la sentatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, che ha bollato la protesta come “la solita attività di sciacallaggio”. La replica di Landini e Bombardieri non si è fatta attendere. “Chi è Ronzulli? In vita sua ha mai lavorato una volta? Ci sono dei momenti in cui sarebbe utile stare zitti per rispetto di quello che è successo”, ha affermato il primo. “Vada a parlare con le famiglie delle vittime sul lavoro, non stia chiusa nei palazzi del potere”, ha dichiarato il secondo.


Nel trasporto ferroviario lo sciopero per gli addetti alla circolazione dei treni si è svolto dalle 9.01 alle 13 (assicurata la fascia di garanzia tra le 6 e le 9). I lavoratori degli appalti ferroviari di terra e viaggiante si sono fermati per il secondo mezzo turno di lavoro. Frecce e Intercity, hanno riferito Trenitalia e Italo, circolano regolarmente. Nel trasporto pubblico locale lo stop di 4 ore varia da città a città. A Roma metro, tram e bus si fermano dalle 20 a mezzanotte; Torino 18-22; Bologna 13-16.30; Genova 13-17; Firenze 18-22; Napoli 9-13; Bari 19.30-23.30. Nel trasporto marittimo il personale di bordo si è astenuto nella prima metà della giornata.

Def, Gentiloni: apprezziamo prudenza nelle decisioni del governo

Def, Gentiloni: apprezziamo prudenza nelle decisioni del governoLussemburgo, 11 apr. (askanews) – La Commissione europea ha apprezzato “la prudenza con cui vengono prese decisioni” sui conti pubblici da parte del governo italiano. Lo ha affermato il commissario europeo agli affari economici, Paolo Gentiloni, parlando con la stampa al suo arrivo alla riunione dell’Eurogruppo, oggi a Lussemburgo.


Ai giornalisti italiani che chiedevano se consideri “tutto a posto” nella situazione dei conti italiani, dopo la presentazione del Documento di economia e finanza (Def) contenente solo i dati tendenziali del debito e deficit, Gentiloni ha risposto: “Tutto a posto è una parola grossa… Certamente c’è un apprezzamento per la prudenza con cui vengono prese decisioni per la prudenza che è stata anche dedicata alla al tema del Superbonus. E c’è attesa per valutare assieme”. “Sapete – ha continuato il commissario rivolto ai giornalisti – che le valutazioni principali si faranno sui cosiddetti piani strutturali di medio termine, che dovranno arrivare entro la fine di settembre, e che saranno piani per diversi anni”.


I piani strutturali “conterranno riforme investimenti, un impegno sul debito e sul deficit. Questa è la nostra priorità, e le decisioni su cosa mettere o non mettere in documenti come il Def spettano ai governi nazionali. Quello che noi possiamo dire che per noi la priorità è quello che succederà nell’estate e nell’autunno con i piani a medio termine”.