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Da domani il (complicato) Consiglio Ue, nodi allargamento e fondi

Da domani il (complicato) Consiglio Ue, nodi allargamento e fondiBruxelles, 13 dic. (askanews) – Si preannuncia complesso (e forse più lungo del previsto) il Consiglio europeo in programma domani e venerdì a Bruxelles, All’ordine del giorno del summit, che parte domani alle 10, temi internazionali – guerra in Ucraina e crisi in Medio Oriente – e i dossier europei: l’allargamento; la revisione del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027; sicurezza e Difesa; le migrazioni; l’agenda Strategica Ue.

Il tema della riforma della governance economica europea, il nuovo Patto di stabilità, non è in realtà in agenda, ma i leader dovrebbero parlarne dopo la ‘fumata nera’ del Consiglio Ecofin dell’8 dicembre e in vista della prossima riunione straordinaria della prossima settimana. L’obiettivo è chiudere l’intesa entro il 31 dicembre per scongiurare il ritorno ai vecchi parametri, ma le posizioni sono ancora distanti. La premier Giorgia Meloni, parlando questa mattina in Senato, non ha dato per scontato, alla fine della trattativa, il sì dell’Italia. “Io – ha detto – non escludo nessuna delle scelte. Credo che alla fine si debba fare banalmente la valutazione su ciò che è meglio per l’Italia” tenendo presente che “se non si trova un accordo si torna ai precedenti parametri”. Per quanto riguarda l’allargamento, il governo italiano sostiene “con convinzione” la raccomandazione della Commissione Europea di aprire i negoziati per l’adesione con Ucraina e Moldova, due nazioni europee pesantemente colpite dalla guerra scatenata dalla Russia. L’Italia condivide anche la raccomandazione della Commissione europea di concedere lo status di candidato alla Georgia. Per quanto riguarda i Balcani occidentali – protagonisti oggi di un apposito vertice – l’Italia sostiene “fermamente” il cammino europeo della Bosnia Erzegovina. Infatti il Governo italiano è impegnato a Bruxelles a far valere un approccio strategico ai Balcani Occidentali, che tenga conto, pur nella complessità delle sfide che l’area presenta, della necessità di fornire ai Paesi della regione una chiara prospettiva di integrazione europea. Sulla discussione relativa all’Ucraina pesa però il “no” dell’Ungheria di Viktor Orban (sostenuto dall’Austria).

Sulla Revisione del Quadro Finanziario Pluriennale, le aree prioritarie per l’Italia sono il sostegno finanziario a Kiev, anche nella prospettiva della ricostruzione, attraverso lo Strumento per l’Ucraina; risorse aggiuntive adeguate per attuare il nuovo Patto asilo e migrazione e investire nelle collaborazioni con le nazioni del vicinato Sud per costruire partenariati paritari di lungo periodo; potenziare l’industria europea tramite la Piattaforma delle tecnologie strategiche per l’Europa (STEP) e maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi di Coesione. L’Italia lavora per una soluzione “equilibrata” che preveda, come concordato allo scorso Consiglio Europeo di ottobre, un mix di risorse nuove da parte degli Stati membri, una riduzione delle proposte di incremento della Commissione così come alcune riallocazioni di bilancio. Per quanto riguarda la questione dei migranti, l’obiettivo di Meloni è di spingere per la prosecuzione del processo di attuazione dell’approccio multidimensionale concordato dai leader a febbraio. Su questo la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha inviato una nuova lettera ai Paesi membri. La premier ribadirà la necessità di dare “una risposta strutturale a una questione strutturale, abbandonando la logica dell’emergenza e dell’illegalità”.

In materia di sicurezza e difesa c’è un sostanziale consenso sulla necessità di aumentare gli investimenti nella difesa e nel sostenere l’industria europea della difesa. Sul Medio Oriente, infine, si lavora per cercare di concordare un testo di conclusioni che tenga conto degli ultimi sviluppi. L’Italia ribadirà la propria posizione: ferma condanna degli attacchi terroristici perpetrati da Hamas e sostegno al diritto di Israele a esistere e a difendere i propri cittadini e i propri confini, in linea con il diritto umanitario e internazionale. Per il governo italiano la migliore risposta ad Hamas deve essere un “nuovo impulso politico” verso la soluzione dei due Stati.

Da programma, come detto, il Consiglio dovrebbe terminare venerdì ma non è esclusa una prosecuzione.

Meloni non esclude veto su Patto stabilità. Nuovo affondo su Mes

Meloni non esclude veto su Patto stabilità. Nuovo affondo su MesRoma, 13 dic. (askanews) – E’ la prima volta che lo dice in maniera così esplicita. E anche se, in premessa, spiega che si “vede qualche spiraglio” in una trattativa che resta comunque “complessa”, Giorgia Meloni in Senato si sbilancia: sul nuovo patto di stabilità – afferma – non si può escludere nessuna delle scelte, compresa quella di porre il veto. Come la pensa lo ha ribadito a più riprese in questi due giorni in cui ha riferito alle Camere in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì. Formalmente il punto non è all’ordine del giorno del vertice di Bruxelles – se ne riparla al prossimo Ecofin a ridosso di Natale – ma l’argomento resta convitato di pietra di qualsiasi ragionamento che coinvolga i leader dell’Unione in questa fase.

L’idea della premier è che sia meglio avere una Italia isolata che una Italia danneggiata. E che, dunque, non si possa accettare delle condizioni che si sa già di non poter rispettare. “Credo – sottolinea – si debba fare una valutazione su ciò che è meglio per l’Italia sapendo che se non si trova un accordo, noi torniamo ai precedenti parametri. Io farò tutto quello che posso per far ragionare i miei omologhi. Quello che stiamo proponendo è utile non solo a noi, ma ad una strategia”. Meloni torna sull’argomento dopo il dibattito dei senatori sulle sue comunicazioni. E, proprio come accaduto ieri a Montecitorio, è durante la replica che diventa più diretta e infervorata. E, soprattutto, che lancia frecciate, in alcuni casi bordate, alle opposizioni. Una concitazione tale che ieri ha portato a quello che fonti di governo derubricano a misunderstanding e che invece l’opposizione ritiene un siluro in piena regola contro il suo predecessore, ovvero quel riferimento polemico allo scatto di Draghi sul treno per Kiev con Scholz e Macron e alla politica estera che non è farsi le foto ma portare a casa i risultati. La presidente del Consiglio ne approfitta per spiegare che il suo non era affatto un attacco all’ex presidente della Bce, verso il quale c’è anzi “rispetto”, ma una critica al Pd. “C’è stata un’Italia – dice – che in passato ha ritenuto che tutto il suo ruolo dovesse essere quello di aspettare e vedere quel che facevano Francia e Germania e accodarsi sperando di infilarsi in una foto”.

Non è l’unico attacco che rivolge in maniera esplicita al Partito democratico. La premier accusa i dem di “anteporre gli interessi di partito agli interessi complessivi della nazione”: la prova, a suo dire, è nelle critiche al premier albanese Edi Rama per l’accordo sui migranti con annessa ipotesi di farlo cacciare dal Pse. “Mi pareva che accogliere i migranti fosse compatibile con i valori della sinistra, voi l’avete fatto una vita e non vi hanno cacciato dal Partito socialista”. Ma il vero colpo di teatro è quello riservato al Movimento5stelle. D’altra parte, già ieri – prima del suddetto riferimento a Draghi – il piatto forte della replica a Montecitorio doveva essere l’accusa a Conte di aver dato l’ok alla modifica del Mes “con il favore delle tenebre” e quando l’esecutivo da lui guidato era già in carica per gli affari correnti. Giorgia Meloni mostra ai senatori il fax con la firma dell’allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Capisco il vostro imbarazzo ma questo foglio – incalza la premier – dimostra la poca serietà di un governo che mentre faceva gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo”.

Meloni non esclude il veto sul Patto di stabilità. Nuovo affondo sul Mes

Meloni non esclude il veto sul Patto di stabilità. Nuovo affondo sul MesRoma, 13 dic. (askanews) – E’ la prima volta che lo dice in maniera così esplicita. E anche se, in premessa, spiega che si “vede qualche spiraglio” in una trattativa che resta comunque “complessa”, Giorgia Meloni in Senato si sbilancia: sul nuovo patto di stabilità – afferma – non si può escludere nessuna delle scelte, compresa quella di porre il veto. Come la pensa lo ha ribadito a più riprese in questi due giorni in cui ha riferito alle Camere in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì. Formalmente il punto non è all’ordine del giorno del vertice di Bruxelles – se ne riparla al prossimo Ecofin a ridosso di Natale – ma l’argomento resta convitato di pietra di qualsiasi ragionamento che coinvolga i leader dell’Unione in questa fase.

L’idea della premier è che sia meglio avere una Italia isolata che una Italia danneggiata. E che, dunque, non si possa accettare delle condizioni che si sa già di non poter rispettare. “Credo – sottolinea – si debba fare una valutazione su ciò che è meglio per l’Italia sapendo che se non si trova un accordo, noi torniamo ai precedenti parametri. Io farò tutto quello che posso per far ragionare i miei omologhi. Quello che stiamo proponendo è utile non solo a noi, ma ad una strategia”. Meloni torna sull’argomento dopo il dibattito dei senatori sulle sue comunicazioni. E, proprio come accaduto ieri a Montecitorio, è durante la replica che diventa più diretta e infervorata. E, soprattutto, che lancia frecciate, in alcuni casi bordate, alle opposizioni. Una concitazione tale che ieri ha portato a quello che fonti di governo derubricano a misunderstanding e che invece l’opposizione ritiene un siluro in piena regola contro il suo predecessore, ovvero quel riferimento polemico allo scatto di Draghi sul treno per Kiev con Scholz e Macron e alla politica estera che non è farsi le foto ma portare a casa i risultati. La presidente del Consiglio ne approfitta per spiegare che il suo non era affatto un attacco all’ex presidente della Bce, verso il quale c’è anzi “rispetto”, ma una critica al Pd. “C’è stata un’Italia – dice – che in passato ha ritenuto che tutto il suo ruolo dovesse essere quello di aspettare e vedere quel che facevano Francia e Germania e accodarsi sperando di infilarsi in una foto”.

Non è l’unico attacco che rivolge in maniera esplicita al Partito democratico. La premier accusa i dem di “anteporre gli interessi di partito agli interessi complessivi della nazione”: la prova, a suo dire, è nelle critiche al premier albanese Edi Rama per l’accordo sui migranti con annessa ipotesi di farlo cacciare dal Pse. “Mi pareva che accogliere i migranti fosse compatibile con i valori della sinistra, voi l’avete fatto una vita e non vi hanno cacciato dal Partito socialista”. Ma il vero colpo di teatro è quello riservato al Movimento5stelle. D’altra parte, già ieri – prima del suddetto riferimento a Draghi – il piatto forte della replica a Montecitorio doveva essere l’accusa a Conte di aver dato l’ok alla modifica del Mes “con il favore delle tenebre” e quando l’esecutivo da lui guidato era già in carica per gli affari correnti. Giorgia Meloni mostra ai senatori il fax con la firma dell’allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Capisco il vostro imbarazzo ma questo foglio – incalza la premier – dimostra la poca serietà di un governo che mentre faceva gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo”.

Il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni di Meloni

Il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni di MeloniRoma, 13 dic. (askanews) – L’aula del Senato ha votato sulle diverse risoluzioni relative alle comunicazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo in programma domani e dopodomani a Bruxelles. L’assemblea ha quindi approvato con 104 voti favorevoli, 61 contrari e 13 astensioni, la proposta di risoluzione n. 1 presentata dalla maggioranza. Ok, con alcune votazioni per parti separate, ad una parte degli impegni contenuti nelle proposte numero 2 (Pd), 5 (Iv) e 6 (Misto-Azione) mentre ha respinto le proposte di risoluzione numero 3 (M5S) e 4 (Misto-Alleanza Verdi Sinistra).

Ue, Senato approva risoluzione maggioranza su comunicazioni Meloni

Ue, Senato approva risoluzione maggioranza su comunicazioni MeloniRoma, 13 dic. (askanews) – L’aula del Senato ha votato sulle diverse risoluzioni relative alle comunicazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo in programma domani e dopodomani a Bruxelles. L’assemblea ha quindi approvato con 104 voti favorevoli, 61 contrari e 13 astensioni, la proposta di risoluzione n. 1 presentata dalla maggioranza. Ok, con alcune votazioni per parti separate, ad una parte degli impegni contenuti nelle proposte numero 2 (Pd), 5 (Iv) e 6 (Misto-Azione) mentre ha respinto le proposte di risoluzione numero 3 (M5S) e 4 (Misto-Alleanza Verdi Sinistra).

Pd, Schlein: “Europa che vogliamo” non è evento per coprire Atreju

Pd, Schlein: “Europa che vogliamo” non è evento per coprire AtrejuRoma, 13 dic. (askanews) – La due giorni del Pd sull’Europa non è stata pensata per fare una ‘contro-programmazione’ rispetto ad Atreju, l’obiettivo è proporre “un’Europa diversa e migliore”. Lo ha detto la segreteria democratica Elly Schlein presentando ‘Sociale, verde e giusta: l’Europa che vogliano’, l’evento organizzato dal Pd per il 15 e 16 dicembre e al quale parteciperanno, tra gli altri, Paolo Gentiloni, Romano Prodi ed Enrico Letta.

“La concomitanza con Atreju? Noi avevamo lanciato questa iniziativa ben prima, non immagino mai il nostro impegno politico come un impegno contro. Questa iniziativa ha un ‘per’ davanti, non un ‘contro’: per un’Europa diversa e migliore dal punto di vista sociale, del lavoro, della prossimità, del contrasto ai paradisi fiscali… C’è una concomitanza che immagino farà anche vedere che siamo agli antipodi come visione visione dell’Europa e del ruolo dell’Italia in Europa”.

Europee, Schlein: mia candidatura è l’ultima delle questioni

Europee, Schlein: mia candidatura è l’ultima delle questioniRoma, 13 dic. (askanews) – Si candida alle europee? Elly Schlein deciderà più in là se candidarsi alle elezioni europee. Parlando in conferenza stampa ha spiegato: “E’ l’ultima delle questioni, la prima è la costruzione di questo progetto, come costruire una lista che sia una rappresentazione della società che andiamo a costruire insieme”. Certo, ha aggiunto, “me ne dovrò occupare, adesso siamo più impegnati ad aprire, a far tornare il Pd in mezzo alle persone, alle realtà produttive e sociali. Non sono appassionata delle ‘asticelle’, ma c’è un’asticella che mi interessa molto: è quella dell’astensionismo”.

Atreju, Schlein: Meloni prenda le distanze da Abascal, è un eversore

Atreju, Schlein: Meloni prenda le distanze da Abascal, è un eversoreRoma, 13 dic. (askanews) – Giorgia Meloni dovrebbe “prendere le distanze” dalle parole di Santiago Abascal su Pedro Sanchez. La segretaria Pd lo ha detto parlando in conferenza stampa: “Abbiamo appreso della presenza del leader di Vox come ospite ad Atreju e stiamo ancora aspettando di sapere cosa pensi gm del fatto che Abascal è un eversore e che ha detto che ps debba essere appeso per i piedi. Ci chiediamo se lo dirà anche da quel palco. In ogni caso, visto che l’ha ospitato a palazzo Chigi in pompa magna sarebbe interessante che prendesse le distanze da queste gravi affermazioni”.

Ue, Schlein: governo Meloni assente su riforma patto stabilità

Ue, Schlein: governo Meloni assente su riforma patto stabilitàRoma, 13 dic. (askanews) – “La nostra constatazione è chiara: questo governo è stato del tutto assente sulla riforma del patto stabilità e crescita”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando in conferenza stampa. “Non dovevano scegliere gli alleati sbagliati. Mi è piaciuto il masochismo di Salvini quando festeggiava Wilders, quello che girava con il cartello ‘non diamo un centesimo all’Italia’. Cosa c’è di più chiaro del fatto che i loro amici sono nemici dell’Italia!”.

Per la Schlein “sarebbe un errore imperdonabile tornare alle rigide regole quantitative, bisogna difendere coi denti quell’intuizione che è stata il Ngeu. Con la pandemia gli stati hanno assunto la consapevolezza che ci sono sfide di fronte alle quali nessuno si salva da solo”. Ha ricordato la segretaria Pd: “Fdi non ha sostenuto il Ngeu quando è stato approvato e ora rischiano di farci perdere questi soldi”.

Ue, Meloni: veto? Non escludo nulla, valuteremo il meglio per Italia

Ue, Meloni: veto? Non escludo nulla, valuteremo il meglio per ItaliaRoma, 13 dic. (askanews) – “Io non escludo nessuna delle scelte”. “Credo che alla fine si debba fare banalmente la valutazione su ciò che è meglio per l’Italia” tenendo presente che “se non si trova un accordo si torna ai precedenti parametri”. Così in sede di replica nell’aula del Senato la Premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni in vista del consiglio europeo, riferendosi a quanto detto dal senatore a vita Mario Monti sull’ipotesi di “apposizione di un veto da parte italiana”.

“Alla fine bisogna fare una valutazione sulle varie ipotesi in campo ma io farò tutto quello che posso per far ragionare e confrontarmi con i miei omologhi sul fatto che quello che stiamo proponendo è utile non solo a noi ma ad una strategia” complessiva europea, conclude.