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Il Pd chiede al governo Meloni di firmare il documento che difende la Cpi

Il Pd chiede al governo Meloni di firmare il documento che difende la CpiMilano, 11 feb. (askanews) – “Accogliamo l’appello della Corte penale internazionale contro la decisione dell’amministrazione statunitense di imporre sanzioni al procuratore capo Karim Khan. Chiediamo al governo Meloni di aderire al documento, già firmato da 79 dei 125 paesi, che difende la Corte penale internazionale dall’iniziativa di Trump. È un’istituzione che deve continuare a svolgere il suo mandato nell’interesse di milioni di vittime innocenti di atrocità. Noi stiamo con la Cpi a salvaguardia della giustizia internazionale”. Lo dichiara la delegazione del Partito democratico al Parlamento europeo.

Meloni alla Cisl: le sfide si moltiplicano, bisogna lavorare insieme

Meloni alla Cisl: le sfide si moltiplicano, bisogna lavorare insiemeRoma, 11 feb. (askanews) – “Va tutto bene? Ovviamente no, le sfide si moltiplicano ma il punto è che io sono consapevole che le possiamo affrontare solamente se ci lavoriamo insieme con la concretezza con la quale abbiamo lavorato in questi due anni”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo all’assemblea della Cisl a Roma.


“Sicuramente – ha aggiunto – c’è il tema dell’inverno demografico, l’inverno demografico non investe solamente l’Italia, investe anche l’Europa e chiaramente ha enormi implicazioni sulla sostenibilità del nostro sistema sociale, sull’organizzazione dei servizi, sulla tenuta del mercato del lavoro. In 20 anni noi abbiamo perso 2,2 milioni di lavoratori under 35 e sono invece raddoppiati i lavoratori over 50. Ora chiaramente il mondo del sindacato capisce l’impatto che questo produce molto meglio di me. Banalmente è un sistema che noi non siamo in grado di sostenere sulla lunga distanza. Ecco perché abbiamo deciso di affrontare anche questo tema. Io sono fiera di poter dire che questo è un governo che ha dato finalmente alla questione della natalità, della demografia la centralità che merita perché si tratta prevalentemente di una materia economica, come con un pacchetto di interventi concreti che noi stiamo via via implementando, senza anche però rinunciare a promuovere una nuova diversa cultura della natalità, passare il messaggio che un figlio che nasce è sempre un segno più e non è mai un segno meno”.

Mafia, Meloni: colpo durissimo a Cosa Nostra, Stato non arretra

Mafia, Meloni: colpo durissimo a Cosa Nostra, Stato non arretraRoma, 11 feb. (askanews) – “Un’operazione straordinaria dei Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo ha portato oggi all’arresto di oltre 180 persone, tra cui diversi boss, infliggendo un colpo durissimo a Cosa Nostra. Un risultato che conferma l’impegno incessante dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“Le intercettazioni – prosegue – lo dicono chiaramente: ‘L’Italia per noi è diventata scomoda, io me ne devo andare’, ammetteva uno degli arrestati. Un segnale chiaro: la criminalità organizzata è alle strette, la lotta alla mafia non si ferma e non si fermerà. Grazie ai Carabinieri del Nucleo Investigativo e a tutte le Forze dell’Ordine che ogni giorno difendono la legalità e la sicurezza dei cittadini. La mafia va sconfitta con determinazione e senza alcun compromesso. Lo Stato c’è e non arretra”.

Spionaggio, Pd, M5S, AVS chiedono indagine Europarlamento su Paragon

Spionaggio, Pd, M5S, AVS chiedono indagine Europarlamento su ParagonBruxelles, 10 feb. (askanews) – Gli eurodeputati Sandro Ruotolo e Nicola Zingaretti (Pd), Pasquale Tridico (M5S), Benedetta Scuderi (Verdi) e Mimmo Lucano (Sinistra italiana) sono i primi firmatari di una lettera inviata alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in cui si chiede “l’istituzione di una Commissione di inchiesta” dell’Assemblea di Strasburgo sulla vicenda dello spyware Graphite della società israeliana “Paragon Solutions” ritrovato nei cellulari di circa 90 persone in 14 paesi dell’Ue, tra cui giornalisti, come l’italiano Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, e militanti come Luca Casarini, fondatore della Ong “Mediterranea”, e David Yambio di “Refugees in Libya”, uno dei rifugiati che hanno denunciato i crimini nei campi libici in cui sono rinchiusi i migranti.


La richiesta, presentata questa sera con una conferenza stampa a Strasburgo a cui hanno partecipato, insieme agli europarlamentari promotori dell’iniziativa, proprio Cancellato, Casarini e Yambio, è stata inoltrata “ai sensi dell’articolo 215 del Regolamento di procedura, per indagare su possibili violazioni dell’art 4.3 (c) dell’Emfa (lo ‘European Media Freedom Act’, ndr) e dei diritti che dovrebbero essere garantiti dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, dalla Carta dei Diritti Fondamentali, dalla Direttiva sulla Criminalità informatica (2013/40), dal Regolamento sulla protezione dei dati e dalla Direttiva e-Privacy” “Noi firmatari di questa lettera – scrivono gli eurodeputati – siamo preoccupati per le ripercussioni sullo Stato di diritto nell’Unione europea alla luce dello scandalo del trojan Graphite trovato nei dispositivi telefonici di utenze telefoniche di cittadini europei come il direttore della testata online Fanpage.it ed esponenti della società civile italiana”.


Nella vicenda di spionaggio, aggiungono, oltre a sette utenze in Italia, “sarebbero coinvolti tredici paesi dell’Unione europea: Belgio, Grecia, Lettonia, Lituania, Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia”. “Noi pensiamo – sottolineano i firmatari – che questo scandalo riguardi l’Unione europea, perché in gioco c’è la violazione dei dati personali e la libertà di stampa”.


“Lo spyware si chiama Graphite ed è messo a punto dalla società israeliana Paragon Solutions, che ha dichiarato di aver stipulato i contratti di cessione dell’uso del trojan a governi di comprovata affidabilità per la lotta alla criminalità”. “In questa spystory – si legge ancora nella lettera – ci sono alcune certezze e tanti interrogativi. La prima certezza è che la società israeliana ha venduto il trojan ai governi”. Di questo spyware “è stato fatto un uso improprio”, e allora, chiedono i firmatari, è “un abuso? Perché e da chi sono stati illegalmente intercettati il direttore di un giornale e attivisti di una Ong impegnati nel Mar Mediterraneo a salvare migranti?”


“Vogliamo sapere – concludono gli eurodeputati – quante di queste intercettazioni sono state abusive e se risulta vera la notizia diffusa dai quotidiani Haaretz e The Guardian che il contratto di cessione sia stato interrotto con l’Italia per aver spiato giornalisti o attivisti”.

Dai centri migranti in Albania a Santanchè, tanti (e pesanti) i dossier per Meloni

Dai centri migranti in Albania a Santanchè, tanti (e pesanti) i dossier per MeloniRoma, 10 feb. (askanews) – I centri in Albania da “sbloccare”, il caso Santanchè da risolvere, il contrasto con la Corte penale internazionale che ha avviato un approfondimento sulla mancata consegna di Almasri. E poi la giustizia, con un incontro da fissare con i magistrati per cercare di ridurre lo scontro governo-toghe. Sono tanti, e pesanti, i dossier che Giorgia Meloni ha sulla scrivania in questo lunedì. “Meno male che questa settimana si parla solo di Sanremo”, scherza un funzionario di governo.


Tra la partecipazione alla cerimonia al Quirinale per il ‘Giorno del Ricordo’ delle vittime delle foibe e un incontro con il cancelliere austriaco Alexander Schallenberg, Meloni oggi ha passato la giornata nel suo ufficio per affrontare le questioni aperte. Intanto l’Albania. Dopo il nuovo stop dei magistrati, il governo sta valutando la possibilità di cambiare radicalmente strada, probabilmente con un decreto. Al momento – viene spiegato – non è stata ancora presa una decisione, non c’è una bozza, ma si stanno valutando diverse alternative. Tra queste, secondo quanto si apprende, la possibilità di trasformare le strutture di Shengjin e Gjader in Centri di permanenza per i rimpatri, magari affidandone la gestione direttamente all’Albania. Un modo, nelle intenzioni dell’esecutivo, per evitare che sia necessaria una convalida da parte dei giudici. Meloni ha ribadito anche nelle ultime ore ai ministri interessati la volontà di andare avanti, chiedendo un intervento anche prima della sentenza della Corte di giustizia della Ue (il 25 febbraio) e le pronunce della Cassazione sulle impugnative dei provvedimenti dei giudici. Ma la questione è giuridicamente scivolosa. “Vedremo”, è la prudente risposta del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che assicura comunque che “andiamo avanti, non lasceremo il lavoro in Albania”.


Altro fronte aperto è quello che vede il governo contro la Corte penale internazionale sul caso di Al-Masri. La settimana scorsa intervenendo in Parlamento il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva puntato il dito proprio contro la Corte e più di un esponente del governo, a partire dalla stessa Meloni, avevano adombrato l’ipotesi di un ‘complotto’ per un ordine di arresto diramato solo nel momento in cui il generale libico era arrivato in Italia dalla Germania. Oggi la Cpi ha fatto sapere di aver aperto un fascicolo di approfondimento alla Camera preliminare sulla “mancata osservanza da parte di uno Stato membro di una richiesta di cooperazione per l’arresto e la consegna”. E il governo italiano “avrà l’opportunità di presentare delle osservazioni”. L’iter, ha precisato il portavoce della Cpi Fadi El Abdallah, “non riguarda responsabilità individuali o casi contro persone specifiche”. E mentre l’opposizione continua a chiedere chiarimenti sul caso dello spyware Paragon e la Procura di Perugia apre un fascicolo d’inchiesta sull’esposto del Dis nei confronti della Procura di Roma per la gestione degli atti nell’indagine aperta sulla base della denuncia del capo di gabinetto della presidente del Consiglio Gaetano Caputi, nell’agenda di Meloni deve essere fissato l’incontro con l’Associazione nazionale magistrati, che ha comunque confermato lo sciopero del 27 febbraio. La premier, inviando gli auguri al nuovo presidente Cesare Parodi, sabato aveva auspicato la ripresa di un “sano confronto”. L’incontro – ha spiegato il nuovo numero uno dell’associazione dei magistrati – sarà “un’occasione per spiegare una volta di più con chiarezza, fermezza, lucidità e senza nessun cedimento quelle che sono le nostre ragioni”.


Infine, ma non certo ultimo, c’è il caso Santanchè, a processo per false comunicazioni sociali in merito al caso Visibilia. Oggi alla Camera è iniziata la discussione per la mozione di sfiducia presentata dal M5s e poi sottoscritta anche da Pd e Avs. In un’aula semi-vuota è spiccata la totale assenza di Forza Italia, Lega e Noi moderati: per il centrodestra solo un gruppetto di parlamentari di Fdi e i ministri Luca Ciriani e Nello Musumeci. E se è vero che il lunedì, a Montecitorio, i numeri sono sempre bassi, le assenze tra i banchi della maggioranza sono sembrati un chiaro “segnale” politico nei confronti della ministra che sta mettendo in imbarazzo la presidente del Consiglio, resistendo ormai da settimane al ‘pressing’ per un passo indietro.

Spionaggio, Schlein: trojan Paragon? Meloni chiarisca chi è il responsabile

Spionaggio, Schlein: trojan Paragon? Meloni chiarisca chi è il responsabileRoma, 10 feb. (askanews) – “Tutta la nostra solidarietà. Noi intendiamo andare avanti. Giorgia Meloni non può continuare a nascondersi e fuggire. Bisogna che il governo charisca che cosa è accaduto”, che “chiariscano chi è responsabile. Sono a garantirvi che noi andiamo assolutamente avanti per fare piena luce” su questa vicenda. Lo ha detto Elly Schlein intervenendo in collegamento alla conferenza stampa a Strasburgo sullo spyware Paragon, con il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato, e Luca Casarin della ONG Mediterranea Saving Humans.


Alla conferenza stampa partecipano europarlamentari di Pd, M5S, AVS.

Santanchè alla Camera per sfiducia, Fi-Lega assenti. Governo minimizza

Santanchè alla Camera per sfiducia, Fi-Lega assenti. Governo minimizzaRoma, 10 feb. (askanews) – L’aula di Montecitorio semivuota di lunedì, quando non sono previste votazioni ma solo discussione generale, è “la norma”, come spiega Fabio Rampelli al termine della seduta che ha presieduto in qualità di vicepresidente della Camera. Ma i banchi completamente vuoti di Forza Italia, Lega e Noi Moderati durante la discussione sulla mozione di sfiducia presentata da M5s – poi sottoscritta anche da Pd e Avs – nei confronti Daniela Santanchè oggi sembrano proprio dare il senso del vuoto creato dalla maggioranza intorno alla ministra del Turismo, a processo per false comunicazioni sociali in merito al caso Visibilia.


Al lato destro dell’emiciclo ci sono solo dodici deputati di Fratelli d’Italia (Antoniozzi, Trancassini, Roscani, Giordano, Amich, Perissa, Sbardella, Lucaselli, tra gli altri), “un drappello di martiri di Fdi che è stato costretto a presentarsi”, li definisce il dem Federico Gianassi. Accanto a Santanchè, nei banchi del governo, i ministri – tutti di Fdi – Luca Ciriani e Nello Musumeci. Nella fila dei sottosegretari Marcello Gemmato, fedelissimo della premier Giorgia Meloni, e Vannia Gava, unica leghista presente. Tailleur color crema, lo stesso indossato ieri alla Bit di Milano dove la ministra si è esibita in una scatenata tarantella, foulard al collo, prima di entrare in aula, Santanchè pranza al ristorante di Montecitorio con i deputati Fdi Gianluca Caramanna, Andrea Mascaretti e Lucrezia Mantovani, figlia di Mario, che quando era vicepresidente della Regione Lombardia venne arrestato e Santanchè, allora in Forza Italia, fu una delle poche a difenderlo strenuamente minacciando addirittura di lasciare il partito di Berlusconi. La ministra non concede neanche un commento, né prima né dopo la discussione durante la quale intervengono solo deputati di Pd, M5s e Avs, sette in tutto. Alla presenza della segretaria dem Elly Schlein e del leader M5s Giuseppe Conte, tutti chiamano in causa Giorgia Meloni: “Venga a dirci la verità. Va a dire urbi et orbi che non è ricattabile. La domanda è: chi la ricatta? Forse qualche suo collega di maggioranza? Per questo non riesce a pretendere le dimissioni della sua ministra?”, attacca la deputata M5S Vittoria Baldino illustrando la mozione di sfiducia. Toni Ricciardi del Pd si chiede “perché il ministro Sangiuliano è stato invitato a dimettersi e la stessa cosa non avviene con Santanché. Esistono leve di ricattabilità che la ministra del Turismo può vantare a differenza di Sangiuliano? Meloni è ricattata da Santanché? Non ha forza di pretendere le dimissioni di una ministra che imbarazza il governo, il suo partito e tutte le istituzioni. Sta difendendo l’indifendibile, si tolga dall’imbarazzo e chieda dimissioni di Santanché”. Per Filiberto Zaratti (Avs) “le dimissioni di un ministro come Santanchè sono una necessità, perché la dignità di un Paese coincide con la dignità di un ministro”.


La ministra parla all’orecchio di Musumeci, si fa portare un foglio bianco dai commessi e prende appunti forse in vista della sua replica che ci sarà quando in aula arriverà il momento del voto sulla mozione. Santanchè si è anche informata sul tempo che ha a disposizione per l’intervento. Tutto il tempo di cui ha bisogno, le è stato risposto. Ma il suo silenzio oggi non lascia indifferente l’opposizione. Quando, al termine dell’ultimo intervento, quello del 5 stelle Silvestri, la ministra si alza in piedi e lascia l’aula, i deputati di M5s, Pd e Avs le urlano “Vergogna, vergogna”. Tanto che Rampelli è costretto a richiamarli: “Stiamo scoprendo oggi che ci si può prenotare per la replica nella seduta successiva?”. Quando sarà la seduta successiva, quella del voto sulla mozione non è ancora chiaro. Difficile, quasi impossibile, in questa settimana, è al punto sette dell’ordine del giorno. La prossima inizierà con il voto di fiducia – che il governo chiederà venerdì – sul decreto Pnrr-emergenze. “Sarà la capigruppo a decidere”, spiega Ciriani “il governo in questa vicenda c’entra relativamente. Una mozione del genere si fa in tre ore. Io non ho problemi, eravamo pronti a farla anche domani. Se non si troverà spazio in questa settimana si può fare anche la prossima”. Sulle assenze il ministro minimizza: “Oggi è lunedì e non c’erano molti in Aula, neanche dall’altra parte”. Una quarantina. “La replica ci sarà il giorno del voto e quel giorno saremo tutti pronti. Se la maggioranza interverrà? Certo, ci sono le dichiarazioni di voto…”.


Santanchè lascia la Camera non appena finita la seduta senza rilasciare dichiarazioni. Il suo stato d’animo lo descrive Musumeci, che in aula le è stato accanto per tutta la discussione: “Non l’ho sentita assolutamente amareggiata, è convinta di essere dalla parte della ragione. Daniela è una cocciuta, una tosta. Io mi auguro che possa davvero dimostrare l’estraneità ai fatti che le contestano, io sono garantista lo sono sempre stato”. Anche Musumeci minimizza le assenze: “Non vedo nessuno scandalo”.

Mafia, Meloni: impegno totale, nessun cedimento a criminalità

Mafia, Meloni: impegno totale, nessun cedimento a criminalitàRoma, 10 feb. (askanews) – “Ho letto le intercettazioni pubblicate da ‘La Repubblica’, in cui alcuni boss si scagliano contro di me e il Governo italiano per non aver allentato il carcere duro ai mafiosi. Un’ulteriore conferma che siamo sulla strada giusta. Il nostro impegno nella lotta alla mafia è totale. Il 41 bis e l’ergastolo ostativo restano capisaldi imprescindibili. Nessun cedimento alla criminalità organizzata finché saremo noi a governare l’Italia”. Lo scrive su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

In aula la mozione di sfiducia a Santanchè, le opposizioni gridano “vergogna”. Vuoti banchi Fi e Lega

In aula la mozione di sfiducia a Santanchè, le opposizioni gridano “vergogna”. Vuoti banchi Fi e LegaRoma, 10 feb. (askanews) – In aula alla Camera si è tenuta la discussione generale sulla mozione di sfiducia presentata da M5s nei confronti della ministra del Turismo Daniela Santanchè. Accanto alla ministra nei banchi del governo si sono seduti i ministri Ciriani e Musimeci. Nella fila sottostante i sottosegretari Gemmato e Vannia Gava.


Vuoti i banchi di Fi, Lega e Noi Moderati, tra i 12 deputati di Fdi presenti Antoniozzi e Trancassini. Una quarantina i deputati dell’opposizione presenti, compresi la segretaria Pd Elly Schlein e il leader M5s Giuseppe Conte. Forte protesta delle opposizioni per il silenzio della ministra. “Vergogna, Vergogna”. È il coro indirizzato dai banchi di Pd e M5s nei confronti di Santanchè a conclusione della discussione generale sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti. Non appena è terminato l’intervento dell’ultimo deputato iscritto a parlare, Santanchè, infatti, si è alzata e ha lasciato l’aula tra le proteste dell’opposizione, che è stata ripresa dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli: “Stiamo scoprendo oggi che ci si può prenotare per la replica nella seduta successiva?”, ha domandato retorico. La ministra infatti può prendere la parola nel giorno in cui l’aula si riunirà per la votazione della mozione.

Mattarella: 70 anni di pace nella Ue, favorire l’ingresso di Ucraina-Moldova

Mattarella: 70 anni di pace nella Ue, favorire l’ingresso di Ucraina-MoldovaRoma, 10 feb. (askanews) – “Oggi, nel nostro Continente, Stati e popoli che nel passato si sono combattuti sono insieme nell’Unione Europea, condividendo valori, identità, principi, prospettive”, è un percorso che in Europa, “ha visto il ribaltamento della pretesa di dominazione, di secoli di guerre fratricide e rovinose”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebrando al Quirinale la Giornata del ricordo.


Una pace, in Ue, lunga “settant’anni! Nell’auspicio che prosegua costantemente, sempre più a lungo”, “un cammino – ha rilanciato Mattarella – non sempre agevole, costellato da aperture e da ostacoli, ma che oggi più che mai va proseguito con coraggio, ostinazione e saggezza, sia all’interno dell’Unione sia alle sue frontiere, impegnandosi anche per agevolare l’ingresso di nuovi membri – Paesi dei Balcani Occidentali che ne sono ancora esclusi, Ucraina, Moldova – e diffondendo nel continente lo spirito europeo, che esprime e persegue pace, dialogo, integrazione, collaborazione e sviluppo”. “Le nuove generazioni hanno ben compreso la sfida del tempo. Collaborano, lavorano, studiano e vivono insieme, trasformando le differenze in opportunità, e attuando, nei fatti, lo spirito dell’Unione Europea. Abbiamo il dovere di non deluderli e di continuare a operare con coraggio. A sperare, a non rassegnarci” ha concluso il presidente.