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La Toscana approva la legge sul fine vita: prima regione che regola il suicidio assistito

La Toscana approva la legge sul fine vita: prima regione che regola il suicidio assistitoFirenze, 11 feb. (askanews) – La Toscana ha da oggi una legge regionale che regolamenta il suicidio assistito. E’ stata infatti approvata dal Consiglio regionale con 27 voti a favore del centrosinistra e 13 contrari del centrodestra – nessun astenuto e un solo consigliere che non si è espresso – la proposta di legge di iniziativa popolare proposta dall’associazione Luca Coscioni, con alcune modifiche che, secondo il Pd, sostanzialmente non ne cambiano i pilastri fondamentali, in particolare la gratuità delle prestazioni e dei trattamenti effettuati dal servizio sanitario regionale nell’ambito del percorso terapeutico-assistenziale del suicidio medicalmente assistito.


I promotori, i rappresentanti dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, il 14 marzo scorso avevano depositato presso la presidenza del Consiglio regionale della Toscana la proposta di legge regionale supportata da oltre 10mila firme autenticate. Il testo è stato approvato con 27 voti a favore dei consiglieri Pd, Italia Viva e Cinque Stelle). Nel corso della discussione, è stato emendato il titolo in “Modalità organizzative per l’attuazione delle sentenze della Corte costituzionale 242/2019 e 135/2024”, eliminando i riferimenti diretti, della prima stesura, al “suicidio medicalmente assistito”. “Con questa legge – ha dichiarato in aula il presidente della commissione Sanità, Enrico Sostegni (Pd) – noi affrontiamo una questione procedurale, perché le Regioni hanno una potestà legislativa concorrente sulla materia della salute, ed è chiaro che se su questa materia interviene lo Stato, lo Stato ha la precedenza. Le condizioni in cui ci muoviamo le stabilisce la Corte Costituzionale e devono essere applicate. Noi agiamo in questo ambito e non abbiamo corso il rischio di sconfinare nella pregiudiziale di costituzionalità”.


“A livello nazionale e regionale – ha detto Sostegni – non siamo intervenuti, ma sulla base della sentenza della Corte costituzionale, quando vi sono state richieste di pazienti, sono intervenuti i direttori generali delle tre Aziende sanitarie, ognuno con modalità diverse. Adesso, con la legge, stabiliamo una procedura omogenea su tutta la regione, garantendo un’assistenza sanitaria uniforme in questi casi difficili”. “Abbiamo chiesto il parere dei proponenti su ognuno dei nostri emendamenti e c’è il loro accordo”, ha specificato Sostegni. La legge ha l’obiettivo di garantire alle persone malate che intendono accedere al suicidio assistito la necessaria assistenza sanitaria nel rispetto dei principi stabiliti dalla sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019. Le aziende sanitarie locali dovranno ora istituire una Commissione multidisciplinare permanente per la verifica della sussistenza dei requisiti per l’accesso al suicidio medicalmente assistito nonché per la verifica o definizione delle relative modalità di attuazione. La Commissione sarà composta da un medico palliativista, uno psichiatra, un anestesista, uno psicologo, un medico legale e un infermiere.

Fisco, Tajani: favorevoli a rottamazione ma priorità ridurre Irpef

Fisco, Tajani: favorevoli a rottamazione ma priorità ridurre IrpefRoma, 11 feb. (askanews) – “L’obiettivo” di prendere il 20% alle prossime elezioni politiche “si raggiunge attraverso un’azione politica forte, con una presenza e un’organizzazione altrettanto forte”. Sull’azione politica “credo che noi dovremmo essere alla guida di una forte azione per la riduzione della pressione fiscale. La prima battaglia da portare a compimento è quella dell’abbassamento dell’Irpef dal 35 al 33% e l’allargamento della soglia fino a 60mila euro, è un mod oper dare un chiaro chiaro segnale al ceto medio produttivo del nostro paese”. Lo ha detto il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani nel suo intervento alla riunione della segreteria del partito, in corso alla Camera.


“Siamo anche favorevoli alla rottamazione, ma questa” per noi “è la priorità. Credo che la riduzione dell’Irpef sia qualcosa di strutturale e figlio anche di un pensiero politico, quello di Berlusconi, cioè ‘meno tasse per favorire la crescita’”, ha aggiunto Tajani.

Il Pd chiede al governo Meloni di firmare il documento che difende la Cpi

Il Pd chiede al governo Meloni di firmare il documento che difende la CpiMilano, 11 feb. (askanews) – “Accogliamo l’appello della Corte penale internazionale contro la decisione dell’amministrazione statunitense di imporre sanzioni al procuratore capo Karim Khan. Chiediamo al governo Meloni di aderire al documento, già firmato da 79 dei 125 paesi, che difende la Corte penale internazionale dall’iniziativa di Trump. È un’istituzione che deve continuare a svolgere il suo mandato nell’interesse di milioni di vittime innocenti di atrocità. Noi stiamo con la Cpi a salvaguardia della giustizia internazionale”. Lo dichiara la delegazione del Partito democratico al Parlamento europeo.

Meloni alla Cisl: le sfide si moltiplicano, bisogna lavorare insieme

Meloni alla Cisl: le sfide si moltiplicano, bisogna lavorare insiemeRoma, 11 feb. (askanews) – “Va tutto bene? Ovviamente no, le sfide si moltiplicano ma il punto è che io sono consapevole che le possiamo affrontare solamente se ci lavoriamo insieme con la concretezza con la quale abbiamo lavorato in questi due anni”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo all’assemblea della Cisl a Roma.


“Sicuramente – ha aggiunto – c’è il tema dell’inverno demografico, l’inverno demografico non investe solamente l’Italia, investe anche l’Europa e chiaramente ha enormi implicazioni sulla sostenibilità del nostro sistema sociale, sull’organizzazione dei servizi, sulla tenuta del mercato del lavoro. In 20 anni noi abbiamo perso 2,2 milioni di lavoratori under 35 e sono invece raddoppiati i lavoratori over 50. Ora chiaramente il mondo del sindacato capisce l’impatto che questo produce molto meglio di me. Banalmente è un sistema che noi non siamo in grado di sostenere sulla lunga distanza. Ecco perché abbiamo deciso di affrontare anche questo tema. Io sono fiera di poter dire che questo è un governo che ha dato finalmente alla questione della natalità, della demografia la centralità che merita perché si tratta prevalentemente di una materia economica, come con un pacchetto di interventi concreti che noi stiamo via via implementando, senza anche però rinunciare a promuovere una nuova diversa cultura della natalità, passare il messaggio che un figlio che nasce è sempre un segno più e non è mai un segno meno”.

Mafia, Meloni: colpo durissimo a Cosa Nostra, Stato non arretra

Mafia, Meloni: colpo durissimo a Cosa Nostra, Stato non arretraRoma, 11 feb. (askanews) – “Un’operazione straordinaria dei Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo ha portato oggi all’arresto di oltre 180 persone, tra cui diversi boss, infliggendo un colpo durissimo a Cosa Nostra. Un risultato che conferma l’impegno incessante dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“Le intercettazioni – prosegue – lo dicono chiaramente: ‘L’Italia per noi è diventata scomoda, io me ne devo andare’, ammetteva uno degli arrestati. Un segnale chiaro: la criminalità organizzata è alle strette, la lotta alla mafia non si ferma e non si fermerà. Grazie ai Carabinieri del Nucleo Investigativo e a tutte le Forze dell’Ordine che ogni giorno difendono la legalità e la sicurezza dei cittadini. La mafia va sconfitta con determinazione e senza alcun compromesso. Lo Stato c’è e non arretra”.

Spionaggio, Pd, M5S, AVS chiedono indagine Europarlamento su Paragon

Spionaggio, Pd, M5S, AVS chiedono indagine Europarlamento su ParagonBruxelles, 10 feb. (askanews) – Gli eurodeputati Sandro Ruotolo e Nicola Zingaretti (Pd), Pasquale Tridico (M5S), Benedetta Scuderi (Verdi) e Mimmo Lucano (Sinistra italiana) sono i primi firmatari di una lettera inviata alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in cui si chiede “l’istituzione di una Commissione di inchiesta” dell’Assemblea di Strasburgo sulla vicenda dello spyware Graphite della società israeliana “Paragon Solutions” ritrovato nei cellulari di circa 90 persone in 14 paesi dell’Ue, tra cui giornalisti, come l’italiano Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, e militanti come Luca Casarini, fondatore della Ong “Mediterranea”, e David Yambio di “Refugees in Libya”, uno dei rifugiati che hanno denunciato i crimini nei campi libici in cui sono rinchiusi i migranti.


La richiesta, presentata questa sera con una conferenza stampa a Strasburgo a cui hanno partecipato, insieme agli europarlamentari promotori dell’iniziativa, proprio Cancellato, Casarini e Yambio, è stata inoltrata “ai sensi dell’articolo 215 del Regolamento di procedura, per indagare su possibili violazioni dell’art 4.3 (c) dell’Emfa (lo ‘European Media Freedom Act’, ndr) e dei diritti che dovrebbero essere garantiti dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, dalla Carta dei Diritti Fondamentali, dalla Direttiva sulla Criminalità informatica (2013/40), dal Regolamento sulla protezione dei dati e dalla Direttiva e-Privacy” “Noi firmatari di questa lettera – scrivono gli eurodeputati – siamo preoccupati per le ripercussioni sullo Stato di diritto nell’Unione europea alla luce dello scandalo del trojan Graphite trovato nei dispositivi telefonici di utenze telefoniche di cittadini europei come il direttore della testata online Fanpage.it ed esponenti della società civile italiana”.


Nella vicenda di spionaggio, aggiungono, oltre a sette utenze in Italia, “sarebbero coinvolti tredici paesi dell’Unione europea: Belgio, Grecia, Lettonia, Lituania, Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia”. “Noi pensiamo – sottolineano i firmatari – che questo scandalo riguardi l’Unione europea, perché in gioco c’è la violazione dei dati personali e la libertà di stampa”.


“Lo spyware si chiama Graphite ed è messo a punto dalla società israeliana Paragon Solutions, che ha dichiarato di aver stipulato i contratti di cessione dell’uso del trojan a governi di comprovata affidabilità per la lotta alla criminalità”. “In questa spystory – si legge ancora nella lettera – ci sono alcune certezze e tanti interrogativi. La prima certezza è che la società israeliana ha venduto il trojan ai governi”. Di questo spyware “è stato fatto un uso improprio”, e allora, chiedono i firmatari, è “un abuso? Perché e da chi sono stati illegalmente intercettati il direttore di un giornale e attivisti di una Ong impegnati nel Mar Mediterraneo a salvare migranti?”


“Vogliamo sapere – concludono gli eurodeputati – quante di queste intercettazioni sono state abusive e se risulta vera la notizia diffusa dai quotidiani Haaretz e The Guardian che il contratto di cessione sia stato interrotto con l’Italia per aver spiato giornalisti o attivisti”.

Dai centri migranti in Albania a Santanchè, tanti (e pesanti) i dossier per Meloni

Dai centri migranti in Albania a Santanchè, tanti (e pesanti) i dossier per MeloniRoma, 10 feb. (askanews) – I centri in Albania da “sbloccare”, il caso Santanchè da risolvere, il contrasto con la Corte penale internazionale che ha avviato un approfondimento sulla mancata consegna di Almasri. E poi la giustizia, con un incontro da fissare con i magistrati per cercare di ridurre lo scontro governo-toghe. Sono tanti, e pesanti, i dossier che Giorgia Meloni ha sulla scrivania in questo lunedì. “Meno male che questa settimana si parla solo di Sanremo”, scherza un funzionario di governo.


Tra la partecipazione alla cerimonia al Quirinale per il ‘Giorno del Ricordo’ delle vittime delle foibe e un incontro con il cancelliere austriaco Alexander Schallenberg, Meloni oggi ha passato la giornata nel suo ufficio per affrontare le questioni aperte. Intanto l’Albania. Dopo il nuovo stop dei magistrati, il governo sta valutando la possibilità di cambiare radicalmente strada, probabilmente con un decreto. Al momento – viene spiegato – non è stata ancora presa una decisione, non c’è una bozza, ma si stanno valutando diverse alternative. Tra queste, secondo quanto si apprende, la possibilità di trasformare le strutture di Shengjin e Gjader in Centri di permanenza per i rimpatri, magari affidandone la gestione direttamente all’Albania. Un modo, nelle intenzioni dell’esecutivo, per evitare che sia necessaria una convalida da parte dei giudici. Meloni ha ribadito anche nelle ultime ore ai ministri interessati la volontà di andare avanti, chiedendo un intervento anche prima della sentenza della Corte di giustizia della Ue (il 25 febbraio) e le pronunce della Cassazione sulle impugnative dei provvedimenti dei giudici. Ma la questione è giuridicamente scivolosa. “Vedremo”, è la prudente risposta del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che assicura comunque che “andiamo avanti, non lasceremo il lavoro in Albania”.


Altro fronte aperto è quello che vede il governo contro la Corte penale internazionale sul caso di Al-Masri. La settimana scorsa intervenendo in Parlamento il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva puntato il dito proprio contro la Corte e più di un esponente del governo, a partire dalla stessa Meloni, avevano adombrato l’ipotesi di un ‘complotto’ per un ordine di arresto diramato solo nel momento in cui il generale libico era arrivato in Italia dalla Germania. Oggi la Cpi ha fatto sapere di aver aperto un fascicolo di approfondimento alla Camera preliminare sulla “mancata osservanza da parte di uno Stato membro di una richiesta di cooperazione per l’arresto e la consegna”. E il governo italiano “avrà l’opportunità di presentare delle osservazioni”. L’iter, ha precisato il portavoce della Cpi Fadi El Abdallah, “non riguarda responsabilità individuali o casi contro persone specifiche”. E mentre l’opposizione continua a chiedere chiarimenti sul caso dello spyware Paragon e la Procura di Perugia apre un fascicolo d’inchiesta sull’esposto del Dis nei confronti della Procura di Roma per la gestione degli atti nell’indagine aperta sulla base della denuncia del capo di gabinetto della presidente del Consiglio Gaetano Caputi, nell’agenda di Meloni deve essere fissato l’incontro con l’Associazione nazionale magistrati, che ha comunque confermato lo sciopero del 27 febbraio. La premier, inviando gli auguri al nuovo presidente Cesare Parodi, sabato aveva auspicato la ripresa di un “sano confronto”. L’incontro – ha spiegato il nuovo numero uno dell’associazione dei magistrati – sarà “un’occasione per spiegare una volta di più con chiarezza, fermezza, lucidità e senza nessun cedimento quelle che sono le nostre ragioni”.


Infine, ma non certo ultimo, c’è il caso Santanchè, a processo per false comunicazioni sociali in merito al caso Visibilia. Oggi alla Camera è iniziata la discussione per la mozione di sfiducia presentata dal M5s e poi sottoscritta anche da Pd e Avs. In un’aula semi-vuota è spiccata la totale assenza di Forza Italia, Lega e Noi moderati: per il centrodestra solo un gruppetto di parlamentari di Fdi e i ministri Luca Ciriani e Nello Musumeci. E se è vero che il lunedì, a Montecitorio, i numeri sono sempre bassi, le assenze tra i banchi della maggioranza sono sembrati un chiaro “segnale” politico nei confronti della ministra che sta mettendo in imbarazzo la presidente del Consiglio, resistendo ormai da settimane al ‘pressing’ per un passo indietro.

Spionaggio, Schlein: trojan Paragon? Meloni chiarisca chi è il responsabile

Spionaggio, Schlein: trojan Paragon? Meloni chiarisca chi è il responsabileRoma, 10 feb. (askanews) – “Tutta la nostra solidarietà. Noi intendiamo andare avanti. Giorgia Meloni non può continuare a nascondersi e fuggire. Bisogna che il governo charisca che cosa è accaduto”, che “chiariscano chi è responsabile. Sono a garantirvi che noi andiamo assolutamente avanti per fare piena luce” su questa vicenda. Lo ha detto Elly Schlein intervenendo in collegamento alla conferenza stampa a Strasburgo sullo spyware Paragon, con il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato, e Luca Casarin della ONG Mediterranea Saving Humans.


Alla conferenza stampa partecipano europarlamentari di Pd, M5S, AVS.

Santanchè alla Camera per sfiducia, Fi-Lega assenti. Governo minimizza

Santanchè alla Camera per sfiducia, Fi-Lega assenti. Governo minimizzaRoma, 10 feb. (askanews) – L’aula di Montecitorio semivuota di lunedì, quando non sono previste votazioni ma solo discussione generale, è “la norma”, come spiega Fabio Rampelli al termine della seduta che ha presieduto in qualità di vicepresidente della Camera. Ma i banchi completamente vuoti di Forza Italia, Lega e Noi Moderati durante la discussione sulla mozione di sfiducia presentata da M5s – poi sottoscritta anche da Pd e Avs – nei confronti Daniela Santanchè oggi sembrano proprio dare il senso del vuoto creato dalla maggioranza intorno alla ministra del Turismo, a processo per false comunicazioni sociali in merito al caso Visibilia.


Al lato destro dell’emiciclo ci sono solo dodici deputati di Fratelli d’Italia (Antoniozzi, Trancassini, Roscani, Giordano, Amich, Perissa, Sbardella, Lucaselli, tra gli altri), “un drappello di martiri di Fdi che è stato costretto a presentarsi”, li definisce il dem Federico Gianassi. Accanto a Santanchè, nei banchi del governo, i ministri – tutti di Fdi – Luca Ciriani e Nello Musumeci. Nella fila dei sottosegretari Marcello Gemmato, fedelissimo della premier Giorgia Meloni, e Vannia Gava, unica leghista presente. Tailleur color crema, lo stesso indossato ieri alla Bit di Milano dove la ministra si è esibita in una scatenata tarantella, foulard al collo, prima di entrare in aula, Santanchè pranza al ristorante di Montecitorio con i deputati Fdi Gianluca Caramanna, Andrea Mascaretti e Lucrezia Mantovani, figlia di Mario, che quando era vicepresidente della Regione Lombardia venne arrestato e Santanchè, allora in Forza Italia, fu una delle poche a difenderlo strenuamente minacciando addirittura di lasciare il partito di Berlusconi. La ministra non concede neanche un commento, né prima né dopo la discussione durante la quale intervengono solo deputati di Pd, M5s e Avs, sette in tutto. Alla presenza della segretaria dem Elly Schlein e del leader M5s Giuseppe Conte, tutti chiamano in causa Giorgia Meloni: “Venga a dirci la verità. Va a dire urbi et orbi che non è ricattabile. La domanda è: chi la ricatta? Forse qualche suo collega di maggioranza? Per questo non riesce a pretendere le dimissioni della sua ministra?”, attacca la deputata M5S Vittoria Baldino illustrando la mozione di sfiducia. Toni Ricciardi del Pd si chiede “perché il ministro Sangiuliano è stato invitato a dimettersi e la stessa cosa non avviene con Santanché. Esistono leve di ricattabilità che la ministra del Turismo può vantare a differenza di Sangiuliano? Meloni è ricattata da Santanché? Non ha forza di pretendere le dimissioni di una ministra che imbarazza il governo, il suo partito e tutte le istituzioni. Sta difendendo l’indifendibile, si tolga dall’imbarazzo e chieda dimissioni di Santanché”. Per Filiberto Zaratti (Avs) “le dimissioni di un ministro come Santanchè sono una necessità, perché la dignità di un Paese coincide con la dignità di un ministro”.


La ministra parla all’orecchio di Musumeci, si fa portare un foglio bianco dai commessi e prende appunti forse in vista della sua replica che ci sarà quando in aula arriverà il momento del voto sulla mozione. Santanchè si è anche informata sul tempo che ha a disposizione per l’intervento. Tutto il tempo di cui ha bisogno, le è stato risposto. Ma il suo silenzio oggi non lascia indifferente l’opposizione. Quando, al termine dell’ultimo intervento, quello del 5 stelle Silvestri, la ministra si alza in piedi e lascia l’aula, i deputati di M5s, Pd e Avs le urlano “Vergogna, vergogna”. Tanto che Rampelli è costretto a richiamarli: “Stiamo scoprendo oggi che ci si può prenotare per la replica nella seduta successiva?”. Quando sarà la seduta successiva, quella del voto sulla mozione non è ancora chiaro. Difficile, quasi impossibile, in questa settimana, è al punto sette dell’ordine del giorno. La prossima inizierà con il voto di fiducia – che il governo chiederà venerdì – sul decreto Pnrr-emergenze. “Sarà la capigruppo a decidere”, spiega Ciriani “il governo in questa vicenda c’entra relativamente. Una mozione del genere si fa in tre ore. Io non ho problemi, eravamo pronti a farla anche domani. Se non si troverà spazio in questa settimana si può fare anche la prossima”. Sulle assenze il ministro minimizza: “Oggi è lunedì e non c’erano molti in Aula, neanche dall’altra parte”. Una quarantina. “La replica ci sarà il giorno del voto e quel giorno saremo tutti pronti. Se la maggioranza interverrà? Certo, ci sono le dichiarazioni di voto…”.


Santanchè lascia la Camera non appena finita la seduta senza rilasciare dichiarazioni. Il suo stato d’animo lo descrive Musumeci, che in aula le è stato accanto per tutta la discussione: “Non l’ho sentita assolutamente amareggiata, è convinta di essere dalla parte della ragione. Daniela è una cocciuta, una tosta. Io mi auguro che possa davvero dimostrare l’estraneità ai fatti che le contestano, io sono garantista lo sono sempre stato”. Anche Musumeci minimizza le assenze: “Non vedo nessuno scandalo”.

Mafia, Meloni: impegno totale, nessun cedimento a criminalità

Mafia, Meloni: impegno totale, nessun cedimento a criminalitàRoma, 10 feb. (askanews) – “Ho letto le intercettazioni pubblicate da ‘La Repubblica’, in cui alcuni boss si scagliano contro di me e il Governo italiano per non aver allentato il carcere duro ai mafiosi. Un’ulteriore conferma che siamo sulla strada giusta. Il nostro impegno nella lotta alla mafia è totale. Il 41 bis e l’ergastolo ostativo restano capisaldi imprescindibili. Nessun cedimento alla criminalità organizzata finché saremo noi a governare l’Italia”. Lo scrive su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.