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La Lega tenta il blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguo

La Lega tenta il blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguoRoma, 13 mar. (askanews) – Una spaccatura, del tutto attesa, sul terzo mandato. Ma anche uno scontro, che si ferma appena prima di superare l’orlo del baratro, sullo stop ai ballottaggi per i sindaci. Se l’aula del Senato alle prese con l’esame del decreto elezioni può essere considerata la stazione meteo da cui misurare il clima nella maggioranza, il responso è chiaro: tempesta all’orizzonte.


La tregua, fortemente voluta da Giorgia Meloni, siglata a palazzo Chigi dai leader dei partiti della maggioranza all’indomani della vittoria in Abruzzo, dimostra immediatamente la sua fragilità. Il grimaldello sono due emendamenti della Lega che si conferma agli occhi di Fratelli d’Italia l’osservato speciale della maggioranza. Uno è appunto quello che mira a introdurre la possibilità di un terzo mandato per i presidenti di Regione. In aula si ripete esattamente lo stesso copione già andato in scena in commissione: il governo si rimette all’aula, la proposta viene bocciata, la maggioranza si spacca lasciando il partito di Salvini isolato, ma resta in piedi la narrazione che la questione è circoscrivibile alla normale dialettica parlamentare, ergo non tocca il governo. Il secondo emendamento, presentato invece a sorpresa, è quello che abolisce i ballottaggi per i sindaci se al primo turno si raggiunge il 40%. Gli altri partiti della coalizione sarebbero anche d’accordo nel merito, ma la proposta arriva come una doccia fredda, senza che se ne sia discusso, e suscita immediatamente l’indignazione del Pd e dell’Anci. Alla fine, per evitare che le votazioni in Senato certifichino un’altra spaccatura nella maggioranza, si stabilisce un invito al ritiro da parte del governo e la decisione della Lega di trasformarlo in un ordine del giorno.


Ma al di là dei tecnicismi parlamentari, ovviamente, il nodo resta tutto politico e ha a che fare con una coalizione in cui gli equilibri stanno cambiando, e lo stanno facendo a sfavore di Matteo Salvini come le ultime tornate elettorali in Sardegna e Abruzzo hanno dimostrato. Per il segretario lumbard all’orizzonte c’è un doppio problema: il rischio che le Europee certifichino il sorpasso su tutto il territorio nazionale di Forza Italia, e un suo conseguente indebolimento come leader, e poi il ruolo di Luca Zaia. In Fratelli d’Italia si sospetta che l’insistenza della Lega sul terzo mandato, anche di fronte a bocciatura certa dell’emendamento, sia fatta per tenere buono il governatore del Veneto e dimostrare che è stato fatto di tutto per provare a difendere il suo diritto di rimanere ‘doge’ indiscusso. Una mezza prova di questa lettura sta nel tentativo, promosso dal capogruppo Massimiliano Romeo poco prima del voto del Senato, di chiedere al governo la possibilità di trasformare in ordine del giorno anche l’emendamento sul terzo mandato. Ipotesi che, però, avrebbe trovato anche la contrarietà di Forza Italia. E tuttavia, a prescindere da Zaia, Giorgia Meloni negli ultimi giorni sarebbe diventata più possibilista sulla ipotesi di lasciare al Carroccio la facoltà di indicare il prossimo governatore del Veneto, sebbene le ultime Politiche abbiano certificato che da quelle parti la prima forza è Fratelli d’Italia. Un modo per stemperare le tensioni, anche considerando che una sempre più probabile candidatura di Meloni alle Europee (e conseguentemente di Tajani) rischierebbe di penalizzare ancora di più il ministro dei Trasporti. Un alto dirigente del partito della premier la mette così: “Se vedi il tuo alleato al muro, non puoi sparare”.


Non è un caso che il coordinatore veneto di Fdi, Luca De Carlo, considerato papabile candidato meloniano alla successione di Zaia, abbia cominciato a correggere il tiro. E se appena un mese fa definiva giusto che la Regione Veneto andasse al suo partito dal momento che alle ultime elezioni era stato votato da un terzo degli abitanti, ora i toni sembrano più prudenti. “In politica – spiega – un anno e mezzo è una eternità. Vedremo cosa accadrà ma nel frattempo dedichiamoci ai quasi 60 milioni di italiani, non solo al destino di quattro”.

Lega tenta blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguo

Lega tenta blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguoRoma, 13 mar. (askanews) – Una spaccatura, del tutto attesa, sul terzo mandato. Ma anche uno scontro, che si ferma appena prima di superare l’orlo del baratro, sullo stop ai ballottaggi per i sindaci. Se l’aula del Senato alle prese con l’esame del decreto elezioni può essere considerata la stazione meteo da cui misurare il clima nella maggioranza, il responso è chiaro: tempesta all’orizzonte.


La tregua, fortemente voluta da Giorgia Meloni, siglata a palazzo Chigi dai leader dei partiti della maggioranza all’indomani della vittoria in Abruzzo, dimostra immediatamente la sua fragilità. Il grimaldello sono due emendamenti della Lega che si conferma agli occhi di Fratelli d’Italia l’osservato speciale della maggioranza. Uno è appunto quello che mira a introdurre la possibilità di un terzo mandato per i presidenti di Regione. In aula si ripete esattamente lo stesso copione già andato in scena in commissione: il governo si rimette all’aula, la proposta viene bocciata, la maggioranza si spacca lasciando il partito di Salvini isolato, ma resta in piedi la narrazione che la questione è circoscrivibile alla normale dialettica parlamentare, ergo non tocca il governo. Il secondo emendamento, presentato invece a sorpresa, è quello che abolisce i ballottaggi per i sindaci se al primo turno si raggiunge il 40%. Gli altri partiti della coalizione sarebbero anche d’accordo nel merito, ma la proposta arriva come una doccia fredda, senza che se ne sia discusso, e suscita immediatamente l’indignazione del Pd e dell’Anci. Alla fine, per evitare che le votazioni in Senato certifichino un’altra spaccatura nella maggioranza, si stabilisce un invito al ritiro da parte del governo e la decisione della Lega di trasformarlo in un ordine del giorno.


Ma al di là dei tecnicismi parlamentari, ovviamente, il nodo resta tutto politico e ha a che fare con una coalizione in cui gli equilibri stanno cambiando, e lo stanno facendo a sfavore di Matteo Salvini come le ultime tornate elettorali in Sardegna e Abruzzo hanno dimostrato. Per il segretario lumbard all’orizzonte c’è un doppio problema: il rischio che le Europee certifichino il sorpasso su tutto il territorio nazionale di Forza Italia, e un suo conseguente indebolimento come leader, e poi il ruolo di Luca Zaia. In Fratelli d’Italia si sospetta che l’insistenza della Lega sul terzo mandato, anche di fronte a bocciatura certa dell’emendamento, sia fatta per tenere buono il governatore del Veneto e dimostrare che è stato fatto di tutto per provare a difendere il suo diritto di rimanere ‘doge’ indiscusso. Una mezza prova di questa lettura sta nel tentativo, promosso dal capogruppo Massimiliano Romeo poco prima del voto del Senato, di chiedere al governo la possibilità di trasformare in ordine del giorno anche l’emendamento sul terzo mandato. Ipotesi che, però, avrebbe trovato anche la contrarietà di Forza Italia. E tuttavia, a prescindere da Zaia, Giorgia Meloni negli ultimi giorni sarebbe diventata più possibilista sulla ipotesi di lasciare al Carroccio la facoltà di indicare il prossimo governatore del Veneto, sebbene le ultime Politiche abbiano certificato che da quelle parti la prima forza è Fratelli d’Italia. Un modo per stemperare le tensioni, anche considerando che una sempre più probabile candidatura di Meloni alle Europee (e conseguentemente di Tajani) rischierebbe di penalizzare ancora di più il ministro dei Trasporti. Un alto dirigente del partito della premier la mette così: “Se vedi il tuo alleato al muro, non puoi sparare”.


Non è un caso che il coordinatore veneto di Fdi, Luca De Carlo, considerato papabile candidato meloniano alla successione di Zaia, abbia cominciato a correggere il tiro. E se appena un mese fa definiva giusto che la Regione Veneto andasse al suo partito dal momento che alle ultime elezioni era stato votato da un terzo degli abitanti, ora i toni sembrano più prudenti. “In politica – spiega – un anno e mezzo è una eternità. Vedremo cosa accadrà ma nel frattempo dedichiamoci ai quasi 60 milioni di italiani, non solo al destino di quattro”.

Mattarella ‘chiama’ web creator: giovani capiscano importanza Costituzione

Mattarella ‘chiama’ web creator: giovani capiscano importanza CostituzioneRoma, 13 mar. (askanews) – Sergio Mattarella che dialoga con i fondatori di canali Youtube da milioni di visualizzazioni, chiede consigli su come rendere più sintetica la comunicazione e si sente “emozionato” e “ringiovanito” dalla presenza di questi ragazzi che hanno trovato un modo per parlare ai più giovani. E’ successo al Quirinale questo pomeriggio con un’iniziativa “fortemente voluta” dal presidente della Repubblica: utilizzare i canali Youtube degli esperti di contenuti digitali per diffondere il messaggio della Costituzione, o almeno i suoi articoli più importanti.


Il progetto si chiama “Costituzione in Shorts” e per i boomers non è stato semplice tradurne il significato. Sono video brevi, di pochi minuti che contengono un messaggio semplice e diretto. Parallelamente al lancio, avvenuto oggi sia sul canale del Quirinale che su quello dei protagonisti, il capo dello Stato ha ricevuto i 12 creator al Quirinale e dialogato per circa un’ora rispondendo alle loro domande e ascoltando la loro esperienza. Ma è stata anche l’occasione per Mattarella per ribadire il senso più profondo della Costituzione: “E’ lo scrigno che contiene e tutela i nostri diritti e le nostre libertà, perciò è importante conoscerla per usufruire di diritti e libertà, questo è il significato di questo incontro”, ha detto in apertura a Fabio Rovazzi, il cantante, idolo dei ragazzi, che ha moderato l’incontro. “I diritti vanno coltivati per evitare che appassiscano e non possiamo permettere che appassisca la democrazia”, ha aggiunto il capo dello Stato esprimendo la sua preoccupazione per la scarsa partecipazione al voto soprattutto da parte dei giovani: “La sovranità popolare fu definita da un costituente come un dovere irrinunziabile – ha ricordato -, il popolo deve esercitarla per mantenere, consolidare e sviluppare la democrazia, per questo spero torni a crescere la partecipazione al voto nelle elezioni perchè quello è più di ogni altro il momento in cui il cittadino diventa protagonista ed esercita la sovranità”. I creator hanno spiegato le ragioni per cui hanno scelto di “sponsorizzare” un articolo ciascuno: diritti e doveri, uguaglianza, diritto al lavoro, sviluppo della cultura e della ricerca, libertà per gli stranieri, il ripudio della guerra, la libertà di informazione, il diritto alla salute, il diritto alla scuola, aperta a tutti, i diritti della donna lavoratrice, il diritto di voto, il dovere di pagare le tasse.


Poi è toccato a Mattarella dire quale sia il suo articolo “preferito” e il Presidente ha indicato il primo: “perchè apre la Costituzione, è riassuntivo e contiene 5 elementi: Una, Repubblica, democrazia, lavoro e sovranità popolare. UNA – ha spiegato -, vuol dire che non è una somma, nè una federazione di Repubbliche. Poi è democratica, come spiegarono i costituenti vuol dire che l’Italia è una Repubblica caratterizzata da libertà e uguaglianza, democrazia quindi non solo sotto l’aspetto formale e organizzativo ma sociale ed economico. Poi c’è il ‘fondata sul lavoro’, le ragioni di chi propose questa formulazione indicano e richiedono un impegno comune, una solidarietà, che è ‘fondata sul lavoro non sul privilegio e non sul lavoro altrui’, una definizione efficacissima”. Infine “la sovranità popolare appartiene al popolo, è riassuntivo, è il fondamento della democrazia”. Nell’incontro Mattarella ha poi risposto alle domande dei creator: “Il momento più difficile? Sono talmente tanti che non li ricordo più”. “Cosa fare per rendere migliore il nostro paese? Abbiamo bisogno di essere sempre di più comunità, di sentirci comunità con un futuro comune e questo richiede collaborazione, disponibilità ad ascoltarsi, a procedere insieme. Un paese che non abbia una società unita non ha prospettive – ha ammonito – perchè la competizione selvaggia o la gelosia verso gli altri o il tentativo di ostacolarli è il contrario di quanto serve per crescere. Dobbiamo sollecitare e stimolare il senso di comunità”.


E se fosse un giovane creator digitale in cosa si impegnerebbe il capo dello Stato? “Cercherei di combattere contro le ingiustizie per cui ci sono bambini e ragazzi in alcune parti del mondo che faticano a sopravvivere”. In conclusione Mattarella ha anche chiesto consigli su come si fa a rendere più sintetici i propri messaggi, come solo i giovani sanno fare e ricordato che parlare di Costituzione è più interessante per chi è giovane piuttosto per chi è vecchio: “La Costituzione è estremamente giovane, fu fatta con tanta saggezza che si adatta anche al corso dei decenni, ci sono norme che hanno una elasticità e una duttilità… la Costituzione è materia per giovani non per vecchi”.

Meloni replica a Schlein: noi abbiamo il record di lotta evasione, quelli di sinistra?

Meloni replica a Schlein: noi abbiamo il record di lotta evasione, quelli di sinistra?Roma, 13 mar. (askanews) – “Cara Elly, ma se il ‘Governo della destra che sta dalla parte dei furbetti e degli evasori’ è il Governo che ha raggiunto i migliori risultati nella lotta all’evasione fiscale ed ha battuto il record di importi recuperati, i governi precedenti, quelli di sinistra, come li definiresti?”. Lo scrive su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, replicando alla segretaria Pd Elly Schlein che aveva dichiarato che “il Governo della destra continua a stare dalla parte dei furbetti, degli evasori e di chi la vuole fare sempre franca”.


 

Mattarella ai web creator: i giovani capiscano l’importanza della Costituzione

Mattarella ai web creator: i giovani capiscano l’importanza della CostituzioneRoma, 13 mar. (askanews) – Sergio Mattarella che dialoga con i fondatori di canali Youtube da milioni di visualizzazioni, chiede consigli su come rendere più sintetica la comunicazione e si sente “emozionato” e “ringiovanito” dalla presenza di questi ragazzi che hanno trovato un modo per parlare ai più giovani. E’ successo al Quirinale questo pomeriggio con un’iniziativa “fortemente voluta” dal presidente della Repubblica: utilizzare i canali Youtube degli esperti di contenuti digitali per diffondere il messaggio della Costituzione, o almeno i suoi articoli più importanti.


Il progetto si chiama “Costituzione in Shorts” e per i boomers non è stato semplice tradurne il significato. Sono video brevi, di pochi minuti che contengono un messaggio semplice e diretto. Parallelamente al lancio, avvenuto oggi sia sul canale del Quirinale che su quello dei protagonisti, il capo dello Stato ha ricevuto i 12 creator al Quirinale e dialogato per circa un’ora rispondendo alle loro domande e ascoltando la loro esperienza. Ma è stata anche l’occasione per Mattarella per ribadire il senso più profondo della Costituzione: “E’ lo scrigno che contiene e tutela i nostri diritti e le nostre libertà, perciò è importante conoscerla per usufruire di diritti e libertà, questo è il significato di questo incontro”, ha detto in apertura a Fabio Rovazzi, il cantante, idolo dei ragazzi, che ha moderato l’incontro. “I diritti vanno coltivati per evitare che appassiscano e non possiamo permettere che appassisca la democrazia”, ha aggiunto il capo dello Stato esprimendo la sua preoccupazione per la scarsa partecipazione al voto soprattutto da parte dei giovani: “La sovranità popolare fu definita da un costituente come un dovere irrinunziabile – ha ricordato -, il popolo deve esercitarla per mantenere, consolidare e sviluppare la democrazia, per questo spero torni a crescere la partecipazione al voto nelle elezioni perchè quello è più di ogni altro il momento in cui il cittadino diventa protagonista ed esercita la sovranità”. I creator hanno spiegato le ragioni per cui hanno scelto di “sponsorizzare” un articolo ciascuno: diritti e doveri, uguaglianza, diritto al lavoro, sviluppo della cultura e della ricerca, libertà per gli stranieri, il ripudio della guerra, la libertà di informazione, il diritto alla salute, il diritto alla scuola, aperta a tutti, i diritti della donna lavoratrice, il diritto di voto, il dovere di pagare le tasse. Poi è toccato a Mattarella dire quale sia il suo articolo “preferito” e il Presidente ha indicato il primo: “perchè apre la Costituzione, è riassuntivo e contiene 5 elementi: Una, Repubblica, democrazia, lavoro e sovranità popolare. UNA – ha spiegato -, vuol dire che non è una somma, nè una federazione di Repubbliche. Poi è democratica, come spiegarono i costituenti vuol dire che l’Italia è una Repubblica caratterizzata da libertà e uguaglianza, democrazia quindi non solo sotto l’aspetto formale e organizzativo ma sociale ed economico. Poi c’è il ‘fondata sul lavoro’, le ragioni di chi propose questa formulazione indicano e richiedono un impegno comune, una solidarietà, che è ‘fondata sul lavoro non sul privilegio e non sul lavoro altrui’, una definizione efficacissima”. Infine “la sovranità popolare appartiene al popolo, è riassuntivo, è il fondamento della democrazia”.


Nell’incontro Mattarella ha poi risposto alle domande dei creator: “Il momento più difficile? Sono talmente tanti che non li ricordo più”. “Cosa fare per rendere migliore il nostro paese? Abbiamo bisogno di essere sempre di più comunità, di sentirci comunità con un futuro comune e questo richiede collaborazione, disponibilità ad ascoltarsi, a procedere insieme. Un paese che non abbia una società unita non ha prospettive – ha ammonito – perchè la competizione selvaggia o la gelosia verso gli altri o il tentativo di ostacolarli è il contrario di quanto serve per crescere. Dobbiamo sollecitare e stimolare il senso di comunità”. E se fosse un giovane creator digitale in cosa si impegnerebbe il capo dello Stato? “Cercherei di combattere contro le ingiustizie per cui ci sono bambini e ragazzi in alcune parti del mondo che faticano a sopravvivere”.


In conclusione Mattarella ha anche chiesto consigli su come si fa a rendere più sintetici i propri messaggi, come solo i giovani sanno fare e ricordato che parlare di Costituzione è più interessante per chi è giovane piuttosto per chi è vecchio: “La Costituzione è estremamente giovane, fu fatta con tanta saggezza che si adatta anche al corso dei decenni, ci sono norme che hanno una elasticità e una duttilità… la Costituzione è materia per giovani non per vecchi”.

Meloni a Schlein: noi record lotta evasione, quelli di sinistra?

Meloni a Schlein: noi record lotta evasione, quelli di sinistra?Roma, 13 mar. (askanews) – “Cara Elly, ma se il ‘Governo della destra che sta dalla parte dei furbetti e degli evasori’ è il Governo che ha raggiunto i migliori risultati nella lotta all’evasione fiscale ed ha battuto il record di importi recuperati, i governi precedenti, quelli di sinistra, come li definiresti?”. Lo scrive su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, replicando alla segretaria Pd Elly Schlein che aveva dichiarato che “il Governo della destra continua a stare dalla parte dei furbetti, degli evasori e di chi la vuole fare sempre franca”.

La Lega ha ritirato l’emendamento taglia-ballottaggi nei Comuni

La Lega ha ritirato l’emendamento taglia-ballottaggi nei ComuniRoma, 13 mar. (askanews) – Alberto Balboni (FdI), relatore in aula al Senato per il disegno di legge di conversione del decreto elezioni, ha chiesto, come preannunciato in precedenza, il ritiro e la trasformazione in ordine del giorno dell’emendamento della Lega che abroga i ballottaggi per l’elezione dei sindaci (nei comuni per i quali è previsto questo passaggio, sopra i 15mila abitanti) a condizione che il vincitore abbia superato il 40 per cento dei voti. In caso la Lega non lo ritirasse, il parere è contrario, ha spiegato. Il governo ha dato pareri conformi a quelli del relatore.


Il presidente dei senatori leghisti, Massimiliano Romeo, ha annunciato di accettare la proposta di trasformare l’emendamento in odg. “Per noi – ha spiegato prendendo la parola in assemblea – era importante porre la questione sul tema per cui ci sono con il ballottaggio, in tantissime occasioni che viene eletto sindaco una persona che ha preso meno voti rispetto a quelli che ha preso lo sfidante al primo turno. Prevedere che il ballottaggio ci sia solo se nessun candidato superi il 40 per cento è più corretto”.

Palazzo Chigi: ci saranno più controlli sugli accessi illeciti per evitare i dossieraggi

Palazzo Chigi: ci saranno più controlli sugli accessi illeciti per evitare i dossieraggiRoma, 13 mar. (askanews) – Riunione a Palazzo Chigi per affrontare “i problemi relativi agli accessi illeciti alle banche dati informatiche pubbliche, anche alla luce delle recenti vicende di dossieraggio”. E’ quanto riferisce una nota della Presidenza del Consiglio, dopo l’incontro coordinato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e al quale hanno preso parte il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta; il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo; il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo; il capo della Polizia Vittorio Pisani; il comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro; il Direttore della Unità di Informazione Finanziaria, Enzo Serata, e i vertici dell’intelligence e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.


“Fermo restando il lavoro del Parlamento riguardo all’adeguamento del sistema normativo in tema in sicurezza cyber, avviato nella stessa giornata odierna dalla Camera dei deputati – si legge nel comcunicato – durante l’incontro sono stati affrontati i problemi relativi agli accessi illeciti alle banche dati informatiche pubbliche, anche alla luce delle recenti vicende di dossieraggio. Sono stati individuati percorsi di tipo amministrativo e organizzativo per rendere più stringente il sistema dei controlli, con adeguati alert atti a scongiurare gli abusi e con verifiche periodiche”.

Dossieraggio, riunione a Chigi: più controlli su accessi illeciti

Dossieraggio, riunione a Chigi: più controlli su accessi illecitiRoma, 13 mar. (askanews) – Riunione a Palazzo Chigi per affrontare “i problemi relativi agli accessi illeciti alle banche dati informatiche pubbliche, anche alla luce delle recenti vicende di dossieraggio”. E’ quanto riferisce una nota della Presidenza del Consiglio, dopo l’incontro coordinato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e al quale hanno preso parte il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta; il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo; il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo; il capo della Polizia Vittorio Pisani; il comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro; il Direttore della Unità di Informazione Finanziaria, Enzo Serata, e i vertici dell’intelligence e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.


“Fermo restando il lavoro del Parlamento riguardo all’adeguamento del sistema normativo in tema in sicurezza cyber, avviato nella stessa giornata odierna dalla Camera dei deputati – si legge nel comcunicato – durante l’incontro sono stati affrontati i problemi relativi agli accessi illeciti alle banche dati informatiche pubbliche, anche alla luce delle recenti vicende di dossieraggio. Sono stati individuati percorsi di tipo amministrativo e organizzativo per rendere più stringente il sistema dei controlli, con adeguati alert atti a scongiurare gli abusi e con verifiche periodiche”.

Il Senato ha bocciato l’emendamento della Lega per un terzo mandato ai presidenti di Regione

Il Senato ha bocciato l’emendamento della Lega per un terzo mandato ai presidenti di RegioneRoma, 13 mar. (askanews) – L’aula del Senato ha bocciato gli emendamenti “sostanzialmente identici” al ddl di conversione del decreto elezioni, presentati dalla Lega e da Italia viva, per l’introduzione del terzo mandato per i presidenti di Regione. Il relatore Alberto Balboni (FdI) aveva espresso parere contrario, il Governo, per bocca della sottosegretaria al ministero dell’Interno Wanda Ferro, si era rimesso all’aula. Hanno votato a favore della modifica 26 senatori, contrari 112, astenuti 3.