Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Lollobrigida ha detto che la tolleranza delle proteste ha portato al terrorismo

Lollobrigida ha detto che la tolleranza delle proteste ha portato al terrorismoRoma, 16 mar. (askanews) – “La tolleranza del passato verso questi episodi ha poi portato al terrorismo e al suo rafforzamento fino all’episodio di Aldo Moro che, fortunatamente, tra virgolette, con il suo sacrificio, creò un allarme democratico talmente ampio che ci permise di sconfiggere quel fenomeno brutale che è l’eversione e il terrorismo”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ai microfoni di Rainews a margine dell’inaugurazione di una mostra dedicata a Enrico Mattei a Matelica dove ha commentato la contestazione del direttore di Repubblica Maurizio Molinari da parte di alcuni studenti all’università Federico II di Napoli.

Piemonte, M5s: prendiamo atto della scelta Pd, sceglieremo nostro candidato

Piemonte, M5s: prendiamo atto della scelta Pd, sceglieremo nostro candidatoRoma, 16 mar. (askanews) – “Apprendiamo dalle agenzie di stampa la decisione maturata dal Partito Democratico di ufficializzare la candidatura di Gianna Pentenero alle prossime elezioni regionali del Piemonte. Registriamo questo cambio di passo e di metodo, una decisione che cozza con il dialogo che – seppur tra difficoltà e differenze – era stato intavolato in trasparenza e franchezza in questi mesi per definire gli aspetti programmatici di una proposta politica condivisa e unitaria. Alla luce di tutto questo, nei prossimi giorni il Movimento 5 Stelle illustrerà il proprio programma elettorale e avvierà il percorso per la scelta del proprio candidato Presidente – convinto che il nodo per far voltare pagina al Piemonte sia quello di un’agenda programmatica all’altezza della volontà di cambiamento richiesta dai cittadini”. Lo affermano in una nota Sarah Disabato, Coordinatrice regionale e Capogruppo M5S Piemonte, Sean Sacco, Consigliere regionale M5S Piemonte, Ivano Martinetti, Consigliere regionale M5S Piemonte, Elisa Pirro, Senatrice M5S Chiara Appendino, Deputata M5S, Antonino Iaria, Deputato M5S.

Piemonte, il Pd indica Pentenero candidata. Conte: valuteremo

Piemonte, il Pd indica Pentenero candidata. Conte: valuteremoRoma, 16 mar. (askanews) – E’ Gianna Pentenero, attuale assessore al comune di Torino, la candidata che il Pd mette a disposizione della coalizione in vista delle prossime elezioni regionali in Piemonte. A quanto si apprende Pentenero è stata votata all’unanimità dall’assemblea regionale dem.


“Apprendo adesso la notizia della riunione di parte del Pd, forse evidentemente c’è la persuasione anche se adesso non voglio esprimermi, ma c’è la persuasione che forse non si era ancora raggiunto un sufficiente punto di convergenza, di condivisione, qui forse è l’indicazione da parte del Pd di una candidatura, comunque adesso valuteremo internamente, ci sentiremo anche con il Pd, in ogni caso se dovessimo anche registrare questa divergenza non lo faremo certo pensando che abbiamo dei nemici da combattere, chiaro? Questo lo voglio dire con molta chiarezza”. Così il presidente del M5S Giuseppe Conte a margine di una iniziativa a Napoli risponde ad una domanda sulla decisione da parte del Pd del Piemonte di nominare alle prossime regionali Gianna Pentenero.

Lega, Leoni: Salvini è fascista, sia veneti che lombardi sono stufi

Lega, Leoni: Salvini è fascista, sia veneti che lombardi sono stufiRoma, 16 mar. (askanews) – Salvini non ha solo stravolto la Lega, “peggio, molto peggio. Io sono federalista, lui è fascista. Io voglio l’autonomia, lui vuole i fascisti. La Lega era federalista, si batteva per il Nord, per l’autonomia, per le industrie, per i lavoratori. Adesso è malata di nazionalismo e di fascismo. Per me che, come Bossi, vengo da una famiglia antifascista, è doloroso. Ma la Lega tornerà federalista, questo glielo garantisco. Per farle un esempio: mia figlia Micol ha 35 anni ed è federalista”. Così, in un’intervista su ‘La Repubblica’, Giuseppe Leoni, 77 anni, deputato e eurodeputato della Lega per sei legislature e fondatore della Lega autonomista lombarda – poi Lega Lombarda – insieme a Umberto Bossi, Marino Moroni, Pierangelo Brivio, Emilio Sogliaghi e Manuela Marrone.


“Non solo i veneti” non vogliono più Salvini. “Anche i lombardi ne hanno piene le scatole. Lo sapete che la rivolta, il casino è molto più forte in Lombardia? Però i giornali non ne parlano, viene bellamente silenziato. I capoccia lo sanno, il perno è qui, se viene giù la Lombardia viene giù tutto. Nella storia della Lega i veneti non hanno mai contato un cavolo, loro sono 3 milioni, in Lombardia siamo 9 milioni. I lombardi non ne possono più di questa Lega, io passo le giornate a rispondere a ragazzi, lavoratori, imprenditori. Tutti che mi chiedono: ma dove stiamo andando a finire?”. Dalla crisi della Lega si esce “coi congressi, ma Salvini non vuole farli. Prende tempo. Forse ha paura di andare a casa. Intanto il malcontento sta montando sempre di più, dopo le Europee vediamo che cosa succede. O forse anche prima”. La spallata? “Stiamo raccogliendo tanta insofferenza. Vediamo”.

Moro, Meloni: ricordare affinché anni bui non tornino più

Moro, Meloni: ricordare affinché anni bui non tornino piùRoma, 16 mar. (askanews) – “Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino. Sono i nomi dei cinque agenti barbaramente assassinati dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978 durante il vigliacco rapimento di Aldo Moro, anch’egli ritrovato senza vita il 9 maggio dello stesso anno. Servitori dello Stato che hanno dato la vita per difendere la nostra democrazia, la nostra Repubblica e le sue Istituzioni. A loro e a tutte le vittime di quella drammatica stagione della nostra storia, va il nostro commosso ricordo e la nostra profonda gratitudine. A noi tutti spetta il compito di ricordare e onorare il loro sacrificio, affinché quegli anni bui non tornino mai più”. Così, su X, la premier Giorgia Meloni.

Tajani: leva obbligatoria? “Assolutamente no”

Tajani: leva obbligatoria? “Assolutamente no”Roma, 16 mar. (askanews) – L’Italia non pensa nemmeno ad una nuova leva obbligatoria: “assolutamente no” dice il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani in una intervista al Corriere della Sera. “È vero che il nostro esercito ha un’età media piuttosto alta, ma certo non si risolve il problema con una leva cui nessuno mai pensato.


“Quanto al 2% del Pil che dovrebbe essere versato come contributo alla Nato, “va anche considerato quanto un paese spende per le tante missioni in cui è impegnato: noi lo siamo in Libano, in Mar Rosso con la missione Aspides difensiva ma strutturata, nei Balcani, in Africa, siamo su tanti fronti, questi sono costi che vanno considerati”.

Moro, Meloni: onoriamo il sacrificio dei 5 agenti di scorta uccisi

Moro, Meloni: onoriamo il sacrificio dei 5 agenti di scorta uccisiRoma, 16 mar. (askanews) – “Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino. Sono i nomi dei cinque agenti barbaramente assassinati dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978 durante il vigliacco rapimento di Aldo Moro, anch’egli ritrovato senza vita il 9 maggio dello stesso anno. Servitori dello Stato che hanno dato la vita per difendere la nostra democrazia, la nostra Repubblica e le sue Istituzioni. A loro e a tutte le vittime di quella drammatica stagione della nostra storia, va il nostro commosso ricordo e la nostra profonda gratitudine. A noi tutti spetta il compito di ricordare e onorare il loro sacrificio, affinché quegli anni bui non tornino mai più”. Così, su X la premier Giorgia Meloni.

Basilicata, tavolo regionale non modifica: Lacerenza resta in corsa

Basilicata, tavolo regionale non modifica: Lacerenza resta in corsaRoma, 15 mar. (askanews) – Un Soru bis in Basilicata è “probabile”, dicono concordemente fonti qualificate di Pd e Avs. Non porta cambiamenti la giornata di confronto al tavolo regionale a Potenza, dove con la coalizione che ha candidato il primario ospedaliero Domenico Lacerenza (Pd, M5S, AVS e Basilicata casa comune) si è seduta anche la delegazione di Azione e soprattutto il suo uomo di maggior peso a livello locale, l’ex presidente della Regione Marcello Pittella. Quest’ultimo ha provato a proporre addirittura il ritorno in campo di Angelo Chiorazzo, il fondatore di Basilicata casa comune, che ha fatto nei giorni scorsi il passo indietro decisivo per dare il via libera a Lacerenza. E in serata, sull’ipotesi adombrata nei giorni scorsi dal Pd di un allargamento della coalizione e soprattutto sulla richiesta dei centristi che chiedevano di cambiare cavallo, mettono una pietra tombale sia il leader di Azione Carlo Calenda che quello del M5S Giuseppe Conte.


“Perché dovremmo cambiare?”, taglia corto con i cronisti l’ex premier stellato. “Non appoggeremo Lacerenza”, spiega dal canto suo Calenda, “per due ragioni: la prima è che esplicitamente il MoVimento 5 Stelle ha messo un veto su Azione; la seconda perché questo candidato, che è una lodevolissima persona, è stato preso e catapultato a fare il candidato. Ma non è il suo lavoro”. “Lo scenario è quello di un Soru bis”, cioè di una rottura nel Pd come è accaduto in Sardegna e la presentazione di una candidatura alternativa di centrosinistra con l’appoggio possibile di Pittella-Azione e forse anche di Italia viva, raccontano dalle parti di Alleanza Verdi Sinistra. Stavolta però senza la forza di una personalità politica conosciuta come quella di Alessandra Todde che in Sardegna alla fine ha prevalso, anche se di misura. L’ipotesi del Soru bis è data per molto probabile anche da un autorevole dirigente della maggioranza interna del Pd. Coperto dall’anonimato ricorda che “la partita lucana è stata gestita da Lettieri (segretario regionale) e da Speranza. Erano convinti di portare il M5S su Chiorazzo e quando si sono resi conto che non era possibile hanno chiesto a Chiorazzo un passo indietro che è arrivato tardi”. C’è il rischio che a pagare un eventuale risultato negativo sia la segretaria nazionale Elly Schlein? “Nessuno può permettersi di fare una cosa simile perché chi lo pensa anche lontanamente è corresponsabile. E comunque se qualcuno vuol chiedere conto di qualcosa lo faccia dicendo cosa fa per il Pd alle europee…”.

Le cose importanti che Mattarella ha detto sulle guerre da Cassino

Le cose importanti che Mattarella ha detto sulle guerre da CassinoCassino, 15 mar. (askanews) – Ottanta anni fa a Cassino “la cieca logica della guerra”, che persegue “la riduzione al nulla del nemico” e che “non sa arrestarsi sulla soglia della barbarie”, provocò “una tragedia dalle dimensioni umane spaventose”. Nel suo discorso per la cerimonia di commemorazione dell’anniversario della distruzione della “città martire”, avvenuta durante la Seconda guerra mondiale ad opera degli alleati, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha riflettuto con amarezza sui “200mila morti quale conseguenza dei 129 giorni di combattimenti qui avvenuti”, “lutti e sofferenze pagate in larga misura dalla incolpevole popolazione civile”.


“L’offensiva della coalizione contro il nazismo, che aveva occupato e che opprimeva l’Italia – ha detto il capo dello Stato ricordando gli avvenimenti del 1944 -, rase completamente al suolo la città e la storica Abbazia. Questo territorio, all’indomani degli eventi bellici si presentò completamente distrutto: case, chiese, strade, ponti, ferrovie, scuole”. “E mentre un sentimento di pietà si leva verso i morti, non può che sorgere al contempo – ha proseguito Mattarella -, un moto di ripulsa da parte di tutte le coscienze per la distruzione di un territorio e delle sue risorse, per l’annientamento delle famiglie che lo abitavano”, “senza nessun rispetto per le vittime innocenti. A partire – ha rimarcato il presidente della Repubblica lasciando trapelare un certo sgomento – dal funesto bombardamento del 15 febbraio contro l’Abbazia, nel quale, con i monaci, perirono famiglie sfollate, tante persone che vi si erano rifugiate contando sull’immunità di un edificio religioso”.


Inevitabilmente, il pensiero va a quanto accade oggi in Ucraina e soprattutto a Gaza, dove la guerra provoca un numero altissimo di vittime civili. “Sono mesi, ormai anni, amari quelli che stiamo attraversando – il ragionamento sul presente fatto da Mattarella -. Contavamo che l’Europa, fondata su una promessa di pace, non dovesse più conoscere guerre. Ai confini d’Europa, invece, anzi dobbiamo dire dentro il suo spazio di vita – ha sottolineato il Capo dello Stato -, guerre terribili stanno spargendo altro sangue e distruggendo ogni remora posta a tutela della dignità degli esseri umani”. Per questo il presidente della Repubblica ha esortato a “interrompere il ciclo drammatico di terrorismo, di violenza, di sopraffazione, che si autoalimenta e vorrebbe perpetuarsi. Questo è l’impegno della Repubblica Italiana – ha scandito Mattarella -. Far memoria di tragedia, una battaglia così sanguinosa, come quella di Cassino, che ha inciso nelle carni e nelle coscienze del nostro popolo e di popoli divenuti nostri fratelli è anche un richiamo a far cessare, ovunque, il fuoco delle armi, a riaprire una speranza di pace, di ripristino del diritto violato, della dignità riconosciuta a ogni comunità”.


“Cassino – ha concluso il presidente della Repubblica – esprime un ricordo doloroso di quanto la guerra possa essere devastante e distruttiva ma è anche un monito a non dimenticare mai le conseguenze dell’odio, del cinismo, della volontà di potenza che si manifesta nel mondo”.

Tajani: è dovere del governo proteggere le navi nel Mar Rosso

Tajani: è dovere del governo proteggere le navi nel Mar RossoRoma, 15 mar. (askanews) – Agli Houthi “fa comodo minacciare l’Italia che in questo momento è alla guida di una missione europea a protezione del traffico commerciale nel Mar Rosso”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo a LetExpo organizzato da Alis in collaborazione con Veronafiere.


“Voglio ricordare che noi siamo un Paese che ha il 40% del Pil che viene dall’export. Il 40% dei nostri prodotti che vengono esportati via mare passa attraverso Suez e il Mar Rosso. Lo Stato italiano ha il dovere di proteggere quelle imbarcazioni perché sono parte fondamentale della nostra economia. Tuteliamo l’interesse nazionale, non tuteliamo soltanto le imprese. Per questo abbiamo voluto una missione difensiva che significa che non andiamo a fare missioni aeronavali nello Yemen che è uno Stato indipendente, anche se ci sono i terroristi che controllano una parte del territorio”, ha sottolineato il capo della diplomazia.