Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Fmi alza previsione di crescita Pil della Cina per il 2023 al 5,4%

Fmi alza previsione di crescita Pil della Cina per il 2023 al 5,4%Roma, 7 nov. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale ha annunciato oggi di aver innalzato le previsioni di crescita del Pil della Cina al 5,4% per il 2023 e al 4,6% nel 2024, citando consumi “più forti del previsto” nel terzo di trimestre di quest’anno. Tuttavia ha mantenuto alto l’allarme sulla crisi immobiliare, invitando Pechino ad accelerare una ristrutturazione del settore.

I dati rivedono al rialzo quelli contenuti nel “World Economic Outlook” del Fmi pubblicati il mese scorso, che vedevano la crescita del Pil cinese nel 2023 al 5% e nel 2024 4,2%. “La crescita del Pil nel terzo trimestre è stata più forte di quanto ci aspettassimo ed è stata trainata da consumi più forti delle attese”, ha detto a Pechino la prima vice direttrice generale del Fmi, Gita Gopinath, al termine di una missione nel paese guidata da Sonali Jain-Chandra, capo per la Cina del Fmi.

“Si prevede – ha continuato – che l’economia cinese crescerà del 5,4% nel 2023, riflettendo una forte ripresa post-Covid. Ma ritemiamo che la crescita rallenterà nel 2024 a causa della continua debolezza del mercato immobiliare e della debole domanda esterna”. Per quanto riguarda, invece, il medio termine, ha detto ancora Gopinath, “si prevede che la crescita diminuirà gradualmente fino a circa il 3,5% entro il 2028, a causa dei venti contrari derivanti dalla debole produttività e dall’invecchiamento della popolazione”.

L’economia cinese è cresciuta dell’1,3% nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, e del 4,9% su base annua, anche se il mercato immobiliare è un ostacolo poiché gli investimenti di settore sono diminuiti del 9,1% nei primi tre trimestri. Su questa spinosa questione, Gopinath ha dato atto che le “autorità hanno introdotto numerose misure utili a sostenere il mercato”, tuttavia “è necessario fare di più per garantire una ripresa più rapida e minori costi economici durante la transizione”. In particolare, un pacchetto di misure “dovrebbe includere misure per accelerare l’uscita degli sviluppatori immobiliari non redditizi, per rimuovere gli ostacoli all’adeguamento dei prezzi delle case, per stanziare ulteriori finanziamenti del governo centrale onde completare degli alloggi (venduti) e assistere gli sviluppatori redditizi a risanare i bilanci e adattarsi a un mercato immobiliare più piccolo”.

Il Fmi chiede a Pechino l’applicazione di “politiche prudenziali” anche per attenuare i rischi alla stabilità finanziaria nel settore bancario, sia adottanado “politiche macroeconomiche di sostegno per sostenere l’attività nel contesto del necessario aggiustamento del settore immobiliare” sia mettendo in campo “riforme strutturali per affrontare il debito dei governi locali”. Serve inoltre un “riorientamento della spesa fiscale verso le famiglie e un ulteriore allentamento attraverso i tassi di interesse” per sostenere crescita e investimenti. In questo senso, una “maggiore flessibilità del tasso di cambio aiuterebbe ad assorbire gli shock esterni e a rafforzare la trasmissione della politica monetaria”.