Il cardinale Zuppi: le nuove elezioni europee ci portino un’Europa che punti alla pace
Il cardinale Zuppi: le nuove elezioni europee ci portino un’Europa che punti alla paceRoma, 18 mar. (askanews) – Le parole sulla pace di Papa Francesco, anche quelle non comprese o fraintese, “sono tutt’altro che ingenuità. È sofferta e drammatica condivisione di un dolore che non potremo mai misurare”, visto che viviamo, come umanità, “un lunghissimo Venerdì Santo”, insanguinato da conflitti e guerre. Ad affermarlo è stato il Presidente della Conferenza episcopale italiana, e arcivescovo di Bologna, card. Matteo Zuppi nel suo discorso introduttivo ai lavori del Consiglio permanente della Cei, aperti questo pomeriggio a Roma. Un invito alla pace che si è esteso anche alle prossime scelte per il Parlamento europeo che, attraverso il voto, si auspica portino ad istituzioni votate finalmente a politiche di pace e di disarmo. E’ proprio in un frangente come questo che “la storia esige – ha proseguito Zuppi – di trovare un quadro nuovo, un paradigma differente, coinvolgendo la comunità internazionale per trovare insieme alle parti in causa una pace giusta e sicura”.
“Proprio su questo versante gli Stati e i popoli europei, le stesse istituzioni dell’Unione europea, devono riscoprire la loro vocazione originaria, improntando le relazioni internazionali alla cooperazione”, è stato l’invito venuto dal Presidente della Cei, il quale ha poi ricordato che proprio “questa Europa vivrà a giugno una grande occasione di partecipazione popolare per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo. Facciamo nostro – ha detto quindi Zuppi al parlamentino dei vescovi italiani – l’appello dei Vescovi europei che, in un recente documento sulle prossime elezioni, affermano: ‘Il progetto europeo di un’Europa unita nella diversità, forte, democratica, libera, pacifica, prospera e giusta è un progetto che condividiamo e di cui ci sentiamo responsabili. Siamo tutti chiamati a portarlo avanti anche esprimendo il nostro voto e scegliendo responsabilmente i deputati che rappresenteranno i nostri valori e lavoreranno per il bene comune nel prossimo Parlamento europeo. Non possiamo rassegnarci – ha quindi concluso Zuppi – a un aumento incontrollato delle armi, né tanto meno alla guerra come via per la pace. L’Italia – l’Europa no? – ‘ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’”.