Istat: 2023 annata agricola negativa per vino, floricoltura e olio
Istat: 2023 annata agricola negativa per vino, floricoltura e olioRoma, 18 giu. (askanews) – Il calo dei volumi di produzione del settore primario nel 2023 ha caratterizzato tutti i comparti agricoli, fatta eccezione per le attività secondarie. L’annata è stata negativa per le coltivazioni (-3,9% in volume) soprattutto per quelle legnose (-11,1%), in particolare vino, frutta e olio d’oliva. Ma anche per la floricoltura e il comparto vivaistico e quello zootecnico. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat sull’andamento dell’economia agricola nel 2023.
La produzione del vino nel 2023 è tornata ai livelli del 2017, con una diminuzione in volume del 17,4% rispetto all’anno precedente. Se il caldo e l’assenza di precipitazioni hanno influito positivamente sulla qualità delle uve, il prolungamento di queste condizioni metereologiche nel periodo autunnale ha causato una consistente riduzione del raccolto. Il calo produttivo più rilevante si è avuto in Abruzzo (-55,2%) e pesanti perdite si sono registrate nelle regioni Marche (-38,4%), Puglia (-34,2%), Umbria (-30,7%), Lazio (-30,2%), Campania (-30,0%) e Toscana (-24,3%), mentre ci sono stati incrementi nei volumi di produzione in Liguria, Emilia-Romagna, Molise, Calabria e Basilicata. Poco soddisfacenti anche i risultati raggiunti nel 2023 nella produzione di olio d’oliva (-3,0% in volume), nonostante le positive aspettative per un’annata che era prevista di caricai . La produzione a livello nazionale è stata inferiore alla media degli ultimi anni, con risultati piuttosto differenziati sul territorio. Il clima fresco e umido durante la fioritura ha compromesso i raccolti in molte zone del Centro; tuttavia, le prolungate alte temperature della seconda parte dell’anno hanno favorito il controllo dei patogeni tipici dell’ulivo, che negli ultimi anni avevano causato molti danni, soprattutto al Sud. I risultati positivi registrati nelle regioni del Sud (+3,4% in Calabria, +3,2% in Campania, +1,6% in Puglia) non sono stati sufficienti però a compensare la consistente riduzione dei volumi riscontrata al Centro (-32,8% in Umbria, -22,9% nelle Marche, -18,3% in Toscana, -11,2% nel Lazio).
Dopo l’andamento positivo del 2022, la produzione di frutta ha subìto nel 2023 l’impatto dei fenomeni climatici estremi (gelate tardive e grandinate) che hanno caratterizzato la prima parte dell’anno. I volumi complessivi sono diminuiti dell’11,2% coinvolgendo tutte le principali colture (in particolare pere, ciliegie, nettarine, susine e albicocche) e quasi tutte le regioni, con crolli dei raccolti in Veneto (-45,2%), EmiliaRomagna (-42,1%), Toscana (-23,2%) e Lombardia (-20,5%). Tuttavia, la diminuzione della produzione di agrumi è risultata più contenuta (-0,7%), con il dato più negativo registrato in Calabria (-6,6%). L’anno non è stato positivo neanche per il comparto vivaistico (-3,9%), floricolo (-3,8%) e orticolo (-1,7%).
Nel 2023 è proseguito il calo produttivo del settore zootecnico (-0,9%), con una diminuzione soprattutto delle carni bovine (-2,6%) dopo la crescita registrata nell’anno precedente. Tra i prodotti zootecnici derivati, ancora in calo i volumi del latte (-1,1%), oltre alla persistente crisi del miele (-10,9%).