Roccella: non si può parlare di violenza sulle donne senza condannare il 7 ottobre
Roccella: non si può parlare di violenza sulle donne senza condannare il 7 ottobreRoma, 21 gen. (askanews) – “Noi non possiamo davvero parlare di violenza contro le donne, non possiamo discutere di patriarcato, non possiamo parlare come abbiamo fatto in questi ultimi tempi, della violenza sulle donne se non mettiamo a fuoco quello che è avvenuto il 7 ottobre”. Così Eugenia Roccella, Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità alla presentazione, a Roma, dell’associazione “SetteOttobre”, a proposito degli stupri perpetrati sulle donne israeliane il 7 ottobre 2023 ad opera degli uomini di Hamas. “E’ successo qualcosa di unico che dobbiamo portare davanti a tutte le corti internazionali, una vicenda su cui davvero tutte le donne e tutti gli uomini devono unirsi o non non potremo più parlare di violenza contro le donne se non parliamo seriamente di quello che è accaduto il 7 ottobre se non lo portiamo all’attenzione di tutti se non riusciamo a portarlo davanti alle corti internazionali sarà un grande fallimento se non riusciamo a farlo”. Roccella poco prima aveva esortato: “sugli stupri del 7 ottobre bisogna prendere posizione al di là delle posizioni che si possono avere sul conflitto, perché esula anche dalle posizioni politiche che ognuno può avere. Gli stupri di guerra sono la manifestazione più evidente più incredibile della violenza contro le donne. E’ un modo per considerare le donne non soltanto con disprezzo perché quello che si fa con lo stupro di guerra è cercare di annientare il nemico, il maschio. Cioè dire attraverso la donna, che non viene considerata neanche nella sua essenza di essere umano, voglio annientare la tua discendenza voglio colpire te, ti considero appunto una non persona è voglio arrivare alla desertificazione del futuro”. Quindi Roccella ha detto che “si dice spesso che per una vittima è equivalente essere uccisa da una bomba o in altro modo, perchè morire è ovviamente qualcosa che poi rende tutti uguali di fronte a questo evento irrimediabile. Ma non è così. Io non credo che sia così. Io credo che non sia equivalente essere stuprate e violentate con la ferocia, quella cattiveria con l’odio che si è manifestato il 7 ottobre o morire sotto le bombe: non è la stessa cosa”.