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Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune

Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune


Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune – askanews.it



Sony Music Italia rinnova con Neima Ezza e arriva Shune – askanews.it


















Roma, 24 mar. (askanews) – Sony Music Italia ha annunciato le sue novità discografiche, tra cui ci sono la conferma nel roster di Epic di Neima Ezza (nome d’arte di Amine Ezzaroui) e la new entry nella sua scuderia artistica del producer Shune.

“Le firme di nuovi contratti e il rinnovo degli artisti sono le attività principali su cui il nostro team concentra quotidianamente il suo lavoro – ha commentato il presidente e ceo Sony Music Entertainment Andrea Rosi – ed è per questo motivo che sono grandi la soddisfazione nel constatare la rinnovata fiducia di artisti che fanno già parte della nostra squadra e l’orgoglio nell’accogliere nuovi talenti da valorizzare. Neima Ezza è un artista di enorme talento e Shune un producer dalla creatività prorompente. Prima di loro, a febbraio, abbiamo riconfermato e allungato gli accordi con Bresh, artista fantastico dal potenziale incredibile, con Colapesce Dimartino per la label Numero Uno e con le leggende Articolo 31, J-Ax e DJ Jad, per Columbia”. Il rapper Neima Ezza conta 2,1 milioni di ascoltatori mensili su Spotify e il suo Ep “Giù” continua a raggiungere importanti riconoscimenti (“Lei” feat. Rondodasosa, certificato Platino, ha raggiunto 42,2 milioni di stream, “Casa”, prodotto da NKO e certificato Platino con 50,7 milioni di stream su Spotify e 19 milioni di views su Youtube e “Fedele al quartiere”, certificato oro, ha ottenuto 152 milioni e mezzo di stream solo su Spotify). Dopo aver concluso recentemente il suo primo live tour nei club delle più importanti città italiane, il prossimo passo del suo percorso musicale è “Avanti”, nuovo singolo che uscirà venerdì 24 marzo.

Shune nel 2022 ha lavorato sull’album di Bresh “ORO BLU”, uno dei progetti musicali più dirompenti dell’anno, e ha prodotto per Capo Plaza i brani più interessanti del suo ultimo mixtape. Sul fronte della scena rap genovese ha collaborato, oltre che con Bresh, con Tedua, Alfa e Disme & Vaz Tè. Oltre alle firme e ai rinnovi, in questi primi tre mesi dell’anno Sony Music Italia festeggia diversi successi: dall’ennesimo exploit planetario dei Måneskin – il cui nuovo progetto discografico “Rush” ha raggiunto subito il n.1 in classifica in 15 paesi – all’en plein di premi alla 73esima edizione del Festival di Sanremo.

Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale”

Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale”


Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale” – askanews.it



Il ritorno senza ansia di Diodato con l’album “Così speciale” – askanews.it



















Milano, 24 mar. (askanews) – “Sono molto contento, non ho l’ansia per l’uscita dell’album, ho delle buone sensazioni, mi sembra il momento giusto per uscire e mi sento molto rappresentato da questo lavoro”, Diodato sorride e introduce così l’uscita del suo nuovo album di inediti “Così speciale” per Carosello Records. Dopo il travolgente successo del precedente lavoro “Che Vita Meravigliosa, con cui ha vinto praticamente tutto, da Sanremo ai David di Donatello, guarda al futuro con calma. “Così speciale” è un album dalla forte identità sonora, che riesce a passare dall’intimità di un piano e di una voce ad arrangiamenti corposi, potenti, che sublimano i concetti espressi in una catarsi sonora.

Scritto, arrangiato e artisticamente diretto da Diodato, “Così speciale” è un album figlio della volontà di essere suonato soltanto da musicisti in carne ed ossa ed è stato prodotto e mixato da Tommaso Colliva, produttore discografico di fama internazionale e vincitore di un Grammy Award nel 2015, e masterizzato da Giovanni Versari. “Sono sempre stato innamorato della musica suonata che vibra, -spiega Diodato – in questo album ho sperimentato un bel po’. Il fatto che ci siano musicisti che suonano in carne ed ossa si sente e fa arrivare al pubblico un’emozione autentica”. Ma soprattutto “Così speciale” è un album molto autobiografico, con dieci tracce che rappresentano dieci attimi di vita, “sguardi sul mondo e tuffi negli abissi interiori per provare a riemergere con dieci fiori che profumano di vita”. Apre l’album “Ci vorrebbe un miracolo”: “E’ un’esclamazione abbastanza chiara, una richiesta di aiuto, uno sguardo sul caos della società in cui viviamo, dove sembra impossibile trovare un punto di incontro. Ho voluto però dare solarità a questo sguardo, sono convinto che c’è speranza. Da non credente questa richiesta di miracolo è un invito a rimboccarsi le maniche, a darsi da fare” racconta il cantautore tarantino.

“Il brano “Non c’eri che tu” rappresenta il mio modo di fare musica, parte da una solitudine anche fredda, da considerazioni dure sul tempo sprecato, ma poi evolve ed esplode nel finale sublimando il vissuto. Grazie alla musica il vissuto può continuare a vibrare e a rifiorire”. In questo album c’è anche l’Antonio Diodato che non ti aspetti, quello meno conosciuto, ma travolgente, esplosivo e ironico.

“”Che casino” è la canzone in cui ho sperimentato di più, mi sono divertito un sacco, sono partito da un bit, e non come al solito da piano e voce, ho cominciato a cantarci sopra ed è uscito un brano che mi piace molto. La gente mi pensa come il cantautore romantico ma ci sono anche lati diversi della mia personalità, che emergono in questo brano ma spero che tutto l’album sappia di umanità”. Dopo essere rientrato dal tour oltre confine in autunno 2021 che lo ha portato in Europa e negli Stati Uniti, Diodato torna live con dieci date, prodotte e organizzate da OTR LIVE, che porteranno il cantautore nei più prestigiosi club delle principali città europee, nella primavera 2023. La dimensione live è ideale per scoprire proprio il Diodato oltre le apperenze.

Di Alessandra Velluto

Ford stima 3 mld usd di perdite in 2023 per divisione bev

Ford stima 3 mld usd di perdite in 2023 per divisione bev


Ford stima 3 mld usd di perdite in 2023 per divisione bev – askanews.it



Ford stima 3 mld usd di perdite in 2023 per divisione bev – askanews.it



















Milano, 24 mar. (askanews) – Ford stima nel 2023 perdite per circa 3 miliardi di dollari nella divisione di veicoli elettrici. La casa americana ha fornito la stima nell’ambito della presentazione di una nuova struttura di rendicontazione finanziaria divisa in tre unità di business: Model e, per le attività legate all’elettrico; Ford Blue, il business tradizionale dei veicoli con motore termico; Ford Pro, la divisione di veicoli commerciali.

Il Cfo di Ford, John Lawler, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, ha descritto la divisione EV come una “startup”, affermando che è normale che un’azienda all’inizio accumuli perdite. Ford oggi vende tre veicoli elettrici in Nord America, il suo mercato più grande: il pickup F-150 Lightning, il suv Mustang Mach-E e un furgone plug-in. L’anno scorso, il business dei veicoli elettrici ha perso circa 2,1 miliardi, di dollari, riducendo l’utile operativo complessivo del gruppo a 10,4 miliardi. Lawler ha affermato che la divisione dell’elettrico, Model e, ridurrà gradualmente le perdite e raggiungerà un margine di profitto operativo dell’8% entro la fine del 2026, vicino all’obiettivo del 10% indicato per il gruppo. L’anno scorso, l’utile operativo di Ford è stato del 6,6%.

Vertice Ue, von der Leyen: ecco di cosa hanno discusso i leader

Vertice Ue, von der Leyen: ecco di cosa hanno discusso i leader


Vertice Ue, von der Leyen: ecco di cosa hanno discusso i leader – askanews.it



Vertice Ue, von der Leyen: ecco di cosa hanno discusso i leader – askanews.it



















Bruxelles, 24 mar. (askanews) – Un vertice Ue poco interlocutorio, una sorta di ‘brain storming’ fra i capi di Stato e di governo senza sorprese e nessuna vera, nuova decisione. Questo è stato il Consiglio europeo svoltosi oggi a Bruxelles, nella sua prima giornata che era dedicata a tutti i temi caldi, lasciando per domani i temi finanziari all’Eurosummit allargato a tutti i paesi Ue, con la presidente della Bce Christine Lagarde e il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe.

Sintetizzando i risultati del vertice, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nella conferenza finale di questa sua prima giornata, ha aggiunto alcuni dati che possano riempire parzialmente il vuoto delle decisioni. ‘Prima di tutto – ha riferito – abbiamo avuto una intensa discussione con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, sulla lotta al cambiamento climatico e sul nostro tentativo di limitare il riscaldamento globale. In effetti, – ha ricordato – l’ultimo rapporto dell’Ipcc (il Gruppo intergovernativo dell’Onu sul cambiamento climatico, ndr), pubblicato lunedì scorso, è un importante monito sull’avanzamento del riscaldamento globale’. ‘Siamo consapevoli – ha continuato von der Leyen – del fatto che gli obiettivi a lungo termine sono importanti, ma è ancora più importante agire ora: dobbiamo intensificare e accelerare i nostri sforzi. Una buona notizia, anche se la situazione è difficile, è che l’Unione europea sta rispettando i programmi: abbiamo il nostro Green Deal ma abbiamo anche dei target chiari nel ‘Fit for Fifty Five’, e vogliamo gettare le basi per la neutralità climatica entro il 2050′.

‘Noi stiamo rispettando i tempi: secondo le cifre dell’Ipcc stiamo addirittura facendo di più del previsto, e questo è positivo e necessario: lo scorso anno le emissioni di gas serra sono aumentate dell’1% a livello globale, mentre nell’UE nonostante la crisi energetica siamo riusciti a ridurre le nostre emissioni del 2,5%’, ha rivendicato la presidente della Commissione. Il secondo punto che ha menzionato è naturalmente quello dell’Ucraina, che ha visto anche l’ormai usuale intervento in videoconferenza del presidente Volodomyr Zelensky. ‘E’ stato un dibattito intenso, positivo. Un argomento mi sta particolarmente a cuore – ha detto von der Leyen – è quello dei bambini ucraini deportati in Russia, che ci ricordano quanto siano bui questi tempi per la nostra storia. Deportare i bambini è un crimine di guerra. Oggi siamo a conoscenza di 16.200 bambini deportati, e soltanto trecento di questi sono tornati a casa. Queste azioni criminali giustificano appieno il mandato di arresto da parte del Tribunale penale internazionale’ contro il presidente russo Vladimir Putin.

La presidente della Commissione ha quindi annunciato un’iniziativa che ha preso, ‘in partenariato con il popolo ucraino con il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, abbiamo lasciato un’iniziativa per riportare a casa questi bambini deportati dalla Russia. A questo fine organizzeremo una conferenza. E’ l’inizio di un duro lavoro, ma abbiamo intenzione di fare pressione internazionale: vogliamo adottare tutte le misure possibili per stabilire dove si trovino questi bambini. insieme agli organismi delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali competenti cercheremo di avere migliori informazioni, più complete, sui bambini che sono stati deportati in Russia, e questo include anche i bambini che poi successivamente sono stati adottati da famiglie russe’. All’Ucraina, ha proseguito von der Leyen, ‘continuiamo a dare tutto l’aiuto possibile: questa settimana abbiamo sborsato una nuova tranche di assistenza macro finanziaria di 1,5 miliardi di euro, con cui vogliamo aiutare l’Ucraina a continuare a funzionare mentre si sta difendendo’ dall’aggressione russa. ‘E stiamo anche intensificando il nostro sostegno militare a favore dell’Ucraina. In questo contesto sono particolarmente lieta dell’accordo raggiunto al Consiglio affari esteri’, lunedì scorso, ‘che dovrebbe portare alla fornitura di un milione di munizioni’ d’artiglieria ‘nel corso dei prossimi 12 mesi’.

‘Naturalmente dobbiamo anche intensificare la nostra capacità di produzione in Europa, se vogliamo raggiungere Questo obiettivo’, ha avvertito la presidente della Commissione, che ha annunciato a questo punto un’altra iniziativa: ‘Abbiamo parlato di come possiamo fare rapidi progressi in questo senso; la Commissione formulerà una proposta giuridica che consentirà di intensificare la produzione industriale di munizioni. Serve una proposta giuridica perché include anche un sostegno dal bilancio dell’Unione europea. Si tratta di ricostruire e ristrutturare la nostra capacità di produzione, e di accelerare anche la filiera di fornitura’. Von der Leyen ha poi segnalato un piccolo paradosso di cui si è parlato nel vertice Ue: l’impatto negativo che sta avendo sugli agricoltori di alcuni paesi membri ‘l’importante successo dei corridoi di solidarietà che hanno consentito all’Ucraina di esportare enormi quantitativi di cereali e altri prodotti agricoli. Si tratta di un corridoio che si affianca all’iniziativa per il Mar Nero’. ‘Dobbiamo aiutare gli agricoltori europei che subiscono le conseguenze delle grandi quantità di cereali che arrivano ora sul mercato e che hanno un impatto sui prezzi, proprio nei paesi che sono in prima linea e che aiutano di più per l’attuazione di questi corridoi, e che naturalmente non devono soffrire di più. Abbiamo mobilizzato pertanto – ha riferito von der Leyen – più di 56 milioni di euro dalla riserva agricola. Ma non basta: questo l’abbiamo capito oggi, e siamo grati alla Romania per la sua proposta di aumentare questo importo per gli agricoltori che si trovano in questi paesi’. La presidente della Commissione è passata quindi al tema della competitività economica e industriale, anche in risposta all’iniziativa americana dell’Ira (‘Inflation Reduction Act’). ‘La concorrenza a livello internazionale è molto dura, stiamo cercando di mantenere la nostra posizione. Attraverso i nostri contatti con i partner statunitensi siamo riusciti ad affrontare alcune delle principali preoccupazioni per i veicoli elettrici: ad esempio gli Stati Uniti sono d’accordo con noi che i produttori europei avranno accesso al mercato statunitense proprio come le loro controparti americane, e avranno anche le stesse agevolazioni fiscali. E le materie prime che vengono dall’Unione europea o che sono raffinate nell’Ue saranno trattate alla stessa stregua delle materie prime estratte o raffinate negli Stati Uniti, e per questo sarà negoziato un accordo specifico’. ‘Un altro accordo che abbiamo raggiunto con gli Stati Uniti è che ci sarà un dialogo trasparente sui sussidi per le tecnologie green, per fare in modo che i regimi che abbiamo dai due lati dell’Atlantico si rafforzino reciprocamente invece di farsi concorrenza. Ma per far fiorire la nostra industria verde naturalmente dobbiamo fare ancora molto nell’Unione europea. Ed è questo – ha sottolineato von der Leyen – che serve il piano industriale del Green Deal. Nell’ultimo vertice i leader hanno sostenuto espressamente ai principali pilastri del nostro piano industriale del Green Deal e quindi la Commissione ha presentato le sue proposte giuridiche concrete: il regolamento per l’industria a zero emissioni nette e quello sulle materie prime critiche. Le proposte formulate sono in linea con le conclusioni dei leader, e ora sta al Parlamento europeo e al Consiglio ue trovare un accordo rapido sulle queste proposte legislative’. La concorrenza globale, comunque, ‘non si limita al settore delle tecnologie pulite: dobbiamo agire su altri diversi fronti e ne abbiamo parlato in modo approfondito per diverse ore’ durante il vertice. ‘Innanzitutto dobbiamo sfruttare meglio il nostro mercato unico, eliminare le barriere che ancora esistono, poi dobbiamo approfondire l’Unione dei mercati dei capitali e ultimare finalizzare anche l’Unione bancaria. Questo – ha rilevato la presidente della Commissione – è essenziale per sbloccare la grande quantità di investimenti privati che è necessaria’. Inoltre, ‘abbiamo bisogno di grandi investimenti pubblici in infrastrutture e in progetti innovativi’; ma le finanze pubbliche, ha avvertito von der Leyen, devono essere ‘sostenibili’. Questo è ‘il tema delle regole che devono essere adatte a questa sfida: in altre parole, della riforma del nostro quadro di governance economica europea’, ovvero del Patto di stabilità. Bisogna poi ‘rafforzare la spesa nella ricerca e sviluppo, perché l’innovazione è la chiave del successo nel mercato unico. Abbiamo da più di 20 anni l’obiettivo di investire il 3% del Pil in ricerca e sviluppo, ma ci siamo ancora: siamo arrivati al 2,3%. I nostri principali concorrenti hanno investimenti molto più elevati. Quindi accolgo con grande favore l’iniziativa della Presidenza svedese’ di turno del Consiglio Ue ‘di discutere di un aumento di questo obiettivo, e di come possiamo migliorare e accelerare gli investimenti in ricerca e sviluppo’, ha aggiunto la presidente della Commissione. C’è poi il punto, che ‘è stato oggetto di una lunga discussione’ ma di portata troppo ampia per poter arrivare a conclusioni oggi, ‘delle competenze professionali che sono fondamentale per il nostro mercato interno per il nostro successo economico. Dobbiamo effettivamente diventare più bravi ad attirare personale qualificato’, ha indicato von der Leyen E poi naturalmente ci sono i problemi delle materie prime e del rafforzamento delle catene di fornitura attraverso nuovi accordi di libero scambio. Infine, all’ultimo punto, il Consiglio europeo ha brevemente affrontato il tema dell’immigrazione, dove non c’erano decisioni da prendere. ‘Com’è noto, – ha ricordato la presidente della Commissione – avevo scritto una lettera al Consiglio europeo subito prima del vertice, in cui avevo elencato tutte le nostre attività svolte dall’ultimo Consiglio europeo di febbraio proprio per affrontare il problema dell’immigrazione. Ho menzionato anche tutte le nostre misure operative. E qui l’attenzione era ed è, prima di tutto, lavorare per rafforzare il confine tra Bulgaria e Turchia’. C’è stato ‘il lancio di due progetti pilota sulla gestione delle frontiere, su come gestiamo alla frontiera i migranti che arrivano, non solo in Bulgaria ma anche in Romania; e per mostrare le migliori pratiche di gestione delle frontiere con procedure rapide di asilo o di rimpatrio’. Inoltre, ‘stiamo lavorando con i nostri partner dei Balcani occidentali, in questo caso principalmente attraverso l’agenzia Frontex, che ora ha dispiegato le sue guardie di frontiera nella regione ‘Stiamo rafforzando le capacità di ricerca e soccorso in mare dei partner nordafricani. A ciò si aggiungono maggiori sforzi nella lotta contro i trafficanti. Infine, stiamo intensificando la cooperazione con i paesi terzi sui rimpatri’, ha concluso von der Leyen, negli unici tre punti che ha citato che possono riferirsi anche, ma non solo, alla rotta del Mediterraneo centrale, che interessa direttamente l’Italia.

Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto

Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto


Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto – askanews.it



Disgelo Meloni-Macron, pressing premier su migranti e Patto – askanews.it



















Bruxelles, 23 mar. (askanews) – Il “disgelo” è arrivato nella serata di Bruxelles. Al termine del Consiglio europeo Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron si sono incontrati faccia a faccia per il primo bilaterale “vero” dopo gli incontri informali a Roma (quando lei era stata appena eletta) e a Sharm el-Sheikh, a margine di Cop27.

Nel mezzo mesi di tensioni, incomprensioni, un grande “freddo” che era apparso evidente nei vari appuntamenti internazionali in cui si erano incrociati. A determinare la rottura era stata la contesa sui migranti e sulle navi delle Ong, con uno scambio di accuse reciproche tra Roma e Parigi. Nella capitale belga è giunto il momento del riavvicinamento: i due Paesi sono troppo importanti l’uno per l’altro. Meloni ha bisogno di sponde europee sui migranti e la riforma del Patto di stabilità, Macron (alle prese con le proteste contro la riforma delle pensioni) deve creare alleati intorno ad alcune questioni che gli stanno a cuore, a partire da nucleare e rilancio della competitività. I due si sono dunque visti al termine dei lavori nell’hotel del centro in cui entrambi alloggiano, sul tavolo una vasta gamma di temi: dai migranti alla riforma del Patto, dall’energia alla competitività. L’incontro con Macron ha chiuso una giornata che Meloni considera positiva. Il tema dei migranti, che nell’ordine del giorno era confinato tra le varie ed eventuali, è stato affrontato a cena, con un report della Commissione Ue sull’attuazione delle decisioni approvate al summit del 9 febbraio. Dieci leader, tra cui Meloni, hanno parlato nel corso del confronto, durato meno di un’ora e dalla delegazione italiana trapela soddisfazione perchè nelle conclusioni viene ribadita la necessità di attuare gli impegni, fissando una verifica al prossimo vertice previsto in giugno (anche se un Consiglio straordinario potrebbe essere fissato a maggio). La condizione della Tunisia – è l’allarme lanciato dalla premier nel suo intervento – è “molto preoccupante”, gli arrivi in Italia sono “triplicati” rispetto al 2002 e se questo trend continuerà la prossima estate la situazione sarà “fuori controllo”. Per questo servono azioni “rapide e concrete”.

Per quanto riguarda i temi economici, Meloni ha ribadito la posizione dell’Italia: l’allentamento dei vincoli agli aiuti di Stato non deve “creare disparità tra Stati membri”. Gli aiuti devono quindi essere “mirati e temporanei” in modo da garantire parità di condizioni e “pieno funzionamento” del mercato unico. Per l’Italia l’obiettivo principale è invece assicurare da parte europea la “piena mobilitazione” dei finanziamenti disponibili e degli strumenti finanziari esistenti, compresi quelli del Pnrr (su cui oggi il ministro Raffaele Fitto ha avuto un confronto con il commissario Paolo Gentiloni). Sulla revisione del Patto di stabilità e crescita, Meloni ha ammesso che “ci sono visioni abbastanza differenti”. Per lei “la sfida” deve essere “una governance più attenta alla crescita e non solamente alla stabilità. Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti. Ci sono dei passi in avanti ma bisogna ancora lavorare”. Così come c’è da lavorare sul tema della transizione green. “Fermi restando gli obiettivi della transizione, che condividiamo, noi non riteniamo che l’Unione debba occuparsi anche di stabilire quali siano le tecnologie con le quali arrivare a quegli obiettivi”, ha detto, riferendosi in particolare allo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. La Germania sta trattando per ottenere una deroga sui carburanti sintetici che l’Italia ritiene “svantaggiosa”. Possibilità di riaprire la partita, però, sembrano non esserci: “E’ stata approvata con una significativa maggioranza. Non possiamo tornare indietro”, ha detto secca la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

Al centro del summit anche il sostegno all’Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky, intervenuto da remoto, ha ribadito l’appello per l’invio a Kiev di armi a lunga gittata. Da parte dei 27 c’è la piena garanzia (a parte i distinguo dell’Ungheria) di un pieno sostegno “per tutto il tempo necessario”, eventualmente anche con un nuovo pacchetto di sanzioni. Una linea totalmente sposata da Meloni, arrivata a Bruxelles dopo le prese di posizione della Lega che nei giorni scorsi, alla Camera e al Senato, ha marcato una netta differenziazione rispetto alla posizione da assumere nell’appoggio a Kiev. Parole che certo non rafforzano la posizione internazionale della premier, che però ha minimizzato: “Francamente – ha detto – non mi preoccupa. Non sono preoccupata perchè guardo ai fatti e sulla linea italiana, che è molto chiara, non ho mai avuto problemi”.

Terzo polo, Renzi: partito unico? Non resterò in panchina

Terzo polo, Renzi: partito unico? Non resterò in panchina


Terzo polo, Renzi: partito unico? Non resterò in panchina – askanews.it



Terzo polo, Renzi: partito unico? Non resterò in panchina – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – “Ci sono, ci sarò e non resterò in panchina”. E’ quanto avrebbe assicurato ai suoi, il leader di Iv Matteo Renzi, in vista del percorso che porterà al partito unico tra Azione e Iv, durante la riunione che si è tenuta questa sera in collegamento video con i parlamentari, i coordinatori regionali e provinciali e sindaci.

Renzi, secondo quanto riferiscono partecipanti all’incontro, ha ribadito il “pieno impegno” sul partito unico del terzo polo e “anche se lui non si candiderà come segretario, c’è, ci sarà e non resterà in panchina”.

Ferrovie dello Stato: raggiungere neutralità carbonica entro 2040

Ferrovie dello Stato: raggiungere neutralità carbonica entro 2040


Ferrovie dello Stato: raggiungere neutralità carbonica entro 2040 – askanews.it



Ferrovie dello Stato: raggiungere neutralità carbonica entro 2040 – askanews.it


















Rimini, 23 mar. (askanews) – Tempo 17 anni per ridurre i consumi e le emissioni da combustibili fossili, completare il piano di elettrificazione dei treni, investire nelle fonti rinnovabili, passare dal 2% al 40% dei consumi elettrici e così raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040. E’ il piano da 1,6 miliardi di euro del gruppo Ferrovie dello Stato presentato a K.Ey The Energy Transition Expo alla fiera di Rimini.

Il piano di decarbonizzazione del gruppo FS è stato presentato dal responsabile sostenibilità, Lorenzo Radice, nel corso dell’incontro “La transizione energetica di FS Italiane per una mobilità a emissioni zero” alla fiera di Rimini. Durante l’incontro sono stati presentati i passaggi della strategia del gruppo per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040. Quello più ambizioso è legato all’autoproduzione da fonti rinnovabili – con l’installazione di impianti fotovoltaici – che coprirà da qua al 2040 il 40% dei consumi elettrici della società (il 2% del consumo elettrico di tutto il paese) che attualmente non va oltre all’1%. Verranno individuate alcune aree di proprietà del gruppo per l’installazione di pannelli fotovoltaici a partire dalle stazioni ferroviarie, per passare alle aree non utilizzate di proprietà del gruppo (di cui fa parte anche Anas) come per esempio svincoli stradali e altre zone adiacenti al sedimento ferroviario. Una parte del piano è dedicata al recupero di energia dal sistema di frenata dei treni. Il progetto è già stato testato e nei prossimi mesi, come ha ricordato Radice durante l’incontro, dovrà essere applicato su tutta la rete nazionale. L’energia recuperata attraverso il sistema di frenata di un treno ad alta velocità viene rimessa in rete, rimandata alle sottostazioni attraverso grandi batterie, e messa a disposizione dei treni che transitano successivamente su quella linea.

Nel piano è indicato anche l’obiettivo di aumentare il numero dei treni che viaggiano completamente elettrici (oggi oltre il 70% della flotta). Sarà importante – secondo il responsabile sostenibilità di FS – concentrare le forze anche sul “modal shift” per convincere sempre più cittadini e imprese a scegliere il sistema ferroviario al posto del trasporto su gomma e così ridurre i consumi, le emissioni, il traffico e l’incidentalità.

Pd, Schlein tira dritto sui capigruppo. Minoranza in subbuglio

Pd, Schlein tira dritto sui capigruppo. Minoranza in subbuglio


Pd, Schlein tira dritto sui capigruppo. Minoranza in subbuglio – askanews.it



Pd, Schlein tira dritto sui capigruppo. Minoranza in subbuglio – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – I capigruppo Pd rischiano di far saltare la gestione unitaria, la decisione di Elly Schelin di indicare due nomi della maggioranza per la guida dei gruppi manda in fibrillazione l’area che ha sostenuto Stefano Bonaccini e mette a dura prova il patto che ha portato il governatore dell’Emilia Romagna alla presidenza del partito. I gruppi si riuniranno prima lunedì pomeriggio, congiuntamente, per un punto sulla situazione politica con la segretaria, e poi separatamente martedì per eleggere i presidenti e le indicazioni che arrivano dalla segreteria restano le stesse: Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga alla Camera. Una prospettiva che oggi aveva portato una parte dell’area Bonaccini a parlare di autoconvocazione della mozione, se il presidente Pd non avesse preso l’iniziativa: “Così non ci stiamo”, dicono tutti, anche i più dialoganti. “Serve condivisione”.

Il problema sarà capire cosa si intenda per condivisione: una parte della minoranza – gli ex lettiani, l’area di Matteo Orfini, per esempio – chiede un quadro complessivo condiviso, uno schema che tenga insieme rassicurazioni sulla linea politica, capigruppo scelti in maniera unitaria ma non necessariamente uno di maggioranza e uno di minoranza, riconoscimento adeguato anche in segreteria. L’ala più intransigente, invece, minaccia la conta, molti premono su Debora Serracchiani perché si candidi in contrapposizione alla Braga e qualcuno ipotizza di spingere su Graziano Delrio perché faccia lo stesso al Senato. Infine, altri propongono una soluzione intermedia: non contrapporre candidati alternativi, ma chiedere comunque che i nomi indicati dalla segretaria vengano votati e non acclamati, in modo da mettere agli atti il dissenso. Nella stessa maggioranza, peraltro, qualche perplessità e malumore si coglie. “La cosa si poteva gestire meglio”, dice uno dei sostenitori della Schlein. La gestione della partita, molto accentrata nelle mani della segretaria e dei suoi più fedeli, non convince tutti. “Cose come questa si costruiscono”, aggiunge un altro. Anche l’idea di insistere sui due capigruppo di maggioranza non convince tutti i sostenitori della segretaria: “Così indebolisce Bonaccini, che invece essendo uomo ‘di partito’ potrebbe garantire una navigazione più tranquilla, tenendo a bada i più agguerriti”. Riflessioni a microfoni spenti, però, nessuno farà mancare il proprio voto al momento dell’elezione.

E’ sul fronte Bonaccini che la situazione è molto più delicata. Senza una qualche apertura dalla Schlein quell’area unica di minoranza chiesta dal presidente ai suoi sostenitori rischia di evaporare prima ancora di nascere. “E questo sarebbe un problema innanzitutto per la Schlein”, dice un parlamentare. “A quel punto noi faremo la minoranza e su ogni tema diremo la nostra. A cominciare dai matrimoni egualitari, per dire”. Bonaccini proverà ad evitare lo scontro, ha convocato la riunione dei suoi parlamentari proprio per evitare che ognuno si muova per conto proprio. Cercherà di portare qualche risultato ai propri sostenitori. Si vedrà se la Schlein sceglierà di tendere una mano o se prevarrà la linea di molti suoi stretti collaboratori: “La minoranza dovrà allinearsi, sono divisi e non succederà niente”.

Migranti, Fedriga: mi auguro che l’Europa si muova

Migranti, Fedriga: mi auguro che l’Europa si muova


Migranti, Fedriga: mi auguro che l’Europa si muova – askanews.it



Migranti, Fedriga: mi auguro che l’Europa si muova – askanews.it



















Trieste, 23 mar. (askanews) – Immigrazione irregolare? “Purtroppo non c’è stato un grande interessamento dell’Unione europea su questo frangente, mi auguro che l’Europa si muova perché l’Italia non può essere lasciata solo nella battaglia contro l’irregolarità ma soprattutto contro i trafficanti di essere umani”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, nel corso di una diretta sui propri canali social. La rotta balcanica? “Stiamo lavorando molto sugli accordi con i Paesi di transito dei migranti regolari sia con le procedure delle riammissioni in Slovenia. Questa settimana è stato dato l’ok al progetto regionale che consegna le fotocamere ad autoattivazione per controllare i confini, fotocamere che servono principalmente per l’attività di indagine ovvero per andare ad intercettare i passeur – ha sottolineato Fedriga -. Si tratta di uno strumento in più per le Forze dell’Ordine e le forze inquirenti per combattere l’immigrazione irregolare”.

Migranti, Fedriga: fondamentale cooperazione tra istituzioni

Migranti, Fedriga: fondamentale cooperazione tra istituzioni


Migranti, Fedriga: fondamentale cooperazione tra istituzioni – askanews.it



Migranti, Fedriga: fondamentale cooperazione tra istituzioni – askanews.it


















Trieste, 23 mar. (askanews) – “La grande collaborazione tra istituzioni ha permesso di raggiungere in Friuli Venezia Giulia risultati importanti sul fronte della sicurezza e del contrasto all’immigrazione clandestina. Stupiscono quindi le polemiche, probabilmente dettate da un approccio ideologico e non operativo, sulle fotocamere ad attivazione automatica che consentono alla Polizia di Stato di individuare e perseguire i passeur”. È questo, in sintesi il messaggio lanciato dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga durante il convegno dal titolo ‘La rotta balcanica alternativa a quella mediterranea’, organizzato dal Sindacato autonomo di Polizia, al quale hanno partecipato tra gli altri il segretario generale aggiunto e il segretario provinciale di Trieste del Sap, l’assessore regionale alla Sicurezza ed enti locali, il questore di Trieste e l’assessore comunale alla Sicurezza. Il governatore ha ribadito la necessità di distinguere tra immigrazione regolare e irregolare e sottolineato il ruolo e l’utilità dei Cpr, dove si trovano persone con precedenti penali che possono essere pericolose per il territorio, e l’importanza delle cosiddette “riammissioni informali” dall’Italia alla Slovenia. Nel corso dell’evento, l’assessore regionale alla Sicurezza ha confermato che l’immigrazione regolare può portare valore aggiunto a un territorio a bassa natalità come il Friuli Venezia Giulia, perché sopperisce alla carenza di forza lavoro. Diverso il caso di quella irregolare soprattutto quando generata da soggetti che non manifestano alcuna volontà di integrarsi e punta solo a raggiungere altre aree europee.