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Tag: Sanremo 2023

Sinner perfetto batte per la prima volta Djokovic

Sinner perfetto batte per la prima volta DjokovicMilano, 15 nov. (askanews) – Uno Jannik Sinner praticamente perfetto batte per la prima volta Novak Djokovic e lo fa nel secondo match delle Atp Finals di Torino. Finisce 7-5, 6-7, 7-6 al termine di una battaglia durata oltre tre ore di gioco (3h11′). L’azzurro macina gioco sin dal primo set. Immacolati nei turni di servizio i primi cinque game. Al sesto Sinner salva una palla break e siamo 3-3. Stessa cosa per Djokovic che mantiene il servizio al settimo game (4-3). Il break all’undicesimo game. Con la prima di servizio (90% di punti vinti) Nole costruisce un rapido 30-0, il 6° ace lo manda 40-0. Sinner prende mezza riga con un colpo da maestro e fa impazzire il pubblico, poi passa il serbo per il 40-30. Con lo schiaffo al volo lo trascina ai vantaggi. Il doppio fallo e l’esultanza del pubblico (applausi polemici di Nole) regalano a Jannik la palla break: va a segno per il 6-5 che diventa 7-5: al primo colpo va a segno dopo 57′. E’ un Sinner spaziale, con 6 ace, 81% di prime e una sola palla break concessa.

Grande equilibrio nel secondo parziale con Sinner che dimostra di essere sempre sul pezzo. All’undicesimo gioco un doppio fallo di Sinner non spaventa l’azzurro che dal possibile 15-40 va 40-30. Djokovic non molla ma un suo gratuito manda Sinner al tie break dopo 1h53′ di gioco. Una seconda di servizio a quasi 200 kmh manda Sinner sul 2-0. Djokovic recupera: 2-2. Nole prova a sorprendere con una discesa a rete ma mette la smorzata fuori: 3-2 Sinner con due turni di servizio. Passaggio a vuoto dell’altoatesino che regala il 4-3 a Djokovic. Tie-break deciso da pochi colpi: Sinner annulla il primo set-point, ma Djokovic va a segno al 2°. Poi fa il gesto polemico dell’orecchio al pubblico. Si va al 3° set dopo oltre 2 ore di lotta. Nel terzo set al quinto gioco Sinner fenomenale a mettere in campo due smash complicati per il 30-0, poi il passante del 40-15 strappa gli applausi anche di Nole. Jannik resta avanti dopo aver ‘vinto’ anche un falco (3-2). Al sesto arriva il break per l’azzurro: Due risposte pazzesche di Jannik, che lascia attonito un Djokovic confuso nelle discese a rete per il 15-30. Un’altra risposta sulla riga gli regala due palle break, un vincente di dritto sulla risposta gli dà il break. Bolgia al Pala Alpitour. Al settimo gioco arriva il controbreak di Djokovic. Tutto da rifare e 4-3 Sinner. Nole tiene il servizio ed è 4-4. Nono gioco da favola che lascia Djokovic a 0. Si va al tie break che Sinner domina: 5-0, 6-1 e poi chiude 6-2.

Hezbollah non ha paura di una guerra totale: “Dipende da Israele, siamo pronti”

Hezbollah non ha paura di una guerra totale: “Dipende da Israele, siamo pronti”Roma, 15 nov. (askanews) – Hezbollah non ha paura di una guerra con Israele al fianco di Hamas e, se attaccata, saprà difendersi con tutta la sua “potenza”. “Se mi chiede se ci sarà guerra totale, rispondo: dipende da quel che succede a Gaza e da quel che farà Israele. Netanyahu vuole la guerra? Non lo sappiamo”. Così il numero due del movimento sciita libanese, Naim Qassem, in un’intervista al Corriere della Sera, rispondendo a una domanda sulla possibilità di un conflitto totale contro lo Stato ebraico.

“Lo scontro non si misura solo in forza militare. C’è anche la motivazione. Ciò detto, noi abbiamo sia la forza militare sia i soldati per creare gravi perdite a Israele. L’esperienza del 2006 dimostra la nostra capacità di vincere anche senza un apparato militare superiore. Adesso siamo più armati e meglio organizzati di allora. Israele farebbe bene a pensare le suemosse”, ha commentato Qassem. Il numero due di Hezbollah ha smentito che il suo movimento abbia comprato armi dal fronte ucraino. “Non ne abbiamo bisogno. Abbiamo gli arsenali pieni e dobbiamo costruire sempre altri depositi”, ha precisato, prima di aggiungere riguardo al conflitto a Gaza che il gruppo deciderà cosa fare “al momento giusto”. “Per ora non discutiamo di linee rosse. Di certo non le divulghiamo”.

Antitrust, sanzioni a sei società energia per modifiche a prezzi

Antitrust, sanzioni a sei società energia per modifiche a prezziRoma, 15 nov. (askanews) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato sanzioni per oltre 15 milioni di euro nei confronti di Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia.

Secondo l’Autorità, si legge in una nota, le sei società “hanno adottato pratiche commerciali aggressive condizionando i consumatori ad accettare modifiche in aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas, in contrasto con la protezione normativa derivante dall’articolo 3 del Decreto Aiuti bis”. Infatti, “in un contesto caratterizzato da gravi criticità nel settore energetico con significativi aumenti dei costi per i consumatori finali, questa norma aveva vietato aumenti unilaterali dei prezzi per la fornitura di energia elettrica e gas dal 10 agosto 2022 al 30 giugno 2023. Invece, Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia hanno inviato agli utenti lettere con le quali inducevano ad accettare modifiche dei prezzi nel periodo citato, con conseguenti significativi incrementi delle bollette per i loro clienti”.

In particolare, prosegue l’Autorità, Enel ed Eni, cui sono state irrogate sanzioni di 10 milioni e di 5 milioni, “hanno modificato unilateralmente i prezzi di fornitura a oltre 4 milioni di consumatori sulla base delle clausole contrattuali che consentono alle stesse società di decidere a propria discrezione se e quando modificare le tariffe, una volta scaduti i prezzi dell’offerta economica scelta. Così, i clienti, anche diversi anni dopo la scadenza dell’offerta economica, si sono visti recapitare lettere con cui Enel ed Eni aumentavano i prezzi in assenza di una scadenza nota al consumatore finale”. L’Antitrust evidenzia, “nel caso della sanzione ad Enel pari a 10 milioni, che è la prima volta che si applica il massimo edittale da quando è stato modificato il Codice del Consumo”.

Acea e Dolomiti, prosegue l’Autoritò, “hanno ritenuto che le comunicazioni di modifica unilaterale dei prezzi, inviate prima dell’entrata in vigore del divieto, si sarebbero perfezionate dopo 10 giorni dall’invio delle stesse senza rispettare il preavviso di 90 giorni. Queste società hanno quindi aumentato i prezzi prima della scadenza corretta e, nel caso di Acea, anche con modifiche unilaterali in violazione della norma. Per tali ragioni sono state irrogate, rispettivamente, sanzioni pari a 560 mila euro e 50 mila euro”. Iberdrola, “cui è stata irrogata la sanzione di 25 mila euro, da maggio a ottobre 2022 ha inviato comunicazioni con cui minacciava la risoluzione contrattuale per eccessiva onerosità sopravvenuta in caso di mancata accettazione di un nuovo contratto di fornitura con condizioni economiche peggiorative. Anche questa condotta era volta ad aggirare l’articolo 3 del decreto, facendo pressione sui consumatori ad accettare la modifica unilaterale per aumentare i prezzi”.

Edison, infine, “ha applicato l’incremento dei prezzi prima della scadenza delle tariffe prevista dal contratto. Visto che la società ha ristorato i propri clienti e dato il numero marginale di consumatori coinvolti, è stato irrogato il minimo edittale di 5.000 euro”.

Landini: è di una gravità assoluta limitare il diritto di sciopero, andremo avanti

Landini: è di una gravità assoluta limitare il diritto di sciopero, andremo avantiRoma, 15 nov. (askanews) – “Nella storia del nostro Paese non è mai successo che si arrivi ad una limitazione del diritto di sciopero: è di una gravità assoluta” e “abbiamo intenzione di andare avanti”. Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, ad Agorà su Rai Tre.

“Lo sciopero è uno strumento per migliorare la condizione di questo Paese”, ha aggiunto. “Per il settore dei trasporti, in particolare, valuteremo cosa fare e come affrontare” la situazione “senza voler mettere in difficoltà i lavoratori perchè le sanzioni possono riguardare anche il singolo lavoratore”.”Su pensioni, su salute e sicurezza, sul lavoro, sono incontri finti” e “ad oggi non c’è la volontà del governo di confrontarsi e di riconoscere al sindacato il diritto di negoziare”.

Sbarra: lo scontro con il governo sullo sciopero si poteva evitare

Sbarra: lo scontro con il governo sullo sciopero si poteva evitareRoma, 15 nov. (askanews) – Lo scontro col governo sullo sciopero “si poteva sicuramente evitare. La legislarizone sulla regolazione del diritto di sciopero è molto chiara, non lascia molto all’immaginazione”, le deroghe per lo sciopero generale “richiedono una piena adesione di tutte le organizzazioni più rappresentative e di tutte le categorie”. Lo ha affermato il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, intervistato a Radio Anch’io su Rai Radio 1.

“La legge fissa vincoli precisi per contemperare il diritto costituzionale allo sciopero con quello delle persone a usufruire dei diritti essenziali” ha aggiunto il leader della Cisl “mi sembra che c’è una interpretazione della Commissione che non essendo uno sciopero convocato dalle tre grandi centrali confederali, le sigle più rappresentative, ed essendo spalmato su più giornate, quindi venerdì molte categorie sono esonerate dallo sciopero, non può vedervi applicate alcune regole”. Cisl e Uil “non dico che sbagliano, hanno avviato una procedura. Noi siamo sempre stati rispettosi come Cisl dei contenuti della legge, si tratta di rispettare le norme nella consapevolezza che le deroghe concesse per gli scioperi generali richiedono una piena adesione di tutte le organizzazioni più rappresentative e di tutte le categorie. Lo sciopero generale non si può proclamare a puntate”.

Soldati di Israele dentro l’ospedale Al-Shifa, “cuore pulsante” di Hamas

Soldati di Israele dentro l’ospedale Al-Shifa, “cuore pulsante” di HamasRoma, 15 nov. (askanews) – Le forze di difesa israeliane stanno “effettuando un’operazione precisa e mirata” contro Hamas nell’ospedale di al-Shifa, il più grande di Gaza. Il ministero della Sanità gestito da Hamas, citato dall’agenzia di stampa palestinese Shebab, ha affermato che “dozzine di soldati” sono entrati nell’edificio del pronto soccorso e che i carri armati israeliani hanno fatto irruzione nel complesso, occupando il pronto soccorso e gli edifici di accoglienza. Un testimone all’interno di al-Shifa ha detto alla BBC di aver visto almeno sei tank e più di 100 soldati all’interno del complesso ospedaliero. “Gli spari sono ancora forti e sentiamo esplosioni ovunque”, ha commentato da parte sua Ahmed Mokhallalati, un chirurgo di al-Shifa.

Il complesso ospedaliero potrebbe essere il “cuore pulsante” di Hamas, ha detto alla CNN il portavoce delle forze di difesa israeliane (IDF), tenente colonnello Peter Lerner. “Il nostro obiettivo è cercare Hamas ovunque si nasconda e il complesso ospedaliero è il fulcro centrale delle loro operazioni, forse anche il cuore pulsante e forse anche un centro di gravità”, ha commentato in un’intervista poco dopo l’inizio dell’operazione militare israeliana. “Abbiamo cercato di evacuare l’ospedale, abbiamo comprato carburante per i servizi essenziali, abbiamo provato e riprovato a portare incubatrici mobili per cercare di far uscire alcuni di quei bambinià perché la gente di Gaza non è un nostro nemico, Hamas lo è”, ha aggiunto.Le cifre sulle persone presenti all’ospedale variano da alcune centinaia a migliaia, senza che sia possibile confermarle in maniera indipendente. Domenica, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato il numero in circa 1.500 sfollati, 650 pazienti ricoverati e da 200 a 500 operatori sanitari. Un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale americano, che ha voluto restare anonimo, ha dichiarato: “Non siamo favorevoli a colpire un ospedale dal cielo e non vogliamo vedere uno scontro a fuoco in un ospedale dove persone innocenti, persone indifese, malati cercano di ottenere le cure mediche che meritano”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden hanno discusso della guerra tra Israele e Hamas e della ricerca degli ostaggi in mano al movimento estremista palestinese, durante una conversazione telefonica avvenuta nella notte italiana. Hamas ha accusato anche il presidente americano di essere “pienamente responsabile dell’attacco nazista dell’esercito di occupazione al complesso medico di Shifa”. “Per questo crimine brutale contro una struttura sanitaria protetta dalla Quarta Convenzione di Ginevra, i leader dell’occupazione e tutti coloro che hanno collaborato con lui all’uccisione di bambini, pazienti e civili indifesi saranno ritenuti responsabili”, ha riferito il gruppo in un comunicato. “L’adozione da parte della Casa Bianca e del Pentagono di una falsa narrativa secondo cui la resistenza sta utilizzando il Complesso medico Al Shifa per scopi militari è stato il via libera all’occupazione per commettere ulteriori massacri contro i civili e costringerli a migrare forzatamente da nord a Sud”.Funzionari della difesa israeliani hanno affermato intanto di avere accettato di consentire spedizioni di carburante nella Striscia di Gaza per operazioni umanitarie, riferisce l’Associated Press. È la prima volta che Israele consente l’ingresso di carburante nell’enclave palestinese dal 7 ottobre. L’Onu ha affermato che il carburante sarà “utilizzato esclusivamente per far funzionare i camion per la distribuzione degli aiuti umanitari in arrivo” e che “questo rappresenta una frazione del fabbisogno di carburante per le operazioni umanitarie”. Il Consiglio di Sicurezza sta negoziando una nuova risoluzione che richiede “immediate pause umanitarie estese” in tutta la Striscia di Gaza ma non fa menzione di un cessate il fuoco. La risoluzione, redatta da Malta, richiede che “tutte le parti” rispettino i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale.

Garante: questo sciopero non ha i requisiti della generalità, è ‘à la carte’

Garante: questo sciopero non ha i requisiti della generalità, è ‘à la carte’Roma, 15 nov. (askanews) – “A fine ottobre abbiamo esaminato il documento di proclamazione della protesta e da subito ci è parso che non corrispondesse a uno sciopero generale, ma fosse uno sciopero solo di alcune categorie”. Lo afferma la presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi Paola Bellocchi in un’intervista al Corriere aggiungendo che “così come è stato proclamato sembra uno sciopero ‘à la carte’”.

“Non tutto il mondo del lavoro è stato chiamato a scioperare venerdì 17 novembre – spiega – sono state escluse 16 categorie del settore privato. Manca quindi il requisito della generalità”. “Gli scioperi di settore hanno una disciplina diversa, più restrittiva rispetto a quella per gli scioperi generali” ricorda Bellocchi “Per gli scioperi di settore, i limiti sono molto più stretti, massimo 4 ore per la prima azione di sciopero ad esempio per il trasporto pubblico locale”.

“Noi il ministro non lo abbiamo sentito e io non l’ho mai incontrato. C’è stata un po’ di strumentalizzazione. Do una data: la nostra decisione è dell’8 novembre, quindi prima delle parole del ministro, ed è arrivata dopo un’accuratissima istruttoria” afferma Bellocchi rispondendo, in un’intervista al Corriere della Sera, alla domanda se avesse parlato con Matteo Salvini. “Abbiamo deliberato che non c’erano i requisiti e lo abbiamo comunicato alle confederazioni proclamanti – aggiunge – il nostro è stato quindi un intervento precedente. Le dinamiche politiche non hanno in alcun modo condizionato la nostra decisione che non è stata né arbitraria né capricciosa”. ugli scioperi indetti il venerdì “ci proponiamo una riflessione” perché “in effetti la maggior parte delle proteste è prima del fine settimana. Stiamo facendo un’istruttoria per capire meglio come affrontare questo argomento e semmai intervenire”.

Per le forze di difesa israeliane l’ospedale Al-Shifa è il “cuore pulsante” di Hamas

Per le forze di difesa israeliane l’ospedale Al-Shifa è il “cuore pulsante” di HamasRoma, 15 nov. (askanews) – Il complesso ospedaliero di Al-Shifa potrebbe essere il “cuore pulsante” di Hamas, ha detto alla CNN il portavoce delle forze di difesa israeliane (IDF), tenente colonnello Peter Lerner.

“Il nostro obiettivo è cercare Hamas ovunque si nasconda e il complesso ospedaliero è il fulcro centrale delle loro operazioni, forse anche il cuore pulsante e forse anche un centro di gravità”, ha detto alla CNN in un’intervista poco dopo l’inizio dell’operazione militare israeliana all’interno di Al-Shifa. “Abbiamo cercato di evacuare l’ospedale, abbiamo comprato carburante per i servizi essenziali, abbiamo provato e riprovato a portare incubatrici mobili per cercare di far uscire alcuni di quei bambini perché la gente di Gaza non è un nostro nemico, Hamas lo è”, ha aggiunto.

Spari ed esplosioni all’interno dell’ospedale Al Shifa a Gaza

Spari ed esplosioni all’interno dell’ospedale Al Shifa a GazaRoma, 15 nov. (askanews) – Ashraf al-Qidra, portavoce del ministero della Salute di Hamas a Gaza, ha detto al canale tv Al Jazeera che l’esercito israeliano “è ora nel seminterrato dell’ospedale di Al Shifa a Gaza e lo sta perquisendo” alla ricerca di miliziani di Hamas. Il portavoce ha inoltre affermato di aver sentito “colpi di pistola” ed “esplosioni”.

Le forze di difesa israeliane stanno effettuando una “operazione precisa e mirata” contro Hamas in un’area specifica dell’ospedale di Al Shifa, sulla base di informazioni di intelligence e di necessità operativa. All’interno del nosocomio palestinese ci sono 6.000 persone tra pazienti e personale medico.

Secondo Biden la Cina di Xi ha problemi reali

Secondo Biden la Cina di Xi ha problemi realiRoma, 15 nov. (askanews) – La Cina di Xi Jinping ha “problemi reali”. Lo ha detto il presidente Usa Joe Biden a poche ore dal suo incontro con l’omologo cinese a margine di un vertice a San Francisco per ristabilire le relazioni sino-americane.

“Il presidente Xi è un altro esempio di come il ripristino della leadership americana nel mondo si stia imponendo. Hanno problemi reali”, ha affermato il numero uno della Casa Bianca durante una raccolta fondi, alla vigilia del suo incontro programmato con il leader cinese al vertice dell’Apec, la Cooperazione economica per l’Asia-Pacifico a San Francisco.