Roma, 30 mar. (askanews) – Il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti ha incontrato oggi al Mef il Ceo di Lufthansa Carsten Spohr e il presidente Ita Airways Antonino Turicchi.
“Nel corso del positivo colloquio – si legge in una nota di via XX settembre – è stato illustrato il piano industriale condiviso che determinerà in termini di flotta, network e obiettivi strategici lo sviluppo di Ita Airways. Con l’incontro di oggi, nel solco del Dpcm, si compie un ulteriore progresso nella direzione della partnership industriale tra i due vettori”.
Roma, 30 mar. (askanews) – “Il pomodoro lungo usato sulla pizza è arrivato a Napoli nel 1770 e è documentato sulla pizza da inizio ‘800 eppure si diffondono bufale sgangherate che vorrebbero la pizza al pomodoro inventata nel’900 in USA. Sono attacchi patetici alle tradizioni della cucina italiana che vanno contrastati in modo netto”. E’ la denuncia in un video di Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde , già ministro dell’agricoltura e promotore di #pizzaUnesco e #noFakefood che aggiunge: ” questo attacco alla dieta mediterranea e alle nostre tradizioni coincidono con lo sfrenato tentativo di imporre cibi sintetici, ogm e una specie di dieta unica mondiale di cibi anonimi standard in mano a poche multinazionali. L’Italia è un baluardo contro questo attacco ed ecco perché vogliono demolire la reputazione di prodotti simbolo come pizza, parmigiano o pasta. Occorre accelerare con legge contro cibi sintetici e azioni in Ue contro cibi anonimi come hanno chiesto 1 milione di cittadini in 10 paesi in una Ice lanciata da Coldiretti, Campagna Amica, Fondazione Univerde, slow food e altri”.
Roma, 30 mar. (askanews) – “Schlein è una persona seria, voleva approfondire tutti gli aspetti (del progetto del termovalorizzatore per Roma, ndr) e glieli spiegherò. La incontrerò”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intervistato nella trasmissione ‘Agorà’ su Rai3.
“Se ho notato freddezza da parte di Schlein? Nessuna freddezza, da parte di nessuno, perché tutti sanno che Roma deve risolvere il problema dei rifiuti”, ha aggiunto. “Tra poco si fa la gara per i lavori e partono i cantieri, ci sono stati dibattiti, ora si sono conclusi e andiamo avanti”, ha concluso.
Milano, 30 mar. (askanews) – Il 45enne enologo Fabio Dei Micheli è il nuovo presidente del Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino. Succede a Franco Cristoforetti. Dei Micheli è proprietario con la sorella Serena dell’azienda agricola di famiglia e ha ricoperto il ruolo di consigliere all’interno del Consorzio per tre mandati.
Ad affiancarlo nella carica tre vicepresidenti: Alberto Marchisio, Davide Ronca e Fausto Zeni. Compongono il rinnovato consiglio Alessandro Bianchi, Mario Boni, Marica Bonomo, Roberta Bricolo, Piergiuseppe Crestani, Claudio Lenotti, Giannantonio Marconi, Luca Oliosi, Agostino Rizzardi, Luca Sartori, Marco Zanoni. Fanno parte del Collegio sindacale Enrico Gentili, Lucio Salier e Lorenzo Mario Sartori, che ne è anche il presidente. Nicola Bonfante e Massimo Brutti hanno invece il ruolo di supplenti. “Iniziamo questo nuovo mandato all’insegna della responsabilità verso tutta la filiera del Bardolino” ha affermato Dei Micheli, spiegando che “il Consiglio neoeletto ne rappresenta di fatto tutte le anime e soprattutto l’energia che queste aziende vogliono investire nella denominazione e nella promozione dei vini Bardolino e Chiaretto di Bardolino”. “Lo dimostra anche il ritorno nel Consiglio di alcune delle realtà storiche della zona Classica, oltre che il nuovo ingresso come consiglieri di alcune delle imprenditrici più impegnate nella produzione di vini di qualità” ha proseguito, aggiungendo che “il percorso che intraprenderemo durante questi tre anni continuerà il proficuo lavoro fatto dal presidente Franco Cristoforetti, che con l’occasione ringrazio, nella promozione del Chiaretto e delle sottozone Montebaldo, La Rocca e Sommacampagna”. “Dovremo comunque affrontare temi oggi importantissimi – ha concluso – come ad esempio la sostenibilità, e guidare la denominazione in una continua crescita di riconoscimento qualitativo da parte del consumatore”.
Il primo appuntamento in calendario per il neoeletto presidente e per il Consiglio è Vinitaly, dal 2 al 5 aprile a Verona. Allo stand consortile (Padiglione 4 – Stand D1) sarà possibile degustare la nuova annata del Chiaretto di Bardolino, i Bardolino di distretto e il Bardolino Classico.
Milano, 30 mar. (askanews) – Lazza torna in pista con Zonda e si annuncia un ennesimo successo per il rapper milanese, che nel giro di pochi anni ha cambiato il volto della musica hip-hop italiana. L’adrenalinico brano (Island Records), banger 100% stile Zzala (nome del primo album di Lazza N.d.R.), arriva in digitale venerdì 31 marzo per disegnare una nuova linea sul tracciato di Lazza, giorno 0 della sua nuova storia, dopo aver fatto la storia.
A bordo dell’iconica supercar firmata Pagani, che dà il titolo al pezzo, l’artista multiplatino del roster Me Next prende la via delle origini, tornando ad un ambiente più street dove barre senza freni sfrecciano sul beat ad altissima velocità prodotto dal producer londinese pioniere della drill britannica 808 Melo e da NKO, dopo la collaborazione in Blue Cheese. 3 min e 27 sec, tanto basta a Lazza per risponder per le rime a chi si mette sulla sua strada / Vogliono una taglia sulla mia testa come il Far West / spingendo sull’acceleratore del self confidence e del successo raggiunto / noto anche come primo in Fimi / senza mai rinnegare le origini / ero già uno di quelli veri prima di quella spunta blu.
Con liriche nude e crude e il flow di una bomba, Zonda ha nel contachilometri i numeri giusti per candidarsi a vero street anthem che manderà su di giri anche i fan della prima ora. Un momento d’oro per Lazza, che dopo la release di Zonda sarà impegnato con le date (prodotte da Vivo Concerti e Next Show) del Lazza Ouver-Tour -in programma da aprile nei principali palasport e all’Arena di Verona, e già sold out- e del Lazza Ouvertour Summer 2023, da giugno sui palchi delle arene e dei festival più importanti della calda stagione.
Roma, 30 mar. (askanews) – Straordinario successo di pubblico e di contenuti la manifestazione “Innovation Made in Italy Conference”, andata in scena oggi nel Salone degli Arazzi nell’esclusivo complesso di Palazzo Piacentini presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e promossa dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, punto di riferimento dell’innovazione e del digitale in Italia.
Appuntamento nato per evidenziare il ruolo dell’innovazione e della trasformazione digitale come elementi fondamentali per il sostegno e lo sviluppo delle imprese all’insegna del Made in Italy e della sostenibilità. Iniziativa che ha ricevuto il plauso dalle istituzioni con il patrocinio degli Uffici del Parlamento Europeo in Italia, della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. “L’innovazione e la trasformazione digitale sono due assi portanti per lo sviluppo delle imprese e la valorizzazione del Made in Italy. Siamo lieti oggi di aver potuto evidenziare, attraverso le testimonianze di alcune delle più importanti ed autorevoli corporate italiane, la visione in termini di crescita e di investimenti che si stanno portando avanti nei cluster strategici del nostro ecosistema paese, sottolineando i punti di forza e specificando le azioni migliorative per quelli che saranno i pilastri del nostro manifesto per il Made in Italy. Un percorso, pertanto, che partirà da una sinergia tra le istituzioni e gli stakeholder del mondo delle imprese con al centro i giovani innovatori e che vedrà protagoniste le eccellenze del nostro Paese. Un ringraziamento particolare al Ministro Urso e alle istituzioni europee con i quali porteremo avanti il nostro percorso mettendo al centro l’innovazione e le future generazioni a sostegno dell’Italia e del comparto imprese”. Così il Presidente dell’ANGI, Gabriele Ferrieri (già ForbesU30).
“Come Governo abbiamo da subito portato avanti azioni che mirano a supportare al meglio la nostra economia e l’occupazione anche e soprattutto per le nuove generazioni, che sono la vera molla del nostro Paese. Il nostro obiettivo è permettere ai giovani laureati di restare nel nostro Paese rendendoli professionalmente competitivi”. Così il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso. A seguire tra le testimonianze delle imprese e dei tecnici d’area, sono intervenuti a portare la loro preziosa visione: Francesco Tramontin VP Group Public Policy Center and Eu Institutional Affairs Gruppo Ferrero, Olga Bologna Chief Strategy & Investor Relations Officer illycaffè, Francesca Bardelli Nonino Digital Communication Manager Nonino Distillatori, Marco Pietrucci Head of Innovation Terna, Daniele Francesco Ali Head of Cyber Security and Digital Solutions Fincantieri, Claudio Lubatti Head of Relazioni Istituzionali con Ecosistema Innovazione Intesa Sanpaolo Innovation Center, Daniele Lombardo Group Institutional Relations and Communication Director TeamSystem, Sandro De Poli Presidente Avio Aero, Marco Bassoli VP Firearm Technologies and R&D Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, Andrea Ghislandi Chief Business Officer Sababa Security, Claudio Majavacca Amministratore Delegato Aywyn – Gruppo Dimensione, Emanuele Calà VP Innovation & Quality Aeroporti di Roma, Domenico Pellegrino Chief Executive Officer Gruppo Bluvacanze, Prof. Francesco Di Ciommo Prorettore della Luiss Guido Carli di Roma, Prof. Nino Carmine Cafasso Esperto giuslavorista e Ceo dello Studio Cafasso & Figli, Cris Nulli Founder Appetite for Disruption Platform e Santo Versace Presidente Fondazione Altagamma e Presidente Minerva Pictures.
Milano, 30 mar. (askanews) – Per le Cantine italiane la sostenibilità nel vino è un impegno autentico, che non risponde solo a una domanda del mercato, ma è assunzione di responsabilità etica nei confronti di sfide globali e locali, coerente con l’identità e la cultura aziendale e richiede investimenti a lungo termine in ricerca e innovazione. E’ quanto emerge da un’interessante indagine condotta da Walden Lab e The Round Table sul significato del termine “sostenibilità” per le aziende vitivinicole italiane. Lo studio è stato presentato questa mattina a Milano prima della premiazione della nona edizione del Premio Gavi “La buona Italia 2023”, organizzato dal Consorzio Tutela del Gavi, che lo ha commissionato.
Dalla ricerca condotta sulle 21 aziende nella short list del premio, risulta che la sostenbilità, ambientale, economica, sociale ma anche culturale, è un “elemento di sostanza” in grado di valorizzare la produzione vinicola con ricadute dirette sulla qualità e le performance del prodotto, sull’immagine dell’azienda e, a tendere, ha ricadute positive anche sul piano economico. Una responsabilità che per le Cantine non può prescindere da un’azione educativa orientata a promuovere una modalità di consumo consapevole e responsabile, improntata alla misura e alla moderazione, all’apprezzamento della qualità più della quantità. Comunicarla in modo corretto significa quindi poter contare su uno strumento di differenziazione, che rafforza la reputazione e l’attrattività del marchio. Al “greenwashing” vanno opposti serietà, coerenza, trasparenza e concretezza – hanno spiegato gli autori della ricerca – con iniziative di comunicazione finalizzate ad informare, sensibilizzare ed educare ai valori della sostenibilità, sia attraverso l’utilizzo di strumenti tradizionali e digitali, sia con strumenti come il Bilancio sostenibile, le certificazioni ma anche con le visite in Cantina. Un’attenzione che va veicolata non solo all’utente finale ma anche alla pluralità degli stakeholder, ai propri fornitori e venditori, alla comunità e al territorio circostante e naturalmente anche ai propri dipendenti.
“Ancora una volta lo scenario indicato dal premio e l’analisi condotta sono un esempio da seguire” ha dichiarato il presidente del Consorzio Tutela del Gavi, Maurizio Montobbio, spiegando che “abbiamo dimostrato come gli imprenditori del vino in Italia comunicano la sostenibilità non tanto perché sia obbligatorio ma perché credono sia la strada giusta”. “E’ un modello a cui ispirarsi, anche per i produttori più piccoli, e ci porta ad una riflessione: ci aspetta un futuro complesso in cui la responsabilità delle nostre azioni sarà totalmente sulle spalle dei produttori” ha proseguito Montobbio, concludendo “fare bene le cose e dirlo dopo averle fatte dimostrerà la credibilità di un intero settore e la sua capacità di rinnovarsi”.
Roma, 30 mar. (askanews) – La Lega ha scatenato una bufera contro il presidente dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia. Le critiche al nuovo codice degli appalti, voluto dal leader leghista Salvini, esternate senza mezzi termini dal presidente Busia, in due interviste, hanno provocato una reazione tale che autorevoli esponenti del partito ritengono che non possa più guidare l’Autorità.
Ecco cosa ha detto il presidente dell’Anac. “Il vero punto non è costruire una scuola qualsiasi o una strada qualsiasi, nei tempi più rapidi possibile, ma costruire buone scuole e buone strade. Concentrarsi solo sulla velocità rischia di andare a discapito di trasparenza, concorrenza, tutele dei lavoratori e in definitiva della qualità delle opere pubbliche”, ha detto Busia, in un’intervista a Repubblica, chiedendo al governo di correggere il nuovo Codice degli appalti. Busia, pur provando a evitare polemiche politiche, ha messo in fila le perplessità sulla “deregulation” celebrata dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini: “Se le regole sono buone, ma si modificano le soglie così da applicarle solo a una minima parte degli appalti, vengono in realtà svuotate”; e “il codice trasforma in regola quelle che prima erano deroghe emergenziali, perdendo di vista quello che ci chiede l’Europa”. In un’altra intervista al Corriere della Sera, Busia è sceso più nel concreto, sottolineando che limitare l’obbligo di gara pubblica solo quando la spesa supera 5,3 milioni, come prevede il codice, pur se in linea con le normative dell’Ue, ha conseguenze importanti: “Significa che si possono fare affidamenti senza pubblicare un avviso e quindi senza una procedura pubblica di gara. Per i lavori fino a 150 mila euro e le forniture di servizi fino a 140 mila euro si può ricorrere all’affidamento diretto, col rischio che, soprattutto nei piccoli Comuni, questi contratti vengano stipulati in virtù di relazioni personali se non di parentela, anziché sulla bontà delle offerte o della qualità delle ditte. Spingendo le stesse a investire di più sulle relazioni personali col decisore pubblico che sulla qualità della prestazione. Insomma, sotto i 150 mila euro va benissimo il cugino o anche chi mi ha votato e questo è un problema”. Ed ecco la reazione della Lega. “Gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul Codice Salvini: se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo. Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile”, così Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali della Lega, ha commentato le parole del Presidente dell’Anac.
“La Lega ha piena fiducia negli amministratori locali, a differenza del presidente di Anac che li considera evidentemente corrotti e corruttibili. Busia prima di sparare a zero sui sindaci e sul Codice Salvini dovrebbe ragionare su quale sia il futuro che vuole per l’Italia. Noi vogliamo efficienza e sburocratizzazione per un Paese veloce, non ci sono dubbi”, questa, invece, la dichiarazione dei deputati della Lega in commissione Ambiente Gianpiero Zinzi, Alessandro Benvenuto, Gianangelo Bof, Elisa Montemagni e Graziano Pizzimenti. “Completamente fuori luogo e senza fondamento, oltre che gravi, le dichiarazioni del presidente di Anac Giuseppe Busia. Con il nuovo Codice, appalti più rapidi, più autonomia agli Enti locali, corsia preferenziale per le forniture italiane ed europee, digitalizzazione, semplificazione e meno burocrazia. Quindi: ‘Prima l’Italia’”, così in una nota i senatori della Lega in commissione Lavori pubblici, Nino Germanà (segretario), Tilde Minasi (capogruppo) e Manfredi Potenti, dopo le parole del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Quindi, per gli esponenti della Lega, “Busia che, per il ruolo che ricopre, dovrebbe essere super partes, dimostra invece la sua inadeguatezza a ricoprire quell’incarico”.
Milano, 30 mar. (askanews) – “Siamo preoccupati per i lavori che si stanno realizzando nella piazza e condividiamo le apprensioni del comitato commercianti e dei residenti”. Così in una nota Alessandro Verri e Pietro Marrapodi, rispettivamente capogruppo e consigliere della Lega a Milano, a proposito del riassetto di piazza Frattini in relazione alla realizzazione della fermata della M4 che si presenta come “un disastro annunciato”. “I lavori, già in colpevole ritardo, stanno evidenziando forti spinosità dovute al mancato dialogo col quartiere e soprattutto alla scarsissima conoscenza del territorio da parte di questa amministrazione” hanno aggiunto.
“Dopo l’ampiamento dei marciapiedi, che rende poco fluido il passaggio dei veicoli con il conseguente intasamento della piazza, emergono altre due gravi criticità: i manufatti della stazione realizzati sotto i balconi degli stabili, che renderanno le case meno sicure, e la totale eliminazione dei parcheggi nella piazza stessa” hanno sottolineato gli esponenti della Lega. “Chiediamo subito un’assemblea con gli assessori competenti per intervenire immediatamente e ascoltare le richieste dei commercianti e dei cittadini” ha aggiunto il capogruppo in Municipio 6, Piermario Sarina.
Roma, 30 mar. (askanews) – Al via l’Alleanza Clima Lavoro, un tavolo permanente di confronto, elaborazione e proposta d’iniziativa comune tra organizzazioni sindacali e associazioni ambientaliste per promuovere la giusta transizione e la mobilità sostenibile in Italia. Presentata stamane in una conferenza stampa al Senato, l’Alleanza è promossa dalla campagna Sbilanciamoci!, da Cgil Piemonte, Fiom Cgil, Kyoto club, Motus-E, Transport&Environmente Italia, Legambiente, Wwf Italia, Greenpeace.
“E’ nostra intenzione influenzare e condizionare il dibattito pubblico affinché la transizione ecologica sia la più rapida possibile e si vada verso uno scenario di mobilità sostenibile, di riconversione del sistema industriale del nostro paese tale da avviarci verso un modello di sviluppo nuovo, sostenibile e di salvare posti di lavoro”, ha spiegato Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci!, secondo il quale “abbiamo bisogno di uno scatto in avanti: il governo e le istituzioni devono credere di più nella elettrificazione del paese e nella sfida di un modello di sviluppo che mette al centro la mobilità sostenibile, mette al centro le energie rinnovabili e mette al centro l’idea di una nuova economia. Per questo ci siamo uniti e per questo ci impegneremo”. Secondo i promotori dell’Alleanza lo stop alla produzione dei motori alimentati da benzina diesel del 2035 chiama la politica e le istituzioni ad un cambio di passo: servono politiche più incisive per la mobilità sostenibile, per un modello industriale diverso che sappia coniugare gli obiettivi della decarbonizzazione dell’economia, con la salvaguardia dell’occupazione, che anzi beneficia della transizione all’elettrico.
Il problema è che l’Italia “sembra concentrarsi più sulla conservazione che sull’innovazione”, ha sottolineato Michele De Palma, segretario generale della Fiom Cgil, illustrando le problematiche occupazionali e industriali del settore automotive nel nostro Paese. Gli ha fatto eco Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte, secondo il quale “per salvare posti di lavoro bisogna aumentare la produzione di auto elettriche, esattamente il contrario di quello che dice il ministro Salvini”. Una lettura politica ampiamente condivisa. Per Nicola Fratoianni, segretario di Siistra Italiana e deputato dell’Allenza Verdi Sinistra, “questo è un governo conservatore e lo è in particolare sul terreno della transizione ecologica. La transizione non è una possibilità, è una necessità. Continuare a far finta che non sia così, significa condannare questo paese, sul piano ecologico, sul piano della giustizia sociale, del lavoro e della capacità competitiva della nostra filiera industriale, a una rapida obsolescenza, insomma significa avere una politica antiitaliana”. Secondo Fratotiannii invece “occorre investire oggi, senza altri rinvii, e mettersi a correre per incrociare la transizione ecologica e fare in modo che quella transizione sia giusta sul piano sociale e occupazionale”.
Per Chiara Gribaudo, capogruppo del Pd alla Camera, “i dati” illustrati oggi dall’Alleanza Clima Lavoro “sono molto importanti e ci ricordano come le transizioni vanno sempre gestite. Nei processi complessi servono più competenze, serve più politica, non meno politica o la ricerca di un colpevole, come invece sta facendo questo governo su qualunque partita. È evidente che siamo di fronte a una transizione complessa, siamo all’interno della quarta rivoluzione industriale, bisogna mettere delle politiche a disposizione e al servizio di questo cambiamento, altrimenti i dati che abbiamo sentito oggi diventeranno con il segno meno davanti, cioè -70mila posti di lavoro”. Tuttavia “siamo in tempo per gestire questo processo, però serve una politica all’altezza della sfida e del nostro tempo”. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Maria Grazia Midulla, responsabile clima di energia del Wwf Italia, Anna Donati, coordinatrice del gruppo di lavoro mobilità sostenibile di Kyoto Club, Andrea Braschi, Clean mobility manager di Transport&Environment Italia, Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia, Maria Maranò, segretaria nazionale di Legambiente.