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Tag: Sanremo 2023

Accordo Fai-Cisl e sindacato marocchino Fnsa-Umt per formazione

Accordo Fai-Cisl e sindacato marocchino Fnsa-Umt per formazioneRoma, 19 nov. (askanews) – È stato siglato a Casablanca il Memorandum di cooperazione e sostegno reciproco tra la Fai-Cisl e l’omologo sindacato marocchino Fnsa-Umt, con l’obiettivo di rafforzare reciprocamente l’efficacia delle attività in difesa degli interessi dei lavoratori, in particolare degli immigrati di origine marocchina impiegati nel settore agroalimentare e negli altri settori della categoria. In Italia, risiedono oltre 400.000 cittadini marocchini. Nel settore agricolo i lavoratori marocchini sono 38.000 e rappresentando il 15,4% dei braccianti non comunitari sono la prima comunità straniera tra quelle extra Ue.


Tra i punti dell’accordo, siglato dai vertici della Federazione agroalimentare della Cisl e della Fédération Nationale du Secteur Agricole dell’Umt, lo scambio di informazioni ed esperienze, la realizzazione di incontri e seminari di studio, iniziative sindacali e culturali di interesse comune, la costruzione di reti di solidarietà e l’implementazione dell’efficacia delle campagne congiunte nell’ambito delle Federazioni internazionali del settore agroalimentare. L’accordo, rende noto la Fai Cisl, punta inoltre a tutelare i diritti sindacali e contrattuali dei lavoratori, riguardanti condizioni di lavoro e di sicurezza, aumenti salariali, tutela dell’occupazione, a sostenerne la partecipazione e la formazione attraverso l’utilizzo di fondi nazionali ed europei, che siano focalizzati all’inserimento lavorativo e sociale dei lavoratori migranti del settore agroalimentare e anche nell’ambito dei decreti flussi stagionali.


“Con 600 miliardi di fatturato e 70 di export – ha detto il leader della Fai-Cisl Onofrio Rota commentando con soddisfazione la sigla del Memorandum – l’agroalimentare è diventato uno dei settori trainanti dell’economia italiana: il ruolo dei lavoratori immigrati è sempre più determinante ma occorre valorizzarlo puntando su formazione e competenze, su corridoi migratori legali, su un mercato del lavoro più efficiente e tracciabile per debellare qualsiasi forma di sfruttamento ed economia sommersa. Governare l’immigrazione in modo più strutturato e garantendo le opportune dinamiche di inclusione – ha aggiunto – vuol dire anche dare risposte concrete all’inverno demografico e alla drastica diminuzione di lavoratori attivi, visto che nel 2040 ne usciranno dal mercato del lavoro 4 milioni e nel 2050 circa 7 milioni”.

Giubileo, accordo franchigie straordinarie scioperi con no Cgil

Giubileo, accordo franchigie straordinarie scioperi con no CgilRoma, 19 nov. (askanews) – Questa mattina è stato sottoscritto, su iniziativa della commissione di garanzia sugli scioperi, il protocollo tra le parti sociali per il Giubileo 2025 che contempla, relativamente ad alcuni eventi in cui si prevede una significativa partecipazione di pubblico, franchigie straordinarie durante le quali evitare astensioni dal servizio (nei settori trasporti, sicurezza, igiene ambientale e sanità), in un arco temporale in cui si consideri anche il giorno precedente e successivo all’evento. La Cgil ha non firmato il protocollo.


Nel corso delle riunioni svoltesi presso la sede dell’autorità (con la partecipazione della presidenza del consiglio dei ministri, del Comune di Roma il cui sindaco è il commissario straordinario per il Giubileo, e dei ministeri dei Trasporti, dell’Interno e della Salute) sono stati individuati nove eventi strategici per la Capitale nei quali è previsto un grande flusso di partecipanti: 23-24-25 dicembre 2024 apertura Porta santa Basilica di San Pietro; 4-5-6-7 aprile 2025 Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità; 24-25-27-28 aprile 2025 Giubileo degli adolescenti; 27-28-29-30 aprile 2025 Giubileo delle persone con disabilità; 30 aprile-1-4-5 maggio 2025 Giubileo dei lavoratori; 15-16-18-19 maggio 2025 Giubileo delle Confraternite; 29-30 maggio-1-2 giugno 2025 Giubileo delle famiglie, nonni e anziani; 27 luglio-5 agosto 2025 Giubileo dei giovani; 5-6-7 gennaio 2026 chiusura Porta santa Basilica di San Pietro. “L’intesa tra le parti sociali siglata oggi presso la nostra commissione rappresenta un momento davvero importante, cruciale non solo per la città di Roma”, commenta Paola Bellocchi, presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi. “L’impegno comune di istituzioni, organizzazioni sindacali e associazioni datoriali, per garantire, in determinati specifici eventi, una regolare fruizione dei servizi pubblici essenziali a milioni di pellegrini attesi nell’arco del prossimo anno giubilare – aggiunge – rappresenta un esempio virtuoso da evidenziare e da portare ad esempio per il senso di responsabilità espresso da tutti i soggetti firmatari, che ringrazio a nome di tutta la Commissione. Dispiace che la Cgil e qualche altra organizzazione sindacale abbiano ritenuto di non sottoscrivere, dimostrando di non cogliere lo spirito di questo documento”.


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Dal 29 novembre a 1 dicembre Sovicille festeggia Cinta senese Dop

Dal 29 novembre a 1 dicembre Sovicille festeggia Cinta senese DopRoma, 19 nov. (askanews) – Dal 29 novembre al primo dicembre, nelle campagne senesi tra i comuni di Sovicille e Murlo, si festeggia uno degli animali più famosi al mondo per le sue caratteristiche organolettiche: la Cinta Senese DOP. In questi giorni, infatti, è in programma “La Festa della Cinta Senese DOP”, evento voluto dal Consorzio di Tutela della Cinta Senese DOP, che rappresenta un vero e proprio traino per un turismo sostenibile legato alle eccellenze gastronomiche di questa terra.


Il territorio di Sovicille, nel cuore della campagna senese, rappresenta l’essenza della Cinta Senese DOP grazie ad un ambiente che conserva l’autentica varietà paesaggistica Toscana. Al centro della Festa c’è un programma ricco di iniziative enogastronomiche e di conoscenza delle caratteristiche del prodotto, oltre a percorsi di Trekking della Cinta Senese DOP, Masterclass promossa dal Consorzio con Fondazione Qualivita per gli operatori professionali con esperti di produzione e gastronomia. E infine un Concorso Internazionale di taglio del prosciutto da Cinta Senese DOP con la partecipazione dei celebri cortadores spagnoli, da anni impegnati a valorizzare le caratteristiche organolettiche distintive dei prodotti iberici. L’iniziativa prevede un vero e proprio concorso dove sei tagliatori professionisti, tre spagnoli e tre italiani, si sfideranno nella realizzazione dei piatti, mentre Mirko Giannella, tagliatore esperto di livello internazionale, racconterà gli elementi di un corretto e consapevole consumo e di un servizio ottimale.

Le pastiglie del Leone sbarcano in Cina con 2 store a Shanghai e Hangzhou

Le pastiglie del Leone sbarcano in Cina con 2 store a Shanghai e HangzhouMilano, 19 nov. (askanews) – Leone 1857, azienda dolciaria italiana nota per le sue pastiglie, apre i suoi primi negozi monomarca in Cina, a Shanghai e Hangzhou. Con questo debutto in Asia, spiega l’azienda piemontese, Leone consolida la propria presenza internazionale, rafforzando la connessione con i mercati esteri e portando avanti l’impegno di promuovere la tradizione dolciaria italiana a livello globale.


“Siamo entusiasti e orgogliosi di inaugurare i primi due store monomarca di Leone in Cina, un passo strategico per consolidare la nostra presenza a livello internazionale e portare l’eccellenza dell’arte della confetteria italiana anche in Asia – ha dichiarato la presidente Michela Petronio – Il nostro costante impegno nella selezione di ingredienti di alta qualità, forte di oltre 160 anni di heritage, ci consente di offrire non solo una vasta gamma di prodotti dolciari, ma una vera e propria esperienza di gusto che aspira a creare momenti di felicità capaci di unire culture e tradizioni diverse”. L’inaugurazione dei due store monomarca Leone sono avvenute il 15 e 17 novembre scorsi, all’interno di due centri commerciali di lusso, Raffles City a Shanghai e Hangzhou Kerry Centre a Hangzhou. All’interno dei due negozi, i visitatori troveranno le tre principali linee di prodotto: caramelle, cioccolato e gelato, con le iconiche pastiglie, accanto ai Cri Cri, “i cioccolatini vestiti da caramella”, e una selezione di gusti di gelato artigianale.

Vendemmia 2024, Consorzio Trentino: raccolti 1.020.511 quintali (-11%)

Vendemmia 2024, Consorzio Trentino: raccolti 1.020.511 quintali (-11%)Milano, 19 nov. (askanews) – Le aziende che fanno capo al Consorzio Tutela Vini del Trentino hanno registrato una riduzione complessiva della vendemmia 2024 dell’11% rispetto al 2023, per un totale di 1.020.511 quintali di uva raccolta. Tuttavia, nonostante le difficoltà, il bilancio qualitativo risulta positivo. E’ quanto emerge dai dati pubblicati dall’ente consortile a conclusione di un’annata climaticamente complessa che ha inciso sul ciclo vitale della vite.


La stagione è iniziata con un inverno e una primavera insolitamente piovosi, che hanno portato ad un’anticipata ripresa vegetativa. Le gelate di aprile hanno colpito alcune aree pianeggianti, causando danni localizzati e allungando la fioritura, soprattutto per il Pinot Grigio, che ha registrato una fertilità tra le più basse nella serie storica. I mesi di maggio e giugno sono stati i più piovosi degli ultimi anni, con accumuli record che hanno portato a sfide per il contenimento delle patologie fungine. La piovosità ha favorito lo sviluppo della peronospora ma l’applicazione del disciplinare di produzione integrata ha permesso di contenere i danni. Nei vigneti trattati, le infezioni si sono concentrate prevalentemente sulla giovane vegetazione, mentre i grappoli sono rimasti in buono stato, garantendo una produzione sana. Anche l’oidio è stato contenuto, grazie a interventi di sfogliatura e alla distensione dei grappoli. Nel 2024, un’attenzione speciale è stata dedicata alla flavescenza dorata, con oltre 6.000 ettari monitorati (dal Consorzio e dalle cantine associate, in collaborazione con la Fondazione E. Mach) per limitare la diffusione del patogeno e dell’insetto vettore S. titanus. La vendemmia ha visto una produzione di 790.836 quintali di uve bianche, pari al 77% del totale, mentre le uve nere hanno totalizzato 229.675 quintali (23%), entrambe le categorie mostrano un calo rispetto all’anno precedente, rispettivamente dell’11% e del 9%. Pinot Grigio, Chardonnay e Muller Thurgau continuano a essere le varietà bianche più diffuse, con una quota complessiva superiore al 70%. Teroldego (7% della produzione complessiva, in calo del 2%) e Merlot (5%, in calo del 3%) dominano tra le varietà di uve nere coltivate. Nonostante una produzione quantitativamente ridotta, le uve raccolte sono risultate di buona qualità. Rispetto al 2023, il Pinot grigio registra una produzione di 354.933 quintali con un calo del 14%, lo Chardonnay è in diminuzione del 7%.


Il Consorzio ha evidenziato che anche nel 2024 è proseguito il percorso di certificazione sostenibile SQNPI, iniziato nel 2016 e che oggi coinvolge 5.303 aziende trentine. Questo sistema, “unico in Italia per estensione, rappresenta un traguardo importante nella produzione integrata e attesta un processo produttivo rispettoso dell’ambiente e della salubrità del prodotto”.

A Turi nuova struttura Crea su ricerca sperimentale in enologia

A Turi nuova struttura Crea su ricerca sperimentale in enologiaRoma, 19 nov. (askanews) – E’ stata inaugurata oggi a Turi, nel barese, la nuova struttura Crea dedicata alla ricerca sperimentale in enologia, unica sede Crea Viticoltura ed Enologia nel Sud Italia. Finanziata in un primo momento con fondi comunitari come istituto di formazione, prevede anche una piccola foresteria per accogliere ricercatori e studenti. Grazie all’utilizzo di fondi interni, inoltre, si arricchisce oggi con i laboratori di enologia e di microbiologia enologica, diventando un vero e proprio centro di ricerca destinato all’enologia, l’unico Centro Crea dedicato nel Sud d’Italia. Un supporto aggiuntivo in grado di far fare un salto di qualità alla ricerca sperimentale nell’enologia non solo a Turi, ma anche per il Sud Italia.


“Il settore vitivinicolo pugliese, oltre ad essere una eccellenza nazionale, rappresenta uno straordinario patrimonio culturale ed economico del territorio – ha detto il presidente del Crea, Andrea Rocchi – che si trova a far fronte a sfide fondamentali come la resilienza agli effetti del cambiamento climatico e la competitività sui mercati. In questo quadro, il nostro ente è in prima linea, qui a a Turi, unica sede Crea Viticoltura ed Enologia nel Sud Italia e l’inaugurazione di oggi ne è testimonianza. Raccogliamo, infatti, i frutti di un lavoro importante, che attraverso la ricerca e la sperimentazione arricchisce ancora di più di significato e di centralità un territorio, già di per sé ricco e storicamente vocato in questo ambito”. Il CREA Viticoltura ed Enologia ha una consolidata esperienza sul territorio, storicamente vocato come quello della Regione Puglia, grazie alle partecipazioni al Consorzio di Gioia DOC e al Distretto del Vino di Puglia e alle collaborazioni con tutte le maggiori realtà pugliesi: dal Consorzio del Primitivo di Manduria alle cantine Due Palme, da Tormaresca (gruppo Antinori) ai programmi per il rilancio della spumantizzazione dei bianchi e dei rosati pugliesi.


“L’evento di oggi – ha dichiarato Riccardo Velasco, direttore del Crea Viticoltura ed Enologia – è un momento di grande soddisfazione per il nostro Centro, ma anche per il territorio, celebrato di fronte a istituzioni, scuole e stakeholders. La struttura che abbiamo inaugurato è strategica per dare un nuovo impulso alla ricerca sperimentale nel settore enologico, anche al Sud, che dopo la chiusura della storica sede di Barletta, si era indebolito. Il Crea – conclude – vuole posizionarsi sempre più, in Puglia e nel resto del Sud Italia, come riferimento non solo per l’uva da tavola ma anche per l’uva da vino e l’enologia e supportare un comparto in crescita”.

Stoppani (Fipe): educazione alimentare va insegnata a scuola

Stoppani (Fipe): educazione alimentare va insegnata a scuolaRoma, 19 nov. (askanews) – “Il cibo è veicolo di cultura e valori e la cultura del cibo cambia non solo il modo in cui consumiamo, ma anche quello in cui viviamo. Per questo l’educazione alimentare dovrebbe essere una materia che si insegna a scuola fin dai primi anni e i nostri ristoratori dovrebbero sentirsi sempre di più ambasciatori quotidiani di una nuova cultura del cibo”. Lo ha detto Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, commentando la presentazione dell’indagine “I giovani e il cibo”, effettuata in occasione dell’assemblea 2024 di Fipe-Confcommercio.


“Per l’assemblea di quest’anno abbiamo voluto volgere lo sguardo a un tema tanto importante quanto ancora spesso sottovalutato quando si parla di cibo, ovvero le abitudini alimentari delle nuove generazioni – ha spiegato Stoppani – Negli ultimi anni il rapporto delle persone con il cibo è profondamente cambiato per effetto dei processi demografici, delle mode, delle migrazioni ma anche della pubblicità, Viviamo oggi un tempo di ‘pluralismo alimentare’, che non è tanto la convivenza di diversi stili alimentari o ricette gastronomiche, quanto piuttosto il differente modo di intendere e vivere il cibo, con i suoi valori e simbolismi”. D’altro canto gli stili alimentari, soprattutto dei più giovani, sono sensibilmente cambiati nel corso degli ultimi anni: il 63,7% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 14 anni ha il pranzo come pasto principale della giornata, dato in calo rispetto al 75% del 2003. Al contrario, la cena è ora considerata il pasto più importante dal 20,7%, contro il 14,2% di vent’anni fa. Anche la colazione soffre: l’83,7% dei bambini la consuma in modo adeguato, rispetto al 92,9% del 2003. I più piccoli vanno assumendo i (cattivi) comportamenti alimentari dei genitori: le vecchie abitudini che suggerivano una buona colazione, un pranzo importante e una cena leggera si stanno via via affievolendo. Gli effetti di questa involuzione sono evidenti.


In Italia, il 39% dei bambini tra i 7 e i 9 anni è in sovrappeso o obeso, una percentuale ben al di sopra della media europea del 29%. Di questi, il 17% è obeso, circostanza che colloca il nostro Paese al secondo posto tra i più alti livelli di obesità infantile in Europa. Per contrastare questi fenomeni centrale è il ruolo della famiglia ma anche della scuola, fondamentale per l’educazione alimentare e per favorire convivialità e socializzazione: d’altro canto ben il 53,1% dei bambini tra i 3 e i 5 anni pranza tutti i giorni in mensa. “Questi cambiamenti – conclude Stoppani – richiedono alle nostre imprese la capacità di adattarsi, di apprendere nuove competenze o di reinventarsi professionalmente in un contesto dove le innovazioni tecnologiche rendono rapidamente obsolete molte competenze e dove solo l’educazione è in grado di migliorare il destino delle persone”.

Per 44% giovani educazione alimentare si acquisisce in famiglia

Per 44% giovani educazione alimentare si acquisisce in famigliaRoma, 19 nov. (askanews) – La corretta educazione alimentare si acquisisce in famiglia, a scuola e anche sui social network: tutti questi ‘sistemi’ possono concorrere alla assunzione di corrette abitudini alimentari. Sono i risultati di una indagine presentata in occasione dell’assemblea 2024 da Fipe-Confcommercio che, per l’occasione, ha affidato ad Ipsos l’indagine “I giovani e il cibo” con l’obiettivo di esplorare valori e comportamenti dei giovani di età compresa tra 18 e 34 anni e individuare i cardini di una nuova cultura del cibo.


Per il 44% dei giovani tra 18 e 34 anni è in famiglia che si acquisisce una corretta educazione alimentare, seguono i social network (36%) e la scuola (30%). Ampio è il consenso su un’azione combinata casa-scuola: infatti, l’86% dei giovani ritiene che la scuola abbia un ruolo importante e per ben il 93% è fondamentale che percorsi educativi sul cibo siano introdotti già nella scuola primaria. L’indagine approfondisce anche l’evoluzione del rapporto dei giovani con il cibo. Per il 40% il cibo si lega al benessere, grazie alla freschezza degli ingredienti e alla semplicità delle preparazioni. Per il 35%, invece, cucinare è un modo per sperimentare, esprimere la propria creatività e divertirsi: 8 giovani su 10 cucinano almeno occasionalmente e la metà lo fa regolarmente. Oltre che agli insegnamenti ricevuti in famiglia, principalmente dalla mamma che per il 64% è la persona che più di tutti ha ispirato gusti e abitudini, si ricorre alla “rete” per scoprire e realizzare piatti e ricette (lo fa il 79%, di cui il 32% spesso).


Il 67% dei genitori under 35 ritiene “molto importante” educare i figli a un’alimentazione varia e sana. Fondamentale in questo è dare il buon esempio: il 56% ritiene che i genitori dovrebbero essere un modello positivo per i propri figli. D’altronde, il cibo è considerato una leva essenziale per la salute e il benessere dei figli, oltre che un’opportunità per trasmettere valori come la convivialità e la centralità della qualità di ciò che si mangia. Anche la ristorazione ha un ruolo importante nel rapporto dei giovani con il cibo. D’altro canto, mangiare fuori casa è una pratica diffusa e molto apprezzata perché ritenuta un modo per uscire dalla propria routine (35%), un’occasione per incontrare amici e persone care (32%) e per gratificarsi mangiando qualcosa di diverso dal solito (32%), anche se il “portafogli” non sempre consente di fare tutto ciò che si vorrebbe (lo pensa il 51% degli intervistati).

Studio: le anguille sopravvivono grazie alla diversità migratoria

Studio: le anguille sopravvivono grazie alla diversità migratoriaRoma, 19 nov. (askanews) – A rischio di estinzione a causa della pesca illegale e di altre molteplici minacce, le anguille dalla caratteristica forma che ricorda un serpente, sembrano però avere un “asso nella pinna”: comportamenti migratori dissimili che li aiutano ad adattarsi colonizzando habitat distinti. Ed è proprio questa varietà di strategie che potrebbe fare la differenza per la loro conservazione.


Un recente studio condotto dall’Università di Ferrara, insieme all’Università di Padova e all’Istituto di biofisica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (Cnr-Ibf), ha, infatti, scoperto che non tutte le anguille si comportano allo stesso modo durante la migrazione. Alcune sono esploratrici instancabili, pronte a risalire forti correnti, altre sono più “scalatrici”, esperte nel superare barriere come dighe e sbarramenti. Un bel vantaggio, visto che questo approccio individualizzato riduce la competizione per le risorse e aumenta le probabilità di sopravvivenza della specie. La ricerca, che offre nuove prospettive per comprendere meglio le esigenze ecologiche delle anguille e contribuire alla loro tutela, è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas).


Dalla schiusa delle uova nel lontano Mar dei Sargassi, le larve di anguille europee, trasparenti e a forma di foglia di salice, vengono trasportate dalle correnti marine attraverso l’Oceano Atlantico e, dopo aver superato lo Stretto di Gibilterra, raggiungono ogni anno le nostre coste. Ma qui non finisce la loro straordinaria avventura: le larve si trasformano in piccole anguille, note come “ceche”, pronte a vivere in acque dolci e a diventare nuotatrici attive. Una volta giunte alle foci dei fiumi, le ceche iniziano la risalita, spingendosi sempre più a monte fino a trovare l’habitat ideale per la crescita e la maturazione sessuale. Questo percorso fluviale è pieno di ostacoli: le giovani anguille devono superare barriere naturali e artificiali come dighe e sbarramenti, imparare a evitare predatori, cercare nuove fonti di cibo e infine individuare i luoghi più adatti alla loro crescita e sopravvivenza. E come riescono a farlo? Semplice: ciascuna con la propria strategia.


Secondo il team di ricerca, che ha condotto una serie di osservazioni su un gruppo di ceche campionate nel delta del Po, questa diversità di comportamento – o “personalità migratorie” – è un elemento cruciale per la sopravvivenza della specie.

Panetta: 10 anni Italia era il malato d’Europa, oggi è la Germania

Panetta: 10 anni Italia era il malato d’Europa, oggi è la GermaniaRoma, 19 nov. (askanews) – “Dieci anni fa l’Italia era ‘il malato d’Europa’. Oggi se devi ridefinire chi sia il malato d’Europa non è l’Italia, probabilmente è la Germania, secondo quanto si legge sulla stampa. Ma non durerà per sempre, le cose cambiano e sono il risultato di scelte e di politiche”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel suo intervento durante un dibattito a seguito del suo intervento all’università Bocconi, a Milano.


“Dovremmo davvero mettere i nostri sforzi nel modernizzare la nostra economia, nel migliorare la nostra capacità di usare la tecnologia e di sostenere la concorrenza. Non ripeterò la lunga lista di riforme che ho fatto in diversi interventi. A volte cerco di essere più specifico, ma è questa la sfida che fronteggiamo – ha concluso – e che l’Europa fronteggia”.