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Tag: Sanremo 2023

Gaza, Guterres: ora imperativo è rimuovere gli ostacoli agli aiuti umanitari

Gaza, Guterres: ora imperativo è rimuovere gli ostacoli agli aiuti umanitariRoma, 15 gen. (askanews) – Per l’Onu è “imperativo” rimuovere gli “ostacoli” agli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza dopo l’accordo per una tregua. Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha accolto con favore l’annuncio di una tregua al via domenica a Gaza, un “primo passo cruciale” che deve consentire la rimozione degli ostacoli agli aiuti umanitari nel territorio palestinese.


“È imperativo che questo cessate il fuoco rimuova i significativi ostacoli politici e di sicurezza alla consegna di aiuti umanitari attraverso la Striscia di Gaza, in modo da poter sostenere un aumento importante dell’assistenza umanitaria d’emergenza”, ha dichiarato Guterres, sottolineando che la priorità è quella di ‘alleviare le immense sofferenze causate dal conflitto’.

M.O., accordo Gaza merito di Trump? Biden: “E’ uno scherzo?”

M.O., accordo Gaza merito di Trump? Biden: “E’ uno scherzo?”Roma, 15 gen. (askanews) – Il presidente uscente degli Stati uniti Joe Biden, dopo aver confermato dalla Casa bianca il raggiungimento dell’accordo per il cessate-il-fuoco a Gaza, è stato stuzzicato dai giornalisti presenti, i quali gli hanno chiesto se l’intesa non fosse in realtà merito del presidente eletto Donald Trump – come questi ha suggerito in un post – ha risposto allontanandosi dal leggìo presidenziale: “E’ uno scherzo?” “Questo EPICO accordo di cessate il fuoco sarebbe potuto avvenire solo come risultato della nostra storica vittoria di novembre”, ha scritto Donald Trump su Truth, commentando l’accordo per una tregua a Gaza ancora prima che sia formalizzato.


Biden, rispondendo ad alcune domande dei reporter, ha rivendicato il fatto che l’accordo raggiunto oggi è lo stesso che lui aveva impostato a maggio. “Ha la struttura dello stesso accordo che io ho proposto a maggio”, ha detto aggiungendo che ci sono state poi aggiunte. In quanto al coinvolgimento della prossima amministrazione, il presidente uscente ha chiarito: “Questo accordo sarà stato attuato dalla prossima amministrazione. Io ho detto alla mia squadra di lavorare con loro per parlare con una sola voce, perché è questo che fa un Presidente americano”.

Gaza, Palazzo Chigi: bene accordo per cessate fuoco e rilascio ostaggi

Gaza, Palazzo Chigi: bene accordo per cessate fuoco e rilascio ostaggiRoma, 15 gen. (askanews) – “L’Italia accoglie con grande favore l’annuncio di un accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e si congratula con Egitto, Qatar e Stati Uniti per il risultato raggiunto dopo un lungo impegno negoziale che il Governo italiano, anche in qualità di Presidenza del G7, ha sempre sostenuto con convinzione”. E’ quanto afferma Palazzo Chjigi in una nota.


“L’Italia – prosegue il comunicato – ha seguito da vicino sin dall’inizio la dolorosa vicenda degli ostaggi nelle mani di Hamas e si aspetta ora che tutti gli ostaggi possano finalmente tornare alle loro famiglie. Il cessate il fuoco fornisce un’importante opportunità per aumentare in maniera consistente l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza. L’Italia continuerà a impegnarsi in questo ambito, anche attraverso l’iniziativa ‘Food for Gaza’ incentrata sulla sicurezza alimentare e la salute”. “L’Italia – sottolinea Palazzo Chigi – è pronta a fare la sua parte, insieme ai partner europei e internazionali, per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e per consolidare in modo permanente la cessazione delle ostilità, anche nell’ottica di rilanciare un processo politico verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla soluzione dei due Stati, con Israele e uno Stato di Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, all’interno di confini mutualmente riconosciuti”, conclude la nota.

Gaza, Palazzo Chigi: bene accordo per cessate fuoco e rilascio ostaggi

Gaza, Palazzo Chigi: bene accordo per cessate fuoco e rilascio ostaggiRoma, 15 gen. (askanews) – “L’Italia accoglie con grande favore l’annuncio di un accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e si congratula con Egitto, Qatar e Stati Uniti per il risultato raggiunto dopo un lungo impegno negoziale che il Governo italiano, anche in qualità di Presidenza del G7, ha sempre sostenuto con convinzione”. E’ quanto afferma Palazzo Chjigi in una nota.


“L’Italia – prosegue il comunicato – ha seguito da vicino sin dall’inizio la dolorosa vicenda degli ostaggi nelle mani di Hamas e si aspetta ora che tutti gli ostaggi possano finalmente tornare alle loro famiglie. Il cessate il fuoco fornisce un’importante opportunità per aumentare in maniera consistente l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza. L’Italia continuerà a impegnarsi in questo ambito, anche attraverso l’iniziativa ‘Food for Gaza’ incentrata sulla sicurezza alimentare e la salute”. “L’Italia – sottolinea Palazzo Chigi – è pronta a fare la sua parte, insieme ai partner europei e internazionali, per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e per consolidare in modo permanente la cessazione delle ostilità, anche nell’ottica di rilanciare un processo politico verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla soluzione dei due Stati, con Israele e uno Stato di Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, all’interno di confini mutualmente riconosciuti”, conclude la nota.

M.O., Qatar conferma accordo Israele-Hamas, tregua a Gaza al via domenica

M.O., Qatar conferma accordo Israele-Hamas, tregua a Gaza al via domenicaRoma, 15 gen. (askanews) – Il primo ministro degli Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha annunciato che il cessate il fuoco tra Israele e Hamas entrerà in vigore domenica 19 gennaio.


Al Thani ha così confermato formalmente l’intesa, dopo numerose fonti e l’annuncio da parte del presidente eletto Donald Trump, che con un messaggio su Truth ha voluto intestarsi il merito dell’accordo arriva dopo un anno e tre mesi di guerra e oltre 46.700 morti. L’accordo c’è, ha detto il premier del Qatar, ma servono alcuni giorni per farlo entrare in vigore in modo adeguato. “Aspettiamo che non ci saranno attacchi nei prossimi giorni”.

Qatar: accordo Israele-Hamas, tregua a Gaza al via domenica

Qatar: accordo Israele-Hamas, tregua a Gaza al via domenicaRoma, 15 gen. (askanews) – Il primo ministro degli Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha annunciato che il cessate il fuoco tra Israele e Hamas entrerà in vigore domenica 19 gennaio.


Al Thani ha così confermato formalmente l’intesa, dopo numerose fonti e l’annuncio da parte del presidente eletto Donald Trump, che con un messaggio su Truth ha voluto intestarsi il merito dell’accordo arriva dopo un anno e tre mesi di guerra e oltre 46.700 morti. L’accordo c’è, ha detto il premier del Qatar, ma servono alcuni giorni per farlo entrare in vigore in modo adeguato. “Aspettiamo che non ci saranno attacchi nei prossimi giorni”.

Salvini riunisce Consiglio Federale, prova a gestire il caso Zaia

Salvini riunisce Consiglio Federale, prova a gestire il caso ZaiaMilano, 15 gen. (askanews) – Attaccato dalle opposizioni per il caos dei treni, incalzato da Luca Zaia sul terzo mandato e sulla candidatura per il Veneto, il congresso della Lega alle porte con le Regioni del Nord che chiedono di rilanciare i temi del territorio. Il Consiglio federale di domani si preannuncia complicato, per Matteo Salvini. Che non avendo la forza per imporre agli alleati la ricandidatura di Zaia, proverà a prendere tempo: un generico mandato al segretario a difendere le istanze dei territori e dunque anche quelle del Veneto, è la previsione.Sperando ancora in una decisione favorevole della Consulta sul caso Campania, e soprattutto tenendo sul tavolo la pistola caricata dallo stesso Zaia: la corsa solitaria della Lega. Anche se questo dovesse significare la rinuncia alla Lombardia del post-Fontana.


I margini per il segretario, ragionano nel Carroccio, sono infatti sempre più stretti: “Zaia ha i voti, se deciderà di sfidare Fratelli d’Italia con un suo candidato dovremo stare al suo fianco. Altrimenti fa la Liga Veneta e ci molla…”, ammettono anche uomini vicini a Salvini, certi che una corsa della Lega in solitaria sarebbe vittoriosa: “Noi abbiamo il 15, la lista Zaia altrettanto, con le civiche di tanti comuni arriviamo al 40…”. E certi che in ogni caso la coalizione di centrodestra reggerebbe: “Nessuno ha interesse a far saltare tutto. E poi Zaia farebbe rientrare in Giunta anche Fi e FdI”. Ma uno scenario di contrapposizione frontale sul Veneto preluderebbe alla rinuncia alla Lombardia, quando si tornerà al voto: “È vero che il voto è lontano, sarà a primavera del 2028, ma a quel punto non avremmo più argomenti per rivendicarla”. Un’ osservazione che dice tutto sui precari equilibri interni al Carroccio. Perchè la rinuncia alla Lombardia frustrerebbe le ambizioni di Massimiliano Romeo, che prima di Natale è riuscito a imporsi segretario della Lega Lombarda su una piattaforma critica nei confronti della Lega nazionale di Salvini: “Avete voluto il patto del Nord? Ecco, questi sono i risultati”, mugugnano coloro che al congresso lombardo hanno provato a fermare Romeo, nella convinzione che solo una Lega forte in tutta Italia possa soddisfare le rivendicazioni del Settentrione.


Una contrapposizione che si riproporrà al congresso nazionale previsto in marzo: “Ci sarà sicuramente un dibattito politico, non sarà il classico congresso blindato della Lega, ma nessuno ha la forza di andare contro Matteo”, dicono i fedelissimi del segretario, commentando notizie di stampa che parlano addirittura di un ticket Zaia-Fedriga contro di lui. Fatto sta che la partita del Veneto sembra ormai fuori dal controllo di Salvini. Si spera nella Consulta, e si fa appello alla saggezza di Meloni: “Non può pensare di prendere tutto lei, Berlusconi ci ha dato le Regioni del Nord quando Fi aveva il 30%… Se vuole essere un gigante tra i nani, non andrà lontano. Meglio se rispetta gli alleati”. Ma la paura è che Zaia giochi in solitario le sue carte, magari confrontandosi direttamente con la premier. Intanto, si aspetta il confronto di domani: “Stavolta Zaia dovrà parlare, non potrà stare in silenzio in ultima fila come fa di solito” è la stilettata dei salviniani.

Ddl sicurezza verso terza lettura, possibili modifiche in aula su rilievi Colle

Ddl sicurezza verso terza lettura, possibili modifiche in aula su rilievi ColleRoma, 15 gen. (askanews) – Avanti piano in Senato sul ddl sicurezza in attesa delle novità, che dovrebbero essere introdotte dal governo, per accogliere i rilievi arrivati dal Colle su una ‘cinquina’ di misure tra cui il carcere per le detenute incinte o madri di figli minori di un anno e il divieto di Sim per i migranti. Che ci sarà una terza lettura sembra ormai assodato ma al momento, secondo quanto si apprende, non ci sono ancora i testi. Solo quando le modifiche saranno messe nero su bianco si imprimerà una accelerazione.


L’ipotesi che si potrebbe delineare, riferiscono fonti della maggioranza, è quella di chiudere il provvedimento nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia senza modifiche e senza mandato ai relatori per poi cambiare il ddl dopo il suo approdo in aula con interventi “chirurgici”. Passaggio seguito da un esame veloce, blindato, alla Camera, che consentirebbe di portare a casa un provvedimento-bandiera per il centrodestra. La Lega continua a rilasciare dichiarazioni chiedendo che il provvedimento venga approvato così com’è senza ulteriori navette nell’altro ramo del Parlamento, ma nel caso Palazzo Chigi decidesse di intervenire sarebbe estremamente complicato potersi sottrarre, sapendo tra l’altro che potranno trovare spazio altrove le misure che i partiti di centrodestra intendono varare a difesa delle forze dell’ordine, in seguito agli scontri di piazza a Roma, Torino e Bologna, come peraltro ha chiarito il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.


Rinviare la partita in aula, con eventuali tempi contingentati, consentirebbe al governo di definire con il bilancino le modifiche evitando che l’arrivo in commissione di un nuovo pacchetto di emendamenti produca una valanga di subemendamenti da parte delle opposizioni che già hanno presentato oltre 1.500 proposte di modifica. Oggi le commissioni hanno iniziato a esaminare gli emendamenti all’articolo 15, proprio quello sulle detenute madri, tutti bocciati (come è stato fatto sinora per tutti gli articoli esaminati fino a questo momento).


Marco Lisei (Fdi), relatore per la commissione Affari costituzionali, non esclude che la prossima settimana ci possa essere una riunione politica a Palazzo Madama per fare il punto della situazione. “Sanno che il testo va cambiato – osserva invece un esponente delle opposizioni – per evitare quello che è accaduto sull’autonomia. Vedremo cosa decideranno nelle prossime ore ma al momento sono indecisi e incerti” sul da farsi.

Ddl sicurezza verso terza lettura, possibili modifiche in aula su rilievi Colle

Ddl sicurezza verso terza lettura, possibili modifiche in aula su rilievi ColleRoma, 15 gen. (askanews) – Avanti piano in Senato sul ddl sicurezza in attesa delle novità, che dovrebbero essere introdotte dal governo, per accogliere i rilievi arrivati dal Colle su una ‘cinquina’ di misure tra cui il carcere per le detenute incinte o madri di figli minori di un anno e il divieto di Sim per i migranti. Che ci sarà una terza lettura sembra ormai assodato ma al momento, secondo quanto si apprende, non ci sono ancora i testi. Solo quando le modifiche saranno messe nero su bianco si imprimerà una accelerazione.


L’ipotesi che si potrebbe delineare, riferiscono fonti della maggioranza, è quella di chiudere il provvedimento nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia senza modifiche e senza mandato ai relatori per poi cambiare il ddl dopo il suo approdo in aula con interventi “chirurgici”. Passaggio seguito da un esame veloce, blindato, alla Camera, che consentirebbe di portare a casa un provvedimento-bandiera per il centrodestra. La Lega continua a rilasciare dichiarazioni chiedendo che il provvedimento venga approvato così com’è senza ulteriori navette nell’altro ramo del Parlamento, ma nel caso Palazzo Chigi decidesse di intervenire sarebbe estremamente complicato potersi sottrarre, sapendo tra l’altro che potranno trovare spazio altrove le misure che i partiti di centrodestra intendono varare a difesa delle forze dell’ordine, in seguito agli scontri di piazza a Roma, Torino e Bologna, come peraltro ha chiarito il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.


Rinviare la partita in aula, con eventuali tempi contingentati, consentirebbe al governo di definire con il bilancino le modifiche evitando che l’arrivo in commissione di un nuovo pacchetto di emendamenti produca una valanga di subemendamenti da parte delle opposizioni che già hanno presentato oltre 1.500 proposte di modifica. Oggi le commissioni hanno iniziato a esaminare gli emendamenti all’articolo 15, proprio quello sulle detenute madri, tutti bocciati (come è stato fatto sinora per tutti gli articoli esaminati fino a questo momento).


Marco Lisei (Fdi), relatore per la commissione Affari costituzionali, non esclude che la prossima settimana ci possa essere una riunione politica a Palazzo Madama per fare il punto della situazione. “Sanno che il testo va cambiato – osserva invece un esponente delle opposizioni – per evitare quello che è accaduto sull’autonomia. Vedremo cosa decideranno nelle prossime ore ma al momento sono indecisi e incerti” sul da farsi.

Tregua a Gaza, cosa si sa dell’accordo

Tregua a Gaza, cosa si sa dell’accordoRoma, 15 gen. (askanews) – Un accordo per un cessate il fuoco tra Hamas e Israele nella Striscia di Gaza e per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora detenuti nell’enclave palestinese sembra raggiunto oggi dopo più di 15 mesi di guerra, secondo più fonti e con la conferma del presidente Usa eletto Donald Trump, che si è intestato la svola. L’accordo i cui dettagli saranno annunciati prossimamente a Doha, la capitale del Qatar, dove nelle ultime settimane si sono svolti intensi negoziati tra Israele e Hamas prevede tre fasi ed è incentrato sulla proposta avanzata in primavera dal presidente uscente americano Joe Biden.


La prima fase dell’accordo prevede un cessate il fuoco di 42 giorni e il rilascio dei primi 33 ostaggi – tra cui donne, bambini, anziani e feriti – seguito da successivi rilasci durante tale periodo. Alcune fonti hanno parlato di 34 ostaggi. Secondo un alto funzionario statunitense, che ha parlato in condizione di anonimato, tre ostaggi saranno rilasciati entro 48-72 ore dall’accordo, insieme a un numero ancora imprecisato di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane e un altro aumento del flusso di aiuti umanitari a Gaza. Nella seconda fase dell’accordo, si prevede che il cessate il fuoco continuerà, mentre gli ostaggi rimanenti e i prigionieri palestinesi verranno rilasciati. Secondo ufficiali israeliani, si ritiene che 98 ostaggi siano ancora a Gaza, di cui 60 ancora in vita. Israele dovrebbe ordinare il rilascio di “diverse centinaia” di detenuti palestinesi – compresi dei condannati per l’omicidio di cittadini israeliani – il cui numero esatto dipende esattamente da quanti ostaggi sono ancora vivi (l’accordo riguarda anche la restituzione dei corpi degli ostaggi deceduti).Inoltre, le truppe israeliane inizierebbero il ritiro dai centri abitati pur mantenendo il controllo della frontiera fra la Striscia e l’Egitto, il cosiddetto “Corridoio Phladelphi”, e di una zona cuscinetto all’interno del territorio costiero lungo la frontiera con lo Stato ebraico.


Una terza fase prevede la creazione di una nuova struttura di governo e di sicurezza per Gaza e la massiccia ricostruzione dell’enclave, che è stata in gran parte distrutta dalle operazioni militari israeliane dall’inizio della guerra. L’accordo fa seguito ad un intenso periodo di incontri e appelli negli ultimi giorni, anche da parte del presidente Joe Biden ai leader di Israele e ai partner di mediazione Qatar ed Egitto. Anche Steve Witkoff, inviato speciale del presidente eletto Donald Trump in Medio Oriente, ha svolto un ruolo determinante, incontrando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante il fine settimana per esprimere l’interesse di Trump a raggiungere un accordo prima del suo insediamento il 20 gennaio.