Vino, Nomisma Wine Monitor: l’Italia perde peso in Estremo Oriente
Vino, Nomisma Wine Monitor: l’Italia perde peso in Estremo OrienteMilano, 18 mar. (askanews) – Prosegue anche nel 2023 la diminuzione dell’import di vino in Cina a causa del rallentamento generale dell’economia. Nello specifico, il mercato cinese, è scivolato al nono posto per valore dell’import di vino a livello mondiale dal quarto occupato nel 2018, evidenziando un calo superiore al 20% rispetto al 2022. Una tendenza negativa, questa, che ha investito anche Paesi come la Corea del Sud e il Giappone, importanti mercati di destinazione in Estremo Oriente per il vino made in Italy. E’ quanto emerge dal report che Nomisma Wine Monitor ha dedicato al Far East.
L’Osservatorio dedicato al mercato del vino evidenzia inoltre che la Francia si conferma il primo partner commerciale della Cina, con quasi il 50% della quota di mercato, seguita dal Cile e dall’Italia con il 10%. L’Australia, leader nel 2020, continua invece a rimanere esclusa dalla classifica in seguito ai pesanti dazi imposti dalla Cina negli ultimi anni, per quanto un accordo raggiunto tra i due governi dovrebbe mettere fine a tale gabella già da quest’anno. Nel complesso tutti i primi cinque Paesi partner commerciali della Cina cedono sul versante del valore delle esportazioni ad esclusione degli Usa. Per quanto riguarda la Corea del Sud, dopo cinque anni di crescita continua, nel 2023 il mercato ha registrato una battuta d’arresto nelle importazioni di vino, con una diminuzione sia a valore sia a volume rispetto all’anno precedente. Nonostante un calo significativo, anche in questo caso la Francia si conferma primo partner commerciale del Paese, seguita nell’ordine da Stati Uniti, Italia (con una quota del 13%), Cile e Spagna. L’anno scorso anche il Giappone ha manifestato una flessione nelle importazioni sia a valore che a volume, con la Francia al comando con una quota di mercato che sfiora il 60%, seguita dall’Italia con il 12%. “La Cina continua a perdere posizioni, denotando cali sia nelle importazioni che nella produzione interna, mentre Giappone e Corea del Sud, pur a fronte di questa battuta d’arresto che trova tratti comuni a livello globale, dovrebbero mantenere significative potenzialità di crescita e di interesse verso i vini italiani” ha spiegato Denis Pantini, Responsabile di Nomisma Wine Monitor.
Entrando nel dettaglio, nel 2023 le importazioni in Cina di vini fermi e frizzanti imbottigliati diminuiscono sia a valore sia a volume. La Francia si conferma leader di mercato, seguita da Cile e dall’Italia. In Corea del Sud, dove i vini imbottigliati rappresentano circa i tre quarti dei vini importati, si registra un calo superiore al 20% sia a valore sia a volume, con l’Italia che si conferma al terzo posto alle spalle di Francia e Usa. In questo specifico segmento la Francia è leader anche in Giappone, precedendo nell’ordine l’Italia, gli Stati Uniti, il Cile e la Spagna. Relativamente alla categoria sparkling in Cina si registrano marcate contrazioni sia a volume sia a valore. La Francia mantiene saldamente la leadership di mercato, precedendo l’Italia. In Corea del Sud, si registra un aumento a valore (+3,6%), cui si contrappone un calo dell’import a volume superiore al 20%. In questo mercato, l’Italia si conferma in seconda posizione malgrado vistosi cali sia a valore che a volume. In questo settore, il Giappone registra una lieve diminuzione a valore rispetto al 2022 a fronte di una riduzione a doppia cifra nelle quantità importate.
In merito all’import di vino sfuso, in Cina le contrazioni sono state più consistenti rispetto all’anno precedente, con l’Italia che esce dalla classifica dei top cinque esportatori. Per la Corea del Sud, invece, quello del vino sfuso è il segmento che ha registrato sensibili aumenti nelle importazioni sia a valore sia, soprattutto, a volume. In Giappone, al contrario, le importazioni di questa tipologia di vino hanno subito cali vicini al 20%. In ultimo, la generale negatività registrata nel 2023 ha influenzato anche le esportazioni di vini Dop italiani: in Cina, tra le principali Denominazioni importate hanno sofferto maggiormente i rossi Dop piemontesi e veneti, mentre sono cresciuti gli acquisti di rossi toscani, così come in Corea del Sud e Giappone.