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Autore: Redazione StudioNews

Mutti (Centromarca): servono norme per favorire crescita e investimenti

Mutti (Centromarca): servono norme per favorire crescita e investimentiMilano, 24 ott. (askanews) – “L’industria di marca è attore indispensabile di un settore, quello del largo consumo, che rappresenta una filiera strategica per il Paese e chiede una seria politica industriale che porti maggiore efficienza al sistema”. Ad affermarlo Francesco Mutti, presidente di Centromarca, in occasione della presentazione a Roma dello studio La marca crea valore per l’Italia, redatto da Althesys strategic Consultant. “Per mantenere questo ruolo proattivo nel Paese – ha sottolineato Mutti – è indispensabile un quadro normativo che favorisca la crescita dimensionale delle nostre industrie e gli investimenti destinati alla ricerca. Altrettanto prioritari sono gli interventi per garantire il rispetto delle leggi e la correttezza della concorrenza. Vorremmo focalizzare le nostre richieste su misure a costo zero per le casse dello Stato: pensiamo a interventi di semplificazione e di efficientamento della logistica di filiera, in un’ottica di spinta alla digitalizzazione”.


Mutti, a tal proposito, ha evidenziato che “Centromarca si sta concentrando su questi ambiti ai tavoli politico-istituzionali, con l’obiettivo di rafforzare la competitività delle nostre imprese sui mercati interno ed internazionale. Ovviamente siamo contrari a qualsiasi inasprimento delle imposte sui consumi, che ridurrebbe ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie italiane”. Il presidente di Centromarca ha voluto poi ribadire come la marca “identifichi l’Italia e insieme formano un binomio inscindibile fatto di qualità e di creatività, di bello e di ben fatto. Un patrimonio che il nostro Paese deve tutelare e valorizzare. Il valore dell’industria di marca va oltre il semplice, seppur notevole, contributo economico”. “La marca – ha concluso – investe in innovazione sostenibile, ricerca, crescita dei talenti e delle competenze, offre ricadute sui territori, è volano di attrazione di investimenti per il sistema Paese ed è leader del made in Italy”.

Teatro, a Roma “Giacomo e Velia. Storia intima di Giacomo Matteotti”

Teatro, a Roma “Giacomo e Velia. Storia intima di Giacomo Matteotti”Roma, 24 ott. (askanews) – Sabato 26 e domenica 27 ottobre a Roma presso l’Esc Atelier si terrà la presentazione di “Giacomo e Velia. Storia intima di Giacomo Matteotti”, un progetto teatrale e documentario realizzato da Raffaele Rago, che si basa sulla corrispondenza epistolare intercorsa tra Giacomo Matteotti e la moglie Velia Titta.


Un set aperto al pubblico in cui gli attori Michele Eburnea, che darà voce a Matteotti e Gaja Masciale, che rievocherà le parole della moglie, la poetessa e scrittrice Velia, ripercorreranno la storia sentimentale dei due, caratterizzata da un lungo e continuo scambio di lettere, appassionate e intime, che mettono in luce un aspetto meno conosciuto del politico. I due attori saranno accompagnati dalla voce narrante di David Riondino, che contestualizzerà le vicende personali nei tragici eventi storici contemporanei. Il progetto, realizzato in occasione della celebrazione della figura di Giacomo Matteotti, nella ricorrenza dei cento anni dalla sua morte, è prodotto dall’Associazione Giano con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali. Si avvale inoltre del patrocinio di Casa Museo Giacomo Matteotti, ANPPIA – Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti e Fondazione Craxi.


Il carteggio è un documento che oltre a raccontare e far conoscere il lato umano e intimo del deputato socialista, ancora poco noto, mette a fuoco la situazione drammatica della storia italiana che scorre sullo sfondo, negli anni tra la prima guerra mondiale e il fascismo. Come ha spiegato Raffaele Rago: “Giacomo Matteotti è il personaggio a cui maggiormente sono state dedicate vie e piazze in Italia, eppure si sa poco di lui. Si sa che venne ammazzato durante l’alba del fascismo, il fatto creò una frattura insanabile nella politica italiana, che era un socialista. Ma quasi tutto il resto è dimenticato. Il documentario Giacomo e Velia parte da questa riflessione e dallo straordinario epistolario che Matteotti e la moglie Velia tennero ininterrottamente per tutti i 12 anni della loro relazione. Sono lettere dal sapore shakespeariano, dove la tragedia della storia, l’avanzare dei tempi bui, fa da sfondo alla vicenda intima e personale di due amanti degli anni Venti di un secolo fa”. Attraverso le lettere, inizialmente più sentimentali e poi via via sempre più drammatiche, parallelamente alla situazione politica italiana, emergono le due figure, caratterialmente molto diverse, ma legate da una profonda unione: Velia, romana, poetessa e scrittrice, sorella del famoso baritono Titta Ruffo, e Giacomo, chiuso, studioso, unico figlio sopravvissuto in una numerosa e benestante famiglia originaria di un paesino veneto, Fratta Polesine, impegnato nella causa politica sin da giovanissimo. Dal loro primo incontro a Boscolungo nel 1912 seguirà il matrimonio, tre figli, una vita privata sempre travolta dagli impegni politici e dal lavoro di Giacomo, che li tengono spesso lontani, ma sempre uniti in un rapporto profondo. Sullo sfondo la situazione politica italiana, che scivola prima lentamente poi sempre più velocemente in un profondo abisso di violenza fino al tragico epilogo nel 1924, in cui Matteotti viene rapito e ucciso dagli squadristi fascisti.

Enea: l’IA per studiare impatto del cambiamento climatico sul suolo

Enea: l’IA per studiare impatto del cambiamento climatico sul suoloRoma, 24 ott. (askanews) – Studiare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute del suolo grazie all’intelligenza artificiale (AI). È l’obiettivo di una ricerca condotta da ENEA e Università degli Studi di Bari, di cui sulla rivista “Machine Learning and Knowledge Extraction sono stati pubblicati” i primi risultati che aprono nuove prospettive per la gestione sostenibile del suolo, la tutela dell’ambiente e la sicurezza alimentare.


“Le tecniche di machine learning che abbiamo usato ci hanno permesso di identificare una delle principali ‘sentinelle’ della salute del terreno, il microbioma, vale a dire l’insieme di batteri, funghi e protisti che popolano il terreno e giocano un ruolo cruciale nella dinamica del carbonio nel suolo in risposta al cambiamento climatico”, spiega Claudia Zoani, ricercatrice della Divisione ENEA Sistemi agroalimentari sostenibili e coautrice dello studio, insieme al gruppo di lavoro dell’Università degli Studi di Bari coordinato dalla professoressa Sabina Tangaro. “Questa scoperta – prosegue la ricercatrice ENEA – potrebbe avere importanti implicazioni per la mitigazione dei cambiamenti climatici e la gestione sostenibile del suolo”. Il cambiamento climatico – si legge nella notizia che apre il numero odierno del settimanale ENDEAinform@ – altera i regimi di temperatura e le precipitazioni, influenzando direttamente la temperatura del suolo e la disponibilità di acqua. Questi cambiamenti modificano la distribuzione delle comunità microbiche nel suolo e, di conseguenza, i processi di decomposizione della materia organica. “L’aumento delle temperature accelera i processi di decomposizione del microbioma, incrementando la quantità di gas serra emessi in atmosfera, come l’anidride carbonica e il metano. Il risultato è un peggioramento della qualità del suolo che mette a rischio la produzione agricola e la sicurezza alimentare di milioni di persone nel mondo”, sottolinea Zoani.


Il valore che misura l’aumento dell’attività dei microrganismi nel suolo quando la temperatura sale di 10°C si chiama Q10 e, nello specifico, indica la sensibilità della respirazione microbica alle variazioni di temperatura. Quando la temperatura del suolo aumenta, i microrganismi tendono a lavorare più velocemente e a produrre più anidride carbonica (CO2) che sarà rilasciata in atmosfera. Conoscere questo valore dell’attività del microbioma diventa importante per prevedere come il ciclo del carbonio nel suolo risponderà al riscaldamento globale. E, in questo contesto, “l’intelligenza artificiale può giocare un ruolo fondamentale perché offre strumenti molto efficaci per analizzare dati complessi, fare previsioni e sviluppare soluzioni innovative per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e adottare pratiche agricole sostenibili che promuovano la produzione alimentare nel lungo termine”, conclude la professoressa Tangaro.

Torna a Roma la seconda edizione di “Cartiera Soundscape”

Torna a Roma la seconda edizione di “Cartiera Soundscape”Roma, 24 ott. (askanews) – Sarà il Forte Antenne nel quartiere Parioli il palco scelto per la seconda edizione di Cartiera Soundscape. La manifestazione che si svilupperà venerdì 25 e sabato 26 vuole valorizzare le sonorità della musica elettronica e tutte le discipline ad essa correlate.


Si parte venerdì 25 con il live di Kyoto, il progetto della musicista Roberta Russo. La sua peculiarità risiede nella fusione della tecnica del beatbox con un’elettronica scura e cinematica. Segue Evita Polidoro, un’eclettica batterista e cantante che si muove con disinvoltura tra jazz, rock e pop. Presenterà il suo ultimo progetto “Nerovivo” dove mescola influenze post-rock, elettronica ambient e un accenno di jazz contaminato e sperimentale. Poi Tyto (nella foto, ndr), progetto del polistrumentista e produttore Beppe Scardino, già membro dei C’mon Tigre. Nella sua esibizione l’album “?? MIRAI”, dove convergono tutti i suoi fiati (sassofoni, flauti, clarinetto basso) e i suoi strumenti elettronici (drum machine, sintetizzatori, sampler, vocoder, string machine) per creare una musica notturna e misteriosa, postmoderna e contemporanea, con groove, suoni alieni e voci suadenti.


La serata si chiude con il live set di Nativo, nome d’arte del DJ romano Alessio Presenti. Suoni allegri e groove ballabili sono al centro della sua scaletta, dove però si aggiungono anche atmosfere più intense e profonde. Il primo live di sabato 26 sarà quello di UENO Collective, collettivo guidato da Maurizio Mazzenga dei Mokadelic. La performance sarà incentrata sull’ultimo lavoro “Dancefloor Cleaning Maintenance Program”, dove la musica cristallizza una rappresentazione astratta della danza. Loop e manipolazioni sonore incontrano figure ritmiche ricercate, bassi profondi e suoni analogici sono contrapposti a glitch digitali. Poi sarà la volta di Key Clef, DJ e produttrice italiana residente a Berlino. Il suo processo creativo si è evoluto in diverse direzioni, spaziando dalla musica da club all’arte performativa e anche elettroacustica. Il terzo slot della serata prevede l’esibizione di Lorenzo BITW. Il suo sound fa della contaminazione tra ritmi e linguaggi la prerogativa fondante: imprevedibile e istrionico, attento e sensibile alle diverse sfumature del dancefloor. Chiude la scaletta la combo tra Clap! Clap! e Violet Scrap. Cristiano Crisci, in arte Clap! Clap!, è un produttore e DJ, noto per il suo mix di musica elettronica e field recordings provenienti da svariate parti e culture del mondo. Le sue produzioni spaziano tra elettronica e suoni etnici, creando esperienze uniche e narrative musicali che lo hanno portato a collaborare con artisti provenienti da universi musicali diversi da tutto il mondo. Sul palco con lui la performer e coreografa nel campo della fusion dance Violet Scrap. In apertura di entrambe le giornate Koba, in un DJ set esclusivamente su vinile, esplora nuove sonorità elettroniche.

Fmi, auto, shock elettrico su paesi produttori europei pesa su Pil

Fmi, auto, shock elettrico su paesi produttori europei pesa su PilWashington, 24 ott. (askanews) – Il passaggio all’auto elettrica, e il conseguente molto probabile aumento della quota di mercato delle vetture costruite in Cina produrrà un impatto visibile, ma diversificato, sui Paesi produttori europei. Più ridotto per Paesi come Germania, Francia e Italia, più ampio per Paesi come Repubblica Ceca e Ungheria. In ogni caso l’impatto sarebbe più pesante se sui produttori cinesi venissero imposti dazi sempre più forti. E’ lo scenario previsto da una simulazione contenuta nel rapporto regionale sull’Europa presentato a Washington dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi).


Gli obiettivi climatici dell’UE – si legge nel documento – includono una rapida transizione verso il settore dei veicoli elettrici (EV). Considerando che solo il 15% delle vendite totali di auto in Europa è attualmente completamente elettrico, tale transizione rappresenta un grande cambiamento che interessa un settore che rappresenta una quota significativa del PIL in molte economie (dal 4 al 5% in Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Germania). Nel frattempo, il settore dei EV è sempre più dominato dai produttori cinesi, che hanno rapidamente guadagnato quote di mercato. Le simulazioni possono far luce sulle implicazioni di crescita di diversi scenari. Un’analisi futura (Wingender e altri, 2024) presuppone che la quota di mercato cinese in Europa aumenti di 15 punti percentuali entro cinque anni, con una situazione che è parallela all’esperienza giapponese negli Stati Uniti negli anni ’70, sebbene a un ritmo relativamente più veloce, ed è etichettata come “scenario di shock dei veicoli elettrici”. Questo viene confrontato con i risultati delle restrizioni commerciali imposte sotto forma di tariffe aggiuntive di 25 o 100 punti percentuali sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi in Europa.


L’impatto dello “shock dei veicoli elettrici” sul PIL per l’Europa è piccolo nel complesso ma significativamente eterogeneo tra i paesi. Grandi paesi come Germania, Francia e Italia subirebbero una perdita di produzione cumulativa di circa lo 0,15 percento del PIL dopo cinque anni sotto tale shock. Al contrario, i paesi dell’Europa centrale, orientale e sud-orientale che dipendono fortemente dal settore automobilistico, come la Repubblica Ceca e l’Ungheria, vedrebbero perdite molto più elevate, pari all’1,2 e all’1,6 percento del loro rispettivo PIL dopo cinque anni, comprese ingenti perdite di posti di lavoro (fino al 2½ percento della forza lavoro totale nella Repubblica Ceca). All’altro estremo, i paesi europei che non hanno una grande base di produzione automobilistica beneficiano di veicoli elettrici più economici. L’imposizione di tariffe comporta risultati peggiori in termini di PIL. Le economie europee con grandi settori di produzione automobilistica perdono a causa di costi di input più elevati. Nella regione combinata di Germania, Francia e Italia, le perdite di PIL per cinque anni sono dello 0,15 percento senza tariffe, dello 0,18 percento con tariffe aggiuntive del 25 percento e dello 0,46 percento con tariffe aggiuntive del 100 percento.


È importante notare – si legge nello studio – che tariffe più elevate cancellano anche la maggior parte dei guadagni delle economie europee che non hanno basi di produzione automobilistica significative. Un aumento degli afflussi di investimenti diretti esteri che si traduce in una quota significativa di veicoli elettrici cinesi prodotti in Europa può aiutare le economie più piccole. Lo scenario degli investimenti diretti esteri annulla proporzionalmente alcune delle perdite economiche dello scenario di base nelle economie UE più colpite. In pratica, la distribuzione dei guadagni rispetto allo scenario di base (perdite evitate) può dipendere dal fatto che alcune singole economie abbiano più successo nell’attrarre investimenti diretti esteri cinesi rispetto ad altre.

Larco consumo, Centromarca: nel 2023 generati 87 mld di valore condiviso

Larco consumo, Centromarca: nel 2023 generati 87 mld di valore condivisoMilano, 24 ott. (askanews) – L’industria di marca, rappresentata da Centromarca, nel 2023 ha generato, a monte e a valle della propria attività, un valore condiviso pari a 87,2 miliardi di euro (il 4,2% del prodotto interno lordo) con una crescita del 19% rispetto ai 73 miliardi rilevati nel 2019. E’ quanto emerso dallo studio “La marca crea valore per l’Italia”, redatto da Althesys strategic consultants, e presentato a Roma al Centro studi americani, da Centromarca, l’associazione italiana cui aderiscono circa 200 industrie di marca del largo consumo.


Il valore condiviso generato lungo la filiera va oltre la fase di produzione, dove operano le aziende aderenti a Centromarca, e nasce dalla collaborazione con i fornitori nazionali e i canali distributivi, con le ricadute complessive che sono tre volte quelle dalla sola fase industriale. L’apporto alla contribuzione fiscale è di 28,7 miliardi di euro (pari al 5% delle entrate fiscali 2023), di cui 12,9 miliardi riconducibili all’Iva, 12,2 miliardi a imposte e contributi sociali sul lavoro, 3,5 miliardi a imposte sul reddito delle società. Ogni lavoratore delle industrie Centromarca contribuisce a creare 7,2 posti di lavoro in Italia, l’equivalente di un milione di persone (pari al 4,1% degli occupati), di cui 738.760 nella filiera del largo consumo: 72.056 tra i fornitori, 131.522 nella produzione, 6.195 nella logistica, 528.987 nella distribuzione e vendita. Le imprese associate generano, inoltre, 26,6 miliardi di euro di salari lordi (+17% rispetto al 2019), pari al 3,2% del totale dei redditi da lavoro dipendente e al 15,7% delle retribuzioni dell’industria manifatturiera.


In dettaglio, il valore condiviso creato dall’attività produttiva delle associate Centromarca è pari a 26,9 miliardi di euro: 13,5 miliardi di valore aggiunto, 9,1 miliardi di ricadute indotte, 4,2 miliardi di Iva e 100 milioni di donazioni. Altri 13,9 miliardi di valore sono creati dai fornitori (materie prime, agricoltura, allevamento, imballaggi, macchinari, ecc.), un miliardo dagli operatori logistici e 45,4 miliardi dai canali commerciali (moderna distribuzione, ingrosso, dettaglio tradizionale, fuori casa, ecc.). “Senza la base produttiva industriale italiana – spiega Alessandro Marangoni, ceo di Althesys – i fornitori non avrebbero mercati sufficienti e a valle mancherebbero i prodotti destinati alla commercializzazione verso i consumatori. La produzione nazionale è dunque strategica, come per altro emerso chiaramente durante il lockdown del 2020, nel quale le aziende associate a Centromarca sono state determinanti per il nostro sistema economico e i cittadini”. I lavori dell’incontro sono stati aperti da Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, coordinamento della politica economica e di programmazione degli investimenti pubblici. Le evidenze dello studio e le valutazioni di Centromarca sono state al centro delle riflessioni di una tavola rotonda, cui hanno preso parte, insieme al presidente, Francesco Mutti, Alessandro Cattaneo, commissione Politiche Ue, Camera, Antonio Misiani, vicepresidente della commissione Bilancio, Senato, Marco Osnato, presidente della commissione Finanze, Camera e Giulia Pastorella, Commissione Trasporti, Camera.

Torna la guida “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia” del Corriere

Torna la guida “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia” del CorriereMilano, 24 ott. (askanews) – Da sabato 26 ottobre, per due mesi, con Corriere della Sera torna in edicola “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia”, undicesima edizione della guida firmata dal vicedirettore Luciano Ferraro e dal critico enologico statunitense James Suckling.


“Abbiamo davanti uno scenario agricolo diverso da quello del passato: è necessario usare pratiche antiche e nuove tecnologie per limitare i danni degli effetti del cambiamento climatico, un tema fondamentale, di cui si parla ancora troppo poco” ha spiegato Ferraro, aggiungendo che “per questo abbiamo voluto dedicare la guida 2025 a tutti quei vignaioli che hanno trovato nuove strade per contrastare il global warming salvando ancora una volta la qualità e la varietà del vino italiano”. Alla sezione con il racconto dell’esperienza di cento vignaioli, si aggiunge quella con la classifica dei cento migliori vini, stilata per il secondo anno consecutivo e con l’introduzione di nuovi criteri per il punteggio da Suckling. “Li abbiamo selezionati dopo aver degustato negli ultimi dodici mesi oltre 9.000 vini italiani e più di 50.000 vini a livello globale” racconta il celebre critico, rimarcando che “questa classifica presenta molti vini distintivi e affascinanti provenienti da diverse regioni italiane e per tutti i gusti e per tutte le tasche”.


La guida contiene anche un appendice dedicata ai dieci migliori vigneti italiani, per storia, resilienza e bellezza, firmata da Marco Simonit, e un intervento di Federico Rampini dal titolo “Uno sguardo dall’America”, che racconta come il vino sia diventato “un’arma possente nell’arsenale del ‘soft power’ italiano negli Stati Uniti”.

Dal cuneese raccolta fondi per allevatori siciliani in difficoltà

Dal cuneese raccolta fondi per allevatori siciliani in difficoltàRoma, 24 ott. (askanews) – Una raccolta fondi per sostenere gli allevatori siciliani che, a causa dell’estate siccitosa e delle alte temperature non sono riusciti a mettere da parte il fieno necessario ad affrontare l’inverno. Una situazione che ha messo in difficoltà anche alcuni Presìdi Slow Food, in particolare nel sud Italia. A lanciare il progetto Fieno solidale è la Condotta Slow Food Bra.


“Vedendo in tv la condizione in cui si sono trovati alcuni colleghi pastori, ho pensato di creare un fondo per comprare fieno e spedirlo – spiega Renato Maunero, della Condotta Slow Food Bra, promotore dell’iniziativa di solidarietà . Sapere che ci sono animali che non hanno acqua e cibo è impressionante, tanto più per chi come me alleva e sa che oggi tocca a loro, ma un domani potremmo aver bisogno noi di una mano”. “Il primo passo è trovare i fondi: poi, in base all’importo che riusciremo a raccogliere, acquisteremo fieno buono dai produttori piemontesi e organizzeremo la spedizione”, spiega Munero che è tra i produttori del Presidio dei prati stabili e pascoli. “I miei animali pascolano otto o nove mesi all’anno – dice – mentre in inverno mangiano il fieno che autoproduco dai miei prati: faccio solo quello che dovrebbe essere la normalità, e come me altri allevatori che conosco. Oltre ad acquistarlo con i fondi raccolti, in parte potremmo contribuire direttamente noi con la materia prima”.

In E.R. semine bloccate per pioggia, a rischio 30% grano e orzo

In E.R. semine bloccate per pioggia, a rischio 30% grano e orzoRoma, 24 ott. (askanews) – È allarme in Emilia-Romagna per gli agricoltori alle prese con le semine autunnali di grano e orzo, in uno dei principali bacini produttivi d’Italia con 230.000 ettari coltivati nel 2024, che vanta filiere della pasta e della panificazione famose nel mondo. I campi sono inzuppati, se non addirittura allagati, in più l’eccesso di pioggia favorisce la crescita di erbe infestanti facendo lievitare i costi per arrestarne lo sviluppo.


La stima di Confagricoltura Emilia Romagna è chiara: “rischiamo di perdere il 30% della superficie destinata a grano e orzo, i terreni sono impraticabili e lo resteranno a lungo, le operazioni in campo subiscono ritardi e i nostri uffici – spiega il presidente regionale di Confagricoltura, Marcello Bonvicini – seguono da vicino le aziende in difficoltà nella programmazione delle colture per sostituire, ove possibile, le semine dei cereali autunno-vernini con quelle primaverili di mais e sorgo in primis”. Nella provincia di Bologna, che conta più di 40.000 ettari a grano e orzo, si prevedono mancate semine su 3000 ettari circa nelle zone collinari interessate da fenomeni franosi, e su 5000 ettari in pianura, inclusi quelli ora alluvionati, dove però si dà per certa la pianificazione di altre colture in febbraio-marzo 2025. Piena emergenza e viabilità compromessa nel Reggiano dove ci sono migliaia di ettari ancora sott’acqua, edifici parzialmente sommersi e centinaia di agricoltori danneggiati. In tutta l’area la semina salterà completamente. Anche gli oltre mille ettari allagati nel Ferrarese non potranno essere destinati a semine autunnali.


Nel Modenese è stato finora seminato il 5-10% del grano previsto così pure in Romagna. I ritardi non dipendono esclusivamente dagli effetti delle alluvioni ma anche dalle frequenti precipitazioni che, in taluni casi, non hanno consentito di terminare la raccolta della soia e di liberare così i terreni per i cereali autunno-vernini. Ci sono timori in provincia di Parma per lo slittamento delle semine: la maggior parte delle aziende è ferma. Anche nel piacentino le lavorazioni del terreno sono bloccate un po’ ovunque causa smottamenti in collina-montagna e allagamenti nella bassa. Ci sono ancora pomodori in campo e si chiude una stagione tra le peggiori degli ultimi quarant’anni. Si auspica tuttavia di poter recuperare nelle prossime settimane. “La situazione è critica – sottolinea il presidente dei cerealicoltori di Confagricoltura Emilia Romagna, Achille Savini – in alcune zone sono caduti più di 1200 millimetri di pioggia da inizio anno quando la media annuale in Emilia-Romagna si attesta a 600-700 millimetri. Preoccupa anche la crescente disaffezione verso la coltura spinta da un andamento dei prezzi fortemente penalizzante sia per il tenero che per il duro”.

Manovra, Commissione Ue: stiamo valutando, parere a fine novembre

Manovra, Commissione Ue: stiamo valutando, parere a fine novembreBruxelles, 24 ott. (askanews) – “In questo momento tiamo valutando i piani di bilancio che sono stati presentati dagli Stati membri dell’Eurozona, tra cui quello dell’Italia, e pubblicheremo i nostri pareri su di essi prima della fine di novembre; e, com’è noto, i parlamenti nazionali dovranno quindi tenere conto del parere della Commissione e della successiva discussione dell’Eurogruppo, prima di adottare i loro bilanci in linea con le procedure nazionali”.


Lo ha detto oggi a Bruxelles, durante il briefing quotidiano per la stampa della Commissione europea, la portavoce per gli Affari economici dell’Esecutivo comunitario, Veerle Nuyts, rispondendo a una domanda sul documento programmatico di bilancio presentato dall’Italia.