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Autore: Redazione StudioNews

A Siena 1-2 dicembre la prima edizione di Evo in Siena

A Siena 1-2 dicembre la prima edizione di Evo in SienaRoma, 22 ott. (askanews) – Il primo e il 2 dicembre 2024 Siena diventerà il cuore pulsante della cultura olearia con la prima edizione di “Evo in Siena”, un evento interamente dedicato all’olio extravergine d’oliva della Toscana di alta qualità e alle denominazioni “DOP Terre di Siena, DOP Chianti Classico, DOP Seggiano, DOP Lucca, IGP Toscano”. Promosso dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena con il patrocinio e contributo del Comune di Siena, questo progetto nasce con l’obiettivo di celebrare una delle eccellenze della tradizione gastronomica toscana, offrendo una vetrina privilegiata per i produttori locali e consolidando il ruolo di Siena come meta di riferimento per il turismo enogastronomico.


Il programma dell’evento prevede talk, masterclass, tour esperienziali e momenti di confronto con esperti e appassionati del settore, ponendo al centro l’olio come elemento simbolico della nostra cultura e della nostra identità. L’evento punta non solo a promuovere l’olio della Toscana, ma anche a dare visibilità ai produttori locali e alle aziende del settore, creando un network che favorisca la collaborazione tra imprese e la crescita economica del territorio.


Simone Lorenzo Signorini, presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena, sottolinea in una nota che “Siena è da sempre simbolo di tradizione e qualità, e con EVO in SIENA vogliamo offrire un tributo a uno dei prodotti più rappresentativi della nostra cultura: l’olio extravergine d’oliva. Questo evento non solo rafforza il nostro legame con la tradizione olearia, ma mira a proiettarci nel futuro, valorizzando le nuove tendenze e l’evoluzione di questo settore fondamentale per l’economia locale e nazionale”.

Umbria, Schlein: con Stefania Proietti concretezza e ascolto

Umbria, Schlein: con Stefania Proietti concretezza e ascoltoRoma, 22 ott. (askanews) – “Sono entusiasta di sostenere Stefania Proietti che ha dimostrato già grandissima capacità amministrativa da sindaca di Assisi e prossimità con le persone”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine di un evento elettorale con Stefania Proietti, candidata del centrosinistra per la presidenza della Regione Umbria.


“E’ in cammino per l’Umbria e oggi sono felice di essere con lei. Toccherà tutti i comuni dell’Umbria perché abbiamo bisogno di andare dove le persone non credono più di essere ascoltate. Ecco questa è una parte del lavoro importante per ricucire la regione e le sue esigenze a partire dalla sanità pubblica, dalle opportunità di lavoro e di buona impresa, dall’attenzione alle famiglie e ai loro bisogni. Concretezza è questo che contraddistingue il programma di Stefania Proietti ma anche l’empatia dell’ascolto delle persone e dei loro bisogni che stanno cambiando e che sono purtroppo inascoltati, penso soprattutto alla situazione della sanità pubblica in questo Paese”, ha sottolineato Schlein.

Vino, a “Vinitaly.Usa” più di 1.500 operatori professionali in 2 giorni

Vino, a “Vinitaly.Usa” più di 1.500 operatori professionali in 2 giorniMilano, 22 ott. (askanews) – Più di 1.500 operatori professionali in due giorni hanno incontrato la proposta di 1.650 etichette di oltre 230 Cantine e sette Regioni (Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Sardegna, Umbria, Veneto) e preso parte a trenta eventi tra masterclass, degustazioni e incontri di approfondimento del mercato. Sono i numeri della prima edizione di “Vinitaly.Usa”, organizzata da Veronafiere e Fiere Italiane in collaborazione con ITA-Italian Trade Agency, che ha chiuso ieri sera al Navy Pier di Chicago. Una manifestazione dedicata esclusivamente all’incontro tra domanda internazionale e offerta di prodotti italiani che rappresentano un terzo delle importazioni complessive di vino degli Stati Uniti (1,5 miliardi di dollari su 4,5 totali).


“Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati per questo primo passo negli Usa: numero e qualità delle cantine partecipanti; promozione coordinata e unitaria fra regioni, camere di commercio, Ice, consolati, ambasciata con Maeci e Masaf che hanno lavorato con noi nella stessa direzione per portare operatori professionali qualificati nell’interesse esclusivo delle aziende” ha affermato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, spiegando che “a questi, si aggiunge il non meno importante obiettivo di aver selezionato nuovi buyer e importatori da invitare al prossimo Vinitaly di Verona”. “Con ‘Vinitaly.Usa’ completiamo la geografia dei nostri eventi fieristici dedicati al vino e ora siamo presenti in Nord America, oltre che in Asia, Balcani e Sud America” ha messo in luce l’Ad di Veronafiere, Maurizio Danese, evidenziando che “a cui si aggiungono in media ogni anno 15 tappe tra roadshow e preview in mercati strategici che ricomprendono altre città degli USA, Giappone, Corea del Sud, Cina, Nord e Centro Europa con il duplice obiettivo di promuovere il vino italiano e selezionare operatori internazionali qualificati da ospitare al Vinitaly: tutte le strade portano a Verona”.


“Abbiamo scelto Chicago perché è un crocevia di molti scambi commerciali degli Usa che sono un mercato complesso per le diverse regole sulle importazioni” ha commentato il Dg della Spa veronese, Adolfo Rebughini, sottolineando che “il riscontro della prima edizione, costruita dopo l’esperienza dell’edizione zero dello scorso anno, è andato oltre le aspettative, con aziende che grazie alla app dedicata hanno potuto programmare anche fino a 18 business meeting, dato significativo per un evento come ‘Vinitaly.Usa’, con rappresentanti qualificati della domanda statunitense e non solo”. In un mercato che vive dinamiche molto particolari, in cui volgiamo continuare a essere presenti per sostenere le nostre imprese, questo risultato ci dà ottimismo per l’edizione 2025″. “Abbiamo lavorato con grande attenzione nella promozione dell’evento, selezionando gli inviti ai top buyer sulla base di una esperienza pluridecennale nella organizzazione di eventi nel settore wine” ha chiosato Maurizio Muzzetta, presidente di Fiere Italiane e partner di Veronafiere nella organizzazione di “Vinitaly.Usa” a cui ha collaborato anche la Camera di Commercio italiana americana del Midwest-Chicago.

Accordo in Agrifish su limiti di cattura pesce nel Mar Baltico

Accordo in Agrifish su limiti di cattura pesce nel Mar BalticoRoma, 22 ott. (askanews) – Il Consiglio dei ministri europei dell’Agricoltura ha raggiunto oggi un accordo politico sui nuovi limiti alle catture di pesce per i principali stock ittici del Mar Baltico, tra cui aringa, merluzzo, platessa, spratto e salmone, per garantire stock sostenibili e un settore sostenibile per il futuro. Il Consiglio adotterà formalmente la decisione in una prossima riunione.


L’accordo sui totali ammissibili di cattura (TAC) e sulle quote nazionali per il 2025 è in linea con la consulenza scientifica fornita dal Consiglio internazionale per l’esplorazione del mare (ICES) e stabilisce le quantità massime che ogni Stato membro potrà catturare per ogni stock ittico, spiega l’Agrifish in una nota. “I mezzi di sussistenza dei pescatori dipendono dalla sostenibilità a lungo termine dei nostri stock ittici. Con l’accordo odierno puntiamo a trovare un equilibrio tra aiutare a recuperare gli stock ittici, proteggere gli ecosistemi marini e garantire la sostenibilità del settore in futuro”, ha detto István Nagy, ministro ungherese dell’Agricoltura. Visto che lo stock di aringa del Baltico centrale è aumentato oltre il livello minimo sostenibile nell’ultimo anno e che le previsioni scientifiche per questo stock sono positive, il Consiglio ha concordato di aumentare le possibilità di pesca del 108%, in linea con la proposta della Commissione. Il Consiglio ha inoltre seguito le raccomandazioni della Commissione in merito all’aringa nel Golfo di Riga e all’aringa nel Golfo di Botnia, aumentando i limiti di cattura (Tac) rispettivamente del 10% e del 21%.


Nel caso dell’aringa del Baltico occidentale, a causa dei bassi livelli di biomassa, il Consiglio ha concordato di riportare il totale ammissibile di cattura dell’anno scorso per le catture accessorie inevitabili. Il Consiglio ha inoltre deciso di mantenere l’esenzione attualmente in vigore per la pesca costiera su piccola scala. Per quanto riguarda il merluzzo, con gli stock di merluzzo del Baltico orientale e occidentale in cattive condizioni, il Consiglio ha concordato di continuare a stabilire i TAC solo per le catture accessorie, per consentire il recupero degli stock. Rispetto all’anno scorso, i limiti di cattura sono stati ridotti rispettivamente del 28% e del 22%. Per contribuire a migliorare la situazione di questi stock, il Consiglio ha concordato con la proposta della Commissione di vietare la pesca ricreativa del merluzzo nell’intera area, tenendo però conto delle catture accessorie accidentali.


I limiti di cattura per la platessa rimarranno invariati rispetto al 2024. Mentre gli stock di platessa sono sani, il TAC per la platessa tiene conto del fatto che il merluzzo viene catturato involontariamente durante la pesca della platessa. Il Consiglio ha concordato di ridurre le catture totali consentite per lo spratto del 31%, per evitare un calo al di sotto dei livelli sostenibili. Il Consiglio ha deciso di ridurre i limiti di cattura del 36% per il salmone nel bacino principale e di mantenere il TAC dell’anno scorso per il salmone nel Golfo di Finlandia. Inoltre, la pesca ricreativa del salmone nel bacino principale sarà limitata alla cattura di non più di un esemplare di salmone con pinna adiposa tagliata trattenuto per pescatore al giorno. Dopo aver catturato il primo esemplare, i pescatori ricreativi dovranno smettere di pescare il salmone per il resto della giornata.


Il Consiglio ha anche deciso sulle possibilità di pesca della busbana norvegese nel Mare del Nord, uno stock condiviso dall’UE e dal Regno Unito. Dopo le consultazioni con il Regno Unito, le delegazioni hanno concordato di stabilire un limite UE di 300 tonnellate solo per le catture accessorie.

Ue, Salis: Ungheria chiede revoca della mia immunità

Ue, Salis: Ungheria chiede revoca della mia immunitàRoma, 22 ott. (askanews) – “A breve sarà annunciata al Parlamento Europeo di Strasburgo la richiesta di revoca della mia immunità da parte delle autorità ungheresi”. Lo annuncia Ilaria Salis, europarlamentare di The Left.


“Non è – aggiunge – una coincidenza che la trasmissione della richiesta al Parlamento sia avvenuta il 10 ottobre, il giorno successivo al mio intervento in Plenaria sulla presidenza ungherese, quando ho criticato duramente l’operato di Orbán. Evidentemente, i tiranni faticano a digerire le critiche. Come ho già detto più volte, auspico che il Parlamento scelga di difendere lo stato di diritto e i diritti umani, senza cedere alla prepotenza di una ‘democrazia illiberale’ in deriva autocratica che, per bocca anche dei suoi stessi governanti, in diverse occasioni mi ha già dichiarato colpevole prima della sentenza. In gioco non c’è solo il mio futuro personale, ma anche e soprattutto cosa vogliamo che sia l’Europa, sempre più minacciata da forze politiche autoritarie. Non sussistono le condizioni minime affinché in Ungheria possa svolgersi un processo giusto. Né per me, né per Maja, né per nessun oppositore politico, tantomeno se antifascista. Abbiamo già dimostrato cosa può la solidarietà. È tempo di mobilitarsi di nuovo, in nome dell’antifascismo, della democrazia e di una vera giustizia”, conclude Salis.

Governo, Schlein: due anni negativi da ogni punto di vista

Governo, Schlein: due anni negativi da ogni punto di vistaRoma, 22 ott. (askanews) – “Il nostro giudizio” su due anni di governo Meloni “è negativo da ogni punto di vista perché ha tagliato sulla sanità pubblica, ha tagliato sul sociale, ha precarizzato ulteriormente il lavoro e si fa bello dei risultati ottenuti da altri. Non ha un piano industriale per l’Italia e si abbatte con tutta la violenza sui più fragili, sui loro diritti e nega l’emergenza climatica mandando risposte neanche su questo terreno”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, conversando con i cronisti a margine di un evento elettorale a sostegno di Stefania Proietti, candidata del centrosinistra alle regionali in Umbria.


“Noi abbiamo un giudizio estremamente negativo su questo governo ma più che il nostro credo che conti quello delle persone che oggi fanno più fatica a far la spesa, le persone che aspettano un anno e mezzo per fare un esame e altrimenti devono solo tirare fuori di tasca 500 euro per andare dal privato perché non non possono aspettare quell’esame”, ha aggiunto sottolineando che “loro oggi intendono festeggiare” ma “quelli che hanno poco da festeggiare sono gli italiani”.

Vino, in Usa difficoltà per i rossi ma non per i luxury italiani: +3%

Vino, in Usa difficoltà per i rossi ma non per i luxury italiani: +3%Milano, 22 ott. (askanews) – C’è un segmento in controtendenza nel declino dei vini rossi negli Usa: sono i “luxury” made in Italy, etichette rossiste dai 50 dollari in su (prezzo alla distribuzione), che tra gennaio e agosto hanno messo a segno una crescita delle vendite a valore del 3% a fronte di una performance generale dei prodotti luxury a -7%, con i francesi a -16% e gli americani in linea con la media di mercato. È quanto rilevato, a Vinitaly.Usa (Chicago, 20-21 ottobre), dall’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly sui dati SipSource di agosto.


Secondo il monitoraggio delle vendite effettive di vino riscontrate dai distributori statunitensi, si tratta di un posizionamento sorprendente, quello dei rossi di altissima gamma italiani, che detengono una nano-quota del 2% sul volume delle vendite di rossi tricolore ma che a valore rappresentano il 14% dei rossi italiani negli Usa. Questa fetta di mercato sale fino al 23% se si includono i rossi super-premium (tra i 24 e i 50 dollari), a fronte di un solo 6% delle vendite a volume. “L’Italia – ha detto nel suo intervento a Chicago il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi – può contare da una parte sulla forza di brand territoriali ormai riconosciuti come iconici dagli appassionati americani, e dall’altra sull’esperienza del turista americano in Italia, sempre più fattore di affezione una volta rientrati a casa”. Non a caso, a fare da protagoniste (quasi assolute) della nicchia luxury sono le etichette toscane, responsabili del 45,5% del mercato statunitense dei rossi made in Italy di alta gamma, cresciute del 13% tra gennaio e agosto di quest’anno. A tirare la volata nelle preferenze di un consumatore tipo particolarmente conservativo e affezionato a proposte e territori già conosciuti, il Brunello di Montalcino, prima Denominazione con una fetta di mercato pari al 32% dei rossi di lusso. Seguono a distanza nella classifica regionale dalla galassia Bolgheri (11,5%) e Chianti Classico (2%). Per i nobili piemontesi si guadagna il secondo posto assoluto il Barolo (16%), mentre il Barbaresco (4%) è fuori dal podio, un gradino sotto al Bolgheri Superiore (7%). In forte difficoltà invece, secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, aree enologiche che sin qui hanno trainato il segmento lusso, come Bordeaux (-37%), Borgogna (-12%), Napa Valley (-24%).


Dai rossi “nobili” ai nuovi trend che, dagli Usa, stanno abbracciando consumatori di tutto il mondo, come sottolineato nel corso dell’inaugurazione di Vinitaly.USA da Marzia Varvaglione, presidente dell’Associazione dei giovani imprenditori vitivinicoli italiani (Agivi) di Unione italiana vini (Uiv). “Dai ready to drink, ai low e no-alcohol – ha affermato – è importante non avere pregiudizi, non dobbiamo avere paura del nuovo che avanza. Come produttori italiani dobbiamo comprendere i fenomeni sottostanti e, di conseguenza, iniziare a comunicare il vino in modo più inclusivo. Il nostro ruolo come imprenditori – ha rimarcato Varvaglione – è quello di capire quali sono le nuove opportunità che il mercato presenta, in particolare quello statunitense. Parlare di giovani – ha concluso – è una questione di responsabilità: saranno la prossima generazione del vino, giovani cosmopoliti attenti alla qualità nel piatto e nel bicchiere”.

Lollobrigida: Africa ci chiede aiuto collaborativo per crescita

Lollobrigida: Africa ci chiede aiuto collaborativo per crescitaRoma, 22 ott. (askanews) – “Dobbiamo ascoltare la voce dei governi africani: dopo diversi confronti, in loro trovo la necessità di avere la soluzione ai problemi delle loro nazioni che vedono questa forte emigrazione. Ci chiedono aiuto con un approccio che non sia quello predatorio o caritatevole ma collaborativo, che faccia crescere le loro economie e l’agricoltura più di ogni altro settore”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo a Bari in video collegamento al Festival delle Regioni.


“Il Piano Mattei punta proprio a questo – ha aggiunto – e i primi risultati sono visibili già in questi mesi: ci sono operazioni che non prevedono uno svantaggio per noi ma la possibilità di una crescita economica delle nazioni con le quali collaboriamo”, ha concluso il ministro.

Vertice BRICS: Putin tutt’altro che isolato, riunisce 36 paesi

Vertice BRICS: Putin tutt’altro che isolato, riunisce 36 paesiRoma, 22 ott. (askanews) – Una grande vetrina per Vladimir Putin, il presidente russo che l’Occidente avrebbe voluto isolare dopo che questi ha fatto invadere dalle sue truppe l’Ucraina, che da oggi e fino a giovedì ospita il 16mo vertice annuale dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) a Kazan, con la partecipazione complessiva di 36 paesi e sei organizzazioni internazionali.


Sicuramente, per il leader russo la partecipazione ampia a questa riunione è un successo diplomatico importante già in partenza, perché sono presenti i leader di paesi che ospitano oltre metà della popolazione mondiale e alcune delle economie di primissima grandezza. Con diversi di questi leader, tra l’altro, Putin avrà anche incontri bilaterali a margine per consolidare la posizione della Russia, dopo che il cordone ombelicale con l’Europa occidentale è stato tagliato in maniera al momento difficilmente reversibile. Da un punto di vista dei contenuti, sebbene nel menù del BRICS solitamente la fanno da padroni i temi economico-commerciali, ci saranno anche importanti passaggi politici e, uno di questi, sarà l’incontro che il capo del Cremlino avrà giovedì – secondo quanto ha annunciato l’Ufficio presidenziale russo – con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. In questo faccia a faccia certamente verrà posto anche il tema di un percorso d’uscita dal conflitto ucraino.


D’altronde, all’interno del BRICS, tre dei quattro fondatori originari del blocco (Brasile, India, Cina) si sono proposti come promotori di una mediazione per arrivare a un cessate-il-fuoco e a una pace nel conflitto. L’altro tema politico che nella tre giorni di Kazan verrà trattato sarà certamente il rischio di allargamento senza controllo del conflitto in Medio Oriente. Tra i presenti ci sarà il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Inoltre sono stati già annunciati incontri bilaterali di Putin per giovedì con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, con il presidente iraniano Masoud Pezeshkian e con lo stesso Abu Mazen.


Il vertice di Kazan rappresenta il primo dopo l’allargamento del blocco e in vista di ulteriori ammissioni. Dopo la fondazione a quattro del 2009 e l’ingresso due anni dopo del quinto “socio”, il Sudafrica, quest’anno il gruppo si è ampliato per includere Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati arabi uniti. Attualmente, i componenti del raggruppamento rappresentano oltre un terzo della produzione economica mondiale e si propongono come un fronte di opposizione a un ordine globale, politico ed economico, squilibrato a favore degli Stati uniti e dell’Europa occidentale.


Tuttavia, è difficile incasellare i membri dei BRICS come un blocco compatto. Anche tra i suoi fondatori, ci sono diverse rivalità e punti di contrasto. Per esempio, India e Cina hanno ancora aperte questioni territoriali che portano a periodici conflitti. Inoltre, Egitto ed Emirati hanno rapporti militari intensi con gli Stati uniti, con questi ultimi che persino ospitano basi militari americane. Tra l’altro, tra alcuni dei componenti ci sono vere e proprie tensioni belliche crescenti, come è il caso dell’Egitto e dell’Etiopia. Secondo quanto ha scritto oggi il New York Times, uno degli obiettivi del summit potrebbe anche quello di ridurre il dominio del dollaro per depotenziare le sanzioni e le restrizioni commerciali occidentali che danneggiano le economie di diversi importanti paesi membri e partner: dalla Russia all’Iran, fino alla stessa Cina. Ma questa ambizione non sembra a portata di mano, non solo perché alcuna valuta dei paesi presenti pare avere la forza del dollaro, ma anche perché non c’è evidentemente consenso su questo tema e questo rischia di mandare all’aria la costruzione di un clima solidale che dovrebbe portare a un comunicato comune alla fine del vertice. Questo spiegherebbe il motivo per il quale il Cremlino, per bocca del portavoce di Putin, Dmitry Peskov, si è affrettato oggi a smentire che nel mirino ci sia il biglietto verde: “La cooperazione nella cornice del BRICS non è diretta contro alcuno, né contro il dollaro né contro alcuna altra valuta. Persegue l’obiettivo principale di assicurare gli interessi dei paesi che partecipano a questo formato”. Il vertice rappresenta comunque un osservatorio privilegiato per osservare gli scostamenti in corso nel mondo rispetto anche a una riconfigurazione degli assetti globali. Come si stanno ricollocando alcune realtà politiche di grande importanza negli scacchieri mondiali in diverse regioni? L’India, paese tradizionalmente leader dei “non allineati”, è nel BRICS ma nel contempo non disdegna di stare nel formato di sicurezza QUAD con gli Stati uniti, il Giappone e l’Australia. L’Egitto e gli Emirati, da sempre vicini agli Usa, corteggiano la Cina. Il Brasile in Sudamerica, con il ritorno al potere della sinistra di Lula, rema contro il dollaro ma ha gli Stati uniti come secondo partner commerciale. Su tutto questo scenario, poi, c’è un’ombra: quella dell’imprevedibilità dell’esito delle elezioni statunitensi. Che vinca Donald Trump o che vinca Kamala Harris fa la differenza e le conseguenze dell’arrivo di una nuova leadership alla Casa bianca si potranno misurare solo quando ciò accadrà. E anche all’interno del BRICS, una vittoria eventuale del primo potrebbe portare a un disgelo Mosca-Washington, mentre sull’asse Pechino-Washington ciò non accadrebbe e, anzi, ci potrebbe essere un inasprimento della retorica. Questa divaricazione d’interessi ha il potenziale, per ora poco visibile, di accendere una lotta d’influenza all’interno del blocco tra i due soci di maggioranza.

Lollobrigida: ripensare sistema coperture assicurative agricoltura

Lollobrigida: ripensare sistema coperture assicurative agricolturaRoma, 22 ott. (askanews) – “Va ripensato il sistema delle coperture assicurative, perché i propositi che si erano posti quando si è organizzato il sistema di contribuzione per le polizze assicurative non hanno dato gli effetti sperati”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo a Bari in video collegamento al Festival delle Regioni.


“Il numero di imprese agricole assicurate è bassissimo, si assicurano solo quelli che sono praticamente certi di avere un problema – ha aggiunto il ministro – Il dato segna una crisi che ci mette nella condizione di ripensarlo, lo facciamo insieme agli assessori regionali, alle compagnie assicurative e ai consorzi in modo da avere una copertura rispetto ai devastanti effetti del cambiamento climatico, che prevedono la necessità di intervenire in modo sempre più importante”, ha concluso Lollobrigida.