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Autore: Redazione StudioNews

Giorgetti annuncia spending review ministeri. Verso tagli 4 mld

Giorgetti annuncia spending review ministeri. Verso tagli 4 mldRoma, 11 ott. (askanews) – “Le persone fisiche e le imprese non hanno niente da temere. Sarà una manovra equilibrata”. Il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti rassicura queste categorie precisando che non sarà ad esse che saranno chiesti sacrifici. Che invece dovranno fare Ministeri e enti pubblici. Intervenendo ad una iniziativa di FdI “Far crescere insieme l’Italia” il Ministro annuncia una spending review consistente, parla di “tagli significativi a ministeri e enti pubblici” aggiungendo ironicamente “se nessuno si offende”.


In questi giorni i tecnici del Ministero macinano simulazioni e tabelle per far quadrare i conti. Operazione non facile e il tempo stringe, considerando che il Documento programmatico di bilancio (Dpb) deve essere trasmesso a Bruxelles entro la mezzanotte del 15 ottobre (termine comunque non perentorio). Il Consiglio dei Ministri per l’esame del Documento, ha riferito Giorgetti, si riunirà lo stesso giorno, non prima delle 20. I Ministeri, dunque, saranno chiamati a dare un contributo importante per il reperimento di risorse per finanziare le misure espansive della manovra per circa 25 miliardi. Si parlerebbe con sempre più insistenza di tagli 2025 per complessivi 4 miliardi (3 agli stanziamenti di bilancio e 1 miliardi sui residui passivi). I tagli dovrebbero essere ancora più incisivi negli anni successivi. Per gli enti territoriali si profilerebbero riduzioni delle risorse per circa 600 milioni nel 2025 e una cifra più elevata, intorno a 1,5 miliardi nel 2026. Ma per le Regioni i ‘sacrifici’ saranno compensati da aumenti dei fondi per la sanità.


Il puzzle si va componendo. Gli ‘spazi di bilancio’ da utilizzare valgono 9 miliardi di euro, ulteriori 5-6 miliardi vengono dal fondo per l’attuazione delle delega fiscale e dal fondo per la riduzione della pressione fiscale nel quale vengono trasferite le maggiori entrate strutturali dalla lotta all’evasione. I tagli di spesa nel 2025 sono previsti in circa 4,6 miliardi tra ministeri e enti. Alla voce definita genericamente ‘altre misure’ sono attribuiti circa 7 miliardi, risorse ancora da dettagliare. Potrebbero rientrare in questo capitolo l’avvio del riordino delle tax expenditure, il ‘contributo’, come lo definisce Giorgetti, alle imprese che hanno realizzato gramdi profitti dalla favorevle situazione di mercato (banche, assicurazioni, difesa, energia) un inastrimento della tassa sui colossi del web. Anche l’annunciato allineamento delle accise con l’aumento per quella del gas e la diminuzione per quella della banzina potrebbe portare maggiore gettito, anche se il Ministro oggi ha tenuto a precisare che sarà un’operazione “graduale, neanche percepibile”. Il tema della tassazione globale digitale è stato affrontato anche in un incontro che Giorgetti ha avuto oggi al Mef con il Segretario al Commercio Usa, Gina Raimondi.

Stellantis, Tavares: non abbandoniamo l’Italia, ma servono incentivi

Stellantis, Tavares: non abbandoniamo l’Italia, ma servono incentiviMilano, 11 ott. (askanews) – “Non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare l’Italia”, anzi “lotteremo come dannati per mantenere nostra leadership”. Carlos Tavares, ceo di Stellantis, non si sottrae al confronto con i parlamentari e per più di due ore battaglia con deputati e senatori: “Mi sembra di vedere una certa rabbia, un certo livore, ma la causa” delle difficoltà dell’automotive “è il quadro regolatorio che ci è stato imposto dall’Europa”, sottolinea il top manager. Fare auto elettriche, spiega, “costa il 40% in più” e la concorrenza dei cinesi, che hanno un vantaggio competitivo del 30%, “non fa che aumentare la pressione sull’industria”.


L’invito è fermare le polemiche, “mettersi al lavoro” e dare “stabilità ai regolamenti”. Per uscire dal pantano bisogna essere “grandi abbastanza” e Stellantis ha “la dimensione giusta per essere tra i vincitori: è una società di Serie A con una strategia flessibile, tra propulsione tradizionale, ibrida ed elettrica: questo è una tutela per il futuro”, dice il ceo. Ma la politica deve fare il suo: “Bisogna stimolare la domanda, con notevoli iniezioni di incentivi per aiutare la classe media. Non chiediamo soldi per noi, ma di dare un aiuto per i vostri cittadini” con sostegni che possano rendere “le auto accessibili”. A chi gli chiede se così si potrà centrare il target di un milione di veicoli prodotti, Tavares chiarisce: “Non parlerò mai di un milione di veicoli, ma di un milione di clienti: se avessimo un milione di clienti il sistema manifatturiero in Italia potrebbe soddisfare la domanda”. La capacità produttiva, assicura, non è un problema: “Se manteniamo le fabbriche in Italia è perché vogliamo mantenere la fornitura. Siamo ambiziosi e condividiamo l’ambizione del Governo di Roma”, sostiene. “I nostri impianti industriali sono la risposta giusta alle sfide del futuro. C’è tanta conoscenza tecnica ed è per questo non li vendiamo ai cinesi”. Niente trattative nemmeno su Maserati: “Stellantis non ha alcuna intenzione di vendere Maserati. Quando dite che non ci sono prodotti, mi scuso, sbagliate: non è vero”. Il gruppo, mette però in guardia Tavares, resta pur sempre “una azienda globale” che deve “considerare la competitività in tutto il mondo” e quindi “non tutte” le auto che verranno vendute in Italia potranno essere prodotte nel Paese.


Sguardo ampio anche per valutare per gli investimenti, come quelli per la gigafactory di Termoli che potrebbe ospitare la produzione di batterie nell’ambito della joint venture con Mercedes e Saft: “E’ nei nostri piani” ed “è sicuramente il sito privilegiato”, rivela il ceo che ricorda come “la concorrenza sia tanta. Noi pensiamo di aver bisogno di 3-4 gigafactory in Europa se l’Europa diventa un mercato al 100% Bev, alimentato a batterie elettriche. Se non c’è domanda, non facciamo nessun investimento”.

Tennis, Djokovic in semifinale a Shanghai, affronterà Fritz

Tennis, Djokovic in semifinale a Shanghai, affronterà FritzRoma, 11 ott. (askanews) – Novak Djokovic torna in semifinale al Masters 1000 di Shanghai, in Cina. La testa di serie numero quattro supera, non senza qualche difficoltà, il classe 2005 Jakub Mensik, giovanissimo talento proveniente dalla Repubblica Ceca. Parziale finale di 6-7 6-1 6-4 in favore del serbo sul campo centrale del torneo asiatico, in due ore e 21 minuti di gioco. Nella giornata di sabato, alle 13.30, Nole se la vedrà con l’americano Taylor Fritz, vittorioso in mattinata sul belga David Goffin con il punteggio di 6-3 6-4 in un’ora e 22 minuti. Tra i due ci sono 9 precedenti in carriera, tutti a favore dall’ex numero 1 del mondo.

Cori razzisti, Curva nord della Lazio chiusa contro il Porto

Cori razzisti, Curva nord della Lazio chiusa contro il PortoRoma, 11 ott. (askanews) – La Lazio è stata multata e sanzionata dalla Uefa per gli episodi accaduti durante la partita di Europa League contro il Nizza, valida per la seconda giornata della fase a gironi. Quei cori sono costati la revoca della condizionale da parte del Comitato Arbitrale e la chiusura dei settori 48 e 49 della Curva Nord per la prossima partita dei biancocelesti in Europa League (il 7 novembre contro il Porto). Gli altri due resteranno aperti. Inoltre è stato comminato un altro turno a porte chiuse, sanzione questa sospesa per un anno. Ulteriori 45.000 euro di multa per l’accensione di fuochi d’artificio, 9.000 per il lancio di oggetti, 8.000 per il blocco dei passaggi pubblici.

Francia, piano Bilancio governo: -41 mld a spesa e +19 mld in tasse

Francia, piano Bilancio governo: -41 mld a spesa e +19 mld in tasseRoma, 11 ott. (askanews) – Oltre 41 miliardi di euro di tagli alla spesa pubblica, di cui 21,5 miliardi colpiranno lo Stato, 14,8 miliardi la sicurezza sociale e altri 5 miliardi le comunità locali. Parallelamente Parigi intende aumentare le entrate fiscali, tramite interventi straordinari mirati, per 19,3 miliardi di euro.


Sono alcune delle cifre chiave annunciate dal ministero dell’Economia e delle finanze, sotto la guida di Antoine Armand, per cercare di rimettere in carreggiata i conti pubblici dell’Esagono, dove secondo le previsioni dello stesso esecutivo quest’anno il deficit potrebbe raggiungere il 7% del Pil. L’obiettivo è ricondurlo al 5% Per il 2025. Il rientro del disavanzo sotto la soglia del 3% del Pil – stabilita dal Patto di stabilità e di crescita, e confermata nella sua ultima revisione – è rinviato al 2029.


La manovra da circa 60 miliardi, presentata di fatto contestualmente a una legge di revisione delle spese sociali e sanitarie, dovrà ora passare al vaglio del Parlamento francese e della Commissione europea. Ma nel frattempo sarà anche sotto i riflettori di mercati e agenzie di rating, dove il giudizio potrebbe risultare non meno tenero. Specialmente tenuto conto del fatto che buona parte dell’aggiustamento previsto dovrebbe avvenire nei prossimi anni, quando è quantomai improbabile che sia in carica il vacillante governo messo in piedi su iniziativa del presidente Emmanuel Macron, dopo lo stallo emerso dalle le recenti elezioni.

Addio a Marcello Mutti, imprenditore dell’azienda di conserve di pomodoro

Addio a Marcello Mutti, imprenditore dell’azienda di conserve di pomodoroMilano, 11 ott. (askanews) – Addio a Marcello Mutti, imprenditore illuminato nel comparto delle conserve di pomodoro padre dell’attuale amministratore delegato del gruppo di Parma, Francesco Mutti.


Marcello Mutti è scomparso all’età di 83 anni mercoledì sera nella casa dove era nato, come racconta nell’edizione di oggi sulla Gazzetta di Parma suo figlio Francesco, che dal 1994 guida l’azienda. Mutti padre, che da tempo non aveva più incarichi attivi nel gruppo, era nato il giorno di Natale del 1940 e, dopo la laurea in Economia e commercio, nel 1965, era entrato nell’azienda di famiglia che ha reso leader in Europa nella lavorazione del pomodoro introducendo innovazioni dirompenti per il mercato, come la bottiglia di vetro “per far vedere” la passata. Nel 1966 si era sposato con Angelita Rossi, conosciuta sui banchi dell’univesità, e dalla cui unione era nato il figlio Francesco. “L’eredità che ci lascia è quella di vedere l’azienda come un valore – ha detto il figlio – basato sull’importanza della progettualità. Un’azienda in cui l’attenzione e il rispetto verso la persona devono essere prioritari”.

Migranti, decreto Piantedosi su ong rinviato a Corte costituzionale

Migranti, decreto Piantedosi su ong rinviato a Corte costituzionaleMilano, 11 ott. (askanews) – La Corte Costituzionale si pronuncerà sulla legittimità o meno del cosiddetto decreto Piantedosi, n.1/2023, sull’operato delle ong attive nel salvataggio dei migranti. Lo ha deciso il tribunale di Brindisi, nell’ambito di uno dei giudizi avviati dalla ong Sos Mediterranee contro il fermo amministrativo della sua nave Ocean Viking, rinviando alla Consulta la legge di conversione del decreto.


“Dopo anni di criminalizzazione delle attività di ricerca e soccorso di naufraghi nel Mediterraneo è finalmente al vaglio della Corte costituzionale la scelta governativa di punire chi svolge una doverosa attività umanitaria e di delegare alla cd. Guardia costiera libica il respingimento di migranti e richiedenti asilo in fuga da contesti di estremo pericolo e persecuzioni” hanno commentato in una nota i legali della ong, Francesca Cancellaro e Dario Belluccio, intervenuti stamani alla Città dell’Altra Economia a Roma, nell’ambito del Festival Sabir. “Il governo italiano in questi due anni ha prodotto numerosi interventi legislativi illegittimi – ha aggiunto il responsabile Immigrazione di Arci nazionale, Filippo Miraglia – sapendo già che sarebbero andati a scontrarsi con qualche tribunale. Adesso per fortuna il decreto Piantedosi contro le ong andrà alla Corte costituzionale. Sappiamo che in quel provvedimento ci sono numerosi profili di incostituzionalità e che non rispetta le direttive europee. Questa irrefrenabile pulsione a produrre leggi che non rispettano la Costituzione e le Convenzioni internazionali serve alla loro propaganda, ma questo va denunciato e contrastato”.


“È l’intero impianto di una legge ingiusta e discriminatoria ad essere messo in discussione – ha dichiarato la responsabile comunicazione di Sos Mediterranee, Giorgia Girometti – e questo è importante per molte ragioni. Innanzitutto, vengono legittimati anche dal punto di vista legale i rilievi e le critiche che le organizzazioni civili del soccorso in mare hanno mosso verso questa legge inutile e dannosa”.

Libano, Defence for Children: proteggere diritti dei bambini

Libano, Defence for Children: proteggere diritti dei bambiniRoma, 11 ott. (askanews) – “Defence for Children International (DCI) si schiera con tutti i bambini i cui diritti sono violati e che sono colpiti dagli attacchi in Libano. DCI esprime solidarietà con la sua organizzazione membro, Defence for Children International – Lebanon, per il suo impegno nel corso dell’ultimo decennio nella difesa e promozione dei diritti dei bambini in Libano. I conflitti armati infliggono danni profondi ai bambini. Nonostante la protezione speciale che dovrebbe essere garantita a tutti i bambini dalla legge internazionale, incluso il loro diritto alla vita, troppo spesso vengono terrorizzati da avvertimenti inefficaci a fuggire, costretti a fuggire, detenuti, uccisi, orfani, mutilati, attaccati, rapiti, feriti, traumatizzati, resi senza casa e sfollati interni. Vengono privati della libertà, della sicurezza, delle cure mediche, del cibo e dell’acqua; sono sfruttati o altrimenti coinvolti direttamente nel conflitto. Le ripercussioni si estendono a coloro che sopravvivono, ma devono affrontare la perdita di genitori, familiari, amici, e sono testimoni di eventi catastrofici e estremamente traumatizzanti. La situazione in Libano sta degenerando giorno dopo giorno”.


“A partire dal 7 ottobre, l’offensiva di Israele dal 23 settembre ha causato la morte di 1.450 persone, incluse più di 100 bambini. Settemila cinquecento persone sono state ferite. Oltre 1,2 milioni di persone sono state costrette a fuggire, comprese più di 345.000 bambini. DCI condanna: l’uccisione di civili e bambini da parte di tutte le parti coinvolte in questo conflitto e tutte le violazioni del Diritto Internazionale Umanitario; gli attacchi militari di Israele contro il popolo libanese, compresi i bambini, e il loro sfollamento interno forzato; la distruzione sistematica delle infrastrutture civili, comprese scuole e ospedali; l’uso illecito di fosforo bianco e uranio impoverito in aree densamente popolate e agricole. Inoltre Dci chiede un cessate il fuoco immediato e permanente, da monitorare da un organismo internazionale indipendente; la fine immediata delle violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto dei diritti umani, comprese le violazioni dei diritti dei bambini. Tutti coloro che sono responsabili di attacchi indiscriminati e altri crimini di guerra contro i civili, compresi i bambini, devono essere ritenuti penalmente responsabili e visti come tali; l’istituzione di un nuovo sistema di responsabilità per porre fine all’impunità per questi crimini e prevenire future atrocità; assistenza umanitaria immediata per tutti i civili sfollati internamente, con particolare attenzione ai diritti e ai bisogni specifici dei bambini; un divieto di vendite e trasferimenti di armi verso Israele”. “La comunità internazionale – conclude la nota – deve assumersi la responsabilità per i propri fallimenti a Gaza e in Cisgiordania e portare urgentemente a un cessate il fuoco a Gaza e porre fine all’occupazione illegale del territorio palestinese. La tolleranza o addirittura l’incoraggiamento di crimini di guerra e violazioni del Diritto Internazionale Umanitario devono essere riconosciuti come una macchia collettiva e indelebile sulla comunità internazionale e sulla sua complicità in crimini”.

Massimo Ghini a Ciao Maschio: “Ho avuto una infanzia difficilissima”

Massimo Ghini a Ciao Maschio: “Ho avuto una infanzia difficilissima”Roma, 11 ott. (askanews) – “Vengo da un’infanzia difficilissima, perché i miei si sono separati quando io avevo tre anni e se ora ne faccio 70, ti puoi immaginare in che periodo era e quanti anni sono passati. Tutto questo mi ha segnato. Quando arrivavano le pagelle o i documenti vi era scritto firma del padre o di chi ne fa le veci. E, al posto di mio padre, firmava mia mamma. E io ogni volta che tornavo a scuola, c’erano anche i professori che mi guardavano un po’ strano, perché all’epoca c’era questo politically correct…”. A confessarlo a Nunzia De Girolamo è l’attore Massimo Ghini, tra gli ospiti della quinta puntata di Ciao Maschio, il programma di Nunzia De Girolamo, nella puntata in onda domani, Sabato 12 Ottobre, in seconda serata su Rai 1.   “Ad un certo punto, – prosegue – abbiamo trovato una soluzione. Mia mamma firmava con la dicitura Lorenzo Ghini, che era il nome di mio padre. Una truffa, per come dire, ma così tutti erano contenti. Purtroppo in qualche maniera penso di aver finto di aver accettato la separazione dei miei, per questo faccio l’attore. Ma dentro di me soffrivo come una bestia, perché quello che ti rimane addosso è il senso dell’abbandono. Mi è mancata tanto una carezza di mio padre. L’ho visto talmente tante poche volte, che mi ricordo quante volte sono state. Una roba assurda. Paradossalmente le volte che l’ho visto di più, è stato quando stava per morire”.

Unifil, Crosetto: nessuno si sposterà. La risoluzione Onu sottoscritta anche da Israele

Unifil, Crosetto: nessuno si sposterà. La risoluzione Onu sottoscritta anche da IsraeleMilano, 11 ott. (askanews) – “Nessuno si sposterà mai se è in un luogo per difendere la pace o per difendere una risoluzione dell’ONU, che hanno preso tutte le nazioni e che hanno sottoscritto i due paesi, perché è stata sottoscritta, noi siamo lì per applicare la 1701 che è stata sottoscritta sia dal Libano sia da Israele”. Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, a Tgcom24.


Intanto, in merito alle notizie circolate nella giornata odierna, riguardanti un presunto terzo attacco contro le basi italiane di Unifil in Libano, il Ministero della Difesa smentisce “categoricamente”. “Le verifiche condotte sul campo – si spiega il ministero in un comuncato – confermano che non vi è stato alcun ulteriore attacco. Sono attualmente in corso le attività relative a lavori di ripristino dei manufatti precedentemente danneggiati, eseguiti in pieno coordinamento e accordo tra le unità italiane di Unifil, le Forze armate libanesi e le Forze di difesa israeliane (IDF). L’intervento di riparazione si è reso necessario a causa dei danni riscontrato nei giorni scorsi e hanno lo scopo di garantire la sicurezza e l’operatività delle strutture della missione. Le operazioni sono state pianificate e sono in corso di svolgimento con il consenso di tutte le parti interessate, assicurando il pieno rispetto degli accordi e dei protocolli internazionali in vigore”.