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Autore: Redazione StudioNews

Vino, il Consorzio Chianti aderisce alla campagna Ue “Vitaevino”

Vino, il Consorzio Chianti aderisce alla campagna Ue “Vitaevino”Milano, 9 ott. (askanews) – Il Consorzio Vino Chianti aderisce a Vitaevino, la campagna di sensibilizzazione lanciata in tutta Europa per chiedere il riconoscimento del consumo responsabile e moderato di vino come fattore importante per uno stile di vita sano ed equilibrato. L’iniziativa nasce dalla volontà di numerose associazioni italiane ed europee del settore “per reagire contro le campagne di demonizzazione del vino avvenute negli ultimi mesi”.


“Siamo felici di aderire a Vitaevino, iniziativa a cui crediamo e che condividiamo fermamente” ha affermato il presidente del Consorzio, Giovanni Busi – aggiungendo che “per tale motivo abbiamo coinvolto, inviando apposita comunicazione, alle aziende della filiera ed i wine lovers, nostri sostenitori, a sottoscrivere sullo specifico sito la dichiarazione di condivisione. Il settore vitivinicolo sta affrontando una sfida senza precedenti a causa di una pressante campagna di demonizzazione condotta da più parti in Europa” ha ricordato Busi, secondo cui “la mancanza di distinzione tra abuso e consumo moderato del vino, parte integrante di uno stile di vita sano, ha portato alla diffusione di informazioni distorte, influenzando in modo negativo le normative globali che mettono ora a rischio l’esistenza di un settore radicato nella nostra cultura”. A promuovere la campagna di sensibilizzazione sono le principali organizzazioni europee di rappresentanza del mondo vitivinicolo: Ceev, Cevi, Copa-Cogeca ed Efow. In partecipano dieci sigle italiane: Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Federvini, Uiv, Federdoc, Assoenologi, Fivi, Copagri e Alleanza Cooperative Agroalimentari. L’iniziativa è stata presentata per l’Italia al ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste e, in contemporanea, in molte altre città europee (Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Slovacchia, Austria, Francia e Portogallo) e a breve sarà presentata al parlamento europeo di Bruxelles.

Cina contro presidente Taiwan: ripropone argomenti separatisti

Cina contro presidente Taiwan: ripropone argomenti separatistiRoma, 9 ott. (askanews) – La Cina ha accusato oggi il presidente taiwanese William Lai Ching-te di ostilità nei confronti di Pechino, dopo una serie recenti di sue affermazioni dal tono separatista. Lo ha detto Zhu Fenglian, portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan della Repubblica popolare cinese.


“L’errore di Lai Ching-te sull’indipendenza di Taiwan è solo vecchio vino in nuove bottiglie, e dimostra nuovamente la sua posizione ostinata sull’indipendenza di Taiwan e le sue sinistre intenzioni di intensificare l’ostilità e la conflittualità”, ha affermato Zhu, secondo quanto riporta oggi il South China Morning Post. Sabato scorso, Lai ha sottolineato che la Repubblica di Cina – nome ufficiale di Taiwan – è stata fondata prima della Repubblica popolare cinese, che ha celebrato la sua 75ª ricorrenza la scorsa settimana. “Dal punto di vista cronologico, è impossibile che la Repubblica popolare cinese sia la madrepatria del popolo della Repubblica di Cina”, ha detto. “Anzi, potrebbe essere proprio la Repubblica di Cina la madrepatria delle persone con più di 75 anni nella Repubblica popolare cinese”.


La Cina popolare è stata fondata nel 1949 dopo la vittoria del Partito comunista nella guerra civile. Le forze nazionaliste sconfitte del Kuomintang si rifugiarono a Taiwan, dove istituirono un governo provvisorio sotto la guida di Chiang Kai-shek. Pechino considera Taiwan una provincia separatista che deve essere riunificata con la Cina continentale, anche con la forza, se necessario. Domani Taiwan celebrerà la fondazione della Repubblica di Cina del 1911, e il discorso di Lai quel giorno sarà attentamente osservato per il suo impatto sulle relazioni tra le due sponde dello stretto.


Il discorso di insediamento di Lai a maggio, in cui ha dichiarato che “la Repubblica di Cina e la Repubblica popolare cinese non sono subordinate l’una all’altra”, ha provocato una forte reazione da parte di Pechino, che l’ha denunciato come una “affermazione d’indipendenza”. Tre giorni dopo, l’Esercito Popolare di Liberazione ha lanciato una serie di esercitazioni su larga scala intorno all’isola, che un account ufficiale sui social media ha descritto come una “punizione” per i “separatisti”.

Olio ‘Inclusivo’ di Vivagri e Farchioni partner G7 in Umbria

Olio ‘Inclusivo’ di Vivagri e Farchioni partner G7 in UmbriaRoma, 9 ott. (askanews) – L’olio “Inclusivo” prodotto in collaborazione tra Vivagri e la famiglia Farchioni sarà partner del primo G7 dedicato ai temi dell’inclusione e della disabilità che si svolgerà in Umbria dal 14 al 16 ottobre 2024. Questo olio sarà infatti offerto nel corso della degustazione presso il Castello di Solfagnano dedicata ai ministri rappresentanti dei sette paesi membri il prossimo 15 ottobre. Dalla cooperazione tra Vivagri e il gruppo agroalimentare con sede a Gualdo Cattaneo sono nati l’olio 100% Italiano e i due vini Umbri IGT, un bianco e un rosso, della linea denominata “Inclusivo”, le cui etichette sono state ideate dai ragazzi coinvolti nel progetto di agricoltura sociale e saranno lanciati sul mercato ai primi di ottobre.


Vivagri nasce a Perugia nel 2023 dall’incontro tra Gabriele Bartolucci, assistente sociale e presidente di Asd Viva, e Marco Farchioni, owner ed export manager dell’azienda di famiglia. L’obiettivo è promuovere l’inclusività circolare. In questo modo ogni persona è protagonista e contribuisce al successo del progetto, creando un ciclo virtuoso di inclusione, crescita personale e collettiva valorizzando le competenze e le diversità. “La nostra storia comincia nel 2011 con la costituzione di Asd Viva, associazione sportiva dilettantistica, con l’obiettivo di rendere accessibile lo sport alle persone con disabilità relazionali/cognitive, sensoriali e motorie, racconta Gabriele Bartolucci. L’azienda Farchioni sposa il progetto sportivo fin dal 2012. Da qui nasce prima la cooperativa sociale Viva che si occupa di turismo, teatro, lavoro e, successivamente, Vivagri, una società agricola semplice che, con il sostegno della famiglia Farchioni, aggiunge al percorso l’esperienza dell’agricoltura sociale e si pone l’obiettivo di una sostenibilità economica duratura nel tempo.


“Il lavoro in agricoltura – spiega Mario Farchioni – è terapeutico in sé, permette il contatto con la natura, puoi toccare la materia prima: le olive, l’uva, le piante, gli animali. Coinvolgendo le persone fragili nella realizzazione dei prodotti agroalimentari possiamo favorire il loro inserimento sociale e la loro crescita umana e professionale”. Il progetto rappresenta una collaborazione virtuosa tra l’esperienza e competenza del terzo settore e l’esperienza e competenza dell’impresa nell’ambito della produzione e del mercato.

Von der Leyen: Orban non rispetta gli impegni Ue, minaccia la sicurezza

Von der Leyen: Orban non rispetta gli impegni Ue, minaccia la sicurezzaBruxelles, 9 ott. (askanews) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha riposto in modo duro e circostanziato, oggi a Strasburgo, all’intervento del premier ungherese Viktor Orban, durante il dibattito nella plenaria del Parlamento europeo sulle priorità della presidenza semestrale ungherese del Consiglio Ue.


Il premier ungherese, ha accusato in sostanza von der Leyen, considera che la responsabilità dell’invasione russa in Ucraina è degli ucraini che non vogliono arrendersi, non sta rispettando le regole del mercato unico, discriminando le imprese degli altri paesi Ue, avrebbe voluto che l’Ue restasse dipendente dalle energie fossili russe. L’Ungheria vuole più sicurezza, vuole fermare l’immigrazione illegale, ma poi libera trafficanti e contrabbandieri, fa entrare cittadini russi senza controlli e permette persino operazioni della polizia cinese nel suo territorio. ‘Vorrei soffermarmi – ha esordito la presidente della Commissione – su alcuni dei problemi più urgenti che stiamo affrontando durante questo semestre di Presidenza del Consiglio Ue. Primo, l’Ucraina. Secondo, la competitività. Terzo, l’immigrazione’.


‘I nostri amici ucraini – ha ricordato – stanno entrando nel terzo inverno di guerra. E la Russia sta cercando di renderlo l’inverno più duro di sempre. Il mese scorso, la Russia ha inviato oltre 1.300 droni contro le città ucraine. Per tutta l’estate, centinaia di missili hanno piovuto sulle infrastrutture energetiche dell’Ucraina. Innumerevoli ucraini sono stati uccisi o feriti. Ci sono state famiglie separate, città distrutte. Il mondo ha assistito alle atrocità della guerra della Russia. E tuttavia – ha sottolineato von der Leyen con un chiaro riferimento alle posizioni del premier ungherese -, c’è ancora qualcuno che attribuisce la colpa di questa guerra non all’invasore, ma a chi è stato invaso. Non alla brama di potere di Putin, ma alla sete di libertà dell’Ucraina. Vorrei chiedere a costoro: darebbero mai la colpa agli ungheresi per l’invasione sovietica del 1956? Darebbero mai la colpa ai cechi e agli slovacchi per la repressione sovietica del 1968? Avrebbero mai incolpato i lituani per la repressione sovietica del 1991? Noi europei possiamo avere storie e lingue diverse, ma non esiste una lingua europea in cui la pace sia sinonimo di resa, e la sovranità sinonimo di occupazione. Il popolo ucraino sta combattendo per la libertà, proprio come gli eroi che hanno liberato l’Europa centrale e orientale dal dominio sovietico’. ‘Un anno fa, qui a Strasburgo – ha detto la presidente della Commissione, passando al secondo tema -, ho annunciato il rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea. Ora abbiamo tutti sentito il suo invito all’azione’. Innanzitutto, ‘bisogna colmare il divario di innovazione con altre grandi economie. L’analisi di Draghi è molto chiara sul perché stiamo perdendo terreno, soprattutto per quanto riguarda le innovazioni digitali rivoluzionarie: troppe delle nostre aziende innovative devono guardare agli Stati Uniti o all’Asia per finanziare la loro espansione, mentre 300 miliardi di euro di risparmi delle famiglie europee vengono investiti nei mercati esteri ogni anno’.


Inoltre, ‘nel nostro mercato unico esistono ancora troppe barriere che impediscono alle nostre aziende di espandersi oltre confine. Ecco perché – ha continuato von der Leyen -, abbiamo proposto un’Unione del risparmio e degli investimenti. Dobbiamo abbassare le barriere che impediscono alle aziende di crescere oltre confine. E proporremo una nuova spinta per completare il nostro mercato unico, ridurre gli oneri di rendicontazione da parte delle imprese in settori come la finanza e il digitale’. ‘Questa è la direzione di viaggio per rafforzare la nostra competitività. Ma vediamo anche – ha puntualizzato von der Leyen con un altro riferimento polemico all’Ungheria – che un governo nella nostra Unione sta andando esattamente nella direzione opposta, allontanandosi dal mercato unico. Ho ascoltato molto attentamente oggi. Come può un governo attrarre più investimenti europei, se allo stesso tempo discrimina le aziende europee tassandole più di altre? Come può attrarre più aziende se allo stesso tempo impone restrizioni all’esportazione da un giorno all’altro? E come può un governo essere considerato affidabile dalle aziende europee se le prende di mira con ispezioni arbitrarie, blocca i loro permessi, se gli appalti pubblici vanno principalmente a un piccolo gruppo di beneficiari? Ciò crea incertezza e mina la fiducia degli investitori’.


‘Tutto questo – ha aggiunto la presidente della Commissione -, in un momento in cui il Pil pro capite dell’Ungheria è stato superato dai suoi vicini dell’Europa centrale. L’Ungheria è al centro dell’Europa e dovrebbe essere anche al centro della nostra economia. Il popolo ungherese dovrebbe godere di tutti i vantaggi del nostro Mercato unico’. ‘In secondo luogo, il rapporto Draghi chiede un piano congiunto per la decarbonizzazione e la crescita. Vorrei rivolgermi – ha detto von der Leyen, con un altro chiaro riferimento alle posizioni di Orbßn – a coloro che ancora pensano che dovremmo attenerci ai combustibili fossili sporchi russi. Pochi giorni dopo che i carri armati russi erano entrati in Ucraina, i leader europei si sono riuniti a Versailles. E tutti e 27, tutti e 27 – ha ripetuto -, hanno concordato di diversificare il prima possibile i combustibili fossili russi. Quindi, a che punto siamo con questa promessa, mille giorni dopo? L’Europa si è davvero diversificata. Abbiamo costruito infrastrutture e nuovi legami con partner affidabili. Abbiamo investito in energia pulita ed economica prodotta in Europa, e con successo. Nella prima metà dell’anno, il 50% di tutta la nostra produzione di elettricità proveniva da fonti rinnovabili di produzione interna, dalla nostra energia che ha creato buoni posti di lavoro in Europa, e non in Russia’. ‘Ma non tutti – ha lementato la presidente della Commissione, sempre denunciando le posizioni del governo ungherse – hanno rispettato gli impegni di Versailles. Invece di cercare fonti alternative, uno Stato membro in particolare ha semplicemente cercato modi alternativi per acquistare combustibili fossili dalla Russia. La Russia ha dimostrato più e più volte di non essere un fornitore affidabile. Non ci possono essere più scuse. Chiunque voglia la sicurezza energetica europea, prima di tutto deve contribuire. Questa è la regola che dobbiamo seguire’. Quanto all’immigrazione, infine, von der Leyen ha osservato che ‘tutti capiscono che la migrazione è una sfida europea, che richiede una risposta europea. Ecco perché il Parlamento europeo e il Consiglio Ue hanno adottato il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo. E ora – ha sottolineato – dobbiamo attuarlo. Stiamo già esaminando la situazione negli Stati membri, compresi quelli con le frontiere esterne della nostra Unione, per aiutarli a gestire la nostra frontiera comune’. A questo punto, la presidente della Commissione si è rivolta direttamente a Orbß: ‘Primo ministro, ho sentito le sue parole nel fine settimana. Ha detto che l’Ungheria sta ‘proteggendo i suoi confini’ e che in Ungheria ‘i criminali vengono rinchiusi’. Mi chiedo solo come questa affermazione si adatti al fatto che l’anno scorso le sue autorità hanno rilasciato dalla prigione trafficanti e contrabbandieri condannati, prima che scontassero la loro pena. Questo non è combattere l’immigrazione illegale in Europa. Questo non è proteggere la nostra Unione. Questo è solo gettare i problemi oltre la recinzione del vicino. Vogliamo tutti proteggere meglio i nostri confini esterni. Ma avremo successo solo se lavoreremo insieme contro la criminalità organizzata e mostreremo solidarietà tra noi’. ‘E a proposito di chi far entrare: come è possibile – ha chiesto ancora von der Leyen – che il governo ungherese inviti cittadini russi nella nostra Unione senza ulteriori controlli di sicurezza? Ciò rende il nuovo sistema di visti ungherese un rischio per la sicurezza, non solo per l’Ungheria, ma per tutti gli Stati membri. E come è possibile che il governo ungherese consenta alla polizia cinese di operare nel suo territorio? Questo non è difendere la sovranità dell’Europa. Questa è una porta secondaria per l’interferenza straniera’, ha denunciato la presidente della Commissione. ‘Sì, dobbiamo rafforzare Frontex’, l’agenzia Ue per la protezione delle frontiere esterne. ‘Sì, dobbiamo finalizzare la legislazione anti contrabbando, rafforzare Europol e attuare il Patto migratorio nella sua interezza. Ma questo – ha puntualizzato von der Leyen – può essere ottenuto solo con una maggiore, non minore cooperazione europea; e naturalmente nel pieno rispetto del nostro stato di diritto e dei nostri valori fondamentali’. La presidente della Commissione ha quindi rivolto un appello direttamente al popolo ungherese: ‘Siamo una famiglia, la vostra storia è la nostra storia, il vostro futuro è il nostro futuro. 10 milioni di ungheresi sono 10 milioni di buone ragioni – ha concluso – per continuare a plasmare il nostro futuro insieme’.

Giappone, Ishiba scioglie la camera bassa: cerca mandato popolare

Giappone, Ishiba scioglie la camera bassa: cerca mandato popolareRoma, 9 ott. (askanews) – Come preannunciato, il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha sciolto oggi la Camera dei rappresentanti, cioè il ramo più potente dei due che compongono la Dieta nipponica, per convocare elezioni anticipate il 27 ottobre.


Si tratta di un passaggio che Ishiba aveva già segnalato di voler fare in modo da poter ottenere un mandato per il suo nuovo governo, appena nominato, in un momento in cui la fiducia personale nel leader potrebbe riuscire a contenere il calo di consensi per il Partito liberaldemocratico, al potere quasi ininterrottamente dagli anni ’50 del secolo scorso, ma oggi invischiato in una serie di scandali relativi all’utilizzo dei fondi politici. L’ordine di scioglimento è arrivato all’ultimo giorno della sessione straordinaria nella Dieta, che è servita per dare piena legittimità all’esecutivo Ishiba. Al voto si andrà per eleggere i 465 membri della camera bassa.


Fukushiro Nukaga, presidente della camera bassa, ha letto il proclama imperiale che formalmente scioglie la camera. Il documento è un atto dovuto, non un segno della volontà dell’Imperatore, il quale non ha alcuna voce in capitolo da un punto di vista costituzionale e deve limitarsi a prendere atto e firmare. Ishiba è stato scelto leader del Partito liberaldemocratico alla fine del mese scorso in un’elezione interna molto combattuta, con un numero di contendenti mai così alto da quando esiste l’attuale sistema di elezione del leader via voto di grandi elettori interni. E’ diventato primo ministro la scorsa settimana, succedendo a Fumio Kishida, un leader considerato abbastanza pallido dalla gran parte degli osservatori.


Personaggio senza troppi peli sulla lingua, Ishiba dovrà cercare di rinnovare il partito, anche facendo saltare una serie di parlamentari. Su 12 rappresentanti c’è già un veto e questo rischia di creare tensioni interne: il sistema di selezione della classe politica in Giappone vive di un delicato equilibrio tra gli interessi locali dei collegi elettorali e il centro. Peraltro, molti di questi parlamentari provengono dalla fazione che fu del defunto primo ministro Shinzo Abe. Oggi Ishiba ha avuto un dibattito faccia a faccia con diversi leader di partiti all’opposizione, tra cui il neo-caopo del Partito costituzionale democratico, il principale partito di minoranza, l’ex primo ministro Yoshihiko Noda. Questi ha accusato il premier di aver deciso lo scioglimento della camera bassa “per coprire lo scandalo dei fondi neri e non risolverlo”. Ha inoltre segnalato che non tutti i parlamentari coinvolti nello scandalo – che sono 39 – hanno subito provvedimenti disciplinari. Ishiba, dal canto suo, si è appellato alla decisione “del popolo sovrano”.


L’obiettivo del premier sarà quello di mantenere lo stesso numero di parlamentari attuale nella camera bassa, cioè 256, maggioranza assoluta. Non sarà affatto facile, vista il calo dei consensi, anche se – secondo i sondaggi – anche l’opposizione non cresce particolarmente. Dei membri totali della camera bassa, 289 sono eletti nei collegi uninominali e 176 tramite rappresentanza proporzionale. Il mandato è di quattro anni, a meno che il primo ministro non sciolga il parlamento prima. Le elezioni della camera alta si tengono ogni tre anni, con metà dei seggi in palio ogni volta. Il partito di Ishiba, oltre alla sua maggioranza, conta anche sul sostegno dell’alleato minore della coalizione, il partito buddista legato alla Soka Gakkai Komeito. Un sondaggio condotto da Nikkei-TV Tokyo nei primi due giorni di ottobre ha mostrato che il tasso di approvazione del governo di Ishiba è del 51%, il più basso tra i governi insediati dal 2002, quando è stato introdotto il metodo di rilevamento attuale, mentre il tasso di disapprovazione è del 37%. Nella zona metropolitana di Tokyo, il tasso di disapprovazione è del 48%, e supera il 45% di approvazione. Il Partito democrartico costituzionale, dal canto suo, nel sondaggio ha ottenuto il 15% di sostegno, guadagnando 3 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente, ma lontano dal poter rappresentare una seria minaccia per i liberaldemocratici.

Rai3, torna “FarWest” di Salvo Sottile, “l’anti-talk per eccellenza”

Rai3, torna “FarWest” di Salvo Sottile, “l’anti-talk per eccellenza”Roma, 9 ott. (askanews) – Venerdì 11 ottobre su Rai3 torna in prima serata “FarWest” di Salvo Sottile, programma di inchiesta giunto alla seconda edizione. “Un programma del servizio pubblico, al servizio dei cittadini”, come ha detto oggi nella conferenza stampa di presentazione Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento Rai. “Sono convinto che anche questa stagione potrà raccogliere interesse esattamente come la scorsa e forse anche di più, perché è un programma consolidato, anche se cambia giorno dell’offerta (dal lunedì al venerdì)”.


“Il nostro scopo – ha precisato a sua volta Salvo Sottile – è quello di fare approfondimento e fare inchieste di qualità. Siamo reduci da una prima stagione in cui siamo riusciti a vincere una sfida non facile, cioè quella di essere l’anti-talk per eccellenza, cioè di andare sul campo, andare lì dove sono saltate le regole, per illuminare mondi che non erano stati raccontati. Ripartiamo, in questa seconda stagione, con più slancio di prima, con un altro giorno di messa in onda, che è un giorno molto difficile per l’informazione di Rai3, tradizionalmente difficile, ma essendo noi dei cowboy del palinsesto ci adattiamo alle esigenze della rete e cerchiamo di cavalcare più spediti che mai cercando di arrivare a un obiettivo”. “Io credo – ha proseguito Sottile – che il dovere del servizio pubblico sia anche quello di dare delle risposte ai cittadini, di illuminare luoghi dove non esistono le regole proprio perché vige la legge del più forte. E c’è un gap tra quello di cui le persone hanno bisogno e quello che il servizio pubblico deve fare, secondo me, quello di portare un contributo di verità, di approfondimento, anche in luoghi, anche dentro storie che sono già conosciute, ma non troppo sviscerate, non troppo approfondite. Quello che fa ‘FarWest’ è esattamente questo: sulla cronaca nera, sul costume, sulle inchieste sociali, cerca di aprire dei mondi, e di trovare attraverso il lavoro sul campo, degli inviati, delle verità che non si conoscono, che sono assolutamente nuove. Noi siamo orgogliosi di essere l’anti-talk. Facciamo delle inchieste in diretta, portando esperti, numeri, non facciamo chiacchiere, facciamo approfondimento, così come il mandato che c’è stato dato dalla direzione. E quindi cerchiamo di farlo al meglio. La nostra è una squadra di inviati giovani, che già l’anno scorso abbiamo testato sul campo, quest’anno li abbiamo implementati, e quello di ‘FarWest’ è un lavoro di squadra, da un lato la Rai con Chiara Capuani e con Mercuzio Mencucci, dall’altro il gruppo autorale e gli inviati di Standbyme, cerchiamo di portare un prodotto che sia di prima qualità”.


“Noi non seguiamo il flusso dell’attualità, siamo un programma di inchiesta – ha ribadito Sottile -, e l’inchiesta – come dice la parola stessa – ha bisogno di tempo non solo per maturare ma anche per essere mandata in onda. Quindi non seguiamo la strettissima attualità, sarebbe un errore, come se noi rincorressimo la cronaca o rincorressimo la notizia. Noi prendiamo la notizia per poi approfondirla in un secondo tempo con un taglio particolare”. Nella prima puntata di venerdì 11 ottobre – ha anticipato Sottile – “facciamo un viaggio in questa guerra tra poveri, tra infermieri e utenti, in cui la gente cerca di avere delle risposte e spesso perde la testa; torniamo su questa aggressione di Foggia dove una donna è morta sotto i ferri e dei familiari hanno aggredito gli infermieri. E parla per la prima volta la sorella di questa ragazza morta sotto i ferri, che è indagata per lesioni. Una di quelle che partecipò all’aggressione di questi medici e infermieri. Perché lo facciamo? Perché ci siamo resi conto che spesso questo è un mondo poco conosciuto: gli italiani non vogliono fare più questo mestiere, l’infermiere, e spesso noi chiamiamo infermieri dall’estero, che costano meno, e invece i nostri infermieri italiani se ne vanno fuori perché qui non guadagnano abbastanza. Questo è un reportage che i nostri inviati hanno fatto sul campo”.


“La seconda cosa è un classico della cronaca, l’omicidio di Sarah Scazzi, rilanciato anche ieri sulla ‘Stampa’ con una intervista a Michele Misseri, noi proponiamo invece una intervista alla sorella di Sabrina, Valentina, figlia di Michele Misseri, che riapre una serie di scenari interessanti su questo delitto, e quindi ci faremo delle domande, con un ospite in studio, un giallista, Sandrone Dazieri, che ci darà il suo punto di vista”. “E in ultimo – ha concluso Sottile – parliamo di un tema che riguarda tutti, il randagismo. I cani ce li abbiamo tutti, ma c’è un mondo, un far west di cani randagi in giro per l’Italia, che sono 25 mila, sono tantissimi, di cui nessuno sa nulla. Noi cerchiamo di capire di chi è questa responsabilità. Chi vuole questi cani, oppure chi non li vuole, e cercheremo di fare un viaggio un po’ in tutta Italia, finendo per trovare una giustiziera, una donna che va a prendere – e ci racconta – quelli che maltrattano i cani e si vendica con loro, menandoli nel vero senso della parola”.

Italian Carrier Strike Group si addestra con la Marina Indiana

Italian Carrier Strike Group si addestra con la Marina IndianaMilano, 9 ott. (askanews) – Il Carrier Strike Group italiano, impegnato nella prima Campagna operativa in Indo-Pacifico, ha svolto due giorni di addestramento nelle acque dell’Oceano Indiano con una delle due portaerei della Marina indiana, la Vikramaditya e i suoi aerei imbarcati MIG-29K, Rafale e AWACS appartenenti allo Squadrone “Black Panther”, e con il cacciatorpediniere Visakhapatnam e gli aerei Su-30MKI dell’Indian Air Force.


L’attività, pianificata nel dettaglio nei giorni precedenti l’uscita dal porto di Mormugao, nello stato indiano di Goa, e ritmata dalle attività di scambio equipaggio e di key leader engagement (KLE), si è svolta tra esercitazioni di difesa aerea (ADEX), di tiro a fuoco con i calibri maggiori (GUNEX), di cross-deck, oltreché manovre cinematiche ravvicinate e attività di centrale operativa di combattimento (COC) e plancia. Esperianza molto proficua per i piloti del Carrier Air Wing della Marina imbarcato sulla portaerei Cavour, del quale fanno parte anche i piloti del 32° Stormo dell’Aeronautica Militare presenti a bordo con 2 velivoli F-35B.


L’attività in volo ha visto confrontarsi velivoli di caratteristiche molto differenti. Attività come queste consentono un confronto sul campo tra mezzi e tattiche diverse, anche distanti dagli standard NATO, e sono quindi foriere di sviluppi e miglioramenti oltre che fondamentale occasione per testare le procedure in vigore. Questa opportunità addestrativa, che si inserisce a pieno titolo nella partnership tra Italia e India, ha dimostrato ancora una volta le spiccate caratteristiche di interoperabilità del Carrier Strike Group italiano.


Attività così spiccatamente multinazionali e interforze rappresentano una eccellente opportunità addestrativa per gli equipaggi della Squadra Navale della Marina che è presente, con le sue navi, contemporaneamente e quotidianamente negli oceani del mondo. “È stato un privilegio addestrarsi e collaborare con la Marina Indiana – ha detto da bordo di Nave Cavour il contrammiraglio Giancarlo Ciappina, comandante dell’Italian Carrier Strike Group -. Un’occasione preziosa che ha avuto come obiettivo sviluppare la nostra interoperabilità con partner importanti, come già fatto anche nelle altre interazioni effettuate in questi mesi. Abbiamo rafforzato la cooperazione per garantire la sicurezza degli spazi internazionali e la libertà di navigazione e consolidato la capacità joint and multi-national expeditionary sea based, con particolare riferimento alle capacità di supporto logistico a favore di dispositivi aeronavali complessi in aree di non consueta orbitazione “.

Manovra, Confcommercio: no all’aumento delle accise sul gasolio

Manovra, Confcommercio: no all’aumento delle accise sul gasolioRoma, 9 ott. (askanews) – “Se fossero confermate le ipotesi allo studio del Governo sull’aumento delle accise sul gasolio, questo eventuale provvedimento danneggerebbe non solo il sistema dell’autotrasporto, ma peserebbe negativamente sul complesso delle attività economiche”. A lanciare l’allarme è Confcommercio auspicando che “si apra un tavolo di confronto con le categorie interessate, proprio per evitare incrementi della tassazione in un frangente di grave debolezza dei consumi delle famiglie. È davvero l’ultima cosa di cui c’è bisogno”.

First Cisl: prestiti ancora in calo, cresce credito a consumo

First Cisl: prestiti ancora in calo, cresce credito a consumoRoma, 9 ott. (askanews) – Mentre continuano a calare i prestiti alle famiglie, il credito al consumo prosegue la sua corsa. In Italia il Taeg resta superiore sia alla media dell’area euro che a Francia e Germania. E dopo la frenata di giugno ha ripreso a correre. Ciò nonostante gli italiani continuano ad indebitarsi: nel secondo trimestre del 2024 i finanziamenti erogati sono saliti oltre i 165 miliardi. Sul totale dei prestiti richiesti il credito al consumo pesa per il 18,7% contro una media europea dell’11,2%. E’ quanto emerge da uno studio della Fondazione Fiba di First Cisl.


Nel secondo trimestre dell’anno, infatti, i prestiti alle famiglie si sono ridotti dello 0,1% rispetto al periodo precedente. Non così quelli destinati a finanziare il consumo, che hanno visto un incremento dell’1,8%, passando da 162,419 a 165,278 miliardi. Si tratta di una tendenza in atto da tempo, che trova riscontro anche nell’ultima rilevazione condotta dalla Fondazione Fiba di First Cisl sui dati della Bce. L’Italia si conferma al vertice in Europa per i costi praticati sul credito al consumo: il Taeg sulle nuove operazioni ad agosto ha toccato il 10,5%, dato che resta significativamente più elevato sia rispetto alla media dell’area euro (8,55%) che a quelli di Francia (6,82%) e Germania (8,27%). Già a luglio, comunque, si era registrato un nuovo aumento dopo la diminuzione di giugno.


Proseguendo nel confronto europeo, il nostro Paese svetta anche per quanto riguarda la quota destinata al credito al consumo sul totale dei prestiti richiesti: ad agosto si arriva al 18,7% contro una media dell’area euro dell’11,2%. Lontane, in questa classifica, restano Germania e Francia, che si fermano rispettivamente al 9,9% ed al 12,5%. Tra le regioni, l’aumento maggiore rispetto al trimestre precedente si registra in Valle d’Aosta (+ 2,3%), Lombardia (+ 2,15%) e Toscana (2,13%), quello minore in Sardegna (+ 0,99%).


Sul versante dei mutui, ad agosto emerge in modo inatteso un rincaro delle condizioni di finanziamento (dal 3,94% di luglio al 4,10%), che interrompe la tendenza alla flessione del Taeg innescatasi già prima che la Bce iniziasse, a partire da giugno, a rivedere la sua politica monetaria restrittiva tagliando i tassi. Il caso italiano resta però isolato in Europa: il Taeg ha continuato infatti nella sua parabola discendente sia in Francia che in Germania. Dopo essere rimasto costantemente su livelli più elevati fino a marzo, il dato italiano da aprile ha iniziato a convergere con quello medio dell’area euro, per poi allinearsi quasi del tutto a maggio. La discesa è continuata a giugno e luglio, fino alla battuta d’arresto di agosto. Torna quindi ad allargarsi la forbice con Germania (3,87%) e Francia (4,01%). Dall’analisi emerge inoltre che la rischiosità del credito, rappresentata dal tasso di deterioramento dei prestiti alle famiglie calcolato in relazione al numero degli affidati, pur rimanendo su livelli contenuti, è cresciuta costantemente nel corso del 2023 per poi ripiegare a partire dal primo trimestre del 2024 e scendere ancora nel secondo (da 0,245% a 0,243%). Guardando ai dati su base regionale, le difficoltà maggiori si registrano al Sud, con il picco in Sicilia (0,383%), seguita da Campania (0,36%) e Calabria (0,354%).


Va segnalata inoltre la crescita continua del fenomeno della cessione del quinto dello stipendio, una forma di prestito che, quando correlato ai consumi, denota implicazioni sul terreno sociale che non possono non destare preoccupazione. Dal 2011 alla metà del 2024 l’ammontare di questi prestiti è pressoché raddoppiato, passando da poco più di 10 miliardi ad oltre 18 miliardi.

Turismo, “warning” Gattinoni a politica: stesse regole tra piattaforme

Turismo, “warning” Gattinoni a politica: stesse regole tra piattaformeRimini, 9 ott. (askanews) – Gli operatori del turismo italiano si “confrontano con una burocrazia enorme, tipicamente italiana, tipicamente europea, e che cosa succede? Che abbiamo dall’altra parte piattaforme straniere che possono correre piu veloce”. Lo ha detto Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato aderente a Confcommercio, intervenendo all’inaugurazione del Ttg travel experience a Rimini. Dobbiamo quindi ” quindi stare attenti ad avere le stesse regole, altrimenti corriamo un rischio”. “Ci sono realtà – ha aggiunto – che non hanno obblighi: le piattaforme straniere pagano di tasse un decimo di quello che pagano quelle italiane, dobbiamo dircelo. O compagnie aeree che a volte vogliono fare un po’ di tutto, che non hanno fondi di garanzia…”.


Gattinoni chiede quindi “supporto politico per arrivare alla parità di regole. Lancio un warning che spero sia colto: investiamo, facciamo ma fermiamoci un attimo a capire come aiutare il turismo organizzato, che ha un grande valore. Il turismo organizzato dobbiamo valorizzarlo perché porta valore, invece succede il contrario”.