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Autore: Redazione StudioNews

I “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso a 5 vini della Valle d’Aosta

I “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso a 5 vini della Valle d’AostaMilano, 30 set. (askanews) – Sono cinque i vini della Valle d’Aosta che hanno ottenuto i “Tre Bicchieri”, il massimo riconoscimento assegnato dalla guida “Vini d’Italia 2025” del Gambero Rosso.


“Negli ultimi anni la qualità è aumentata, tanto da poter affermare che in Valle d’Aosta si beve molto bene” dichiarano gli autori della guida, sottolineando che “l’ago della bilancia si è spostato sui vitigni autoctoni”, a partire dal Fumin, “forse l’unico rosso tra le uve indigene ad avere una vera anima internazionale”. Ulteriore passo avanti, sempre secondo i recensori, è stato quello di “offrire vini più leggeri e beverini”, ed ecco allora Petit Rouge, Nebbiolo, Petite Arvine e Pinot Nero ma anche il Syrah, “il cui potenziale in Valle è indubbio” e per il quale servirebbe “po’ di coraggio in più”. Le etichette che hanno ottenuto i “Tre Bicchieri” sono: “Sopraquota 900 2022” di Rosset Terroir; “VdA Chambave Moscato Passito Prieuré 2021” di La Crotta di Vegneron; “VdA Nebbiolo Dessus 2022” di Pianta Grossa; “VdA Petite Arvine 2023” di Elio Ottin; e “VdA Petite Arvine Les Fréres 2022” di Grosjean.


Foto di Evi Garbolino Photographer

Basket, Addio a Dikembe Mutombo, gigante buono dell’Nba

Basket, Addio a Dikembe Mutombo, gigante buono dell’NbaRoma, 30 set. (askanews) – Il mondo della pallacanestro piange la scomparsa di Dikembe Mutombo, leggenda sul parquet con le maglie di Denver Nuggets, Atlanta Hawks e Houston Rockets. Aveva soltanto 58 anni e gli era stato diagnosticato un tumore al cervello da tempo. Il commissioner Adam Silver: “Il suo spirito indomito resta eterno”. Più delle grandi gesta cestistiche, delle quasi 1.200 partite giocate in regular season o delle 21 serie (con 101 gare) di playoff a cui prese parte in NBA, di Mutombo si ricorda soprattutto l’immensa umanità, la voglia di garantire un futuro migliore per il prossimo e non solo nel suo paese natale, lo Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo). Nel 1997, in piena carriera agonistica – allora era un giocatore degli Atlanta Hawks – diede vita alla Dikembe Mutombo Foundation, un’organizzazione avente lo scopo di migliorare le condizioni di vita nel suo paese d’origine. In 10 anni, tale fondazione arrivò perfino a inaugurare un ospedale da 300 posti letto nella periferia di Kinshasa, intitolato Biamba Marie Mutombo Hospital e alla memoria della madre di Dikembe, morta di ictus proprio nel 1997. In seguito, le iniziative benefiche e di promozione sociale delle fasce più svantaggiate di diversi paesi furono tantissime. Così tante, da garantirgli due volte (nel 2001 e 2009) il J. Walter Kennedy Citizenship Award, riconoscimento consegnato all’allenatore o al giocatore NBA che più si è impegnato nel sociale durante un’annata sportiva


 

Vino, Uvive: per cambiamento climatico servono piante più resilienti

Vino, Uvive: per cambiamento climatico servono piante più resilientiMilano, 30 set. (askanews) – “Il cambiamento climatico va affrontato il prima possibile con il supporto della ricerca: il futuro del mondo vitivinicolo veneto dipende anche da questo”. Ad affermarlo è Pierclaudio De Martin, presidente di Unione consorzi vini veneti Doc e Docg (Uvive).


“La vite ha dimostrato di essere una pianta resiliente ma la viticoltura è sempre più, e sempre più sarà, ostaggio del meteo e la sfida sarà quella di riuscire a trovare, attraverso la ricerca, dei cloni o portainnesti che siano adatti a varie condizioni climatiche” ha spiegato De Martin, precisando che “servirebbero piante più resistenti alla siccità e allo stress idrico, e questo è già stato fatto, ma contemporaneamente anche agli eventi meteo estremi, come precipitazioni intensissime in un breve lasso di tempo: sono due situazioni diametralmente opposte che tuttavia nel corso dell’anno si sono presentate una di seguito all’altra, mettendo in difficoltà la maturazione dei grappoli e in generale la salute delle viti”. “Nonostante il primo periodo di piogge e a seguire i picchi di caldo in estate – ha concluso il presidente di Unive – la vendemmia di quest’anno è andata meglio del previsto”.

Chef dei leader al Quirinale, la dieta e le cene a Palazzo

Chef dei leader al Quirinale, la dieta e le cene a PalazzoRoma, 30 set. (askanews) – Quando il principe Alberto di Monaco ha ricevuto a pranzo il presidente del Sudafrica Nelson Mandela, fu servito del caviale con aceto balsamico di Modena invecchiato 150 anni. A Monaco, del resto la cucina è un mix tra francese e italiano e ciò che il principe ama sono proprio i piatti della Riviera. Il protagonista di questo racconto è Christian Garcia, lo Chef di Sua Altezza il Principe Alberto II di Monaco che oggi insieme ai suoi colleghi del Club Chefs de Chefs sono stati ricevuti al Quirinale in occasione di una manifestazione che li vedrà girare per l’Italia per una settimana con iniziative benefiche.


Dallo chef dell’Eliseo con Macron da quattro anni è difficile ricavare aneddoti, non è autorizzato a riferire cosa prediliga mangiare il Presidente francese. Ma se gli si chiede quali siano stati i suoi momenti professionalmente più importanti risponde le cene “per il presidente cinese Xi Jinping e per il presidente degli Stati uniti Joe Biden”. Lo chef del Quirinale, Fabrizio Boca, affezionatissimo a Sergio Mattarella ha invece piacere a condividere l’entusiasmo per il suo lavoro e per il nostro capo dello Stato: “sono qui da 33 anni ma quando il Presidente andrà via io lo seguirò”, assicura. “Serviamo sempre piatti della tradizione italiana, unendo innovazione e tradizione e cercando i prodotti di piccole aziende dimenticate che fanno un lavoro di qualità”, racconta. La sua “cena più impegnativa è stata quella per il G7” ma anche quelle subito dopo la pandemia. Va fiero di aver deliziato la Regina Elisabetta con il suo “risotto alle erbe. Mi disse che non aveva mai mangiato nulla di così interessante e fresco”. Tra i tanti leader per cui ha cucinato c’è stato anche chi gli ha chiesto “una video ricetta della mia torta alle pere”. Cristeta Comerford, chef dei presidenti Usa, racconta che proprio Biden ha fatto entrare la cucina tricolore alla Casa bianca. Lui e anche la candidata presidente Kamala Harris hanno un debole infatti per i piatti italiani: “sono persone semplici che lavorano molto. Amano il cibo semplice e sostanzioso, anche spaghetti e pomodoro”. A Buckingham Palace i piatti seguono molto l’andamento delle stagioni e Re Carlo è noto per la sua attenzione al cibo salutare, anche lui ama molto il cibo italiano, racconta Mark Flanagan lo Chef di Sua Maestà per il quale uno degli impegni più prestigiosi è stato, ovviamente, il pasto offerto per l’incoronazione.

Vino, il Lambrusco a presentazione Guida Michelin 2025 a Modena

Vino, il Lambrusco a presentazione Guida Michelin 2025 a ModenaMilano, 30 set. (askanews) – Il Consorzio Tutela Lambrusco è partner per il vino rosso della cerimonia di presentazione della 70esima edizione della Guida Michelin Italia che si terrà martedì 5 novembre al Teatro Comunale di Modena. I vini Lambrusco accompagneranno anche le creazioni degli chef presenti impegnati ai fornelli.


“Come Consorzio siamo molto felici di supportare un evento così importante” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Claudio Biondi, aggiungendo che “i vini Lambrusco sono sempre più apprezzati proprio nel mondo della ristorazione per le loro caratteristiche, tra cui anche la gradazione alcolica contenuta: un aspetto particolarmente in linea con le attuali tendenze di consumo. Inoltre – ha ricordato il presidente – grazie alle numerose varietà e tipologie presenti, dallo spumante al frizzante, questi vini possono essere facilmente abbinati con piatti molto diversi tra loro”.

Chef dei leader al Quirinale, la dieta e le cene a Palazzo

Chef dei leader al Quirinale, la dieta e le cene a PalazzoRoma, 30 set. (askanews) – Quando il principe Alberto di Monaco ha ricevuto a pranzo il presidente del Sudafrica Nelson Mandela, fu servito del caviale con aceto balsamico di Modena invecchiato 150 anni. A Monaco, del resto la cucina è un mix tra francese e italiano e ciò che il principe ama sono proprio i piatti della Riviera. Il protagonista di questo racconto è Christian Garcia, lo Chef di Sua Altezza il Principe Alberto II di Monaco che oggi insieme ai suoi colleghi del Club Chefs de Chefs sono stati ricevuti al Quirinale in occasione di una manifestazione che li vedrà girare per l’Italia per una settimana con iniziative benefiche.


Dallo chef dell’Eliseo con Macron da quattro anni è difficile ricavare aneddoti, non è autorizzato a riferire cosa prediliga mangiare il Presidente francese. Ma se gli si chiede quali siano stati i suoi momenti professionalmente più importanti risponde le cene “per il presidente cinese Xi Jinping e per il presidente degli Stati uniti Joe Biden”. Lo chef del Quirinale, Fabrizio Boca, affezionatissimo a Sergio Mattarella ha invece piacere a condividere l’entusiasmo per il suo lavoro e per il nostro capo dello Stato: “sono qui da 33 anni ma quando il Presidente andrà via io lo seguirò”, assicura. “Serviamo sempre piatti della tradizione italiana, unendo innovazione e tradizione e cercando i prodotti di piccole aziende dimenticate che fanno un lavoro di qualità”, racconta. La sua “cena più impegnativa è stata quella per il G7” ma anche quelle subito dopo la pandemia. Va fiero di aver deliziato la Regina Elisabetta con il suo “risotto alle erbe. Mi disse che non aveva mai mangiato nulla di così interessante e fresco”. Tra i tanti leader per cui ha cucinato c’è stato anche chi gli ha chiesto “una video ricetta della mia torta alle pere”. Cristeta Comerford, chef dei presidenti Usa, racconta che proprio Biden ha fatto entrare la cucina tricolore alla Casa bianca. Lui e anche la candidata presidente Kamala Harris hanno un debole infatti per i piatti italiani: “sono persone semplici che lavorano molto. Amano il cibo semplice e sostanzioso, anche spaghetti e pomodoro”. A Buckingham Palace i piatti seguono molto l’andamento delle stagioni e Re Carlo è noto per la sua attenzione al cibo salutare, anche lui ama molto il cibo italiano, racconta Mark Flanagan lo Chef di Sua Maestà per il quale uno degli impegni più prestigiosi è stato, ovviamente, il pasto offerto per l’incoronazione.

Cittadinanza, le firme in Cassazione. “Numeri record, atto di resistenza”

Cittadinanza, le firme in Cassazione. “Numeri record, atto di resistenza”Roma, 30 set. (askanews) – Dimezzare i tempi per ottenere la cittadinanza italiana da 10 a 5 anni. Con la consegna in Cassazione di quasi 640mila firme, il referendum promosso da +Europa, Possibile, Psi, Radicali e Rifondazione comunista e da una lunga lista di associazioni di stranieri per la cittadinanza, ha compiuto il primo passo. Ora il quesito deve passare il vaglio della Consulta e poi affrontare la sfida ambiziosa di riuscire a portare gli italiani ad esprimersi nelle urne a primavera.


Le “figlie” e i “figli d’Italia”, ha detto il segretario di +Europa Riccardo Magi uscendo dal Palazzaccio dopo aver consegnato la chiavetta con le firme raccolte sulla piattaforma digitale, chiedono che il Paese si esprima su una “questione urgente su cui il Parlamento” non è intervenuto malgrado sia “folle” che “ragazzi nati e cresciuti in Italia, laureati qui, non possano fare concorsi pubblici e non possano votare”. “Abbiamo depositato in Cassazione 637.487 firme, 150mila firme sono state raccolte in 24 ore, piú di 9mila persone hanno lasciato la disponibilità a diventare attivisti digitali, venticinque personalità del mondo della musica, dello spettacolo, dello sport, della letteratura, dell’accademia hanno messo a disposizione la loro voce per invitare i cittadini a firmare. Non sono solamente dei numeri record – ha sottolineato Magi – sono numeri che dimostrano in un momento di grande sfiducia nei confronti della politica che c’è stata una mobilitazione straordinaria”. E’ un “gesto di resistenza e opposizione” al “governo e alla maggioranza che sul tema usano toni di propaganda violenta e aggressiva e non prendono atto della realtà sociale del Paese”.


Tra Camera e Senato ci sono a bagnomaria una decina di proposte delle opposizioni, alcune depositate dopo l’estate anche per intercettare il dibattito innescato da Forza Italia sullo Ius Scholae, su cui Fdi e Lega hanno alzato un muro. Il testo di Fi ancora non è stato ufficializzato. “E’ dalle Olimpiadi che sentiamo annunci” ma “una cosa l’ho capita bene, da Tajani e Barelli, e non mi piace: Fi intende proporre uno ius Scholae restrittivo rispetto alla legge vigente. Non si capisce perché le opposizioni progressiste dovrebbero convergere in una direzione opposta a quella che auspicano”, ha fatto notare Magi che alla proposta di snellire invece le procedure arrivata dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, ha ricordato: ai tempi del “dl Salvini ha votato per aumentarli i tempi, ha cambiato idea…”. Nel campo del centrosinistra la traversata è stata sinora quasi in solitaria. La segretaria del Pd Elly Schlein ha firmato due settimane fa, a ridosso della consegna in Cassazione dove oggi c’era la deputata Ouidad Bakkali, firmataria di una proposta di legge. Hanno aderito, in progress, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs. Anche Matteo Renzi ha detto che si spenderà. Il presidente M5S Giuseppe Conte invece no, precisando che i Cinque Stelle puntano sull’iter ancora ai nastri di partenza in Parlamento. “Il referendum è bello perché si deve dire come la si pensa e finisce il gioco del posizionamento, finisce la questione dei personalismi, dei leader, dei leaderini”, ha chiosato Magi.


I contrari e i perplessi hanno puntato il dito sul quesito su cui la Corte costituzionale dovrà valutare l’ammissibilità e che interviene sulla legge attuale con la tecnica del ‘ritaglio’ per estendere quanto previsto per gli stranieri maggiorenni che risiedono legalmente in Italia da almeno cinque anni e vengono adottati da italiani e ad una platea di circa due milioni e mezzo di persone. “Il quesito non innova la legge – è la replica – e lasciamo il compito ai costituzionalisti”. Tra questi l’ex giudice della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky ha firmato e ieri si è espresso in questi termini: “l’obiettivo non è di sconvolgere chissà cosa, si tratta di un correttivo su una legge che esiste” e che “agevola l’integrazione”. Al di là del percorso a ostacoli in un Paese dove l’astensione ha superato la metà dei votanti e dove il tetto necessario del 50% più uno degli aventi diritto negli ultimi anni spesso non è stato sfondato, il referendum sulla cittadinanza potrebbe contare sull’effetto trascinamento degli altri due ‘capitoli’, autonomia e jobs act, che hanno visto in campo la Cgil e i principali partiti di opposizione.


“Questa battaglia non si fermerà qua, anzi proseguirà con più forza. L’Italia è cambiata, l’Italia è pronta e noi siamo parte di questa Italia”, ha affermato la giovane Deepika Salhan dell’associazione ‘Dalla parte giusta della storia’.

Cittadinanza, firme in Cassazione. “Numeri record, atto resistenza”

Cittadinanza, firme in Cassazione. “Numeri record, atto resistenza”Roma, 30 set. (askanews) – Dimezzare i tempi per ottenere la cittadinanza italiana da 10 a 5 anni. Con la consegna in Cassazione di quasi 640mila firme, il referendum promosso da +Europa, Possibile, Psi, Radicali e Rifondazione comunista e da una lunga lista di associazioni di stranieri per la cittadinanza, ha compiuto il primo passo. Ora il quesito deve passare il vaglio della Consulta e poi affrontare la sfida ambiziosa di riuscire a portare gli italiani ad esprimersi nelle urne a primavera.


Le “figlie” e i “figli d’Italia”, ha detto il segretario di +Europa Riccardo Magi uscendo dal Palazzaccio dopo aver consegnato la chiavetta con le firme raccolte sulla piattaforma digitale, chiedono che il Paese si esprima su una “questione urgente su cui il Parlamento” non è intervenuto malgrado sia “folle” che “ragazzi nati e cresciuti in Italia, laureati qui, non possano fare concorsi pubblici e non possano votare”. “Abbiamo depositato in Cassazione 637.487 firme, 150mila firme sono state raccolte in 24 ore, piú di 9mila persone hanno lasciato la disponibilità a diventare attivisti digitali, venticinque personalità del mondo della musica, dello spettacolo, dello sport, della letteratura, dell’accademia hanno messo a disposizione la loro voce per invitare i cittadini a firmare. Non sono solamente dei numeri record – ha sottolineato Magi – sono numeri che dimostrano in un momento di grande sfiducia nei confronti della politica che c’è stata una mobilitazione straordinaria”. E’ un “gesto di resistenza e opposizione” al “governo e alla maggioranza che sul tema usano toni di propaganda violenta e aggressiva e non prendono atto della realtà sociale del Paese”.


Tra Camera e Senato ci sono a bagnomaria una decina di proposte delle opposizioni, alcune depositate dopo l’estate anche per intercettare il dibattito innescato da Forza Italia sullo Ius Scholae, su cui Fdi e Lega hanno alzato un muro. Il testo di Fi ancora non è stato ufficializzato. “E’ dalle Olimpiadi che sentiamo annunci” ma “una cosa l’ho capita bene, da Tajani e Barelli, e non mi piace: Fi intende proporre uno ius Scholae restrittivo rispetto alla legge vigente. Non si capisce perché le opposizioni progressiste dovrebbero convergere in una direzione opposta a quella che auspicano”, ha fatto notare Magi che alla proposta di snellire invece le procedure arrivata dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, ha ricordato: ai tempi del “dl Salvini ha votato per aumentarli i tempi, ha cambiato idea…”. Nel campo del centrosinistra la traversata è stata sinora quasi in solitaria. La segretaria del Pd Elly Schlein ha firmato due settimane fa, a ridosso della consegna in Cassazione dove oggi c’era la deputata Ouidad Bakkali, firmataria di una proposta di legge. Hanno aderito, in progress, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs. Anche Matteo Renzi ha detto che si spenderà.


Il presidente M5S Giuseppe Conte invece no, precisando che i Cinque Stelle puntano sull’iter ancora ai nastri di partenza in Parlamento. “Il referendum è bello perché si deve dire come la si pensa e finisce il gioco del posizionamento, finisce la questione dei personalismi, dei leader, dei leaderini”, ha chiosato Magi. I contrari e i perplessi hanno puntato il dito sul quesito su cui la Corte costituzionale dovrà valutare l’ammissibilità e che interviene sulla legge attuale con la tecnica del ‘ritaglio’ per estendere quanto previsto per gli stranieri maggiorenni che risiedono legalmente in Italia da almeno cinque anni e vengono adottati da italiani e ad una platea di circa due milioni e mezzo di persone. “Il quesito non innova la legge – è la replica – e lasciamo il compito ai costituzionalisti”. Tra questi l’ex giudice della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky ha firmato e ieri si è espresso in questi termini: “l’obiettivo non è di sconvolgere chissà cosa, si tratta di un correttivo su una legge che esiste” e che “agevola l’integrazione”.


Al di là del percorso a ostacoli in un Paese dove l’astensione ha superato la metà dei votanti e dove il tetto necessario del 50% più uno degli aventi diritto negli ultimi anni spesso non è stato sfondato, il referendum sulla cittadinanza potrebbe contare sull’effetto trascinamento degli altri due ‘capitoli’, autonomia e jobs act, che hanno visto in campo la Cgil e i principali partiti di opposizione. “Questa battaglia non si fermerà qua, anzi proseguirà con più forza. L’Italia è cambiata, l’Italia è pronta e noi siamo parte di questa Italia”, ha affermato la giovane Deepika Salhan dell’associazione ‘Dalla parte giusta della storia’.

Pomodoro industria: Casalasco investe 2 mln per primo parco agrivoltaico

Pomodoro industria: Casalasco investe 2 mln per primo parco agrivoltaicoMilano, 30 set. (askanews) – Casalasco, prima filiera integrata del pomodoro da industria in Italia, ha avviato un progetto sperimentale per la realizzazione del primo parco agrivoltaico per la coltivazione del pomodoro, in collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università Cattolica di Piacenza.


Per la realizzazione del parco sono stati necessari investimenti per circa 2 milioni di euro e sarà necessario circa un anno di lavoro. Al termine, Casalasco valuterà i risultati per considerare la possibile applicazione della tecnologia a più ampie estensioni. L’impianto Si estenderà su una superficie di circa 2 ettari in area industriale, nei pressi dello stabilimento di Casalasco a Fontanellato. I pannelli fotovoltaici saranno posizionati su strutture metalliche alte circa 5 metri, consentendo il regolare svolgimento delle attività agricole sottostanti. Grazie a un software, sviluppato in collaborazione con l’Università Cattolica di Piacenza, che raccoglierà e analizzerà costantemente i dati in ingresso, i pannelli saranno in grado di orientarsi per massimizzare l’assorbimento di energia solare e garantire la giusta quantità di luce alle coltivazioni. Il parco agrivoltaico avrà una capacità produttiva annua di circa 1600 MWh che, insieme all’energia prodotta dall’impianto di cogenerazione installato nel 2023 all’interno dello stesso sito di Fontanellato, sarà sufficiente a coprire oltre il 90% del fabbisogno energetico dello stabilimento. L’impianto rientra in un più ampio piano di interventi programmati nei vari stabilimenti del gruppo a sostegno dell’ambiente e del valore complessivo di 24,5 milioni di euro. Casalasco attraverso il parco agrivoltaico ridurrà le emissioni di CO2 di 680 tonnellate l’anno. Con l’energia prodotta dal parco agrivoltaico verrà inoltre alimentato anche il nuovo Innovation center, in fase di realizzazione, sempre a Fontanellato, in un edificio attiguo alla palazzina uffici.


La sperimentazione sulla coltivazione di pomodori sotto i pannelli solari permetterà, inoltre, di identificare le varietà più adatte a questo tipo di coltura e ottimizzare il bilanciamento tra ombra e luce, migliorando così la qualità e la resa delle produzioni. “Il parco agrivoltaico rappresenta un ulteriore importante passo verso un’agricoltura più sostenibile, integrata e innovativa – ha dichiarato Costantino Vaia, Ceo del gruppo Casalasco – La combinazione tra coltivazioni e impianti fotovoltaici offre nuove opportunità non solo per migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale, ma anche per massimizzare i risultati delle produzioni. Siamo certi che questo progetto sperimentale possa fornire benefici significativi, per Casalasco, ma sicuramente anche per l’intera filiera del pomodoro che rappresentiamo, favorendo uno sviluppo più equilibrato e sostenibile del settore”.

Wp: Israele ha informato gli Usa di un’imminente operazione di terra in Libano

Wp: Israele ha informato gli Usa di un’imminente operazione di terra in LibanoRoma, 30 set. (askanews) – Israele ha informato Washington che sta pianificando un’operazione di terra limitata in Libano che potrebbe essere lanciata a breve. Lo ha riferito un funzionario Usa al Washington Post, precisando che l’operazione pianificata da Israele sarebbe “più ridotta rispetto all’ultima guerra con Hezbollah del 2006 e si concentrerebbe sull’eliminazione delle infrastrutture dei militanti lungo il confine, per rimuovere la minaccia posta alle comunità di confine israeliane”.