Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Allarme veterinari: afta epizootica alle porte, serve strategia

Allarme veterinari: afta epizootica alle porte, serve strategiaRoma, 18 set. (askanews) – Un focolaio di afta epizootica rilevato in Turchia, la peste suina che avanza insieme alla lingua blu che è tornata a colpire con violenza in diverse regioni italiane. Il SIVeMP, sindacato italiano veterinari di medicina pubblica, chiede con urgenza che Governo e Regioni affrontino la questione malattie infettive animali “in modo concreto e con urgenza” per tutelare la filiera agroalimentare italiana.


“La Peste suina sta decimando i maiali e i nostri prosciutti – spiegano in una nota – la nostra salumeria comincia a non trovare sbocchi commerciali. I nostri Servizi veterinari l’avevano debellata in Sardegna, ora serpeggia in tutta la val padana. La Blue Tongue che ha flagellato gli allevamenti negli anni passati è tornata a colpire e a far danni grazie ai cambiamenti climatici che la favoriscono. Alle porte dei nostri circuiti commerciali ora c’è l’Afta Epizootica (Turchia) che può muoversi con rapidità seminando morte negli allevamenti bovini, suini e ovi caprini”. “Sono anni – spiegano ancora – che chiediamo di potenziare i Servizi veterinari regionali, di aumentare gli organici dei Servizi veterinari delle asl specialmente nelle regioni con maggior concentrazione animale (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto le più carenti); sono anni che allertiamo i ministri e gli assessori che il 20% dei veterinari pubblici sta per andare in pensione nel volgere di 3-4 anni”.


I veterinari denunciano quindi la mancanza di una programmazione e di un coordinamento delle strategie di profilassi: “forse non abbiamo scorte sufficienti di vaccini per l’afta epizootica ma se li avessimo pronti sarebbe problematico fare una campagna di vaccinazione in contemporanea a due epidemie (Psa, Blue Tongue) e garantire la salute animale e la sicurezza alimentare”, concludono.

Al via corsi gratuiti per supportare agricoltura biodinamica

Al via corsi gratuiti per supportare agricoltura biodinamicaRoma, 18 set. (askanews) – Corsi gratuiti di 50 ore con una consulenza personalizzata anch’essa gratuita per supportare la trasformazione delle aziende al metodo biologico. Partiti in questi giorni in Calabria, si proseguirà poi in altre 9 Regioni italiane. A organizzarli è l’associazione per l’agricoltura biodinamica. Dopo la Calabria, sarà la volta del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, del Lazio e dell’Umbria, della Toscana, della Campania e a seguire nel nuovo anno ci saranno altre date.


L’obiettivo rimane quello che ispirò la nascita del movimento biodinamico 100 anni fa: migliorare la qualità del prodotto e garantire la sostenibilità dei processi di coltivazione, dotando l’azienda di tutte le tecniche e gli strumenti per mantenere la biodiversità del suolo e costruire le filiere corte. Secondo l’Ismea, l’Italia già conta 94.441 operatori biologici che lavorano una superficie complessiva di 2,5 milioni di ettari, pari al 19,8% del totale. Ma c’è ancora strada da fare per raggiungere il target del 25% entro il 2030, fissato dalla strategia europea Farm to Fork.


“Quella biologica e biodinamica – spiega Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica – è una risposta ormai divenuta necessaria per far fronte non solo al cambiamento climatico, ma anche al disquilibrio degli ecosistemi agricoli, resi sterili da un’agricoltura industriale che non è più in grado di sostenere i propri produttori. In qualità di vincitori del bando “Innovazione Bio” del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, abbiamo voluto mettere le competenze tecniche e agronomiche a disposizione di tutti coloro che vogliono iniziare il processo di trasformazione della propria azienda agricola, tale da garantire in pochi anni fertilità, resilienza e remuneratività”.

Agroalimentare, la ‘Mustata’ di Pachino vuole diventare un Pat

Agroalimentare, la ‘Mustata’ di Pachino vuole diventare un PatRoma, 18 set. (askanews) – La Mustata di Pachino, antico dolce siciliano a base di mosto con 500 anni i storia, punta a diventare un Pat, un Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Regione Siciliana, riconosciuto dal Mipaf. Venerdì 22 settembre, durante la terza edizione della Festa della Vendemmia, il presidente dell’associazione Vivi Vinum Pachino Walter Guarrasi e il sindaco del Comune di Pachino Giuseppe Gambuzza firmeranno il protocollo d’impegno per avviarne il riconoscimento, affinché venga introdotta nel registro dei PAT.


“Stiamo codificando la ricetta storica della Mustata – spiega lo storico Luigi Lombardo – è un prodotto agroalimentare e culturale ottenuto dalla lavorazione del mosto: un derivato del vino la cui origine è antica, risale al ‘400. Si prepara solo ed esclusivamente nella stagione della vendemmia in un contesto geografico specifico, coinvolge la comunità e le famiglie del territorio di Pachino in un rituale che si ripete e viene trasmesso da secoli di generazione in generazione”. Per preparararla, spiega il sindaco di Pachino Walter Guarrasi, “usiamo il mosto primofiore, ovvero il succo d’uva appena spremuto: i metodi di lavorazione e gli ingredienti sono stati tramandati nel tempo, occorre una paziente cottura fino a quando il cucchiaio di Mustata, versato sulla formella rigorosamente di ceramica, con un soffio si stacca da quest’ultima. Quando è pronta per tradizione la mangiamo subito, calda, circondando il pentolone. In alternativa si può anche degustare fredda, la lasciamo riposare nelle storiche formelle, poi la serviamo a tavola e la conserviamo per il Natale, quando con un nuovo rituale diventerà un ingrediente della tradizionale preparazione dei Cuddureddi Cini”.


La terza edizione della Festa della Vendemmia a Pachino si svolgerà dal 20 al 22 settembre nella Piazza Pietro Nenni a ridosso della storica Stazione del Vino di Pachino. Venerdì 22 settembre, durante la giornata della firma del protocollo sarà coinvolto anche il maestro ceramista Enzo Forgia, che realizzerà live una formella di ceramica di Caltagirone.

Romania, oltre 100 artisti per la quinta edizione di Classic for Teen

Romania, oltre 100 artisti per la quinta edizione di Classic for TeenRoma, 18 set. (askanews) – Si è conclusa a Focsani, in Romania, con un concerto straordinario dell’Orchestra da Camera del Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, la quinta edizione del Festival “Classic for Teens”. Un Festival che è cresciuto anno dopo anno, sia dal punto di vista qualitativo che numerico. Sotto la direzione artistica di Mara Dobrescu, pianista romena che vive in Francia. Nel 2024, oltre 100 artisti, provenienti da 10 paesi di tre continenti (Europa, Asia, America)- tra i quali i più numerosi dall’Italia – si sono esibiti davanti al pubblico romeno.


Gli organizzatori hanno mirato a trasformare Focsani in una vera capitale culturale per i giovani, ricca di vivacità ed energia. “Di solito, dietro ai festival più importanti troviamo il lavoro di team di professionisti con anni di esperienza. Dietro al nostro festival c’è il lavoro di oltre 150 giovani volontari, la maggior parte dei quali studenti delle scuole superiori. Fin dall’inizio abbiamo voluto dedicare l’evento a loro. Beneficiari diretti sono stati anche gli adolescenti che si sono iscritti da tutto il paese ai corsi di perfezionamento gratuiti dedicati a loro, tenuti da alcuni dei più rinomati artisti europei: romeni, italiani, francesi. Infine, possiamo dire che è stato anche un festival dei giovani che si sentono tali nello spirito, ma noi adulti non abbiamo fatto altro che orientarli e infondere loro fiducia. Abbiamo dimostrato che attraverso la musica, attraverso l’arte in generale, si possono abbattere barriere fisiche e sociali: il pubblico è stato vario, la musica classica è suonata all’aperto, nel cuore della città”, ha dichiarato Mioara Moraru, manager del Festival. “La mia esperienza in Italia è stata essenziale nello sviluppo e nella gestione di questo festival. Il Festival Internazionale Propatria, che ho creato 14 anni fa a Roma con l’intento di celebrare l’eccellenza dei giovani romeni nella diaspora, offrendo loro riconoscimento e supporto nelle loro carriere internazionali, ha costituito le basi su cui ho fondato questo nuovo progetto, integrando tutto il know-how e l’esperienza accumulata in tutti questi anni”.


Il concerto di apertura del 2 settembre ha visto protagoniste le pianiste Mara Dobrescu e Dana Ciocârlie, insieme alla violinista francese Gaëtane Prouvost. Sono seguiti serate piene di virtuosismo, ritmo e talento, con musicisti jazz provenienti dalla Romania, dall’Italia e dalla Francia: Ramona Horvath, Nicolas Rageau, Antoine Paganotti, Stefano Priori, Alex Man, e il giovane Catalin Raducanu che ha portato sul palco, insieme a un repertorio classico, ritmi folkloristici eseguiti al cimbalo. Una novità è stato anche il concerto tenuto da tre generazioni di violinisti romeni: Gabriel Croitoru, Simina Croitoru Pauca e Eva Pauca. Gabriel Croitoru ha suonato il celebre violino Guarneri del Gesù appartenuto a George Enescu. La musica celebre dei film premiati agli Oscar è stata evocata da Grazia Barilla e Andrea Calabrese (Italia). Razvan Suma e Ella Bokor si sono esibiti insieme a giovani violoncellisti dei Masterclass. Miruna e Radu Nagy hanno accompagnato il baritono Alexandru Chiriac all’arpa e al violoncello. Il pianoforte è rimasto il protagonista indiscusso con il recital inedito dedicato alla mano sinistra di Shwan Sebastian (Romania) e durante le serate con i giovani Tommaso Marino, Alice Salvioni, Emanuele Stracchi (Italia). Negli ultimi giorni sono arrivati da Roma i musicisti dell’Orchestra da Camera del Conservatorio Santa Cecilia, che, sotto la direzione del maestro Fabio Serani, hanno accompagnato Da Hyun Kang, soprano, e il tenore Yun Seoju (Corea del Sud). La prestigiosa Orchestra è stata affiancata anche dalla conosciuta soprano Teodora Gheorghiu, nella serata finale della maratona culturale, che insieme al tenore Yun Seojun hanno interpretato celebri arie da opere come “Le nozze di Figaro” e “La Traviata”.


È stata la conclusione di una vera e propria maratona costruita intorno alla fratellanza e alla collaborazione artistica: dal 2 al 12 settembre, 10 giorni di eventi, concerti, recital e masterclass. I momenti dedicati alla musica classica, protagonista principale, sono stati magistralmente integrati con quelli dedicati al jazz, alla musica folk e non solo. La scultura, la pittura e la letteratura hanno arricchito un quadro complesso e completo, dedicato all’arte e all’amore per la bellezza. La musica è stata completata da due esposizioni alle Gallerie d’Arte, quella della pittrice Adriana Badescu, anche lei con un percorso personale e artistico tra l’Italia e la Romania, e dello scultore Emanuel Chiriac (che ha studiato da piccolo in Italia) che ha esposto tre delle sue opere anche all’aperto, in altrettanti luoghi chiave del centro città. Sempre alla Galleria d’Arte si è tenuto il recital di poesia e pianoforte con il tema dei romeni nella diaspora, sostenuto da Ciprian Apetrei e Cristina Beteringhe. Una novità è stata il Flash-mob del primo giorno del Festival, con le ballerine dello Studio di balletto per bambini e giovani dell’Opera Nazionale di Bucarest, che si sono esibite proprio in Piazza Unirii, per “abbattere barriere” e aprire ponti con il pubblico, come avevano previsto gli organizzatori.

Addio a Totò Schillaci, il bomber delle Notti magiche

Addio a Totò Schillaci, il bomber delle Notti magicheRoma, 18 set. (askanews) – Lutto nel mondo del calcio. È morto Salvatore, Totò, Schillaci. Cominciò nel Messina, poi giocò tra le altre, per Juve, Inter e Nazionale. In azzurro coi suoi gol aveva infiammato l’Italia per un’estate, quella del mitico Mondiale del 1990: era malato di tumore al colon ed era già stato operato due volte. Era nato a Palermo il 1° dicembre 1964 e si era sposato due volte, con Rita e Barbara: lascia tre figli, Jessica, Mattia e Nicole.


Totò Schillaci e le Notti Magiche di Italia ’90, quelle cantate da Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Un binomio inscindibile che fa tornare alla memoria i campionati del mondo ospitati in Italia e le vittorie della Nazionale di Azeglio Vicini fermata dall’Argentina in semifinale. Notti in cui una Italia intera festeggiava nelle piazze per la vittoria di una Nazionale azzurra che univa tutta la penisola, dalle due isole maggiori fino al Nord. Un calciatore del Sud che dai campi polverosi in terra battuta della sua Sicilia è arrivato a suon di goal a calcare i terreni di gioco degli stadi più prestigiosi al Mondo, fino a rappresentare in quelle “Notti magiche” la speranza più grande di una nazione intera. Nato a Palermo il 1° dicembre 1964, Salvatore Schillaci, per tutti Totò, cresce nel CEP, il quartiere popolare di San Giovanni Apostolo. Il suo sogno diventare un calciatore. L’istinto del gol lo sviluppa da ragazzino. Nel 1980 entra a far parte nelle giovanili dell’Amat Palermo. Si mantiene lavorando presso un gommista. Il Palermo si interessa a Totò, il Messina lo ingaggia nel 1992. Sullo stretto resta sette anni con due promozioni fino in serie B. Trova sulla sua strada Franco Scoglio, il tecnico che lo fa conoscere al grande calcio e che con lui era come un padre. In serie B esplode con 13 reti, con l’arrivo di Zeman ne segna 23 ed è capocannoniere. Nell’estate del 1989 il grande salto alla Juventus. Schillaci, dopo 61 goal in 219 presenze di campionato con i peloritani, è della Juventus per 6 miliardi di Lire. COn Zoff in panchina segna 21 reti. La Juve chiude quarta. Arriva la convocazione di Vicini. Vialli e Carnevale non ingranano, Totò entra al posto del napoletano nel finale di gara contro l’Austria e di testa firma subito la prima vittoria azzurra. Dalla terza gara con la Cecoslovacchia è promosso a titolare in coppia con Roberto Baggio. Segna una delle 2 reti che portano l’Italia agli ottavi. Tutta la penisola si aggrappa alle esultanze spontanee e travolgenti di Totò, con quegli occhi sbarrati che divengono l’icona delle Notti magiche. Schillaci è il vero trascinatore della Nazionale, segna anche con Uruguay ed Eire, si ripete anche a Napoli nella semifinale con l’Argentina. Ma al San Paolo la gioia dura poco, perché Caniggia di testa infila Zenga, interrompendo l’imbattibilità del portiere italiano. Ai rigori passa la squadra di Maradona. Nella finalina battuta l’Imghilterra. Decide ancora Schillaci che chiude capocannoniere dei mondiali con 6 reti, scarpa d’oro del torneo e pallone d’oro come miglior giocatore. Poi comincia il declino, la lite con Poli, campionati anonimi che si susseguono e cori razzisti delle curve. Il rendimento incostante, unito al fallimento del suo matrimonio, spinge il club bianconero, con il ritorno alla presidenza di Boniperti, a dare il benservito a Totò dopo 3 anni. Un anno all’Inter e l’avventura in Giappone dove segna 68 gol in 100 presenze. Un matrimonio travagliato fatto di liti e tradimenti che l’ex presidente della Juve Giampiero Boniperti tentò di salvare. Appese le scarpette al chiodo si apre la carriera di ospite televisivo: prima il reality L’Isola dei Famosi nel 2004, poi comparsate in un film ed una serie Tv. Nel 2011 prende la gestione di un centro sportivo a Palermo e sembrava che la vita gli regalasse un po’ di serenità.

R. Piemonte punta su Miac Cuneo come polo filiera agroalimentare

R. Piemonte punta su Miac Cuneo come polo filiera agroalimentareRoma, 18 set. (askanews) – Il Miac, il Polo Agrifood di Cuneo, potrebbe diventare un importante hub nel nuovo progetto di filiera corta dell’agroalimentare piemontese. E’ quanto emerso da un incontro, svoltosi nei giorni scorsi, tra l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca e Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni ha incontrato nei giorni scorsi a Palazzo Piemonte i vertici del Miac (Mercato Ingrosso Agroalimentare Cuneo) – Polo Agrifood.


Nell’incontro sono state illustrate le attività e i progetti futuri del Miac e le potenzialità di sviluppo che può offrire nella prospettiva delle nuove politiche di valorizzazione del comparto agroalimentare e del cibo piemontese delineate dall’assessore Bongioanni. “Ho espresso ai vertici del Miac – ha detto Bongioanni – il mio apprezzamento e assicurato loro il mio supporto. Il futuro Miac ha tutte le potenzialità per svolgere un ruolo di importante hub dell’agroalimentare, anello fondamentale nel progetto di Filiera Corta del cibo piemontese che sto mettendo a punto come Regione Piemonte e che illustrerò venerdì 27 settembre a Terra Madre”.


L’assessore ha spiegato che dovrà partire “da subito una collaborazione attiva per sviluppare un progetto che possa servire al meglio le imprese locali del nostro territorio. I loro prodotti d’eccellenza devono poter raggiungere il consumatore con il minor numero di passaggi possibili, e devono per questo poter contare su efficienti infrastrutture di rete com’è appunto il Miac”. È già previsto nel mese di ottobre un altro incontro presso la sede cuneese del Miac – Polo Agrifood per approfondire le tematiche discusse e definire i prossimi passi per concretizzare il percorso di sviluppo.

Orsini: Ue deve cambiare marcia, serve solida politica industriale

Orsini: Ue deve cambiare marcia, serve solida politica industrialeRoma, 18 set. (askanews) – “L’Europa deve cambiare marcia”. Oggi “serve più che mai una solida politica industriale europea” perchè “le sfide da affrontare sono ciclopiche”. A sottolinearlo è il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, all’assemblea annuale lanciando l’allarme: “il Green Deal è impregnato di troppi errori che hanno messo e mettono a rischio l’industria”.


Secondo Orsini, “la decarbonizzazione inseguita anche al prezzo della deindustrializzazione è una debacle. La storia e il mercato europeo dell’auto elettrica che stiamo regalando alla Cina, parlano da soli. La filiera italiana dell’automotive è in grave difficoltà, depauperata del proprio futuro dopo aver dato vita alle auto più belle del mondo e investito risorse enormi per l’abbattimento delle emissioni”. Per il numero uno di Confindustria “l’Europa con gli Ets ha consentito la speculazione finanziaria sulla transizione ambientale, spingendo il prezzo della CO2 fuori dal mercato mondiale. Bisogna essere chiari: la disciplina degli Ets deve essere assolutamente cambiata. Continuando così, regaleremo ai nostri competitor internazionali, come sta avvenendo per l’automotive, anche l’acciaio, il cemento, la metallurgia, la ceramica, la carta. Con ricadute negative sugli investimenti, sulla crescita e sull’occupazione”, ha avvertito.


Ora Confindustria “conta sulla presenza costante del nostro Governo a Bruxelles, sull’azione comune dei nostri europarlamentari di tutte le forze politiche, e sulla cooperazione sempre più stretta con le altre organizzazioni d’impresa europee. Per lavorare uniti e aiutare la Commissione a fare un bagno di realtà in termini di tempi, modi strategici e mezzi finanziari per risolvere davvero a favore della competitività le grandi transizioni”.

Orsini a sindacati: tanto da fare insieme, pronti al confronto

Orsini a sindacati: tanto da fare insieme, pronti al confrontoRoma, 18 set. (askanews) – “Noi e i sindacati, abbiamo tanto da fare insieme, e noi siamo pronti ad avviare un confronto”. Mano tesa del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ai ledaer sindacali. In occasione dell’assemblea pubblica dell’associazione Orsini ha lanciato l’idea di “un patto per la sicurezza nei cantieri” e di “un’azione comune” per contrastare i contratti pirata.


Sul fronte degli infortuni sul lavoro “noi e i sindacati dobbiamo fare in modo che questa catena di lutti per le famiglie e per le aziende si fermi. Dobbiamo istituire un tavolo permanente di monitoraggio e di verifica delle normative di sicurezza”. Il nostro sistema “ha capovolto la prospettiva basata sull’aggravamento delle sanzioni a morti avvenute. Ha proposto invece un nuovo patto per la sicurezza nei cantieri, un accordo condiviso preventivo degli incidenti. Un patto che introduca nuove regole per l’ammissione alle gare pubbliche di opere e costruzioni, che elevi l’asticella dei requisiti minimi di sicurezza, per impedire a troppe microimprese occasionali di essere ammesse nella sequela dei subappalti a catena”. Poi “c’è il nodo delle retribuzioni. Come alcuni sembrano non voler ricordare, Confindustria – ha osservato Orsini – prevede nelle sue qualifiche contrattuali retribuzioni ben più elevate del salario minimo per legge di cui si parla. Noi difendiamo il principio che il salario, in tutte le sue componenti, si stabilisca nei contratti, nazionali e aziendali, trattando con il sindacato. Al sindacato diciamo che è tempo di un’azione comune per contrastare i troppi contratti siglati da soggetti di inadeguata rappresentanza. È tempo di unire le forze per indicare una via diversa ai troppi settori in cui convivono salari incongrui e irregolarità fiscali e contributive”.

Orsini a governo: rendere permanente taglio cuneo fiscale

Orsini a governo: rendere permanente taglio cuneo fiscaleRoma, 18 set. (askanews) – “Il taglio del cuneo fiscale va reso permanente: poiché se le retribuzioni sono al di sotto della media europea il costo del lavoro è più elevato”. E’ l’appello al governo lanciato dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, all’assemblea annuale.


La premessa del leader degli industriali è che “la crescita del 3,1% della massa retributiva in Italia, nel periodo gennaio-giugno 2024, evidenzia segnali importanti anche nel recupero del potere di acquisto”. Crescita che “è salita ancora nel secondo trimestre, attestandosi al +4,1%, rispetto ad un indice di inflazione del +1,1%”, ha spiegato. L’incremento retributivo “è avvenuto, e continua, anche per effetto degli incrementi salariali erogati nei principali contratti firmati da Confindustria. I risultati ottenuti sono un passo che ci deve motivare per raggiungere stabilmente la media europea”.

Lollobrigida: a G7 Italia punto riferimento cultura di qualità

Lollobrigida: a G7 Italia punto riferimento cultura di qualitàRoma, 18 set. (askanews) – Al G7 dell’Agricoltura, che si terrà a Siracusa dal 26 al 28 settembre “riaffermiamo il ruolo dell’Italia di essere un punto di riferimento della cultura della qualità. Che per noi significa Made in Italy e per gli altri una soluzione ai problemi del nostro tempo”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida in un’intervista a Il Tempo.


“La grande sfida – ha sottolineato il ministro – è garantire sicurezza alimentare, preservare ciò che c’è di buono raccogliendo la sfida dell’avvenire”. Al G7 “non si parlerà solo di agricoltura, ma anche di pesca – ha aggiunto. È la prima volta e riguarda soprattutto chi fa acquacoltura, assimilati ai contadini del mare”. Al centro dei lavori “la sicurezza alimentare che è intrinsecamente legata alla sovranità alimentare. Per noi questo tema significa rispetto della tradizione accettando l’innovazione per i popoli africani, che sono ospiti speciali del summit”.


“Dobbiamo diventare loro partner in posizione egualitaria. I paesi dell’Africa hanno il 63% delle terre arabili, hanno la ricchezza di una popolazione molto giovane. Con la nostra tecnologia e proteggendo i marchi di origine possono far crescere la penetrazione dei loro prodotti e possono diventare mercati di sbocco per i nostri”, ha proseguito. “Ci sarà anche un G7 giovani – ha ricordato Lollobrigida – con studenti che relazioneranno il loro lavoro ai ministri. Il consesso è stato immaginato come un evento aperto. Durerà nove giorni, con un’Expo che vedrà la partecipazione di centinaia di imprenditori del settore della qualità, le università, le forze dell’ordine e lo sport”.


“Avremo oltre ai 7 ministri dei paesi invitati, undici presenze ministeriali dell’Africa, i presidenti delle maggiori istituzioni italiane, 18 regioni su 20. E ancora la Consulta dei ministri dell’Agricoltura con tutti i responsabili del dicastero della storia repubblicana. Sarà un momento di confronto di alto livello”, ha concluso Lollobrigida.