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Autore: Redazione StudioNews

Sangiuliano indagato dalla procura di Roma per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio

Sangiuliano indagato dalla procura di Roma per peculato e rivelazione di segreto d’ufficioRoma, 10 set. (askanews) – L’ex ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, è stato indagato dalla procura di Roma per peculato e rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio in relazione al caso sollevato dalla manager Maria Rosaria Boccia. Ad anticipare la notizia, stamane, è stato il quotidiano Corriere della sera. La formalizzazione della contestazione è frutto dell’esposto presentato nei giorni scorsi dal parlamentare di Avs, Angelo Bonelli. Nelle prossime ore gli inquirenti di piazzale Clodio valuteranno la trasmissione degli atti al tribunale dei ministri.

Bankitalia, a luglio limatura tassi mutui ma prosegue calo prestiti

Bankitalia, a luglio limatura tassi mutui ma prosegue calo prestitiRoma, 10 set. (askanews) – I tassi di interesse praticati dalle banche sui nuovi mutui alle famiglie in Italia hanno continuato a moderarsi leggermente a luglio, mentre per le imprese sono rimasti sostanzialmente invariati. Ma intanto è proseguita la dinamica di contrazione del credito bancario: nel mese in esame complessivamente i prestiti al settore privato sono diminuiti dell’1,6% su base annua, un valore analogo al mese precedente. Lo riporta la Banca d’Italia dell’ultima statistica “Banche e moneta: serie nazionali”.


La debolezza del credito bancario riflette la forte stretta su tassi e nuove liquidità operata dalla Banca centrale europea nei passati anni, in risposta alla impennata inflazionistica. Ora la Bce sta attenuando la stretta con molta gradualità e una nuova decisione in tal senso potrebbe essere assunta in occasione del Consiglio direttivo di giovedì. Tornando ai dati sull’Italia, a luglio la contrazione dei prestiti alle famiglie si è smorzata al meno 0,6 per cento sui dodici mesi, a fronte del meno 1 per cento nel mese precedente, mentre il calo del credito alle società non finanziarie si è accentuato al meno 3,9 per cento (-3,4 nel mese precedente). I depositi del settore privato sono aumentati dell’1,1 per cento (contro un più 2,9 per cento a giugno) e la raccolta obbligazionaria è aumentata del 13,3 per cento (14,8 in giugno).


Secondo i dati di Bankitalia, i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 3,94 per cento, dal 4,02 di giugno. Il tasso sulle nuove erogazioni di credito al consumo è invece salito al 10,51 per cento, dal 10,29 nel mese precedente. Infine, i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,27 per cento, praticamente analoghi al 5,26 nel mese precedente. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all’1,01 per cento (1,03 nel mese precedente).

Google, Corte Giustizia Ue conferma maxi multa da 2,4 mld

Google, Corte Giustizia Ue conferma maxi multa da 2,4 mldRoma, 10 set. (askanews) – La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha respinto il ricorso che era stato presentato dal gruppo Alphabet Google contro una maximulta da 2,4 miliardi, che era stata inflitta dall’Antitrust europeo nel 2017 per abuso di posizione dominante.


Con un comunicato, la Corte Ue spiega di aver così confermato l’ammendainflitta a Google per aver abusato della propria posizione dominante favorendo il proprio servizio di comparazione di prodotti. Nel 2017 la Commissione aveva inflitto un’ammenda di circa 2,4 miliardi di euro a Google per aver abusato della sua posizione dominante su vari mercati nazionali della ricerca su Internet favorendo il proprio servizio di comparazione di prodotti rispetto a quello dei suoi concorrenti. Poiché il Tribunale ha, in sostanza, confermato tale decisione e mantenuto l’ammenda di cui sopra, Google e Alphabet hanno proposto un’impugnazione dinanzi alla Corte, che è stata respinta da quest’ultima, si legge, confermando così la sentenza del Tribunale.

Apple, Corte giustizia Ue: agevolazioni fiscali Irlanda illegali

Apple, Corte giustizia Ue: agevolazioni fiscali Irlanda illegaliRoma, 10 set. (askanews) – La Corte di giustizia dell’Unione europea ha annullato una sentenza del Tribunale Ue, che aveva a sua volta annullato una decisione dell’Antitrust europeo sulle agevolazioni fiscali ottenute da Apple tra l’inizio degli anni 90 e la metà del decennio passato. Sulla base di questa decisione ora l’Irlanda dovrà recuperare gli aiuti che erano stati elargiti al gruppo.


Con un comunicato, la Corte di giustizia ricorda che nel 2016 la Commissione europea aveva deciso che alcune società appartenenti al gruppo Apple avevano beneficiato, dal 1991 al 2014, di vantaggi fiscali costitutivi di un aiuto di Stato concesso dall’Irlanda. Tale aiuto, si legge, riguardava il trattamento fiscale degli utili generati da attività della Apple al di fuori degli Stati Uniti. Nel 2020 il Tribunale ha annullato la decisione adottata dalla Commissione, ritenendo che quest’ultima non avesse sufficientemente dimostrato l’esistenza di un vantaggio selettivo a favore di tali società. Nel pronunciarsi sull’impugnazione, la Corte annulla la sentenza del Tribunale e statuisce definitivamente sulla controversia, confermando al contrario la decisione della Commissione.

Attacco di droni ucraini (oltre 140) in Russia. Chiusi due aeroporti internazionali a Mosca

Attacco di droni ucraini (oltre 140) in Russia. Chiusi due aeroporti internazionali a MoscaRoma, 10 set. (askanews) – Più di 140 droni d’attacco ucraini sono stati abbattuti in diverse regioni della parte centroeuropea della Russia questa notte: lo ha riferito il ministero della Difesa di Mosca.


Il ministero ha precisato che sono stati intercettati un totale di 144 droni, di cui 72 nella provincia di Bryansk; 20 a Mosca; 14 a Kursk; 13 a Tula; otto a Belgorod; sette a Kaluga; cinque a Voronezh; quattro a Lipetsk e uno a Oriol. Il Ministero della Difesa non ha specificato gli obiettivi di questi attacchi, che ha definito “terroristici”. I droni contro la capitale russa e la provincia di Mosca hanno provocato una vittima e tre feriti. Una donna di 46 anni è morta e altre tre persone sono rimaste ferite a seguito di un attacco ucraino con drone a Ramenskoye: lo ha affermato il governatore della regione di Mosca, Andrei Vorobyov. Secondo il governatore, 43 persone sono state ora ospitate in centri di accoglienza temporanei e sono stati forniti pasti caldi a tutti. In seguito al massiccio attacco, due aeroporti internazionali di Mosca, Domodedovo (DME) e Vnukovo (VNU), hanno sospeso le operazioni nella notte a causa di un “Con decisione dell’ente statale per la gestione del traffico aereo, sono state imposte restrizioni temporanee all’aeroporto di Mosca-Domodedovo”, ha detto il portavoce dello scalo situato a sud della capitale russa. Alle 6:45 ora locale (GMT+3), ha aggiunto il portavoce, 13 voli sono stati dirottati verso altri aeroporti di Mosca, Nizhny Novgrod, Samara e San Pietroburgo.


Inoltrek, l’amministrazione di Vnukovo ha segnalato “restrizioni temporanee agli arrivi e alle partenze a partire dall’1:30, per ragioni che non dipendono dall’aeroporto”.

Vendemmia a Riparbella: eccellente e con quantità superiori al 2023

Vendemmia a Riparbella: eccellente e con quantità superiori al 2023Milano, 10 set. (askanews) – “Quantità superiore allo scorso anno e qualità eccellente”. Ha ottime prerogative la “prima” vendemmia delle otto Cantine riunite nell’Associazione Vignaioli Colline di Riparbella (Pisa). Da una survey sulla vendemmia svolta dall’associazione tra i propri soci, emerge come il 75% delle aziende si attenda una raccolta maggiore per quantità rispetto al 2023, e il 25% come lo scorso anno. In termini di qualità, il 50% la valuta eccellente e il 37,5% buona.


Per quanto riguarda i tempi di raccolta, c’è chi ha iniziato dopo Ferragosto con i bianchi per le basi spumante ma in generale la vendemmia inizierà attorno alla metà di settembre con tempi in linea con l’andamento degli ultimi anni (50%). La vendemmia delle otto aziende mobiliterà circa 200 lavoratori tra fissi e stagionali, rappresentando il 13,5% dell’intera popolazione comunale che si attesta su circa 1.500 abitanti. Quella che si appresta ad entrare in cantina sarà “un’ottima annata con una giusta maturazione che ha favorito le uve bianche”.


L’associazione sottolinea che tra i vignaioli di Riparbella c’è una grande voglia di crescere e per questo vedono interessante la partecipazione a iniziative non soltanto locali, in Toscana, ma anche ad eventi in consessi nazionali come Vinitaly o Merano ed anche internazionali tra cui Londra o Parigi.

Russia lancia esercitazioni “Ocean-2024” anche nel Mediterraneo. Con oltre 400 navi da guerra

Russia lancia esercitazioni “Ocean-2024” anche nel Mediterraneo. Con oltre 400 navi da guerraRoma, 10 set. (askanews) – Le forze navali russe hanno lanciato l’esercitazione strategica pianificata “Ocean-2024” negli oceani Pacifico e Artico, nel Mediterraneo, nel Mar Caspio e nel Mar Baltico, ha affermato il ministero della Difesa russo secondo le agenzie locali. Più di 400 navi da guerra, sottomarini e navi di supporto prenderanno parte all’esercitazione.


“Oggi, in conformità con il piano di addestramento delle forze armate russe, unità e formazioni delle forze navali stanno iniziando a partecipare all’esercitazione di comando e stato maggiore strategica ‘Ocean-2024’, che durerà fino al 16 settembre compreso”, ha affermato il ministero in una dichiarazione. Saranno coinvolti oltre 120 aerei ed elicotteri dell’aviazione navale delle forze navali e aerospaziali, circa 7.000 unità di armi, equipaggiamento militare e speciale, nonché oltre 90.000 membri del personale, ha specificato il ministero.


“Gli obiettivi principali… sono testare la prontezza del personale di comando delle formazioni e delle unità della Marina russa a gestire gruppi di forze eterogenei nelle loro aree di responsabilità, risolvere compiti operativi non standard, utilizzare in modo completo armi ad alta precisione, armi avanzate e moderne ed equipaggiamento militare durante la parte pratica dell’esercitazione, nonché espandere l’interazione con le forze navali dei paesi partner nella risoluzione di compiti congiunti in mare”, ha affermato il ministero. La prima fase dell’esercitazione si concentrerà sullo spiegamento di gruppi di forze in campi di addestramento al combattimento designati, mentre durante la seconda fase dell’esercitazione, padroneggeranno le operazioni di combattimento per distruggere oggetti strategici e forze del nemico simulato e per sbarcare truppe. “Gruppi operativi di corpi di comando militare e contingenti militari di stati partner stranieri della Russia sono stati invitati a partecipare all’esercitazione”, ha affermato il ministero.

Raid israeliano a Khan Younis, decine di morti e feriti

Raid israeliano a Khan Younis, decine di morti e feritiRoma, 10 set. (askanews) – Almeno 40 persone sono state uccise nel sud di Gaza e decine di altre sono rimaste ferite in attacchi israeliani notturni su una zona designata come umanitaria, ha affermato l’autorità di difesa civile gestita da Hamas. L’esercito israeliano ha precisato che i suoi aerei hanno attaccato un centro operativo a Khan Younis appartenente ai combattenti del gruppo palestinese e di avere preso misure per ridurre il rischio di danneggiare i civili.


Residenti locali hanno affermato che tre attacchi hanno colpito tende che ospitavano sfollati nella zona umanitaria di al-Mawasi, a ovest della città di Khan Younis, causando enormi crateri. “Quaranta persone sono state uccise e più di 60 ferite, mentre molte sono ancora sotto le macerie”, ha detto alla Bbc il direttore operativo dell’autorità di difesa civile di Hamas. Testimoni oculari hanno invece precisato all’emittente che grandi esplosioni hanno scosso l’area di al-Mawasi poco dopo mezzanotte e che si potevano vedere le fiamme alzarsi verso il cielo. Khaled Mahmoud, un volontario di un ente di beneficenza che vive vicino al sito degli attacchi, ha affermato che lui e altri volontari si sono precipitati ad aiutare ma sono rimasti sbalorditi dalla portata del disastro. “Gli attacchi hanno creato tre crateri profondi sette metri e seppellito più di 20 tende”, ha spiegato. E video non verificati hanno mostrato civili che scavavano nella sabbia con le mani nel tentativo di salvare i palestinesi da una profonda buca causata dagli attacchi aerei. In una dichiarazione, un portavoce delle Forze di difesa israeliane (IDF) ha affermato che l’esercito ha attaccato “importanti terroristi di Hamas che operavano all’interno di un centro di comando e controllo incorporato nell’area umanitaria di Khan Yunis”. “Prima dell’attacco, sono state prese numerose misure per mitigare il rischio di danneggiare i civili, tra cui l’uso di munizioni di precisione, sorveglianza aerea e mezzi aggiuntivi”, ha aggiunto il portavoce.


“Le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza continuano ad abusare sistematicamente delle infrastrutture civili e umanitarie, tra cui l’area umanitaria designata, per svolgere attività terroristiche contro lo Stato di Israele e le truppe dell’Idf”, ha insistito il portavoce militare. Hamas ha respinto le affermazioni dell’esercito israeliano secondo cui nella zona erano presenti combattenti del suo gruppo, definendola una “palese” bugia che “mira a giustificare questi orribili crimini”. “La resistenza ha negato più volte che qualcuno dei suoi membri si raduna in luoghi civili o utilizzi questi luoghi per scopi militari”, ha precisato il gruppo estremista palestinese.

Calcio, tifosi italiani girano le spalle prima di inno israeliano

Calcio, tifosi italiani girano le spalle prima di inno israelianoRoma, 9 set. (askanews) – C’è un caso prima del fischio d’inizio di Israele-Italia, seconda gara del girone di Nations League di scena a Budapest, campo di casa per Israele che non può, per motivi di sicurezza, giocare nel proprio Paese. Buona parte dei tifosi italiani presenti alla Bozsik Arena si è infatti girata di spalle durante l’esecuzione dell’Hatikvah, inno nazionale di Israele. Una protesta riconducibile al delicato momento politico dello stato ebraico, in guerra con i miliziani di Hamas dal 7 ottobre 2023. Appena duemila gli spettatori presenti per la sfida contro la Nazionale di Luciano Spalletti.

Ue, rapporto Draghi: le divergenze emerse con von der Leyen

Ue, rapporto Draghi: le divergenze emerse con von der LeyenBruxelles, 9 set. (askanews) – La presentazione del rapporto sul futuro della competitività europea da parte di Mario Draghi, insieme alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, oggi a Bruxelles, ha fatto emergere chiaramente alcune divergenze tra i due nella visione, nelle prospettive e nelle risposte per l’economia dell’Ue. In particolare per quanto riguarda eventuali nuove emissioni di debito Ue, la struttura del mercato elettrico europeo, la eccessiva regolamentazione comunitaria, in particolare nel settore delle tecnologie digitali e dell’Intelligenza artificiale, e anche l’obbligo di produrre dal 2035 solo auto a zero emissioni, non abbastanza allineato ad altri provvedimenti che lo rendano realizzabile.


La più evidente di queste divergenze riguarda la necessità, evocata da Draghi e ignorata da von der Leyen, di ricorrere a nuove emissioni di debito comune (come quelle che hanno finanziato il piano di ripresa post-pandemico ‘NextGenerationEU’ e il programma ‘Sure’ per il sostegno ai sistemi nazionali di cassa integrazione) per finanziare progetti comuni soprattutto nei settori della difesa, delle infrastrutture e interconnessioni energetiche, della ricerca e innovazione. Draghi ha ricordato che, secondo le stime della stessa Commissione europea, per raggiungere gli obiettivi indicati dal suo rapporto ‘è necessario un un investimento annuale aggiuntivo minimo di 750-800 miliardi di euro, corrispondente al 4,4%-4,7% del Pil dell’Ue’. Il debito comune, ha puntualizzato l’ex premier italiano ed ex presidente della Bce, ‘non è un obiettivo in sé, ma uno strumento’, che sarà comunque necessario perché gli investimenti privati non basteranno comunque, anche se dovessero aumentare considerevolmente, nel caso in cui si riesca a mettere a frutto al massimo i vantaggi del mercato unico e soprattutto a completare finalmente l’Unione dei mercati dei capitali nell’Ue.


Von der Leyen, invece, rispondendo a una domanda in conferenza stampa con una posizione ferma all’ortodossia finanziaria tedesca, ha detto chiaramente che sul tavolo ci sono solo due opzioni per finanziare gli investimenti necessari: un aumento delle contribuzioni nazionali degli Stati membri al bilancio Ue, oppure nuove ‘risorse proprie’ europee, da aggiungere a quelle attuali (soprattutto i dazi doganali riscossi sulle importazioni di merci da paesi extracomunitari e una percentuale del gettito dell’Iva). Tra queste nuove ‘risorse proprie’ potrebbero esserci una tassa sui profitti delle multinazionali, la nuova ‘carbon tax’ alle frontiere (Cbam) e prelievi sul sistema europeo di scambio dei permessi di emissioni (Ets). Ma sarebbero comunque pochi miliardi all’anno (17 miliardi, secondo i progetti già esistenti). Quanto all’aumento delle contribuzioni nazionali alle casse Ue, poi, si tratta di uno dei tradizionali terreni minati della politica comunitaria, come dimostrano i negoziati interminabili e difficilissimi che ogni sette anni si svolgono tra gli Stati membri per decidere il Quadro pluriennale di bilancio.


Inoltre, lo stesso Draghi ha criticato l’approccio che vede solo nel bilancio Ue (e non nell’emissione di nuovo debito comune) la possibilità di finanziare gli investimenti pubblici che saranno necessari. Il bilancio Ue ‘non è abbastanza focalizzato’, è ‘altamente frammentato’ e ‘c’è un alto rischio che il denaro vada in diversi canali’, ha detto Draghi, anche se poi ha prospettato la possibilità di una ‘riforma’ in particolare dei fondi di coesione, che, ha indicato, potrebbero essere usati maggiormente per finanziare i ‘cluster’ della ricerca e innovazione industriale, e poi per la digitalizzazione, i trasporti, l’istruzione e la connettività. Sul mercato elettrico, Draghi è stato particolarmente duro, partendo dalla considerazione che gli alti prezzi dell’elettricità nell’Ue sono uno degli handicap maggiori che l’industria europea ha nei confronti della concorrenza internazionale. E non ha detto nulla sulla riforma del mercato elettrico, approvata da pochi mesi, che evidentemente non considera sufficiente.


‘Abbiamo l’opportunità – ha detto l’ex premier italiano – di abbassare i prezzi dell’energia. Una volta che osserviamo attentamente i nostri mercati energetici, vediamo un mercato che è stato progettato per un periodo in cui il gas naturale e i combustibili fossili erano la componente più importante del mix energetico. Ora non è più così: il gas naturale nel 2019, 2020, 2022, nonostante rappresenti circa il 20% del mix energetico, ha fissato il prezzo il 60% delle volte. E’ un mercato che, grazie a contratti a lungo termine, ma anche ad altre cose, è davvero dominato, credo, da interessi acquisiti. È un mercato che è anche gravato da controlli finanziari. Ed è un mercato che è diventato una mucca da mungere per far soldi per i bilanci nazionali degli Stati membri’. Nell’Ue, ‘la tassazione dell’energia è una delle più alte al mondo, se non la più alta’. Quindi, ha concluso Draghi, ‘tutto questo si traduce nel fatto che non siamo in grado di trasferire i benefici dell’energia meno costosa prodotta dalle fonti rinnovabili ai nostri consumatori, sia alle famiglie che all’industria. Perciò, dobbiamo avere un piano per raggiungere questo obiettivo: in primo luogo disaccoppiare il prezzo dell’energia derivante dai combustibili fossili da quello delle fonti di energia pulita, in modo che gli utenti finali vedano i benefici della decarbonizzazione nelle loro bollette’. Piuttosto dura anche la critica di Draghi agli ostacoli normativi che l’Ue, a suo dire, pone alle tecnologie digitali avanzate, l’innovazione e l’Intelligenza artificiale. ‘Abbiamo proclamato che l’innovazione era al centro della nostra azione, e poi abbiamo fatto tutto il possibile per mantenerla a un livello basso’, ha osservato. Su questo, ha continuato, ‘c’è un punto del rapporto che è davvero significativo: è nel capitolo sulla digitalizzazione e le tecnologie avanzate’. Qui l’ex premier ha cominciato a leggere alcuni paragrafi del proprio rapporto (dalla pagina 22 della prima parte): ‘Le barriere normative limitano la crescita in diversi modi. In primo luogo, procedure complesse e costose nei sistemi nazionali frammentati scoraggiano gli inventori dal presentare diritti di proprietà intellettuale, impedendo alle giovani aziende di sfruttare il mercato unico. In secondo luogo – ha proseguito Draghi -, la posizione normativa dell’Ue nei confronti delle aziende tecnologiche ostacola l’innovazione: l’Ue ha ora circa 100 leggi incentrate sulla tecnologia e oltre 270 regolatori attivi nelle reti digitali in tutti gli Stati membri. Molte leggi dell’Ue adottano un approccio precauzionale, dettando specifiche pratiche commerciali ‘ex ante’ per evitare potenziali rischi ‘ex post’. Ad esempio, l’AI Act impone requisiti normativi aggiuntivi sui modelli di Intelligenza artificiale per uso generale che superano una soglia predefinita di potenza di calcolo, una soglia – si puntualizza nel rapporto – che alcuni modelli all’avanguardia superano già’. ‘In terzo luogo – ha aggiunto l’ex presidente della Bce, citando sempre il proprio rapporto -, le aziende digitali sono scoraggiate dal fare affari in tutta l’Ue tramite filiali, poiché devono affrontare requisiti eterogenei, una proliferazione di agenzie di regolamentazione e la ‘gold plating’ (ovvero un’applicazione che va oltre i requisiti minimi richiesti, ndr) della legislazione Ue da parte delle autorità nazionali. In quarto luogo, le limitazioni all’archiviazione e all’elaborazione dei dati creano elevati costi di conformità’. Fine della citazione. Ma Draghi non si è fermato qui. ‘Si stima – ha sottolineato – che il regolamento Ue sulla protezione dei dati abbia ridotto i profitti delle piccole aziende tecnologiche di oltre il 15%. Ecco un problema generale: tutte queste normative che richiedono la conformità, per essere rispettate hanno bisogno di persone; ma queste aziende sono piccole aziende, hanno spesso solo due o tre persone. Quello che ho davvero capito da alcuni di loro, che ora lavorano negli Stati Uniti, che hanno lasciato l’Europa, è che non possono permettersi di assumere persone semplicemente per rispettare questa legislazione’. Secondo Draghi, quindi, ‘la conclusione è che gran parte di questa legislazione si applica alle grandissime aziende, a cinque o sei grandi aziende statunitensi, e in realtà noi stiamo uccidendo le nostre piccole aziende. Non abbiamo grandi aziende come negli Stati Uniti, le nostre sono tutte piccole aziende, quindi con questa legislazione che ci siamo dati siamo in realtà autodistruttivi, stiamo uccidendo le nostre aziende’, ha insistito. L’ex premier italiano ha risposto successivamente ad alcune domande sulle politiche climatiche dell’Ue. Dopo aver riconosciuto che il sistema europeo di scambio dei permessi di emissioni (Ets) è stata ‘una misura importante per ridurre le emissioni, una misura efficace’, Draghi ha osservato: ‘La cosa da tenere a mente sul clima, ancora una volta, è assicurarsi che tutte le politiche siano allineate, quindi che le politiche climatiche siano allineate con le politiche industriali, e che queste siano allineate con le politiche commerciali e così via. Per fare un esempio, abbiamo chiesto ai produttori di automobili veicoli a zero emissioni entro il 2035’. ‘Ma allo stesso tempo – ha obiettato l’ex presidente della Bce -, non abbiamo chiesto a tutti i fornitori di energia, ai fornitori di elettricità, un obbligo simile di fornire energia e di costruire i punti di rifornimento elettrico con lo stesso ritmo. Beh, questo è un grave disallineamento, perché quello che succede ora è che se guardiamo al 2035 e ci chiediamo quante colonnine per la fornitura di elettricità ai veicoli elettrici dovranno essere prodotte affinché tale obiettivo venga raggiunto nel 2035, otteniamo – ha concluso Draghi – un numero molto, molto considerevole’.