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Autore: Redazione StudioNews

BonelliErede, Angela Maria Cossellu nuovo Direttore Generale

BonelliErede, Angela Maria Cossellu nuovo Direttore GeneraleRoma, 26 giu. (askanews) – Angela Maria Cossellu, manager con grande esperienza nel settore delle telecomunicazioni, delle assicurazioni, dell’immobiliare e nell’industria delle fiere e dei congressi, è il nuovo Direttore Generale di BonelliErede. Lo rende noto lo studio legale in un comunicato.


Angela Maria Cossellu proviene da EUR S.p.A., società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dove ha ricoperto il ruolo di Amministratore Delegato da gennaio 2022 a giugno 2024, occupandosi della gestione e della valorizzazione del patrimonio immobiliare della società, oltre che della gestione e del rilancio del polo congressuale e fieristico più importante della Capitale, uno dei principali in ambito internazionale. Per oltre undici anni ha ricoperto cariche di vertice in Zurich Insurance Company LTD, fino a ricoprire il ruolo di Amministratore Delegato e prima di Direttore Generale. In Zurich Insurance Company LTD è stata peraltro responsabile dell’indirizzo strategico e operativo della compagnia online Zurich Connect. In precedenza, ha ricoperto incarichi di responsabilità in EurizonVita, la compagnia del ramo vita del Gruppo Intesa Sanpaolo, Vodafone e Italtel. Attualmente è Consigliere indipendente di BPER Banca S.p.A., Esprinet S.p.A e Aon Italia S.r.l..


Basata presso la sede di Milano, Angela Maria Cossellu si avvicenda nel ruolo a Gabriele Zucchini. “Siamo lieti di dare il benvenuto nel nostro studio ad Angela Maria”, hanno commentato Eliana Catalano e Massimiliano Danusso, rispettivamente Managing Partner e Presidente di BonelliErede. “Il suo arrivo coincide con un momento importante per BonelliErede, che ci vede tutti impegnati nell’implementazione del nuovo piano strategico quinquennale: la lunga esperienza manageriale che il nuovo Direttore Generale porta in BonelliErede darà un contributo di successo ai progetti su cui siamo al lavoro”. Catalano e Danusso continuano: “Con l’occasione, a nome di tutta la partnership, ringraziamo Gabriele Zucchini per i quasi vent’anni di instancabile servizio e di estrema dedizione al nostro studio. Sono stati anni di profonde trasformazioni e nuove sfide, durante i quali Gabriele è sempre stato al nostro fianco con grande professionalità”. Angela Maria Cossellu ha dichiarato: “Inizio questa nuova avventura con estremo entusiasmo. Ritorno al privato dopo aver chiuso con successo un’importante sfida nel settore pubblico, pronta a mettere le mie competenze al servizio di una realtà dinamica e peculiare qual è BonelliErede, uno studio legale che ha fatto di internazionalizzazione, innovazione e focus sulle proprie persone i suoi tratti distintivi. Una strategia di crescita alla quale conto, con passione, di collaborare negli anni a venire”.


Nel ruolo di Direttore Generale, Cossellu riporterà direttamente alla leadership dello studio; a lei riporteranno tutti i responsabili di funzione di BonelliErede. Lo studio conta oggi circa 800 persone.

Il Papa: la piaga delle droghe non si combatte liberalizzando il suo consumo

Il Papa: la piaga delle droghe non si combatte liberalizzando il suo consumoCittà del Vaticano, 26 giu. (askanews) – “Una riduzione della dipendenza dalle droghe non si ottiene liberalizzandone il consumo – questa è una fantasia – come è stato proposto, o già attuato, in alcuni Paesi. Questa liberalizzazione fa sì che si consuma in più…”. Lo ha detto stamane Papa Francesco nel corso dell’udienza generale in una piazza San Pietro particolarmente gremita di fedeli.


Francesco, che nella sua tradizionale catechesi del mercoledì, ha trattato il tema delle tossicodipendenze ricordando che oggi si celebra la Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1987. Tema, ha poi aggiunto: “di quest’anno è: ‘Le prove sono chiare: bisogna investire nella prevenzione’”. E proprio sulla prevenzione che Francesco si è soffermato. “Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso – ha poi detto il Papa – porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose. Quanti trafficanti di morte ci sono, spinti dalla logica del potere e del denaro ad ogni costo! Questa piaga, che produce violenza e semina sofferenza e morte, esige dalla società nel suo complesso un atto di coraggio. La produzione e il traffico di droga – ha concluso – hanno un impatto distruttivo anche sulla nostra casa comune. Ad esempio, questo è diventato sempre più evidente nel bacino amazzonico”.

Uif, in 2023 150mila segnalazioni sospette (-3%), fari su fintech

Uif, in 2023 150mila segnalazioni sospette (-3%), fari su fintechRoma, 26 giu. (askanews) – Lo scorso anno l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia – organizzazione focalizzata su contrasto di riciclaggio e il finanziamento al terrorismo, istituita con piena autonomia presso la Banca d’Italia – ha ricevuto oltre 150.000 segnalazioni di operazioni sospette, in calo del 3 per cento rispetto al 2022 a riflesso “del minore afflusso di segnalazioni da parte degli intermediari bancari e finanziari”.


Invece è aumentato l’apporto dei soggetti obbligati non finanziari, tra i quali restano prevalenti i prestatori dei servizi di gioco e i notai. E al tempo stesso “le comunicazioni trasmesse dalle Pubbliche amministrazioni sono più che raddoppiate; tuttavia la loro collaborazione resta, in termini assoluti, ancora marginale e riconducibile a un numero molto ristretto di enti”. Lo ha riferito il direttore dell’Uif, Enzo Serata nella sua relazione sul Rapporto annuale. “Le segnalazioni relative al finanziamento del terrorismo sono ulteriormente diminuite, segnando tuttavia una ripresa dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre”. Continua poi a crescere la complessità delle segnalazioni e l’adeguamento degli strumenti di analisi, ha prosgeuito, ha permesso di mantenere costanti i tempi medi di analisi e gli stock in lavorazione.


Nel 2023 la l’Uif ha avviato un progetto per la realizzazione di un sistema per il monitoraggio della qualità della collaborazione attiva, basato su indicatori riferiti al grado di partecipazione al sistema antiriciclaggio, alla qualità sostanziale, all’accuratezza formale della compilazione delle SOS e alla tempestività della collaborazione. All’inizio del 2024 sono entrati in vigore i nuovi indicatori di anomalia, pubblicati dalla Uif nel maggio 2023. Sul fronte delle tipologie di sospetto, Serata ha rilevato come sia “significativo il flusso segnaletico connesso con le politiche di sostegno dell’economia e in particolare con il Pnrr. Le garanzie pubbliche hanno favorito l’accesso al credito di clientela con ridotta capacità finanziaria di rimborso e connotata da plurime anomalie sotto il profilo dell’antiriciclaggio. Resta elevato il numero di segnalazioni potenzialmente riconducibili alla criminalità organizzata. In tutti gli ambiti – ha poi avvertito – si registra un crescente utilizzo di strumenti FinTech finalizzati principalmente a ostacolare la tracciabilità dei flussi finanziari; inoltre, è sempre maggiore la rilevanza e la diffusione del fenomeno delle frodi agevolate dall’uso di strumenti informatici”.


“I controlli ispettivi e cartolari dell’Unità, raddoppiati rispetto all’anno precedente, hanno riguardato anche settori innovativi e a elevato rischio, quali il crowdfunding, la compravendita di crediti fiscali tramite piattaforme digitali e il ricorso a servizi di Iban virtuali”. Sono inoltre emersi rischi di riciclaggio associati all’acquisto di voucher per la distribuzione di moneta elettronica, ha detto il direttore, la ricarica di conti di gioco e la prestazione di servizi in attività virtuali senza l’identificazione dei relativi acquirenti. “Il monitoraggio dei bonifici esteri rilevati nelle Segnalazioni Antiriciclaggio Aggregate ha portato all’identificazione di flussi potenzialmente illeciti verso la Russia triangolati con paesi terzi”, ha sottolineato Serata.


Nel quadro dell’analisi strategica sono proseguiti gli approfondimenti su illeciti perpetrati mediante l’utilizzo di imprese che facilitano le frodi c.d. carosello Iva anteponendosi alle società “cartiere” e rendendo più complicata l’individuazione delle frodi. Sono stati sviluppati indicatori di irregolarità nell’utilizzo di fondi pubblici e definite misure di rischio per le gare d’appalto. Le richieste di informazioni da parte dell’Autorità giudiziaria e degli Organi investigativi sono significativamente aumentate (+31,3%). Il nuovo Protocollo di intesa siglato alla fine del 2023 fra la Uif, la Dna, il Dipartimento di Pnel 20ubblica sicurezza (per conto della Dia) e la Guardia di Finanza punta a razionalizzare le modalità di scambio delle informazioni e a valorizzarne la condivisione fra i partecipanti. Infine, allo scopo di consolidare la fiducia dei segnalanti e dei cittadini nel sistema antiriciclaggio e di tutelarne l’efficacia, “la UIF ha rafforzato i presìdi a tutela della sicurezza dei sistemi informatici e della riservatezza delle informazioni. In particolare, sono state aggiornate le disposizioni interne sull’utilizzo del patrimonio informativo dell’Unità, con cautele aggiuntive per il trattamento dei dati più sensibili; sono stati rafforzati i controlli sugli accessi con ulteriori strumenti di monitoraggio.

Meloni: l’Italia abbia il ruolo che le spetta in Ue, spero in un gioco di squadra

Meloni: l’Italia abbia il ruolo che le spetta in Ue, spero in un gioco di squadraRoma, 26 giu. (askanews) – “Non intendo sostenere una tesi diversa per chiedere un ruolo che all’Italia spetta di diritto. Siamo un Paese fondatore, terzo membro per popolazione, terza economia e seconda manifattura, abbiamo riguadagnato una stabilità politica e solidità economica che ci hanno permesso di scrollarci di dosso i pregiudizi. Mi auguro che si possa agire con compattezza e gioco di squadra” per far sì che “l’Italia sia rappresentata al meglio, per avere ciò che spetta all’Italia come nazione” non come governo. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue.


“Non sempre” questo ruolo è stato “adeguatamente riconosciuto” ma dai cittadini è arrivato un “messaggio chiaro, non bisogna farlo cadere nel vuoto”.

Vino, Mazzei (Doc Maremma): in 10 anni Ciliegiolo raddoppierà ettari

Vino, Mazzei (Doc Maremma): in 10 anni Ciliegiolo raddoppierà ettariSorano (Grosseto), 26 giu. (askanews) – “Credo che il Ciliegiolo raddoppierà i suoi ettari nei prossimi 5-10 anni, diventando quindi interessante. Sono convinto che la Maremma, con il suo alfiere che è di sicuro il Vermentino e con il Ciliegiolo, autoctono riscoperto che ci sta dando belle soddisfazioni, possa dire la sua: c’è bisogno di molto impegno perché siamo abbastanza indietro ma questo dobbiamo leggerlo come un’opportunità, bisogna recuperare il terreno velocemente guardando anche a che cosa hanno fatto gli altri e cercando di velocizzare questo processo di modernizzazione anche per come ci si pone sul mercato. C’è la volontà, c’è l’energia e quindi sono convinto che faremo parlare di noi nel prossimo decennio”. A dirlo ad askanews è Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. Dei circa 1.200 ettari coltivati a Ciliegiolo in Italia, 550 si trovano in Toscana e di questi, 310 sono concentrati proprio in questa terra in provincia di Grosseto, una delle aree più interessanti per questa varietà. In Toscana il Ciliegiolo è al 12esimo posto tra i vitigni più coltivati e rappresenta meno dell’1% del totale, mentre in Maremma è l’ottavo con il 3,4%, ed è il quarto per ettolitri imbottigliati: 3.163, il 6,1% del complessivo (nel 2013 gli hl erano appena 1.216). Oggi se ne producono circa 400mila bottiglie sulle 7 milioni dell’intera Doc Maremma Toscana.


Askanews ha incontrato Mazzei alla Fortezza Orsini di Sorano (Grosseto) in occasione della seconda edizione di “Ciliegiolo di Maremma e d’Italia”, manifestazione promossa dal Consorzio e dedicata alla degustazione di 57 etichette di Ciliegiolo in purezza, 26 provenienti dalla Maremma e le rimanenti da altre zone della Toscana e da Umbria, Marche, Emilia Romagna e Liguria. “Penso che il Ciliegiolo sia un vitigno molto interessante e molto contemporaneo per le sue caratteristiche di identità forte e piacevolezza” prosegue Mazzei, parlando di “un vino che va molto bene soprattutto per le giovani generazioni che cercano un approccio più semplice e chiaro, ma questo non significa che non abbia potenzialità di affinamento, magari grazie ad aziende che hanno fatto più ricerca e che hanno un terroir più adatto per fare anche vini più importanti, complessi e longevi”. Autoctono toscano storicamente utilizzato nel taglio con altre uve, a partire dal Sangiovese, per dare alcolicità, morbidezza e dolci note fruttate, il Ciliegiolo è stato considerato per anni un vitigno “minore”. La sua riscoperta la si deve alla sua vigoria, alla sua discreta resistenza al caldo e ai climi secchi, e soprattutto alla sua duttilità che ha permesso ai vignaioli di produrlo in purezza, di vinificarlo in bianco per il rosé, di appassirlo e di invecchiarlo con il proposito di donargli un’inedita “allure” attraverso lo scorrere del tempo. Qualcuno ci è indubbiamente riuscito, ma la maggior parte ne ha sostanzialmente snaturato il suo senso primo, che è quello di un vino che il suo massimo lo esprime proprio nella sua immaturità: immediato e fresco grazie alla frutta dolce che riempie la bocca, di bel corpo e dal bouquet ricco, che non manca di una sottile speziatura e di una nota balsamica date direttamente dai suoi acini. Insomma brillante e intrinsicamente gastronomico, piacevolissimo. Delle 57 bottiglie in degustazione nello splendido complesso fortificato del XII secolo, molte erano prodotte in meno di tremila bottiglie e diverse sotto le mille, un numero che lascia un po’ perplessi: “Se uno di Ciliegiolo fa mille bottiglie significa che non ci crede molto: se sei convinto che ci sia un potenziale devi investirci, piantare, reinnestare e via dicendo” interviene Mazzei, sottolineando che “per mille bottiglie non c’è mercato, non ha tanto senso – prosegue – ma vedo che siamo ancora in questa dimensione con tanti produttori, quindi evidentemente il Ciliegiolo è una cosa carina ma ancora un po’ di contorno, salvo alcuni che invece ci si sono concentrati. Vediamo se riusciamo a traghettarla ad una dimensione più interessante”.


Chi nel Ciliegiolo ha certamente dimostrato di crederci è la Cantina Vignaioli di Scansano. Il suo “Capoccia 2023”, “tirato” in 120mila bottiglie, è davvero un ottimo prodotto e con un alto rapporto qualità-prezzo, tema che oggi rappresenta un altro valore aggiunto per il Ciliegiolo e per la Maremma. Inoltre, se controllato nella sua spinta alcolica, è un rosso ideale per andare incontro ai nuovi trend di mercato, e qui fa squadra con il Vermentino, bianco sapido e minerale di grande qualità, che si distingue non solo per la sua grande finezza ma anche per la sua longevità. In Maremma può così capitare quello che una volta sarebbe stato vissuto come un paradosso: poter godere di un rosso d’annata e di un bianco invecchiato. Va ricordato che il Vermentino in Maremma occupa 973 ettati, quasi il doppio di quelli del Ciliegiolo e il 10,6% di quelli totali, ed è sul podio più alto dei vini imbottigliati: 16.161 ettolitri che rappresentano oltre il 31% del globale. In merito all’ente consortile, il presidente racconta che “stiamo lavorando ad una perimetrazione della Maremma, toccando anche qualche altra zona limitrofa. Oggi si possono fare delle scelte di rivendicazione vendemmiale sull’Indicazione geografica tipica, Toscana piuttosto che Maremma. C’è un bacino piuttosto ampio di Igt dal quale attingere e per questo dobbiamo stabilire qual’è la dimensione territoriale e chiudere la Denominazione, per poi eventualmente riaprirla in futuro. Il Disciplinare dovremo rivederlo – aggiunge – ma nel breve non ci saranno modifiche, io l’ho ereditato e quelli così ampi non sono la mia passione: dovremo stringere un pochino, puntare su certe cose e toglierne altre”.


Per la Doc Maremma Toscana l’export è ancora marginale. “La media si attesta intorno al 35-40%, quindi ci sono opportunità grosse – commenta Mazzei – e questo significa che dovremo indirizzare l’attività promozionale sui mercati più importanti, quelli più maturi e più adatti ad una Denominazione giovane come questa”. Più “facile”, data la bellezza del paesaggio e dei tesori storici e architettonici che (anche) questa parte di Toscana più incontaminata custodisce, sviluppare i canali dell’enoturismo e della vendita diretta in Cantina. “Il Nuovo Mondo insegna che bisogna certamente cavalcare questo filone perché è il futuro, soprattutto per le aziende più piccole che dovranno vendere almeno il 50% di quello che fanno in loco” evidenzia il presidente, ribadendo che “quindi la Maremma è indietro ma questo lo vedo come un bicchiere mezzo pieno perché c’è molto da fare: c’è un progetto a partire dal 2025 di valutazione di dove siamo, di formazione e poi di promozione per incrementare i flussi enoturistici in Maremma che ha tantissimo da far vedere, ha un potenziale enorme”. Mazzei è un presidente di Consorzio presente, attento e appassionato, che crede fermamente in questo territorio su cui ha tra l’altro scommesso. Il gruppo vitivinicolo di famiglia, Marchesi Mazzei, che guida insieme con il fratello Filippo possiede infatti dal 1997 “Tenuta di Belguardo” a Poggio La Mozza, poco meno di un centinaio di ettari, di cui 48 vitati. Tra i diversi impegni da presidente del Consorzio, va ricordato quello meritorio all’”Anteprime di Toscana” in favore de “L’Altra Toscana”, importante vetrina che riunisce 13 Consorzi delle Denominazioni regionali meno celebrate ma che offrono uno spaccato molto interessante dei loro vini e dei territori in cui nascono. “Quello de ‘L’Altra Toscana’ è un concetto fortissimo, perché sempre più spesso ti senti dire che i cardini delle ‘Anteprime’ sono due: da un lato il Chianti Classico e dall’altro noi” dice Mazzei ad askanews, sottolineando che “penso sia una chiave bellissima, interessante e divertente sulla quale andremo avanti e probabilmente faremo qualcosa di più”.

Dispensa Emilia apre a To Dream il suo quarto ristorante a Torino

Dispensa Emilia apre a To Dream il suo quarto ristorante a TorinoTorinono, 26 giu. (askanews) – A poco più di un anno dalla doppia apertura al centro commerciale Shopville Le Gru, e poche settimane dopo l’apertura nel centro commerciale Lingotto di Torino, Dispensa Emilia porta a quattro il numero di ristoranti nel capoluogo piemontese, inaugurando il suo primo free standing all’interno di To Dream, lo Shopping District all’aria aperta a pochi minuti dal centro di Torino, in Corso Romania 460.


Per la catena di ristorazione modenese, conosciuta per i piatti della tradizione emiliana tra cui tigelle, primi e insalate, cucinati con ingredienti freschi e preparati al momento, si tratta del quarantacinquesimo ristorante in Italia. Il brand consolida cosi’ la sua strategia di espansione, che nei territori già presidiati si fonda sulla capillarizzazione e sulla fidelizzazione dei clienti grazie ad aperture in aree geografiche limitrofe. Con questa nuova apertura, Dispensa Emilia genera 20 nuovi posti di lavoro a Torino, che si aggiungono agli altri 16 già creati in città dal ristorante del Centro Commerciale Lingotto solo qualche settimana fa. “L’apertura nel retail park di ‘To Dream’ rappresenta il completamento di una strategia molto chiara sul medio periodo di copertura dell’area metropolitana di Torino, con location all’interno dei centri commerciali e altre free standing, ovvero in cui l’accesso al ristorante e’ diretto da sede stradale con parcheggio annesso – commenta Alessandro Medi amministratore delegato di Dispensa Emilia – E arriva nel momento ideale, con il distretto urbano già al pieno della seconda fase della sua operatività dopo l’inaugurazione e la possibilità quindi di ospitare un numero rilevante di clienti anche in fascia aperitivo e serale, entrambe per noi particolarmente interessanti e sulle quali stiamo introducendo molte proposte innovative e dedicate. Il nostro obiettivo è di offrire a una clientela sempre piu’ vasta la nostra esperienza di gusto, che unisce la bontà e la varietà delle specialità emiliane preparate come a casa alla rapidità e alla praticità del servizio.


Il nuovo ristorante di Torino To Dream, che sarà inaugurato il 27 giugno alle 11 e sarà aperto tutti i giorni dalle 11 alle 22:30, si trova all’ingresso del parco commerciale, con accesso diretto dal parcheggio e posti auto riservati, e accoglie i visitatori con una superficie di 360 metri quadri e ben 142 posti a sedere, a cui si aggiungono altri 80 posti a sedere nel dehors esterno coperto. In piu’, come gli altri ristoranti di Dispensa Emilia con accesso dalla sede stradale, avrà l’area di parcheggio dedicata all’asporto APP&GO, per i propri clienti App.

Tim, Butti: dopo closing rete, fare investimenti necessari a Paese

Tim, Butti: dopo closing rete, fare investimenti necessari a PaeseMilano, 26 giu. (askanews) – “Oggi abbiamo uno scenario interessante e affascinante da cui discenderà, mi auguro, un atteggiamento costruttivo e sereno certamente nei confronti degli operatori, ma anche nei confronti delle autorità di regolamentazione: finalmente avremo un operatore in grado di fare investimenti che sono necessari se vogliamo dotare il paese di una rete Ftth e nei tempi programmati”. Lo ha dichiarato Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione e al digitale, riferendosi all’operazione della vendita della rete di Tim a KKR, il cui closing è fissato per il 1 luglio.


“Anche a livello europeo – ha proseguito Butti, nel corso del suo intervento all’evento Telco per l’Italia 2024 – c’è più convinzione sulla divisione della rete dai servizi e questo consentirà anche una deregulation che il mondo degli operatori, e non solo, attende, anche nei confronti dei servizi paneuropei sui quali il governo intende tornare a investire”.

Ue, Meloni: Italia abbia ruolo che le spetta, spero gioco squadra

Ue, Meloni: Italia abbia ruolo che le spetta, spero gioco squadraRoma, 26 giu. (askanews) – “Non intendo sostenere una tesi diversa per chiedere un ruolo che all’Italia spetta di diritto. Siamo un Paese fondatore, terzo membro per popolazione, terza economia e seconda manifattura, abbiamo riguadagnato una stabilità politica e solidità economica che ci hanno permesso di scrollarci di dosso i pregiudizi. Mi auguro che si possa agire con compattezza e gioco di squadra” per far sì che “l’Italia sia rappresentata al meglio, per avere ciò che spetta all’Italia come nazione” non come governo. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue.


“Non sempre” questo ruolo è stato “adeguatamente riconosciuto” ma dai cittadini è arrivato un “messaggio chiaro, non bisogna farlo cadere nel vuoto”.

Caporalato, Meloni: morte Satnam Singh atroce, schifoso datore lavoro

Caporalato, Meloni: morte Satnam Singh atroce, schifoso datore lavoroRoma, 26 giu. (askanews) – “La morte di Satnam Singh è stata orribile e disumana per il modo atroce in cui è avvenuta e ancora più per l’atteggiamento schifoso del suo datore di lavoro. E’ l’Italia peggiore che lucra su migranti. La vergogna del caporalato è lungi dall’essere sconfitta ma non intendiamo smettere di combatterla”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue.


Al lavoratore indiano l’aula della Camera ha tributato un lungo applauso, con i ministri che si sono alzati in piedi.

Migranti, Meloni: Ue non può più tollerare crimine universale schiavitù

Migranti, Meloni: Ue non può più tollerare crimine universale schiavitùRoma, 26 giu. (askanews) – “L’Europa, culla della civiltà occidentale, non può più tollerare che un crimine universale come la schiavitù, che noi europei siamo stati i primi a debellare secoli fa, sia tollerato sotto altre forme”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in aula alla Camera, nel corso delle comunicazioni in vista della riunione del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno prossimi a Bruxelles.


L’agenda strategica dell’Ue prevede “il governo dei flussi migratori”, indicandola “come priorità” così come “la difesa dei suoi confini esterni, il contrasto all’immigrazione irregolare di massa, l’impegno per stroncare il business disumano dei trafficanti di esseri umani”, ha sottolineato la premier.