Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Autonomia, Bonelli (Avs): oltraggio, Lega in aula con bandiere padane

Autonomia, Bonelli (Avs): oltraggio, Lega in aula con bandiere padaneRoma, 19 giu. (askanews) – “Atteggiamento oltraggioso dei leghisti in aula questa mattina dopo l’approvazione dello spacca Italia. L’altro giorno hanno fischiato e picchiato chi mostrava la bandiera d’Italia. Oggi sono venuti in aula con le bandiere dell’indipendentismo padano per festeggiare il mercimonio tra Meloni e Salvini: autonomia differenziata in cambio del premierato. Quello che è accaduto stamattina è un oltraggio alla storia della Repubblica Italiana. Ma la storia d’Italia non può essere messa in vendita e, dopo la bellissima piazza di ieri, continuerà la mobilitazione delle italiane e degli italiani per difendere l’unità del Paese, la democrazia e la nostra Costituzione”. Così in una nota il deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli che ha postato il video dei festeggiamenti di deputati della Lega con le bandiere padane in aula.

Autonomia, Salvini: è legge, giornata stiorica per l’Italia

Autonomia, Salvini: è legge, giornata stiorica per l’ItaliaRoma, 19 giu. (askanews) – “Per un’Italia più efficiente e più moderna, con meno sprechi e più servizi a tutti i cittadini, da Nord a Sud: dopo tanti anni di battaglie e di impegno, nonostante le bugie e gli attacchi della sinistra, grazie alla Lega ed al governo l’Autonomia richiesta da milioni di Italiani è stata approvata questa mattina anche alla Camera ed è finalmente legge. Una vittoria di tutti gli italiani: GRAZIE a tutti!”Lo afferma il vicepremier Matteo Salvini, segretario della Lega, postando il festeggiamento della Lega con le bandiere delle Regioni fuori da Montecitorio, dopo il sì definitivo del Parlamento all’Autonomia regionale differenziata.

Autonomia, Calderoli: con via libera mi tremano le gambe per emozione

Autonomia, Calderoli: con via libera mi tremano le gambe per emozioneRoma, 19 giu. (askanews) – “A dirlo mi tremano le gambe per l’emozione… c’è il via libera definitivo della Camera all’Autonomia differenziata!”. Così sui social il ministro per gli Affari Regionali e l’Autonomia, Roberto Calderoli (Lega), al termine dell’approvazione alla Camera del ddl autonomia differenziata.


“E’ il coronamento di anni e anni di battaglie politiche della Lega, all’interno delle istituzioni e nelle piazze insieme ai militanti, con un voto che scrive una pagina di storia per tutto il Paese. Un percorso che mi rende particolarmente orgoglioso, quando penso al mio caro nonno Guido e al suo progetto del Movimento Autonomista Bergamasco. Nel mio cuore scorre un sangue autonomista fin da prima che io nascessi, è bello pensare di aver coronato anche il suo sogno”, aggiunge. “Da questo momento in avanti c’è un iter tracciato e ben definito, che permetterà alle Regioni di valorizzare le proprie eccellenze e garantire servizi sempre migliori ai cittadini, nel segno della responsabilità e della trasparenza. Sbaglia chi dice che questo provvedimento spaccherà l’Italia, perché farà l’esatto contrario. L’obiettivo è permettere a tutte le Regioni di correre sempre più veloce, riducendo i divari territoriali e realizzando quell’unità che c’è solo sulla carta. L’orizzonte è davanti a noi e la via da intraprendere è definita, ora non resta che avere il coraggio di percorrerla. Si apre una fase nuova, il Governo sarà al fianco di chi vorrà cogliere questa storica sfida”, conclude.

Autonomia differenziata,così le Regioni potranno ottenerla in 23 materie

Autonomia differenziata,così le Regioni potranno ottenerla in 23 materieRoma, 19 giu. (askanews) – La riforma del Governo approvata definitivamente dalla Camera che attua la possibilità di riconoscere livelli diversi di Autonomia alle diverse Regioni italiane a statuto ordinario e speciale e alla Province Autonome di Trento e Bolzano è una legge puramente procedurale di attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione approvata oltre 20 anni fa: nel 2001.


In 11 articoli, la riforma definisce le procedure legislative e amministrative per l’applicazione del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione. Regola cioè le procedure per intese Stato e quelle Regioni che decideranno di chiedere un livello di autonomia differenziata rispetto alle altre Regioni in 23 materie. Prima di presentare la richiesta ogni singola Regione dovrà acquisire pareri di Comuni Province ed enti regionali del suo territorio. – 23 MATERIE DI POSSIBILE AUTONOMIA DIFFERENZIATA Ci sono le altre: tutela della salute, Istruzione, Sport Ambiente, Energia, Trasporti, Cultura e Commercio Estero. Quattrodici sono le materie definite dai Lep, Livelli Essenziali di Prestazione.


-ACCORDI DECENNALI IN 5 MESI FRA STATO E REGIONI – Stato e singole Regioni avranno tempo 5 mesi dalla richiesta della Regione per arrivare a un accordo. Le intese potranno durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate. Potranno essere interrotte prima della scadenza da Stato o Regione con preavviso di almeno 12 mesi. – DETERMINAZIONE DEI LIVELLI ESSENZIALI DI PRESTAZIONE (LEP) PER OGNI REGIONE. Il riconoscimento di una o più “forme di autonomia” è subordinata alla determinazione di Lep: criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, e quindi dei Lep avviene sulla base di una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio.


– ENTRO 24 MESI GOVERNO DEVE DECRETARE I LEP – il Governo nazionale entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge approvata oggi dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep. – PRINCIPI DI TRASFERIMENTO FUNZIONI DELLO STATO ALLE REGIONI- Il trasferimento sarà possibile solo successivamente alla determinazione dei Lep e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Senza determinazione di Lep e loro finanziamento non sarà possibile per una Regione ottenere un livello maggiore di Autonomia.


– CABINA REGIA NAZIONALE DEL GOVERNO – Una cabina di regia del governo nazionale dovrà effettuare periodica ricognizione del quadro normativo in relazione a ciascuna funzione amministrativa statale e delle regioni ordinarie e individuare materie o ambiti di materie riferibili ai Lep sui diritti civili e sociali che devono essere garantiti allo stesso modo in tutto il territorio nazionale. Ne fanno parte tutti i ministri competenti, assistiti da una segreteria tecnica presso il Dipartimento Affari Regionali e Autonomie della Presidenza del Consiglio. – CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA – Il Governo nazionale può sostituirsi a organi di Regioni, Città metropolitane, Province Comuni quando verifichi loro inadempienze rispetto a trattati internazionali, normative comunitarie oppure riscontri un pericolo grave per la sicurezza pubblica inclusa la garanzia di diritti civili e sociali e occorra tutelare l’unità giuridica o quella economica della Repubblica

Maturità, Valditara: tracce del tema sono interessanti e abbordabili

Maturità, Valditara: tracce del tema sono interessanti e abbordabiliRoma, 19 giu. (askanews) – “Le tracce saranno interessanti e abbordabili. Credo che non ci saranno traumi o particolari preoccupazioni al termine di questi elaborati. I ragazzi devono, prima di scrivere, riflettere, usare la brutta copia per impostare il ragionamento e poi esprimere i propri sentimenti, cercando soprattutto di cogliere il significato profondo delle tracce”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, a ‘Non Stop News’, su RTL 102.5 a pochi minuti dal via della prima prova.

Autonomia, M5s canta in aula Inno Mameli e sventolaTtricolore

Autonomia, M5s canta in aula Inno Mameli e sventolaTtricoloreRoma, 19 giu. (askanews) – Si chiude con l’inno di Mameli e il convinto richiamo all’unità nazionale la seduta fiume alla Camera sull’Autonomia. Al termine delle dichiarazioni di voto, dopo che Alfonso Colucci aveva già tuonato contro il malefico di disegno della maggioranza, il gruppo M5S ha cantato tra i banchi di Montecitorio l’inno nazionale, sventolando i tricolori che molti deputati avevano al collo e sui banchi sin dalla partecipazione ieri alla piazza delle opposizioni a Santi A

Autonomia, Conte in aula: alle 7,39 provano a spaccare Italia

Autonomia, Conte in aula: alle 7,39 provano a spaccare ItaliaRoma, 19 giu. (askanews) – “Sono le 7.39: da ieri e per tutta questa notte stiamo contrastando la maggioranza decisa ad approvare, in questa seduta fiume alla Camera, il disegno di legge Spacca-Italia, che condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l’istruzione, i trasporti. Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze”. Lo scrive dall’aula della Camera dove ha parteciopato al voto finale sull’autonomia il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte.

Autonomia, Schlein: no Pd al cinico baratto Fdi-Lega consumato di notte

Autonomia, Schlein: no Pd al cinico baratto Fdi-Lega consumato di notteRoma, 19 giu. (askanews) – “Ci avete obbligato a stare qui tutta la notta per il secondo tempo de cinico baratto con il premierato votato ieri del Senato, di notte perchè voi stessi ve ne vergognate. Noi diciamo no a questo scalpo che avete bisogno di brandire per tenere buoni Salvini e la Lega. Noi continuiamo ad opporci e a denunciarlo come abbiamo fatto ieri sera nella bellissima piazza di santi Apostoli”. Lo ha affermato la segretaria del Pd Elly Schlein parlando in dichiarazione di voto finale alla Camera contro l’Autonomia.


“Giustamente – ha attaccato fra l’altro Schlein- avete imposto votazioni di corsa e di notte per non far vedere quellocxhe state facendo: spaccare il Paese che la Resistenza e l’antifascismo ha unito. Noi siamo orgogliosi di esporre anche in quest’aula e ovunque il Tricolore e di cantare ovunque, anche in quest’aula, Bella ciao. A voi in questa orrenda pagina parlamentare abbiamo visto rispolverare simboli fascisti e addirittura neonazisti rievocando la Decima Mas. Avete praticato violenza anche contro la nostra capogruppo Braga per aver semplicemente espresso in Parlamento il suo e il nostro pensiero. E il collega deputato Donno al quale va tutta la nostra solidarietà in quest’aula è stato vittima di un’aggressione squadrista”. “Non avete visto quello che è successo alle elezioni europei. Mezzo Paese vi ha voltato le spalle. Da primo partito del Mezzogiorno ve lo diciamo noi: il Paese non vuole dividersi in due. Noi stiamo arrivando”.

Nessun accordo, seduta fiume Camera fino a ok finale ad Autonomia

Nessun accordo, seduta fiume Camera fino a ok finale ad AutonomiaRoma, 18 giu. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato con 54 voti differenza la seduta fiume sul ddl autonomia che dunque verrà esaminato senza interruzioni fino all’approvazione finale. La richiesta è arrivata dal capogruppo Fdi Tommaso Foti alla ripresa della seduta dopo la conferenza dei capigruppo in cui “non è stato possibile trovare un accordo sull’ordine dei lavori”.


“E’ una forzatura inaccettabile che risponde a logiche politiche, non istituzionali: avete fatto un accordo di scambio, uno sfregio nei confronti delle istituzioni. Che bisogno c’era? Avete i numeri, perché fare queste forzature?. Credo si sia superato il limite. Si alterano i rapporti tra maggioranza e opposizione. È un un errore, uno sfregio della Costituzione, è dittatura della maggioranza”, ha detto Federico Fornaro (Pd) prendendo in aula la parola contro la richiesta di seduta fiume. “Nessun accordo con chi non rispetta il Parlamento. Vogliono chiudere il patto scellerato con il premierato e, con questa ossessione, la destra impone ritmi forsennati e inutili per chiudere lo Spacca Italia. Seduta fiume sia, hanno deciso loro, non ci sono mediazioni possibili”, ha osservato il vicepresidente di AVS Marco Grimaldi. Contro alla seduta fiume si è espresso anche i gruppi M5s e Azione. “Questa forzatura notturna che ci avete imposto dice la pochezza con la quale state vivendo le istituzioni”, ha sottolineato Elena Bonetti (Az).


“Vergogna, vergogna”, il coro all’indirizzo della maggioranza, con cui i gruppi di opposizione hanno protestato contro la decisione di andare avanti con una seduta fiume sul ddl autonomia sino al voto finale. A dare il ‘La’ alla protesta la responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, subito ripresa dal vicepresidente di turno Giorgio Mulè che l’ha richiamata all’ordine: “Vergogna non lo dice nessuno, rispetti la presidenza. Non mi costringa a fare quello che non voglio fare”. A difesa di Serracchiani è intervenuto Claudio Mancini (Pd): “Lei non può richiamare in maniera intimidatoria i parlamentari, abbiamo grande stima per lei ma non si deve prestare a rappresentare la maggioranza tifosa”.


“La parola intimidatoria non appartiene al mio vocabolario, è inaccettabile. Ho solo richiamato Serracchiani a essere rispettosa dell’aula”, ha replicato Mulè. Il deputato dem Federico Fornaro ha chiesto di intervenire per sottolineare che “vergogna dopo quello che è successo, è un giudizio politico, non è stato dato un giudizio personale, la scelta di mettere la seduta fiume su un provvedimento già contingentato è una scelta vergognosa”.

Dacia: ricavi raddoppiati, 1 mln auto e margine del 15% nel 2030

Dacia: ricavi raddoppiati, 1 mln auto e margine del 15% nel 2030Milano, 18 giu. (askanews) – Redditività e rendimenti elevati sono la chiave del successo di Dacia, brand del gruppo Renault. Per raccontarlo e farlo conoscere meglio ad analisti e investitori, il Ceo di Renault, Luca de Meo, ha organizzato un viaggio di due giorni in Romania, insieme al Ceo di Dacia Denis Le Vot.


Gli obiettivi sono ambizioni. Dacia prevede di raddoppiare il fatturato tra il 2022 e il 2030, per metà grazie ai volumi e per metà grazie al mix e ai prezzi, mentre i costi fissi sono attesi in leggero aumento. Dacia, che già oggi genera un margine operativo a due cifre, punta a raggiungere un margine operativo del 15% entro il 2030, con un Roce (Return On Capital Employed) migliore di quello del gruppo Renault. L’obiettivo della casa francese è di superare il 30% a partire dal 2025, mentre quello di Dacia dovrebbe raddoppiare tra il 2022 e il 2030. Fra i punti di forza, il Design-to-cost che ha come obiettivo di ridurre i costi del 15% circa rispetto ai competitor, fonti di approvvigionamento e fornitori competitivi e un elevato tasso di utilizzo degli stabilimenti. E ancora un modello di distribuzione con costi inferiori del 50% rispetto alla media Ue, pochissimi sconti e il 30% delle vendite generate online.


Dacia è un brand di conquista per Renault, con il 76% dei clienti provenienti dalla concorrenza. Anche la fedeltà fa parte integrante del business model: il 68% dei proprietari Dacia opta ancora per un modello del brand quando devono cambiare auto e l’81% sceglie comunque un veicolo del gruppo. Altro punto di forza, è un mix di vendite per l’80-85% a privati che consente di ridurre al minimo gli sconti e mantenere valori residui elevati (+10 punti in media rispetto al mercato) a vantaggio anche dei concessionari che si confrontano con una gamma da vendere molto semplificata. Il risultato è che a metà 2024, Dacia si appresta a confermare, per il quarto anno consecutivo, la sua posizione sul podio delle vendite a privati in Europa.


Una piattaforma standard e il riutilizzo della scocca sono il segreto dell’efficienza in termini di Capex e manodopera amplificata dall’aumento dei volumi che con la piattaforma standard Cmf-B (utilizzata per tutti i brand) raggiungeranno le 2 milioni di unità entro il 2030 con costi di gestione e di ricerca e sviluppo inferiori alla media del gruppo grazie a tassi di carry-over fra veicoli che vanno da un minimo del 40% all’80%. Gli stabilimenti di Dacia in Romania, Marocco e Turchia sono degli ecosistemi super competitivi capaci di produrre un nuovo veicolo ogni 30 secondi. Dacia leader nel segmento B, sta entrando anche nel segmento C. Dopo Jogger arriverà Bigster nel 2025 e sarà seguita da altri due modelli con l’obiettivo di arrivare a 1 milione di veicoli nel 2030 di cui circa il 30% del segmento C. Fra le alimentazioni, Dacia adotterà progressivamente del termico ibrido, sviluppato da Horse, la joint venture con la cinese Geely all’elettrico per arrivare a ridurre del 50% la carbon footprint entro il 2035.