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Autore: Redazione StudioNews

2 giugno, Mattarella depone corona alloro ad Altare della patria

2 giugno, Mattarella depone corona alloro ad Altare della patriaRoma, 2 giu. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona d’alloro all’Altare della patria per le celebrazioni della 78esima festa della Repubblica.


Il capo dello Stato era accompagnato dalle più alte cariche dello Stato: il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ha salito le scale col presidente anche il ministro della Difesa Guido Crosetto.


Subito dopo la deposizione, con perfetto tempismo le frecce tricolori hanno sorvolato Piazza Venezia. È la prima celebrazione che vede Piazza Venezia occupata dall’enorme cantiere per la realizzazione della stazione della metropolitana della linea C. Un grande telo bianco, con lo stemma della Repubblica italiana, è stato posto di fronte all’altare della patria per offuscare almeno in parte la vista del cantiere.


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Tajani: dopo Europee FI non chiederà rimpasti o cambi nel governo

Tajani: dopo Europee FI non chiederà rimpasti o cambi nel governoRoma, 1 giu. (askanews) – “Anche se” come Forza Italia “andassimo benissimo” alle prossime elezioni europee, “non ci sarà alcuna ricaduta” sul governo: “Noi continueremo a sostenerlo senza chiedere rimpasti o cambi”. Così il vice premier e segretario di FI Antonio Tajani a Stasera Italia su Rete 4.


“Vogliamo soltanto contare in Europa. Si vota per il Parlamento europeo – ha proseguito – e vogliamo incidere là. Se andassero molto bene le elezioni per Forza Italia in Europa significherebbe che l’Italia conterebbe molto di più in Europa perchè Forza Italia è parte del Partito popolare europeo, che è quello che decide le cose più importanti in Europa: il presidente della Commissione europea, del Parlamento europeo, di Commissione saranno del Partito popolare europeo”, ha concluso Tajani.

Incidente sullo Zerbion, morti lo sciatore Pession e la fidanzata

Incidente sullo Zerbion, morti lo sciatore Pession e la fidanzataRoma, 1 giu. (askanews) – Sono lo sciatore della squadra italiana di Coppa del mondo Jean Daniel Pession, 28 anni, e la fidanzata Elisa Arlian, 27, le vittime dell’incidente sul Monte Zerbion, in Valle d’Aosta. I due sono stati trovati senza vita nel pomeriggio sulla parete nord della montagna, in un intervento di elisoccorso organizzato dal Soccorso alpino in seguito al loro mancato rientro.


“Una terribile tragedia colpisce il mondo degli sport invernali e in particolare lo sci velocità. In un tragico incidente di montagna occorso sopra Champoluc (Ao) ha perduto la vita Jean Daniel Pession, ventottenne componente della squadra di Coppa del mondo. Insieme a Pession è morta anche la fidanzata”, dice in una nota la Federazione italiana Sport invernali. I due sciatori sono stati avvistati dall’equipaggio dell’elicottero della Guardia di Finanza, dotato di apparecchiatura per il rilievo di segnale di telefonia mobile cellulare e recuperati, purtroppo senza vita, lungo la parete nord. Il medico in SA1 ha constatato il decesso.


Le ricerche erano partite dalla segnalazione di non rientro ed hanno richiesto l’impiego di tre elicotteri: SA1, SA3 (con equipaggio misto SAV e Vvf) e Guardia di Finanza-Sagf. “Nel corso della carriera – ricorda la Federazione – il valdostano aveva ottenuto i migliori risultati nel 2021, piazzandosi al quindicesimo posto nella classifica finale di Coppa del mondo, mentre ai Mondiali era giunto 22simo a Vars nel 2022. Il Presidente Flavio Roda e tutta la Federazione esprimono il loro cordoglio alla famiglia Pession per questa tragica disgrazia”.

Mattarella celebra la Repubblica e rilancia l’impegno per la pace

Mattarella celebra la Repubblica e rilancia l’impegno per la paceRoma, 1 giu. (askanews) – “Il 2 giugno del 1946 l’Italia sceglieva la Repubblica. Quel voto, all’avvio della vita democratica, rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità”. Sergio Mattarella per il 78esimo anniversario della festa della Repubblica rivolge quasi un richiamo a tutti i cittadini ricordando loro che la nascita della democrazia nel nostro paese comportò sacrifici e comporta ancora oggi impegno da parte di tutti.


Mattarella parla in serata davanti alle più alte cariche istituzionali, nel salone dei Corazzieri del Quirinale per il tradizionale concerto. Esprime “amarezza e preoccupazione” che suscita il moltiplicarsi dei conflitti e avverte: bisogna “rifiutare con determinazione baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione prosperità economia in cambio di sudditanza”. In mattinata nel messaggio ai prefetti aveva espresso l’auspicio “che la ricorrenza del 2 giugno rafforzi la consapevolezza e l’orgoglio della partecipazione, prerogativa di ciascun cittadino”, ribadendo: “Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività”. Un pensiero che si lega all’appuntamento imminente delle elezioni europee: nell’ambito della “più ampia comunità dell’Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità”.


“Fare memoria è un esercizio proprio a ogni cittadino – ha aggiunto – e soprattutto per quanti, esercitando pubbliche funzioni, trovano nei principi costituzionali di libertà, uguaglianza e solidarietà una bussola di sicuro orientamento di fronte alle complesse sfide del presente”. Il pensiero del capo dello Stato è oggi rivolto soprattutto alla congiuntura internazionale che “propone nuovamente tempi straordinari. Come allora avvertiamo – oggi a livello mondiale – l’esigenza di impegnarsi per la pace, di perseguire insieme ovunque libertà e sviluppo, democrazia e diffusione del benessere, maturazione civile, crescita economica e dei diritti: questa ci appare, nella comunità internazionale, la grande sfida, l’orizzonte che abbiamo di fronte”.


Mattarella indica chiaramente quale sia la strada da percorrere rispetto a quanto avviene in Medioriente e in Ucraina: “L’Italia, paese fondatore dell’Unione Europea, convinta partecipe del rapporto transatlantico, dell’amicizia e dell’alleanza in cui questo si esprime, continuerà a impegnarsi – anche in qualità di Presidente di turno del Gruppo dei 7 – per la tutela – sempre, ovunque, per tutti – dei diritti fondamentali della persona, per la pace e il dialogo tra i popoli e gli Stati, per la giustizia e la solidarietà internazionale, per la lotta alla fame, alle malattie, al sottosviluppo, per la difesa dell’ambiente”.

Salvini fa il pacifista: chiederemo a Camere voto contro guerra

Salvini fa il pacifista: chiederemo a Camere voto contro guerraMilano, 1 giu. (askanews) – Un generale per dire no alla guerra, la pace come elemento su cui marcare la differenza dal resto della maggioranza. Con un passaggio parlamentare per ribadire che “l’Italia ripudia la guerra”. Matteo Salvini impernia sul tema della pace tutta la manifestazione di piazza del Duomo, a Milano. In cui divide la scena con Roberto Vannacci, unico candidato – peraltro indipendente – ad avere la possibilità di intervenire dal palco, proprio prima del segretario leghista.


Gli altoparlanti diffondono “Give peace a chance” di John Lennon e Yoko Ono, il comizio si conclude con “Generale” di Francesco De Gregori, addirittura Salvini cita dal palco Bob Dylan e si interrompe per lasciar risuonare le note di “Blowing in the Wind”. Ma in piazza non ci sono gli hippy, ci sono i baschi rossi della Folgore, venuti ad ascoltare il “loro” generale che passando dalle librerie prova ora ad arrivare all’Europarlamento. Dove, tutt’altro che remissivo, promette di “sabotare qualunque iniziativa contro le nostre radici e il nostro sangue” e di “scatenare l’inferno” al segnale dei suoi sostenitori, come Il Gladiatore di Russell Crowe. I sostenitori in piazza, circa un migliaio, nelle parole di Vannacci diventano quindi “una legione”. Ma non una legione qualsiasi: “La decima legione”, dice, continuando a richiamare la X Mas, la flottiglia da sempre nel pantheon di estrema destra e neofascisti. Ma è a Vannacci che Salvini chiede di risollevare le percentuali leghiste, a lui concede il palco: penultimo intervento e unico tra i candidati a poter parlare, è lui che chiama affianco a sè al termine del comizio. Sulle note di “Generale”. Canzone sull’insensatezza della guerra, tema che la Lega – annuncia il segretario – porterà in Parlamento: “Nei prossimi giorni i gruppi della Lega presenteranno in Parlamento degli atti per impegnare spero tutto il Parlamento, destra e sinistra senza distinzioni, a rispettare l’articolo 11 della Costituzione, ‘L’Italia ripudia la guerra”. Dovrebbe essere una mozione, dicono dal Carroccio, che potrebbe essere presentata già la prossima settimana, senza discuterla con gli alleati del centrodestra, anche se il voto non potrà avvenire prima delle Europee.


Intanto, per marcare le differenze rispetto agli alleati di Forza Italia e Fratelli d’Italia, Salvini accusa di “fare il male dell’Italia” chi nel centrodestra preferisce “le bombe di Macron” alla “pace di Marine Le Pen”, e sferza chi vorrebbe votare Ursula von der Leyen: “Noi non abbiamo mai cambiato idea, siamo i più coerenti”, rivendica. E poi il solito repertorio: contro le “eurofollie” della Ue su casa e auto, contro “l’invasione di auto cinesi”, contro “l’estremismo islamico”. Concetti che riassume così: “No alla colonia cinese, no al califfato islamico, evviva il Santo Padre evviva i simboli della nostra cristianità”. È con queste parole d’ordine che Salvini spera che il Carroccio sarà “la più bella sorpresa” del voto europeo, confidando anche nel traino di Vannacci che ringrazia “per aver scelto la Lega”. Alla fine in piazza Duomo restano loro due: il segretario sul palco, a fare selfie con i militanti che formano una fila ai piedi della struttura; e Vannacci in piazza, a firmare le copie del suo libro e a stringere le mani di sostenitori e commilitoni. Ai governatori del Nord e ai ministri intervenuti dal palco prima di loro (tranne Giorgetti impegnato ad un funerale) lascia il tema dell’Autonomia: “E’ questa la battaglia della mia vita”, dice Luca Zaia.

Schlein attacca: ma che film vede Meloni? Noi piazza “per”, non odio

Schlein attacca: ma che film vede Meloni? Noi piazza “per”, non odioRoma, 1 giu. (askanews) – La piazza “dell’amore contro quella dell’odio”. Alessandro Zan, parlamentare Pd, noto per le sue battaglie sui diritti della comunità Lgbtqi+, lo dice papale papale ma anche la segretaria del Pd Elly Schlein imposta il suo intervento di chiusura della manifestazione Dem all’Arco della Pace a Milano sul “cosa” piuttosto che sul “contro chi”. I democratici vogliono “un’Europa più forte e unita, più giusta, sociale e verde, che metta al centro del suo agire la democrazia e la pace”, un’Europa, per dirla con le parole del sindaco di Milano Beppe Sala – che profetizza “fidatevi, non andrà male” – che sia “una democrazia di democrazie”. Quindi diritti, lavoro, sicurezza senza demagogia, scuola e sanità pubblica.


Insomma alla premier Giorgia Meloni che, dalla manifestazione a Piazza del Popolo, accusa la sinistra di spargere “odio e livore” e alla coppia Salvini-Vannacci protagonisti del palco di piazza Duomo a Milano, Schlein risponde che “noi siamo in questa piazza”, una piazza che ha un’identità precisa che è “quella antifascista” e “vogliamo un’Europa basata sulla giustizia sociale, sul lavoro dignitoso, sull’innovazione per le imprese, è la piazza del Pd che è sempre stata una piazza ‘per’ molto prima di essere ‘contro’ qualunque cosa o qualcuno”. Dal palco Schlein promette che il Pd “difenderà con le unghie e con i denti” la sanità pubblica insieme alla scuola pubblica che è “la prima grande leva di emancipazione sociale, stanno tagliando anche lì, aumentano le disuguaglianze”. L’Europa deve mantenere la sua vocazione alla pace perchè “in questo continente il nazionalismo ha sempre prodotto una sola cosa e lo fa anche oggi: la guerra. E noi contrastiamo ogni nazionalismo”. Quello della sicurezza, poi, è “un tema molto importante, c’è bisogno di poca demagogia come quella che sentiamo da anni dalla destra ma di risposte concrete e di stare accanto ai Comuni. Non si capisce cosa abbia questo governo contro i Comuni: da quando si è insediato non ha fatto altro che tagliare e scaricare responsabilità sui Comuni”.


Infine l’affondo alla maggioranza e al governo. “Faccio fatica a capire che film sta vedendo Meloni e che lingua sta parlando, vede un altro paese. Mi ha attaccato dicendo che la sinistra cancella l’identità, io ho risposto che lei sta cancellando la libertà. Continuiamo a inchiodare il governo – ha concluso Schlein – su una gigantesca questione sociale e salariale che Meloni continua a cercare di eludere con armi di distrazione di massa che il Pd non è disposto ad accettare”.

”Cartoons on the bay”, ecco i premi della giuria internazionale

”Cartoons on the bay”, ecco i premi della giuria internazionalePescara, 1 giu. (askanews) – En plein per la Francia nella 28a edizione di “Cartoons On The Bay”, il Festival di animazione promosso da Rai e organizzato da Rai Com, in collaborazione con la Regione Abruzzo ed il Comune di Pescara, con ben 4 premi tra le 8 categorie in concorso. Un premio a testa per Germania, Regno Unito, Finlandia e Italia (nella categoria Best Short Film vince Bruno Bozzetto con “Sapiens?”, una produzione Studio Bozzetto e Rai Kids).


I riconoscimenti sono stati assegnati dalla giuria internazionale composta da Silvia Ziche (fumettista); John Musker (regista, sceneggiatore e produttore), Nathalie Martinez (presidente Diboos); Emanuele Vietina (direttore di Lucca Crea), Amy Ash (capo del dipartimento Character and Groom degli Axis Studios). Pulcinella Award Best Preschool TV Show (2-4 years) Sam & Julia, The Mouse Mansion di Règis Vidal (Francia): una storia intrigante combinata con un’animazione unica. Gli adorabili personaggi ci portano verso un finale dal grande carico emotivo. Particolare è anche l’ambientazione che permette di vedere dentro l’edificio.


Pulcinella Award Best Upper Preschool TV Show (4-6 years) The Super Heroes of Nature di Charlotte Schmidt e Mathieu Rolin (Francia): un’animazione mista di live action ed elementi semplici che la rendono un’opera distintiva. Un film dal finale alternativo in grado di attrarre il pubblico con intelligenza. Pulcinella Award Best Kids TV Show (7-11 years) Coop Troop di Christelle Naga (Regno Unito): suggestivo e fantasioso. i personaggi sono simpatici e l’animazione è brillante. Porta la storia alla vita in un modo incantevole.


Pulcinella Award Best Youth Tv Show (11+) Samuel di Emilie Tronche (Francia): sofisticato e molto ben realizzato, con personaggi dai tratti psicologici molto semplici. Una storia realistica che lo rende un film estremamente singolare. Pulcinella Award Best Interactive Animation Alan Wake 2 (Finlandia): graficamente molto ben realizzato. da un punto di vista cinematografico, nonostante sia un videogame, l’animazione è grandiosa e la grafica permette di vivere un’esperienza completa.


Pulcinella Award Best Live Action and/or Hybrid TV Show Gangnam Project di Romeo Candido e Nathalie Younglai (Germania): un lavoro interculturale con un ritmo molto dinamico. Il set è molto vario e i suoi personaggi accattivanti riescono ad evocare emozioni molto forti. Pulcinella Award Best TV Series Pilots Froggie di Christophe Pinto e Mathieu Gouriou (Francia): tracce vocali molto divertenti e coinvolgenti unite ad un design interessante. La trama è semplicemente eccezionale, travolge il pubblico nel profondo. Pulcinella Award Best Short Film Sapiens? di Bruno Bozzetto (Italia): coinvolgente e curioso; il personaggio del ragno ruba la scena. Il tocco di Bozzetto è visibile anche nei valori ecologici che il film vuole diffondere, al fine di provocare profonde emozioni.

”Cartoons on the bay”, a “Pelikan Blue” il Pulcinella come miglior film

”Cartoons on the bay”, a “Pelikan Blue” il Pulcinella come miglior filmPescara, 1 giu. (askanews) – Con una storia di viaggio tra avventura e sperimentazione l’ungherese “Pelikan Blue”, diretto da Lßszló Csßki, si aggiudica il Pulcinella Best Animated Feature nella 28a edizione di “Cartoons On The Bay”, il festival di animazione promosso da Rai e organizzato da Rai Com, in collaborazione con la Regione Abruzzo ed il Comune di Pescara.


Ambientato nell’Ungheria degli anni ’90, “Pelikan Blue” racconta di un paese dove viaggiare è finalmente possibile ma insostenibile. Falsificando biglietti ferroviari internazionali, tre giovani offrono a un’intera generazione l’opportunità di sperimentare il mondo esterno. “Un’abile e innovativa combinazione di animazione, inserti in live action e resoconto storico che fonde documentario e mockumentary”, recita la motivazione della giuria composta dalla regista e documentarista Leslie Iwerks, Marco Pellitteri, professore di Media e Comunicazione presso l’Università Xi’an Jiaotong-Liverpool e Alessandra De Luca, giornalista e critico cinematografico, “una simulazione eclettica del cinéma vérité – conclude la motivazione – che celebra la libertà con uno stile unico e innovativo”.


Quattro le menzioni speciali assegnate: il Best Screenplay va a Sultana’s Dream di Isabel Herguera, per la giuria “una storia che definisce il ruolo vitale delle donne attraverso una serie di sfumature profonde. Un film su un tema di attualità che comprende i diversi ruoli delle donne nelle varie culture, lasciando un impatto duraturo sul pubblico”. Il lungometraggio riceve anche il Premio Speciale Renato Pallavicini: “Il film contiene un messaggio importante da trasmettere, con cenni allo stile cinematografico di Fellini. Ci porta in una varietà di contesti culturali con una critica politica morbida, con l’obiettivo di stimolare la riflessione e una comprensione più profonda dei ruoli e delle posizioni complesse delle donne in tutte le culture”. Il film è la storia di Inès che vive in India e, dopo aver letto il libro “Sultana’s dream’, un racconto di fantascienza scritto da Rokeya Hossain nel 1905, decide di intraprendere un viaggio in India alla ricerca dell’unico posto dove le donne possono vivere in pace.


Menzione Best Director per il brasiliano Clarice’s Dream di Fernando Gutiérrez & Guto Bicalho, che racconta di una ragazza creativa che deve affrontare il superamento della perdita della madre. “E’ un viaggio nella fantasia che coinvolge gli spettatori in un percorso emozionale attraverso una direzione artistica solida e ben strutturata. Un modo bello, creativo e fantasioso di dirigere l’animazione”, la motivazione della giuria. Best Animation a Slide di Bill Plympton per lo “stile folle e dinamico. Il film è un viaggio sorprendente nelle visioni uniche del suo eclettico autore, arricchito da prospettive inaspettate sul sogno e sulla realtà”. Il titolo americano Slide è la storia di un mitico cowboy che appare in una città di taglialegna per combattere il malvagio sindaco e il suo altrettanto egoista fratello gemello, con l’aiuto della sua chitarra e di una gigantesca creatura. E infine, Best Soundtrack a Florentine Night diretto da Sotir Gelev: “La colonna sonora accompagna le vivaci scene del film con eleganza classica. Riesce a trasportarci nel cuore della storia, suscitando emozioni a ogni nota”.

Padel, all’Open Fitp di Palermo domenica si giocano le finali

Padel, all’Open Fitp di Palermo domenica si giocano le finaliRoma, 1 giu. (askanews) – Un crescendo di tifo e pubblico per i quarti di finale della Mediolanum Padel Cup di Palermo, torneo Open Fitp (prize money 15mila euro) in corso al Country Time Club di Mondello. Un sabato in cui sono scesi in campo tutti i big del torneo: a vincere nel tabellone maschile – si legge in una nota – sono stati, tra gli altri, Tamame/Calneggia, e Munoz/Rosell, mentre nel tabellone femminile avanzano Terranova/Cavicchi. Domani, a partire dalle 9, i giocatori torneranno in campo per le semifinali, mentre dalle 15.30 sarà l’ora delle finali.


Oltre al torneo per agonisti, la giornata di domenica riserverà un programma speciale di eventi. Dalle 14 in poi sarà la volta di quattro “football legend”: i campioni del mondo 2006, Simone Barone e Marco Amelia, che hanno fatto la storia con la maglia rosanero, e con loro anche Vincent Candela e Stefano Fiore. I quattro si affronteranno in una sfida a colpi di “pala”, ma ci sarà spazio anche per l’inclusività: alle 13, infatti, sarà l’ora di Alessandro Ossola, primatista italiano dei 60, 100 e 200 metri nelle gare di velocità e finalista alle Paralimpiadi di Tokyo, che in collaborazione con la sua associazione Bionic People si esibirà in un match di padel inclusivo. La giornata di sabato ha visto anche l’entrata in scena di Simone Cremona, numero 1 del seeding insieme al portoghese Matias Del Moral, ma soprattutto uno dei migliori padelisti azzurri: otto volte campione italiano nel maschile e quattro nel misto, oro, argento e bronzo in maglia azzurra in tre edizioni degli Europei, Simone è numero 7 del ranking Fitp e 120 del ranking mondiale FIP. “Ho giocato a Catania e ad Agrigento, ma a Palermo è la prima volta. Ovviamente l’obiettivo è vincere”, ha dichiarato appena arrivato e dopo un caloroso saluto con Tamame/Calneggia, altra coppia favorita per la vittoria finale. Dopo Palermo, un altro appuntamento importantissimo attende Cremona dal 22 luglio in poi, con gli Europei di padel in programma a Cagliari. “Nel 2019 siamo stati bravissimi a conquistare il titolo sfruttando l’assenza della Spagna. Quest’anno puntiamo ad arrivare in finale con loro e poi a giocarcela”. A fine ottobre, invece, sono in arrivo i Mondiali a Doha “e qui l’obiettivo è senz’altro entrare tra le prime cinque-sei squadre”.


A catalizzare l’attenzione del pubblico della Mediolanum Padel Cup sono stati anche Cristian Calneggia (ex top 20 mondiale e lo scorso anno numero uno in Italia), e Lara Meccico (numero 9 del ranking Fitp e a Palermo numero 1 del tabellone con Chiara Giaquinta), colleghi sul campo di padel e compagni nella vita. “Giochiamo praticamente ogni settimana in un posto diverso, andando sempre insieme”, ha raccontato Lara. “Il suo colpo migliore? Gli ruberei l’uscita di parete di rovescio. Ma anche a lui potrebbe far comodo la mia vìbora sul lungolinea”.

Meloni chiede “referendum” Ue e attacca Schlein: odio da sinistra

Meloni chiede “referendum” Ue e attacca Schlein: odio da sinistraRoma, 1 giu. (askanews) – Un’ora di comizio in cui chiede che il voto sia un “referendum” tra due idee di Europa, attacca la sinistra che sparge “odio e livore” e “fornisce alibi agli estremisti”, e sfida Elly Schlein: “Dica se pensa che io sia una dittatrice, non scappi”. Giorgia Meloni chiude la campagna elettorale di Fdi in piazza del Popolo a Roma perchè, spiega, “non rinunceremo mai alla piazza, che è da dove siamo venuti”.


Di fronte al palco allestito sotto la scalinata del Pincio da cui arrivano i ragazzi di Gioventù nazionale con le sagome di cartone di Elly Schlein, Fabio Fazio, Lucia Annunziata, alcune migliaia di persone – 30 mila per gli organizzatori, ma la piazza non è piena – e tutto lo stato maggiore di Fratelli d’Italia: da Ignazio La Russa (“Qua non sono presidente del Senato”) ai ministri Carlo Nordio, Raffaele Fitto, Nello Musumeci, Andrea Abodi, Gennaro Sangiuliano, Daniela Santanchè, Francesco Lollobrigida fino naturalmente ad Arianna Meloni, che gestisce la “regia” dell’evento con Giovanni Donzelli nelle vesti di presentatore. La premier sale sul palco preceduta dalla proiezione di alcuni spezzoni video (tra cui l’ormai famoso “Sono la stronza della Meloni” pronunciato stringendo la mano al governatore De Luca), manda un “abbraccio” agli alleati Antonio Tajani e Matteo Salvini, “oggi impegnato in un’analoga manifestazione”, e ringrazia i militanti, che le danno “la carica che serve”. E fin dall’inizio batte sul punto che occupa gran parte dell’intervento: l’attacco alla sinistra, in particolare al Pd, che mostra “rabbia e cattiveria”. Una sinistra che, per la premier, non si rassegna alla sconfitta e che usa “trame e sgambetti”, invoca “il soccorso esterno” contro un governo che vuol riformare l’Italia “mattone dopo mattone”. Il caso più eclatante, secondo Meloni, è quello del candidato Pse alla guida Ue Nicolas Schmit, secondo cui “i Conservatori europei sono una forza non democratica. In pratica io, che sono presidente di Ecr e presidente del Consiglio eletto, non sarei una leader democratica. E se sono un dittatore cosa si fa, la lotta armata per depormi? Sono parole deliranti, irresponsabili, gente che per ragranellare qualche voto gioca con il fuoco” perchè magari “qualche fenomeno” potrebbe decidere di “passare alle vie di fatto per ripristinare la democrazia”. Così la sinistra fornisce “alibi agli estremisti per avvelenare le nostre democrazie con l’odio politico”. Elly Schlein, è la sfida, dica “se condivide queste parole e non scappi anche stavolta”. La risposta della leader Dem non si fa attendere: “Faccio fatica a capire che film sta vedendo Meloni e che lingua sta parlando, vede un altro Paese. Mi ha attaccato dicendo che la sinistra cancella l’identità, io ho risposto che lei sta cancellando la libertà”.


La premier non risparmia comunque neanche il leader M5s Giuseppe Conte, diventato presidente del Consiglio “quando gli italiani non sapevano chi fosse”, una cosa che non sarà più possibile se passerà la riforma del premierato, che le opposizioni osteggiano proprio perchè “non gli va giù l’idea che siano i cittadini a eleggere il premier”. In realtà questa riforma, quella “giusta e necessaria” della giustizia e quella dell’autonomia differenziata, sono di “buon senso” e “aiutano ad applicare meglio i principi della nostra Costituzione”. In questo contesto di contrapposizione, il voto della prossima settimana, per Meloni, è “un punto di svolta”, un “referendum” tra due idee di Europa totalmente antitetiche: “Da una parte un’Europa ideologica, sempre più tecnocratica e meno democratica, e dall’altra la nostra Europa coraggiosa, fiera, che non dimentica le sue radici”. Per la premier “l’Unione deve essere un partner degli Stati nazionali, non una sovrastruttura che soffoca gli Stati nazionali”. Al momento invece l’Europa è “protesa a regolamentare” e così facendo “diventa un paradiso per i burocrati e tecnocrati e un inferno per chi fa impresa ed è chiamato a competere su mercati globali che sono sempre più sfidanti”. In poche parole “un gigante burocratico e un nano politico”. Per “cambiare l’Europa dopo aver cambiato l’Italia” l’obiettivo è “costruire il centrodestra” anche a Bruxelles e “mandare all’opposizione le sinistre”, con cui “non governeremo mai” e che “hanno fatto tanti danni”. Un obiettivo, aggiunge, che non sarebbe “lontano” e lo testimonierebbe il nervosismo di chi agita il pericolo delle destre, contro cui – dicono – occorre alzare un “argine”. Una “terapia di gruppo”, ironizza, di chi non ha “visione, idee e programmi”, fake news di chi racconta una “irrilevanza” di Roma che non c’è perchè in realtà l’Italia è oggi “protagonista” sui tavoli internazionali, a cui non si presenta più, a differenza del passato, “con il piattino in mano”.


Meloni non stabilisce soglie, nè anticipa cifre possibili, ma assicura che “dopo aver vinto lo scudetto” ora è possibile “vincere la Champions League”. “Io ho rinunciato a tante cose solo perché non volevo deludervi, vi chiedo in cambio solo di rinunciare a cinque minuti dal vostro tempo per dirmi che siete al mio fianco, perché è l’unica cosa che mi interessa. Perché finché ci siete voi ci sono anche io”, è l’appello finale prima della foto di gruppo sul palco e l’uscita in auto verso il Quirinale.