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Autore: Redazione StudioNews

MotoGp, Bagnaia: “Fiducioso per il Gp in Catalogna”

MotoGp, Bagnaia: “Fiducioso per il Gp in Catalogna”Roma, 22 mag. (askanews) – La MotoGp torna in Spagna questo fine settimana per affrontare il GP Monster Energy di Catalogna, sesto appuntamento della stagione MotoGP 2024. Ad ospitare l’evento sarà il Circuit de Barcelona – Catalunya, che lo scorso anno vide sia Francesco Bagnaia che Enea Bastianini costretti al ritiro in gara a seguito di due brutti incidenti distinti. Il Campione del Mondo in carica fu vittima di un terribile highside che, nonostante la spaventosa dinamica, non gli lasciò gravi conseguenze, ma solo forti contusioni. Fu invece più sfortunato il compagno di squadra Bastianini che dopo la caduta riportò una frattura al polso sinistro e alla caviglia sinistra costringendolo poi a saltare i tre appuntamenti successivi.


“Così come in Francia – spiega Pecco Bagnaia, secondo nella classifica generale con 91 punti – anche al Montmeló siamo stati sfortunati nel 2022 e nel 2023, ma quest’anno spero vada diversamente. L’ultimo fine settimana a Le Mans è stato complessivamente positivo anche se in gara ci è mancato qualcosa rispetto ai nostri avversari. Sarà importante quindi continuare a lavorare per riuscire ad essere ancora più competitivi. Rispetto a Le Mans, mi aspetto condizioni di grip molto diverse qui a Barcellona e ci saranno alcuni avversari molto veloci. In ogni caso, sono fiducioso e pronto a dare il massimo come sempre”. Enea Bastianini aggiunge: “Purtroppo, non ho dei bei ricordi di Barcellona dello scorso anno, visto l’incidente avuto in gara che mi ha poi costretto a saltare altri tre GP. Nonostante ciò, arrivo al Montmeló sereno e fiducioso: gara dopo gara riesco ad essere più veloce e sto migliorando costantemente. Abbiamo una buona base dalla quale partire per impostare il lavoro del fine settimana e l’obiettivo è quello di continuare a lottare per le prime posizioni”

Europee, Salvini: da Krah parole fuori dal mondo ma si è dimesso

Europee, Salvini: da Krah parole fuori dal mondo ma si è dimessoMilano, 22 mag. (askanews) – “È la dichiarazione fuori dal mondo di uno che peraltro stamattina si è dimesso. Se uno arriva a dire che non tutte le SS sono delinquenti può avere poco a che fare con me”. Lo ha detto il vice premier e segretario della Lega Matteo Salvini a proposito delle dichiarazioni dell’esponente di Alternative fur Deutschland Maximilian Krah, che stamani ha lasciato il comitato esecutivo federale del suo partito e per le quali il partito di Marine Le Pen ha annunciato che non potranno più far parte dello stesso gruppo all’europarlamento, Identità e Democrazia, di cui fa parte anche la Lega.


Ospite di ‘Il rosso e il Nero’ su RadioUno, Salvini ha aggiunto: “Che poi AfD sia il secondo partito in Germania e che quindi in Germania sia pieno di nostalgici nazisti mi sembra strano. Noi siamo alleati col primo partito di Francia, col primo partito di Belgio, Olanda, Austria e semplicemente non guardiamo al passato, guardiamo al futuro. Sicuramente alcune dichiarazioni di nostalgici del nazismo o del comunismo sono fuori dal mondo”.

Crosetto ha avuto una nuova pericardite ma è “in netto miglioramento”

Crosetto ha avuto una nuova pericardite ma è “in netto miglioramento”Roma, 22 mag. (askanews) – Le condizioni di salute del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, sono in netto miglioramento. Lo annuncia il ministero in una nota. “Gli accertamenti clinici hanno confermato che si è trattato di un nuovo episodio di pericardite presentatosi in forma molto più dolorosa rispetto all’episodio precedente e, come allora, senza implicazioni cardiache. Passata la fase acuta di dolore, la pericardite viene trattata come una normale infezione, con terapia anti infiammatoria”, ha dichiarato il Primario di Cardiochirurgia del San Carlo di Nancy, Prof. Giuseppe Speziale. Il ministro ha trascorso tranquillamente la notte, sempre monitorato presso l’unità coronarica dell’Ospedale.

Cina, segni ripresa mercato immobiliare dopo bazooka governo

Cina, segni ripresa mercato immobiliare dopo bazooka governoRoma, 22 mag. (askanews) – Il “bazooka” attivato dalle autorità cinesi per rilanciare il settore immobiliare sta avendo i suoi primi effetti, con un miglioramento del sentiment in un comparto che negli ultimi anni si è letteralmente spiaggiato. Lo segnala oggi il South China Morning Post.


Ma Yunman, un agente di vendita presso 5i5j Real Estate Brokerage con sede nel distretto suburbano di Fangshan a Pechino, ha dichiarato a SCMP che circa 100 persone hanno visitato i loro showroom regionali per vedere i progetti e considerare gli acquisti lo scorso fine settimana. Questo segna un aumento del 20% rispetto al traffico usuale del sabato e della domenica. “Il volume complessivo delle richieste è aumentato notevolmente da quando sono state annunciate le nuove misure di supporto venerdì scorso” ha dichiarato Ma. “Questo è favorito dal fatto che i prezzi delle case nuove e usate nella nostra zona sono diminuiti del 20-30% rispetto all’anno scorso.”


La Cina ha attivato da venerdì misure senza precedenti, tra le quali una linea di credito da 300 miliardi di yuan (38,5 miliardi di euro) destinata alle aziende statali perché acquistino case invendute in modo da sostenere le imprese di fronte al cronico calo della domanda e della figucia nel mercato immobiliare. Pechino ha anche chiesto ai governi locali di acquistare progetti completati e convertirli in case sociali, e ha offerto di abbassare i tassi ipotecari e i rapporti di pagamento anticipato per rivitalizzare la domanda.


Più di 1.000 unità sono state transate durante il fine settimana del 18 maggio a Pechino, secondo i dati compilati da Centaline Property. SCMP stima che potrebbe trattarsi dell’inizio di una ripresa a lungo termine. Ma ci sono anche attese per ulteriori misure, ancora più decisive, per cui gli acquirenti restano prudenti. E comunque, come accade a Shanghai, si muovono solo se vedono sconti consistenti sul prezzo di acquisto. Nella settimana fino al 19 maggio, il centro finanziario e commerciale ha registrato una media di 138.000 metri quadrati di vendite, o il 30% sopra la media settimanale di quest’anno. Anche la superficie totale venduta è aumentata del 77% rispetto alla settimana precedente, secondo CRIC.


Si stima che i prezzi delle case a livello nazionale scenderanno di un altro 5-6% quest’anno, con i prezzi nelle città di fascia più alta che probabilmente si stabilizzeranno per primi, data la domanda più forte e la maggiore fiducia, ha detto Esther Liu, direttrice di S&P Global Ratings, durante un webinar lunedì.

Calcio, è ufficiale: l’Inter è del fondo Oaktree

Calcio, è ufficiale: l’Inter è del fondo OaktreeRoma, 22 mag. (askanews) – L’Inter è di Oaktree, è ufficiale. Il fondo statunitense ha infatti comunicato il passaggio di proprietà, come primo atto del nuovo corso per il club nerazzurro. Alejandro Cano, manager del fondo Usa: “Come nuova proprietà, conosciamo la nostra grande responsabilità nei confronti della comunità e dell’eredità storica dell’Inter. Siamo impegnati per il successo a lungo termine dei Nerazzurri e riteniamo che le nostre ambizioni per il club si uniscano a quelle dei suoi appassionati tifosi in Italia e nel mondo”.


“Dal 22 maggio 2024 – è scritto in una nota – fondi gestiti da Oaktree Capital Management, LP (“Oaktree”) sono proprietari di FC Internazionale Milano. Ciò fa seguito al mancato rimborso del prestito triennale concesso da Oaktree alle holding dell’Inter, scaduto il 21 maggio 2024 con un saldo complessivo di circa 395 milioni di euro. Nel maggio 2021, con l’Inter che si avviava a registrare perdite finanziarie record per l’esercizio finanziario 2020/2021, Oaktree ha fornito alle holding dell’Inter le risorse necessarie per stabilizzare la situazione finanziaria del Club e continuare così ad operare, garantendo anche il pagamento di giocatori e dipendenti. Nei tre anni trascorsi dall’intervento di emergenza di Oaktree, l’Inter ha vinto la sua ottava e nona Coppa Italia, si è assicurata la sesta, settima e ottava Supercoppa, e ha guadagnato il 20° scudetto e la storica seconda stella, oltre ad aver raggiunto la finale di Uefa Champions League per la prima volta dal 2010. Oaktree è dedicato a conseguire il miglior risultato per la prosperità a lungo termine dell’Inter, con un focus iniziale sulla stabilità operativa e finanziaria del club e i suoi stakeholder. Oaktree ha un grandissimo rispetto per la storia dell’Inter, la passione dei giocatori, la lealtà degli interisti; ha inoltre grande considerazione per il significativo ruolo del Cclub nei confronti della città di Milano, dell’Italia e della comunità sportiva globale. Oaktree intende lavorare a stretto contatto con l’attuale team di gestione dell’Inter, con i partner, con la lega e con gli organi di governo dello sport per garantire che il club sia posizionato per il successo dentro e fuori dal campo, concentrandosi su una gestione e una governance solide con una visione di crescita sostenibile e di successo”.


Alejandro Cano, Managing Director e Co-Head Europa per la strategia Global Opportunities di Oaktree, ha commentato: “Come nuova proprietà, conosciamo la nostra grande responsabilità nei confronti della comunità e dell’eredità storica dell’Inter. Siamo impegnati per il successo a lungo termine dei nerazzurri e riteniamo che le nostre ambizioni per il club si uniscano a quelle dei suoi appassionati tifosi in Italia e nel mondo. Il nostro obiettivo iniziale è la stabilità operativa e finanziaria del club. Abbiamo grande rispetto per il gruppo dirigente dell’Inter e non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con loro per dare una leadership forte al club. Conquistare la seconda stella è stato un momento cruciale per il club e il nostro obiettivo è continuare il successo ottenuto sul campo con un percorso di crescita e successo di lungo periodo”. Poi, la conclusione del comunicato con un accenno ai prossimi passi del fondo: “Oaktree e il gruppo dirigente dell’Inter saranno in contatto con i principali stakeholder del Club nelle prossime settimane al fine di assicurare una transizione ordinata e senza ostacoli”.

Terna, Di Foggia: portale TE.R.R.A base sostanziale per la programmazione

Terna, Di Foggia: portale TE.R.R.A base sostanziale per la programmazioneRoma, 22 mag. (askanews) – “Oggi tracciamo un nuovo, fondamentale, passo in avanti nel percorso di transizione energetica del nostro Paese, a conferma del ruolo strategico che Terna ricopre. Il Portale TE.R.R.A. crea una base sostanziale per la programmazione territoriale efficiente e sostenibile, fornendo informazioni trasparenti e accessibili sullo stato attuale e futuro degli impianti di rete e di accumulo, sulle richieste di connessione e sui vincoli ambientali, paesaggistici e culturali che ricadono sul territorio nazionale”. Lo ha sottolineato Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato di Terna in occasione della presentazione del nuovo portale.


“Ringrazio il Ministro Pichetto Fratin per la fiducia che ha riposto nell’esperienza di Terna per la realizzazione e lo sviluppo di questo progetto, basato sull’evoluzione digitale al servizio della transizione energetica. Sono fiera di poter presentare il portale TE.R.R.A. nel rinnovato Centro nazionale di controllo di Terna, un’eccellenza e un’avanguardia tecnologica nel quale, tramite l’attività di dispacciamento e conduzione, si garantisce il monitoraggio e il controllo del Sistema elettrico nazionale secondo criteri di sicurezza, efficienza, efficacia ed economicità”, ha concluso Giuseppina Di Foggia.

Ita-Lufthansa, Urso: ottimo progetto, fiducia in decisioni Ue

Ita-Lufthansa, Urso: ottimo progetto, fiducia in decisioni UeRoma, 22 mag. (askanews) – Quello di Ita Airways e Lufthansa è un “ottimo progetto, pienamente sostenibile all’interno delle regole europee” e “aspettiamo le decisioni Ue con fiducia”. Così il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, a margine della presentazione di “Heysun”, l’expo della transizione energetica che si terrà a Misterbianco (Catania) dal 25 al 27 settembre.


“Penso che il ministero dell’Economia e la stessa azienda abbiano fornito tutte le informazioni necessarie”, ha aggiunto.

Norvegia, Irlanda e Spagna riconoscono la Palestina

Norvegia, Irlanda e Spagna riconoscono la PalestinaMilano, 22 mag. (askanews) – Norvegia, Irlanda e Spagna, con evidente coordinamento implicito, hanno annunciato oggi, per il 28 maggio, il riconoscimento dello Stato palestinese, scatenando una reazione prevedibile di Tel Aviv che ha richiamato i propri diplomatici da Dublino e Oslo e ha fatto dire al ministro degli Esteri Israel Katz: “Israele non lascerà passare tutto questo sotto silenzio”, definendo la mossa una “parata di stupidità”: “Irlanda e Norvegia intendono lanciare oggi un messaggio ai palestinesi e al mondo intero: il terrorismo paga. Il passo distorto di questi Stati è un affronto alle vittime del 7 ottobre”, ha affermato. “Ciò danneggia anche gli sforzi per riportare indietro i 128 ostaggi”.


Il leader dell’Autorità Palestinese Abu Mazen ha accolto con favore il riconoscimento, affermando che la decisione sancirà “il diritto del suo popolo all’autodeterminazione” e sosterrà gli sforzi per realizzare una soluzione a due Stati con Israele. Anche il movimento estremista palestinese Hamas ha esultato chiedendo “la creazione di uno stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale”. Di segno decisamente opposto la reazione del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, leader di estrema destra: ha chiesto al governo di autorizzare 10.000 nuove case di coloni in risposta all’annuncio. E nel frattempo si annuncia la pubblicazione di nuove immagini che mostrano il rapimento da parte di Hamas di 5 donne soldato il 7 ottobre (Liri Albag, Karina Ariev, Agam Berger, Daniella Gilboa, Naama Levy), in un video che uscirà stasera.


NORVEGIA Israele è quindi molto critico nei confronti del riconoscimento della Palestina da parte della Norvegia e ha annunciato il richiamo in patria dei propri diplomatici, ambasciatore in primis, da Oslo. “Ne prenderemo atto. Questo è un governo con il quale abbiamo molti disaccordi. Ciò su cui siamo d’accordo è condannare il crudele attacco di Hamas del 7 ottobre”, ha dichiarato il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store ai media locali. E aggiunge che a Oslo è chiaro che Israele ha il diritto di difendersi in linea con il diritto internazionale. “Ma questo governo israeliano rifiuta il diritto dei palestinesi ad un proprio Stato e ha voci che parlano di soluzioni molto pericolose. Non siamo d’accordo con questo”, dice Store. Dal 28 maggio “la Norvegia considererà la Palestina uno Stato indipendente, con tutti i diritti e i doveri che ciò comporta”, afferma Store. “La delimitazione territoriale tra lo Stato di Palestina e lo Stato di Israele dovrebbe basarsi sui confini del 4 giugno 1967”, dice.


SPAGNA Anche il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato il riconoscimento da parte della Spagna dello Stato palestinese con i confini precedenti alla Guerra dei Sei Giorni (1967 appunto), compresi i territori occupati da Israele dopo questo conflitto, sotto la guida dell’Autorità Nazionale Palestinese e con sede a Ramallah, Cisgiordania. In questo modo la Spagna – come la Norvegia – si libera, almeno sulla carta, del problema di includere nel riconoscimento il potere di Hamas su Gaza. Sanchez ha annunciato che il 28 maggio la Spagna approverà questo riconoscimento in Consiglio dei ministri. Il premier spagnolo ha accusato il collega israeliano Benjamin Netanyahu di “continuare la distruzione di Gaza” e ha rimproverato Francia e Stati Uniti di ridurre la loro presenza nel Sahel, dando così spazio a un controllo da parte di Russia e Cina sul territorio. Ha ricordato che la Spagna è un “popolo pacifista”, come a suo dire dimostrano i giovani universitari o come dimostrano i cittadini che allora rifiutarono la guerra in Iraq.


Infine, Sanchez ha scelto la data odierna per fare il suo annuncio in concomitanza con altri paesi europei – Irlanda e Norvegia – e non fare il passo da solo. La misura ha alto valore simbolico ma non prospetta concreti effetti. IRLANDA “È la cosa giusta da fare”. Secondo il primo ministro irlandese Simon Harris questo è un giorno importante per la Palestina. Il riconoscimento dello Stato intende contribuire alla soluzione necessaria per la pace in Medio Oriente. “Riconosciamo lo Stato di Palestina”, afferma Harris. E l’annuncio di oggi ha un forte valore politico e simbolico, aggiunge, ed è l’unica via credibile verso la pace tra Israele e Palestina. Arriva in un momento buio per i palestinesi di Gaza, che stanno sperimentando “le più spaventose difficoltà e sofferenze”. ALTRI EUROPEI La Svezia ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina nel 2014, diventando il primo membro dell’UE nell’Europa occidentale a riconoscere lo Stato palestinese. Altri stati membri dell’UE che hanno già riconosciuto lo Stato palestinese, ma che hanno fatto il passo prima di aderire all’UE, sono Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Malta, Polonia e Romania.

M.O., Norvegia, Irlanda e Spagna riconoscono la Palestina

M.O., Norvegia, Irlanda e Spagna riconoscono la PalestinaMilano, 22 mag. (askanews) – Norvegia, Irlanda e Spagna, con evidente coordinamento implicito, hanno annunciato oggi, per il 28 maggio, il riconoscimento dello Stato palestinese, scatenando una reazione prevedibile di Tel Aviv che ha richiamato i propri diplomatici da Dublino e Oslo e ha fatto dire al ministro degli Esteri Israel Katz: “Israele non lascerà passare tutto questo sotto silenzio”, definendo la mossa una “parata di stupidità”: “Irlanda e Norvegia intendono lanciare oggi un messaggio ai palestinesi e al mondo intero: il terrorismo paga. Il passo distorto di questi Stati è un affronto alle vittime del 7 ottobre”, ha affermato. “Ciò danneggia anche gli sforzi per riportare indietro i 128 ostaggi”.


Il leader dell’Autorità Palestinese Abu Mazen ha accolto con favore il riconoscimento, affermando che la decisione sancirà “il diritto del suo popolo all’autodeterminazione” e sosterrà gli sforzi per realizzare una soluzione a due Stati con Israele. Anche il movimento estremista palestinese Hamas ha esultato chiedendo “la creazione di uno stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale”. Di segno decisamente opposto la reazione del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, leader di estrema destra: ha chiesto al governo di autorizzare 10.000 nuove case di coloni in risposta all’annuncio. E nel frattempo si annuncia la pubblicazione di nuove immagini che mostrano il rapimento da parte di Hamas di 5 donne soldato il 7 ottobre (Liri Albag, Karina Ariev, Agam Berger, Daniella Gilboa, Naama Levy), in un video che uscirà stasera.


NORVEGIA Israele è quindi molto critico nei confronti del riconoscimento della Palestina da parte della Norvegia e ha annunciato il richiamo in patria dei propri diplomatici, ambasciatore in primis, da Oslo. “Ne prenderemo atto. Questo è un governo con il quale abbiamo molti disaccordi. Ciò su cui siamo d’accordo è condannare il crudele attacco di Hamas del 7 ottobre”, ha dichiarato il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store ai media locali. E aggiunge che a Oslo è chiaro che Israele ha il diritto di difendersi in linea con il diritto internazionale. “Ma questo governo israeliano rifiuta il diritto dei palestinesi ad un proprio Stato e ha voci che parlano di soluzioni molto pericolose. Non siamo d’accordo con questo”, dice Store. Dal 28 maggio “la Norvegia considererà la Palestina uno Stato indipendente, con tutti i diritti e i doveri che ciò comporta”, afferma Store. “La delimitazione territoriale tra lo Stato di Palestina e lo Stato di Israele dovrebbe basarsi sui confini del 4 giugno 1967”, dice.


SPAGNA Anche il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato il riconoscimento da parte della Spagna dello Stato palestinese con i confini precedenti alla Guerra dei Sei Giorni (1967 appunto), compresi i territori occupati da Israele dopo questo conflitto, sotto la guida dell’Autorità Nazionale Palestinese e con sede a Ramallah, Cisgiordania. In questo modo la Spagna – come la Norvegia – si libera, almeno sulla carta, del problema di includere nel riconoscimento il potere di Hamas su Gaza. Sanchez ha annunciato che il 28 maggio la Spagna approverà questo riconoscimento in Consiglio dei ministri. Il premier spagnolo ha accusato il collega israeliano Benjamin Netanyahu di “continuare la distruzione di Gaza” e ha rimproverato Francia e Stati Uniti di ridurre la loro presenza nel Sahel, dando così spazio a un controllo da parte di Russia e Cina sul territorio. Ha ricordato che la Spagna è un “popolo pacifista”, come a suo dire dimostrano i giovani universitari o come dimostrano i cittadini che allora rifiutarono la guerra in Iraq.


Infine, Sanchez ha scelto la data odierna per fare il suo annuncio in concomitanza con altri paesi europei – Irlanda e Norvegia – e non fare il passo da solo. La misura ha alto valore simbolico ma non prospetta concreti effetti. IRLANDA “È la cosa giusta da fare”. Secondo il primo ministro irlandese Simon Harris questo è un giorno importante per la Palestina. Il riconoscimento dello Stato intende contribuire alla soluzione necessaria per la pace in Medio Oriente. “Riconosciamo lo Stato di Palestina”, afferma Harris. E l’annuncio di oggi ha un forte valore politico e simbolico, aggiunge, ed è l’unica via credibile verso la pace tra Israele e Palestina. Arriva in un momento buio per i palestinesi di Gaza, che stanno sperimentando “le più spaventose difficoltà e sofferenze”. ALTRI EUROPEI La Svezia ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina nel 2014, diventando il primo membro dell’UE nell’Europa occidentale a riconoscere lo Stato palestinese. Altri stati membri dell’UE che hanno già riconosciuto lo Stato palestinese, ma che hanno fatto il passo prima di aderire all’UE, sono Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Malta, Polonia e Romania. (con fonte Servimedia)

Giappone, export aumenta di valore per il quinto mese consecutivo

Giappone, export aumenta di valore per il quinto mese consecutivoRoma, 22 mag. (askanews) – Le esportazioni del Giappone sono cresciute ad aprile in termini di valore per il quinto mese consecutivo ad aprile. Lo mostrano i dati preliminari diffusi oggi dal ministero delle Finanze nipponico, che però segnalano come il deprezzamento dello yen abbia gonfiato il deficit della bilancia commerciale.


Le esportazioni totali del paese hanno raggiunto 8.900 miliardi di yen (52,4 miliardi di euro), con un aumento dell’8,3% rispetto all’anno precedente.Le importazioni totali sono state pari a 9.400 miliardi di yen (55,4 miliardi di euro), anch’esse in aumento dell’8,3%. Il deficit commerciale è stato di 462 miliardi di yen (2,7 miliardi di euro), dell’8% più elevato di quanto non fosse ad aprile 2023. Le esportazioni di automobili sono aumentate del 17,8%. Anche i prodotti legati ai chip sono aumentati, con le apparecchiature per la produzione di semiconduttori in crescita del 28,2% e i componenti elettronici, inclusi i semiconduttori, in aumento del 20,4%.


Le importazioni di petrolio greggio sono aumentate del 13,1%, mentre quelle di aeromobili sono aumentate del 293,7%. Per destinazione, le spedizioni verso gli Stati Uniti sono aumentate dell’8,8%, raggiungendo 1.800 miliardi di yen (10,6 miliardi di euro).


Le esportazioni verso la Cina sono cresciute per il quinto mese consecutivo del 9,6%, trainate da un aumento delle apparecchiature per la produzione di semiconduttori. Complessivamente, le esportazioni verso l’Asia sono cresciute del 9,7%, mentre quelle verso l’Ue sono diminuite del 2%. In termini di volume, le esportazioni totali sono diminuite del 3,2%. Ciò indica che l’aumento dei prezzi, piuttosto che una domanda sostanziale, ha guidato la crescita complessiva delle esportazioni in termini di valore. Il volume delle importazioni è aumentato dello 0,7%.


Secondo una cifra preliminare rilasciata dalla Banca del Giappone la scorsa settimana, i prezzi delle esportazioni del Giappone in termini di yen sono aumentati del 10,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I prezzi delle importazioni sono aumentati del 6,4%, a causa del yen debole e degli aumenti dei prezzi dei metalli come il rame. Lo yen debole (in giapponese il fenomeno si chiama en-yasu) rende più costosi gli acquisti dall’estero del Giappone – un paese che ha scarse materie prime – sebbene aumenti il valore dei guadagni esteri convertiti in yen da grandi aziende come Toyota Motor Corp. Le importazioni di petrolio e gas naturale sono aumentate di oltre il 23% ad aprile rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni di alimenti e materiali di produzione sono anch’esse aumentate.