Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Al via la stagione Moby da Genova, tornano le corse per Olbia e Bastia

Al via la stagione Moby da Genova, tornano le corse per Olbia e BastiaRoma, 15 mag. (askanews) – L’8 maggio è ripartita la “Classicissima del mare”, la rotta Genova – Olbia, una delle più amate dai viaggiatori che scelgono la Sardegna per le loro vacanze, una vera e propria “porta” per l’isola, in particolare per chi arriva dal Nord Italia e dal Nord Europa. Per l’estate 2024, il ponte sul mare fra Genova e Olbia si prolunga fino al 3 novembre, cogliendo fino all’ultimo la straordinaria stagione che contraddistingue la Sardegna, contribuendo anche alla destagionalizzazione del turismo che tanto successo ha avuto sull’isola negli ultimi anni.


Quattro le navi che copriranno questa rotta: Moby Aki, Moby Wonder, Moby Otta e Moby Drea con quattro partenze notturne, due in direzione Genova e due in direzione Olbia per permettere a ciascuno di modulare il viaggio secondo le proprie esigenze. E in più, dal 27 luglio al primo settembre, si aggiungono ulteriori partenze diurne, tre da Genova in direzione Sardegna e tre da Olbia in direzione Nord Italia. Nell’anno in cui si moltiplica l’offerta di Moby per la Corsica, con nuove linee e il prolungamento delle date in cui vengono effettuate quelle storiche, torna anche la linea tra Genova e Bastia e viceversa, che parte oggi e andrà avanti fino al 30 settembre, con orari differenziati nel corso dell’estate che vengono incontro alle esigenze dei passeggeri.


Per l’andata da Genova a Bastia, infatti, fino al 14 agosto, la partenza avverrà alle 21 con arrivo in Corsica alle 7 della mattina successiva, mentre dal 16 agosto le partenze da Genova saranno alle 11 con arrivo a Bastia alle 18,30. Specularmente, i viaggi da Bastia a Genova fino al 14 agosto saranno diurni con partenza alle 11 e arrivo in Italia alle 18,30, mentre da Ferragosto le partenze saranno alle 21 dalla Corsica con l’approdo a Genova alle 7 della mattina successiva. Venendo incontro alle esigenze dei passeggeri, sulla tratta Genova-Bastia-Genova verranno utilizzate navi con ampia capacità di cabine e nei giorni di maggiore affluenza, da giugno a settembre, nei fine settimana verranno aggiunte ulteriori partenze supplementari diurne veloci con Moby Aki e Moby Wonder, che permetteranno di raggiungere la Corsica con un viaggio ancora più rapido.


Praticamente, una metropolitana sul mare per venire incontro a tutte le esigenze dei passeggeri, con i migliori servizi di bordo a disposizione, dalla ristorazione di assoluta qualità e contraddistinta da stagionalità, leggerezza e freschezza alla possibilità di assistere a tutti gli eventi sportivi e non perdere nemmeno un minuto della grande stagione di Sky nemmeno in mezzo al mare.

Gentiloni: “Sarà una estate calda per i conti pubblici”

Gentiloni: “Sarà una estate calda per i conti pubblici”Roma, 15 mag. (askanews) – Si preanuncia una “estate calda per i conti pubblici” in Europa. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, rispondendo a una domanda sull’entrata in vigore delle regole riviste sul Patto di stabilità e di crescita durante la conferenza stampa di presentazione delle previsioni economiche di primavera.


“Per quanto riguarda le nuove regole di bilancio, ovviamente quando inizi un nuovo processo devi avere tanta flessibilità e pazienza e determinazione. E sono molto contento di vedere che la maggior parte dei paesi membri, direi praticamente tutti, stanno lavorando in questa prospettiva. Avremo una estate di bilancio calda – ha detto – iniziando penso a giugno: il 19 ci sta il pacchetto di primavera (e le possibili procedure per deficit eccessivo-ndr) e il 21 daremo ai Paesi membri le nostre linee guida e le traiettorie per i loro piani di medio termine”. “Chiediamo ai Paesi di darci per settembre questi piani. Quindi tanto lavoro da fare. Ovviamente è un periodo di transizione per il ciclo politico a Bruxelles, ma penso che dopo tutti questi impegni raggiunti, questi accordi, sono sicuro che avverrà con queste scadenze, ovviamente con la necessaria flessibilità”, ha concluso.

Istat: poco più della metà dei giovani legge almeno un libro all’anno

Istat: poco più della metà dei giovani legge almeno un libro all’annoRoma, 15 mag. (askanews) – Nel 2023, il 53,3 per cento dei giovani tra 16 e 24 anni ha svolto almeno due attività culturali fuori casa nel corso di un anno, quota stabile rispetto a venti anni prima (il 52,3 per cento nel 2003). Inoltre, poco più della metà dei giovani legge almeno un libro l’anno (il 53,5 per cento nel 2003 e il 51,4 per cento nel 2023). Oggi come venti anni fa, le ragazze partecipano più dei ragazzi. Lo rileva l’Istat nel Rapporto Annuale 2024, presentato oggi.


Riguardo la popolazione adulta, negli ultimi 20 anni, si è osservato un aumento della partecipazione culturale fuori casa (dal 35,9 del 2003 al 38,3 per cento del 2023), mentre diminuisce la quota di adulti che legge almeno un libro l’anno (dal 44 per cento del 2003 al 40,9 per cento del 2023). Tra le persone di 65 anni e più, invece, nel 2023 il 17,2 per cento ha svolto ad almeno due attività culturali fuori casa nel corso di un anno, valori di oltre una volta e mezzo superiori rispetto al 2003; inoltre è aumentata l’abitudine a leggere almeno un libro l’anno (il 23,5 per cento nel 2003 contro il 29,5 per cento del 2023).

Torna campagna Efsa #PlantHealth4Life per proteggere piante

Torna campagna Efsa #PlantHealth4Life per proteggere pianteRoma, 15 mag. (askanews) – Un’ampia coalizione di partner da tutta Europa ha unito le forze per dare il via oggi al secondo anno della campagna #PlantHealth4Life, che mira ad aumentare la consapevolezza dei legami tra la salute delle piante e la nostra vita, sollecitando l’azione dei cittadini per proteggere la salute delle piante. La campagna è condotta dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), dalla Commissione europea (CE) e da 22 Paesi europei.


#PlantHealth4Life mira a rendere la collettività consapevole dei rischi per la salute delle piante e del ruolo che ognuno di noi può svolgere per proteggerle. #PlantHealth4Life è una campagna pluriennale e multinazionale sviluppata su richiesta della Commissione europea e basata su un’analisi approfondita delle percezioni e dei comportamenti in materia di salute delle piante in tutta l’UE. Quest’anno la campagna coinvolge 21 Stati membri e un Paese candidato all’adesione all’UE, raddoppiando la portata rispetto all’anno precedente: Belgio, Cechia, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria e Montenegro. “La salute delle piante ha un impatto non solo sull’ambiente, sull’economia e sulla catena alimentare europea, ma anche sul nostro presente e sul nostro futuro: mantenendo le piante in salute, proteggiamo la vita”, spiega in una nota Tobin Robinson, capo dell’unità Piante dell’EFSA, che presenterà la campagna al simposio “Plant Health Without Borders” che è organizzato dalla presidenza belga del Consiglio dell’UE e si svolge oggi a Bruxelles.


“Cittadini europei consapevoli e forniti di informazioni accurate sulla salute delle piante possono contribuire a proteggere e preservare la nostra biodiversità – ha detto Claire Bury, vicedirettrice generale per la Sostenibilità alimentare della DG SANTE – La salute delle piante è una priorità per la Commissione europea nell’ambito dell’approccio One Health. Facendo capire alle persone come sia essenziale non importare organismi nocivi nell’Unione europea e fornendo loro le conoscenze necessarie per intraprendere azioni adeguate, possiamo fare la differenza”.

La Ue taglia le previsioni di inflazione nell’eurozona

La Ue taglia le previsioni di inflazione nell’eurozonaRoma, 15 mag. (askanews) – La Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione dell’area euro: dopo il 5,4% del 2023 dovrebbe rallentare al 2,5% sulla media di quest’anno e al 2,1% nel 2025. Le nuove stime sono contenute nelle previsioni economiche di primavera, tre mesi fa l’esecutivo comunitario indicava una inflazione media 2024 al 2,7% e un 2,2% sul prossimo anno. Per l’area euro l’obiettivo della Bce è una inflazione al 2%. E’ ampiamente atteso un primo taglio dei tassi di interesse da parte dell’istituzione monetaria al consiglio direttivo del 6 giugno.

Superbonus, Confedercontribuenti:ricorso contro emendamento Giorgetti

Superbonus, Confedercontribuenti:ricorso contro emendamento GiorgettiRoma, 15 mag. (askanews) – Confedercontribuenti ha incaricato immediatamente i propri legali di fare ricorso contro l’emendamento Giorgetti sul Superbonus, dopo il voto di ieri sera in Commissione Finanze al Senato. “È un atto dovuto – commenta in una nota il presidente della Confederazione Nazionale delle Imprese e dei Contribuenti, Carmelo Finocchiaro – la politica ha deciso di fare fallire 10.000 aziende, ma noi ci opporremo con tutte le nostre forze. Siamo pronti a portare questa battaglia anche di fronte alla Corte Costituzionale, se sarà necessario. Gli italiani non si devono lasciar ingannare da questi partiti che hanno deciso di distruggere la piccola e media impresa”.


Confedercontribuenti concorda sul fatto che sul Superbonus sia necessario “mettere in chiaro la situazione”. “Lo ha chiesto lo stesso ministro Giorgetti – prosegue Finocchiaro – ma dovrebbe essere il primo a fare chiarezza. Il debito pubblico italiano a marzo ha toccato i 2.900 miliardi di euro. A settembre 2022, subito prima che si insediasse il governo Meloni, era di 2.742 miliardi. Da quando questo governo è in carica, quindi, è cresciuto di circa 160 miliardi di euro. Il ministro Giorgetti sta cercando di scaricare tutta la colpa sul Superbonus, eppure egli stesso ha ammesso che l’incentivo avrà un impatto di 30 miliardi l’anno, per i prossimi quattro anni. Forse il Ministro dovrebbe cercare altrove le cause del debito pubblico. Anche perché l’unica soluzione che ha saputo escogitare è una ‘norma fallisci-imprese’ che manderà sul lastrico centinaia di migliaia di famiglie”. “In questa crociata, Giorgetti – prosegue il Presidente di Confedercontribuenti, – è riuscito a ricondurre all’ordine Tajani, offrendogli il contentino della Sugar Tax. Bugiardi senza ritegno: la misura è stata rinviata solo fino a gennaio prossimo. Anche Renzi sembra quasi aspettasse un’occasione per legittimarsi agli occhi della premier Meloni. Una vergogna nella vergogna. Ma l’Italia, che un tempo era patria del Diritto, adesso è diventato il Paese della violazione costante della Costituzione”.


A questo proposito, il presidente della Confederazione Nazionale delle Imprese e dei Contribuenti rivolge un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affinché “rimandi al Parlamento una norma palesemente incostituzionale, dal momento che ripartisce in maniera retroattiva la detraibilità dei crediti. In caso contrario – conclude Finocchiaro, – depositeremo il nostro ricorso il giorno stesso in cui la norma diventerà esecutiva”.

Il 56% degli italiani vorrebbe mangiare più spesso insieme alla propria famiglia

Il 56% degli italiani vorrebbe mangiare più spesso insieme alla propria famigliaRoma, 15 mag. (askanews) – In Italia il tempo trascorso in famiglia durante i pranzi e/o le cene è considerato particolarmente importante, con più della metà degli italiani (56%) che vorrebbe trovare più spesso del tempo per mangiare insieme al proprio nucleo familiare, percentuale che si alza al 67% se si considera la fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni1. Per approfondire l’argomento proprio in occasione della Giornata Internazionale della Famiglia che ricorre il 15 maggio, informa una nota, HelloFresh, il servizio di box ricette a domicilio, ha commissionato una survey all’istituto di ricerca Censuswide per indagare quali sono i trend e le abitudini a tavola e in cucina delle famiglie in Italia, tra momenti di condivisione e fonti di ispirazione.


Dalla ricerca emerge che il 57% degli italiani condivide pranzi e/o cene insieme al proprio/a partner durante la settimana, di cui il 33% anche con i propri figli. I dati fanno emergere inoltre la progressiva evoluzione del concetto di famiglia in Italia, con il 6% dei rispondenti che dichiara di condividere i pasti con amici e l’1% con i coinquilini, mentre il 17% risponde di mangiare da solo. Per quanto riguarda la suddivisione dei compiti, il 59% dei rispondenti afferma di essere in prima persona il responsabile della decisione in merito a che cosa cucinare in famiglia, seguiti dalle mamme (18%) e dai propri partner (16%). Le restanti percentuali coinvolgono altri componenti familiari, come i papà, ma la percentuale si attesta al 2%. Con l’età si conquista maggiore autonomia: 5 italiani su 10 (54%) tra i 16 e i 24 anni dichiarano infatti che sia più spesso la propria madre a decidere cosa cucinare, mentre il 66% degli italiani tra i 35 e i 44 anni affermano che sono loro stessi a decidere il menù dei pasti casalinghi.


Ma chi è considerato il miglior chef della famiglia? Nella top 5 dei migliori cuochi del proprio nucleo familiare al primo posto il 39% dei rispondenti si auto-proclama come miglior cuoco/a, seguiti dalle mamme al secondo posto (26%) e dal partner al terzo posto (17%). Al quarto posto si posizionano le nonne (5%), mentre al quinto posto a pari merito i papà (4%) e i propri fratelli/sorelle (4%). Tramandare i saperi culinari in famiglia: il ruolo centrale delle mamme in Italia Gli italiani hanno un forte legame con la cultura gastronomica locale e le famiglie giocano un ruolo fondamentale nel passaggio generazionale delle conoscenze e delle skill culinarie: da quanto emerso dal sondaggio, ben 6 italiani su 10 (64%) dichiarano infatti di ritagliarsi del tempo per tramandare le conoscenze gastronomiche alle generazioni più giovani.


Quasi un terzo dei rispondenti (32%) conferma poi di impiegare le capacità culinarie ereditate dai propri genitori o dai propri nonni tutti i giorni, mentre il 50% le utilizza solo qualche volta come guida, il 14% le impiega raramente e il 2% mai (il restante 2% risponde di non aver ereditato saperi culinari dalla propria famiglia). Ma chi è la principale fonte di ispirazione degli italiani in cucina? Per 6 intervistati su 10 (62%) ci sono le mamme a ispirare le ricette, seguite dalle nonne (31%) e dai propri partner (20%). Il 15% si lascia poi influenzare anche da chef famosi, mentre il 14% dai propri amici e il 13% dai propri padri.


L’uso di schermi tecnologici a tavola in famiglia: pareri contrastanti a seconda delle generazioni Fruire di contenuti da varie tipologie di schermi (dal televisore al proprio telefono) mentre si mangia in famiglia fa parte della routine casalinga per il 78% degli italiani, di cui il 48% che dichiara di utilizzare gli schermi a tavola tutti i giorni, il 24% alcune volte a settimana e il 6% una volta a settimana. Solo il 15% risponde di non utilizzare mai schermi durante pranzi e/o cene in famiglia e il restante 7% riporta di utilizzarli meno di una volta a settimana. La frequenza e la percezione dell’utilizzo degli schermi mentre si mangia in famiglia cambia significativamente a seconda dell’età dei rispondenti. Per quanto riguarda la frequenza, il 59% degli intervistati tra i 25 e i 34 anni è infatti più propenso ad affermare che in famiglia si utilizzano quotidianamente gli schermi durante i pasti, contro il 36% degli intervistati di età superiore ai 55 anni che dichiara lo stesso. Invece, confrontando la percezione degli schermi delle diverse generazioni, il 47% dei rispondenti di età superiore ai 55 anni, la generazione dei Baby Boomer, percepisce l’utilizzo di qualsiasi tipo di schermo durante i pasti come una cosa negativa contro solo il 19% dei rispondenti di età compresa tra i 16 e i 24 anni, la Generazione Z, che lo valuta negativamente. “Uno dei maggiori temi emersi dalla ricerca è che il cibo è condivisione: mangiare in compagnia è per gli italiani un elemento essenziale per rafforzare il legame con la propria famiglia poiché presuppone di dedicare del tempo prezioso alla scelta del menù e alla preparazione dei piatti, oltre a rappresentare un momento di ritrovo in cui fermarsi per gustare insieme la semplicità e la genuinità di un piatto fatto in casa. HelloFresh è un servizio in linea con questo bisogno di condivisione, grazie a cui riscoprire la gioia di stare insieme provando ricette sempre nuove e proponendo al tempo stesso un’attività alternativa piacevole e semplice, perfetta per coinvolgere tutta la famiglia, a prescindere da come essa sia composta” afferma Alessa Pomerantz, Responsabile dello sviluppo ricette di HelloFresh.

Istat: 5,7 mln di persone in povertà assoluta, top dal 2014

Istat: 5,7 mln di persone in povertà assoluta, top dal 2014Roma, 15 mag. (askanews) – Per l’effetto del forte rialzo dell’inflazione degli ultimi tre anni le spese per consumo delle famiglie sono diminuite in termini reali ed è aumentata la distanza tra le famiglie più e meno abbienti. Questo aumento della sofferenza economica si è riflessa nel contemporaneo peggioramento degli indicatori di povertà assoluta, che ha colpito nel 2023 il 9,8% della popolazione, raggiungendo livelli mai toccati negli ultimi 10 anni (per un totale di 2 milioni 235mila famiglie e di 5 milioni 752mila individui in povertà). E’ quanto rileva il rapporto annuale dell’Istat.


L’incremento di povertà assoluta ha riguardato principalmente le fasce di popolazione in età lavorativa e i loro figli. Il reddito da lavoro, in particolare quello da lavoro dipendente, ha visto affievolirsi la sua capacità di proteggere individui e famiglie dal disagio economico. Gli indicatori di povertà negli ultimi 10 anni mostrano una convergenza territoriale tra le ripartizioni, ma verso una situazione di peggioramento.Tra il 2020 e il 2022 l’erogazione del reddito di cittadinanza ha permesso di uscire dalla povertà a 404mila famiglie nel 2020, 484mila nel 2021 e 451mila nel 2022. Per quanto riguarda gli individui, l’uscita dalla povertà ha riguardato 876mila persone nel 2020 e oltre un milione nel 2021 e nel 2022. Senza il RdC, l’incidenza di povertà assoluta familiare nel 2022 sarebbe stata superiore di 3,8 e 3,9 punti percentuali rispettivamente nel Sud e nelle Isole.


 

Il Buy Now Pay Later usato da 6 Italiani su 10 (+13% rispetto al 2022)

Il Buy Now Pay Later usato da 6 Italiani su 10 (+13% rispetto al 2022)Roma, 15 mag. (askanews) – Anche nel 2023 il Buy Now Pay Later (BNPL) si conferma una delle opzioni di pagamento più apprezzate in Europa e in Italia. Da nuovo trend in grado di offrire vantaggi, sia per l’utente finale, sia per l’esercente, il modello si presenta ora sul mercato italiano come una solida opzione di pagamento, con un numero di utenti in rapida crescita.


È quanto emerge dalla terza edizione dello studio condotto da Kantar per FLOA, società al 100% del gruppo BNP Paribas con oltre 20 anni di esperienza nel settore dei pagamenti e del credito, per analizzare le abitudini e i costumi dei consumatori nel 2023 in relazione all’adozione del BNPL. A livello europeo, informa una nota, il 68% degli intervistati dichiara di adottare il BNPL e il 44% di utilizzarlo almeno qualche volta. Valori stabili rispetto al 2022 in cui si registrava un 43% per l’uso saltuario. Seppur la quota di utenti sia ancora leggermente inferiore alla media europea, in Italia il BNPL continua a crescere. Oggi la soluzione è ampiamente adottata dal 57% del campione, mentre il 35% lo ha scelto almeno qualche volta come forma di pagamento. Rispetto al 2022, l’Italia registra una rapida crescita (+13%). Insieme all’Olanda, il nostro Paese è l’unico a mostrare questo trend.


I dati dimostrano come il modello BNPL sia ormai consolidato nelle abitudini d’acquisto degli italiani, soprattutto dagli Under 40, che tendono a utilizzarlo con maggiore frequenza. Quasi la metà (41%) degli utenti effettua più di 8 acquisti all’anno con il BNPL, dato in aumento del +11% rispetto all’ultima rilevazione (in Europa la media è del 40%). In generale, tutti i settori sono interessati, ma le prime 3 categorie sono: elettrodomestici, tecnologia e viaggi. Relativamente alla modalità di pagamento scelta, la percentuale di italiani che preferiscono lo split payment è di poco superiore a quella relativa al pagamento dilazionato, rispettivamente il 28% e il 25% del campione intervistato. Tuttavia, la quota di utenti che scelgono lo split payment sta crescendo due volte più velocemente (+22% vs 2022) rispetto al pagamento dilazionato (+9%). Un dato che conferma la popolarità della soluzione e come, in un contesto di inflazione, il consumatore è alla ricerca di una maggiore flessibilità.


Per i negozianti il pagamento rappresenta una componente chiave nel rapporto con il cliente: secondo la ricerca Kantar, per un italiano su tre (31%) i metodi di pagamento accettati sono un fattore differenziante quando si sceglie un rivenditore, sia online sia in-store. Per quanto riguarda il BNPL, il 72% degli intervistati dichiara di essere disposto a cambiare negozio se questa opzione non è offerta dall’esercente: un dato ben oltre la media europea del 54%, che conferma la centralità che questo metodo di pagamento ha conquistato nelle abitudini di acquisto degli italiani. Il BNPL si dimostra anche elemento importante nell’incentivare un consumo più responsabile: per più della metà degli utenti in Italia questa forma di pagamento consente di acquistare prodotti di maggiore qualità (58%). Tendenza che vale anche per il mercato del second hand, dove la possibilità di utilizzare il BNPL incoraggerebbe il 44% del campione italiano a preferire i prodotti di seconda mano rispetto a quelli nuovi e quasi un quarto degli intervistati dichiara di averlo già usato per questa tipologia di acquisti (27%).


“Il Buy Now Pay later sta trasformando le nostre abitudini di acquisto e si conferma un’opzione di pagamento irrinunciabile sia in Italia, dove presenta ancora ampio margine di crescita, sia in Europa, dove il numero di utenti sembra essersi stabilizzato” – ha commentato Andrea Boschi, Country Manager di FLOA per l’Italia. “Come forma di Embedded Finance, consente alle entità alle aziende di qualsiasi settore di offrire servizi finanziari digitali ed è una soluzione win-win che aiuta ad aumentare la fidelizzazione dei clienti e l’inclusione finanziaria. Le potenzialità del BNPL, infine, si stanno estendendo dall’e-commerce anche ai punti vendita fisici”.

Istat: in 3 anni Pil italiano oltre media Ue, bene mercato lavoro

Istat: in 3 anni Pil italiano oltre media Ue, bene mercato lavoroRoma, 15 mag. (askanews) – Nella fase di ripresa dallo choc del 2020, l’Italia è l’economia che, tra le quattro maggiori dell’Ue, è cresciuta a un ritmo più elevato, recuperando il livello del Pil di fine 2019 già nel terzo trimestre del 2021. Alla crescita si è associato il buon andamento del mercato del lavoro. E’ quanto rileva il rapporto annuale dell’Istat.


Nel confronto con l’ultimo trimestre del 2019, a fine del 2023 il livello del Pil era superiore del 4,2% in Italia, del 2,9% in Spagna, dell’1,9% in Francia e dello 0,1% in Germania.