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Autore: Redazione StudioNews

Ok Comagri a proposta di legge su birra artigianale

Ok Comagri a proposta di legge su birra artigianaleRoma, 24 apr. (askanews) – Ok della Commissione agricoltura alla proposta di legge sulla birra artigianale. Lo annuncia il presidente della commissione Agricoltura, il deputato della Lega Mirco Carloni, spiegando in una nota: “siamo soddisfatti per l’approvazione in commissione della nostra Pdl per la promozione e la valorizzazione dei prodotti e delle attività dei produttori di birra artigianale. Un passo importante per un prodotto tradizionale italiano, che merita di essere esaltato nella filiera della produzione birraia e nei metodi di lavorazione”.


Tra le priorità della legge, l’incentivazione della coltivazione e della qualità delle materie prime per la produzione di birra artigianale, il miglioramento delle competenze professionali, una maggiore cooperazione tra imprese, più informazione al consumatore e il miglioramento delle condizioni di produzione e commercializzazione di orzo e luppolo. “Ora avanti tutta con l’iter in Aula”, conclude Carloni.

Sequestrate 200 tonn. latte e prodotti caseari, Lollobrigida: bene

Sequestrate 200 tonn. latte e prodotti caseari, Lollobrigida: beneRoma, 24 apr. (askanews) – Sono circa 200 le tonnellate di latte e di prodotti lattiero caseari che sono state sequestrate in alcune località delle Marche dall’Unità investigativa Centrale del Dipartimento dell’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari del MASAF (ICQRF) e dal Comando Carabinieri NAS di Ancona.


Le attività di ricerca e sequestro hanno portato ad un totale di circa 90 tonnellate di latte e 110 tonnellate di prodotti lattiero caseari sequestrati, insieme a circa 2,5 tonnellate di sostanze sofisticanti. Il valore complessivo è di circa 800mila euro. “Ringrazio il nostro Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari ICQRF per i controlli serrati portati avanti ogni giorno sul nostro territorio, a difesa dei produttori e delle persone che acquistano”, sottolinea in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.


“L’ICQRF, insieme ai NAS dei Carabinieri, ha contribuito a portare a segno un’importante operazione, nel solco dell’impegno contro ogni tipo di contraffazione e di inganno sui prodotti agroalimentari italiani. Qualità, benessere e sicurezza sono elementi di forza del Made in Italy”, ha concluso Lollobrigida. I controlli sono scattati a seguito delle indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Pesaro a carico di 10 persone e 3 società, al fine di bloccare un complesso fenomeno di adulterazione e sofisticazione che serviva a coprire e correggere il cattivo stato di conservazione di prodotti destinati alla grande distribuzione. L’operazione ha impiegato complessivamente oltre 60 ufficiali di polizia giudiziaria, tra Carabinieri dei NAS e Ispettori dell’ICQRF.

Corsini-Bortone in Vigilanza su caso Scurati, no della maggioranza

Corsini-Bortone in Vigilanza su caso Scurati, no della maggioranzaRoma, 24 apr. (askanews) – La commissione bicamerale di Vigilanza Rai ha deciso a maggioranza di non audire il responsabile approfondimento, Paolo Corsini, e la conduttrice Serena Bortone sul “caso Scurati”. La richiesta di audizione era stata formalizzata alla presidente Barbara Floridia dal capogruppo Pd, Stefano Graziano, e sostenuta da tutte le opposizioni.


Per Graziano si tratta di un “grave strappo, una forzatura incomprensibile: metodi già visti. La commissione di Vigilanza Rai viene silenziata a colpi di maggioranza. Cosa ancor più grave che avvenga alla vigilia della festa della Liberazione. Il Parlamento deve essere messo nelle condizioni di fare luce su un caso grave di gestione della Rai. Di cosa hanno paura? Non saranno le sempre più insistenti indiscrezioni sui contatti diretti tra palazzo Chigi e i vertici Rai per la gestione del ‘caso Scurati’ a preoccupare Meloni?”. “I meloniani – accusa Dario Carotenuto (M5s) – hanno alzato un muro impedendo a colpi di maggioranza l’audizione della Bortone dopo averla beceramente attaccata nei giorni scorsi. A nulla è valso il nostro appello al buonsenso e a portare il dibattito che è in corso in tutto il Paese nel luogo istituzionale deputato a discuterne: hanno preferito fare censura anche in vigilanza. Non gli basta fare un uso privato della RAI, si spingono a fare altrettanto con la commissione di vigilanza utilizzandola a loro uso e consumo. Quando si è trattato di convocare Sigfrido Ranucci per intimidirlo dopo le sue inchieste, lo hanno fatto. Adesso si nascondono dietro pretestuose formalità per impedire alla commissione di approfondire un tema dibattuto in tutto il Paese. Così si manda un messaggio sbagliatissimo e si colpisce l’autorevolezza dell’istituzione”.


Il presidente dei deputati di Forza Italia, Maurizio Gasparri, e il capogruppo azzurro in Vigilanza Rai, Roberto Rosso, difendono la scelta: “Il caso Bortone appare chiaro. Sarà necessario comunque approfondire la vicenda quando l’8 maggio saranno ascoltati in Commissione parlamentare di vigilanza l’amministratore delegato e il direttore generale della Rai. In quella occasione potremo conoscere il primo esito delle verifiche in corso in Rai. Ma già fin d’ora le cose appaiono chiare. La trasmissione di Rai Tre, la sera prima del programma ha inviato alla direzione competente la scaletta della puntata indicando la presenza di Scurati, specificando nel gergo aziendale la qualifica TG, ovvero ‘titolo gratuito’. La trasmissione ha inviato anche il comunicato stampa con la scaletta comprendente l’intervento di Scurati, con immediata approvazione della direzione approfondimenti. Il tutto immaginiamo sia ampiamente documentato. È chiaro che non c’è stata nessuna censura e che qualcuno non dice cose vere. Siamo di fronte a una strumentalizzazione, dovuta più alla preoccupazione di palinsesti futuri che a censure inesistenti. Insomma più spettacolo che informazione”.

Germania, clima di fiducia delle imprese risale più del previsto

Germania, clima di fiducia delle imprese risale più del previstoRoma, 24 apr. (askanews) – Miglioramento leggermente superiore al previsto ad aprile per il clima di fiducia delle imprese in Germania. L’indice elaborato dal centro studi Ifo è salito a 89,4 punti, da 87,8 punti registrati a marzo. Il valore è risultato al di sopra del livello atteso in media dagli analisti.


Da molti mesi la dinamica della fiducia delle imprese in Germania risente delle difficoltà nel massiccio settore manifatturiero, che accusa sul lungo termine il contraccolpo dei rincari energetici e del taglio agli approvvigionamenti dalla Russia deciso in risposta alla guerra in Ucraina. In più, il comparto immobiliare e le costruzioni risentono del contesto di tassi di interesse elevati. Secondo l’Ifo “l’economia si stabilizzando, specialmente grazie alle imprese dei servizi”.

L’Istat: ad aprile in calo il clima di fiducia di consumatori e imprese

L’Istat: ad aprile in calo il clima di fiducia di consumatori e impreseRoma, 24 apr. (askanews) – Ad aprile peggiora sia il clima di opinione dei consumatori sia quello delle imprese: l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce da 96,5 a 95,2 e l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese scende da 97,0 a 95,8. Lo ha reso noto l’Istat.


La dinamica negativa dell’indicatore di fiducia dei consumatori esprime il deterioramento del clima economico (da 101,9 a 99,4), di quello personale (da 94,6 a 93,7) e, soprattutto, di quello futuro (l’indice cala da 97,2 a 93,9). Il clima corrente, invece, registra un lieve incremento (l’indice sale da 96,0 a 96,2). Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia si riduce in tutti e quattro i comparti economici indagati, seppur con intensità diverse: nelle costruzioni, nel commercio al dettaglio e nei servizi di mercato si registrano i cali più consistenti (rispettivamente da 105,7 a 103,4, da 104,5 a 103,0 e da 100,7 a 99,5); nella manifattura la diminuzione è più contenuta (l’indice scende da 88,4 a 87,6). Quanto alle componenti degli indici di fiducia dei comparti economici, nella manifattura peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sul livello di produzione; le scorte sono giudicate in decumulo. Nelle costruzioni tutte le componenti si deteriorano.


Passando al comparto dei servizi di mercato, un peggioramento dei giudizi sugli ordini si unisce ad un’evoluzione positiva delle opinioni sull’andamento degli affari; le attese sugli ordini rimangono stabili rispetto allo scorso mese. Con riferimento al commercio al dettaglio, le vendite sono giudicate in miglioramento mentre le relative attese diminuiscono; si stima un accumulo delle scorte di magazzino. “Dopo il rialzo registrato a marzo 2024, il clima di fiducia delle imprese – è il commento dell’Istat – diminuisce tornando al livello dello scorso febbraio. Il calo dell’indicatore complessivo rappresenta un diffuso peggioramento della fiducia in tutti i comparti economici indagati. Ad aprile 2024 l’indice di fiducia dei consumatori si riduce per il secondo mese consecutivo e registra il valore più basso da novembre 2023. Il ridimensionamento dell’indice è dovuto principalmente al peggioramento delle aspettative sulla situazione economica generale (comprese le attese sulla disoccupazione), su quella familiare nonché ad un deciso deterioramento delle opinioni sulla possibilità di risparmiare in futuro”.

Istat, ad aprile in calo il clima di fiducia di consumatori e imprese

Istat, ad aprile in calo il clima di fiducia di consumatori e impreseRoma, 24 apr. (askanews) – Ad aprile peggiora sia il clima di opinione dei consumatori sia quello delle imprese: l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce da 96,5 a 95,2 e l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese scende da 97,0 a 95,8. Lo ha reso noto l’Istat.


La dinamica negativa dell’indicatore di fiducia dei consumatori esprime il deterioramento del clima economico (da 101,9 a 99,4), di quello personale (da 94,6 a 93,7) e, soprattutto, di quello futuro (l’indice cala da 97,2 a 93,9). Il clima corrente, invece, registra un lieve incremento (l’indice sale da 96,0 a 96,2). Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia si riduce in tutti e quattro i comparti economici indagati, seppur con intensità diverse: nelle costruzioni, nel commercio al dettaglio e nei servizi di mercato si registrano i cali più consistenti (rispettivamente da 105,7 a 103,4, da 104,5 a 103,0 e da 100,7 a 99,5); nella manifattura la diminuzione è più contenuta (l’indice scende da 88,4 a 87,6).


Quanto alle componenti degli indici di fiducia dei comparti economici, nella manifattura peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sul livello di produzione; le scorte sono giudicate in decumulo. Nelle costruzioni tutte le componenti si deteriorano. Passando al comparto dei servizi di mercato, un peggioramento dei giudizi sugli ordini si unisce ad un’evoluzione positiva delle opinioni sull’andamento degli affari; le attese sugli ordini rimangono stabili rispetto allo scorso mese. Con riferimento al commercio al dettaglio, le vendite sono giudicate in miglioramento mentre le relative attese diminuiscono; si stima un accumulo delle scorte di magazzino.


“Dopo il rialzo registrato a marzo 2024, il clima di fiducia delle imprese – è il commento dell’Istat – diminuisce tornando al livello dello scorso febbraio. Il calo dell’indicatore complessivo rappresenta un diffuso peggioramento della fiducia in tutti i comparti economici indagati. Ad aprile 2024 l’indice di fiducia dei consumatori si riduce per il secondo mese consecutivo e registra il valore più basso da novembre 2023. Il ridimensionamento dell’indice è dovuto principalmente al peggioramento delle aspettative sulla situazione economica generale (comprese le attese sulla disoccupazione), su quella familiare nonché ad un deciso deterioramento delle opinioni sulla possibilità di risparmiare in futuro”.

Euro digitale, Cipollone: siamo a un crocevia sui sistemi pagamento

Euro digitale, Cipollone: siamo a un crocevia sui sistemi pagamentoRoma, 24 apr. (askanews) – “Sistemi di pagamento al dettaglio innovativi, integrati e indipendenti sono componenti cruciali del nostro sistema monetario”. Gli sforzi compiuti dall’Eurosistema delle banche centrali con il meccanismo Sepa, per ottenere sul contante l’accettazione di un metodo di pagamento universale sono stati cruciali per l’integrazione e l’efficienza nel sistema europeo dei pagamenti. Ora però siamo a un crocevia nella transizione sui pagamenti ell’era digitale, con il rischio di veder estromessa la moneta pubblica e che i provider europei non riescano a risultare competitivi in una dimensione europea, per non parlare di una scala globale”. Lo ha affermato Piero cipollone, componente del comitato esecutivo della Bce, aprendola conferenza su innovazione integrazione dei sistemi di pagamento europei, organizzata oggi dall’istituzione moneta monetaria a Francoforte.


Cipollone, che ha la delega sui sistemi di pagamento è tornato a promuovere la necessità di adottare l’euro digitale. Secondo l’esponente della Bce “per gestire queste sfide abbiamo approntato due strategie di trasformazione: l’euro digitale e la strategia sui pagamenti al dettaglio, quest’ultima si focalizza su soluzioni di pagamento paneuropee Nella fase di interazione”. L’ipotesi di creare valute versioni digitali delle monete delle banche centrali e allo studio da parte di diverse giurisdizioni e economie. Oltre alla Bce, ad esempio, su questo versante è al lavoro anche la Banca d’Inghilterra. Vi sono tuttavia delle controversie sulla questione, assieme a dubbi sull’uso finale che potrebbero avere questi strumenti; gli scetticismi risultano particolarmente accentuati negli Stati Uniti, tanto che lì al momento la Federal Reserve appare in una fase molto meno avanzata sui preparativi di un ipotetico dollaro digitale.


Secondo Cipollone l’euro digitale “non solo darebbe ai cittadini europei più libertà di scelta”, ma anche “l’abilità di pagare con una soluzione sicura che sia ampiamente accettata dentro tutta l’area euro. Stabilirebbe anche una infrastruttura comune con dimensioni europee sulla quale gli intermediari privati potranno costruire per offrire soluzioni di pagamento competitive e innovative in Europa”. Cipollone ha parlato della cooperazione tra settore pubblico e privato, tramite la quale si può raggiungere “maggiore integrazione, innovazione e indipendenza sui pagamenti a beneficio dei consumatori e dei fornitori di servizi di pagamento”.

Legge Usa anti-TikTok, ByteDance promette battaglia legale

Legge Usa anti-TikTok, ByteDance promette battaglia legaleRoma, 24 apr. (askanews) – TikTok, il social network più amato dai giovanissimi, è diventato uno dei maggiori ostacoli nelle relazioni tra Stati uniti e Cina. Nelle ultime ore il Senato ha approvato, all’interno di un pacchetto più ampio di misure, anche il provvedimento “sell-or-ban” nei confronti di ByteDance, la società cinese proprietaria della piattaforma di brevi video. Si tratta di un passaggio che porterà poi la norma sul tavolo del presidente Joe Biden, il quale ha già detto di volerla promulgare, mentre la piattaforma cinese promette una battaglia legale.


La legge prevede che ByteDance debba vendere la piattaforma, se vuole restare sul mercato Usa. E’ stata inserita nel pacchetto più ampio da 95 miliardi di dollari, in cui sono compresi anche aiuti all’Ucraina e a Israele ed è stata approvata con 79 voti a favore contro 18. Oggi Biden dovrebbe firmare il provvedimento. La situazione, dal punto di vista di TikTok, è precipitata quando la scorsa settimana la Camera dei Rappresentanti – a maggioranza repubblicana – ha deciso di bruciare i tempi inserendo il provvedimento all’interno del pacchetto di misure ad alta priorità. Secondo alcuni osservatori, a spingere la Camera a indurire la posizione sarebbe stata l’asfissiante lobbying messa in piedi dalla parte cinese.


Come contentino a ByteDance è stata offerta una dilazione dei tempi per la vendita: non più sei mesi come nella precedente versione, ma nove mesi più tre nel caso in cui la vendita fosse in corso. Questo perché si tratta di un’operazione da diverse decine di miliardi di dollari. L’approvazione viene in un momento importante. Proprio oggi inizia la visita del segretario di stato Usa Antony Blinken in Cina, che proseguirà fino al 26 aprile. Indubbiamente nei colloqui di alto livello che il capo della diplomazia americana terrà, sarà posta anche la questione di TikTok sulla quale il ministero degli Esteri cinese ha già espresso ostilità. Il portavoce dell’ambasciata cinese a Washington Liu Pengyu ha detto che la misura “mette gli Stati Uniti dalla parte sbagliata dei principi della concorrenza leale e delle regole del commercio internazionale”. E ha aggiunto: “Il modo in cui gli Stati Uniti hanno gestito la vicenda TikTok consente al mondo di vedere chiaramente se le ‘regole’ e l”ordine’ degli Stati uniti servono il mondo intero o solo gli Stati Uniti”.


Il provvedimento è stato giustificato dai legislatori con il timore che TikTok sia uno strumento per ottenere informazioni sugli utenti americani, che sono 170 milioni. TikTok ha già annunciato che si appellerà ai tribunali contor il provvedimento, sostenendo che la norma viola i diritti di libertà di parola dei suoi utenti, visto che un nuovo proprietario potrebbe cambiare le politichhe di contenuto dell’app. Sostanzialmente, secondo gli esperti, siappoggerà al Primo Emendamento. “Per fortuna abbiamo una Costituzione in questo paese e i diritti del Primo Emendamento sono molto importanti”, ha detto – secondo il New York Times – Michael Beckerman, vicepresidente per le politiche pubbliche di TikTok.


Qualche speranza la piattaforma cinese la nutre. Quando era presidente, Donald Trump ha cercato di imporre una vendita o un divieto dell’app nel 2020, ma i giudici federali l’hanno bloccato. Il Montana ha cercato di vietare TikTok nello stato l’anno scorso a causa della proprietà cinese dell’app, ma un giudice federale diverso si è pronunciato contro la legge statale per motivi simili. Solo una restrizione su apparati pubblici ha resistito al vaglio dei tribunali. Quando il governatore del Texas ha annunciato un divieto dell’app sui dispositivi e sulle reti del governo statale nel 2022 a causa della sua proprietà cinese, docenti delle università pubbliche hanno contestato il divieto in tribunale, sostenendo che limitava la loro libertà di ricerca. Un giudice federale ha tuttavia confermato il divieto statale a dicembre, trovando che fosse una “restrizione ragionevole” alla luce delle preoccupazioni del Texas e della portata ristretta che riguarda solo i dipendenti statali. Opposizione al provvedimento è venuta anche da altre voci. L’American Civil Liberties Union (ACLU) ha contestato il linguaggio vago della norma, che rischia di essere interpretata in maniera estensiva. Preoccupazione viene anche e soprattutto dai creator di TikTok, che con l’app cinese ci lavorano. Alcini di loro hanno protestato di fronte al Campidoglio.

Per i ponti di primavera 16 milioni di partenze e 5,5 mld di spesa

Per i ponti di primavera 16 milioni di partenze e 5,5 mld di spesaRoma, 24 apr. (askanews) – Con quasi 16 milioni di partenze tra il 25 aprile e il primo maggio gli italiani non mancano l’appuntamento con la primavera e i suoi ponti, spendendo complessivamente circa 5,5 miliardi di euro. Se poi il meteo si stabilizzasse, in particolare per quel 30% circa che punta alle località balneari, questi valori potrebbero crescere ulteriormente, sfiorando i 20 milioni di partenze per circa 6 miliardi in termini di spesa. Resta assolutamente maggioritaria, nel panorama complessivo dei due ponti, la scelta di strutture turistico ricettive per i pernottamenti a destinazione: tra il 55% e il 60% a seconda del periodo preso in considerazione, anche se, per quello del primo maggio, raddoppia la percentuale di coloro che optano per affitti brevi (dal 6% al 12%). Questi i principali dati che emergono dal Focus sui ponti di primavera dell’Osservatorio Turismo Confcommercio in collaborazione con Swg.


La Festa della liberazione – che cade di giovedì e quindi configura un ponte particolarmente allettante – vedrà oltre 9 milioni di italiani in viaggio, circa un milione in più dello scorso anno, confermando quindi la buona performance della domanda interna di turismo che, da febbraio, sembra avere superato la fase di “stanca” che l’aveva contraddistinta per buona parte del secondo semestre dello scorso anno. Abbastanza concentrata la scelta delle destinazioni, con il 31% che opta per località della costa e un ulteriore 31% che punta invece a borghi, città e città d’arte, mentre 1 italiano su 10 preferisce la montagna. Ma soprattutto, nel confronto con lo stesso periodo del 2023, aumenta di ben 6 punti percentuali la schiera di coloro che si spingono al di fuori della propria regione, restando comunque in Italia (il 47%) o andando all’estero (17%). Aumenta anche la permanenza media a destinazione, con 3 italiani su 10 che programmano viaggi di 4 giorni o più, un terzo dei quali unirà i due ponti restando oltre 6 giorni a destinazione. Meno entusiastico l’approccio alle previsioni di budget, che, in termini di spesa media pro capite, resta sostanzialmente in linea con quello dello scorso anno, a 320 euro. Positive anche le previsioni per il ponte del primo maggio con quasi 7,5 milioni di italiani in viaggio, un milione dei quali però, come detto, in vacanza già dal 25 aprile. Qui pesa di più, almeno per il momento, la variabile delle condizioni metereologiche: un’incertezza che si riversa sulla scelta delle destinazioni, con quelle balneari che scendono lievemente, passando al 26%, mentre borghi, città e città d’arte totalizzano complessivamente un 22%, 9 punti in meno del ponte della liberazione; terza tipologia di destinazione, le località di campagna, con una componente rilevante di seconde case, che realizza il 14% delle preferenze. Stabile la montagna. Anche in questo caso aumenta, rispetto all’anno scorso, il raggio di spostamento degli italiani in viaggio: si riduce infatti di 12 punti percentuali (dal 51% al 39%) la quota di chi resterà vicino a casa o, comunque, nella propria regione, e aumenta di 14% quella di chi si recherà all’estero. Si riduce, invece, da 340 a 310 euro la spesa media pro capite ipotizzata dagli intervistati come budget: sarà un esercizio complicato renderla compatibile con le previsioni “incrementali” di durata e raggio della vacanza.

Sarà un ponte del 25 aprile traballante: migliora al Centro-Sud, piogge al Nord

Sarà un ponte del 25 aprile traballante: migliora al Centro-Sud, piogge al NordRoma, 24 apr. (askanews) – Un 24 aprile simile ad un 24 dicembre: sembra la Vigilia di Natale con le montagne innevate da Nord a Sud, localmente anche le colline, con temperature tipiche invernali e con cieli grigi su gran parte del Paese.


Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma la presenza di un nocciolo freddo svedese su gran parte dell’Italia con maltempo di stampo invernale e neve a bassa quota per il periodo sulle Dolomiti e sugli Appennini. Solo al Nord-Ovest si respira aria serena con ampie schiarite, minime frizzanti, ma temperature massime in ripresa oltre i 15°C. Nel dettaglio, le prossime ore vedranno lo scivolamento del nocciolo freddo svedese verso il Sud dove le temperature caleranno di almeno 10 gradi: le precipitazioni bagneranno in modo diffuso le regioni centrali, il Nord-Est (in particolare l’Emilia Romagna) ed il Sud tirrenico. Altrove troveremo anche dei momenti asciutti, seppur in un contesto piuttosto variabile. La festa della Liberazione ci libererà anche dal freddo su tutta l’Italia: le minime saranno ancora frizzanti, localmente vicine ai 3-5°C in pianura, ma le massime saliranno anche di 8-9°C rispetto alla ‘pseudo’ vigilia di Natale. Dal punto di vista degli ombrelli, dovremo aprirli soprattutto nel pomeriggio sulle regioni centrali tirreniche, localmente anche in Campania e sulle zone alpine e prealpine.


Da venerdì l’Italia entrerà su un Ponte (del 25 aprile) traballante: al Nord-Ovest inizierà una fase perturbata a causa di una perturbazione ‘normanna’, centrata sulla Normandia, mentre al Sud tornerà la Primavera. Al Centro venerdì sarà simile al giovedì. Le temperature inizieranno comunque a risalire verso i valori normali del periodo su tutto il Paese. Il weekend vedrà dunque il Ponte del 25 traballare al Nord-Ovest con frequenti piogge e il ritorno della neve sulle Alpi occidentali oltre i 1500-1600 metri. Tornerà il maltempo. Altrove le condizioni meteo saranno invece migliori con speranze convinte di un cielo azzurro e di un termometro mite su buona parte del Centro-Sud.


In sintesi, il freddo finirà il 25 aprile, con la Liberazione dalla massa d’aria polare che ha fatto toccare valori record per il periodo: anomalie climatiche di 12°C in meno nella terza decade di aprile non si registravano da almeno 30 anni su alcune zone del Piemonte e della Lombardia. Dal 25 aprile tutto cambierà, resterà solo la minaccia della pioggia intensa sulle regioni nord occidentali durante il weekend, ma in un contesto decisamente più mite trascinato dai venti di Scirocco. Infine, per il primo maggio, parliamo di un’altra situazione traballante: fino al 30 aprile potrebbe tornare il sole ovunque, per la Festa dei Lavoratori è previsto al momento un peggioramento diffuso ma bisogna aspettare qualche giorno prima di avere una previsione affidabile ed eventualmente perturbata.