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Autore: Redazione StudioNews

Uomini in mimetica irrompono in un teatro a Mosca, è strage

Uomini in mimetica irrompono in un teatro a Mosca, è strageRoma, 22 mar. (askanews) – È di almeno 40 morti e oltre cento feriti il bilancio provvisorio degli spari avvenuti in una sala concerti di Podolsk, nella regione moscovita: è quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, citando fonti dei servizi segreti russi, l’Fsb. Il comunicato dell’Fsb non ha aggiunto altri dettagli se non che le forze speciali stanno conducendo un’operazione di ricerca nella zona del Crocus City Hall. Secondo le prime ricostruzioni tre uomini in tuta mimetica avrebbero fatto irruzione nella sala e dopo aver aperto il fuoco con delle armi automatiche avrebbero lanciato una granata o una bomba incendiaria, provocando un violento incendio all’interno dell’edificio, il cui tetto è crollato.


“L’Ucraina non ha assolutamente nulla a che fare con la sparatoria. L’Ucraina non ha mai utilizzato il terrorismo come metodo di guerra”. Lo ha dichiarato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. In precedenza il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale americano, John Kirby, commentando l’accaduto aveva affermato che “al momento non vi e alcuna indicazione che nella sparatoria siano coinvolti elementi ucraini”.

A Roma seconda kermesse Id, Salvini tenta rilancio in vista Europee

A Roma seconda kermesse Id, Salvini tenta rilancio in vista EuropeeRoma, 22 mar. (askanews) – Matteo Salvini trascorre la vigilia della seconda kermesse di Identità e democrazia, dopo la prima a Firenze, in programma domani a Roma tra Calabria e Sicilia, a parlare del Ponte sullo Stretto. Nessun accenno alla riunione fiume – oltre tre ore – del consiglio federale di ieri sera in cui è stato finalmente delineato l’orizzonte del congresso che in tanti nel partito chiedevano e che si celebrerà dopo le elezioni europee come era ormai assodato ma entro l’autunno. Prima ci saranno i congressi regionali che ancora mancano all’appello, quello della Lombardia su tutti.


Con la concessione di un percorso congressuale, il vicepremier si augura di aver messo da parte, per ora, il confronto interno e punta a rilanciarsi alle elezioni europee sperando di raggiungere quella doppia cifra che alle ultime elezioni regionali e negli ultimi sondaggi sembra un miraggio. Per questo è stata creata una squadra che si occuperà del programma: ne faranno parte Filippo Pozzi, responsabile politiche agricole della Lega, il presidente della Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il coordinatore dei dipartimenti della Lega e responsabile della Scuola di Formazione Politica del partito, Armando Siri, il vicepresidente della commissione Finanze della Camera, Alberto Bagnai, gli europarlamentari uscenti Marco Zanni e Marco Campomenosi, i capigruppo di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Due i punti chiave: mai a una maggioranza con i socialisti e mai a un bis di Ursula von der Leyen alla presidenza della commissione europea. Due punti che riecheggeranno anche domani alla kermesse di Identità e democrazia in programma agli Studios di via Tiburtina. Salvini minimizza le assenze illustri, non ci saranno i governatori leghisti: Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e neanche Donatella Tesei che guida l’Umbria, una regione che cade proprio nella circoscrizione centro cui l’appuntamento di domani è dedicato in vista delle elezioni europee. Sono tutti assenti giustificati, ci mancherebbe, ha liquidato ieri le polemiche il segretario del Carroccio.


La Lega punta tutto sugli ospiti internazionali anche se Marine Le Pen ha registrato solo un video messaggio seppure “di grande impatto”, assicura Salvini. Del Rassemblement National sarà presente una delegazione. Interverranno Gerolf Annemans, presidente del Partito Identità e Democrazia; Harald Vilimsky, capo delegazione di FPÖ (Austria) al Parlamento Europeo; Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze; André Ventura, leader di Chega (Portogallo); Vivek Ramaswamy, imprenditore ed ex candidato alle Primarie Repubblicane 2024, persona vicina al candidato alle presidenziali Usa Donald Trump a cui Salvini ribadirà l’endorsement anche domani.

Santanchè: estranea a ogni decisione società su cassa integrazione

Santanchè: estranea a ogni decisione società su cassa integrazioneRoma, 22 mar. (askanews) – “Sono rimasta sorpresa dalle contestazioni per le quali risulta indagata contestazioni che ho appreso con la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini nel procedimento a mio carico, in quanto ritengo acquisita agli atti la mia estraneità a ogni decisione societaria relativa alle modalità della messa in cassa integrazione di alcuni dipendenti. Lunedì i miei avvocati chiederanno copia degli atti per poter valutare una memoria difensiva e la eventuale mia richiesta di essere sentita”. E’ quanto dichiara il ministro del Turismo, Daniela Santanchè.


“Continuo ad avere fiducia nella giustizia – aggiunge – e confido che la vicenda possa concludersi per me positivamente già con l’archiviazione da parte del PM o se ciò non si verificasse con il giudizio del GUP che nell’udienza preliminare decide sulle ragioni dell’accusa e della Difesa”. “Per la nostra Costituzione fino all’esito definitivo dei tre gradi di giudizio nessuno può essere considerato colpevole – sottolinea -. Tuttavia in sede politica dopo la decisione del GUP, per rispetto del governo e del mio partito, farò una seria e cosciente valutazione di questa vicenda che è comunque antecedente alla mia nomina a ministro. Sono peraltro convinta che anche questa volta il giudizio dei giudici andrà contro il desiderio dei miei avversari politici”.

Nasce “Domus Artium Reserve”, club esclusivo per gli amanti del vino

Nasce “Domus Artium Reserve”, club esclusivo per gli amanti del vinoMilano, 22 mar. (askanews) – E’ stato presentato oggi a Milano “Domus Artium Reserve”, un ambizioso progetto “in progress” di club privato, che punta a riunire i migliori professionisti internazionali del vino e della cucina per offrire ai suoi soci, amanti del “bien vivre”, esperienze esclusive di altissimo livello in tutto il mondo: dalle cene riservate ai tour su misura nelle terre più vocate per la viticultura, passando per eventi artistici e culturali e spettacoli dal vivo, fino alle visite nelle più importanti Cantine, accompagnati da famosi chef e dai più conosciuti esperti enologici. Ma non solo, perché i membri del club, tra cui non mancheranno vip e “celebrities”, potranno richiedere un vino su misura da etichettare e ricevere a casa.


Esperienze uniche, nelle location più ricercate, bevendo e mangiando come meglio non si può, a cui si potrà avere accesso su invito e attraverso una “fee” annuale ancora da definire, mentre la società è già stata costituita e il sito è andato on-line oggi mentre il progetto veniva presentato alla stampa nella Sala Mengoni di Cracco in Galleria. Ideatore e patron di “Domus Artium Reserve” è il poliedrico imprenditore statunitense Barrett Wissman, grande appassionato del nostro Paese, oggi affiancato oltre che da Carlo Cracco, dai più celebri enologi di Italia e Francia, Riccardo Cotarella e Michel Rolland, dal sommelier Tony Sasa che affianca Sting nella fiorentina Tenuta Il Palagio del musicista britannico, e Gregory Salinger, co-fondatore e Ad di “chateauonline.com” (la prima piattaforma e-commerce del vino in Europa) che svilupperà il versante estero del club in qualità di direttore. In videocollegamento il critico italoamericano Antonio Galloni, il pluristellato cuoco francese Yannick Allén e il suo collega statunitense Thomas Keller. “L’idea è nata un anno fa e questo progetto è un sogno che si realizza dopo una vita spesa in giro per il mondo insieme con grandi talenti, dove il vino e il cibo hanno sempre giocato un ruolo importante” ha spiegato Wissman, sottolineando che “quando Rolland e Cotarella hanno detto che sarebbero stati disposti a produrre vini con i nostri soci, ho capito che avevamo qualcosa di unico, senza precedenti da cui iniziare”. La presentazione è stata infatti l’occasione per annunciare la collaborazione tra i due grandi enologi per creare “Four Hands” (“Quattro Mani”, ndr) il primo vino metà italiano e metà francese. “Non si tratta di mescolare insieme dei vini ma di un matrimonio tra territori diversi in un unico vino” ha raccontato il 76enne enologo umbro, precisando poi che il lavoro riguarderà le uve di due medesimi vitigni coltivati sia in Italia che in Francia. Il nuovo super vino potrebbe uscire già l’anno prossimo e sarà possibile ordinarlo prima del rilascio sul sito del club.


“‘Domus Artium Reserve’ è una iniziativa che vuole dare ulteriore valore al vino, un progetto di respiro internazionale che darà grande risonanza al nostro patrimonio enologico” ha aggiunto Cotarella, aggiungendo che “sarà uno spazio in cui si potranno immaginare nuove frontiere per la sperimentazione e nuovi vini, ma soprattutto sarà una grande opportunità per raccontare e comunicare al meglio il mondo del vino”. “Sono entusiasta di questa sorta di ‘cenacolo’ che si sta delineando” ha affermato Rolland, evidenziando che questo progetto “non solo ci permetterà di produrre vini insieme ma anche offrire ai soci un’esperienza gastronomica, enologica, artistica e di socializzazione davvero unica e coinvolgente”. E dalla collaborazione tra enologi e chef nasceranno vini del tutto nuovi come quello che Thomas Keller ha chiesto a Rolland per i suoi ristoranti: il nuovo blend taglio bordolese della “Right Bank” sarà pronto entro la fine dell’anno in una prima tiratura esclusiva e limitata, e sarà disponibile in alcuni dei ristoranti di Keller come “Per Se” e “The French Laundry”.


Almeno per il momento, “Domus Artium Reserve” non avrà delle sedi fisse, e a Roma si “appoggerà” nel meraviglioso Palazzo Ruspoli, con cui ha stabilito una partnership. In Gran Bretagna è invece già stata avviata una partnership con “67 Pall Mall” il “private members’ club for wine lovers” di Londra, a cui i membri di Domus Artium Reserve riceveranno l’iscrizione. La prima uscita “pubblica” del nuovo club è prevista a Palazzo Colonna a Roma il 24 maggio, con una festa con degustazione di vini di grandi Cantine, collegata ad una importante mostra fotografica esposta nella Capitale.

Sostegno Liguria per Area Sud Basilicata patrimonio mondiale umanità

Sostegno Liguria per Area Sud Basilicata patrimonio mondiale umanitàRoma, 22 mar. (askanews) – Dopo aver ricevuto il sostegno della Regione Lombardia per la candidatura a Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Area Sud della Basilicata, il Gal – La Cittadella del Sapere, il cui Direttore è Nicola Timpone, e il giornalista Biagio Maimone hanno richiesto anche al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti il supporto alla candidatura. Coinvolgere il maggior numero possibile di Regioni italiane in un progetto di cooperazione per valorizzare il patrimonio culturale, artistico ed anche le tradizioni e le economie locali, alla luce della cultura dell’ambiente e della sostenibilità è l’obiettivo che si prefiggono Nicola Timpone e Biagio Maimone, i quali, nel breve termine, costituiranno l’Associazione “Progetto Ricas Italia”, la cui finalità è la realizzazione di una rete di Istituzioni e di cittadini impegnati per diffondere la Cultura della sostenibilità. Il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha scritto al Governatore della Regione Basilicata Vito Bardi: “Pregiatissimo Presidente, mi riferisco all’iniziativa che vede la Sua Regione impegnata sulla proposta di inserire l’Area Sud della Basilicata nella lista Unesco del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Ritengo la proposta meritevole di apprezzamento e con la presente intendo congratularmi per l’iniziativa ed esprimere il supporto di Regione Liguria per la candidatura. L’ Area Sud della Basilicata si distingue non solo per la particolare bellezza paesaggistica e per la storia e la cultura millenaria, ma anche per una particolare attenzione all’evoluzione ‘green’ del suo territorio. Nella convinzione che saranno possibili forme di cooperazione tra le nostre Regioni, sono a salutarLa con viva cordialità”.


Il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha già espresso la volontà di cooperare per la sostenibilità e i valori della cultura e delle tradizioni affermando: “Egregio Presidente intendo, con la presente, congratularmi ed esprimere l’apprezzamento e il supporto di Regione Lombardia per la proposta di candidatura a Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Area Sud della Basilicata, che si distingue per la bellezza paesaggistica, la storia e la cultura millenaria.Ci accomuna la volontà di cooperare per il bene e la crescita dell’intero Paese e di favorire un modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ecologica e sul valore dei saperi tradizionali” . La Basilicata, la Lombardia e la Liguria sono unite nella volontà di dar corso ad un processo culturale che ha come suo unico vettore la crescita e l’evoluzione green della società umana. “Si tratta di territori diversi per profilo morfologico e per profilo storico, che intendono far proprio un unico e maestoso progetto che, nelle diversità, scopre la sua convergenza. ideologica, economica e sociale, Sono territori che desiderano cooperare nell’interesse di tutti, cittadini e natura, al fine di creare territori ubertosi e spazi di crescita umana e sostenibile” ha dichiarato Maimone. Sostegni e riconoscimenti sono pervenuti anche dal Presidente del Senato Ignazio La Russa, dal Ministro degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, dal Ministro per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione Alberta Casellati. Nicola Timpone e Biagio Maimone hanno voluto evidenziare che l’Italia, attraverso l’Area Sud della Basilicata, ricca di acqua, di tradizioni, nonché foriera di un atteggiamento attento alla dimensione naturale, alla filosofia dell’armonia e del rispetto del creato, potrà divenire un esempio luminoso per l’Europa e per il mondo intero. Essi hanno sottolineato, altresì, che il patrimonio naturale appartiene a tutti e che, pertanto, occorre preservarlo in quanto è la risorsa più preziosa che appartiene all’uomo, sicché risulta innegabile che l’Area Sud della Basilicata rappresenti un modello innovativo di economia green, in quanto fondato sul rispetto e la salvaguardia del territorio e, nel contempo, delle tradizioni.

Ue, Conte:Pd batta un colpo contro economia di guerra, noi diremo no

Ue, Conte:Pd batta un colpo contro economia di guerra, noi diremo noRoma, 22 mar. (askanews) – “Noi diremo no” a un’economia di guerra dell’Unione europea e “cercheremo di coalizzare le forze progressiste attorno a questo secco no”. Lo ha detto il leader m5s Giuseppe Conte intervenendo alla presentazione del libro di Pasquale Tridico dal titolo “Governare l’economia per non essere governati dai mercati”.


“Oggi – ha osservato – c’è un grande tema su cui invito il Pd a battere un colpo con noi. Si è appena concluso un consiglio europeo che ha impostato un’ economia di guerra europea. Tutte le risorse andranno per le spese militari, non per l’occupazione o i diritti. Ci siamo preparando alla pace o alla guerra? Di investimento in direzione negoziale non ne vedo, Sforzi non ne vedo. Abbiamo leader che si sono battuti per convincere la popolazione occidentale che l’unica soluzione è la strategia militare e oggi non tornano indietro, non ammettono il fallimento di questa ideologia”.

Meloni allontana venti guerra. Ricuce con Macron dopo tensioni

Meloni allontana venti guerra. Ricuce con Macron dopo tensioniBruxelles, 22 mar. (askanews) – Dopo la proposta di Emmanuel Macron di inviare soldati in Ucraina, ma anche le dichiarazioni dei vertici Ue sulla guerra in atto, quello che si è chiuso oggi a Bruxelles era stato da alcuni definito un “Consiglio di guerra”. Complice anche un passaggio della bozza di conclusioni in cui, nel paragrafo relativo a sicurezza e difesa, si evidenziava la necessità di una “potenziata e coordinata preparazione militare e civile e una gestione strategica delle crisi in un panorama di minacce in evoluzione”. Lo stesso Viktor Orban, questa mattina, aveva parlato di una “atmosfera di guerra”.


Meloni, però, al termine dei lavori getta acqua sul fuoco. Il ‘clima di guerra’, assicura, “non è quello che ho visto. Certo siamo in un conflitto e nessuno affronta le questioni con leggerezza” ma non c’è un’atmosfera da “mettiamoci l’elmetto in testa per combattere”. Quanto al passaggio sulla necessità di una “preparazione” alle crisi, per la premier c’è stato un malinteso: in realtà si riferiva a “crisi sul piano della protezione civile” e per questo il punto è stato mantenuto, ma spostato nelle conclusioni. Ciò non toglie che l’Europa deve fare passi avanti sulla difesa comune e Meloni è “d’accordo con l’iniziativa della Commissione di rafforzare l’industria della difesa” anche se “bisogna fare i conti con le risorse a disposizione”. L’Italia caldeggia la proposta di eurobond per finanziare la difesa, bocciata dalla Germania ma sostenuta da Macron. A proposito del presidente francese, Meloni l’ha incontrato oggi a margine dei lavori, dopo che nelle scorse settimane c’erano state delle ‘frizioni’, mai ammesse ufficialmente, sull’asse Roma-Parigi. Il presidente francese, infatti, non avrebbe gradito la riunione del G7 tenuta il 24 febbraio in videoconferenza da Kiev – che infatti ha disertato – e da parte sua Meloni sarebbe stata molto infastidita del successivo vertice sull’Ucraina organizzato a Parigi (a cui infatti ha inviato il vice ministro Edmondo Cirielli). Senza contare poi la ‘fuga in avanti’ sull’invio di truppe. Pur alloggiando nello stesso hotel del centro, ieri sera i due non si sono incrociati, forse per evitare una replica della “fotografia” dello scorso dicembra al bar dell’Amigo. Si sono visti invece oggi a margine del summit e alla fine, da fonti italiane, viene dipinto un quadro di “convergenza” su molti temi: Ucraina, Medio Oriente (con una “ritrovata unità” dei 27) difesa europea. “Particolare convergenza” viene sottolineata sul tema dei migranti, in particolare sulla “dimensione esterna” e sui “partenariati rafforzati con i Paesi di origine e transito”.


Sui migranti per la premier la dichiarazione finale è “perfettamente soddisfacente”, anche per il giudizio “positivo” sull’accordo raggiunto in Egitto e per il riferimento “all’alleanza globale contro i trafficanti”. Soddisfatta anche per il lavoro sull’agricoltura, tema molto importante per Roma: un “importantissimo passo avanti – sottolinea – è che nelle conclusioni si faccia riferimento alla proroga degli aiuti di Stato in campo agricolo, una delle principali rivendicazioni che venivano poste anche dalle associazioni di categoria”. Inoltre nel prossimo summit la Commissione europea dovrà proporre “ulteriori forme di sostegno per il comparto” e questo “si deve soprattutto al lavoro italiano”. Bene, per Meloni, anche il via libera all’avvio dei negoziati per l’ingresso della Bosnia Erzegovina nell’Ue. Sullo sfondo del Consiglio anche le elezioni europee di giugno. Nel giorno in cui Macron stronca la candidatura di Ursula von der Leyen, Meloni resta ancora ‘coperta’ su un possibile appoggio a un mandato bis della presidente della Commissione, spitzenkandidat del Ppe che però ha ‘nemici’ anche dentro il suo partito. “Aspetto di vedere chi votano gli italiani”, spiega, anche perchè “il tema che mi appassiona non è chi sarà il presidente della Commissione ma è per fare cosa. Ursula von der Leyen o chiunque altro…quale è l’Europa che si vuole realizzare?”. Per lei però c’è anche il tema dei compagni di viaggio. Le posizioni di Orban creano qualche imbarazzo, ultima in ordine di tempo, ieri, le “congratulazioni” a Vladimir Putin per la rielezione. Il primo ministro ungherese punta a entrare dopo le elezioni nel gruppo Ecr guidato da Meloni, ma per il momento (e di comune accordo) fa corsa a sé. La presidente del Consiglio a Bruxelles lo ‘bacchetta’ dicendo di “non condividere” gli auguri, ma non chiude la porta a un successivo ingresso nei Conservatori e riformisti: “Adesso non è un dibattito all’ordine del giorno”, dice. Una frase in cui – viene spiegato – “adesso” è la parola chiave.

Consiglio Ue, Meloni allontana i venti guerra. E ricuce con Macron dopo le tensioni

Consiglio Ue, Meloni allontana i venti guerra. E ricuce con Macron dopo le tensioniBruxelles, 22 mar. (askanews) – Dopo la proposta di Emmanuel Macron di inviare soldati in Ucraina, ma anche le dichiarazioni dei vertici Ue sulla guerra in atto, quello che si è chiuso oggi a Bruxelles era stato da alcuni definito un “Consiglio di guerra”. Complice anche un passaggio della bozza di conclusioni in cui, nel paragrafo relativo a sicurezza e difesa, si evidenziava la necessità di una “potenziata e coordinata preparazione militare e civile e una gestione strategica delle crisi in un panorama di minacce in evoluzione”. Lo stesso Viktor Orban, questa mattina, aveva parlato di una “atmosfera di guerra”.


Meloni, però, al termine dei lavori getta acqua sul fuoco. Il ‘clima di guerra’, assicura, “non è quello che ho visto. Certo siamo in un conflitto e nessuno affronta le questioni con leggerezza” ma non c’è un’atmosfera da “mettiamoci l’elmetto in testa per combattere”. Quanto al passaggio sulla necessità di una “preparazione” alle crisi, per la premier c’è stato un malinteso: in realtà si riferiva a “crisi sul piano della protezione civile” e per questo il punto è stato mantenuto, ma spostato nelle conclusioni. Ciò non toglie che l’Europa deve fare passi avanti sulla difesa comune e Meloni è “d’accordo con l’iniziativa della Commissione di rafforzare l’industria della difesa” anche se “bisogna fare i conti con le risorse a disposizione”. L’Italia caldeggia la proposta di eurobond per finanziare la difesa, bocciata dalla Germania ma sostenuta da Macron. A proposito del presidente francese, Meloni l’ha incontrato oggi a margine dei lavori, dopo che nelle scorse settimane c’erano state delle ‘frizioni’, mai ammesse ufficialmente, sull’asse Roma-Parigi. Il presidente francese, infatti, non avrebbe gradito la riunione del G7 tenuta il 24 febbraio in videoconferenza da Kiev – che infatti ha disertato – e da parte sua Meloni sarebbe stata molto infastidita del successivo vertice sull’Ucraina organizzato a Parigi (a cui infatti ha inviato il vice ministro Edmondo Cirielli). Senza contare poi la ‘fuga in avanti’ sull’invio di truppe. Pur alloggiando nello stesso hotel del centro, ieri sera i due non si sono incrociati, forse per evitare una replica della “fotografia” dello scorso dicembra al bar dell’Amigo. Si sono visti invece oggi a margine del summit e alla fine, da fonti italiane, viene dipinto un quadro di “convergenza” su molti temi: Ucraina, Medio Oriente (con una “ritrovata unità” dei 27) difesa europea. “Particolare convergenza” viene sottolineata sul tema dei migranti, in particolare sulla “dimensione esterna” e sui “partenariati rafforzati con i Paesi di origine e transito”.


Sui migranti per la premier la dichiarazione finale è “perfettamente soddisfacente”, anche per il giudizio “positivo” sull’accordo raggiunto in Egitto e per il riferimento “all’alleanza globale contro i trafficanti”. Soddisfatta anche per il lavoro sull’agricoltura, tema molto importante per Roma: un “importantissimo passo avanti – sottolinea – è che nelle conclusioni si faccia riferimento alla proroga degli aiuti di Stato in campo agricolo, una delle principali rivendicazioni che venivano poste anche dalle associazioni di categoria”. Inoltre nel prossimo summit la Commissione europea dovrà proporre “ulteriori forme di sostegno per il comparto” e questo “si deve soprattutto al lavoro italiano”. Bene, per Meloni, anche il via libera all’avvio dei negoziati per l’ingresso della Bosnia Erzegovina nell’Ue. Sullo sfondo del Consiglio anche le elezioni europee di giugno. Nel giorno in cui Macron stronca la candidatura di Ursula von der Leyen, Meloni resta ancora ‘coperta’ su un possibile appoggio a un mandato bis della presidente della Commissione, spitzenkandidat del Ppe che però ha ‘nemici’ anche dentro il suo partito. “Aspetto di vedere chi votano gli italiani”, spiega, anche perchè “il tema che mi appassiona non è chi sarà il presidente della Commissione ma è per fare cosa. Ursula von der Leyen o chiunque altro…quale è l’Europa che si vuole realizzare?”. Per lei però c’è anche il tema dei compagni di viaggio. Le posizioni di Orban creano qualche imbarazzo, ultima in ordine di tempo, ieri, le “congratulazioni” a Vladimir Putin per la rielezione. Il primo ministro ungherese punta a entrare dopo le elezioni nel gruppo Ecr guidato da Meloni, ma per il momento (e di comune accordo) fa corsa a sé. La presidente del Consiglio a Bruxelles lo ‘bacchetta’ dicendo di “non condividere” gli auguri, ma non chiude la porta a un successivo ingresso nei Conservatori e riformisti: “Adesso non è un dibattito all’ordine del giorno”, dice. Una frase in cui – viene spiegato – “adesso” è la parola chiave.

Susan Sarandon al Riviera International Film Festival 2024

Susan Sarandon al Riviera International Film Festival 2024Roma, 22 mar. (askanews) – Susan Sarandon sarà in Italia protagonista dell’ottava edizione del Riviera International Film Festival (Riff), dal 7 al 12 maggio a Sestri Levante. L’attrice pluricandidata agli Academy Awards, e vincitrice di un Oscar per il suo ruolo da protagonista in “Dead Man Walking”, è una delle interpreti più amate da pubblico e critica in tutto il mondo e naturalmente anche in Italia, dove ha ricevuto due volte il David di Donatello come miglior attrice straniera.


Protagonista di una carriera stellare, le sue interpretazioni indimenticabili in pellicole come “Thelma & Louise”, “The Rocky Horror Picture Show”, “Atlantic City”, “U.S.A.”, “Le streghe di Eastwick”, “L’olio di Lorenzo”, “Il cliente”, “Piccole Donne”, “Nemiche amiche”, fanno parte della storia del cinema. Susan Sarandon sarà membro della Giuria ufficiale del Festival, per i lungometraggi diretti da registi under 35, e protagonista di una masterclass in cui si racconterà al pubblico. Con l’attrice americana, che si aggiunge alla regista Eva Orner (1 Oscar) e al montatore Pietro Scalia (2 Oscar) salgono a tre i vincitori di premi Oscar presenti al Riff 2024. Il Riviera International Film Festival è sostenuto da Comune di Sestri Levante, Mediaterraneo Servizi srl, Associazione Albergatori Sestri Levante, Consorzio Sestri Levante In e Regione Liguria, main sponsor Duferco Energia e Redelfi. Main media partner: The Hollywood Reporter Roma; media partner: Ciak, Coming Soon, Corriere dello sport, Donna Moderna, Fred Radio, Sky Documentaries.

Cig Covid a Visibilia, avviso conclusione indagini alla ministra Santanchè. Schlein e Conte attaccano

Cig Covid a Visibilia, avviso conclusione indagini alla ministra Santanchè. Schlein e Conte attaccanoRoma, 22 mar. (askanews) – La Procura di Milano ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti del ministro Daniela Garnero Santanchè e di altre persone, ed anche delle società Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria srl. L’ipotesi di reato contestata è quella di truffa ai danni dell’Inps, “in relazione a presunte irregolarità nella fruizione della cassa integrazione in deroga Covid 19, per un totale di 13 dipendenti”, si spiega in un comunicato dal procuratore capo di Milano, Marcello Viola.


Nel silenzio (al momento) del governo, i Cinque stelle in primis insorgono contro la ministra ricordando che “mentì sfacciatamente di fronte all’aula al Senato” e annunciano la mozione di sfiducia. E i leader dell’opposizione, Conte e Schlein attaccano. “A me sembra che Fdi, che durante il Covid faceva la voce grossa sulla gestione della pandemia, ora chiude gli occhi addirittura sulla ministra Santanchè. Lo abbiamo denunciato da tempo, oggi c’è l’ipotesi acclarata dalla procura di Milano della truffa dei fondi Covid a danno dei lavoratori. Era già chiaro, lo abbiamo denunciato, aveva mentito al Parlamento”, avverte il leader del movimento cinque stelle Giuseppe Conte interpellato a margine della presentazione del libro di Pasquale Tridico al tempio di Adriano.


“Daniela Santanchè è indagata per truffa aggravata ai danni dello Stato, per accuse meno gravi di questa ministri si sono dimessi in Italia e in Europa. Torniamo a chiedere quello che chiedevamo già otto mesi fa e cioè che la presidente Meloni prenda atto di queste gravi accuse e chieda alla sua ministra di fare un passo indietro”, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine di un evento a Caltanissetta, a proposito della vicenda giudiziaria che riguarda il ministro del Turismo. “Accuse così gravi non meritano di sentire rispondere che si aspetta la fine di un processo. Siamo tutti garantisti, ma quando una ministra è indagata con l’accusa di avere truffato lo Stato per la vicenda relativa alla cassa integrazione in deroga questo tipo di accuse mette a rischio l’onorabilità dell’istituzione che rappresenta. Torniamo a chiedere a Giorgia Meloni di agire a tutela dell’onorabilità delle istituzioni e per evitare che questo governo metta in imbarazzo l’Italia anche nei consessi internazionali” ha concluso Schlein.


“Mentre il nostro Paese stava attraversando il suo momento più duro, Daniela Santanchè e il suo partito attaccavano ripetutamente il presidente Conte e quello dell’Inps, Tridico, chiedendone le dimissioni. Oggi apprendiamo dalla Procura di Milano che la ministra Santanchè è indagata per truffa sulla Cig per il Covid. Come si dice in questi casi: il tempo è galantuomo. Mi domando come faccia questa gente a guardarsi allo specchio. A parti invertite, una Giorgia Meloni paonazza avrebbe già chiesto la sua cacciata dal Governo. Oggi c’è lei a Palazzo Chigi: agisca di conseguenza e faccia dimettere immediatamente Santanchè. Per conto nostro chiederemo immediatamente la calendarizzazione della mozione di sfiducia per la Ministra Santanchè”, comunica il presidente dei deputati Cinque stelle Francesco Silvestri. “La chiusura delle indagini preliminari a carico della ministra Santanchè e delle ‘sue’ Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria Srl confermano ciò che è chiaro a tutti dal luglio scorso. Daniela Santanchè in quel pomeriggio d’estate mentì sfacciatamente di fronte all’aula al Senato sul ricorso alla Cassa Integrazione Covid delle sue aziende, relativamente alle irregolarità portate alla luce dall’inchiesta di ‘Report’”, sottolineano in una nota i senatori M5s in commissione Industria, Turismo e Agricoltura Sabrina Licheri, Gisella Naturale e Luigi Nave, aggiungendo: “La Procura di Milano non fa che certificare come la ministra Santanchè non possa più ricoprire il suo ruolo attuale. In qualsiasi altro paese si sarebbe già dimessa da quel dì, ma arrivati a questo punto il passo indietro è obbligato: anche Giorgia Meloni dovrebbe prenderne atto”.


“Siamo sempre garantisti e ci auguriamo che cadano tutte le accuse nei suoi confronti, ma Daniela Santanchè già da tempo si sarebbe dovuta dimettere dalla carica di ministro: per potersi difendere meglio dal processo, per non creare imbarazzo alle nostre istituzioni che anche lei, a sua insaputa, dovrebbe rappresentare, ma che per evidente incapacità politica, difesa delle lobby dei balneari, una promozione del settore turistico che con la campagna Open to Meraviglia ci ha trasformato in una barzelletta. A che ora si dimette?”, afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi. “Consiglierei la presidente Meloni, e con lei anche ai suoi ministri e parlamentari, di dedicare una maggiore attenzione a quei ministri del suo governo accusati di aver truffato lo Stato piuttosto che a cercare di infangare quei sindaci come Antonio Decaro impegnati da sempre nell’affermare i valori della legalità e della correttezza”, commenta il segretario di Si, Nicola Fratoianni deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Di tutta la torbida vicenda che riguarda Daniela Santanchè e le sue aziende, l’aspetto più grave e desolante sono le menzogne raccontate nelle aule parlamentari proprio sulla gestione della Cassa Covid. Ora su questo indagheranno i magistrati: saranno loro a stabilire se c’è stata o meno truffa ai danni dello Stato. Sul fronte politico però, la presidente del Consiglio Meloni crediamo che debba iniziare a chiedersi se è ancora il caso di tenere nella sua squadra una ministra che rischia un processo. Le ipotesi di reato sono troppo gravi per far finta di niente”, chiosano in una nota i deputati M5s in commissione Attività Produttive. “La presidente Meloni faccia le sue valutazioni e decida se quanto accade non le sembra sufficiente per imporre un passo indietro alla sua ministra. Ci stupisca e faccia in concreto quello che ha chiesto a molti suoi avversari politici per fatti meno gravi eticamente e politicamente: chieda lei le dimissioni alla ministra Santanchè”, chiede infine la responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, concludendo: “Preoccupa molto che il capo del governo usi il potere – aggiunge la deputata dem – per difendere a oltranza chi rientra nel suo circolo di amici e parenti”.