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Autore: Redazione StudioNews

Negoziati con Israele, Hamas smentisce il via libera al cessate il fuoco: notizie “false”

Negoziati con Israele, Hamas smentisce il via libera al cessate il fuoco: notizie “false”Roma, 13 mar. (askanews) – Il movimento palestinese Hamas ha smentito le notizie secondo cui avrebbe ricevuto una proposta internazionale per un cessate il fuoco prolungato nella Striscia di Gaza e che una delegazione di Hamas sarebbe in partenza per la capitale egiziana del Cairo nei prossimi giorni per discutere i dettagli dell’accordo.


L’emittente al Arabiya ha riferito, citando una fonte di alto livello di Hamas, che il movimento aveva accettato una proposta modificata, avanzata dagli Stati Uniti, per un cessate il fuoco e un graduale ritorno degli sfollati. “Le notizie riportate dall’emittente Al Arabiya, citando una fonte di alto livello di Hamas, secondo cui il movimento ha ricevuto una proposta internazionale per un cessate il fuoco prolungato a Gaza e un ritorno graduale degli sfollati, e che una delegazione per discutere i dettagli andrà al Cairo, sono false”, ha detto Hamas in un comunicato su Telegram.


Il movimento ha anche chiesto ai media di seguire le notizie con precisione e di smettere di “manipolare i sentimenti” del popolo palestinese che è sottoposto all’”aggressione sionista” e ad una “guerra di annientamento”.

Negoziati con Israele, media: Hamas ha accettato nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza

Negoziati con Israele, media: Hamas ha accettato nuova proposta di cessate il fuoco a GazaRoma, 13 mar. (askanews) – Il movimento estremista palestinese Hamas avrebbe accettato una versione modificata della proposta americana per un cessate il fuoco a Gaza, fornendo nuove speranze per il buon esito dei negoziati in corso con Israele. Rappresentanti di Hamas dovrebbero recarsi nella capitale egiziana del Cairo nei prossimi giorni per discutere gli ultimi dettagli e l’attuazione dell’accordo, ha detto un funzionario del gruppo ad Al Arabiya.


La Casa Bianca ha esortato i militanti di Hamas a Gaza a rilasciare donne, anziani e ostaggi feriti e ad accettare un cessate il fuoco temporaneo con Israele per poi garantirne uno più duraturo. “Un cessate il fuoco è sul tavolo oggi, per sei settimane, da trasformare in qualcosa di più duraturo se Hamas si limitasse a rilasciare donne, feriti e anziani”, ha detto ai giornalisti il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. Secondo la proposta più recente, Israele rilascerebbe i prigionieri palestinesi in un rapporto di 10 a uno rispetto al numero di ostaggi di Hamas detenuti. L’accordo prevederebbe anche il graduale ritorno dei palestinesi sfollati, secondo la fonte. Ma Mohammad Nazzal, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha detto che i negoziati in corso “vacillano”, aggiungendo che Israele ha proposto un cessate il fuoco temporaneo. “La presenza israeliana all’interno di Gaza impedisce il ritorno degli sfollati”, ha detto ad Al Arabiya. Nazzal ha spiegato che Hamas è irremovibile nella sua richiesta di aiuti umanitari a Gaza senza alcuna condizione o restrizione.

Sinner batte Shelton in due set e vola ai quarti di Indian Wells

Sinner batte Shelton in due set e vola ai quarti di Indian WellsRoma, 13 mar. (askanews) – Jannik Sinner non si ferma più e stacca il pass per i quarti di finale del Masters 1000 di Indian Wells battendo lo statunitense Ben Shelton in due set (7-6, 6-1) dopo un’ora e 40 minuti di gioco, centrando così la 18esima vittoria consecutiva. Cinismo e solidità nei momenti decisivi soprattutto del primo set, durato un’ora e 9 minuti e giocato ad alto livello e intensità. Superato lo scoglio al tiebreak, Jannik ha dominato nel secondo parziale, trasformando il match in un monologo. Ad attendere Sinner nei quarti di finale c’è Jiri Lehecka, n. 32 al mondo reduce dalla vittoria contro Stefanos Tsitsipas a cui ha lasciato solo sei game. Il ceco, che a inizio stagione ha conquistato l’ATP 250 di Adelaide, aveva eliminato precedentemente Andrey Rublev, vincendo sempre in due set.

Green Deal, maggioranza Italia divisa o sconfitta a Strasburgo

Green Deal, maggioranza Italia divisa o sconfitta a StrasburgoBruxelles, 12 mar. (askanews) – Brutta giornata, oggi a Strasburgo, per i partiti della maggioranza di governo italiano: su due voti cruciali del Green Deal al Parlamento europeo, sono usciti divisi o sconfitti. I partiti dell’opposizione, al contrario, sono rimasti uniti e compatti con i propri gruppi e hanno vinto in entrambe le votazioni, la prima sulla direttiva emissioni industriali (che comprende anche le grandi aziende zootecniche), e la seconda sull’efficienza energetica nell’edilizia (“case green”).


Più in generale, sono i gruppi del centro (Liberali di Renew) e del centro-destra (Ppe con Fi e Conservatori con Fdi) che si sono fortemente divisi nei due voti, mentre ne è uscita chiaramente sconfitta l’estrema destra del gruppo Identità e Democrazia, in cui siedono gli eurodeputati della Lega. La direttiva emissioni industriali, che era stata già fortemente emendata per escludere dal suo campo di applicazione gli allevamenti bovini (in base al dubbio argomento secondo cui l’inquinamento di suoli, aria e falde acquifere da parte di queste aziende zootecniche non può essere trattato allo stesso modo dell’inquinamento di origine industriale), ha sostanzialmente dimezzato le soglie relative alle dimensioni degli allevamenti suini e di pollame.


Queste aziende dovranno rispettare nuovi limiti obbligatori più stringenti per le emissioni, con nuove soglie di applicazione (350 “unità di bestiame vivo” per i suini, 300 per le galline ovaiole, 280 per il pollame in genere, e 380 per allevamenti che comprendono sia suini che pollame) che sono sostanzialmente più alte di quelle prospettate dalla Commissione europea nella sua proposta originaria (150 “unità di bestiame vivo”, che equivalgono a 150 unità per i bovini, con soglie proporzionalmente più alte per gli animali più piccoli), ma più basse di quelle che voleva il Parlamento europeo (750 “unità di bestiame vivo”). L’accordo raggiunto nel “trilogo” con il Consiglio Ue sulla direttiva emissioni industriali è stato approvato dalla plenaria con 393 voti favorevoli, 173 contrari e 49 astensioni. I partiti di governo italiano si sono spaccati in due fronti: favorevoli gli eurodeputati di Fi nel Ppe, contrari quelli di Fdi (del gruppo conservatore Ecr) e della Lega (con tutto il gruppo di estrema destra Id). Tutti gli altri eurodeputati italiani hanno votato a favore (con l’eccezione di Fabio Massimo Castaldo, ed M5s passato ad Azione, contrario).


Più in generale, il Ppe si è diviso in due fronti: 83 favorevoli e 66 contrari (più quattro astenuti). Il gruppo liberal democratico Renew si è espresso in grande maggioranza a favore (42 eurodeputati, compresi gli italiani Danti e Zullo), ma con 13 contrari (incluso l’italiano Castaldo). I Conservatori dell’Ecr si sono spaccati in due (29 a favore, 28 contrari, tra cui gli eurodeputati di Fdi, con in più cinque astenuti). Estremamente compatti per la direttiva i Verdi (tutti a favore), il gruppo S&D (nessun contrario, 6 astenuti), la delegazione del M5s (tutti a favore) e la Sinistra (28 favorevoli, quattro contrari, un astenuto). L’altra direttiva, quella sulle “case green”, prevede che tutti gli edifici privati di nuova costruzione siano a emissioni zero a partire dal 2030, e quelli pubblici due anni prima, a partire dal 2028. Per gli edifici residenziali esistenti, dovrà esserci una riduzione dell’energia primaria media utilizzata (rispetto al 2020) di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Dovrà essere inoltre ristrutturato entro il 2030 il 16% degli edifici non residenziali che hanno le peggiori prestazioni in ogni Stati membro, e il 26% entro il 2033.


In questo caso, l’accordo raggiunto nel “trilogo” è stato approvato con 370 voti contro 199 e 46 astenuti. Hanno votato contro la direttiva tutti gli eurodeputati della maggioranza di governo italiana: oltre alla Lega (con tutto il gruppo Id) e agli europarlamentari di di Fdi (con tutto il gruppo dei Conservatori Ecr), anche quasi tutti quelli di Fi (con l’eccezione di Alessandra Mussolini, favorevole). Più in generale, qui il Ppe si è spaccato in tre (72 favorevoli, tra cui un altro italiano, l’altoatesino Herbert Dorfman, del Svp, 54 contrari e 25 astenuti), mentre nel gruppo liberale Renew hanno votato a favore 67 eurodeputati (tra cui i due di Italia Viva, Sandro Gozi e Nicola Danti, più l’indipendente Marco Zullo, ex M5s), con 19 contrari e un solo astenuto. Massicciamente a favore della direttiva, oltre ai Verdi e al M5s, anche i gruppi dei Socialisti e Democratici (solo due contrari e un astenuto) e della Sinistra (26 favorevoli, due contrari, quattro astenuti). Al Parlamento europeo, insomma, sebbene negli ultimi tempi l’onda montante della destra la stia erodendo, esiste ancora una maggioranza pro-Green Deal, che comprende, oltre a Socialisti, Verdi, Sinistra e M5s, anche una parte importante dei Liberali di Renew e una minoranza cospicua del Ppe. Che questa maggioranza si mantenga chiaramente o no è una delle scommesse più importanti per le prossime elezioni europee di giugno.

Il campo largo prova con Valluzzi in Basilicata, ma ci sono i dubbi di Azione

Il campo largo prova con Valluzzi in Basilicata, ma ci sono i dubbi di AzioneRoma, 12 mar. (askanews) – A pochi giorni dalla presentazione delle liste in Basilicata il “campo largo” prova l’intesa su un nuovo nome, una figura che dovrebbe andare bene sia al Pd che – in teoria – ad Angelo Chiorazzo, il ‘civico’, imprenditore delle coop bianche, che ha avanzato la propria candidatura sostenuto dal Movimento ‘Basilicata casa comune’ e dal Pd lucano ma che deve fare i conti col no dei 5 stelle. Le voci delle ultime ore parlano di una trattativa in corso su Nicola Valluzzi, sindaco di Castelmezzano, ex Pd, ora confluito proprio in ‘Basilicata casa comune’, un nome che dovrebbe avere l’ok di Giuseppe Conte e, al tempo stesso, potrebbe essere accettabile anche da Chiorazzo.


Le cose, però, sono ancora complicate. Proprio Chiorazzo non si sbilancia e, anzi, sembra ancora lasciare aperta l’ipotesi di una sua corsa solitaria, contro il resto del ‘campo largo’. “C’è un dialogo continuo e aperto con la segretaria Schlein, con il presidente Conte e con la vicepresidente del Senato Taverna e con altri esponenti del Pd, nelle prossime ore arriveremo a capire se ci sarà la possibilità di stare tutti insieme”. Quindi aggiunge: “A me la parola campo largo non piace proprio. Noi dobbiamo partire dai valori che ci accomunano, dalle idee del programma per rispondere ai bisogni dei lucani. Si può vincere anche da soli così come si può perdere tutti insieme, come è successo in Abruzzo”. Azione, poi, sembra tentata dalla rottura e in Basilicata e sarebbe un problema serio per il centrosinsitra, perché nel partito di Calenda sono entrati i fratelli Pittella, ex Pd, portando potenzialmente in dote un robusto pacchetto di voti. Matteo Richetti spiega: “Un nome che farebbe vincere le opposizioni c’è ed è quello di Marcello Pittella. Ma nella coalizione che hanno in testa Schlein e Conte non è previsto che il candidato non sia di loro espressione”. E non sarebbe nemmeno escluso alla fine un sostengo di Azione a Vito Bardi, il candidato del centrodestra, presidente uscente.


Angelo Bonelli, co-portavoce dei Verdi, non nasconde l’irritazione: “Per le elezioni regionali in Basilicata, bisogna scegliere il candidato o la candidata rapidamente: siamo in grande ritardo e va scelto o scelta in modo condiviso dalla coalizione”. E’ quello che il Pd vorrebbe, arrivare rapidamente a un’intesa. Ma i democratici devono anche fare i conti con il partito lucano e con Roberto Speranza, che erano schierati con Chiorazzo. Se l’imprenditore delle coop accettasse di fare un passo di lato le cose si semplificherebbero anche per Elly Schlein. Ma al momento, appunto, Chiorazzo prende tempo.

Campo largo prova con Valluzzi in Basilicata, ma dubbi Azione

Campo largo prova con Valluzzi in Basilicata, ma dubbi AzioneRoma, 12 mar. (askanews) – A pochi giorni dalla presentazione delle liste in Basilicata il “campo largo” prova l’intesa su un nuovo nome, una figura che dovrebbe andare bene sia al Pd che – in teoria – ad Angelo Chiorazzo, il ‘civico’, imprenditore delle coop bianche, che ha avanzato la propria candidatura sostenuto dal Movimento ‘Basilicata casa comune’ e dal Pd lucano ma che deve fare i conti col no dei 5 stelle. Le voci delle ultime ore parlano di una trattativa in corso su Nicola Valluzzi, sindaco di Castelmezzano, ex Pd, ora confluito proprio in ‘Basilicata casa comune’, un nome che dovrebbe avere l’ok di Giuseppe Conte e, al tempo stesso, potrebbe essere accettabile anche da Chiorazzo.


Le cose, però, sono ancora complicate. Proprio Chiorazzo non si sbilancia e, anzi, sembra ancora lasciare aperta l’ipotesi di una sua corsa solitaria, contro il resto del ‘campo largo’. “C’è un dialogo continuo e aperto con la segretaria Schlein, con il presidente Conte e con la vicepresidente del Senato Taverna e con altri esponenti del Pd, nelle prossime ore arriveremo a capire se ci sarà la possibilità di stare tutti insieme”. Quindi aggiunge: “A me la parola campo largo non piace proprio. Noi dobbiamo partire dai valori che ci accomunano, dalle idee del programma per rispondere ai bisogni dei lucani. Si può vincere anche da soli così come si può perdere tutti insieme, come è successo in Abruzzo”. Azione, poi, sembra tentata dalla rottura e in Basilicata e sarebbe un problema serio per il centrosinsitra, perché nel partito di Calenda sono entrati i fratelli Pittella, ex Pd, portando potenzialmente in dote un robusto pacchetto di voti. Matteo Richetti spiega: “Un nome che farebbe vincere le opposizioni c’è ed è quello di Marcello Pittella. Ma nella coalizione che hanno in testa Schlein e Conte non è previsto che il candidato non sia di loro espressione”. E non sarebbe nemmeno escluso alla fine un sostengo di Azione a Vito Bardi, il candidato del centrodestra, presidente uscente.


Angelo Bonelli, co-portavoce dei Verdi, non nasconde l’irritazione: “Per le elezioni regionali in Basilicata, bisogna scegliere il candidato o la candidata rapidamente: siamo in grande ritardo e va scelto o scelta in modo condiviso dalla coalizione”. E’ quello che il Pd vorrebbe, arrivare rapidamente a un’intesa. Ma i democratici devono anche fare i conti con il partito lucano e con Roberto Speranza, che erano schierati con Chiorazzo. Se l’imprenditore delle coop accettasse di fare un passo di lato le cose si semplificherebbero anche per Elly Schlein. Ma al momento, appunto, Chiorazzo prende tempo.

Basilicata, Fico: lavoreremo fino all’ultimo per un accordo

Basilicata, Fico: lavoreremo fino all’ultimo per un accordoRoma, 12 mar. (askanews) – Per dare vita a un’alleanza elettorale con il Movimento 5 stelle “ci devono essere principi e valori condivisi, aderenti alla Costituzione repubblicana, da lì si costruiscono i programmi e poi si scelgono le persone migliori che possano rappresentare questi programmi”. Lo ha detto l’ex presidente della Camera Roberto Fico a Il cavallo e la torre su Rai3.


“Come abbiamo fatto in Sardegna, è la stessa cosa – ha aggiunto l’esponente stellato – che dobbiamo fare nelle altre regioni. Lavoreremo fino all’ultimo anche in Basilicata per trovare un accordo positivo. Ma si deve discutere, se non si fa vuol dire che non c’è una vera alleanza”.

Autonomia, Calderoli: responsabilità amministrare concetto fondamentale

Autonomia, Calderoli: responsabilità amministrare concetto fondamentaleRoma, 12 mar. (askanews) – “Consiglio a tutti la lettura degli odierni interventi dei presidenti Fugatti e Kompatscher. Sia a coloro che sostengono l’Autonomia differenziata, sia ai suoi detrattori e a chi ancora parla di spacca-Italia. Dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, che hanno sottoscritto in queste ore accordi col Governo per lo sviluppo e la coesione, si ribadisce con forza un concetto fondamentale: la responsabilità di saper amministrare. L’esperienza di questa terra, e in particolare dallo storico esempio dell’Alto Adige e della sua crescita grazie allo statuto speciale, sono un esempio virtuoso della potenzialità che l’autonomia può sprigionare, nell’interesse dei cittadini e di tutto il Paese”. Lo scrive attraverso i suoi canali social il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, rilanciando le dichiarazioni di Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher al momento della firma dei rispettivi accordi col Governo per lo sviluppo e la coesione con le Province Autonome di Trento e Bolzano.

Australia, Giacobbe: preservare unità comunità siciliani

Australia, Giacobbe: preservare unità comunità sicilianiRoma, 12 mar. (askanews) – “Preservare l’unità della comunità siciliana in Australia è essenziale per non disperdere la ricchezza della nostra cultura e tradizione. Insieme possiamo costruire ponti che collegano le nostre radici siciliane, creando una rete solida che sostiene e celebra la nostra identità comune”. Lo ha detto il senatore del Pd, Francesco Giacobbe, intervenendo al pranzo della Federazione delle Associazioni Siciliane in Australia tenutasi al Marconi Club di Sydney.


“L’unione è la chiave per preservare il patrimonio culturale e favorire la crescita e la prosperità della comunità siciliana in terra australiana”, ha aggiunto il senatore Dem, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide. Fra i tanti ospiti della serata anche l’onorevole Stephanie Di Pasqua, l’onorevole Guy Zangari, il console Generale di Sydney, Gianluca Rubagotti, il presidente del Comites di Canberra, Franco Barilaro, il presidente del Marconi Club, Morris Licata.


Gli obiettivi principali della Federazione sono chiari e condivisi: unire i siciliani in Australia e stabilire un forte legame con la Sicilia. Questi sono sempre stati gli obiettivi del presidente della Federazione Tony Noiosi che ora, con rinnovato impegno, sta cercando di realizzare coinvolgendo le nuove generazioni. Giacobbe nel suo intervento ha sottolineato tra le altre cose “l’importanza di considerare la Sicilia come una risorsa significativa per la comunità siciliana in Australia”.


Nel corso della serata si sono esibiti anche Santo Crisafulli ed Emilio Lo Monaco, con un’esperienza che abbraccia la cultura, le tradizioni e lo spettacolo. In particolare, il senatore Pd ha elogiato la poesia dialettale siciliana, sottolineandone la bellezza e l’importanza nel mantenere viva la nostra eredità culturale. L’evento ha rafforzato il legame tra i siciliani in Australia e rinnovando l’impegno verso la preservazione delle radici e della cultura siciliana nel cuore del continente australiano.

Vibo Valentia, si insedia il nuovo Consiglio provinciale

Vibo Valentia, si insedia il nuovo Consiglio provincialeRoma, 12 mar. (askanews) – Con la convalida degli eletti – sancita con le formule amministrative di rito dal segretario generale, Domenico Arena – si è insediato ufficialmente il nuovo Consiglio della Provincia di Vibo Valentia. Il secondo da quando è in carica il presidente Corrado Antonio L’Andolina (il cui mandato è di 4 anni), poiché la legge elettorale in vigore (la cosiddetta Delrio) prevede l’elezione del Consiglio ogni due anni.


La nuova assise provinciale è dunque composta da: Carmine Franzè, Serena Lo Schiavo e Vincenzo Pagnotta (Centro Destra per Vibo); Cosimo Nicola Papa, Alessandro Lacquaniti e Giampiero Calafati (Vibo al Centro Unica e legata nella concretezza); Nicola Lasorba e Antonino Schinella (Democratici e Progressisti per la Provincia di Vibo Valentia); Carmine Mangiardi e Vincenzo Lentini (Azione con Calenda e Progressisti per la Provincia di Vibo Valentia). Il Consiglio, dopo le operazioni di convalida dei neo consiglieri, ha visto – così come da cerimoniale – intervenire il presidente L’Andolina che, nel dare gli auguri ai nuovi rappresentanti istituzionali dell’Ente, ne ha quindi delineato i profili politici e istituzionali, auspicando “una collaborazione costruttiva che affronti i nodi del programma nell’esclusivo interesse dei cittadini e del territorio”.


Ad intervenire subito dopo il presidente è stato il consigliere Lacquaniti (che insieme a Mangiardi è stato riconfermato in Consiglio). “Faccio gli auguri ai miei nuovi colleghi e ringrazio sentitamente i consiglieri uscenti. Anticipo che costituiremo un gruppo coeso e forte. Il presidente avrà la nostra fiducia ma questa fiducia – ha evidenziato Lacquaniti – dovrà essere opportunamente traghettata dalla parte giusta e indirizzata, quindi, verso l’esclusivo interesse dei cittadini”.